giovedì 19 marzo 2015

Paths - Percorsi


We plot on the horizontal axis per capita GDP (US dollars at PPP), on the vertical asset the net foreign assets-to-GDP ratio (%). When a countries moves to the right, its inhabitants earn more on average. When it moves down, its domestic sectors (households, firms, government) becomes more indebted with foreign creditors.

We measure these variables in four different years for eleven Eurozone countries: 1999 (the beginning), 2004 (start of the Hartz III reform in Germany), 2008 (the Lehman crisis) and 2013 (latest data available for the NFA to GDP ratio), and we join the data points in order to make the patterns easier to read.

Some countries moved down over time (i.e., they became more indebted with other countries): Greece, Portugal, Spain, Italy, Ireland, France. At the end of the period, in at least four of these countries the income was falling (the line bends leftwards): Greece, Spain, Italy and Ireland (in Portugal income is not rising...).

Some other countries have moved up (became less indebted or accumulated net foreign claims): Austria, Belgium, Netherlands, Finland and of course Germany. In one of them (Finland) income was decreasing at the end of the period considered. In some others (the Netherlands) income growth during the crisis stopped. Only Germany and (partly) Austria experienced a satisfactory growth in the crisis years.

Summing up, Eurozone countries are diverging both in financial terms (some gets more indebted and - or because - some other become more rich), and in real terms (the convergence between the level of incomes slowed down because a number of countries falled behind, including at least a country that was able to become a net foreign creditor: Finland).

Needless to say, this is only the economic side of the question...

(un volontario traduca per i diversamente europei, grazie. Ora dormo...)

18 commenti:

  1. TRADUZIONE DEL POST: (sperando di non aver preso fischi per fiaschi)

    Sull’asse orizzontale è tracciato il PIL pro capite (espresso in dollari americani a Parità di Potere d’Acquisto - PPA http://en.wikipedia.org/wiki/Purchasing_power_parity ) mentre sull’asse orizzontale la posizione finanziaria netta sull’estero in rapporto al PIL (espresso in percentuale). Quando un paese si muove verso destra il PIL pro capite aumenta e i suoi abitanti guadagnano in media di più. Quando invece un paese si muove verso il basso vuol dire che il suo settore interno (famiglie, imprese, amministrazione) si sta indebitando di più verso i creditori internazionali.

    Nel grafico di cui sopra sono misurate queste variabili di undici paesi dell’eurozona in quattro differenti anni: 1999 (adozione dell’euro), 2004 (partenza della riforma Hartz III in Germania), 2008 (scoppio della crisi Lehman negli USA) e infine nel 2013 (ultimo anno in cui sono reperibili i dati della posizione finanziaria netta sull’estero in rapporto al PIL). I puntini sono stati uniti per rendere più agevole la comprensione dei percorsi economici dei singoli paesi.

    Alcuni paesi nel corso del tempo si muovono verso il basso (ovvero diventano più indebitati con altri paesi): Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda, Francia. Alla fine del periodo in almeno quattro di questi paesi il reddito si mostra in discesa (la linea corre verso sinistra): Grecia, Spagna, Italia e Irlanda (in Portogallo il reddito non aumenta…).

    Altri paesi invece si sono mossi verso l’altro (diventano meno indebitati o accumulano crediti esteri netti): Austria, Belgio, Olanda, Finlandia e ovviamente la Germania. All’interno di uno di essi (Finlandia) il livello del reddito stava scendendo alla fine del periodo considerato. In altri (Olanda) la crescita del reddito durante la crisi si ferma. Solo la Germania e (parzialmente) l’Austria registrano una crescita soddisfacente durante gli anni della crisi.

    Riassumendo: i paesi dell’eurozona sono divergenti sia in termini finanziari (alcuni diventano più indebitati e - o perché - altri diventano più ricchi) che in termini reali (la convergenza fra il livello dei redditi è rallentata per colpa di un certo numero di paesi rimasti indietro, includendo almeno un paese che è stato capace di diventare un creditore estero netto: la Finlandia).

    Inutile dire che questo è solo il lato economico della questione…

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  2. "on the vertical asset" should be "on the vertical axis", I suppose

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  3. Tracciamo sull'asse orizzontale il PIL pro capite (dollari Americani a parita` di potere d'acquisto), sull'asse verticale il rapporto tra le posizioni patrimoniali nette verso l'estero e il PIL (%). Quando un paese si muove verso destra, i suoi abitanti in media guadagnano di piu`. Quando si muove giu`, il settore interno (famiglie, imprese, governo) si indebita di piu`con il settore estero (creditori stranieri).

    Misuriamo queste variabili su quattro anni per undici paesi dell'Eurozona:
    1999 (l'inizio), 2004 (entrata in vigore della riforma Hartz lll in Germania), 2008 (lo shock Lehman) e 2013 (ultimi dati disponibili sul rapporto tra attivita` finanziaria netta [AFN] e PIL), e uniamo i punti per facilitare la lettura del modello.

    Alcuni Paesi si sono spostati verso il basso col passare del tempo (es, si sono indebitati di piu`con altri Paesi): Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda, Francia.
    Alla fine del periodo, in minimo quattro di questi Paesi il reddito stava calando (la linea si curva verso sinistra): Grecia, Spagna, Italia e Irlanda (in Portogallo il reddito non sta` aumentando...)


    Alcuni Paesi si sono spostati verso l'alto (hanno diminuito l'indebitamento o accumulato posizioni nette verso l'estero): Austria, Belgio, Paesi Bassi, Finlandia e ovviamente la Germania. In uno di questi (la Finlandia) il reddito stava diminuendo alla fine del periodo preso in considerazione. In altri (i Paesi Bassi) l'aumento del reddito si e` fermato durante la crisi. Solo la Germania e (in parte) l' Austria hanno visto una crescita soddisfacente negl'anni della crisi.

    Tirando le somme i Paesi dell'Eurozona stanno divergendo sia in termini finanziari (alcuni si indebitano di piu` e -o perche`- alcuni si arricchiscono di piu`), sia in termini reali (la convergenza tra i livelli di reddito si e`rallentata perche` alcuni Paesi sono caduti all'indietro, incluso almeno un Paese che era stato capace di diventare un creditore netto verso l'estero: la Finlandia.)

    Inutile dire che questo e` solo il lato economico della questione...

    Scusate per i vari accenti e apostrofi, ma la tastiera americana non porta le vocali come quella italiana...

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  4. "Tracciamo sull'asse orizzontale il PIL pro capite (in dollari USA a PPP), sull'asse verticale il rapporto tra le attività finanziarie nette e il PIL (%). Quando un Paese si sposta a destra, i suoi abitanti mediamente guadagnano di più. Quando si muove verso il basso, i suoi settori interni (famiglie, imprese, governo) diventano più indebitati verso i creditori esteri.

    Misuriamo queste variabili in quattro anni diversi per undici Paesi dell'eurozona: 1999 (l'inizio), 2004 (inizio della III riforma Hartz in Germania), 2008 (la crisi Lehman) e 2013 (ultimi dati disponibili per il rapporto AFN/PIL), e uniamo i punti dei dati al fine di renderne i percorsi più facili da leggere.

    Alcuni Paesi si sono mossi nel tempo verso il basso (ad esempio, sono diventati più indebitati con l'estero): Grecia, Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda, Francia. Alla fine del periodo, in almeno quattro di questi Paesi il reddito è stato calante (la linea si piega verso sinistra): Grecia, Spagna, Italia e Irlanda (in Portogallo il reddito non è in crescita ...).

    Altri paesi si sono spostati verso l'alto (sono diventati meno indebitati o hanno accumulato crediti esteri netti): Austria, Belgio, Paesi Bassi, Finlandia e naturalmente la Germania. In uno di essi (Finlandia) il reddito stava diminuendo al termine del periodo considerato. In altri ancora (Paesi Bassi) la crescita del reddito durante la crisi si è arrestata. Solo la Germania e (in parte) l'Austria hanno registrato un crescita soddisfacente negli anni di crisi.

    Riassumendo, i paesi dell'eurozona sono divergenti, sia in termini finanziari (alcuni diventano più indebitati e - o perché - altri diventano più ricchi), che in termini reali (la convergenza tra il livello dei redditi è rallentata perché un certo numero di paesi tornato dietro, incluso almeno un Paese che è stato in grado di diventare un creditore estero netto: la Finlandia).

    Inutile dire che questo è solo il lato economico della questione ..."

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  5. For the precision's sake of courze...

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  6. A occhio, senza pretesa di scientificità, vediamo se si può tentare un commento. La riduzione dei salari corrisponde a una divergenza delle economie più o meno intorno allo spartiacque della posizione di parità con l'estero. Causa e effetto non sono derivabili immediatamente solo dal grafico, almeno sulle posizioni negative. Sopra (o vicino) lo zero, la compressione (o il rallentamento) dei salari ti trascina verso il surplus e questo è ovvio. Sotto lo zero (di una sufficiente misura), c'è una retroazione positiva tra indebitamento e riduzione salariale in condizioni di cambio fisso.
    Balza all'occhio che le riforme, con il loro portato di abbassamento dei salari, se applicate, amplieranno le divergenze tra i paesi, contro l'argomento comune che siano invece necessarie per farci convergere verso un percorso comune. Lo trovo uno dei disegnini più espliciti sul futuro che ci attende a seguire le ricette dei dottor Morte. Troppo precipitoso nella lettura?

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  7. Un esempio davvero magistrale in termini di visualizzazione di dati!

    Degno discendente del capostipite, il grafico di Minard sulla campagna napoleonica in Russia: una fascia che inizia al confine russo-polacco illustra il tragitto dell'esercito napoleonico verso Mosca evidenziando col suo spessore la consistenza numerica durante il percorso. Lungo il cammino di ritorno la fascia è correlata con l'andamento della temperatura.

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  8. Grazie per questa nuova serie di dati.
    Mi pare che sia evidente che molti paesi siano gia' passati attraverso una riduzione del gdp/per capita. Altri (a parte Germania e Austria) disegnano traiettorie che sono prossime al punto di piegare a sinistra. Sembra solo una questione di tempo. Cio' dimostra che e' possibile andare a sinistra facendo politiche di destra! Vedete che il PD ha capito tutto!
    Emblematico il caso della Francia. Per quanto ancora puo' continuare a indebitarsi cosi'? Cosa succederebbe se un paese con gli abitanti della Francia facesse politiche di austerita' alla "monti" per fermare il fenomeno? Altro che crescita in europa. Vabbe' e' una domanda cui non avremo risposta, arrivera' prima la Le Pen.

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  9. Il grafico è molto chiaro, paesi sottoposti alle cure, in modo più o meno importante, si indebitano e continuano a farlo. Olanda, Belgio e Finlandia perdono PIL/cap. anche se migliora l' indebitamento estero. Austria e Germania hanno comportamenti similari.
    Vedo la Francia come anomalia, nel senso che non ha subito cure, fino ad ora, l PIL cresce, rallenta un po' ma meno di Olanda, Belgo e Finlandia, Mi sembrano speculari l' andamento della Francia e dell' Austria. Ovviamente la solita Germania non sembra soffrire (questo è solo il lato economico). Le cause che hanno condotto a tali situazioni, mi sono abbastanza comprensibili ma non del tutto, nel senso che dovrebbero essere approfondite alcune questioni.
    P.S. Grande serata, grande musica e grande musicista il Prof. ieri, mi sono commosso.

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    1. Grazie, ma io ero solo una rotellina dell'ingranaggio. La performance della quale sono fiero è l'accordatura in 3 minuti, resa necessaria dal fatto che l'organo era stato riaccordato la mattina a 440, e io ero a 443 (causa umidità), senza aver potuto accordare (causa preparativi di non so quale ordinazione episcopale). Purtroppo il secondo 8 non sono riuscito ad accordarlo e quindi non ho potuto scatenare la bbestia metallara che è in me.

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    2. Veramente un peccato e comunque credo non sia stato facile suonare con mezzo strumento; spero ci siano altre occasioni a Roma.
      Ecco perchè mi piace il suono di questo strumento; da metallaro a metallaro, anche se ormai ridotto agli sgoccioli.

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  10. Un grafico bellissimo ed illuminante. Grazie.

    Ho avuto qualche incertezza iniziale perché avevo frainteso "livello di reddito pro capite" (dal post precedente) per "salari", invece si tratta di PIL. Quindi una "produzione" e non una "remunerazione del lavoro" (bazzico da poco questi argomenti, mi dispiace).

    La mia unica perplessità è che si potrebbe anche interpretare in chiave "è tutta colpa della crisi del 2008". Dal 2008 al 2013 in tutti i paesi rappresentati - tranne la Germania - i redditi hanno avuto una battuta d'arresto o una diminuzione ("c'è la crisi!").
    Sul fronte indebitamento, invece, alcuni (Austria, Finlandia, Olanda, Belgio e ovviamente Germania) hanno migliorato la loro posizione mentre altri (Portogallo, Grecia, Spagna, Italia, Francia, Irlanda) l'hanno peggiorata ("i paesi virtuosi hanno messo i conti a posto mentre quelli sciattoni si sono incasinati ulteriormente").

    Quindi immagino che i sostenitori del "prendiamo a modello i tedeschi perché sono accorti mentre noi siamo i soliti cialtroni" potrebbero anche veder confermate le loro teorie.

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    1. solo un appunto x Lys, se non ci fossero stati i paesi che andavano in basso gli altri non sarebbero potuti andare in alto.

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    2. http://goofynomics.blogspot.it/2013/01/segare-il-ramo.html

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    3. bel grafichino , solo un po' troppo vecchio vista la situazione attuale , per dirne una emblematica , per avere un piccolo mutuo in banca , la banca chiede una busta paga di almeno 800€ mensili , sanno perfettamente la base dei nuovi stipendi . Ora qui si continua a discutere , tutti continuano a discutere bonariamente , sembriamo tutti dentro una puntata di Peppa Pig mentre il PDC fiorentino ( ops ) detentore della Verità continua a ribadire ' il ditemi pure ma non pretendete che io accetti i vostri suggerimenti , sono l'unto del 40% e nessuno ha il diritto di contraddirmi ' .
      comunque vada le abitazioni in un anno a Genova e provincia hanno perso quasi il 30% del valore e dal 2000 ad ora siamo a più del 50% per piccoli stabili , mentre le ville da 1M € non sono più nemmeno commerciabili . Se lo stato fosse una ditta come la si potrebbe inquadrare ? come si potrebbe inquadrare uno stato dove i giovani sono incentivati a fare percorsi di formazione di 3 mesi alla volta nelle ditte a stipendio 0 ? solo la promessa che una volta finiti forse o magari un'altra ditta li assumerà ? Non siamo cialtroni , ma poveracci senza più nessuna dignità , dove una falsa idea buonista è servità a pochi e creato malessere a molti .
      Poi il fatto che se paesi vanno in alto per forza ci devono essere paesi che vanno verso il basso è tutta una teoria da verificare , nel breve €urismo sicuramente è così , ma nel lungo periodo non regge , o diventerebbe vero l'assunto che tutti i paesi partono con 100 e poi si gioca a monopoli .

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