Non mi piacciono i fari delle macchine, sembrano occhi che mi fissano malvagi.
(also sprach Uga...)
(...sotto: la Mirabelle dans tous ses états, da Jenny 'a carogna a Place de la République. Io posto, mentre Rockapasso tenta una improbabile difesa d'ufficio della viola da gamba. Pratica archiviata da tempo. Andrà anche bene per quel diversamente virile di Forqueray, ma per Frescobaldi ci vuole il basso di violino...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Dal che deduciamo che è tornato a casa sano e salvo non ostante le bùfere...
RispondiEliminaNon sono un astrologo ma... il 5 marzo sono nati sia Flaiano che Pasolini. Del primo, per me un perfetto sconosciuto, andrò a cercarmi questi benedetti Diari notturni. Del secondo, solo sconosciuto perchè diventato un santino, questi benedetti Scritti corsari (citati entrambi spesso da Alberto). Sarà superfluo, ma pongo un domanda, forse retorica qui, ma inderogabile fuori da qui. Come mai, leggendo un Intellettuale come Bagnai o Pasolini, a parte alcuni passaggi lievemente criptici, lo sforzo del capirne il messaggio non è paragonabile alla difficoltà corporea di una lettura interrotta da occhi lucidi, respiri affannosi, singhiozzi provocati dal sentire "semplici" parole di verità? Occorre molto più sforzo accettarne la verità che comprenderne il significato. Scusate la fonte, ma leggendo integralmente questo, ho provato alcune delle turbolente emozioni che provo a stare qui. Ringrazio Barbara Tampieri (Lameduck) che su twitter che mi ha stimolato alla lettura: ovviamente quando c' è fiducia non temi di perdere tempo o, peggio, di confonderti.
RispondiEliminacioè, un entra sul blog per...
RispondiEliminae mi viene fame (gola)
...nel girone dei golosi c'è l'€? ...mi sa di si
per ovvi motivi
Chapeau a Uga, due endecasillabi sdruccioli (a maiore) perfetti. Mi sa che all'università non studierà economia.
RispondiEliminaSperiamo: un altro blog... Non ce la posso fa.
EliminaMa sei sicuro dei due sdruccioli?
Il secondo no. Però quant'è bello lo sdrucciolo: così discorsivo...
Eliminalo sdrucciolo è bellissimo! impagabile!
Eliminaroberto diceva due... m'aveva scosso.
bene, torno quieto...
La metrica è bella perché arbitraria. Se fosse stato Dante a scrivere questo distico, i metricologi avrebbero stabilito che l'accento tonico finale sarebbe caduito sulla prima /a/ di "malvagi", così i conti sarebbero tornati
EliminaEndeca-sillabi? Di metrica e poesia sono solo un amatore, forse sbaglio a contare?
EliminaComunque mi piacciono.
E se il padrone di casa mi fa passare un commento che formulo con animo costruttivo, oso indicare che a me occhio ed orecchio suggeriscono l'elisione della "o" in "sembrano"...
@Enrico
EliminaSinèresi, you know...
Grazie Alberto, non conoscevo il termine, anche se conoscevo l'effetto sonoro nella recitazione.
EliminaStimolato dalla tua indicazione, sono andato ad approfondire, ed ho scoperto che il termine preciso per questo caso di vocali contigue in parole diverse è sinalefe, mentre sineresi si usa per vocali contigue nella stessa parola.
Una volta di più si conferma che in questo blog se ci si impegna si impara sempre!
Yes. Dieresi sineresi interno della parola
EliminaDialefe sinalefe esterno della parola.
È il minimo che un attore deve sapere per poter contare le sillabe per dire correttamente i versi. Ma anche questa è pratica che si sta perdendo perché invasi dallo strasberg - stanijslasvkj (mal compreso) in nome della solita esterofilia con annessa autoflagellazione e disconoscimento del patrimonio nostrano. Si salva ancora lo stage di commedia dell'arte perché soleri fa ancora molto radical...
Volevo far notare il bel ritmo di Uga, ma sono stata autorevolmente preceduta.
RispondiEliminaE la similitudine "rende".
Cmq, sì, a me son sbagia'. Che cantonate si prendono, quando ci s'entusiasma.
EliminaE non è nemmeno tua figlia...
EliminaHo compiuto un passo esistenziale: ho smesso di provare a convincere i piddini; oramai li sfotto e basta, mettendo in evidenza alcune leggere lacune della loro logica (o assenza di).
RispondiEliminaPer il secondo endecasillabo occorre apocopare "fissano" in "fissan", ma diventa sdolcinato come la pasta per il culetto dei bimbi. Il ritmo dell'endecasillabo rimarrebbe comunque zoppicante.
RispondiEliminaIl ritmo infatti lo fa assomigliare ad un decasillabo "sembran occhi che fissan malvagi" togliendo il "mi".
Un po' come in manzoniano "Soffermati sull'arida sponda".
Vabbé, pensieri in libertà, ma auguri alla futura poetessa che ha sicuramente del talento.
Forse dovrei precisare che Giulia non voleva fare una poesia. Semplicemente, quando lei parla È poesia. Non le sarebbe mai venuto in mente di scrivere in versi, e infatti io non ho messo la cesura del verso.
EliminaTiziano io li rimando alla pagina 777 per i non capenti, perché mi sono rotto. Ma vedo che per i non piddini è ancora più arduo. Ma ora passiamo a cose più importanti. Spero che Uga non me ne voglia.
RispondiEliminaVariazione sull'aria di Uga
Non mi piacciono i fari delle macchine,
sembrano occhi che mi fissano malvagi.
No. Non voglio vederli!
Di’ al sole che venga
Che non voglio vedere
La loro luce abbagliante
Che spegne ogni forma.
Ditelo ai gelsomini
Con il loro piccolo bianco.
(f.to Grazi.a Lorca)
Utilizzo questo post per esprimere un mio pensiero: fotografare il cibo, in generale (non ovviamente in questo caso), è un'attività decisamente eurista. "io ancora non l'ho nemmeno assaggiato ma è sicuramente la cosa migliore che sia mai stata prodotta sulla superficie sferica della terra (di solito perché l'ho cucinata io che faccio la foto oppure, peggio, perché il ristorante nel quale mi trovo me l'ha messa davanti e a meno che non ripeta la scena finale de "I laureati" dovrò pagare per la scelta fatta)" questo è il pensiero subconscio sottostante a una semplice foto. Nelle trattorie più becere di Roma fortunatamente nessuno lo caccia fuori (lo smartphone).
RispondiEliminaTu pensi così?
Eliminadipende dal vino
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