mercoledì 13 agosto 2014

Il miracolo spagnolo (for dummies and scoundrels)

Tema
 Dal Libro (Marco Basilisco: stacce e bbasta! Il Libro è questo. Il resto è una nota a piè pagina nella rigogliosa storia del collaborazionismo e della delazione anonima):

Mais les hésitations de Cottard furent courtes et ses prescriptions impérieuses : « Purgatifs violents et drastiques, lait pendant plusieurs jours, rien que du lait. Pas de viande, pas d’alcool. » Ma mère murmura que j’avais pourtant bien besoin d’être reconstitué, que j’étais déjà assez nerveux, que cette purge de cheval et ce régime me mettraient à bas. Je vis aux yeux de Cottard, aussi inquiets que s’il avait peur de manquer le train, qu’il se demandait s’il ne s’était pas laissé aller à sa douceur naturelle. Il tâchait de se rappeler s’il avait pensé à prendre un masque froid, comme on cherche une glace pour regarder si on n’a pas oublié de nouer sa cravate. Dans le doute et pour faire, à tout hasard, compensation, il répondit grossièrement : « Je n’ai pas l’habitude de répéter deux fois mes ordonnances. Donnez-moi une plume. Et surtout au lait. Plus tard, quand nous aurons jugulé les crises et l’agrypnie, je veux bien que vous preniez quelques potages, puis des purées, mais toujours au lait, au lait. Cela vous plaira, puisque l’Espagne est à la mode, ollé ! ollé ! (Ses élèves connaissaient bien ce calembour qu’il faisait à l’hôpital chaque fois qu’il mettait un cardiaque ou un hépatique au régime lacté.) Ensuite vous reviendrez progressivement à la vie commune. Mais chaque fois que la toux et les étouffements recommenceront, purgatifs, lavages intestinaux, lit, lait. » Il écouta d’un air glacial, sans y répondre, les dernières objections de ma mère, et, comme il nous quitta sans avoir daigné expliquer les raisons de ce régime, mes parents le jugèrent sans rapport avec mon cas, inutilement affaiblissant et ne me le firent pas essayer. Ils cherchèrent naturellement à cacher au professeur leur désobéissance, et pour y réussir plus sûrement, évitèrent toutes les maisons où ils auraient pu le rencontrer. Puis mon état s’aggravant, on se décida à me faire suivre à la lettre les prescriptions de Cottard ; au bout de trois jours je n’avais plus de râles, plus de toux et je respirais bien. Alors nous comprîmes que Cottard, tout en me trouvant, comme il le dit dans la suite, assez asthmatique et surtout « toqué », avait discerné que ce qui prédominait à ce moment-là en moi, c’était l’intoxication, et qu’en faisant couler mon foie et en lavant mes reins, il décongestionnerait mes bronches, me rendrait le souffle, le sommeil, les forces. Et nous comprîmes que cet imbécile était un grand clinicien.
(l'autore chi lo sa lo sa, e chi non lo sa è vergine. Idem per la lingua. Non omnia potestis omnes. Ma se avete orecchio apprezzerete almeno il ritmo lapidario della chiusa. De la musique avant toute chose...)

Svolgimento
Scribacchiando un certo libro che un giorno leggerete se vi andrà, e laboricchiando su un certo codice RATS passatomi da uno de passaggio (appunto) per scrivere un articolo che invece non leggerete mai (a meno che non vi interessino i VECM), mi è accaduto di imbattermi in dei dati che mi hanno indotto a ricredermi. Sapete infatti che una delle caratteristiche più salienti del mio carattere adorabile è quella di conformarmi immediatamente alla realtà dei fatti, ogni volta che essa, come di sovente fa, si degna di impartirmi una lezione di umiltà smentendo le mie previsioni. Eh! Quante mie previsioni sono state smentite negli ultimi tre anni! Ma questo mi ha reso una persona migliore, più umile, e più serena nell'accettare il responso dei dati.

Dunque: sapete quei nostri informatori che a vario titolo ci ammoniscono sul fatto che noi dovremmo fare come la Spagna, che ha fatto le riforme (?), i tagli (?), quindi è ripartita (?). Sì, insomma, Fubini e Barbera. Io sapevo un'altra storia, che mi era stata detta da Antoni Soy, e confermata da Guntram Wolff. Però, per scrupolo, sono andato a vedere i dati.

Il ragionamento che ho fatto è molto semplice: se, come dicono gli autorevoli Fubini e Barbera (smentendo Soy e Wolff) sono state le riforme (?) a fare il miracolo, la ripresa spagnola sarà accompagnata da un incremento della produttività del lavoro, visto che le riforme (?) non si fanno per prendere a calci nel culo i lavoratori se vogliono appropriarsi dei propri guadagni di produttività, chiedendo una retribuzione dignitosa, che permetta loro di vivere coi propri mezzi, senza ricorrere al credito dei mercati finanziari privati buoni e santi, che non ne sbagliano una... Oh, no, certo che no! Chi può pensare una cattiveria simile! Pensa male chi l'ha nel cuore! Le riforme (?) si fanno, nell'interesse dei suddetti lavoratori, allo scopo di renderli più produttivi, in modo che la sera, tornando a casa, si possano guardare nello specchio e dirsi: "Son soddisfatto di me, oggi son stato più produttivo", e che se invece, per qualche motivo, come capita, gli occorra di passare una corda intorno a un trave e di appendercisi, invece del banale e vetusto "Perdonatemi!", possano lasciare alla posterità la nota frase di Leonardo: "Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire".

Ah, le riforme (?)!

E allora, un po' scettico (perché sapete che sono ingiustamente prevenuto contro i giornalisti), sono andato a vedermi le serie della produttività, che per qualche mio motivo volevo aggiornare in un mio foglio Excel dal 2010 al 2013. E... mi son dovuto ricredere!


Accipicchia che drizzone che ha preso la produttività spagnola negli ultimi anni! E il sudden stop a metà anni '90? Vabbe', di quello parliamo un'altra volta... Ma questa volta, non c'è che dire, hanno ragione i giornalisti. Chiedo scusa a tutta la categoria. Eh, che lezione di umiltà! Ieri ho trattato così male Barbera, qualche giorno fa ho rischiato di litigare addirittura con Carlo Alberto (che è collega mio, è solo un umile e grossolano economista), e invece, alla fine, avevano ragione loro: le riforme (?) sono importanti, il che, implicitamente, sussume che in una crisi di domanda sia importante la dimensione micro (detto a conforto di Carlo Alberto).

Allora il grafico che tutti abbiamo visto a corredo di uno dei soliti capolavori di arte povera del nostro amico Fubini, quello apparso su Repubblica del 10 agosto, dal titolo "Tagli, lavoro più flessibile e aiuti, con le riforme dettate dall'UE la Spagna ha ripreso a correre", sì, questo grafico:



era in fondo sostanzialmente corretto (fatta salva la lieve imprecisione sull'asse delle ascisse)! E io che l'ho così ingiustamente calunniato. Me ne vergogno, e mi scuserò personalmente con lui. Fubini è un grande giornalista, una persona che separa i fatti dalle opinioni. La produttività, in Spagna, è cresciuta, questo è un fatto. Ecco, ora mi rimane un rovello, devo trovare il modo di scusarmi. Però almeno mi son tolto un pensiero: adesso devo solo preoccuparmi per noi, non più per i miei amici spagnoli. Chissà perché Antoni e Alberto si lamentano tanto? Ma, si sa, questi meridionali sono sempre un po' vittimisti...

Poi, però (maledetto tarlo del professionista), mi cade l'occhio su un dettaglio. Caspita! Secondo il grafico, sia il mio che quello del nostro amico, durante la crisi l'indice di produttività del lavoro è aumentato di circa il 15%, così, a occhio, dal 2008 a oggi (anzi, ieri, perché il grafico finisce nel 2013). Ma... ma... la produttività come si misura? Eh... Si misura in Pil per ore lavorate... Ah, ecco... Quindi se le ore lavorate fossero rimaste più o meno costanti, il Pil sarebbe dovuto crescere anch'esso del 15%, giusto? Giusto: se il lavoratore è più produttivo, ma lavora per lo stesso tempo, allora questo significa che il prodotto aumenta in proporzione alla accresciuta produttività.

Bene.

Ma in Spagna il prodotto, così, dal 2008 al 2013, di quanto è aumentato? Be', del -6% (cumulato brutalmente). Ah... E allora cosa è successo?

È successo questo:


Ciumbia che tuffo! Guarda un po' che strano: di tanto è aumentata la produttività, di tanto son diminuite le ore lavorate. Eh, è proprio vero che le riforme (?) fanno miracoli. Guardate: gli spagnoli sono diventati più produttivi, quindi vanno in fabbrica, lavorano di meno, producono di più, e il resto del tempo è tutto tapas e movida!

Lavorare meno, lavorare tutti: loro ci sono riusciti, grazie alle riforme (?).

Perché è successo questo, vero?

Be', per verificarlo, basta guardare le ore lavorate medie lavorate per occupato. Saranno sicuramente diminuite: lavorare meglio, lavorare meno, grazie alle riforme (?) "dettate" dalla (maestrina) UE che piace tanto a Fubini.

Infatti:


Infatti no. Be', ma questa non è una sorpresa: noi lo sappiamo che il nome di Fubini è una garanzia. Tanto nomini, nullum par elogium.

E la morale della favola qual è? Che se dall'inizio della crisi sono diminuite le ore lavorate, ma ogni lavoratore lavora più o meno le stesse ore, allora ci sono molti meno lavoratori occupati. E questo lo abbiamo già visto:



Quindi il segreto della produttività spagnola non è lavorare meglio e meno, lavorare tutti! È lavorare pochi, lavorare molto (e zitti, perché alla porta c'è la fila). Chissà quanti straordinari non retribuiti ci sono in quel bell'aumento della produttività, che non è un aumento del numeratore (il prodotto), ma una diminuzione del denominatore (le ore lavorate, e quindi gli occupati, a parità di orario).

Ecco.

Un solo, sconsolato commento: ma se un giornalista dicesse che assumendo diossina si dimagrisce (il che è indubbiamente un fatto: non c'è cura dimagrante più efficace di un tumore), qualcuno gli farebbe qualcosa? Perché questo è l'equivalente, nella scienza medica, di certe analisi del miracolo spagnolo nella scienza economica, scienza che esiste e andrebbe rispettata (o si farà rispettare da sé: nonostante Klaus Davi, nessuno è al riparo dalla crisi...).




(lo dedichiamo ai nostri amici Fubini e Barbera, due grands journalistes la cui prescription impérieuse è "facciamo come la Spagna". Ollé!)

(Dio abbia pietà delle loro anime...)

(Aggiungo un altro commento: tantum religio potuit suadere malorum. E chi sa di chi è ha già vinto, perché questo nessuno, nemmeno Furbini, potrà toglierglielo...).

39 commenti:

  1. "In dei dati" comunque non si può leggere....

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    1. E perché mai, di grazia? Solo perché sei diversamente fiorentino? Io non ti giudico per questo, me ne spiace per te e ti ricordo che le vie del Signore sono infinite...

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    2. La taccia puristica d'ineleganza gallicizzante dell'uso dell'articolo partitivo dopo una preposizione è priva di fondamento. Esempi di quest'uso si ritrovano copiosi nella storia della nostra letteratura. Due citazioni al riguardo:

      “Tanto vi posso io ben dire, che io questo che esso dice, ho già udito dire a degli altri” (Pietro Bembo, Prose della volgar lingua, Libro I)

      “Entrate, e, dopo tre o quattrocento passi, vedrete una piazzetta con de' begli olmi” (Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Capitolo XI)

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    3. "In dei volumi"; "in dei soggetti"; "in dei manoscritti"; "in dei monologhi"; "in dei casi"; etc.; perchè non "in dei dati"? Solo per evitare futuri errori!

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  2. 90 minuti di applausi. Una bella lezione di giornalismo prima che di economIa.
    Questa è classe e il resto son chiacchiere.

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  3. Posso solo segnalare come ho fatto nell'altro post...quello che sta succedendo nella mia azienda...

    Lo straordinario festivo veniva pagato con una maggiorazione molto vantaggiosa, oggi i festivi non vengono più retribuiti (nel senso che non vengono proprio pagati) e ti vengono restituiti in ore di riposo...

    La stessa cosa avviene anche negli impieghi pubblici... poliziotti, finanziari, ecc straordinario non pagato che viene recuperato con permessi...

    Questo per dire che tutto questo sta accadendo anche qui da noi...

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    1. O ma do ca zo vivete??
      Son più di 10 anni che lo straordinario non è retribuito ma ti danno i permessi che spariscono nel conto ore.....a me mi hanno calcolato zero ore permessi nel 2013 perche mi mettevano le ferie, pure quando sono andato al funerale della madre del padrone mi hanno messo 2 ore di ferie.
      Ora viene dato tutto in busta paga dal tfr alla tredicesima.
      E se qualcuno va in pensione non viene sostituito da nessuno ma vige il famoso 5-5-5- di oronzo canà.
      Tutti devono saper fare più mansioni e quando uno va in pensione o gli scade il contratto viene sostituito da uno gia in organico.
      Solo non serve essere giornalista e manco economista per capire che se io sono in grado di mangiare, correre e saltare difficilmente riesco a farlo nello stesso tempo.......ecco loro lo pretendono.

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    2. Esatto. Un decennio di lenta ed inesorabile erosione della qualita' del lavoro - e ovviamente di riflesso della vita. Nessuna nuova assunzione, a parte una sparutissima pattuglia di parentame, macroeconomisti che devono anche occuparsi di micro, ricercatori che fanno assistenza ai clienti, clienti che non hanno piu' personale preparato, aggravando gli eventuali problemi, e cosi' via, un'orgia di ruoli dettati esclusivamente dall'urgenza, mentre l'R&D e' strozzata ed alla fine spostata nei paesi dominanti...
      Siamo diventando dei cacciaviti dell'estero, nonostante le nostre sedi italiane vantassero ben piu' brevetti. Pero' ho anche visto molte menti brillanti incapaci di muover le mani, il famoso battere i pugni sul tavolo, la rassegnazione di fronte al potere, chissa'.

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  4. Prof,

    ma almeno questo mirabolante aumento di produttività avrà tirato su le retribuzioni?? altrimenti bisogna pensare che i nostri cugini spagnoli sono cornuti e mazziati...

    Comunque sono sicuro che qualche genio incompreso rileverà che comunque le riforme spagnole hanno datto il loro benefico effetto. Infatti gli spagnoli hanno avuto la precisione chirurgica di eliminare le ore lavorate meno produttive visto che la riduzione % del PIL è stata minore della riduzione % delle ore lavorate, da cui deriva l'aumento della produttività.

    In un mondo normale basterebbe fermarsi a riflettere sul significato sociale di una disoccupazione al 25%, senza bisogno di aggiungere altro.

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    1. Mi sa che non hai capito lo scopo del gioco. Se le riforme devono far recuperare competitività, bisogna che la produttività cresca più delle retribuzioni, altrimenti il costo del lavoro per unità di prodotto rimane invariato. Forse ti serve un ripassino delle definizioni e uno dello scopo del gioco.

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    2. Prof,

      forse non era sufficientemente chiaro che la mia domanda era assolutamente retorica.... scommetto anche quello che non ho che le retribuzioni spagnole siano calate nonostante il fittizio aumento della produttività. Potenza della disoccupazione.
      Il mondo di BDSM è uno dei miei post preferiti...

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  5. Stavo pensando a una cosa: se il 90% dei nuovi contratti spagnoli è a tempo determinato, ciò significa che magari tra i pochi occupati spagnoli non è stato così infrequente il fenomeno di essere stati prima licenziati e poi riassunti con contratti a tempo determinato, rendendo così la loro posizione contrattuale ancora più debole. Ad ogni modo questa storia della diminuzione delle ore totali lavorate e l'aumento dei contratti a tempo determinato o comunque precari, ricorda tanto ciò che è accaduto in Germania con le famose riforme Hartz. Ecco perché non dovremmo sorprenderci se tutti i riformastrutturalisti euroentusiasti guardano con fiducia al modello spagnolo. Vogliono applicare, e ci stanno riuscendo, il modello Hartz in tutta Europa.

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  6. Solo per capire se ho imparato a leggere i grafici.
    Quindi la Germania, che ha aumentato la produttività diminuendo le ore per addetto mantenendo invariate le ore totali , vuol dire che ha aumentato di conseguenza la busta paga dei lavoratori?
    Ringrazio anticipatamente dell'eventuale risposta.

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    1. Non è detto, perché il fatto che si produca di più, e che quindi aumenti il reddito aggregato, non ti dice nulla su come lo stesso reddito viene distribuito. In effetti, come sappiamo, in Germania le retribuzioni reali sono rimaste indietro rispetto alla crescita della produttività, quindi i salari reali nel periodo precedente la crisi sono scesi (questo è uno dei motivi per i quali il Sud è in crisi), quindi può anche darsi che la busta paga sia aumentata, ma, come sai e come tutti gli economisti non iscritti al partito di Repubblica chiedono, non è aumentata abbastanza da riportare le cose in equilibrio.

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  7. Ma, almeno, li recuperi con permessi e ore di riposo. In spagna c'e' il sospetto che siano ore di extra lavoro non retribuite come straordinari e senza recuperi.

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    1. grazie per il link, mi pare assolutamente in linea con tutto quello che viene scritto in questo blog, con un geniale (e tombale):
      " It takes spectacular policy errors to bring about such an outcome in a modern economy" e anche:
      "Eugenio Scalfari, the doyen of La Repubblica and a leader of Italy’s EMU establishment...."

      Poi, scusate ma non riesco a trovarlo, su internet non si capisce, ma la Troika che fondamento giuridico ha? Voglio dire, è stata firmata un'intesa, un trattato, sta scritto da qualche parte? "Como se schpieca schta gran Troika"? E se non ne ha, perchè viene evocata sempre nella stessa formazione commissione-bce-fmi? perchè non tolgono, che ne so uno dei tre e lo rimpiazzano colla world bank (o forse con la FAO, mi pare più adatta a 'sto punto...)?

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  9. Ma lo sa, professore, che citare Luca e Lucrezio nello stesso blog può portare all'autocombustione del computer? Per cui ceda un po' di sovranità... e si metta l'animo in pace. :-) Cordialmente.

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  10. "Un solo, sconsolato commento: ma se un giornalista dicesse che assumendo diossina si dimagrisce (il che è indubbiamente un fatto: non c'è cura dimagrante più efficace di un tumore), qualcuno gli farebbe qualcosa?" (cito dal testo).
    Una sola, sconsolata considerazione: no, non gli farebbe nulla, poiché rientrerebbe perfettamente nella logica per cui, tempo addietro, dopo aver constatato l'eccesso di atrazina nei campi e nelle falde, se ne innalzò il limite di tolleranza. Prodigi della fisiologia e della tossicologia, oltre che della flessibilità del lavoro! (e a detta di alcuni seri professionisti del settore, è quanto ancora più o meno accade con le polveri sottili, le nanoparticelle, ed altre forme inquinanti sparse qua e là per la penisola). Ma, perdio, vogliamo essere così ingrati dal rifiutare la nascita d'un super-uomo mutante, capace di lavorare di più, campare di più, guadagnare meno e avere branchie aeree che gli consentano di lavorare pure in anossia? (le pillole di Viagra verranno distribuite gratuitamente…).

    p.s.: anche mio fratello descrive, ove lavora, una situazione simile a quella riportata da Antonio Giuffrida. Minori disponibilità economiche stanno inducendo a pre-pensionamenti e mancanza d’assunzioni future; ai restanti si fa correr voce che, laddove il carico di lavoro diverrà più elevato (e lo sarà, visto che resteranno meno teste per smazzarselo), non potrà essere retribuito lo straordinario. Forse però potrebbe esser prevista la consolante e basilare presenza d’un mazziere che, percuotendo una pelle tesa sopra un orcio, scandisca e allieti il ritmo delle remate…

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  11. Anni fa ha aperto qui in italia una filiale di una multinazionale spagnola (Fermator)...già ai tempi mi ricordo che un ragazzo spagnolo mi aveva detto che per comprarti un'appartamento in spagna dovevi fare un mutuo di 50 anni in media...chissà ora con le riforme(?)!!

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  12. Ragazzi ma ringraziate il cielo che fate straordinari non pagati. Almeno avete un lavoro. La mia azienda ci sta mandando direttamente a casa.

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  13. "...So reality and experience of reality are replaced by a false image of reality. The man, thus, no longer lives in reality, but in a false image of reality, which claims, however, to be the genuine reality. There are then, if this pneumopathic
    condition has occurred, two realities: the first reality, where the normally ordered man lives, and the second reality, in which the pneumatically disturbed man now lives and which thus comes into constant conflict with the first reality.
    The expressions “first reality” and “second reality” were coined and worked out by Doderer and are to be found throughout all his writings. They were already used by Musil in his "Man without Qualities", a man who also lives in the second reality and thus comes into conflict with the first. The consequence of living in the second
    reality is, exactly, conflict with the first reality, which indeed is not canceled by the fact that I make for myself a false idea of it and live according to it."
    Eric Voegelin, "Hitler and the Germans"

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  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Non sei brutale, e non c'è nessuno strale. Giochi con le parole e ti sopravvaluti. Se l'economia fosse politica e non scienza, come mai io che sono un economista ho potuto prevedere con anni di anticipo le dinamiche politiche? Perché la politica è una umile e ottusa ancella delle dinamiche economiche, le quali seguono leggi, che ovviamente non sono leggi fisiche, ma non per questo non costituiscono una scienza. L'ottusità epistemologica degli ingengieri che pensano che ci sia scienza solo dove ci sono formulette del cazzo (che peraltro io nella mia ricerca uso) è il sostrato sociologico dell'affermazione dei Chicago boys.

      Ma di queste cose è inutile che ne parli con te, che sai già tutto.

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    2. Sono assolutamente d'accordo .... gli ingegneri capiscono solo se ci sono formule. Mia moglie me lo ricorda sempre....

      In effetti credo anche che prima o poi verrà fuori che è stato un ingegnere a concepire l'euro... o forse no!!! forse l'euro è troppo anche per un ingegnere. Per quello ci vuole un economista bravo.

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  15. Che la Merkel stia per mettere mano alla sega per tagliare il ramo?
    Reuters fresca fresca:
    " MILANO, 14 agosto - Avvio in calo a Piazza Affari
    in linea al tono debole delle borse europee dopo i deludenti
    dati sulla crescita di Germania e Francia che alimentano i
    timori sulla ripresa in Europa.
    L'economia tedesca a sorpresaha registrato una contrazione
    nel secondo trimestre, per la prima volta in oltre un anno.
    La Francia ha tagliato le proprie previsioni di crescita per
    il 2014 e il 2015 e ha annunciato che quest'anno non riuscirà a
    centrarel'obiettivo del deficit, dopo che i dati dell'Insee
    hanno mostrato una stagnazione dell'economia nel secondo
    trimestre. "

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  16. Dobbiamo combattere lo "spettro della deflazione".
    Come?
    Con le riforme (?) strutturali per aumentare la competitivita'.

    Logico, no?

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  17. Giusto per completezza, la Multifactor Productivity ("it compares the evolution of output with the evolution of combined labour and capital inputs", quindi aggiunge un'informazione sul capitale oltre al lavoro di cui sappiamo col PIL / ore lavorate riportato dal professor Bagnai) da dati OECD (stats.oecd.org) dice questo dal 2008 al 2012 (latest data available):
    Germany: -0.4, -3.4, +2.1, +1.9, +0.3
    Italy: -1.3, -3.3, +2.0, +0.1, -1.3
    Spain: -0.4, -0.1, +0.5, +0.5, +1.3
    Quindi tutto 'sto miracolo spagnolo e' tutt'altro che evidente, anche se la Spagna ha effettivamente fatto meglio dell'Italia (ci voleva poco). Guardando i dati con il 2005 come anno base (quindi multifactor productivity = 100 per le tre nazioni in quell'anno) la situazione e' questa:
    Germany: 105.0 nel 2012 (esattamente come nel 2007); Italy 96.5 nel 2012 (nel 2007 era ancora ferma a 100.0); Spain 103.0 nel 2012 (dopo essere stata ferma a 101.0 fino al 2010).

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    1. Ma voi lo sapete, sì, che la multifactor productivity è una misura ideologica? E perché?

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    2. Credo che intenda che la multifactor productivity (che e' fondamentalmente il Solow residual) viene stimata a partire da un modello neoclassico di crescita, e quindi si basa su assunzioni appunto neoclassiche (supply side matters, demand does not).

      Non so se definirei la variabile "ideologica", ma certamente non e' una misura oggettiva quanto il GDP per ore lavorate, sono d'accordo. Diciamo che e' bene conoscere come viene derivata la multifactor productivity, cosi' da poterla capire meglio. E' criticabile quanto il modello da cui deriva.

      In ogni caso, e' una misura abbastanza diffusa in letteratura e pensavo fosse utile riportarla per arricchire il dibattito.

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    3. Bene, lo sai. Presuppone che tutti gli imprenditori siano sempre sulla frontiera efficiente, e presuppone che sia possibile definire uno stock di capitale aggregato. Perfetto. Per il resto, hai fatto benissimo a riportarla, e nei lavori che pubblico la uso anch'io. Se gli economisti sono dei cialtroni, o cambi mestiere o fai come loro. Io volevo fare lo skipper, ma non ero portato.

      Ma... chi ha capito quello che ci siamo detti?

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    4. Immagino che lei facesse riferimento alla peculiarità del tessuto produttivo (italiano in particolare, ma credo che valga erga omnes) fatto di piccole imprese che non sempre raggiungono la scala di produzione efficiente, o adottano la tecnica di produzione migliore. Il capitale aggregato può comprendere o non comprendere taluni fattori (la mia capacità innata di produrre dei timoni efficientissimi, per esempio). Magari la MP non è codificata, quindi ognuno ci infila o sfila quello che crede....

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    5. Si, effettivamente e' problematica anche la definizione del capitale aggregato. In realta' anche quella del lavoro lo e', e infatti ci sono alcuni che stimano la multifactor productivity tentando di "raffinare" la misura del lavoro con human capital (di solito con variabili di education) - se non sbaglio le ultime Penn World Tables (8.0) fanno una cosa del genere. In ogni caso, si aggiungono assunzioni ad assunzioni.

      Credo che, come anche ha confermato lei, in ogni caso sia sempre meglio riportare sia le misure di produttivita' del lavoro (GDP su ore lavorate, e anche la misura di labour productivity di OECD) che la multifactor productivity, e naturalmente quest ultima dovrebbe essere presa con le molle piu' delle altre.

      Grazie di questo scambio!

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  18. Immaginate un supermercato nel quale il numero di dipendenti possa variare in relazione al fatturato orario, dove uno o due dei quattro dipendenti di un qualunque turno possano essere spediti a casa ex abrupto se i clienti latitano o se i "target" di fatturato programmato per l'ora x non vengono rispettati (dato che la gente può farsi una passeggiata senza spendere)....magari all'ora x +30' il fatturato decolla e da quel momento le casse lavorano più di quelle di un DJ set di Ibiza....con gli addetti alla vendita che devono correre come ad una finale olimpica dei 100 m.... target di fatturato centrato, ma le ore lavorate saranno il 25 % in meno ......purtroppo non è una favola, è la realtà che si vive già, in alcuni ambiti, in Italia. ....the future is so bright !

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  19. C'è un italiano, in Germania, che tiene un blog che seguo. Non sono d'accordo con molte sue tesi, ma è interessante e, spesso, utile.

    L'indirizzo del blog è: http://www.keinpfusch.net/2014/08/sorprese.html

    La chiusa dell'ultimo suo post:
    "Nel caso in cui i tedeschi optassero per la seconda opzione, cioe', sarebbe sintomo di un intento assai malevolo, e bisognerebbe quindi interrogarsi piuttosto che festeggiare. Se domani arrivasse il governo tedesco a fare "aperture" sul deficit eccessivo, vi starebbe invitando a far debiti per comprare prodotti , anche tedeschi, per passare la nottata, e poi quando in Ukraina le cose tornassero a posto, tornerebbero a vendere ad est mentre il resto d'europa si piega sotto il debito.

    Se arrivasse tale "apertura", cioe', bisognerebbe pensarci tre volte.

    Ma non credo proprio che qualcuno lo fara': in genere, chi ha la pancia piena oggi non si interroga sul domani.

    Coi nemici che ha, del resto, Schäuble non ha bisogno di alleati."

    Ora, è interessante trovate più lucidità tra gli "avversari" che non tra coloro che si dichiarano "de sinistra"...

    Buona vita
    Guglielmo

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  20. A quando un post anche sul "miracolo" del Portogallo?

    Prima se la cantano, e poi c'è la raccontano!

    Avanti così, riforme del mercato del lavoro (ora ri-tocca a noi con art. 18) e tutti in recessione...Appassionatamente!

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  21. ehi prof, lo prendo un 18 con questo articolo? Niente di nuovo, solo una rielaborazione di quelli che la Spagna ha fatto le riforme ed ora ha iniziato a correre: http://noeuro.org/18-no-euro-Quelli_che_la_Spagna_ha_fatto_le_riforme_volute_dall_UE_ed_ora_ha_iniziato_a_correre.aspx

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  22. Prof,

    mi toglie una curiosità??? Perchè, a suo avviso, la competitività di prezzo si misura sempre in riferimento al costo del lavoro e non ai costi di produzione? Un'economia potrebbe avere un costo del lavoro più alto di un'altra ma essere più competitiva perchè risparmia su altre voci di costo. Questo divergenza si amplifica tanto più quanto le aziende di uno stato si internazionalizzano all'estero perchè, in tal caso, i costi del personale sono sostituiti da costi di materie prime, quelli cioè dei semilavorati che vengono prodotti all'estero e poi importati dall'headquarter.
    Mi sembra un aspetto interessante di cui non si parla mai. Nell'occhialeria, che conosco bene, il fenomeno è rilevante: si producono in cina gli occhiali grezzi, che hanno fatto il 60% del ciclo produttivo, in Italia si realizzano le fasi finali dell'assemblaggio e poi si mette il marchio Made in Italy (la cosa è assolutamente legale). Un azienda che lavora così è sicuramente più produttiva di un'altra che realizza tutto il ciclo in Italia ma non è detto che abbia un costo di produzione più basso. O meglio non è detto che il divario di produttività, sicuramente enorme, si traduca in un analogo divario dei costi di produzione.

    Che ne pensa?

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  23. Come fai a dire che ci sono dei 'straordinari non retribuiti', visto che sono in nero, di certo non figurano nei grafici

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