lunedì 11 febbraio 2013

Marshall-Lerner (astenersi piddini)



(post tecnico)

Una doverosa precisazione terminologica

Visto che la famiglia cresce e che gli ultimi arrivati rigorosamente non si conformano al precetto di consultare le istruzioni per l’uso, mi corre l’obbligo di premettere una breve nota terminologica che permetta comunque loro di raccapezzarsi nella complessa commedia (o forse tragedia) umana che questo blog va rappresentando da un anno. Particolarmente importante in tal senso è la distinzione fra piddino, PDno e PUDino. In sintesi:

1)      il piddino è qualsiasi essere umano dotato di un unico neurone;
2)      il PDno è un iscritto/simpatizzante/elettore del PD;
3)      il PUDino è un iscritto/simpatizzante/elettore del PUDE, partito unico dell’euro.

La terza categoria è la più ampia. Ad oggi, chiunque voti voterà PUDE (qualsiasi cosa voti). Non esistono, ad oggi, sufficienti prove del contrario, cioè del fatto che si possa votare “non PUDE”. Non fatemi esempi del belìno (termine scelto non a caso) perché non ci voglio perder tempo qui. Se son rose fioriranno e ne sarò lietissimo (festeggeremo così il mio primo errore), ma una rondine non fa primavera.

La seconda categoria è la più facile da definire, e quindi non ci spendo molte parole.

La prima categoria, quella del piddino, è la più difficile da individuare per chi non ha seguito lo sforzo di approfondimento che abbiamo condotto in questo blog. Il piddino ha un unico neurone, dicevamo, che dedica notoriamente a un unico compito: il sapere di sapere. Il piddino sa di sapere: di questa stravagante e perniciosa filosofia abbiamo parlato a lungo. Capisco che qualche PDno possa essere incuriosito dall’etimologia del termine “piddino”. Gli suggerisco di non indagare troppo.

Volete esempi: Monti è PUDino, ma ovviamente non PDno e certo non piddino. Fassina è certamente PDno, quindi ovviamente PUDino, ma forse non piddino. La ‘zdora racchiude in se tutte e tre queste categorie. Ingroia, Ferrero, ecc. sono tutti PUDini, anche se non sono PDni... e qui mi fermo. Vogliamo dire una parola buona anche a Crosetto? So che non è piddino, e tutti vedono che non è nemmeno PDno: quindi, come Monti, è solo PUDino (non gli farà piacere essere in questa compagnia, ma se l’è scelta da solo)!

Il motivo per il quale invito i piddini ad astenersi dal leggere questo post è che purtroppo per farlo occorrono tre neuroni: quindi, piddino caro, o ti fai prestare i due che ti mancano...

Propensione ed elasticità

Supponiamo che una variabile y dipenda da una variabile x. Esempio: il consumo dipende dal reddito. I matematici indicano questa dipendenza così: y = f(x), che si legge: “y è funzione di x”, cioè varia in funzione di come varia x.

Di questa dipendenza in genere ci interessano due cose: il segno, e l’intensità.

Nel caso “reddito-consumo” il segno è certamente positivo: se guadagni di più, spendi di più. Nel caso “prezzo-domanda di un bene” la relazione è normalmente negativa: se un bene costa di più, normalmente ne chiedi di meno, cerchi di sostituirlo con un bene che costa di meno. Questo per quanto riguarda il segno, che può quindi essere positivo o negativo.

Per quanto riguarda l’intensità, in macroeconomia ci sono due modi di misurarla.

Il primo è la propensione marginale, che è definita come il rapporto fra le due variazioni. Supponiamo che quando il reddito aumenta di 10, i consumi aumentino di 7. La propensione marginale è:


Una propensione marginale al consumo di 0.7 indica che il 70% di ogni incremento di reddito viene indirizzato a nuovi consumi. Evidentemente, in questo caso la propensione marginale al risparmio sarà del 30% (quello che non viene consumato viene risparmiato).

Il secondo è l’elasticità, definita come rapporto fra due variazioni percentuali. Per definirla dobbiamo conoscere non solo di quanto variano x e y, ma anche qual è il loro valore iniziale (prima della variazione), altrimenti non siamo in grado di esprimere le variazioni in termini percentuali.

Ad esempio, se, nel caso precedente, il livello iniziale del consumo è 50 e quello del reddito è 100, l’elasticità sarà:


che poi significa che in quel punto, la variazione percentuale del consumo è il 140% di quella del reddito (il reddito aumenta del 10%, il consumo del 14%).

Nota bene: in questo caso il rapporto fra le due variabili, cioè la propensione media, aumenta, perché il numeratore (y) in proporzione è aumentato più del denominatore (x). Infatti, prima della variazione il rapporto è 50/100=0.5=50%, dopo la variazione il rapporto è 57/110=0.51818=52%.

Se invece il livello iniziale del consumo fosse 80, lasciando invariato tutto il resto, l’elasticità sarebbe:


cioè: solo l’87.5% dell’incremento percentuale di reddito si trasforma in un incremento percentuale del consumo. Ovviamente in questo caso, visto che il numeratore varia proporzionalmente di meno, il rapporto diminuisce (verificare per credere).

L’elasticità è un concetto relativamente più complesso, ma molto utile, perché in economia spesso ci interessa sapere in quale proporzione reciproca si vengono a trovare certi effetti. Insomma: le variazioni percentuali sono più significative di quelle assolute, e quindi, purtroppo, le elasticità ci danno informazioni più utili delle propensioni marginali.

Il caso più ovvio è quello nel quale ci interessa sapere se due variabili evolvono mantenendo un rapporto costante (cioè una propensione media costante). Questa caratteristica, definita crescita bilanciata, è molto importante nell’analisi dinamica, perché definisce alcuni stati stazionari, cioè situazioni di equilibrio di lungo periodo. Vi immaginate, ad esempio, che non è concepibile una situazione di lungo periodo nella quale il rapporto consumo/reddito non si stabilizzi: se diminuisse per sempre, il consumatore morrebbe di fame; se aumentasse per sempre, il consumatore esploderebbe. Quindi normalmente il lungo periodo è caratterizzato da crescita bilanciata. Ma la crescita bilanciata richiede che l’elasticità fra le due variabili considerate sia uguale a uno, cioè che numeratore e denominatore crescano nella stessa proporzione (stessa variazione percentuale): solo così il loro rapporto può restare costante.

L’incubo del materieprimista

Dal meraviglioso mondo dei dilettanti dell’economia ci giungono fantasiose ipotesi su cosa accadrebbe se l’Italia riacquistasse la propria sovranità valutaria e monetaria. Qui ci occupiamo della prima, cioè del fatto di emettere un valuta nazionale liberamente commerciata sui mercati dei cambi (e quindi soggetta a fluttuazione). Sì, proprio quella cosa che gli spaghetti-liberisti aborrono, mentre, chissà perché, i veri liberisti, come Milton Friedman, quelli che credono in tutti i mercati, compreso quello dei cambi, ovviamente ritengono fisiologica e desiderabile.

Quei dilettanti particolarmente fastidiosi e patetici che sono i materieprimisti (definizione di Claudio Borghi Aquilini) insistono sul fatto che siccome è noto che l’Italia svaluterebbe (per recuperare il differenziale di inflazione cumulato con la Germania), ciò aggraverebbe irrimediabilmente il nostro deficit, perché dovremmo pagare proporzionalmente di più le materie prime...

Poveri materieprimisti! Li ho sempre presi in giro, ma questa sera mi sono accorto che in effetti hanno ragione loro. Mi scuso quindi con loro: è vero, compatibilmente con la struttura del loro cervello mononeuronale, effettivamente andremmo in deficit. Vi spiego perché.

Supponiamo che la bilancia commerciale parta da una posizione di equilibrio. Potremmo esprimere questo equilibrio così:

PX = EPfM

dove P sono i prezzi nazionali, X le esportazioni, E il tasso di cambio incerto per certo (quantità di valuta nazionale per una unità di valuta estera), Pf i prezzi esteri in valuta estera, M le importazioni. La condizione qua sopra ci dice che il valore delle esportazioni (prezzo dei beni per quantità) uguaglia quello delle importazioni (che siccome sono prezzate in valuta estera, devono essere convertite in valuta nazionale col cambio). Ora, nel caso considerato, una svalutazione corrisponde a un aumento di E. Chi ha un neurone solo ovviamente vede solo quello, e quindi giustamente nota che se E aumenta, a parità di altri condizioni (col vostro riverito permesso dirò ceteris paribus, una clausola della quale abbiamo bisogno dato che i piddini sono endemici), il valore delle importazioni (quello che dobbiamo pagare per averle) aumenta, e quindi andiamo in rosso.

Orrore!

A questo punto il materieprimista rinfodera l’unico neurone che possiede e si allontana soddisfatto: è convinto di averci asfaltato, e a noi piace ricordarlo così, appagato da questa sua beota convinzione. Lasciamolo andare: se non lui, il suo modo di ragionare emana un fetore del quale siamo lieti di liberarci il prima possibile. Non fate l’errore di tentare di convincerlo: il ragionamento tecnico non riesce a seguirlo (ne saranno prova le domande a questo post), e i precedenti storici non lo convinceranno mai, perché il materieprimista strutturalmente appartiene alla categoria dei fuuuuuuuuuuuuuuurbi: sì, quelli che confutano le strampalate teorie di Bagnai, quelli che si sono formati in economia leggendo assiduamente gli inserti di Repubblica. I fuuuuuuuuuuuuuurbi sono una miniera sterminata di aneddoti: dei bulimici collezionisti di foglie, che usano a mo’ di lenti a contatto per non rischiare di vedere l’albero. Prepariamo la borsa del ghiaccio per l’inevitabile bernoccolo e andiamo avanti, ma non prima di aver fatto un opportuno “disegnino” con lo scenario del materieprimista:




L’ho tenuto semplice: i prezzi e il cambio nella baseline (lo scenario di partenza) sono tutti normalizzati a uno, e i volumi scambiati sono identici e uguali a 50. In questo caso il valore delle esportazioni e delle importazioni coincidono e sono uguali anche loro a 50, e il saldo commerciale è nullo. Ci siete?

Il materieprimista vede solo l’aumento del cambio determinato dalla svalutazione. Nel caso in specie, ho immaginato una svalutazione del 20% (cioè: il cambio passa a 1.2, occorre il 20% in più di valuta nazionale per acquistare la valuta estera), quindi il valore delle esportazioni resta invariato a PxX=1x50=50, quello delle importazioni passa da 1x1x50=50 a 1.2x1x50=60 e quindi il saldo passa a 50-60=-10.

Deficit! Sciagura! Criminali insensati, ecco dove ci ha portato il vostro folle volo! Perché avete abbandonato l’euro che ci protegge...

La condizione di Marshall-Lerner

Il problema è che solo un perfetto cretino può immaginare una simile clausola ceteris paribus. In realtà sappiamo benissimo, perché lo osserviamo da sempre sui mercati, che importazioni ed esportazioni reagiscono al tasso di cambio, sono cioè “elastiche” al cambio. Del resto questo è esattamente il motivo per il quale gli alamanni hanno costruito un'Europa nella quale chi ha un surplus di 200 miliardi di dollari non possa rivalutare! Quello che succede alla fine della storia dipende appunto da quanto sono elastiche esportazioni e importazioni. Da questo orecchio i materieprimisti non ci sentono, eppure non è poi così difficile strutturare un discorso serio.

Il fatto è che quando il cambio si svaluta (E cresce) i prodotti nazionali diventano più convenienti (le esportazioni aumentano) e quelli esteri meno convenienti (le importazioni diminuiscono). Avremo quindi due elasticità delle esportazioni al cambio. Se la quotazione è incerto per certo, quella delle esportazioni sarà positiva, quella delle importazioni negativa.


(Nota: che se invece la quotazione fosse, come va di moda ora nell'Eurozona, certo per incerto, i segni sarebbero cambiati. In quel caso, infatti, una svalutazione si tradurrebbe in una diminuzione del cambio, e quindi l'elasticità delle esportazioni sarebbe negativa (se il cambio scende, le esportazioni salgono), e quella delle importazioni positiva. Sotto vediamo un esempio).

Questi effetti evidentemente contrastano l’effetto negativo determinato dalla svalutazione del cambio sul costo delle importazioni. L’aumento del costo delle importazioni fa peggiorare la situazione (è lo scenario materieprimista visto sopra), ma sia l’aumento del volume delle esportazioni che la riduzione di quello delle importazioni tendono a far migliorare la situazione.

Il problema è: quanto devono essere elastiche esportazioni e importazioni affinché il movimento dei loro volumi compensi l’effetto negativo dato dall’aumento del valore delle importazioni?

La regola è molto semplice e si chiama condizione di Marshall-Lerner: bisogna che la somma dei valori delle due elasticità, presi tutti col segno positivo (cioè in valore assoluto, come si dice in matematica) sia maggiore di uno. Ovviamente, dato che l’elasticità delle esportazioni è già positiva, prima di sommare le elasticità basta cambiare segno all’elasticità delle importazioni (ricordando sempre che se il cambio è quotato al contrario, le elasticità cambiano segno, ma non ce ne frega niente, perché tanto a noi interessa il loro valore assoluto).

Prima di darvi la doverosa dimostrazione (che comunque trovate su Internet in tutte le salse), vi fornisco qualche esempio, riprendendo la tabella precedente alla quale ho aggiunto tre colonne: una per l’elasticità al cambio delle esportazioni (exp), una per quella delle importazioni (imp), e una per la somma dei loro valori assoluti (ML).



Lo scenario del materieprimista, lo avrete capito, corrisponde al caso assolutamente improbabile in cui né esportazioni né importazioni variano, per cui la loro elasticità al cambio è nulla: zero per le esportazioni, zero per le importazioni, e quindi, siccome zero più zero uguale zero, la condizione di Marshall-Lerner non è rispettata: la somma delle elasticità (zero) è minore di uno.

Ma attenzione.

Non occorre essere ottusi come un materieprimista perché la condizione non venga rispettata.

Guardate ad esempio il caso (A). Faccio con voi i conti passo passo. Intanto, ho immaginato che le elasticità siano 0.4 per l’export e -0.4 per l’import. La somma dei valori assoluti è 0.8<1, quindi la condizione non è rispettata e già possiamo immaginare che le cose finiranno male.

Infatti nel caso (A) le esportazioni in volume aumentano, ma, dato che il cambio è aumentato del 20%, il loro incremento è solo di 0.2x0.4=0.08=8%, cioè le esportazioni passano da 50 a 54 (essendo 4 appunto l’8% di 50 per quella storia che cerco di far capire a Uga secondo la quale 5x8=40...). Dato che i prezzi rimangono fissi, anche il valore delle esportazioni passa da 50 a 54.

Quanto al volume delle importazioni, lui, certo, diminuisce, ma solo dello 0.2x(-0.4)=-8%. Il volume delle importazioni quindi scende a 46. Solo che siccome il cambio è aumentato del 20%, il valore delle importazioni è pari a 46x1.2=55.2, quindi aumenta rispetto alla baseline.

Certo, sono aumentate anche le esportazioni, ma solo fino a 54: il risultato quindi è che i conti passano in rosso per -1.2.

Bello, vero?

Dai, se ne fa un’altra...

Vediamo ad esempio il caso (B). Qui ho immaginato che le elasticità siano un po’ più grandi, del 60% per import e export, somma dei valori assoluti 1.2>1, quindi la condizione di ML è rispettata. Ci dobbiamo aspettare allora che una svalutazione migliori il saldo, portandolo in positivo, e in effetti è così, come verifichiamo insieme.

Dunque: le esportazioni in volume aumentano, questa volta del 0.2x0.6=0.12=12%, passando da 50 a 56 (che è appunto uguale a 50x1.12). Supponendo che i prezzi siano fissi, questo è anche l’aumento del valore delle esportazioni. Le esportazioni aumentano quindi più di prima, ma questo basta a sconfiggere l’incubo dei materieprimisti?

Vediamo: le importazioni, in volume, diminuiscono del 12%, passando a 44. Certo, il loro valore è influenzato dal fatto che il cambio è aumentato del 20%, e quindi corrisponde a 44x1.2=52.8. Caspita! Anche in questo caso il materieprimista ha ragione! Mi trovo a pagare le importazioni più di prima... Ma... Oooops! Non sto forse dimenticando qualcosa? Ah, già!  È vero che pago le importazioni 2.8 lire in più che nella baseline, ma è anche vero che dalle esportazioni ricavo 6 lire in più. Quindi il mio saldo migliora di 3.2 lire.

Abbiamo sconfitto l’incubo del materieprimista!

Notate che il risultato funziona quando anche solo uno dei flussi (solo l’export, o solo l’import) è elastico, purché la somma delle elasticità sia maggiore di uno: lo vedete nei casi (C) e (D).

Dalla teoria alla pratica

Ma queste elasticità, in pratica, quanto valgono? Quanto è plausibile che siano così grandi da tirarci fuori dai guai?

Ovviamente il dibattito su questo punto sarà eterno, e se volete un giorno ve ne racconto la storia, che conosco piuttosto bene, a partire dal primo articolo rilevante, quello di Houthakker e Magee (1969) su American Economic Review. Qui mi limito a farvi osservare una cosa. Vi ricordate di quando abbiamo parlato del Verbum Domini? Sì, insomma, di quell’altra strana genia, i competitivitànondiprezzisti, un’altra categoria di fuuuuuuuuuuuurbi che confuta le strane teorie di Bagnai venendogli a spiegare (perché loro hanno lavorato, son stati in azienda e hanno fatto il militare a Corato) che quello che conta non sono i prezzi ma la qualità del prodotto, della rete di assistenza, ecc. (senza sapere che il povero Bagnai si è nutrito di pane e Fagerberg lavorando per Pier Carlo Padoan, ma lasciamo perdere...). Bene. Lì vi ho citato un rapporto trimestrale della Commissione Europea il quale serenamente ammette che la competitività non di prezzo sarà anche importante in teoria, ma in pratica c’entra poco, perché il diverso comportamento delle esportazioni fra Italia e Germania è spiegato interamente dal comportamento del tasso di cambio reale (cioè corretto per l’inflazione).

È interessante vedere quali sono le elasticità delle esportazioni al cambio secondo gli esperti della commissione. Vi riporto il pezzo rilevante del loro Box IV.1:



Le elasticità al cambio sono nella colonna REER. Attenzione: REER significa real effective exchange rate, ed è appunto la misura del tasso di cambio sensata per una stima simile. Vi ricordo che il tasso di cambio reale è il rapporto fra il livello dei prezzi interni ed esteri espressi nella stessa valuta, e quindi nel nostro caso sarebbe:



(prezzi interni in valuta nazionale, diviso prezzi esteri in valuta nazionale). Notate che il cambio reale è sempre quotato certo per incerto, cioè in ogni caso una sua diminuzione corrisponde a una svalutazione reale, cioè a un aumento della convenienza dei beni interni, per qualsiasi motivo (perché diminuiscono i prezzi interni, perché si svaluta il cambio, perché aumentano i prezzi esteri).

Ora, caso vuole che se consideriamo i prezzi interni ed esteri come fissi, il cambio reale varia solo se cambia quello nominale, e sostanzialmente dello stesso importo: se E si svaluta (sale) del 20%, er si svaluta (scende) di circa lo stesso importo.

E qui arriva l’ennesimo fuuuuuuuuuuuuuuurbo, il circoloviziosista: “Bagnai vuole ingannarmi, ma a me non la si fa! Io sono fuuuuuuuuuuuurbo. Si sa, è noto che l’immorale svalutazione immediatamente genera inflazione e quindi se aumenta E, abbassando il cambio reale, poi aumenta P, riportandolo dov’era prima, ecc. ecc.”. Vabbe’, questo è solo un poro cojone, inutile perderci tempo: abbiamo visto in tutte le salse che la svalutazione non si traduce interamente in inflazione né nel breve né nel lungo periodo, e per chi non fosse convinto c’è tanto bella la Fig. 12 del mio libro. Nel breve-medio periodo è senz’altro lecito supporre che i prezzi non compensino le variazioni del cambio, che possono essere rapide ma si trasmettono con ritardi e solo in parte ai prezzi, dal che deriva che le elasticità al cambio reale di fatto ci dicono cosa succede se varia il cambio nominale.

E l’altra “E”, quella di “effective”?

Scusate, ma perché non lo chiedete a quel pirla secondo il quale io ormai dovevo chiudere il blog perché voi sapete già tutto? Ecco, cercatevi su Wikipedia (non quella italiana, la fiera della disinformazione) cos’è un cambio effettivo, e la prossima volta siate umili, che qua di superbo basto io.

Anyway, quanto sopra per dirvi che le elasticità della colonna REER possono essere prese come misura dell’impatto del cambio sulle esportazioni. Dice: ma perché sono negative? Dico: ma perché abbiamo visto che con le convenzioni che stiamo usando (e che sono quelle in uso fuori dall’Eurozona) la svalutazione nominale corrisponde a un aumento di E, ma quella reale a una diminuzione di er, e quindi il segno dell’elasticità cambia. Ma a noi non ce ne frega niente, perché quello che è rilevante comunque è la somma dei valori assoluti, capite?

Bene, guardiamo ‘sta tabella. Cosa vedete? Sono rispettate le condizioni di Marshall-Lerner?

Dice: ma ci mancano le elasticità al prezzo delle importazioni! Non possiamo fare la somma.
Ehi, amico, scusa, guarda bene: in Spagna, Francia e Italia le elasticità di prezzo delle esportazioni sono, già loro, maggiori di uno. Capisci, amico? Siamo nel caso (C) della tabella, quello in cui solo le esportazioni sono elastiche ai prezzi... Ma con una elasticità simile, maggiore di uno, se anche le importazioni in volume non si muovessero, l’aumento di costo determinato dalla necessità di pagare di più la valuta estera verrebbe più che compensato dall’aumento di ricavi prodotto dall’incremento del volume delle esportazioni. Quindi in tutti questi paesi (che guarda caso sono tutti del Sud, Francia inclusa) una uscita con svalutazione avrebbe necessariamente effetti positivi sul saldo commerciale.

E notate un altro fatto interessante. In quale paese le esportazioni sono più elastiche al prezzo? E quindi a quale paese converrebbe di più tirarsi fuori dl letamaio dell'euro?

L'I...

L'It....

L'Ita....

L'Ital...

L'Itali....

L'Italia....

"L'Italia!"

Sì. ecco, bravi, avete indovinato subito! Bene: ora dovete solo raccontarlo a una minoranza rumorosa di traditori degli interessi del proprio paese, e convincerli, e siamo a posto: ecco risolto il problema politico!

(Ah, ovviamente il trollazzo demente - Alex78 - era intervenuto su Verbum Domini per farmi capire che io avevo sbagliato, visto che avevo trascurato le importazioni, ma così mi ha fatto solo capire che non conosceva le condizioni di Marshall-Lerner... Porello... Con queste elasticità delle esportazioni - e si può discutere di quanto siano affidabili - di sapere cosa fanno le importazioni non ce ne fotte niente).


Intanto, la dimostrazione delle condizioni ve la fate per esercizio. Qui c’è l’esempio con il cambio quotato certo per incerto, potrete adattarlo voi al caso che studiamo qui (nota che l’elasticity pessimism di Wikipedia è datato e fuorviante, ma di questo si può parlare un’altra volta). Se siete tanto bravi da volere la dimostrazione, siete anche tanto bravi da capire perché ho scelto, per la prima parte di questo post, la quotazione incerto per certo (l’incubo del materieprimista... ricordate... quindi?).


(volete i post tecnici? E qui siamo solo all'inizio. Pensa quando parleremo di come scegliere le stime più rappresentative di queste benedette elasticità...)

184 commenti:

  1. Caro professore, questa sera su la7 Boldrin ha affermato che gli sciagurati che vogliono uscire dall'euro lo farebbero per cercare (inutilmente) di competere con la Cina.
    Aiuto!!!

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    1. ma non doveva essere l'euro l'arma per cercare di competere con la Cina?

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    2. Nel 2008 Boldrin con perfetta scelta di tempo elogiava la Spagna che non aveva la criccacastadebitocorruzione..... La storia poi sanno tutti come è andata. Data la capacità di previsione più che un voto gli darei un calcio negli zebedei...

      Othelma con le previsioni è ben più affidabile.

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Quelli che fanno i fuuuuurbi e continuano a criticare (o correggono errori che non ci sono) pretendendo precisione al micron sono davvero risibili. Si preoccupano di fare i puntigliosi su chi offre soluzioni, piuttosto che incazzarsi con coloro che ci hanno buttato nel baratro SENZA UN SOLO INDICATORE ECONOMICO A FAVORE.

    Ma - si sa - a distruggere son buoni tutti; è a creare che si fa fatica...

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    1. Si è vero gli euristi sono molto entropici ma che ci vuoi fare... in fondo non è colpa loro, è il secondo principio della termodinamica.

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  3. La serata der cavajere de poltija

    Questa sera abbiamo assistito ad un’amena trasmissione dal gusto di filetto rancido con contorno di burini al pomodoro, cioè “Piazza pulita” condotta da Corrado Formigli. Ebbene il nostro spassionato giornalista ha fatto di tutto per sparlare del Movimento 5stelle, poi ha invitato per un confronto all’ultimo tasso di cambio Loretta Napoleoni e Michael Boldrin (prossimo candidato al premio Nobel per l’economia).

    La nostra Loretta si è comportata bene, ha sostenuto la possibile uscita dall’euro con motivazioni valide (unica baggianata quando ha detto che la svalutazione della Lira del 1992 è stata del 40%).

    Ma per risollevare le sorti magnifiche e progressive della trasmissione è intervenuto Michael Boldrin, er cavajere de poltija, che si è subito adoperato per insultare la nostra amica Loretta per ben tre volte (rifacendosi a quel numero di codice
    matematico esoterico che sta alla base della conoscenza dell’universo).

    1) Quando la Loretta ha detto di aver collaborato con Zapatero in Spagna, lui si è immediatamente scandalizzato, sostenendo di non averla mai incontrata durante le numerose ed estenuanti frequentazioni con il suddetto premier spagnolo.

    2) Quando la Loretta ha sostenuto che l’uscita dall’euro non provocherebbe inflazione ed anzi favorirebbe l’economia, lui, er cavajere senza se e senza ma, ha perentoriamente affermato (bisogna riconoscere che la faccia tosta non gli manca) che se uscissimo dall’euro dovremmo fare la spesa con tre carriole e un montacarichi, perché la svalutazione della moneta penalizzerebbe fortissssssssimamente i salari dei dipendenti.

    3) Infine dato che si stava annoiando si è rivolto sempre verso la solita Loretta dicendole che lei non era affatto un’eccccccconomista, al che lei si è scocciata (finalmente!) e gli ha dato del cafffffone.

    Morale della favola: cafone, bifolco, burino, buzzurro? No Boldrin, un nome, una garanzia !!!

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    1. Per la cronaca: da "ignorante" mi è capitato talvolta di provare a far cambiare idea a dei colleghi assolutamente PUDini con argomentazioni non tanto approfondite ma comunque ritengo valide (d'altronde, le ho lette qui!) e arrivati al solito punto di stallo, allorquando non sanno più cosa rispondere, dicono sempre la stessa menata della svalutazione e del dover fare la spesa con le carriole. Che poi che mi sta a significare? si può sempre stampar moneta ad hoc dei tagli consoni alla situazione. Se si pensa che addirittura prima ci stavano le cinquecentomilalire....magari ad avercene di questi problemi! il punto è che carriola o meno, la gente oramai di soldi non ne ha proprio più!!!

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    2. Scusa Spada 900, non voglio fare la sapientona che corregge gli errori degli altri ma per la precisione, Tito ha detto così:

      "PersFino la Cei Fta invitando gli elettori a diffidare dalle promeFFe dell'ex premier. Che in queFta faFe finale di campagna elettorale prevede addirittura l'uFita dall'euro Fe la Germania non doveFFe piegarFi alle richieFte dell'Italia".

      Non si tratta di mera pronuncia o ortografia... è la "F" del FOGNO!!!!

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    3. A proposito di F e S, vado o.t. e trascrivo il Trilussa:
      Li libri antichi:
      Ho trovato un libbretto tutto rotto,
      antico assai, che drento cianno messe
      l'effe a li posti indove ce va l'esse,
      ch'io bello che so legge m'inciappotto.

      Però er padrone mio, ch'è un omo dotto,
      me lo spiegò jersera e me lo lesse:
      Se c'è badeffe s'ha da di': badesse;
      fotto, presempio, cambi e dichi: sotto.

      C'è er racconto d'un povero infelice,
      condannato ar patibolo innocente,
      che s'arivorta ar popolo e je dice:

      -- Compagni! Abbaffo il Re! Viva la forca! --
      Be', devi legge tutto diferente:
      -- Compagni! Abbasso il Re! Viva la Xorca! --

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  4. HAI MAI LETTO QUEL PEZZO DI STORIA CHE RIGUARDA GLI SCAMBI COMMERCIALI TRA LA GERMANIA NAZISTA E L'UNIONE SOVIETICA STALINISTA ? TI CONSIGLIO UN BEL RIPASSO. PERCHE' OLTRE I SEGNI MATEMATICI SI VEDE CHE SEI UN IGNORANTE DI BASE !

    ANCHE LORO CREDEVANO DI AVERE RISOLTO IL PROBLEMA
    CON L'IMPORT E L'EXPORT CON IL MARCO SENZA VALORE , MA POI QUALCOSA NON FUNZIONO' - FORSE IL JOSIF SI ACCORSE DELLA SOLA DEL BAFFETTO !

    QUELLO CHE ACCADRA' ALL'ITALIA CON UN BAFFETTO IDIOTA
    AL COMANDO. MAGARI UN TUO "ALLIEVO". EH EH!!!

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    1. Chiedo scusa ai lettori. Pubblico il commento di questo mentecatto per puro interesse zoologico. Mi aiutate a capire che razza di schifoso animale sia? Non capisco bene se stia contestando la pendenza delle curve di domanda, o l'ortografia, o cosa... Sono battaglie senza un domani. Mica sarà un marZiano? Non ne avevo grande stima, ma non pensavo di NON aver esagerato!

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    2. Il sito sulla n-euro-logia è da un'altra parte lenin2011full :D

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    3. P.s.: ovviamente non c'è risposta perché la risposta è nel testo del post. Bucce di uomini che la SStoria ha sputato...

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    4. se è uno dei troll pagati dalla commissione europea, allora stanno facendo proprio un pessimo lavoro.....

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    5. No, quelli sono un po' meglio (come quello nominato nel testo). Questo secondo me è un marZiano in delirio di irrilevanza.

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    6. magari fossero cosi' tutti gli eurotroll. Sai che pacchia!
      Purtroppo ne stanno arrivando a ondate e non si riesce piu' a stargli dietro. Io ho rimediato preparandomi le risposte e facendo copia-incolla. Tanto le obiezioni sono sempre quelle.

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    7. Non sono ancora riuscita a capire se a questi il caps lock gli scappa nell'impeto o viene attivato dal peto.

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    8. Secondo me dovrebbe pubblicarne di piu' di questi commenti. Non rispondere, solo pubblicare. Che figata, io mi divertirei un sacco :)

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    9. Leggo ora,bel post:

      ma lui c'era e lui sà !!
      e tanto basta a zittirci.

      Ma cosa cazzo vuole dire,
      magari spiegandosi meglio,ossia..............?????
      Vabbè,è un marZiano,e nemmeno tanto senziente
      a vedere l'argume e l'intelligenza pronta e sveglia.

      Devo dire che "er cavajere" mi piace quando inizia
      a fare post tecnici,veramente illuminanti.
      anche a fare capire che gente con 0 (zero) neuroni
      vè nè in giro per la rete

      P.S.
      Per il marZiano lo 0 (zero)inteso come numero primo non come caccia giapponese del periodo da te menzionato.
      Ancora 2 (due) marZiani e ti danno l'honorem come assistente sociale.

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    11. Un delirio senza senso.... come se gli scambi tra baffone e baffetto fossero avvenuti secondo una qualunque logica economica....

      Ma TU la conosci la Storia? L'economia lassamo perde...

      Giusto per mettere i puntini sulle i, baffetto aveva bisogno delle materie prime di baffone, principalmente per prepararsi alla guerra contro baffone, mentre baffone voleva invece tenerselo buono per guadagnare tempo e preparare le sue armate alla guerra contro baffetto.
      Baffone credeva di essere fuuuuuuuuurbo, e pensava di avere ancora un paio di anni di tempo mentre baffetto si scornava con il ciccione: baffone non comprava prodotti tedeschi, baffone comprava TEMPO.
      Peccato che baffetto avesse deciso di annettersi subito tutto il paese di baffone come Z.E.S., con tanto di forza lavoro retribuita a livello di superminijobs.
      E Baffone si era accorto così bene della sòla che i suoi treni diretti in germania partivano ancora mentre baffetto gli bombardava le città.....

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    12. Oddio, ma a rompere i coglioni pure qui? Mi sa che conosco stò Lenin.... Credo che attenda passivamente (nel senso di a'90) l'annessione. Vi prego, NON prendetelo sul serio, NON parlateci (è inutile), al limite è terapeutico per intraprendere gare di insulti, perchè oltre non si va.

      Semplice troll nel M5S riprogrammato come troll anti-anti-euro.

      Comunque è assurdo, in giro per il web si ritrovano sempre gli stessi quattro stronzi a scrivere monate su qualsiasi cosa. Mi chiedo solo se lo stipendio è buono o è qualche genere di problema psichiatrico.

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    13. Ma il meglio è alex78, che prima mi insulta a raffica (poraccio, come se la sua saliva infetta potesse arrivare a lambire il mio augusto alluce), poi mi invia messaggi melliflui del tipo:

      "Buongiorno Professore, puo per favore rimandarmi il commento che io avrei fatto a proposito delle importazioni?

      Complimenti per il blog!!!"

      Alex, sei un fesso! Apri il tuo blog. Qui sei bandito. Capisci: bandito. Non mi interessa quello che dici. Quando vedo il tuo nome, o il tuo stile, clicco su spam e tu scompari. Sei bandito. Ripeti con me: bandito.

      Non "censurato": non ti impedisco di aprire il tuo blog. Anzi, aprilo, e faccelo sapere. Nessuno verrà a leggerti perché sei il nulla, lo squallido e vuoto nulla, ma almeno ti sarai espresso.

      Da qui però sei bandito. Capisci, te lo ripeto lentamente: b a n d i t o. Sì, quella cosa che gli ignoranti chiamano "bannato" non sapendo che esiste il termine italiano, che è molto più espressivo. Perché tu non sei solo bandito. Sei anche un bandito. Resta nella tua banchetta svizzera del cazzo, conta i soldi dei mafiosi e degli evasori, e conserva l'anonimato. Hai ragione: meglio essere prudenti, non come me.

      Ciao, b a n d i t o. Torna a trovarci. Un clic al giorno toglie il troll di torno.

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    14. @Porter: l'avevo dimenticato che in Germania sono fermi ad un concetto di economia molto "Hitleriana". Evidentemente conosci la storia un po' meglio del rompicoglioni ubiquo di sopra.

      @Alberto: qualche post fa esprimevo solidarietà per la visibilità che il post sul blog di Grillo avrebbe dato attirando il peggio del trollame italico a scriverle. Ho subito pensato al tizio di sopra. E come anche il Fatto Quotidiano insegna, sono facili da indovinare perchè casualmente sono quasi sempre, per la maggior parte, gli stessi. Forse ufficiosamente quella proposta che ha segnalato il telegraph sugli "eurotrolls" è in realtà attiva da un pezzo.

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    15. @ Porter
      Non dimenticare crapa pelata! Quello che, avendo capito tutto, ha fatto perdere a baffetto quelle settimane preziose che gli sarebbero servite per vincere contro baffone, forse. :-)

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    16. chiederei al prof. di lasciar cadere ogni tanto nel nido qualche troll, così possiamo allenarci con i nostri dentini da latte.

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    17. @Giorgio D.M.
      Hai perfettamente ragione, forse un mese avrebbe potuto fare la differenza, almeno per Mosca.
      Quanto allo "spezzare le reni alla Grecia" di pelata memoria, oggi come allora ci stanno pensando i tedeschi.....

      Da ricordare poi che crapa pelata ci trascinò nella tragedia della guerra dicendo che aveva bisogno di un pugno di morti per sedere al tavolo dei vincitori.... vi ricorda qualcosa avvenuto in tempi più recenti? Ma sì, solo che la sequenza temporale è invertita.... prima hanno voluto sedersi al tavolo dei "vincitori", ed ora stanno arrivando, come prevedibile, i morti....

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    18. Baffetto in realtá perse perché uscí di testa e fece invadere Stalingrad, che non era mai stata in programma, per cui army group south si dovette dividere in due. La metá che si diresse verso Kiev non fu, cosi ridotta, in grado di prendere Kiev, per cui Hitler interruppe l'avanzata su Mosca dell'army group centre e ne invió una partein soccorso delle truppe su Kiev.
      In pratica Hitler sbroccó di testa e segnó fatalmente la campagna di Russia solo per conquistare la cittá che portava il nome di Stalin, che lui voleva umiliare.
      Se il nome fosse rimasto quello storico, Volgograd, la storia sarebbe andata diversamente.
      I suoi generali lo avevano avvertito, ma Hitler pensava che he knew better e loro non capissero una mazza!

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    1. Per favore: istruzioni per l'uso e libro. Se mi costringete a ripetere cose vecchie, mi impedite di dire cose nuove, quindi lavorate per il PUDE e per il suo candidato: Monti (come chiunque mi scriva lettere di due pagine per comunicarmi la sua ricetta miracolosa per la crisi...).

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    2. cerchero' di colmare le mie lacune... e mi scusi ancora.
      per le sue congetture, fortunatamente per tutti sono solo ignorante (in materia). simpatizzante di Monti? non posso dire "DIO me ne scampi" perchè non credo, pero' il senso è quello.
      saluti

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    3. Professore, le chiedo scusa infinitamente per la mail che le ho mandato qualche tempo fa... Purtroppo ho fatto una serie di errori:
      1) le ho chiesto chenepensa (ho scatenato il cavajere nero...);
      2) ho affrontato un argomento che con la missione divulgativa del blog non c'entra nulla;
      3) l'ho costretta a leggere una mail infinita, rubando il suo tempo che è molto più utile alla divulgazione che non a soddisfare il mio ego.
      Mi cospargo il capo di cenere (anche se non si noterà sui capelli grigi...) e mi scuso ancora.

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  6. Devo dire che l'ho capito, pur non avendo studiato economia ma quella materia da praticoni che è l'ingegneria.
    Ma alla fine c'è qualcosa che non mi torna, o mi torna troppo bene, il che è lo stesso.
    Insomma, in Germania, per crescere in un regime di cambi fissi, hanno deflazionato i salari, e fin qui non ci piove.
    Al che uno sarebbe portato a pensare che i lavoratori tedeschi vengano ora trattati come degli immigrati dal Burundi.
    Sarà pure vero per alcuni, ma forse non in generale.
    Deflazione salariale può significare varie cose.
    1) La percentuale dei salari sul PIL cala ma, salendo il PIL più velocemente (un po' come la storia dell'import e dell'export al variare del cambio), i salari in assoluto aumentano. Insomma se prima producevano una torta di 1 kg e metà andava ai salariati, quindi mezzo kg, ora producono una torta di 2 kg e, dandone "solo" il 40 % ai salariati, questi ne ricevono 800 grammi, che è sempre di più del mezzo kg di prima. Questo significa poter destinare una quota maggiore del reddito nazionale agli investimenti, cosa che poi tanto dannosa non è
    2) Alcuni salari, prima artificiosamente alti e non corrispondenti alla produttività effettiva del lavoratore, sono stati ricondotti a valori realistici. Insomma, il famoso usciere comunale (mi scusi la banalizzazione) che percepiva magari 1200 euro per scaldare una sedia di fronte alla porta del municipio rispondendo male non appena uno gli chiede una informazione (uno pensa che quello sia il motivo per cui sta lì a scaldare la sedia ma l'usciere la pensa diversamente), ora si è visto ridotto il salario a 1000 euro. Sarà poco contento, l'usciere, ma dovrebbe essere felice di avere avuto 1200 fino a ora e di continuare a riceverne 1000 vista l'ardua fatica che il suo nobile deretano compie nello scaldare la sedia.
    3) Parlando di salari spesso si fa l'errore di riferirsi al netto e non al lordo. Ridurre il cuneo fiscale a parità di netto fa scendere la quota salari senza intaccare quanto il lavoratore si mette in tasca. Oltretutto si tratta di vedere come viene usato tutto il profluvio di tasse e contibuti che vengono pagati da imprese e dipendenti. Se con quei soldi la pubblica amministrazione ci fa, ad esempio, una bella rete di trasporti pubblici, l'usciere di cui sopra, anche nel caso gli avessero tagliato lo stipendio da 1200 a 1000, quasi manco se ne accorgerebbe perché invece di andare al lavoro (chiamiamolo così) spendendo soldi per la macchina, ci andrebbe molto più economicamente con il bus. Notoriamente in Italia c'è invece la tendenza ad utilizzare una parte cospicua di quei soldi per libagioni di noti personaggi (Lusi, Fiorito e compagnia) o per salvare le banche di partito, MPS docet. Per non parlare delle varie cosche mafiose.
    E' assolutamente ovvio che non si potrebbe mai fare una unione valutaria, che so, con il Burkina-Faso, troppo diverse le economie.
    E' assolutamente vero che fare entrare nell'euro la Grecia, il Portogallo, l'Irlanda e anche la Spagna più qualche altro paese, sia stato un errore colossale.
    Ma in fondo l'euro è stato un progetto dei 6 paesi originari, Germania, Francia, Italia, Benelux, ovvero paesi che avevano avuto svariate decine di anni per allineare legislazione, sistema fiscale e sociale, e a cui Austria e Finlandia si potevano facilmente associare.
    Non è mica colpa della Germania se l'Italia negli ultimi venti anni è stata governata da piddini (intesi come persone con un solo neurone in testa) di destra, prevalentemente, e di sinistra che tutto hanno fatto fuorché ben governare. E non parlo delle tasse che ci fanno pagare, parlo della assurda burocrazia che ormai rende impossibile qualsiasi tentativo di fare impresa e quindi di fare crescere il PIL.
    Non è colpa della Germania se in Francia, che sta forse peggio dell'Italia ma non si deve dire, gli ultimi tre presidenti, Chirac, Sarkozy e Hollande, sono più dediti all'autocelebrazione che all'azione di governo.
    Insomma la storia andrebbe raccontata per intero

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    1. Caro, il commento è troppo lungo. Purtroppo parte con una lieve imprecisione, quindi il resto non l'ho letto: come sa chiunque:

      1) non sia in pessima fede;
      2) non sia troppo superbo per abbassarsi a leggere le istruzioni per l'uso del blog, o
      3) non sia troppo ignorante per consultare le statistiche OCSE o IMF o WB

      la Germania è cresciuta meno della media dell'Eurozona. Solo l'Italia ha avuto, nella fase di accumulo degli squilibri, un tasso di crescita marginalmente inferiore (ed è stato in fondo n bene, altrimenti i nostri squilibri oggi sarebbero di proporzioni spagnole).

      Certo, io ho fatto di tutto per tenervi nascosta questa semplice verità fattuale, ma ora, dimmi, ora che lo sai, in quale delle tre categore di cui sopra ti collochi?

      Sugli altri punti che sollevi ho ricevuto sollecitazioni intelligenti da altre persone meno visibilmente iscritte al partito dei difensori d'ufficio dei nostri concorrenti sleali, e quindi risponderò con calma.

      Ovviamente sono inconsistenti.

      Consiglio: se quel modello ti piace, invece di condannare al suicidio qualche altra decina di tuoi connazionali, prendi e vai: loro ti accolgono a braccia aperte, sai? Non è un brutto posto, io ci sono stato e mi ci son trovato bene.

      Ma allora perché non ci andate, voi che a parole la difendete, nella "locomotiva d'Europa?"

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    2. Beh, l'ho scritto che non ho studiato economia ma una materia più terra terra, quindi mi colloco nel gruppo 3 e mi scuso per la lunghezza.
      Ok, ci sto ad ammettere che la deflazione salariale in Germania sia stata fatta per aggredire commercialmente i paesi supposti partner.
      Ciò non toglie che ci si possa difendere con le stesse armi, utilizzate però in maniera più intelligente, un po' come si fa con lo judo che sfrutta lo slancio dell'aggressore per farlo volare in terra.
      I tedeschi non mi stanno affatto simpatici, anzi devo dire che non li sopporto proprio.
      Ciò non toglie però hce un po' di "deflazione salariale" potrebbe essere fatta in modo indolore e sano, almeno come esempio iniziando dalle retribuzioni dei parlamentari.
      Esiste una qualche logica ragione di natura economica per la quale il costo del lavoro debba essere gravato di così tanti oneri di natura fiscale e parafiscale al fine, per esempio, di garantire contributi ad una editoria di regime (quella che plaude a Monti per esempio) peraltro incapace di reggersi sulle sue gambecome sta a dimostrare la crisi di RCS?
      Esiste una logica di natura economica per cui i napoletani debbano pagare per dare stipendi ai dipendenti dell'azienda di trasporto pubblico e poi pagarsi la benzina per la loro macchina perché tutti i soldi dati all'azienda servono a pagare stipendi e non a comprare il gasolio per fare camminare gli autobus?
      Se esistono logiche di natuta economica che giustificano questi fatti allora mi faccio umilmente da parte. Altrimenti continuerò ad affermare che prima occorre recuperare competitività correggendo queste abnormi storture e dopo agendo sul fronte della moneta per quanto ulteriormente necessario.

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    3. Innanzitutto il "cuore della decisione politica" sarebbe proprio il modello al quale allinearsi. Quello tedesco (di natura mercantilista), è uno, ma non è "l'unica" visione del mondo nè tantomeno la migliore.

      Se in seno all'Europa non c'è stata convergenza politica, la colpa non sarà della Germania ma nemmeno degli altri paesi. Una decisione comune, in democrazia, la si assume dopo una ponderata discussione, non cercando surrettiziamente di imporre un modello nei fatti accusando "ex post" gli altri per "non essersi adeguati". L'ipocrisia, in politica come nella vita, non è una bella cosa.

      Per quanto riguarda i salari, Vincenzo, la tua è un'obiezione essenzialmente moralistica (e che si rifà ad una pessima morale, ad un darwinismo sociale indegno di una società civile). Il dibattito sul cosiddetto "salario minimo", che tu ci creda o no, è infatti squisitamente etico e politico. Per l'economia di mercato, se ho capito bene, non esiste un salario minimo "tecnico". Anzi, una società di pochi ricchi e molti poveri è perfettamente compatibile con un'economia efficiente.
      Tuttavia, in una società umana esistono anche i principi etici ed i tanto scomodi (a certi ingegneri, mi par di capire) "diritti dell'uomo". Che l'etica sia del pari importante, almeno come l'ingegneria, lo si vede da molte cose, sia nel diritto internazionale che nelle costituzioni delle moderne democrazie. Secondo questi principi, anche un "inutile usciere che scalda la sedia con il suo deretano", deve percepire un salario sì proporzionato al contriubuto che dà alla società (e quindi inferiore a quello di un avvocato o di un ingegnere), ma comunque in grado di garantire la sua dignità di individuo (che è UGUALE a quella di un ingegnere, ancorché l'usciere per dirla con "Mou" abbia "zeru tutuli". UGUALE, caro Vincenzo. Se volevi vivere nella società degli status, trovati una macchina del tempo e torna nel medioevo, qui siamo nel 2013). Se quella soglia si attesta a 1200 euro (ed anzi, oggi NON BASTANO), il nostro usciere ha diritto a quei 1200 euro.



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    4. @Vincenzo Sangiorgio,
      guarda che in pratica l'unione monetaria col Burkina Faso è stata fatta fin dall'inizio (anni 60) col franco CFA, solo che a noi fin quando non ci è scoppiata tra le mani l'idiozia dell'euro, non importava nulla della devastazione economica e politica regnante a Ouagà, tanto i disoccupati e i miserabili non erano davanti alla porta di casa nostra e, almeno io, non capivo come tutto ciò fosse "anche" legato alla moneta. Solo ora capisco perché nell'87, mentre piangeva per l'assassinio di Sankarà in Burkina, il mio amico Adraman, che lavorava come precario per la cooperazione italiana a Kayes, in Mali, mi diceva che la miseria era raddoppiata in pochi mesi nell'84 col ritorno al CFA e la dismissione del franco maliano di Modibò Keità.

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    5. Beh io sono un informatico (non ingegnere) e pur non ritenendomi tale per formazione ed indole, un po' praticone lo sono diventato...
      Ciò che non capisco però è come mai proprio chi si definisce in questo modo prenda subito ad attaccare strampalati pipponi 'razzisti' verso quelli che gli stan sulle balle, tipo i dipendenti pubblici, accusandoli di ogni, ovviamente senza uno straccio di prova. E che poi parta dal presupposto che i problemi economici siano solo, sempre e comunque causati dalla negligenza o pigrizia dei governanti.
      Questa si chiama ideologia e allora a che serve mostrare il REER?
      Il piddino se ne frega, per un assioma ideologico: se il capo di governo fa cucù alla Merkel, la conseguenza logica è che sappiamo fare solo le pizze ed è meglio affidarci a quelli che invece hanno molte piste ciclabili e poca evasione. Questo è ciò che pensano i cosiddetti 'praticoni' piddini. Per gli altri non 'praticoni' invece bastano le motivazioni spitituali che ha ben recepito il prof. a Linea D'Ombra dalla senatrice rutelliana.

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    6. @ Lorenzo Carmineo e @ Il Bipolare

      premetto che nel commento avevo ben scritto che mi scusavo con la banalizzazione di prendere come esempio l'uscire incollato alla sedia. Mi serviva un esempio, tutto qui.

      E' chiaro che quello delle retribuzioni è un problema etico e non solo economico. Ma l'etica deve valere da entrambi i lati. Mi sta bene assumere un usciere pagandolo più di quanto effettivamente egli rende al momento dell'assunzione, ma egli è tenuto a darsi da fare per trovare il modo nel tempo di giustificare lo stipendio pagato.
      Purtroppo questo avviene molto poco.
      Ciò che mi premeva sottolineare, ma temo proprio che il senso dell'intervento non sia stato assolutamente compreso, è che in Italia esiste ampissimo spazio per fare "deflazione salariale" sana e peraltro dovuta riducendo, a favore di imprese e lavoratori, l'enorme cuneo fiscale dovuto a una spesa pubblica in larga parte imporduttiva e che fa sì che molti servizi uno se li debba pagare due volte, la prima con le tasse e la seconda di tasca propria quando ne ha effettivamente bisogno visto che poi tali servizi non vengono effettivamente resi (si veda il recente caso degli autobus di Napoli fermi per mancanza di gasolio).
      E' esattamente questo il difetto di competitività che i tedeschi, tramite l'euro, hanno sfruttato. Mica mi stanno simpatici i teutonici, anzi li detesto, come popolo non certo individualmente, con tutta l'anima. Credo anzi che sia proprio l'unico popolo che detesto, non a caso mi sono andato a visitare tre volte la casa di Anna Frank e tre volte Auschwitz tanto per esserne ben sicuro.
      Uscendo dall'euro gli toglieremmo certamente il fucile dalle mani. Però senza riformare la struttura del sistema italia quel fucile lo consegneremmo nelle mani di qualcun altro che per il momento non ho ragione di detestare.

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    7. Caro Vincenzo,
      pur condividendo il tuo ragionevole punto di vista, credo che questo esuli dal problema principale; ci troviamo in questa situazione a causa della liberalizzazione dei movimenti di capitale e dell’adozione di un tasso di cambio fisso. Ci sono margini di miglioramento senz’altro nelle aree che tu sottolinei, ma sono, appunto, margini: non hanno causato e non risolverebbero da soli il problema principale.

      Pertanto mi sentirei di metterli ragionevolmente da parte per concentrare il fuoco dove serve, per riprenderli eventualmente in seconda battuta, una volta risolto il nodo principale.

      Un saluto,

      Federico

      p.s. non trovo grosse differenze tra il ‘detestare i tedeschi come popolo’ e parte delle cause di fondo che hanno generato le situazioni (Auschwitz, Anna Frank) che tu sottolinei. Te lo dico da bavarese, ma soprattutto per preservare la coerenza e l’imparzialità.

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    8. Che figata la spesapubblicaimproduttiva. Vai, continua cosi'. New entry prof, deflazionesalarialesana.

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    9. Scusi, Vincenzo, ma qui intanto non detestiamo i tedeschi: detestiamo i loro dirigenti politici ed economici.
      Ha letto (la notizia è apparsa appena qualche giorno fa) che i salari son cresciuti molto meno dell'inflazione? Come la chiama questa situazione? Pippo?
      Le risultano miglioramenti nelle condizioni materiali di vita degli italiani?A me no: è solo migliorata la bilancia dei pagamenti a causa del calo delle importazioni e di un certo, ma più modesto, incremento delle esportazioni.
      Quanto al fatto che l'usciere debba darsi da fare per giustificare lo stipendio pagato, mi permetta di dire, dal mio punto di vista, molto aziendalista, che la colpa è prima di tutto dei dirigenti; l'adagio per cui "il pesce puzza sempre dalla testa" è una buona regola organizzativa.
      Quanto al fatto accaduto a Napoli, faccio dietrologia: l'episodio è avvenuto appena qualche giorno prima che il governo stanziasse, mi par di ricordare, 600 milioni per il comune. A volte la "spintarella" va data anche in modo "originale"

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    10. @ Vincenzo Sangiorgio:

      sarò breve:

      a) la deflazione salariale non è mai sana, perché implica recessione economica e depressione del mercato interno. I dipendenti pubblici improduttivi acquistano beni prodotti da privati. E' un caso che dall'inizio della crisi oltre ai tagli allo stato brutto siano falliti negozi e piccoli imprenditori?

      b) posto (e sono d'accordo anche io), che la spesa pubblica vada rivista al fine di fornire un servizio più efficiente al cittadino, la tua visione è limitata. Sembra che la colpa dei costi sia solo nel personale..... no perché ci sono delle cosette chiamate "appalti", dove gli sprechi sono ben maggiori (e forse sono veramente tutti lì). Non andiamo a scaricare sul dipendente del comune la responsabilità degli appalti spreconi. Comunque anche sulla spesa pubblica, mi permetto di rinviare a questo materiale presente nel blog: http://goofynomics.blogspot.it/2012/05/la-spesa-pubblica-al-bar-dello-sport.html

      c) il dumping fiscale che auspichi, rischia, se gestito male, di farci fare la fine dell'irlanda (nel blog il materiale fornito al riguardo è copioso, basta cercare).

      Ora come ora, mi sentirei di parlare di "deflazione salariale sana" solo nei confronti dei dirigenti del Montepaschi. Ma, per carità, rispetto tutti i punti di vista......

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    11. Vincenzo Sangiorgio ha senz'altro una cosa di buono: il nome e il cognome, i quali, supponendo siano suoi, ci dicono che è una persona leale e coraggiosa, che si confronta a viso aperto. Purtroppo però il guazzabuglio di categorie economiche e morali che propone qui non ha diritto di cittadinanza. Non siamo né filomisti, né econosofi. Proviamo a essere economisti. Le categorie morali non hanno particolare diritto di cittadinanza qui, se non come veicolo di messaggi reazionari e autodistruttivi. Mi spiace doverlo notare.

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    12. Vincenzo, non è vero che inizialmente il progetto euro comprendeva anche l'Italia.
      L'anticipo della nostra annessione fu imposta da Kohl, che evidentemente a differenza dei suoi colleghi "dediti all'autocelebrazione" (solo gli ultimi?) era più propenso a tutelare il suo Crande Paese (as usual!).
      Da queste parti si sostiene che, per assurdo, se invece si fosse partiti con l'Unione PIGS (con I=Italia) forse più "omogenea" (ma non certo per motivi economici) probabilmente oggi noi, grazie ai lumbard, saremmo i virtuosi, ed i disgraziati, chissà per quale altra colpa, invece che porci, shockolatini.

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    13. Spero di non dire una cosa assolutamente assurda (e potrei!), ma partendo dal presupposto che non ha senso fallire come paese "sperando" che la strada difficile abbia successo, in buona parte i casi di forestali in numero sproporzionato in Calabria, o di evasione in tutta Italia sono anche la versione italiana (pessima, sono d'accordo) degli ammortizzatori sociali, che essendo quasi assenti si trasformano in lavoro nero e clientelismo. Una volta che li togli adesso e subito resta il problema di che faranno quelle persone, ed a meno che non vada di pari passo la crescita di spese per ammortizzatori e la lotta a queste piaghe (di fatto trasformando i tagli in spesa sociale), da sprechi ricavi milioni di poveri in più. Giusto che tutto questo cambi, ma ho il timore che la possibilità di salvarsi (anche e soprattutto per i tempi strettissimi) passi dall'avere moneta e sovranità nostra (che porta vantaggi e permetterebbe di spendere meno in finanza tenendo bassi i tassi di interesse sul debito e riportandone nell'economia reale: il saldo primario positivo l'abbiamo, e l'interesse reale sul debito prima del divorzio banca tesoro era decisamente basso, quando non negativo), forse permettendo più facilmente una transizione verso uno stato più giusto e equo che l'Euro non mi pare permettere. Mi scuso per tutte le imprecisioni e per il commento forse un po' "da bar", ma sono un dilettante che si diverte ancora. Capisco i post e riesco a leggere i dati ma le analisi corrette sono un po' lontane ancora!

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  7. ormai siamo ad un livello per cui mi devo mettere 4 ore di A. Bagnai dentro l'orario universitario settimanale..quindi le chiedo:

    ci saranno prove in itinere durante l'anno?
    E' necessario frequentare?
    L'esame è uno scritto o orale o entrambi?

    ma soprattutto..

    come si chiama il corso esattamente?

    Cordialmente

    Simone Previti

    PS: la contatterò il giorno prima dell'esame per avere delucidazioni sul programma..

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  8. grazie prof. Bisognerebbe cambiare il nome del blog da Goofynomics a "Non è mai troppo tardi"

    RispondiElimina
  9. Prof forse sono OT o forse no, ma giusto una domanda sciocca: coloro (IO) che non capiscono un tubo di economia ma ci provano a capirci qualcosa seguendo (ho detto ci provano) i tuoi post, le discussioni ecc...in che categoria stanno? vabbè il tutto per ringraziarti ancora una volta per l'impegno che ci metti (se riesci in parte a far chiarezza anche in coloro che non sono del "ramo") e mi congratulo con te per i risultati che col tuo lavoro certosino (e dei colleghi che la pensano come te) stai ragiungendo. Si intravedono spiragli all'orizzonte, si inizia a parlare di "sovranità monetaria" anche in tv, argomento assolutamente tabù fino a poco tempo fa. Ieri sera addirittura su Rai3! ma è un caso che lo facciano solo i partiti, per così dire "piccoli"? c'è da fidarsi o sono specchietti per le allodole? mah, chi vivrà vedrà!!!

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  10. .....la prossima volta siate umili, che qua di superbo basto io.

    F A N T A S T I C A !!!!

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  11. vorrei aprire una parentesi. qualcuno ha visto ieri sera piazzapulita sulla 7 ?
    Aiutatemi a capire la logica per cui un economista come michele Boldrin che come leggo su WIKIPEDIA:

    "Ha lavorato all'Università di Chicago dal 1986 al 1987, all'UCLA (1987-1994), alla J.L. Kellogg Graduate School of Management (1990-1994), all'Università Carlos III di Madrid (1994–1999) e all'Università del Minnesota (1999–2006). Dall'autunno del 2006 lavora presso la Facoltà di Economia della Washington University in St. Louis e come ricercatore presso la Federal Reserve Bank di St. Louis. È Fellow della Econometric Society[2] e Research Fellow del Centre for Economic Policy Research di Londra[3].
    È stato editor o editor associato di varie riviste internazionali, fra cui "Econometrica", "Review of Economic Dynamics" e la "International Economic Review". Dal 2006 al 2007 ha collaborato al blog di economisti Against Monopoly[4], e sempre dal 2006 è redattore di noiseFromAmeriKa[5], un blog di economia e politica creato da un gruppo di economisti italiani emigrati negli Stati Uniti.Nel 2008 ha collaborato anche con il sito italiano di economia lavoce.info"

    Possa dire certe cose in merito ad una eventuale svalutazione che ci renderebbe poveri come i cinesi????
    sicuramente lui sa le cose ma perchè deve mentire???
    aiutooooo

    http://www.youtube.com/watch?v=dou18Mec9Rk

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    1. Perchè fare parte di qualche Think tank che lo paga per mentire.

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    2. Un professore che insegna a Pescara disse tempo fa:"se mi pagano abbastanza per parlare bene dell'€ io lo faccio",penso che non ci sia logica,solo un cartello appeso all'orecchino :)

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    3. @furio. La patologia del nostro (MB) si chiama proctoglossia, che ha come sintomo, tra gli altri, la coprolalia. Il tutto aggravato dall'essere un fallicefalo

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    4. @ furio,
      ma non sarai mica un astuto trolletto? :)

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    5. Ma il fatto è che il prof. Boldrin ha un curriculum invidiabile, in branche dell'economia che nulla hanno a che fare con la crisi attuale. Sentirlo parlare di svalutazione è come affidarsi a un dermatologo per farsi ridurre un'ernia. Buona fortuna!

      Ma non preoccupatevi: dopodomani sarà d'accordo con noi...

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    6. Sara', ma se ci arrivo io, gratis... Perche' non facciamo una lista pubblica dei piu' esaltati e deliranti pudisti? Giusto per non confonderli un giorno con gente seria.

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    7. In effetti stavo anche cercando esattamente COSA insegna ma non riuscivo a trovarlo.
      Anche io mi sono dato la spiegazione più logica ovverosia che sia pagato per mentire, ma perchè fondare un partito per riscuotere la pagnotta?
      A me sembra che il caro Boldrin più che "fare per fermare il declino" si sia "fatto per fermare il declino".

      Troll a me?????
      ma come vi permettete!!!!!! :)

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  12. Grazie. Ieri parlava di riconoscenza e di quella sì che non bastano le cariole...
    Da ormai un anno sto studiando cose che apparentemente con la pasticceria non c'entrano nulla, ma che invece c'entrano eccome. Che cos'è la propensione e l'elasticità ho avuto modo di sperimentarlo nella pratica (e ora, con le formule, mi divertirò pure), come anche la svalutazione (dei miei prezzi, ovvio) e di quanto influisca sulle ore lavorate ma anche sui ricavi. Insomma, non ho molto da aggiungere, anzi proprio nulla, se non una piccola considerazione: a mio modesto parere tutti coloro che hanno tanto tempo e livore nel confutare qualsiasi cosa, o sono pagati per farlo o più semplicemente non c'hannouncazzodafare. Perchè chiunque ha a che fare con la realtà produttiva, 'ste cose le capisce, non dico al volo, ma quasi.
    Stia bene.
    Fabio

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  13. Un po' OT, ma forse non troppo. segnalo questo:
    G7 STATEMENT ON CURRENCY

    “We, the G7 Ministers and Governors, reaffirm our longstanding commitment to market determined exchange rates and to consult closely in regard to actions in foreign exchange markets. We reaffirm that our fiscal and monetary policies have been and will remain oriented towards meeting our respective domestic objectives using domestic instruments, and that we will not target exchange rates. We are agreed that excessive volatility and disorderly movements in exchange rates can have adverse implications for economic and financial stability. We will continue to consult closely on exchange markets and cooperate as appropriate.”

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  14. Salve prof.
    Riprendendo un testo di Macroeconomia di Dornbusch (quello dell'Overshooting del tasso di cambio) e Fisher, si dice a pagina 206 che le politiche "begger the neighbor" ossia di svalutazione competitiva tendono a esportare disoccupazione, cioè si crea occupazione all'interno a discapito del resto del mondo e sempre secondo loro questa cosa non va tanto bene quando i cicli economici dei paesi del mondo sono sincronizzati.
    Quanto al problema della unione tra banca centrale e tesoro, il teorema detto di "Barro-Gordon" ci dice che il banchiere centrale deve essere indipendente (hard noset) perchè se dipendesse dal tesoro farebbe politiche accomodanti (wet) ed incoerenza temporale della politica monetaria.
    A questo punto sorge spontaneo una domanda. Fermo restando che i nostri governanti sono degli irresponsabili,(specie i piddini) quanta responsabilità è da annoverare a quegli economisti premi nobel che hanno trovato in queste "eleganti" formulazioni matematiche la giustificazione ai comportamenti politici che ci troviamo sotto al naso? Secondo me tantissima, per il falso ideologico e per l'essersi venduti al potere.

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    1. E' il mio primo commento su questo blog, che seguo da un paio di mesi. Avrò tempo di presentarmi, sono uno studente di dottorato in Economia in un'importante università americana, ma non mi occupo direttamente di macroeconomia: devo ammettere che questo blog mi ha aperto molti occhi.

      Credo che il modello di "beggar thy neighbor" e quello di "Barro-Gordon" siano stilizzati rispetto a un caso di economie "normali" con tassi di cambio flessibili. Questo non pone le loro analisi in contraddizione con il discorso del Prof. Bagnai. Ma non avendo il Dornbusch sottomano, non posso verificare.

      Su piddini ed economisti asserviti ipertecnicisti rimanderei la discussione.

      Paolo

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    2. Benvenuto. Fai attenzione, però, perché in America, oltre a tanti bravi colleghi americani, c'è anche qualche immigrato amerikano. Se vuoi restare lì puoi parlare, è un paese abbastanza libero. Ma se vuoi tornare qui, suggerisco l'uso di pseudonimi...

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    3. speravo che essendo in un'università ammericana, ci aprissi tu gli occhi, e non che noi quattro gatti di periferia li aprissimo a te!

      P.S.: sto scherzando, né! :)

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    4. Il modello Barro-Gordon si basa sul fatto che Barro non capisce come funziona una Banca Centrale e ha una contabilità tutta sua. E ve lo dimostrerò prima o poi.

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    5. E per inciso: Barro su Google Scholar ha molte, molte citazioni, più di 80.000. Keynes ne ha circa 47.000, Thirlwall ne ha 7000 circa, Nicholas Kaldor neanche c'è.

      Quindi ne deduco che Barro è più competente di Keynes e Thirlwall, e Boldrin è addirittura più competente di Nicholas Kaldor (anzi chiunque, visto che non c'è), stando a certa gente.

      Conclusioni stupide va da sé, quanto stupide son le idee di chi gioca di citazioni.

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    6. Grazie per il benvenuto e per il suggerimento. Per ora non sento la necessità di nascondermi, mi sembra anche una cosa un po' vile. Ai problemi dell'immigrazione ed emigrazione in entrata e in uscita penserò in futuro, le lettere kappa sono una razza che conosco bene.

      Quanto allo scherzo, contiene un fondo di verità. Personalmente mi occupo di microeconomia applicata (empirica). E' un dato di fatto che l'economia è sempre più settorializzata e specializzata al giorno d'oggi, per lo meno negli studi 'graduate' negli Stati Uniti. Studenti e professori in fields molto diversi si parlano sempre meno e a volte si dileggiano pure. Si parla addirittura di eliminare la sequenza di macroeconomia dai corsi del primo anno di dottorato (come avviene già in alcuni programmi). Inoltre, l'insegnamento della stessa è molto focalizzato su(gl)i (in)famosi modelli 'DSGE' (equilibrio generale dinamico stocastico) i quali, diciamo così, hanno dei limiti.

      Infine è vero ciò che dice il Prof. Bagnai: i macroeconomisti mainstream della vecchia generazione sarebbero tutti d'accordo con lui (quelli della nuova non so se nemmeno si pongono il problema delle unioni monetarie sinceramente, ma ammetto di conoscere poco gli sviluppi recenti). Similmente, negli studi di economia internazionale il problema degli squilibri della bilancia dei pagamenti è ben tenuto presente. E' anche vero che nemmeno l'accademia americana è esente da problemi di conformismo politico: un esempio è quel grande studioso di agganci nominali del passato che dispensa consigli sull'attuale situazione dell'Eurozona che, diciamo così, si discostano fortemente dalla sua analisi storica.

      Il motivo per cui questo blog mi ha aperto gli occhi è perché usa categorie a me stranote con semplicità e dicendo delle banali ovvietà, come ammette lo stesso Prof. Bagnai, ma portando i dati e con una forza comunicativa senza pari in grado di rompere il muro di menzogne del pensiero unico a cui siamo abituati. Allo stesso modo, è per me una ventata di aria fresca rispetto al modo in cui sono stato recentemente abituato a studiare (in maniera assai poco soddisfacente) la macroeconomia, con discussioni del tipo "se la politica fiscale va analizzata con l'assunzione di mercati completi e l'introduzione di 'Arrow-Debreu securities' con aspettative razionali e risolvendo il modello in maniera ricorsiva" oppure se "la calibrazione del modello DSGE deve essere in grado di simulare efficacemente solo il primo e il secondo momento delle variabili macroeconomiche e le correlazioni dirette, oppure anche le correlazioni temporali in un arco di tempo sufficientemente lungo".

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    7. Caro Paolo,

      tu che sei alfabetizzato non avrai difficoltà a capire che anch'io ho dovuto subire, con un sorrisino di circostanza, queste disquisizioni. Vedi, la mia fortuna è quella di avere due diplomi in conservatorio e alcune centinaia di romanzi stampati in testa. Questo mi aiuta molto nell'insegnamento, e mi dispensa dalla trista necessità di affidare il mio umano bisogno di prestigio intellettuale al patetico tentativo di sembrare uno scienziato a botte di matematica da poveracci (perché i matematici ridono di noi, e tu lo sai).

      Solo questo fa la differenza del mio blog, e niente altro.

      Tu sei in grado di rendertene conto e saprai come me trovare anticorpi contro l'ottuso conformismo dei miei e tuoi colleghi, che è solo pochezza e squallore umano, intellettuale, culturale ed etico. Ma non tutti sono così, per fortuna. Certo, la mentalità Usa credo non aiuti, soprattutto quando si innesta sulla mente sempliciotta di personaggi provenienti da province disagiate del nostro paese, ai quali essere amerikani conferisce anche il piacevole brivido del riscatto sociale, e l'associato delirio di onnipotenza.

      Ridiamoci su...

      Buona permanenza.

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    8. Concordo sullo squallore e sui modi di superarlo. Sarebbe piaciuto anche a me terminare gli studi in conservatorio, diciamo che mi fu reso difficile (o forse sbagliai qualche scelta). Mi accontenterò dei romanzi e delle lingue classiche.

      Un ultimo appunto. Al di là dell'imperialismo intellettuale senza basi (e con i matematici che ridono dietro) certi personaggi di provincia fin troppo facili da identificare mi pare siano accomunati da un certo... disprezzo della democrazia. Non sto a dire che i politici siano tutti santi, ma pare che quattro teoremi in croce ti possano porre su un piano superiore rispetto al consenso ottenuto da milioni di persone (per quanto viziato, disinformato, disonesto (?) possa essere). Qui faccio fatica a individuare ciò che è endogeno e ciò che è esogeno, ma ho come il sospetto che anche in questo caso intervengano ragioni psicologiche di fondo (ma i terapeuti, purtroppo, non sono ancora intervenuti).

      Auguri di buon lavoro.

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  15. GRAZIE A TUTTI GLI AMICI ITALIANI, ESPONENTI DEL PUDE, CHE CON IL LORO FUOCO AMICO, ROVINERANNO L’ITALIA !!!

    Purtroppo di questi marZiani, mentecatti, ignoranti, presuntuosi, ottusi, burini, arroganti, saccenti, esponenti del PUDE, io ne conosco tanti, tra amici, conoscenti, colleghi, sono la maggioranza, e sono quelli che sentendosi nel giusto, anzi spacciandosi per paladini di valori alti e nobili (L’Europa unita), difensori della Costituzione e della patria, ci stanno conducendo verso il baratro.

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    1. A proposito di valori alti e nobili propugnati dall'Europa Unita consiglio di sbattere sul naso ai benpensanti le ultime novita' dalla Grecia (ad esempio dal blog liberopensiero). Su mia sorella psicologa letterata esperta della persecuzione ai tempi del nazismo ha fatto un certo effetto. Quando pero' mi sono lasciata andare a "ma cos'hanno sti tedeschi che ogni tot gli scatta l'impulso del dominio, e cosa abbiamo noi italiani che non ci scatta mai un...", giustamente mi ha invitata a non ragionare per stereotipi. Anche i benpensanti (non diro' mai piddina a mia sorella) hanno qualcosa da insegnarci.
      Interessante e' anche la reazione dell'italiano dalle idee morigerate e prudenti, cosi' consone all'austerita' in voga, se posto di fronte all'equazione tagli della spesa = tagli della sanita'. Non mi vergogno di uscirmene senza parere con " pensa tu con quel problema (a quarantanni iniziano) quanto ti costera', se li hai..."
      Da qui a pensare che poi uno si colleghi a goofynomics ne passa ma per una volta tacciono, un velo di inquietudine negli occhi.

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  16. Quindi un certo Boldrino dovrebe essere nella categoria PUDINO

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  17. Purtroppo io non ho molta pazienza di leggere le istruzioni per l'uso. Quindi me ne sto zitto, leggo ogni tanto qualche post, e mi sono letto il libro, che ha il vantaggio, rispetto alle pagine web, di essere scritto con un certo ordine e, cosa non irrilevante, può essere letto senza corrente elettrica e per andare ad es. a pagina 233 ci si impiega un microsecondo.

    Grazie prof. Bagnai

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    1. Io l'ho scritto perché me l'avete chiesto, e ero sicuro che vi avrebbe fatto comodo.

      Per inciso, i poveri imbecilli del "l'hai scritto per fare i soldi" non sanno proprio niente del mio lavoro! I soldi li faccio, quando ho tempo, in un altro modo, e da quando mi son messo a scrivere il libro non ho più avuto tempo (fra l'altro). Le classiche frasi che dicono più su chi le pronuncia che sull'argomento affrontato, sì, insomma, come quasi tutte le frasi dei mediocri.

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  18. Caro prof Bagnai,

    Nella tabella con i REER dei vari paesi europei, si fa riferimento a elasticità "di lungo periodo". Mi chiedevo se dunque quei valori fossero validi anche nel breve periodo.
    I prezzi relativi (in questo caso il tasso di cambio) nel brevissimo periodo si traducono istantaneamente e per intero in un cambiamento di domanda?

    Ad esempio il prof. John Weeks (che non rientra in nessuna delle categorie da lei menzionate all'inizio del post, ma anzi nei suoi scritti sulla crisi in Europa sostiene anche lui la via dell'uscita dall'euro) sostiene ad esempio che nel breve periodo il tasso di cambio ha un effetto limitato sulla bilancia commerciale. Le metto il link sotto. Ma cito qui part delle conclusioni (ho letto le istruzioni e non ho letto che sia vietato, spero di non sbagliarmi):

    "Nominal exchange rate adjustment may be necessary in medium term, which allows time for relative prices to adjust and private producers to plan and implement the changes that price adjustments induce. Using a general instrument, the nominal exchange rate, to respond to a specific short term problem, the decline of reserves due to falling world demand, is unlikely to bring success."

    Non so se sono necessariamente d'accordo con questa affermazione. Non credo nemmeno che svalutare avrà effetti catastrofici, ho letto i suoi post (e altri) e concordo.
    Ma diciamo che il punto mi ha sollevato il dubbio sull'efficacia nel breve periodo di una svalutazione.

    La ringrazio se troverà il tempo di rispondermi
    Bruno


    http://jweeks.org/2012%20Weeks_Arg%20peso.pdf

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    1. I dati storici raccontano una storia diversa:
      nel '92, usciti dallo SME (svalutazione della lira più o meno 20%), c'è voluto poco perchè la nostra bilancia dei pagamenti cambiasse faccia.

      Dati banca mondiale:
      1992: -2.3
      1993: +0.8 (+3.1)
      1994: +1.2 (+0.4)
      1995: +2.2 (+1.0)
      1996: +3.2 (+1.0)

      I grafici, come sempre, rendono molto meglio l'idea.
      Current account balance 1986-2005 in punti di PIL:
      http://search.worldbank.org/all?qterm=balance+of+payment+italy+2005&title=&filetype=

      Guarda nel '92 come esplode. E guarda come sprofonda di nuovo entrati nell'euro.
      Ma vedi come sono repentini i cambi di pendenza?
      Quindi l'elasticità di importazioni ed esportazioni agisce subitissimo: mesi, nemmeno anni.

      Spero sia chiaro. Ciao :)

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  19. Scusi Professore, ho trovato un articolo su un blog, riguarda la Grecia. Fa stare veramente male.
    http://lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2013/02/11/amnesty-international-denuncia-il-governo-e-la-polizia-greca-la-grecia-e-collassata-ma-a-noi-non-lo-dicono-perche-siamo-in-campagna-elettorale/

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  20. una umile terza media ringrazia col cuore in mano. mi spiace molto non aver trovato professori come Lei alle superiori, di sicuro non avrei finito lo stesso gli studi..... ma almeno mi sarei divertito un mondo.
    grazie.
    Alessio.

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  21. Il guaio é che abbiamo interiorizzato un complesso di inferiorità bestiale nei confronti dei biondiblauocchiuti ed ora chiunque azzardi a dire che anche loro hanno le loro tare e che noi dobbiamo curare i nostri interessi e non inseguire la loro approvazione viene visto con sospetto.

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  22. è un po che seguo questo blog ed è la prima volta che commento. lo trovo fantastico. forse esteticamente mogliorabile. ma il contenuto dei post, come ad esempio questa lezione di economia, è eccelso.
    gradirei vederla più spesso ospite nel blog di grillo. personalemnte la farei ministro del tesoro ;-)
    ce ne vorrebbero di più di Alberto Bagnai!!!

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  23. Dedicato a tutti quelli che "la svalutazione fenomeno illusorio"...

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  24. Salve Professore,(oggi scadono le due settimane canoniche, ma tanto non ho avuto tempo di leggere tutti i post a monte), qualche post fa accennava ai problemi legati allo sviluppo di modelli previsionali "efficaci" vorrei gentilmente chiederle se potesse indicarmi quali autori (secondo lei) si sono avvicinati maggiormente a risultati significativi.
    Grazie anticipatemente per la risposta e mi scuso nel caso in cui ne avesse già parlato.
    Complimenti per l'interessantissimo lavoro che sta facendo sul blog anche se personalmente ho avuto qualche problema nell' orientarmi.

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  25. Quando sento i discorsi di un qualsiasi rappresentante delle tre categorie di persone elencate nel post (lavorando al pubblico è una lotta continua), mi viene in mente che quando mi sono diplomato ('97), con le lire, mi venivano a cercare a casa per darmi lavoro. Mi sono anche permesso di rifiutarne alcuni e scegliere quello che mi piaceva (anche sbagliando). E' di pochi giorni la notizia che verrà licenziato il mio unico collega di lavoro, e a me ora viene voglia di prendere tutti a schiaffi!!
    Spero che crolli tutto molto presto.

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  26. Ahi Ahi ahi Bagnai troppe formule lei non parla al popolo!
    Pressò ma secondo lei il trader merdaviglia ha capito?O continuerà ad attaccare come un pugile suonato?
    Cmq essendo vorace lettore di biologia evoluzionista i commenti del blog mi sollevano un dubbio:Darwin era proprio sicuro sull'evoluzione?

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    1. guarda, il darwinismo è una di quelle teorie molto semplici e come tali molto travisate. Il darwinismo non dice che vince il più forte, ma che vince il più adatto. Visto che ha vinto il piddinismo, significa solo che l'ambiente in cui siamo è più favorevole alla proliferazione del piddino. Occorre mutare l'ambiente perchè il piddino non possa più proliferare: la cultura agisce in questo caso come un potente DDT.

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    2. Il darwinismo direbbe "il più adattabile" ovvero quello che meglio si modifica al cambiare dell'ambiente. I piddini spariranno (cambieranno) tutti al finire dell'Eurozoico.

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    3. Le variazioni ambientali posso derivare anche dai famosi shock esterni(asteroidi,eruzioni,avvento dei rettiliani),quindi coloro che sono già adatti all'ambiente che sarà,sopravviveranno lascieranno più figli ecc.Non c'è nessuno scopo e nessuna intenzionalità nell'evoluzione.ma va da se che io volevo fare una battuta(come dice quello la sono stato frainteso)......

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  27. @Furio
    ma Boldrin è un economista?
    svalutando la moneta si svalutano i salari? ma lo sa che il salario reale è il rapporto tra il nominale e il livello dei prezzi e non tra il nominale e valore della moneta?
    questo è.. non ho parole!

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  28. (ANSA) - ROMA, 12 FEB - I membri del G7 riaffermano il loro impegno a "tassi di cambio determinati dal mercato". È quanto si legge in una nota delle sette maggiori potenze industriali.

    Ma nel G7 non ci sono anche Italia, Francia e Germania!?

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/02/12/G7-mercato-determini-tassi-cambio_8231868.html

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  29. Alberto, io non so davvero cosa avete fatto tra te, Borghi, la Undiemi, Becchi, Messora, ma iniziano ad essere tante le voci fuori dal coro, e lo stesso capo Ortottero a trento ha parlato esplicitamente di sovranità monetaria. Il tuo articolo sul blog è rimpallato da giorni su facebook, ed i commenti sui vari articoli arrivano a qualche migliaio ormai. Gente che leggevo prima li ed era pro-euro, a distanza di pochi mesi è anti-Euro.

    Forse, e dico forse, avete reso possibile la quasi transizione del M5S a forza politica Euroscettica(da prendere con le pinze vista la filosofia di lasciare l'ultima parola alla base del Movimento), e penso che sarà l'unica presente ed abbastanza "pesante" ad entrare in parlamento.

    Probabilmente l'Euro non cadrà grazie all'Italia, però il vento sta cambiando. Ormai i piddini hanno contro un esercito sempre più grande di gente informata, tanto che le magagne non le possono nascondere nemmeno sui quotidiani nazionali, che ormai non fanno altro che dire la verità appendendoci un "più europa ci salverà".

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    1. @Ivan secondo me è molto più importante cosa si dirà DOPO le elezioni, non farei troppo affidamento ai proclami della campagna elettorale e men che meno ai commentatori che cambiano bandiera a secondo di dove tira il vento.
      E' vero, noto che in alcuni interlocutori PUDini televisivi c'è un filo in più di imbarazzo di fronte alle modestissime obiezioni contra-euro che si lasciano filtrare, ma non vedo reale preoccupazione; del resto c'è l'esempio della Grecia e delle elezioni greche a dare coraggio ai PUDini e a spostare in là il limite dell'universo eurista.
      Comunque in questi giorni dedico il mio poco tempo libero a divorare un po' di letteratura popolare di qualità (Philip K. Dick)... e tra mondi paralleli, morti in semivita e una spruzzatina di UBIK, il mondo dell'euro appare sempre meno reale, o meglio mi appare sempre più grottesca questa campagna elettorale.
      PS.
      Se avete già letto il libro del prof. o ne avete altre copie, donatelo alla vostra biblioteca comunale, vedo che non c'è molta disponibilità del volume consultando i vari OPAC locali.

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    2. Addirittura ieri in prima serata (con estremo sbigottimento) ho osservato come il lavoro certosino fatto dal Prof e colleghi dia i suoi frutti, e abbia toccato addirittura Rai3...roba da stropicciarsi gli occhi. Vero è che i partiti a sponsorizzare la tanto agognata "sovranità monetaria" sono ancora quelli piccoli, che con ogni probabilità non supereranno la soglia di sbarramento (vedi La destra e Io amo l'Italia) ma tant'è..."tanto tuonò che piovve"!

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    3. Questo è un paese strano, infatti, il giorno dopo le elezioni hanno/avranno vinto tutti, non troverai un partito che dirà di aver perso.
      Questo succederà con l'Euro, fra la gente, non fra i partiti, fra la gente prima.
      Lentamente si renderanno conto che è la cosa più stupida e assurda che un paese, che vuole chiamarsi: "Democratico" possa fare è quella di cedere sovranità monetaria e decisionale a non si sa bene chi? O meglio, si sa bene a chi!. Lo stanno facendo sulla nostra pelle, ed ogni giorno le notizie catastrofiche (anche se in periodo di elezioni meglio NON darle) che giungono da: produzione industriale, disoccupazione, salari etc.. Danno ragione ad Alberto, al blog, e, a Noi che abbiamo capito.
      Quello che vedremo a breve sarà la stessa cosa che succede per le elezioni, ma per ora con la gente; salteranno fuori come funghi a dirci che loro ce lo avevano detto: era l'Euro il problema. (il piddino riesce sempre a camuffarsi e a rendere sue le cose d'altri)
      Credi non sarà così? Vedrai!!! E vedrai che se saremo in tanti a rendercene conto, sai cosa succederà? Che tutti i partiti diranno di avercelo detto. Puoi scommeterci!

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    4. @Omonimo: Su una cosa hai perfettamente ragione, lo scollamento tra la realtà di tutti i giorni e quella propugnata dal PUDE è sempre più profondo, tanto da avere un effetto veramente straniante. Non sembra affatto di essere lontani dai racconti distopici che abbiamo conosciuto in film e libri durante tutto il '900. A volte vien quasi il dubbio di non trovarsi in uno di quei sogni folli da cui ci si sveglia di soprassalto, perchè la totale (o presunta) mancanza di intelligenza nei piani dell'elite supera persino la fervida immaginazione di un Orwell.

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    5. @Ivan Io penso che una volta passata la linea non si torna piu' indietro. Anche io ho notato che rispetto a 3 o 4 mesi fa gli euroscettici sono aumentati in modo esponenziale. Nonostante gli eurotroll, alla fine vinciamo noi.

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    6. @Cristiano, @Ivan, @Vincenzo

      Mi rincuorate; sono felice che si inizino a presentare segnali di euroscetticismo. Evidentemente vivo in una sacca PUDina, PDina e piddina (insieme intersezione quasi coincidente), meno informata o impermeabile al messaggio.

      Giuro, io faccio del mio meglio, evidentemente non è abbastanza.

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    7. Guarda, un amico mi ha mandato un messaggio, e che ci trovo? Un link da goofy. Me l'ha spedito ricordando che chiacchierando ho detto cose simili. Ovviamente gli avevo accennato di Goofy, ma la cosa bella è che l'ha dimenticato ed a distanza di tempo ci è capitato da solo. Significa che l'argomento interessa, e la gente cerca. Alla fine le uniche informazioni attendibili (perchè coerenti con se stesse, con i dati, e con l'esperienza pregressa) si riconoscono al volo. E' questione di tempo, la verità è stata sdoganata, presto sarà di dominio pubblico. Poi se ne vedranno delle belle.

      Ma voi, un piddino che parla di storia passata, l'avete mai trovato? Non siamo più nel '29, li la gente poteva essere impreparata, se i piddini oggi dovessero parlare di esperienze passate non ne troverebbero una che da loro ragione. Ma non possono mica cancellare le esperienze di decenni fa, prima o poi torneranno a galla.

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  30. Risposte
    1. Non ho resistito... dopo un minuto ha detto che i mutui li ripaghiamo in euro... non ce l'ho fatta più...

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    2. orrore.... questo tito, solo per il gusto di contrapporsi a berlusconi, manifesta una grande ignoranza in materia di euro. è un criminale perchè condizione chi lo segue (mi auguro pochi)

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    3. No! 'a rata der mutuo pure Tito! Ma credono di essere nella Germania nazista del 1940? Non sanno che a parte quelli in malafede come lui una sempre maggiore percentuale di persone si sta impadronendo della verità? Poveracci... Il 9 settembre non vorrei proprio essere uno di loro! Sulla convenienza che avrebbe l'Italia ad uscire dalla moneta unica ormai hanno scritto tutti tranne che i giornalisti del ministero della propaganda. Cari poveri piccoli Joseph quando un giorno la gente vi cercherà col forcone capirete di quale crimine siete stati complici?

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    4. Gli effetti più disassrosi... Mi occuperò dopo di questo piccolo terrorissa dalla lingua impassata...

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    5. Un artigiano di scoop forzati scrisse che Weimar già si scorgeva
      e fra biscotti sponsorizzati videro un anchorman che piangeva
      e poi la nebbia discese a banchi ed il barometro segnò tempesta,
      ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa...
      ...
      ...
      Soltanto i pochi che si incazzarono dissero che era l' usato passo
      fatto dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in basso!
      Poi tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare,
      solo qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare...

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  31. Ma non è un pò troppo severo con Claudio Borghi? non l'ho mai sentito mettere obiezioni del genere a un'uscita dall'euro. ha cambiato idea di recente?

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    1. Credo si riferisse al fatto che la definizione di 'materieprimisti' sia stata coniata dall'ottimo Claudio, non che Claudio appartenga a tale stirpe.

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  32. (il reddito aumenta del 10%, il consumo del 140%).

    Re Fuso...
    :-)

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  33. Che bello Prof, grazie a questi post tecnici mi fai ringiovanire e tornare all'università: ho anche la fortuna di avere il miglior professore italiano (e mi fermo qui, ma sono sicuro che se allargassi l'area geografica di parecchio non mi sbaglierei). Ancora un milione di grazie e avanti così, Prof.!

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  34. Scusate se ricommento, appena terminata ennesima discussione col PUDino di turno il quale con estrema convinzione della sua scienza infusa (comunque tutto il rispetto per l'età e quindi l'esperienza di vita) mi diceva che se non fossimo entrati nell'euro noi saremmo stati schiacciati dalla Germania perché avrebbero comprato tutte le materie prime e noi saremmo rimasti a secco...e io lì a spiegare la condizione di Marshall-Lerner, PX = EPfM, ma tutto è stato vano, la coruzzzzzzione, tutti ladri, c'hanno ridotto in queste condizioni...sono stremato.

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  35. Chiedo scusa se non son riuscito a leggere l'intera supercazzolatecnica. In poche parole, l''aumento del costo della valuta estera, viene compensato dalla svalutazione con un incremento delle esportazioni?! Giusto? Come mai l'infingardo professore dedica moltissimo tempo ai piddini con i suoi fronzoli tecnoidi, ma non trova mai il tempo per confrontarsi con i chartalist su questo punto?

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    1. Questo è materiale standard da economia internazionale del terzo anno, tu sei e rimani un povero cretino ex-donaldiano che non capisce nulla di economia, e i chartalist non esistono, sono il niente. Mi dispiace, cambia hobby, dedicati al calcio, vedrai, ti darà più soddisfazioni. Se non capisci nemmeno questo...

      E comunque, per quanto nulli siano i cartalisti, ti assicuro che ML vale anche per loro, penoso e squallido dilettante di questa coppia di ova...

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  36. Grazie per averci spiegato come l'Italia, tra le altre cose, possa vantare anche un'elasticità delle esportazioni al cambio piú che doppia rispetto alla germanicalocomotiva€uropea... un'ottima argomentazione per quotidiane disputationes contra piddines!

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  37. Buonasera Professore, anche se non c'entra granché con questo post (ho scritto qui semplicemente per motivi "cronologici") volevo portare alla sua attenzione questo recente articolo di Pietro Cambi. Dato il potenziale "detonatorio" delle affermazioni contenute, Le chiedo gentilmente un'opinione in merito al pdf allegato all'articolo. Grazie!

    http://crisis.blogosfere.it/2013/02/germania-il-paese-che-trucca-i-conti-e-come-risparmiare-l80-di-interessi.html

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  38. "Sì, insomma, di quell’altra strana genia, i competitivitànondiprezzisti, un’altra categoria di fuuuuuuuuuuuurbi che confuta le strane teorie di Bagnai venendogli a spiegare (perché loro hanno lavorato, son stati in azienda e hanno fatto il militare a Corato) che quello che conta non sono i prezzi ma la qualità del prodotto, della rete di assistenza, ecc."
    Non mi prenda a pernacchie, professore, ma sarebbe forse necessario precisare che la c.d. competitività non di prezzo conta poco nelle relazioni economiche internazionali ma per le quote di mercato dei singoli produttori nei mercati nazionali sì!

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    1. Oh che bello, abbiamo l'espertone new entry! Bene: intanto dacci qualche riferimento bibliografico. Poi mi spieghi come fa la competitività non di prezzo, visto che non spiega le esportazioni, a spiegarne le quote di mercato. Vai avanti tu, che a me mme vie' da ride...

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    2. @Saverio, adesso ti dico qualcosa sulla competitività non di prezzo,

      una mia amica ai tempi dell' università si pagava gli studi alzandosi alle 4,30 tutte le mattine per andare in un medio/piccolo supermercato a riempire gli scaffali di merci prima dell' apertura per il nuovo giorno.
      Quando si voleva spingere su un prodotto che desse il maggior guadagno tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita lo si metteva tra prodotti della stessa categoria ( facciamo l' esempio dell' olio extravergine d' oliva ) il consumatore, si sa, è sensibile alla qualità dell' olio, alla sua genuinità e naturalezza.
      Ebbene dicevo, lo si mette tra un prodotto che costa un po' di meno ed uno che costa molto di più, il consumatore è naturalmente portato a prendere quello con il prezzo di mezzo pensando di acquistare un prodotto di discreta/buona qualità, attribuendo al prodotto meno caro una qualità troppo scarsa ed al prodotto più caro un prezzo troppo elevato e quando sarà a casa, a prescindere dalla percezione del palato, sarà convinto di aver fatto il miglior acquisto possibile e si sentirà anche molto fuuuurbo, senza capire che ha fatto proprio quello che si voleva che facesse.

      Meccanismi semplici per menti semplici, le nostre.

      Lo stesso vale per le auto, hai una macchina cinese che non costa una cippa, poi pensi ai pochi centri assistenza, la qualità...mah !, i pezzi di ricambio li devono andare a prendere in Cina e poi che figura ce faccio ar baretto sotto casa ?( la fiera del luogocomunismo ) poi hai una Fiat, che comunque è un auto con una sua dignità, una tradizione produttiva consolidata, insomma non perde i pezzi per strada e poi hai una Wolksvagen che ha sicuramente una qualità superiore alla Fiat, mantiene il valore dell' usato etc.
      Se vivessimo in una condizione di libero mercato ( delle merci e delle valute) la Wolksvagen costerebbe perlomeno un 20 - 25 % in più di adesso ( per effeto del cambio ) che sui 16K euro di una polo sarebbero almeno dai 3,2 ai 4K euro in più, secondo te la gente ci penserebbe ? O li spenderebbe a cuor leggero ? A che fascia di reddito è indirizzato quel tipo di macchina ?

      Forse il mio è un ragionamento troppo terra a tera, dettato solo dal buon senso, il professore può darne una visione più scientifica.

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    3. Professore, seguo il suo blog da marzo dell'anno scorso e non è la prima volta che commento; lo faccio solo quando penso di poter segnalare qualche notizia interessante o dire qualcosa che valga la pena di esser letto.
      Per non fare commenti troppo lunghi spesso mi capita di non esser chiaro, come accaduto ieri: mi spiego allora meglio. I fattori di competitività non direttamente riconducibili al prezzo contribuiscono a determinare le quote di mercato dei singoli produttori/distributori, a volte in maniera molto significativa. Detto ancora più semplicemente (anzi, semplicisticamente, lo ammetto), sto parlando di marketing (preferisco non dire "economia aziendale" perchè mi ricorda solo la ragioneria) e non di macroeconomia! La sua frase che ho riportato nel commento può apparire un po' troppo netta, come se cioè il marketing fosse solo un esercizio retorico, il che ovviamente non è.
      @ Mr.Neuro
      Mi sono formato alla scuola di Lugli e Pellegrini a Parma e difatti mi occupo di marketing distributivo. Purtroppo (o per fortuna, dipende dal lato in cui ci si pone) il nostro cervello è ancora fondamentalmente quello rettiliano, per cui funziona prevalentemente per "emozioni" e "sensazioni" più che per valutazioni razionali e quindi l'episodio da lei raccontato (assieme a centomila altri che si potrebbero fare) è pane quotidiano per i venditori dei supermercati: esistono discipline - come il visual merchandising - che addirittura fanno leva sul principio "visto - preso - venduto" per stimolare vendite di prodotti di più o meno largo consumo. Ahimè, così è ci piaccia o no

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    4. What the hell???? La competitività non di prezzo fa cosa sui mercati nazionali?
      Dalla trincea pmi, dove si vedono cose che voi umani etc etc a orecchio è pura cacca di toro, e se si guarda a cosa è successo nelle filiere dei più disparati settori è cacca di toro al cubo.... Ok, il tuo mondo rispetto al mio è piuttosto diverso, ma ho sentito che di questi tempi il modello "visto - preso - venduto" nella grande distribuzione non funzioni più come una volta, in assenza di competitività di prezzo, perche' l'istinto rettiliano passa in secondo piano di fronte a portafogli vuoti e conti correnti ai minimi...

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    5. @ Lettore occasione
      Credo che ai lettori del prof interessi poco di inter-type ed intra-type competition tra i format distibutivi. Certamente le grandi superfici negli ultimi anni hanno subito perdite nelle quote di mercato a vantaggio dei discount e degli hard discount. Certamente il prezzo rappresenta un fattore di competizione/scelta tanto più importante quanto maggiori sono le difficoltà economiche generali (ci sarebbe tanto da dire anche qui su come - con scarsissima razionalità - venga preferito un punto vendita piuttosto che un altro, ma non è il luogo adatto per parlarne). E tuttavia continua a non essere l'unico e chi si affidasse solo a questo, senza combinarlo con gli altri, non andrebbe lontano: quanti negozi di abbigliamento "cinesi" hanno chiuso negli ultimi anni?
      Un inciso: mi creda, "visto - preso - venduto" continua a funzionare bene, molto bene.

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    6. Caro, nel ricordarti che qui abbiamo il pollice opponibile (quindi sentiti pure libero di compartire seco noi il pane della tua scienza), ti faccio notare che tu sei a livello foglia, io a livello albero. Ora, va da sé che senza foglie l'albero non fa strada, ma per capire cosa fa muovere le foglie bisogna capire cosa fa muovere l'albero. A livello aggregato gli studi sulla NPC (non price competitiveness) non hanno raggiunto conclusioni sempre molto robuste, e questo è tanto più vero da quando è esplosa la crisi. Lo conosci il rasodio di Occam?

      Dopo di che so benissimo che se il mio libro fosse stato distribuito meglio sarebbe stato venduto di più, e che se fosse stato stampato su una carta meno merdosa sarebbe stato venduto di meno.

      A me servono evidenze macro: la tua vita professionale mi interessa, e anche fare un ponte fra essa e il livello macro mi interessa, ma alla fine qui si parla di macro perché il problema è macro.

      Te lo dico così, per orientare in un senso costruttivo i tuoi futuri interventi.

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    7. Si, ma infatti io ero partito da un anedotto personale (lo so sono prolisso) per avallare il concetto che la flessibilità del cambio probabilmente, riaggiustando i prezzi e riallineandoli alle economie delle diverse nazioni, riequilibrerebbe la bilancia dei pagamenti.
      Anche perchè sarebbe ora di finirla con la favoletta dell' Italietta della liretta che esportava solo grazie alla svalutazione.
      A parte le innumerevoli aziende di eccellenza che abbiamo sul territorio nazionale, a me risulta che le uniche mozzarelle blu che si siano mai viste sul mercato non venissero dalla Campania.

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    8. Chiedo venia: non volevo fare la figura del saputello! Dio me ne scampi! Proprio perchè sul blog si parla in termini macro mi astengo dall'intervenire se non penso di poter aggiungere qualcosa di interessante alla discussione.
      E' stata la mia una sorta di difesa d'ufficio degli "uomini di marketing": brutta espressione (me la sento ripetere spesso, e un po' mi infastidisce, senza tener conto del fatto che ci sono ottime donne di marketing) che definisce persone che a parer di molti - per usare un'espressione di moda - stanno a pettinar le bambole.
      Passo e chiudo
      P.S. ottima la metafora della foglia e dell'albero. Le rubo anche questa!

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  39. Buonasera Bagnai

    le segnalo un interessante opuscolo (pdf da scaricare):
    http://crisis.blogosfere.it/2013/02/germania-il-paese-che-trucca-i-conti-e-come-risparmiare-l80-di-interessi.html

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  40. @Tiziano: ma veramente le hanno detto una cosa del genere? ahahhahahahhaha
    ma che fantasia.. ma si può scrivere un compendio di cavolate tanto per farci 4 risate?
    se non avessimo l'euro la Germania si pappava tutte le materie prime... ahahha
    ma poi dico io.. e non cosa avremmo fatto? non avremmo comprato nulla e quindi i tedeschi avrebbero avuto i loro magazzini pieni di materie prime.. e basta!
    ma questi so' proprio pirla..

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  41. prof.lei cosa mi consiglia?scheda nulla, scheda bianca, o me ne stò a casa?grazie

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    1. Io consiglio il metodo piddinocastarubbona del mio ex professore di liceo: incartarci dentro una bella fetta de mortazza e scriverci sopra ADESSO MAGNATEVE PURE QUESTA.

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    2. @ Flavio,

      Prova con questo: http://politiche2013.voisietequi.it/ . Con me ha funzionato abbastanza ma mi ha anche messo troppo vicino a FN :)

      @ dannkoenntihr reden

      In qualità di presidente di seggio, inviterei chi volesse manifestare legittimamente il suo dissenso scarabocchiando sulla scheda a pensare anche ai poveri scrutatori: siate almeno un po' spiritosi! :-) ... la fetta di prosciutto mi è capitata un anno, con quella frase... non è che stai a Milano? :-) Il massimo sono quelli che arrivano, si fanno registrare e poi rifiutano la scheda con un'aria serissima come se il loro gesto avesse un importantissimo significato politico! Invece no, una crocetta nel registro e basta: nessuno saprà mai del gran rifiuto. :-)

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    3. Metteteci mille lire dentro e scrivete sulla scheda:"rivogliamo la nostra moneta"

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  42. LA FAVOLA DELLA PASTORELLA E IL LUPO

    C’era una volta una pastorella (il berlusca), che si divertiva ad ingannare il prossimo (gli italiani) e spesse volte gridava “Al lupo, al lupo!!!” (i giudici), al che i pastori lì vicino beccavano (gli italiani) e accorrevano per salvarla dal lupo (i giudici), poi un bel giorno il lupo (l’euro) venne davvero, ma i pastori (gli italiani) stavolta si erano fatti fuuuuuuurbi, non beccarono più e non accorsero più in suo aiuto.

    La pastora e il lupo

    Tito: ''Uscita dall'euro, la grottesca commedia di Berlusconi'' Il commento del caporedattore Interni di Repubblica Claudio Tito.

    "Persino la Cei sta invitando gli elettori a diffidare dalle promesse dell'ex premier. Che in questa fase finale di campagna elettorale prevede addirittura l'uscita dall'euro se la Germania non dovesse piegarsi alle richieste dell'Italia".

    Goofyprof. come fa a reggere questa ottusità dilagante, che colpisce non solo persone prive di cultura, anzi quelle sono le più disponibili e le più umili, ma soprattutto persone che si ritengono colte, informate, sapienti?

    Quale strategia adottare? Quali metodi, quali argomenti? E’ una tensione quotidiana e costante, irrisolta e tenace, pronta ad esplodere per un nonnulla.

    Per questo non credo potremo farcela, forse, come ha detto lei, solo i mercati potranno salvarci.

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  43. prof non è per contraddirla però avrei trovato un partito nemico del PUDE:) io amo l'italia di magdi cristiano allam ha in programma uscita dall'euro, l'unico problema è che se raggiunge lo 0,5 siamo fortunati...

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    1. Voterò lo stesso: "Io Amo L'Italia". Anche il partito di Bagnai in questo momento non raggiungerebbe lo 0,5%. Cionondimeno, lo voterei ugualmente.

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  44. Come El Diaro riporta : "Questa mattina il servizio di congresso hanno tagliato i segnali Wi-Fi e inibitori di frequenza sono stati utilizzati per limitare l'impiego di linee telefoniche cellulari Tutti con un unico obiettivo:. per evitare che le parole del presidente della Bce Mario Draghi, a lasciare il chiuso stanza e diventare pubblico. " Questa è stata una decisione dell'ultimo minuto come "colto di sorpresa" deputati che avevano annunciato la loro intenzione di trasmissione in diretta le parole del presidente della BCE attraverso un sito web creato per l'occasione. C'è di meglio: "Il blocco digitale della tassa camera bassa ha provocato il caos tra i giornalisti accreditati, che hanno dovuto continuare a fare il loro lavoro senza connessione a internet, con difficoltà ad usare i loro telefoni cellulari, senza alcun segnale di comunicare con l'esterno." E il culmine: "Questa cronaca è stata dettata da un telefono pubblico."

    http://www.eldiario.es/politica/llegada-Draghi-provoca-comunicaciones-Congreso_0_100440367.html



    a quanto pare le prime parole sono state
    "Congresistas Estimados, estoy aqui para decirles la triste verdad - estamos jodidos ..."
    da http://www.zerohedge.com/news/2013-02-12/mario-draghi-speaks-spanish-congress-media-blackout-ensues

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    1. qualcuno ha registrato Mario lo stesso:
      http://www.publico.es/450536/izquierda-plural-burla-la-censura-y-publica-videos-de-la-comparecencia-de-draghi

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  45. citazione: "1) il piddino è qualsiasi essere umano dotato di un unico neurone"

    secondo me poteva chiamarla direttamente "categoria Contezeroneuroni".
    era molto più esplicativa e divertente! :D

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  46. rischio il ban a vita ...

    prof alle prossime elezioni , dovrebbe presentarsi con un progetto tutto suo

    se persino i fartatori d'ammerika sono scesi in campo a cercare di salvare i cocci , si sente davvero la mancanza der cavajere nero che quei cocci glieli spatascia per benino coi tacchi , polverizzandoli . hai voglia a daje con la supercolla

    non dovremo neanche aspettare tanto , secondo me . la prossima legislatura si prospetta molto breve

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  47. Prof. Vivo a Roma e qui di piddini (rapporto alla popolazione) ce ne sono proprio tanti ma ho un amico laureato in economia... Io sono un modesto geometra con 3 anni di Ingegneria meccanica fatti bene ma poi ho lasciato, che dice che in teoria keynesiana economia aperta il discorso svalutazione che incide sul PIL (esportazioni) non è valido perché non è considerato il tasso di interesse reale io questa cosa non la capisco perché purtroppo non ho studiato tutta l'economia ma giusto un po' di micro per l'unico esame che ho fatto mi potrebbe dare qualche delucidazione a riguardo ?

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    1. Carissimo, se posso consolarti non capisco nemmeno io cosa voglia il tuo amico laureato. Sai, oggi si laureano tutti, una laurea non si nega a nessuno. Non ti far impressionare, digli di sì, e quando torno ci andiamo a consolare insieme all'osteria.

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  48. OT !!!

    leggete questo, se vi é possibile,
    http://crisis.blogosfere.it/2013/02/germania-il-paese-che-trucca-i-conti-e-come-risparmiare-l80-di-interessi.html

    é vero?
    qua si va al di lá del discorso di centro e periferi, tasso di cambio, etc etc....

    se fosse vero sarebbe da tribunale speciale

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    1. Interessante l'articolo di Cambi e molti dei concetti espressi da lui li avevamo già scoperti in questo blog.

      A novembre 2011 sono usciti due articoli che parlavano dei trucchi contabili usati per occultare parte del debito tedesco

      questo sui conti della loro cassa depositi e prestiti
      : http://www.rischiocalcolato.it/2011/11/debito-pubblico-e-germaniase-lo-dice-junker.html#ixzz1kQ8rJ5p8

      e ques'altro riferisce di un articolo del prestigioso Handelsblatt intitolato: La Verità
      http://www.wallstreetitalia.com/article/1266144/crisi-euro/germania-verita-piu-debiti-di-grecia-e-italia.aspx

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  49. Sono sicuro che è roba vecchia per voi, ma ho appena letto che
    http://www.economist.com/blogs/freeexchange/2013/02/central-banking-and-bubbles

    Io so di non sapere, quindi chiedo:
    E' davvero possibile prevenire un'esplosione di debito privato agendo solo sul sistema di tassi d'interesse regolati dalla banca centrale? Forse in una OCA si. O nemmeno? E se sei in accordi di cambio come fai a regolare i tassi d'interesse senza sballare la parità prestabilita?

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  50. Salve a tutti,
    professore mi è stato molto utile vederla nel video delle 14:00 di domenica scorsa..non essendo io un economista, mi ha finalmente chiarito la questione del signoraggio relativa alla banca d'Italia nel periodo pre-divorzio.
    Ma per la BCE come stanno le cose? Di recente Rehn ha dichiarato che l'euro all'atto dell'emissione è della BCE e a questo proposito ha citato l'art 128 del trattato sul funzionamento dell'Unione Europea che recita :"La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione". Io non sono un complottista, vorrei soltanto capire come stanno le cose! Poi mi viene in mente che :"L'euro non è una moneta, ma un metodo di governo" (frase alquanto illuminante) e capisco che il signoraggio come lo si intende nella versione complottistica è cosa ben diversa dallo strapotere degli stati kern sulla periferia garantito dall'euro (che a questo è servito, non ai rettiliani). Ma gli interessi sugli euro prestati non finiscono comunque alla BCE, cioè ai privati?
    Mi sono un pò arenato..

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  51. segnalo
    http://millstonenews.com/2012/12/ambassador-leonidas-chrysanthopoulos-on-the-greek-economic-crisis-could-this-greek-tragedy-lead-to-civil-war.html
    Potrebbe secondo voi essere questa una tragica via d'uscita?

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    1. Guarda, l'analisi del passato e presente della Grecia fatta dell'ambasciatore mi sembra molto obiettiva, e sicuramente la guerra civile è un'opzione inevitabile se non si cambiano le cose. Poi Chrysanthopoulos propende più per la cancellazione del debito greco che non per l'uscita della Grecia dall'€uro, e questo mi convince meno, così come non mi convince, verso la fine, quando dice "less state intervention in the economy will be helpful also" riguardo i cambiamenti socio-economici strutturali sostitutivi dell'austerità. Diciamo che non so leggere se intendesse una riduzione delle tasse (che mi pare auspicabile) o piuttosto "meno stato, più mercato" (che mi pare meno auspicabile).

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    2. Mi chiedevo solo quante possibilità hanno di vedersi cancellare il debito, e poi in merito al secondo punto..esiste ancora qualcosa di pubblico in Grecia?
      Credo che se la situazione peggiorerà (e non me lo auguro) qualcosa di veramente brutto possa succedere. Gli Illuminati europei penso che vogliano aspettare di esser messi davanti al fatto compiuto prima di farli uscire dall'euro. Non credo infine che nessuna riduzione delle tasse possa salvare la Grecia posto che la Troika lo permetta.

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    3. Temo purtroppo (e anch'io non me lo auguro) che la situazione sia destinata a peggiorare. E temo soprattutto che una eventuale ribellione greca venga sedata con forze ONU. Il che, oltre alla devastazione finale di un popolo, creerebbe anche un "precedente".
      Invece l'uscita dall'eurozona, e anche dall'UE, gli permetterebbe anche di cancellare il debito (Islanda docet) e operare qualsiasi scelta economica in assoluta libertà. Ciò non toglie che ripartirebbero da una situazione assolutamente disastrosa e avrebbero davanti un percorso di ripresa durissimo. In questo concordo con Claudio Borghi che dice che per rimettere in piedi la Grecia serve un qualcosa di analogo al Piano Marshall.

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  52. @Prof
    Si ricordi sempre il nome e il concetto di base del suo blog..
    per questi spaghetto-liberisti è giusto che le grandi corporate facciano affari su affari perché so' bravi, capaci e bisogna lasciarli stare.
    i tedeschi sono alti, biondi, con gli occhi azzurri e quindi meritevoli di tartassarci.
    Ma lei non può fare qualche migliaio di € (per dire! con un libro di informazione..
    ECCO, il libero mercato esiste per tutto tranne per monete e per lei.
    Perché lavorare come un negro per scrivere un libro divulgativo e guadagnarci i soldi per una vacanza?
    AHAHHAHAHAHAHA

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    1. Ripeto: perché con i libri non si fanno i soldi, e quando voglio fare i soldi mi limito ad accettare lavori di consulenza. Questo libro, poi, in particolare, ha comportato, sta comportando, e comporterà (come vedrete) più spese che incassi. Ma a me sta bene così. Compatisco gli imbecilli che non sanno come va il mondo.

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  53. GRECIA: DISTRIBUITA FRUTTA GRATIS, FERITI NELLA CALCA DELLA GENTE

    http://icebergfinanza.finanza.com/2013/02/13/grecia-assedio-europeo/

    ATENE (IRIB) – Solo qualche anno fa nessuno avrebbe creduto che nella bella e assolata Grecia la gente si possa ferire nella calca creatasi per prendere un chilo di frutta fresca.

    In pratica, gli agricoltori greci, ieri 6 Febbraio, hanno deciso di distribuire 55 tonnellate di frutta tra la gente in segno di protesta. Ma probabilmente non immaginavano che alcuni si sarebbero fatti male per prenderla. E' andata male pure al giornalista di BBC che quando si e' avvicinato per riprendere e' stato preso a colpi di cavolfiore.

    Forse la cosa piu' intelligente da fare e' proprio quella di chiedersi come la Grecia ed ascoltando le direttive di chi e' giunta a questo punto.Che non sia mai ma l'Italia potrebbe fare la stessa fine? Non dovrebbe trarre le sue conclusioni prima che sia troppo tardi?

    (GUARDA IMMAGINI)


    Speriamo che la storia dichiari in maniera inequivocabile il fallimento di questa assurda DITTATURA DELLA FINANZA e che queste persone vengano ricordate come CRIMINALI IDEOLOGICI che hanno distrutto popoli interi…

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  54. Vorrei conoscere questo valsandra per chiedergli se conosce il significato di termini italiani come:


    DOVERE, RESPONSABILITA’, SENSO CIVICO, LAVORO, ETICA, IMPEGNO, COSCIENZA, GIUSTIZIA, DEMOCRAZIA, SERIETA’, CURA, PARTECIPAZIONE, APPARTENENZA, ONESTA’, CONSAPEVOLEZZA, GIUDIZIO CRITICO, CONOSCENZA, SCIENZA, COMPRENSIONE, PENSIERO, INTELLIGENZA, PATRIA, FAMIGLIA, COSTITUZIONE, PAESE, ITALIA.

    Eppure sono termini ITALIANI, non UCRAINI, dovrebbe conoscerne il senso, se non lo conosce gli consiglio di leggersi un buon vocabolario d’italiano, ma soprattutto devo dirgli che l’EURO lui se lo merita proprio tutto, speriamo che non debba provare anche quello che hanno vissuto i suoi nonni

    solo 70 anni fa.

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  56. @Lettore Occasionale
    paradossalmente svalutando, ripartendo l'economia e cmq avendo meno problemi di prezzo, ritornerebbe la visione di "più qualità".
    per assurdo bloccare i cambi mi pare il miglior modo per non investire in qualità..

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  57. grillo su sky domenica 17 alle 20 e 30 e replica su cielo alle 21

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  58. Spero di poter assistere prima o poi a un dibattito televisivo tra Boldrin e Er Cavajere Nero.

    Ne farei un CD e lo conserverei nella videoteca. Ho giusto uno spazio tra Pulp Fiction e Kill Bill.

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  59. Segnalo una significativa intervista ad un ambasciatore Greco, decisamente lucido e consapevole a proposito del ruolo giocato dall'euro nella tragedia del suo paese
    http://millstonenews.com/2012/12/ambassador-leonidas-chrysanthopoulos-on-the-greek-economic-crisis-could-this-greek-tragedy-lead-to-civil-war.html

    Benedetto

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  60. @ Valsandra

    Di certo sovranità monetaria + cambio equo contribuirebbero, ma esistono dinamiche non solo europee, frutto della deregolazione finanziaria, che potrebbero essere combattute solo con un nuovo periodo di repressione finanziaria globalizzata - il libro del prof mi ha dato splendidi argomenti nelle conversazioni con i miei colleghi yankee. Uno a contatto quotidiano coi piranhas (i venture capitalists) si è lamentato che oggi se non esistesse la risonanza magnetica e tu arrivassi dal finanziatore col tuo bel progetto, parlando dell'impatto di medio periodo nella diagnostica medica, non verresti finanziato. Dirgli "It's the financial deregulation, baby" non solo è stata una bella soddisfazione, ma ha fatto nascere una conversazione in cui, unendo i puntini, è venuto fuori che l'era dei grandi avanzamenti tecnologici è coincisa nei fatti con quella della repressione finanziaria.... e che nessuno tiri fuori come prova contraria la mappatura del genoma umano...

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  61. Nel pezzo di Cori Modigliani sulla crisi greca di questi giorni si dice:"...Siamo venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of Sctoland, la quarta banca al mondo) hanno presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza della BCE che all’ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%..."
    Qualcuno sà se questo rapporto è stato presentato davvero?

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    1. Può darsi, ma la fonte è piuttosto incline al complottismo spinto, e poi, scusa: c'è bisogno di una simile task force per provare l'ovvio? E, di converso, forse che una simile task force è in grado di creare o orientare una volontà politica? La risposta è no in entrambi i casi, il che fa capire che certe volte si scrive per informare, e altre per vellicare il pubblico con notizie irrilevanti se vere, e irrilevanti se false (del resto, irrilevante cosa vuol dire?).

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  62. Ha ragione prof.
    Certo che sti callipigi sono proprio delle t.t.d.c. (temerarie teste di c....)
    Scusi lo sfogo...

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  63. http://www.ilsussidiario.net/News/Impresa/2013/2/9/J-ACCUSE-Preti-Bocconi-le-imprese-italiane-restano-ostaggio-della-Germania/3/361876/

    Interessante intervista al mercatista bocconiano prof. Preti, piddino (probabilmente) e Pudino (sicuramente), ma con qualche dubbio che vien fuori qua e là. L'ultima risposta non farà piacere al rettore della sua università (vedi link).

    Di seguito le risposte più incredibili e inquietanti, zeppe di luoghi comuni. Notevole la citazione dell' "euro a tasso fisso".

    D L’export potrebbe diventare la voce principale della nostra economia?

    R I cosiddetti Paesi emergenti hanno moltiplicato il proprio tasso di crescita quasi esclusivamente esportando (anche se, spesso, come in Cina, il tenore di cittadini è rimasto a livello di Terzo Mondo): lo stesso potrebbe accadere anche in Italia. Grazie soprattutto alla globalizzazione.

    D In ogni caso, pure i consumi interni dovranno ben riprendersi. In caso contrario, vorrà dire che non saremo ancora usciti dalla crisi.

    R Vede, il calo dei consumi interni, a dire il vero, è più un problema per le imprese che per i cittadini. Indubbiamente gli italiani comprano meno di prima; m, mentre in Grecia iniziano a esserci bambini denutriti, o persone obbligate a scaldarsi bruciando delle piante perché non hanno i soldi per pagare il riscaldamento, da noi il fenomeno è notevolmente meno preoccupante. Per anni il nostro tenore di vita è stato decisamente superiore alle nostre possibilità. Ora, semplicemente, siamo stati costretti a ridimensionarlo. Ma restiamo distanti – ovviamente, in media – dai livelli di sussistenza minima.

    D Uno dei freni principali alle esportazioni è l’euro troppo forte. In che modo la politica monetaria può venire incontro alle esigenze del commercio estero?

    R Ci sono due strade: un Paese può uscire dall’Euro, ma gli svantaggi supererebbero di gran lunga i vantaggi; oppure, attraverso la BCE, iniziamo a dotarci, finalmente, di una politica monetaria europea comune, cosa di cui qualunque grande aggregato economico dispone. Su questo fronte, finora, siamo molto indietro.

    Come mai?
    A causa degli ostacoli posti dalla Germania. Che pur dandole atto di aver dato vita a riforme strutturali imponenti, da questo stato di cose è il Paese che ci guadagna di più. Per i tedeschi, infatti, l’Europa rappresenta ancora il mercato principale. Dopo anni di esportazioni , la sua moneta, come normalmente avviene, si sarebbe dovuta rivalutare, mentre quella dei paesi che importavano dalla Germania si sarebbe dovuta svalutare. Questo processo non è avvenuto grazie alla presenza dell’euro a tasso fisso.



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  64. La Grecia non credo uscirà dall'euro prima delle elezioni tedesche, faranno di tutto per tenerla dentro fino ad allora.

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  65. @Lettore occasionale..
    sono d'accordissimo, discutevo in generale.
    la regolamentazione finanziaria e la separazione delle banche per funzione è una cosa da ripristinare.
    Per esempio.. se le banche commerciali non potessero fare certi investimenti finanziari una quota maggiore di raccolta bancaria dovrebbe essere girata per le attività produttive.
    touché!
    domanda: questo abbasserebbe o alzerebbe i tassi reali per le aziende?
    io immagino che la cosa sarebbe positiva.
    Ad ogni buon conto, è proprio quando si toglie buona parte del fattore "prezzo" che si guarda maggiormente al fattore "qualità".
    E tutto questo senza deprimere l'economia

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  66. Professore ho ascoltato con interesse, nell' ambito del coloquio con Lidia Undiemi, il passaggio nel quale lei sostiene che ci sono indizi di una volontà di sganciamento "dall' alto" da parte della Germania.

    Poi ho letto l' ultimo post di Voci dalla Germania, dal quale si evince che la Germania e altri paesi del nord si sentono come delle mucche da mungere, ovviamente in favore dei porci del sud, essendo, sempre secondo loro i più grandi contribuenti netti del bilancio europeo, più che proporzionalmente rispetto al loro Pil.
    Questo nonostante, il bilancio 2014-20 sia stato per la prima volta e nel mezzo di una terribile crisi economica decurtato di 90 miliardi all' anno ( austerità e crescita...viva, viva !)

    Cosa dice ? si comincia a preparare il terreno ? E' questo clima mediatico, unito alle solite invettive dell' establishment tedesco che le fanno pensare ciò ? O per caso ha parlato con qualche insider Aristiden della crucconia ?

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  67. @Flavio Cavaterra
    Immagino la cosa..
    la Grecia esce, svaluta del 40% e oltre (che 30... che 30!) e l'economia dopo 3 mesi si riprende.
    il PIL incomincia a crescere, l'occupazione pure.
    l'inflazione cresce di poco (tanto con quella disoccupazione chi chiede stipendi maggiori?).

    che si fa? ritornano all'euro? ahahahhahahahahah
    esce la Grecia e l'euro avrebbe i gg contati..

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  68. @Saverio
    non è l'unico (il prezzo come fattore..) però alla fine il cambio rappresenta una sorta di bilanciamento tra prezzi e qualità.
    Si ammette di pagare una golf 2k e in più ma vorrei vedere se costasse 4k £ in più.. e visto che la VW non aumenterebbe i prezzi del 25% ma meno della metà succederebbero due cose:
    1) le altre case venderebbero di più e quindi avrebbero più fiato
    2) la VW venderebbe di meno
    3) la VW smetterebbe di avere sovraprofitti e addio extra investimenti..

    poi voglio vedere nel giro di 7 anni se la FIAT non ricomincerebbe a proporre prodotti di qualità.. ecco...
    il succo delle teorie di Verdoorn io la vedo in questo ragionamento (poi posso sbagliarmi)

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  69. Provo a imbastire una parvenza di dimostrazione. Il caso è quello del cambio quotato incerto per certo. Quindi per ipotesi
    elasticità delle esportazioni al cambio = (ΔX / X)(E / ΔE) = ε >0
    elasticità delle importazioni al cambio = (ΔM / M)(E / ΔE) = ε* <0
    Mi chiedo sotto quale condizione una svalutazione della moneta nazionale rispetto a quella estera migliora il saldo della bilancia commerciale.
    Ipotesi: si parte da una situazione di equilibrio PX = E P* M.
    Sotto quale condizione si arriva, dopo una variazione del tasso di cambio, a PX > E P* M ?
    Si parte da X = (E P* / P) M
    L'analisi è di breve periodo e quindi posso supporre i prezzi costanti.
    Allora (E P* / P) è la nuova variabile E
    Considero le variabili in forma logaritmica (denotate in caratteri minuscoli). Date le proprietà dei logaritmi, risulta x = e + m
    Derivando rispetto al tempo e ricordando che d(log x )= dx/x, cerco la condizione per cui
    dx/x > de/e + dm/m
    Moltiplico entrambi i membri per e/de, ottenendo
    (dx/x)(e/de) > 1 + (dm/m)(e/de)
    ovvero ε > 1 + ε* (per come ho definito ε e ε* all'inizio).
    Dunque ε - ε* > 1
    Ma ε* (elasticità delle importazioni al cambio) <0 per ipotesi.
    In caso di svalutazione della valuta nazionale -ε* è positivo e allora
    ε + ε* > 1
    Riguardo a certi commenti che sono arrivati, due cose non ho capito:
    1) perché è tanto difficile capire che una svalutazione della nostra moneta rende i beni esteri relativamente meno convenienti;
    2) perché è tanto difficile capire cosa è successo nel 1992 al saldo della nostra bilancia commerciale. Basta trovare e osservare con attenzione un grafico che rappresenti l'andamento della bilancia commerciale italiana nel corso degli anni. Per diversi anni prima del 1992 tale saldo è negativo (le esportazioni sono minori delle importazioni). La lira si sgancia dallo SME, la sua quotazione in termini di altre valute può fluttuare e ... IL SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE ITALIANA CAMBIA IMPROVVISAMENTE ANDAMENTO, con una variazione impossibile da non vedere. Che il problema sia il fatto che a volte l'evidenza non è abbastanza evidente?

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    1. (e questo lo dedichiamo ai saputelli della J-curve, che asfalteremo con calma).

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    2. Bah... a me sembra solo una conseguenza logica del fatto che deprezzandosi la valuta, chiaramente il tuo potere d'acquisto verso l'estero diminuisce e viceversa aumenta il potere d'acquisto dell'estero verso i tuoi beni, tendendo poi ad una redistribuzione degli scambi tesi a riequilibrare la bilancia commerciale attraverso il sistema monetario e viceversa.

      La condizione di M&L credo sia ovviamente legata al fatto che scrivono in un sistema monetario dominato dallo standard aureo, ma in un sistema di cambi fluttuanti l'allineamento avviene in maniera graduale e automatica (guerre valutarie a parte), dunque non perché stai con l'acqua alla gola e non riesci più a far quadrare il cerchio dei conti pubblici e della speculazione monetaria.

      Penso che queste siano cose piuttosto chiare e la volontà politica di un cambio fisso si giustifica solo con la "paura del capitale" di subire una perdita sullo stock dovuta a svalutazione/inflazione, ma che nel grande quadro sarebbe compensata dalla maggior liquidità immessa nel sistema che andrebbe comunque a mantenere lo stesso livello di benessere economico.
      D'altra parte, se non si inflazionasse via il debito, difficilmente potrebbe mai essere ripagato se non fortemente contraendo l'economia, rallentando di fatto la crescita. Boh, sarà che non capisco 'na mazza, ma mi sembrano cose abbastanza ovvie, secondo i miei tre neuroni.

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  70. @Alberto Lattuada
    oh, ottimo intervento!
    un mio amico un mese e mezzo fa per farmi ridere mi ha inviato un grafico della bilancia dei pagamenti americana.. e mi diceva: "guarda come funzionano bene i cambi fissi!"

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  71. Prof, grazie mille. Ora ho più strumenti per combattere la collega materieprimista. Mentre leggevo il post mi è proprio parso di scorgere (alla lettera) tutti i commenti che mi fa. Ora posso salvare il portatile (che meditavo di lanciare nella sua direzione, così, distrattamente) e cercare di portarla a più miti consigli, usando gli specchietti e le formulette.
    Sperando di non farLa sfigurare :(

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  72. Posso provare a dire una cosa banale che al momento mi risulta poco chiara?

    Se tutti fanno la guerra valutaria contro l'€uro allora l'€uro si apprezza rispetto alle altre valute. Ma se l'€uro non esistesse e tutti i paesi europei avessero una sovranità monetaria, allora potrebbero difendersi dalla guerra monetaria svalutando a loro volta la loro moneta e rendendo quindi la guerra un gioco a somma zero??? il mio ragionamento è giusto?

    Cioè se tutti gli Stati hanno sovranità monetaria allora le guerra valutarie sono inutili. Per favore se ho detto una cosa errata correggetemi.

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  73. @Laura Di Lucia
    se uscissimo dall'euro svaluteremmo del 10% rispetto al dollaro e indovinate un po'... le materie prime si pagano in dollari e non in marchi.
    quindi alla sua collega materiaprimista una bella pernacchia la può fare tenendo conto che abbassando di un po' le accise il prezzo della benzina aumenterebbe di poco.
    e non solo: molti si girerebbero le balle e si convertirebbero al solare.. solare che ovviamente sarebbe prodotto totalmente da noi (visto che quello tedesco costerebbe il 25% in più).
    Ci sarebbe una conversione energetica bestiale e un ulteriore miglioramento della bilancia dei pagamenti.

    PS: senza tenere conto per questi pirla che rilanciando l'economia i salari/stipendi riprenderebbero a crescere.. tre volte pirla!

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  74. Grazie prof.
    Con questo post mi ha schiarito le idee sul lavoro del suo amico Tony :
    "Modelli di crescita limitata dalla bilancia dei pagamenti: storia e panoramica"
    Certo è ancora fuori dalla mia portata, specialmente la parte matematica.
    Però da quello che ho capito rappresenta la ricerca di un equilibrio di lungo termine della bilancia dei pagamenti, e visto che lei viene citato in questo paper, magari lo possiamo considerare il papà dell' External Compact, o è il contrario? :-)

    Scusi per O. T., però mi sorge un dubbio.
    Tempo fa mi aveva confermato che le esportazioni e quindi le importazioni, come la moneta, sono endogene perché dipendono dalla domanda estera. Ma se penso all'inflazione, che può aumentare o diminuire in base all'aumento o alla diminuzione dei consumi che fanno aumentare o diminuire i prezzi (quindi direi endogena) ma che può anche aumentare per uno shock, tipo crisi petrolifera di fine anni 70 (quindi esogena? ), non riesco a capirne la natura. È asessuata come gli angeli ( endogena / esogena) ? O sono io che non ci arrivo? Dove sbaglio?

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    1. Parti dal principio che il tasso d'inflazione è misurato su un paniere di beni, ergo ti dice quanto aumenta in base a quel paniere.

      Ora, l'inflazione, ti aumenta per tre semplici motivi:

      1. aumentano i costi di produzione a causa del cambio sfavorevole e quindi materie prime e semilavorati costano di più all'impresa e ciò si riflette sul prezzo finale del bene.
      Questa fase è in ritardo rispetto alla svalutazione perché si può presumere che la maggior parte dell imprese, al momento della svalutazione, abbiano già acquistato al vecchio tasso di cambio i fattori di produzione per il bene che stanno producendo, per cui interviene eventualmente al successivo riapprovvigionamento. Certo, a qualcuna può pure capitare d'avere la sfiga che le due cose siano concomitanti. Amen.

      2. La svalutazione viene decisa perché sono finite le riserve di valuta estera, vd speculazione monetaria, oltre alla concomitante necessità di coprire il disavanzo pubblico e l'opzione titoli di stato a copertura sarebbe troppo onerosa per un saggio d'interesse troppo elevato o per un buco troppo grosso che riporterebbe ad un interesse troppo alto.
      Allora ecco che VIENE DECISO di svalutare, cioé la BC rompe gli accordi sul tasso di cambio ed immette liquidità per far fronte alle necessità. In cambi fissi, la BC non immette liquidità a piacimento, ma tende a controllare semplicemente M0, cioé la base monetaria. L'aumento di liquidità, se entra direttamente nel sistema economico aumentando il potere d'acquisto delle famiglie, alza la domanda aggregata di beni e servizi a cui risponde un aumento dei prezzi, più che un aumento della produzione. Anche questo passaggio avviene con un certo ritardo rispetto alla svalutazione.

      3. Altro elemento che incide sul prezzo finale del bene dipende infine dal sistema del credito, che dall'imminente svalutazione/inflazione sa che avrà un minor ritorno di rendimento dall'attività commerciale in essere e così, in un continuo trade off tra competività e rischio svalutazione, potrebbe chiedere un tasso d'interesse maggiore aumentando i costi di produzione. Questo può avvenire anche prima della svalutazione, dato che gli agenti "finanziari" sono vecchie volpi e dunque l'effetto avviene in base all'aspettativa sulla svalutazione.

      4. La crisi che citi non ebbe a che fare col cambio o con politiche keynesiane, ma fu un calo della produzione arbitrariamente deciso dall'OPEC per far aumentare i prezzi.
      La cosa si risolse da sé, non tanto per le politiche deflazionistiche (anche se contribuirono perché contrassero ulteriormente la domanda), quanto per il fatto che l'elasticità della domanda per il petrolio è nel lungo molto maggiore che nel breve, per cui se nel breve la cosa viene subita, nel lungo molti passarono ad esempio all'impianto a metano, GPL, energie alternative e via dicendo, costringendo l'OPEC a ribassare i prezzi per il conseguente crollo della domanda e dunque minor quantità venduta, ergo minori profitti.

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  75. Capisco che sia confuso dal non-sense di questo commento, ma lo stesso aveva i seguenti scopi: schiarirmi le idee buttandole un po' giù per prepararmi alla crociata pd-pdinno-pd-di-no-pude; farle i complimenti per i suoi articoli accessibili anche ai profani come me.

    Saluti,
    Matteo

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  76. Il Negramaro mi ha fatto vincere l'inibizione dall'astenermi.
    Una considerazione, forse ovvia ai più ma non per me, giusto per capire quanto ho capito, se idiota ditelo che torno a rileggere.
    Mi pare chiaro che è impossibile pensare di poter attuare una politica monetaria comune in Paesi con una BC diversa, non solo di valutazione/svalutazione, ma anche di entità di tali "ritocchi".
    Come è possibile che nessuno, dai padri fondatori fino ad oggi, tenga in considerazione questa teoria?
    Come sperano possa funzionare una moneta unica? Davvero controllando semplicemente l'inflazione?
    Temo mi stia sfuggendo qualcosa.

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  77. A proposito del PUDE:
    http://m.youtube.com/watch?v=QOkFER1Ogbc

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  78. Salve proferssore
    Mi interesserebbe la sua opinione su due temi:
    Primo quesito sul valore delle esportazioni. Secondo lei sono effettivamente un beneficio? Non sarebbe migliore un sistema rivolto a massimizzare la produzione interna per il consumo domestico e limitare le importazioni alla sola funzione di scambio per l'acquisto di beni e servizi irrinunciabili per il benessere ed il funzionamento del paese (energia, materie prime etc.)?
    Secondo; non ritiene che una volta usciti dalla moneta unica la nuova moneta non e' detto che si deprezzi? La lira si svaluto' rispetto al marco quando uscimmo dallo SME ma penso che si debba considerare che allora non avevamo marchi sui conti bancari in Italia. Una volta reintrodotta la lira penso possa essere piu' probabile un iniziale apprezzamento di questa visto che dovremo vendere i nostri euro per fare i pagamenti nella nuova valuta che sara' "scarsa" in principio.. Sostanzialmente non sarebbe corretto guardare quindi a cosa avvenne nel passaggio lira -euro quando l'euro si apprezzo' costantemente sulle altre valute fino al 2008?

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    1. Guardi, lei legge da poco questo blog quindi non sa che fine fanno i "professorechennepensa". Inoltre lei è evidentemente Memmetaro. Però è una persona cortese, quindi la invitiamo a salire a bordo. Ora però si faccia un giro nelle istruzioni per l'uso, dove sarà contaminato da quella misteriosa sostanza che è la scienza economica, e potrà agevolmente rispondersi da solo. Buon lavoro e buon proseguimento.

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    2. Come ha detto lei cercavo solo una gentile risposta ad una domanda gentile(a proposito grazie per la tempistica).. Non vengo da nessuna religione particolare cmq non si preoccupi..sono solo interessato a soluzioni concrete al disastro che ci circonda! Ci sono particolari passaggi di cio' che mi ha consigliato di leggere che dovrei approfondire per i punti che ho sollevato? Un saluto

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  79. Salve Prof. Bagnai,
    ho avuto modo di conoscere questo blog tramite un mio carissimo amico che studia nel vostro Ateneo e devo ammettere che le sue teorie sul vantaggio dell'uscita dall'euro mi convincono sempre di più. Sono laureato in Economia Aziendale e mi sto specializzando in Consulenza e management aziendale (economia si, ma ambito aziendale). Ho avuto sempre un debole per la macroeconomia alla triennale e la condizione di Marshall-Learner ho avuto ben modo di conoscerla durante gli studi sul modello IS-LM e Mundell-Fleaming. Quindi mi trovo pienamente d'accordo su quello che Lei ha scritto. Ho letto solo gli ultimi 3-4 articoli del suo blog, quindi mi scuso anticipatamente se la risposta c'è già (al limite me la indica). Ho una domanda al riguardo uscita dall'euro. E più opportuno uscire subito dall'euro da come mi pare di capire da quel poco che ho letto di quello che ha scritto, ma se come sostiene lei la politica è totalmente(o quasi totalmente) controllata dal PUDE, come diamine dobbiamo fare ad uscire da questo sistema euro e europa???Fino al momento in cui stara bene alla Germania, non possiamo sperare in una naturale disgregazione della moneta unica, quindi prima che ci impoveriamo definitivamente, forse è opportuno agire prima.
    Grazie per la sua attenzione

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  80. Grazie Prof. Bagnai! Questo post mi è stato di grande aiuto, l'avessi letto prima, l'altra sera son stato massacrato da 4 piddini materieprimisti che fra l'altro sostenevano che in Italia non ci sia più manifattura!!

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  81. Qualcuno sa dirmi (o indicarmi dei dati da cui trarre deduzioni) se la condizione di Marshall-Lerner porterebbe vantaggio anche alla GRECIA, per quel che riguarda un'uscita dall'euro?

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    1. La vulgata è che in Grecia le esportazioni sono diventate poco elastiche ai prezzi relativi perché la base industriale è stata distrutta, e quindi le condizioni di Marshall-Lerner non si applicherebbero.

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