lunedì 9 marzo 2015

Di che cosa abbiamo bisogno? (appunti per una nuova sinistra)

(da Mimmo Porcaro ricevo e pubblico molto volentieri. Personalmente condivido, nella misura in cui la mia lettura affrettata mi abbia consentito di capire quello che ho letto... Ma vorrei sapere cosa ne pensate voi, per una volta! L'intervento risponde all'addendum scritto sotto a questo post...)



Caro Alberto,
rispondo volentieri alle tue domande, e inizio da quella che riguarda il rapporto tra il “gruppo Fassina” (chiamiamolo così, per intenderci) e il PD: devono continuare a star dentro, oppure devono rompere, e se sì come e quando?
Chiarisco il mio pensiero: non ho detto (e con che diritto, poi?) che il gruppo Fassina deve uscire dal PD sic et simpliciter. Son cose difficili e complesse e solo loro possono capirne bene tempi e modi. Ho solo chiesto (preso atto dell’incompatibilità tra le tesi di Fassina e quelle del suo partito) un gesto di discontinuità che inizi un pur graduale processo di distacco dal PD. Un gesto che potrebbe consistere, ad esempio, nella proposta di costruire assieme ad altri un’associazione politico-culturale, inizialmente compatibile con diverse forme di appartenenza politica, che inizi a concentrare e sistematizzare la riflessione sulle premesse e sulle conseguenze di una posizione anti-euro. E ho chiesto un gesto del genere per due motivi.
Prima di tutto per il suo possibile effetto moltiplicatore e per la sua possibile risonanza internazionale: se nel partito più europeista del paese più europeista si aprisse una crepa di tal fatta, non potrebbe non conseguirne una crescita del dissenso italiano rispetto all’Unione europea ed un rafforzamento delle tendenze centrifughe. 
In secondo luogo perché conosco fin troppo bene la funzione che ha, nella retorica della sinistra italiana, la famosa frase “compagni, discutiamone apertamente e liberamente…”: è un modo per depotenziare e censurare, di fatto, qualunque idea. Se resta una posizione culturale, senza reali effetti sulle scelte politiche quotidiane, anche la più raffinata e articolata delle elucubrazioni rimane tale e, peggio, più se ne parla più la si rimuove. Funziona proprio così. 
A quanto sto dicendo si può obiettare che, almeno per ora, una opposizione interna al PD può intralciare l’azione del governo  più di quanto non possa fare un gracile raggruppamento esterno. E si può aggiungere che è da fuggire come la peste l’ipotesi di uscire dal PD per ingolfarsi subito nella palude della sinistra radicale, e si deve quindi pensare a qualcosa di diverso, più meditato ed articolato. Se si trattasse solo di questo, e quindi solo di una questione di buon senso, di tempi e di modi, potrei dissentire su questo o quel giudizio, ma in fondo non avrei nulla da ridire. Ma non vorrei si trattasse di altro, ossia del fatto che la posizione di Fassina, pur esposta a volte con encomiabile precisione, non sia poi così alternativa alla cultura del PD come appare essere ad un primo momento. Infatti anche una posizione anti-euro, se non si estende alla messa in discussione della nostra appartenenza atlantica, se non si pronuncia apertamente contro il liberoscambismo, se non rivendica la proprietà pubblica in economia e non chiarisce che la coalizione sociale a cui dobbiamo riferirci non è fatta solo da lavoratori dipendenti, rischia, qualunque sia l’intenzione, di servire solo come ruota di scorta nel caso in cui si sia costretti ad inventarsi (cosa tutt’altro che impossibile) un neoliberismo senza euro.
So bene che Fassina (e non solo lui) spesso scrive, al riguardo, cose confortanti, so bene che molte posizioni non possono che maturare col tempo,  ed è per questo che mi sembra giusto fare una apertura di credito, sfuggendo all’insulso “piazzaloretismo”, come lo chiami tu, contro tutto ciò che viene dal PD. Ma mi sembra altrettanto giusto ricordare ai nostri interlocutori (del PD o di qualunque altra formazione o cultura politica) che questioni come quelle sollevate da Fassina non possono essere risolte con un semplice aggiustamento di linea. L’uscita dall’euro non è solo l’uscita dall’euro (e tu, Alberto, lo sai benissimo nonostante quanto dicono alcuni tuoi critici poco inclini alla lettura). Implica una ripresa dell’ipotesi dell’economia mista, cosa che nell’Italia di oggi e nel mondo di oggi difficilmente riuscirebbe a presentarsi come “neocapitalismo” e dovrebbe avere piuttosto tratti “neosocialisti”. Implica una diversa collocazione internazionale del paese, cosa che più di ogni altra impone (come sosteneva, pur se in un altro contesto, Sigmund Neumann, grande e misconosciuto studioso del partito politico), la nascita di nuovi partiti e la ristrutturazione del sistema politico nazionale. Tutto questo non può non cozzare con l’attuale PD e con ogni sua possibile variante futura perché Renzi non è un’escrescenza estranea al corpo del partito, non è figlio del solo Veltroni ma anche dei Bersani e dei D’Alema.
Il tempo ci dirà presto se quella di Fassina e dei suoi amici  è prudenza o inconseguenza o altro. Ma intanto conviene chiarire, a loro e a noi, che i rischi di un esito minoritario di un’uscita dal PD (e di qualunque altra impresa politica) saranno tanto più ridotti quanto più scarsi saranno i richiami al “rassemblement” della “vera” sinistra.
Ed è qui che incontriamo la questione di Podemos, per trattare la quale è necessaria una considerazione preliminare. Che è poi una domanda: di che cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno di un gruppo dirigente che sia in grado di costruire un partito che a sua volta sappia unire il popolo italiano, perché la battaglia che abbiamo di fronte non può essere combattuta in ordine sparso.
Unire il popolo italiano (e a scanso di equivoci con questa espressione intendo riferirmi anche a coloro che lavorano in Italia pur non essendo nostri concittadini…) significa prima di tutto creare un’alleanza trai diversi gruppi di lavoratori dipendenti, poi fra questi e le “partite Iva”, poi fra tutti questi lavoratori e una parte significativa delle PMI (con l’appoggio di una ricostituita grande impresa pubblica). Abbiamo bisogno di un partito che spieghi a tutti che le contraddizioni tra lavoratori garantiti e no e quelle tra lavoratori dipendenti ed autonomi non scompaiono certamente in una illusoria comunità nazionale aclassista, ma diventano comunque secondarie rispetto alla contraddizione principale che ci oppone tutti al grande capitale transnazionale ed alle sue istituzioni statuali e semi-statuali. Su questo terreno forse solo la sinistra (ma una sinistra capace di guardare più alle proprie radici che alle successive evoluzioni…) potrebbe essere in grado di costruire un discorso veramente unitario ed unificante, mentre, almeno per ora, sia i Grillo che i Salvini non riescono davvero a trascendere il punto di vista del “piccolo produttore” che, pur se in modi diversi, li anima entrambi, e quindi non riescono davvero ad immaginare un utilizzo progressivo dello stato contro il grande capitale a comune vantaggio dei lavoratori e delle PMI. Per ora, quindi, c’è ancora un po’ di spazio per un discorso unificante che prenda le mosse dai valori storici della sinistra. A patto, però, che un tale discorso non si rivolga alla sinistra ma immediatamente e direttamente all’intero popolo italiano (e a chi italiano aspira a diventare). Per una parte crescente del popolo italiano “sinistra” si identifica col tradimento del PD e con il vaniloquio della sinistra radicale. Il partito che nascerà per gestire la fase storica di uscita dall’euro in modi favorevoli alle classi popolari dovrà quindi presentarsi, a mio sommesso avviso, essenzialmente come partito democratico costituzionale, e solo in quanto tale si presenterà  come partito che si richiama ai valori più importanti della sinistra e del pensiero democratico italiano. Qui, e solo qui, sta il raffronto con Podemos e con la sua impostazione della questione destra/sinistra. So bene che sull’euro Podemos ha posizioni oscillanti ed insoddisfacenti. Ma costituisce a mio avviso un modello interessante di identificazione collettiva per le situazioni in cui la frattura ideologica destra/sinistra abbia perduto momentaneamente rilevanza a causa della metamorfosi della sinistra stessa. In ogni caso, la vera discriminante è proprio quella a cui fai riferimento tu, quando dici che temi sempre (e giustamente) che si cominci col dichiarare superata la distinzione destra/sinistra per arrivare a dichiarare estinta la distinzione tra capitale e lavoro. Dobbiamo quindi chiederci quale sia il modo migliore per unire il lavoro contro il capitale e riconoscere che in alcune fasi ed alcune esperienze storiche (e la nostra potrebbe essere una di quelle) si tutela di più il lavoro contro il capitale unendosi come cittadini che reclamano un mutamento radicale delle classi dominanti, che unendosi come lavoratori che chiedono investimenti all’Unione europea. 
Che poi questi cittadini debbano aver chiara la necessità quantomeno dell’economia pubblica, e non debbano concentrarsi solo  sulla lotta alla “casta” è cosa decisiva, alla quale peraltro Podemos mi sembra approssimarsi molto più di quanto non faccia Grillo.
A presto, spero.
Mimmo
P.S. Sì: nei confronti di Salvini non è giusto avere nessuna spocchia, anzi. Ma, come hai ben compreso, il fatto che il discorso della dignità nazionale sia fatto proprio da qualcuno che detesta una buona metà del paese e la cui cultura non è esente da una servile ammirazione per tutto ciò che è “austro-ungarico” mi fa davvero arrabbiare. Perché la dice lunga sulla estrema difficoltà di costruire con ragionevolezza e con strumenti adeguati quel discorso “nazionaldemocratico” che ci serve come l’acqua.

160 commenti:

  1. Condivido ma non vorrei sembrare fuori luogo dicendo che, comunque, chi detesta una buona metà del paese, al momento, è l'unico a fare il lavoro "sporco" (cioé riempire le piazze) e a subire pure un attacco interno potenzialmente destabilizzante. In un'ottica di democrazia costituzionale avrebbe bisogno magari di una mano, non di calci...

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    1. quella persona dovrebbe magari smettere di attaccare lo statoladro nelle sue "piazze gremite" e, allora, acquisterebbe anche una qualche credibilità. forse.

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    2. Come si chiama chi non ripaga i propri debiti (ma invia i propri 'esattori' per farsi ri-pagare)? Come si chiama chi distorce le informazioni soprattutto quelle economiche? Come si chiama chi ci obbliga all'euro? Come si chiama chi si è reso complice del eurofurto greco? Come si chiama chi mette le mani in tasca agli altri (anche se in maniera raffinata) ? Come si chiama ......

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    3. E quelli che chiamano autoassassina un'auto, guidata da un ubriaco, che piomba su un gruppo di persone ferme alla fermata dell'autobus e li ammazza tutti... come si chiamano? IO li chiamo coglioni.

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  2. Mimmo Porcaro come sempre impeccabile.

    e nell'evidenziare le ENORMI qualità positive di Podemos, e nell'evidenziare gli ENORMI limiti di Salvini, e nell'evidenziare l'ENORME necessità di parlare alla testa e non alla pancia se si vuole ritrovare la democrazia costituzionale nel corso di questa generazione....e nel dedurre che una forza che miri a ripristinare democrazia e benessere e fiducia tra cittadini e istituzioni NON POTRA' MAI definirsi di sinistra.

    anche se di fatto LO DOVRA' ESSERE, non potrà definirsi tale. perchè LA SINISTRA IN ITALIA E' SCREDITATA. e passeranno 10 anni minimo prima che se ne possa tornare a parlare senza suscitare sdegno.

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    1. Scusa, non sono d'accordo sulla prima frase.

      Nel merito, conoscendo fin troppo bene la funzione che ha, nella retorica della sinistra italiana, la famosa frase “compagni, costruiamo assieme un'associazione politico culturale”, secondo me l'autore totalmente sottostima cosa siano stati gli ultimi vent'anni in Italia; per chiarirmi le idee gli chiedo: "Il nome di una associazione che abbia ottenuto quanto lo spot del cavaliere per scendere in politica?"; ma ci si rende conto del fatto di cosa siano le associazioni culturali di fronte a facebook, twitter, e nonostante questo quanti voti abbia preso Borghi facendo campagna alle europee con questi mezzi? Possibile risonanza internazionale? Seriously?

      Altra osservazione: questa è la struttura per età della popolazione italiana, prevista e effettiva per vari anni. Siamo al 2015, quindi il fungo si è mosso verso l’alto, se vogliamo essere attori del cambiamento dobbiamo pensare di convincere gente dai 45 anni in su, tra i quali il sottoscritto; è credibile questo scenario? Quanto tempo abbiamo, perché ad esperienza io ci ho messo un po’ a cambiare idea…
      http://italy-geography.wikispaces.com/Population+Pyramids+of+Italy?responseToken=0a5c1ba01dc1ec7ab7ae35ac9b9800075

      Quel che ho visto sempre io è diverso: la durezza del vivere sveglierà sempre più gente, che non chiederà di capire, come crede la sinistra, ma semplicemente di cambiare, perché chi sta male è interessato a stare meglio, non ad ascoltare lunghe spiegazioni sulle cause biologiche della malattia… Le forze politiche che si presenteranno come più efficaci nell’applicare il cambiamento richiesto, democratico o meno, saranno premiate. Sbaglierò, ma io non ci credo, speriamo che sia io a sbagliarmi.

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  3. Sintesi della strategia: uscire dal PD, fare forza, avere maggiore visibilità, insomma ... avere i numeri, poi ricandidarsi e sperare di vincere le primarie?

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  4. L'idea che il mondo sia cambiato rispetto a 30 - 40 anni fa non mi convince tanto...
    Credo che più del mondo, chi lo comanda sia cambiato.
    Dopo gli anni del dopoguerra dove quasi ogni nazione ha subito notevoli miglioramenti in campi come welfare, diritti dei lavoratori ecc..., e quindi una Evoluzione del Benessere, chi ci rimetteva di più (i capitalisti), hanno deciso che era ora di finirla!
    Hence Neoliberismo, Euro ecc....
    Per innestare la retromarcia c'è bisogno di molto lavoro. La Sinistra dovrebbe farsi un esame di coscienza che comprenda un "outing" sugli errori commessi, anche prima dell'Euro.
    Perché se l'Euro se ne va e poi ci incominciano a battere i cogl...i un'altra volta con liberalizzazioni, privatizzazioni, debbbitopubbblico, jobs act ecc...,
    allora stiamo sempre là!
    L'uscita dall'Euro deve essere solo il titolo di questo libro che è ancora tutto da scrivere.
    A Salvini è toccata la prefazione, alla Sinstra toccherebbe riempirlo.
    Regaliamo una penna a Fassina?

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    1. Domanda secca: hai letto i miei libri?

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    2. Sinceramente no.
      Vivendo in America e lavorando 10 - 12 ore a giorno in un ristorante non ho molto tempo per leggere...
      Per quanto possa contare leggo il suo blog.
      Mi illumini se dico sciocchezzzerie...
      P.S. non c'entra molto, ma diventerò papà di una femminuccia per la prima volta in due mesi....:)

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    3. Siete troppo avanti in America...quà ci mettiamo ancora 9 mesi.

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    4. I've never been there: I lived in Philly for a while. Actually, it is not far from there, is it?

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    5. Prof spero mi risponda.
      Quando domanda se ho letto i suoi libri è perché legge cose scorrette, banali o già dette?
      Ovviamente lei mi consiglierebbe di leggere i suoi libri, ma una domanda mi sorge spontanea:
      Quanto c'è nei suoi libri di più di quello che è stato scritto su questo blog da lei?
      Vorrei capire se spaccarmi la testa la notte dopo lavoro leggendo il suo libro mi possa dare qualche informazione in più di quello che (grazie a lei) siamo venuti a sapere da quando è uscito il suo primo lavoro.
      Le sembrerà una domanda banale.

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  5. Ho letto fino a..."...mesa in discussione della nostra appartenenza atlantica..." poi leggerò il resto ma non allo stesso modo.
    Non perche la posizione atlantica sia intoccabile o irreversibile, sappiamo bene cosa è irreversibile, è "solo" che attualmente non è possibile immaginare altro e toccare questo punto porta solamente a un discredito di tutto il resto.

    In questo caso mi appello alla prima legge della termodidattica.

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    1. Anche a me questo sembra il punto critico, ma lo leggo in modo meno negativo di te. Poi ne parliamo.

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    2. Ovvero: si puo' smantellare l'euro con la necessaria benedizione (o meglio pressione) USA? Anche la' ci saranno gruppi influenti a cui l'Europa in crisi non fa comodo. L'alternativa sembrerebbe il semplice collasso dell'Occidente.

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    3. Come ha lasciato intravedere il Prof, l'euro pare sia un'altro passo avanti alla creazione di una supermoneta "atlantica" che fagociterebbe l'intera forza lavoro.
      Smantellare l'euro sarebbe già di per se una risistemazione dei rapporti atlantici (anche se come ben sappiamo non basterebbe).

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  6. Buongiorno prof,

    mi sento, ammesso di aver capito bene tutto, di essere abbastanza d'accordo con Porcaro.
    Credo che Fassina debba lottare da dentro il partito, anche perché attualmente non possa permettersi di uscire e mettersi di petto contro Renzi.
    Verrebbe spazzato via dalle logiche impostate in tutti questi anni: dal voto utile, al nemico unico per arrivare alla lotta tra il vecchio ed il nuovo.
    La pazienza è la virtù dei forti e come sappiamo Fassina ha il cavallo vincente in tasca, basta solo aspettare e nel frattempo informare, dibattere, far capire all'interno del PD che l'euro non deve essere un dogma.
    Renzi fallirà da solo, secondo me.
    Lavorando in questo modo, sempre secondo me, Fassina dovrebbe riuscire a modellare una buona parte del PD in modo da avere un vero partito "nuovo" ed aperto anche a progetti comuni condivisibili di altri partiti politici.
    Che è quello su cui, per me, sta un po' deludendo Salvini, che rimane comunque l'attuale riferimento di criticità verso l'UE.
    Purtroppo, per andare dietro ad una parte del suo elettorato (e credo sia quasi obbligato a farlo) sta dividendo l'opinione pubblica unendo i detrattori nel solito: "noi vs loro" che tanto ha fatto male al nostro paese.
    Su Podemos non mi esprimo poiché non ho elementi nemmeno per dare una povera opinione da bar.
    Una buona giornata.

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    1. Lottare all'interno del PD sarà un'impresa estremamente dura (uscire sarà probabilmente il suicidio politico...), vista l'arroganza e la violenza (intesa come politica, ovviamente) con cui Renzi tratta ogni minimo dissenso. Una prima cosa fondamentale penso sarà tenere fuori D'Alema, Bersani, Bindi e tutti i "vecchi arnesi" del partito che hanno fatto la fortuna di Renzi. Se concordano con Fassina, mi auguro glielo dicano in privato e stiano lontani da microfoni e telecamere. Formare una squadra con gente "giovane" e decisa. Insomma, rispondere a Renzi con le sue stesse armi.
      "Renzi fallirà da solo, secondo me": probabilmente sì, ma nella situazione attuale rischiamo che rimanga lì a fare altri danni per almeno altri 5-6 anni: possiamo permetterci di aspettare tutto questo tempo?

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  7. Ogni giorno che passa sono srmpre più convinto Fassina stia preparando ed attuando il piano B del PD. Fassina non è stato illuminato sulla via di Pescara , ha sempre saputo cos'era l'euro e cosa avrebbe comportato per cui o mentiva prima o mente oggi. E allora la domanda può essere, ci si può fidare di persone simili, cioè menzogneri, che cambiano posizione per fini personali e di partito e non certo per il bene comune? Io faccio fatica ad accettarlo e non si se ci riuscirò.

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  8. "associazionepoliticoculturale"...?

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    1. Questa è la mia altra perplessità, a quanto pare condivisa. Del resto, ho aperto il blog per non sentirmi solo...

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    2. Le cose importanti (progetti complessi, strutturati) si fanno dall'interno delle istituzioni, e fin qui sembra assolutamente ragionevole. Gli "amici della lira" fanno effettivamente sorridere, mentre - sebbene un po' fuori argomento - non vedo riferimenti ne' alla stampa, che nel confuso circuito causa-effetto potrebbe influenzare le istituzioni, ne' alla Confindustria, che bene o male qualcosa conta, e non sara' un monolito pro deflazione.

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    3. Poi bisognerebbe anche darsi una "tempistica" nel senso che il consenso non lo fai in 2 giorni...e non so se qualcuno sa quando si andrà a votare.
      Questo ipotetico "progetto" quanto tempo per l'attuazione ha a disposizione?. La Lega ci ha messo poco è vero...ed è innegabile che per un po' avrà il copyright "uscitadall'euro"...
      Penso che tanti di sinistra come me per sto giro voteranno Lega.

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  9. Dai collaborazionisti dell'euro a destra, a sinistra o dalla lega non uscirà nulla di buono per ragioni di carattere sia storico che pratico; forse è necessaria la formazione di un nuovo partito con idee chiare e saprattuto fisse , per non fare la fine della sinistra radicale alla Bertinotti, un grumo di parole senza sostanza reale, anzi la negazione della stessa sostanza tramite i comportamenti individuali del leader; insomma non so se oggi è possibile che un tale partito sia in grado di raccogliere il consenso necessario per contare sul piano politico reale; penso che ci sia la possibilità di un naufragio alla vecchia maniera, verso i marxisti dell'illinois, verso parole e concetti vuoti che garantiscono la sopravvivenza dei vertici mentre l'elettorato si fa il mazzo a suon di riforme strutturali, quindi pochi punti chiari :la lotta alla disoccupazione con qualsiasi mezzo, la dignità del lavoro, il pieno impiego, la spesa pubblica produttiva: io ci andrei cauto nella selezione della classe dirigente , anzi con i piedi di piombo, anzi di uranio impoverito. con un occhio puntato alle qualità morali più che a quelle professionali, del resto abbiamo toccato il fondo.

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    1. Le qualita' morali c'entrano poco o nulla - purtroppo. E' necessario individuare le aree influenti che abbiano un diretto, reale, concreto interesse a perseguire politiche le cui ricadute potrebbero beneficiare la maggioranza. Puoi anche trovare una manciata di idealisti, ma poi questi devono convincere i finanziatori che, per definizione nonche' selezione naturale, idealisti non sono...

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    2. invece le qualità morali e l'etica c'entrano molto e tanto, sostenere il contrario significa essere condannati a vivere in questo sistema economico per l'eternità; se così non fosse, potremmo madare a trattare con i finanziatori il duo famoso, Alesina e Giavazzi, che sarebbero convincenti ma non farebbero i nostri interessi; oppure ci teniamo il PD che ha sempre fatto quel tipo di politica.

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    3. Non saprei, morale ed etica sono argomenti scivolosi, grandezze non misurabili, concetti troppo spesso utilizzati per sostenere presunte superiorita' nonche' paternalismi vari. Lo stesso concetto di giustizia sociale e' difficilmente definibile. Perche' un imprenditore dovrebbe pagare i suoi dipendenti di piu' della media del mercato? Ci sono state eccellenti eccezioni, ma appunto eccezioni effimere. Rimanere nell'ambito del conflitto di interesse e' molto piu' pratico, misurabile. Se ti piego il braccino, ottengo l'aumento contrattuale. Se la legge ti piega il braccino, allora paghiamo le tasse. Pochi ed encomiabili sono i volontari in Africa ma metterei perfino i venditori porta a porta di Lotta Comunista, e quelli che pagano l'iva all'idraulico. Non rilevanti ai fini statistici.

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  10. OT - L'effetto domino (che personalmente spero travolgera' presto l'Eurozona) e' forse gia' iniziato in Austria?

    L'insolvenza di Heta (la 'bad bank' di Hypo Alpe Adria di cui scrissi qualche giorno fa) ha improvvisamente precipitato nell'abisso dell'insolvenza la Carinzia (una delle maggiori regioni autonome dell'Austria).

    "Carinthia provides a statutory deficiency guarantee on a very high proportion of Heta’s senior debt; the total guarantees are equivalent to nearly EUR10.2 billion, or nearly five times the state’s 2014 operating revenue. In addition, Carinthia provides a statutory deficiency guarantee to Pfandbriefbank (Oesterreich) AG (A2, RUR) of which about EUR1.2 billion is related to Heta as of year-end 2014."

    http://www.forbes.com/sites/francescoppola/2015/03/07/a-european-argentina/

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    1. Ma almeno il governo austriaco ci ha capito qualcosa? Questa della carinzia in fallimento l'ho sentita piu' volte negli ultimi tre anni.

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  11. Secondo la mia opinione il Fassina come il Civati valgono quanto un 2 di picche in un mazzo di carte.
    La loro esistenza all'interno del PD fa bene al PD stesso anche perché non è che abbiano alternative. O fanno ciò che gli viene detto o li cacciano; alla faccia della democrazia. Tempo fa a dis-Servizio Pubblico lo stesso Fassina diceva che Grillo "voleva lo sfascio del paese" perché voleva uscire dall'euro e oggi si ravvede come se fosse stato folgorato sulla via di Damasco dicendo l'esatto contrario.
    Tralasciando per un attimo la sua ritrovata fede nella verità oggettiva sull'euro, credo che un uomo si giudichi su quello che fa non su quello che dice e per questo invito tutti a controllare il suo operato su openpolis che come votazioni sull'euro non c'è nulla ma le votazioni sui decreti sono tutte registrate e come si può vedere sono perfettamente in linea con le direttive del partito.
    Allora mi domando e vi chiedo, di cosa stiamo parlando?!

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    1. Se non erro ad oggi Fassina ha trovato il coraggio di dire "solo" che la Grecia deve uscire dell'euro, non l'Italia. Noi sappiamo che è una manovra di avvicinamento a questo (sempre che la pavidita' non lo blocchi sulla via). Fino ad allora l'opposizione che sta mettendo in atto all'interno del PD è sicuramente poco significativa. Infatti le sue recenti affermazioni non han fatto molta eco..

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    2. A me qualche perplessità, oltre a tutto il resto, la suscita anche la foto che ha scelto di mettere nel suo sito: al parlamento intento alla lettura del Corriere della Sera con in bella vista il titolo "I primi gesti umili del Papa"
      è un dettaglio, ma come ogni dettaglio rivela qualcosa.

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  12. A proposito della sinistra, possiamo dire "Chi è causa del suo mal..." e non fa piangere solo sè stesso, ma milioni di Italiani. La Lega al momento è forte proprio perchè in Italia manca un vero partito "di sinistra". Inutile girarci intorno. Ma la Lega, lo sappiamo tutti, da sola non basta. E il tempo stringe, purtroppo.

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  13. Temo che i tempi di maturazione necessari ad un pensiero "nazionaldemocratico " per evolversi in azione politica della stessa natura siano lunghi ed insidiosi. Chi, al di fuori dei contesti intellettuali direttamente coinvolti nella dialettica del confronto, ha perso la propria coscienza di classe, confluendo in questa enorme massa di persone più povere, vaga disperato alla ricerca di un salvagente politico ed ha una "fottuta" fretta di trovare una risposta. La classe dirigente ed intellettuale e l'elettorato frustrato e vessato hanno, purtroppo, dei tempi di reazione molto diversi.

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  14. Grande contributo.

    Le chiacchiere stanno a 0, è tempo di svegliarsi... per tutta la cosiddetta area "de sinistra":

    Bce: (Mario Draghi) lancia il «Quantitative easing»
    e compra titoli Stato tedeschi


    XD XD XD

    QED del millennio...

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  15. La posizione di Mimmo Porcaro è sicuramente saggia.
    Ma l'aggettivo nazional-democratico esprime un orizzonte ideale che comincia e finisce in questo blog. Chiunque fuori da qui sceglie fra due opzioni:
    a) l'Italia è la mia patria, conviene occupare i porti libici prima che ci invadano.
    b) parli di patria dopo la risiera di San Sabba? Vergogna.

    A livello emotivo questa dicotomia non si riesce a superare. Perché il meglio delle "intelligenze" (ahahah ad libitum) di destra e sinistra lavora incessantemente per approfondire il varco, quasi fosse la garanzia del loro ruolo - e lo è. Si può prevedere che continueranno a farlo.
    Il peccato originale dell'idea di Italia è che si è temprata nel sangue di libici, abissini, nelle guerre mondiali. Puzzerà per sempre.
    Ma noi abbiamo altre risorse.
    Mi riferisco alla ricchezza di identità regionali e locali che riflette la nostra storia e che ha caratterizzato e forse permesso il Rinascimento.
    E questo, almeno nei miei prossimi, libera risorse ideali inaspettate. L'orgoglio di appartenere a un territorio è il collante che può servire a un nuovo progetto. La Lega proponeva il gretto egoismo del ricco, ora un tristissimo salvinianesimo aperto ai terroni. Ma se le asimmetrie regionali sono un problema umano avranno una soluzione politica umana e sostenibile, no?
    So che suona come una "reductio ad condominium " ma al sud non basta tornare alla situazione precedente. Oltre alla difesa della Costituzione esistente occorre osare una soluzione nuova, un nuovo patto costituzionale che specifichi le modalità di applicazione degli obiettivi di armonioso sviluppo nazionale. Questo è un obiettivo di sinistra!

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    1. Sono d'accordo con Elu Ei: al sud non basta tornare alla situazione precedente.
      Questa sinistra ravveduta che certe cose le sa da quasi 160 anni (non dall'altro ieri come Salvini) e oggi parla di alleanza tra dipendenti e PMI per risolvere un problema più grosso ma sostanzialmente analogo, ma ancora dimentica il sud non mi piace.

      A titolo più personale, a me Porcaro, al di là delle parole quasi sempre condivisibili e del suo "lavoratori&PMIunitevi!", non so perché evoca Marx (è una sensazione, non so neanche chi sia Porcaro se non per i pochi post che lei ha pubblicato qui) e a me Marx non piace. E soprattutto non mi fido dei Marxiani o Marxisti che dir si voglia per come hanno tradito i loro sostenitori sia nell'ex blocco sovietico che in altri Paesi tra cui l'Italia.
      Poi, come dice lei, non è questo il momento di chiedere la carta d'identità ai pompieri, però tra Salvini-Lega, Meloni-FdI e Fassina-(ex?)PD, per motivi diversi, non saprei davvero chi scegliere.

      Infine, leggere di tutte queste strategie politiche, rinnova il mio disgusto per la politica (o meglio per i "modi" della politica).
      Scusi lo sfogo, non si arrabbi troppo, un po' è anche colpa sua: da quando leggo Goofy non mi piace più niente se non Goofy (e Keynes).

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    2. Nella foga ho messo 100 anni di troppo!
      Ovviamente la sinistra non è responsabile di quanto fatto durante la monarchia.

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  16. Penso sia arrivato il tempo di formare (lo era anche prima) un partito di "vera" sinistra fondato su alcuni valori traditi dal PD e idee chiare tra le quali quella del rigetto dell'euro. Il fatto è che magari tra la miriade di partiti di sinistra probabilmente c'è anche qualcuno che rinnega l'euro (forse il nuovo IDV), però chi li ha mai sentiti in tv.
    Il progetto dovrebbe coinvolgere delle personalità molto popolari e credibili e in questo momento a sinistra, sperando o convicendole che siano d'accordo che l'uscita dall'euro sia necessaria. Mi vengono in mente Rodotà e Landini (so che è stato critico con Landini, però non ho letto affermazioni pro-euro da parte sua), anche Civati. Altrimenti Fassina farebbe la fine di tutti i fuoriusciti dal Pd che raggolgono lo 0 virgola...

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    1. Chi non ha ancora capito (oggi, A.D. 2015) cosa è l'euro che credibilità può avere? Landini e Rodotà sono fuori tempo massimo. Ci mancavano solo affermazioni pro-euro... ma per loro l'euro è solo una moneta. Ciò basta a non renderli credibili. Chi ha responsabilità pubbliche ha il dovere di informarsi prima che le cose accadano, non durante o addirittura dopo, se le vuole guidare. Altrimenti le subisce e poi arriverà Zingales, temo, come previsto qui a goofy.

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    2. Non sono credibili a chi legge il blog. Ma sono credibili a gran parte delle persone rimaste orfane di una vera sinistra. Poi è anche vero che non è neanche facile informarsi correttamente se il dibattito sull'euro è inquinato da persone di cultura economica della stessa area che non lo ritengono un danno tout-court.

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  17. Ho letto l'analisi di Mimmo Porcaro e la condivido quasi in toto.
    Nulla di particolarmente strano se non fosse che questa affermazione non viene da un uomo di sinistra ma da una persona che sta "a destra" (le virgolette sono obbligatorie in un Paese in cui la parola destra da 25 anni a questa parte sta a Forza Italia come la parola sinistra sta al PD) da sempre.
    Cresciuto però leggendo Giano Accame, Beppe Niccolai, Pino Rauti e tanti altri "non allineati" (da Preve a De Benoist) leggo oggi questa riflessione e non posso, naturalmente, che sottoscriverla.
    E d'altronde questo è il modello di partito cui vorrei si ispirasse, sorprenderà i meno avvezzi alla lettura di un filone di pensiero che si è sviluppato tra l'idealismo e il comunitarismo attraversando la "scissione del '14" citata proprio da Giano Accame nei suoi scritti, la destra italiana: una forza politica che riesca finalmente a far pace con la storia e con se stessa superando la deriva atlantista e liberista cui l'obbligo di forzare il blocco dell'arco costituzionale ha in parte "obbligato" la destra italiana. La terribile scelta di Valle Giulia e prima ancora l'affossamento della Giunta Milazzo in Sicilia hanno segnato per troppo tempo la storia della destra e del nostro Paese.
    Se non fosse inaccettabile che si mettano in colonna, in un immaginario bilancio di pro e contro, le vittime che questo sistema (e questa moneta che ne consente il perpetuarsi ed il dispiegarsi) ha causato si potrebbe dire che l'euro apre una finestra di opportunità storica: Il superamento della dicotomia destra-sinistra, dello schema di contrapposizione anti-fascista in assenza di fascismo. Ma un superamento che va non interpretato attraverso le categorie del "vuotismo grillino" ma denso di contenuti ed approfondimenti che incamminino l'Italia verso una sintesi che potremmo definire di "socialismo nazionale" e che trova oggi una straordinaria possibilità nel necessario richiamo ad un'unità nazionale finalmente e per una volta in nome del popolo sovrano. La possibilità di creare questo nuovo inizio richiede però che si trovi un luogo dove ci si possa incontrare.
    In questo la proposta di costruire un'associazione come quella disegnata da Mimmo Porcaro potrebbe essere davvero la chiave di volta per un cambiamento epocale delle dinamiche politiche non solo italiane e, a mio parere, dovrebbe provare a coinvolgere tutti.
    E a questo punto mi permetto, visto che Alberto ha chiesto "chennepenziamo", una proposta: perchè non far partire questo dialogo impossibile da "Asimmetrie"?
    Non inizialmente in eventi pubblici come quelli che meritoriamente ha messo in campo Alberto Bagnai con straordinaria passione civile e capacità organizzativa ma in delle sessioni riservate dove le diverse anime e sensibilità possano confrontarsi su un tema importante come questo al di là degli schieramenti attuali e delle appartenenze partitiche magari al riparo, non del processo elettorale, ma delle semplificazioni orrende del "Renzusconismo".
    Eretico? Diceva Marcello Veneziani: «L'eresia è la cerniera pungente ma puntuale per congiungere e separare ad un tempo le due sponde avverse, per capire la diaspora e le lacerazioni di un 'Italia sdoppiata e dimezzata».

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    1. Rosso-bruno :-)

      A parte il fatto che questo superamento della destra e della sinistra e' 'na cazzata e che " socialismo nazionale" suona un po male (prova a invertire i "fattori"), bel discorso.
      Io, da sinistra devo dire che la Meloni e' ormai l' unico politico che dice qualcosa di sinistra. D' altronde ( e non sto scherzando).

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    2. Grazie, solo una precisazione e un apprezzamento:
      Ho parlato di superamento della dicotomia non della destra e della sinistra. Mi pare diverso come complesso è definire i fenomeni politici per cui invece, e qui vengo all'apprezzamento, concordo sul fatto che Socialismo Nazionale suoni male e che l'inversione dei fattori sia peggio però i termini sono viziati dalle esperienze. In Italia la dicitura popolare riporta alla DC come al PPE e "Nazional-Popolare" a Pippo Baudo....
      Come la chiamiamo una collaborazione tra quel mondo di "destra" che ho delineato e quella sinistra di cui parla Porcaro? In Italia una definizione che mi viene in mente l'ha avuta e diverse le ha avute (almeno sul piano ideologico e culturale) all'estero ma dal punto di vista delle associazioni mentali temo saremmo messi pure peggio perchè per alcune non servirebbe nemmeno invertire i termini per dare adito ad equivoci. :-)
      Si apprezzano suggerimenti sul titolo ma soprattutto "penzzieri" sui contenuti.

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  18. Brevemente, sarò un po' "blasfemo" ma (per quel che conta) questo è il mio pensiero: Fassina&Co. DEVONO uscire e allearsi per le prossime elezioni con tutte le forze del fronte no€ da Fratelli d'Italia a Casa Pound passando per Salvini. Si è sempre parlato di una vera e propria guerra, di forze di occupazione e di collaborazionisti. Mi sembra che i Comitati di Liberazione Nazionale combattessero assieme, pur essendo animati da ideali e valori diversi. Per quello che devono fare, possono stare assieme anche le forze no€, gestire la fase di uscita, forse un'assemblea costituente, le riforme (quelle vere) come il matrimonio tra Tesoro e Bankitalia e poi ognuno per la sua strada. Altrimenti, vuol dire che abbiamo scherzato, che la situazione non è poi così grave e che la democrazia non è in pericolo. Un nuovo partitino da solo non serve a nulla e una fazione dentro l'attuale PD è utile quando, con un sistema elettorale che probabilmente sarà l'Italicum, il partito sarà in mano del leccaterga europeo di Rignano e dei più realisti del re? In questo modo non avremo possibilità: se la fase di uscita la gestiscono loro non ci portano via solo le mutande ma anche i peli del c..o. Scusatemi per il francesismo...

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    1. Quoto tutto, altrimenti è solo "politica" nel senso dispregiativo del termine.
      Tra l'altro penso che se si cominciasse a parlare di un'economia del dopo euro anche qui dentro ci sarebbero migliaia di opinioni diverse, ma al contempo una sola ci accomuna, l'uscita dall'euro (e in linea di massima rimanere in Europa). Personalmente voterei un partito, anche propugnato da Jack lo squartatore che mettesse due punti 1 uscita dall'Euro; 2 Esperanto lingua obbligatoria alle scuole per un futuro passaporto europeo.

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    2. Allora non sono l'unico eretico del blog. Brucerò in compagnia ;-) Come dici tu è proprio il dopo che è più affascinante e potrebbe essere denso di sorprese....

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    3. No, l'esperanto no :)
      Da ragazzo feci un corso estivo di esperanto in Bulgaria (1988!) e dovetti uscire per irrefrenabili risate dopo pochi minuti con l'insegnante che continuava a ripetere "Chiù estas tu?"
      Le lingue in laboratorio non si creano.

      E poi l'esame di lingua per il passaporto, per di più europeo, non mi piace affatto.

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    4. Concordo con Massimo. Se l'uscita dall'Euro è LA PRIORITA', prima si esce, con tutti quelli che sono disposti a sostenere un definito programma di uscita, poi si vedrà, e se non ci sono ulteriori punti di convergenza ognuno per la sua strada e bene così.
      Concordo anche con danielekan.
      Il linguaggio universale per altro c'è già, è quello degli ideogrammi (es: cinesi), che hanno un significato a prescindere dalla lingua di chi parla.
      Si tratterebbe di una lingua non parlata, ma figurata. Rimandiamo però l'interessantissssima disquisizione a DOPO l'uscita, grazie.

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  19. Attualmente esistono tre soggetti politici che hanno intenzione di uscire dall'Euro: Lega Nord, M5S e Fassina.

    La strada che separa dalla meta questi soggetti è ancora molto lunga e accidentata per tutti e tre.
    La Lega Nord ha idee chiare e lineari sul tema, ma in tutta la sua storia non ha mai avuto percentuali di "controllo e comando" nella propria coalizione. I suoi possibili alleati sono per uscire dall'Euro? Glie lo lascerebbero fare?

    Il m5s ha percentuali più interessanti ed è andato vicino una volta, al debutto, ad ottenere un consenso percentuale di maggioranza e di governo. Attualmente sembra essere più lontano da quei livelli, però. E soprattutto si complica la vita da solo volendo passare per un referendum molto rischioso e che allunga la strada.

    Fassina non è ancora neppure in un partito intenzionato ad uscire dall'Euro. Deve capire se è meglio uscire e crearne uno o restare nel PD e cercare di imporre la sua visione sul tema (entrambe le due cose sono molto difficili, lunghe e dall'esito molto incerto). Attualmente è, fra i tre soggetti, quello con la strada più lunga da percorrere.

    Considerazione a lato: l'attuale governo sembra non correre particolari rischi di crisi politiche e soprattutto Renzi gode di un ampio consenso da parte degli elettori italiani e del PD in particolare. Anche se cadesse il governo oggi, probabilmente alle elezioni si ripresenterebbe lui come candidato della coalizione PD.

    L'analisi evidenzia una situazione chiara: politicamente siamo ancora in alto mare e non ci sono capitani alla guida di navi in grado di portarci ad un approdo sicuro in tempi inferiori ad "alcuni anni". Per fortuna non dobbiamo decidere a quale partito tesserarci, bensì cercare di dare il nostro contributo a chi almeno ci vuole ascoltare. Quindi sarebbe opportuno proseguire a stimolare il dialogo con tutti i soggetti orientati ad una uscita dall'Euro, cercando ove possibile di stabilire contatti continuativi.
    In altre parole possiamo permetterci di abbeverare tutti e tre i cavalli che ci interessa possano raggiungere la meta decisa e sperare che almeno uno di loro riesca a fare più strada e in tempi più brevi di quelli prevedibili oggi.

    Nulla vieta per altro che qualche cavallo non possa decidere di percorrere un tratto di strada assieme ad un altro per avere più forza. Un minimo comune denominatore potrebbe aiutare questa possibilità a concretizzarsi...

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  20. forse il "qualcosismo" è più efficace ...

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  21. L'ammirazione "austro-ungarica" a cui si fa riferimento nel testo deriva dal fatto che molte zone d'Italia (es. Veneto) siano ancora oggi usate come bancomat fiscale (Il Veneto ha un residuo fiscale positivo di 20 milardi di euro annui che non ritornano in servizi sul territorio) e sul fatto che, per molti aspetti culturali-sociali, come mentalità il Triveneto si senta più "austriaco" che "italiano". La continua crisi economica, sociale, politica, culturale italiana ha però risvegliato anche sentimenti, mai sopiti peraltro, di indipendentismo, nei confronti di un'amministrazione centrale ritenuta sempre più sorda e cieca. Il servilismo renziano verso Bruxelles sta accellerando questi fenomeni. Credo però davvero che un ritorno alla lira potrebbe essere un buon collante per questo paese.

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    1. Se posso e con tutto il mio più sincero rispetto: se gli aspetti socio-culturali fanno sentire il popolo veneto più affine al "mondo austriaco" allora posso affermare che siamo di fronte ad una distorsione della storia, scarsa memoria e cattiva informazione. Mi sembra di capire che 60 anni di dominio asburgico abbiano cancellato più di 1000 anni della grandissima (e latinissima) Repubblica di Venezia. Insomma, un po' il risultato di quello che si dice nel blog a proposito della propaganda autorazzista. Se dovessi fare un'analogia, allora la Toscana, essendo stata per più lungo tempo sotto la casata asburgica dei Lorena che avrebbe dovuto fare? Chiedere l'annessione all'Austria? Mi sembra proprio che con la Lega 1.0 (quella prima di Salvini) gli elementi fiscali ed economici hanno prevalso sugli aspetti socio-culturali. Concludo dicendo che non ho nulla contro un'eventuale impostazione federale dello stato che valorizzi le diversità (visto che ai piddini piace l'uniformità della globalizzazione) ma che questa da sola non possa risolvere il problema della mancanza di un'AVO per l'Italia.

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    2. Questa storia del bancomat fiscale deve finire e molto presto, perché due sono le possibilità: capire o non capire il funzionamento della dinamica centro-periferia.
      Se lo vogliamo davvero capire, e avere i numeri per correggere le asimmetrie, deve capirlo il meridione (élite e popolo). Se lo capisce il meridione, il nord farà meglio a prepararsi a una fase costituente.
      Se no facciamo che sotto Roma è tutta riserva naturale, e poi nn si lamentino dei forestali.

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    3. Bancomat fiscale, seriously?

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    4. @elu ei
      Al meridione c'è chi lavora per impedire che ci sia la comprensione della dinamica centro-periferia. Sembrerà assurdo, ma esistono meridionalisti europeisti. A mio modo di vedere funzionali al progetto di indebolimento dello Stato a favore dell'Europa delle regioni.

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  22. Mi viene in mente un a cosa...

    Che cmq Grillo ha contribuito ha creare un sentimento di sfiducia verso qualsiasi politico...o partito...

    Mha...

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  23. Se non sbaglio, anche il "compagno" Triolo ha fondato un' associazione. Poi chiamiamola gruppo di pressione, think tank o Ugo, non sarebbe necessariamente un danno. Un luogo dove discutere prima e reclamizzare poi, metodi proposte per il paese sarebbe credo utile. Utile, se si pensa che non si uscirà perché la lega o il nuovo PD avranno il 51%. Insomma se bisogna fare qualcosa tipo sbilanciamoci, passiamo perde, se deve essere qualcosa tipo la Fulm (ma senza la fuga in avanti, famo er partito), sono più possibilista.

    Sulla Nato, partirei da una considerazione più spiccia, ammesso che si accetti l' uscita di un qualche paese, suppongo, gli si farebbe pagare i costi di smantellamento. Potrebbe essere la primissima arma di dissuasione. Ma uscire dalla NATO per? Spero non per entrare in qualche altro trattato dove qualche altra superpotenza a dirigere l' orchestra.

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    1. Copio da Wikipedia: "Il 1º luglio 1991 viene firmato a Praga il protocollo ufficiale di scioglimento del Patto di Varsavia. Il 12 marzo 1999 gli ex membri del Patto di Varsavia: Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia aderirono alla NATO. Slovacchia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia e Lituania entrarono nella NATO nel 2004. L'Albania è entrata nella NATO nel 2009."
      Per far arretrare l'Armata Rossa, c'e' voluto un drammatico crollo politico-economico. Per far arretrare i Marines, immagino siano necessari sconquassi di tal misura. Meglio negoziare un allungamento del guinzaglio?

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    2. Si Dino977 e c'ho preso gusto! :-)
      Oppure possiamo usarne una per riunire altre associazioni. I think tank spesso funzionano così....

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  24. Porcaro, a quando la felpa?
    Che ci scriviamo su?
    Sini-stra, sin-istra, o si-nistra?
    Nel suo pur condivisibile discorso ci sono tutti, meno la destra.
    Ma dove vuole andare?!
    A forza di cercare strade andando sempre dallo stesso lato si finisce per girare in tondo, e a me sinceramente comincia a girare la testa e a venire la nausea.
    Non vorrei volmitarle sulla giacca.

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  25. Vorrei provare a rispondere a cosa, nella mia opinione, serve ad una nuova sinistra per unire il popolo italiano, portando il punto di vista di una partita IVA senza patrimoni (lo dico così che chiunque legga possa identificare i miei interessi). Tralasciando i temi che uniscono, quali l'uscita dall'euro ed il nuovo ruolo che lo stato dovrà avere una volta usciti, temi sui quali chiunque viva, come me, di lavoro non potrà che concordare (se frequenta questa forum), penso che per superare una situazione in cui la sinistra ha sempre indicato come "nemici" partite IVA e PMI essa debba assumere una posizione chiara anche sui seguenti temi:
    1) tassazione dei redditi da lavoro. A parole tutti dicono che i redditi da lavoro sono eccessivamente tassati, tuttavia nessun governo le ha mai sensibilmente abbassato tali imposte. Nonostante i dati, esiste comunque una percezione, non so quanto fondata, che la sinistra sia più tassatrice della destra, forse anche grazie a infelici uscite, tipo quella di Padoa Schioppa quando disse che "pagare le tasse é bello" od anche grazie a reiterate richieste di una patrimoniale. Capisco che la flat tax della lega non possa essere la proposta di questa nuova sinistra, ma penso anche che questo nuovo soggetto debba avere una proposta chiara e credibile su una massiccia riduzione delle imposte sui redditi da lavoro, per trovare consensi nei lavoratori autonomi e nelle PMI.
    2) immigrazione. Qui so di toccare un punto dolente ma, se da un lato la lega affronta il problema da un punto di vista prettamente populista, dall’atro lato la sinistra continua a negare il problema, che invece esiste.
    Su questo tema, secondo me, ci vorrebbe un sano dibattito sui costi/benefici dell'immigrazione basato su numeri e dati: quanto costa (welfare ed altro)? quanto porta al paese? che tipo di professionalità copre? ecc, tralasciando le considerazioni morali che tanto scaldano gli animi. Posto che in Italia nel 2012 il numero di figli nati per donna era 1,42 (wikipedia), abbiamo sicuramente un problema di invecchiamento della popolazione (che presumo inciderà sulla sostenibilità del sistema pensionistico) che può essere risolto in due modi: stimolare le nascite e favorire immigrazione. D'Alema, nel dibattito con la Le Pen, interrogato sul tema se la è cavata dicendo che le politiche di sostegno della natalità ricordavano il buonanima perché nello scontro ideologico che caratterizza i nostri tempi, la sinistra non può utilizzare idee e termini che in passato sono stati sostenuti dalla destra, ed in questo caso dal peggio del peggio della destra: il fascismo.
    Comunque, sul tema dell’immigrazione questa nuova sinistra (ribadisco che è solo la mia opinione) dovrà assumere una posizione differente dal buonismo radical chic che ha caratterizzato il dibattito a sinistra in questi anni, dicendo chiaro e tondo, dati alla mano, quanta immigrazione serve, di che tipo serve (non è una bestemmia fare entrare solo alcune professionalità, come fa l’Australia) e quanto costa. In altri termini deve cambiare la percezione che la sinistra sia più attenta alle esigenze di un immigrato che a quelle di partite IVA e PMI, se appunto si desiderano consensi tra tali soggetti.

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    1. @Marco68: sulla tassazione dei redditi, il problema sono i redditi troppo bassi, non le aliquote. Se non si risolve prima il problema della disoccupazione, il privato dipendente ti potra' pagare poco o niente, non ti chiama neppure, e l'azienda ti strozzera' come gia' puo' strozzare i propri dipendenti. Se fai pagare meno tasse senza azzerare o quasi la disoccupazione, l'economia riparte solo per chi sta gia' bene! L'azienda che ti concede il lavoro conteggera' subito le tasse che non paghi, e le scalera' dal compenso. Le tasse sono uno strumento di redistribuzione, quindi chi sostiene la necessita' di abbassare le tasse (sul reddito), sostiene la concentrazione di ricchezza.
      2) sull'immigrazione la politica ha giocato spesso sui basic instinct, lato buonismo o lato razzismo, mentre la banale soluzione sarebbe perseguitare il dumping salariale e le mille irregolarita'. Ma qui si va ad infastidire chi ci guadagna - che attenzione non sempre e' un bieco sfruttatore dall'anima nera, ma spesso e' solo esposto a concorrenza feroce e senza regole.

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    2. @a perfect world. Sono d'accordo che i redditi sono troppo bassi, come penso chiunque frequenti questo blog, e capisco quindi l'importanza di qualsiasi misura che tenda a tutelare i salari, nonostante io sia dalla parte di chi il lavoro lo potrebbe domandare. Tuttavia ribadisco che questa nuova sinistra non si può presentare a partite IVA e PMI dicendo che le tasse vanno bene così come sono perché sono uno strumento di redistribuzione. Questi sono i discorsi di principio a cui ci hanno abituati i grandi statisti "de sinistra" degli ultimi 20 anni (mi viene in mente Visco) che, se pur corretti appunto in linea di principio, si scontrano con una realtà un pò diversa in cui chiunque sia abbastanza grosso da potersi permettersi un paio di sedi all'estero riesce ad eludere parecchie imposte, mentre partite IVA e PMI (e naturalmente i lavoratori dipendenti e pensionati) ne pagano un monte. Una volta usciti e svalutato si spera (vedi anche le simulazioni di IPF) che l'economia si ripigli e la disoccupazione scenda, per cui non vedo perché questa nuova sinistra non possa fare anche una proposta in ambito fiscale.
      Sull'immigrazione concordo che spesso il problema sia trattato “di pancia” dalla destra, ma la sinistra invece lo continua ad affrontare tramite un ideale di società multiculturale/multietnica che, nella mia opinione, vede solo lei. Come ho già scritto, mi piacerebbe vedere un dibattito basato su dati senza considerazioni morali.
      Tutto questo naturalmente nell'ottica che questo nuovo soggetto voglia unire sotto uno stesso tetto dipendenti, pensionati , partite IVA e buona parte delle PMI, come indicato da Porcaro.

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    3. @ Marco68

      Si' hai ragione sull'impresentabilita' del messaggio, dovuta soprattutto all'inerente impresentabilita' dei messaggeri! Purtroppo nella mia piccola esperienza - quindi aneddotica - il solco fra IVA/PMI e dipendenti e' incolmabile. Forse, nel prossimo decennio, quando entrambe le categorie si ritroveranno con le pezze al c., forse allora si potranno riavvicinare. Oggi c'e' ancora troppa sperequazione di ricchezza fra chi un momento di gloria (meritata o no, e' irrilevante per questo discorso) l'ha avuta, e quelli per cui la festa non e' mai iniziata, ma comunque hanno potuto farsi una vita confortevole (idem come sopra, demeriti o meno). Cio' detto, l'unico partito di governo che verosimilmente ha avuto consensi da entrambe le parti sociali rimane il PD...

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  26. sarebbe interessante che qualcuno studiasse come la cupola finanziaria transeuropea sia riuscita a catturare la nostra sinistra trasformandola in partito anarco-pluto-fascista.Per qualcuno saranno bastate le lusinghe di un ruolo nel nuovo ordine (anordine), ma per gli altri?

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  27. A mio parere Fassina dovrebbe:

    1 uscire immediatamente dal PD

    2 creare un nuovo partito con un programma preciso:

    - eliminazione delle leggi fornero e jobsact, per impedire la svalutazione del lavoro

    - uscita dall'euro per decreto, per consentire la svalutazione della moneta

    - quanto proposto da Alberto Bagnai nel suo libro

    3) aderire all'invito di Claudio Borghi alla sottoscrizione di un patto di duplice scopo con lega:
    - no euro
    - " no jobsact no fornero" fino alla piena occupazione

    4) proporre tale patto a grillo, berlusconi, ... tutti

    5) far cadere al più presto renzi, in modo da andare ad elezioni anticipate

    Nel caso il suddetto patto acquisisse il 51%, il giorno dopo, l'Italia per decreto esce dall'euro e vengono abolite immediatamente legge fornero e jobsact.

    Il singolo partito che ha la maggioranza governa e svolge il resto del suo specifico programma.

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    1. La sintesi è che al tuo segnale Fassina dovrebbe scatenare l'inferno... Presenterò!

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    2. :-)

      Non al mio segnale, subito !
      Senza ulteriori indugi.

      La proposta di Claudio Borghi è chiara nella sua volontà di tutelare i lavoratori fino al raggiungimento della piena occupazione.

      Fassina non ha motivo per rifiutarla, accettarla significa aiutare la lega ad arrivare a quel 51% necessario ad uscire dall'euro

      Per quanto riguarda l'euro, dovrebbe semplicemente trarre le conseguenze di ciò che ha già detto.

      La soluzione migliore è la più semplice, ulteriori elucubrazioni mi sembrano inutili.

      Se no, perchè no ?

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    3. Beh, non si può dire che il programma in questione non sia conciso...In fondo perchè farsi 1000 pippe? Le idee sono quelle...

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    4. poi diremo: Bagnailafaifacile!

      In quanto alla lettera di Porcaro che condivido al 90% trovo ci sia la tipica complicazione delle cose semplici tanto cara alla sinistra.

      Io in ossequio al compianto Ioppolo e considerando che ormai siamo vicini al famoso 1% degli uomini più ricchi del pianeta etc. etc. suggerirei un nuovo (poi spiego perché) partito dal nome:

      Partito per il Benessere del 99% della Popolazione.

      Statuto: promuovere il lavoro per i lavoratori, possibilità di imprendere per imprenditori, assegno di sussistenza per chi si trova nella impossibilità di avere un reddito, poche regole ma certe, consulto degli elettori per tutti i programmi politici ed economici di lungo periodo e per le politiche sociali.
      Chi non lo voterebbe?
      Nota, consiglio un partito nuovo per evitare i classici richiami "ma tu nell'anno xx hai fatto ..." che affliggono la LN attualmente.

      In ultimo per cazzeggiare un pò un estratto da FacciaLibro:

      Andrea XYX: Sono daccordo con te Eros però rimango dell'idea che non abbiamo una buona educazione all'acquisto di beni, la unica cosa che ci interessa è il prezzo, poi anche le cose che compriamo non durano nulla poco importa....

      Marco Caporaletti: Caro Andrea io ho una educazione all'acquisto di beni che te la sogni e se mi dai il tuo portafogli dopo che hai preso paga te lo posso dimostrare seduta stante.

      Ci sta un #DAR ?

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    5. Per tutto quello che ho letto finora sul blog, avevo la certezza che tutto sarebbe esploso senza che nessuno riuscisse a governare la barca.
      E che l'Italia si sarebbe mossa alla men peggio, ispirata un po' da questo un po' da quello. E che il PD sarebbe scomparso, successivamente ad un periodo dei "lunghi coltelli".
      Mi sono fatto un film? Riusciranno a gestire l'implosione in maniera controllata? Ma che cosa ho letto finora... devo bere meno vino... :-)

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    6. Nessuno può sapere quante siano le probabilità che Fassina ... scateni l'inferno, se è solo un sogno o ciò che accadrà.

      E' un fatto, però, che da solo non potrà mai arrivare al 51% necessario per uscire dall'euro per decreto.

      A me sembra che non abbia scelta:

      o continuare a fare "chiacchere", perdendo credibilità.

      O cominciare a fare azioni concrete, in tal caso, se davvero vuole uscire dall'euro, per impedire l'ulteriore svalutazione del lavoro, perchè non dovrebbe allearsi con Claudio Borghi ?

      "SE saremo uniti, sopravviveremo"...

      Ho scritto che il nuovo partito di Fassina dovrebbe comprendere "quanto proposto da Alberto Bagnai nel suo libro":

      sarebbe conciso solo ... per i lettori di copertine


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  28. L’ammirazione austro ungarica non è spiegabile solo in termini fiscali. E’ la storia dei nostri territori E’ la nostra ricchezza storica e la nostra condanna. Lo sappiamo che è più facile sbarazzarsi delle statue di Lenin o di Stalin o di Mussolini o di Nerone e ,facendo finta di nulla, fischiettando, allontanarsi con passo felpato. No! La storia si prende tutta. Serenamente se ne fa tesoro senza scorciatoie o cassazioni ideologiche. E noi siamo ricchissimi di questo prodotto. A proposito di socialismo noi italiani abbiamo avuto i maestri più grandi e insuperati giganti del pensiero e dell’azione sociale. Tiberio Sempronio e Gaio Sempronio Gracco. Ricordiamolo. Una nota finale. Un tempo si poteva ancora ancora disquisire di populismo o popolare, di testa e di pancia. Grazie al prof. Bagnai ed alla sua fondazione abbiamo visto con i nostri occhi la nuova schiavitù greca. Chi si prende la briga di andare in Grecia a spiegare che ragionano con la pancia(vuota) ? Signori la pancia va interpretata ma è molto molto meno manipolabile della testa (la quale a pancia vuota non ragiona).

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  29. Uscire dal PD si può, ma la cassa (patrim ex PCI DS) è indipendente e blindata da Fondazione 2000. Zero Euri x chi esce e minoranza PD lo sa

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    1. Non c'é verso, c'é sempre la moneta di mezzo.

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  30. Però se cominciamo a parlare di messa in discussione della nostra presenza nella NATO, allora tutto il discorso diventa molto retorico..... chi va a chiedere agli americani di smantellare gentilmente le loro basi in Italia???

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    1. Sono d'accordo. È proprio la parte che mi ha lasciato più perplesso. Primo perché a meno di legarci ad un altro padrone altrettanto non potremmo liberarci delle basi US e in secondo luogo perché se pure ci facessero la cortesia questo significherebbe spendere probabilmente molto di più per la difesa. Porcaro mi pare che in tali passaggi del documento ripercorra schemi un po' stantii. Aggiungo infime che voler combattere troppi avversari finirebbe per farci perdere l'obbiettivo principale che è quello di emanciparsi dal vincolo esterno UE.

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  31. ChennepenZo? I have a dream (da una vita): la società socialista. Ma allo stato attuale è assurdo pensare che un'uscita dall'euro comporti anche, sic et simpliciter, la creazione del socialismo in Italia. Ad ogni modo, un'uscita avvierebbe un processo politico-sociale che scardinerebbe gli attuali vincoli esterni (fascisti), restituendoci la sovranità monetaria - almeno - e le manovre economiche a essa connesse, e orienterebbe in modo (più) costituzionale-democratico la nostra società. A quel punto, sarà il corso degli eventi e i rapporti di forze a giocare la partita secolare tra Capitale e Lavoro, ma lo faranno in un contesto storico in cui il conflitto avrà acquisito le sue normali dimensioni di classe e la sua forma "naturale" di sempre, affrancata dall'attuale delirio orwelliano e liberata dallo strumento fascista con cui la finanza internazionale e il grande capitale sta governando l'Europa svalutando il lavoro e togliendo diritti ai lavoratori. L'uscita dall'euro, senza se e senza ma, rappresenterebbe cioè un'inversione di tendenza, o quantomeno una battuta d'arresto delle vittorie del capitale sul lavoro iniziate negli anni Ottanta. Credo sia questo, almeno in parte, ciò che vuol dire Porcaro quando scrive che in questa fase ci si debba rivolgere "all'intero popolo italiano" e che "l'uscita dall'euro non è solo l'uscita dall'euro". Quanto a Fassina (e al suo gruppo), non saprei dire quale sia la cosa giusta che deve fare, ma credo che soggettivamente non lo sappia neppure lui, perché solo lo sviluppo degli avvenimenti (che oggi pare aver acquisito un'accelerazione particolare), oggettivizzando le circostanze individuali, "gli" dirà cosa fare. Quando poi alla "sinistra", quella istituzionale almeno, s'è già espressa in modo definitivo, salvo i particolari aggiustamenti, 37 anni fa, col "contrordine, compagni" fatto seguire al famoso intervento di Napolitano alla Camera (e a quello, forse ancora più profetico sulla Germania, di Lucio Magri), perché (per dire all'ingrosso) doveva posizionarsi come partito affidabile e di conseguenza accettare la prospettiva della moneta unica se voleva proporsi credibilmente a governare l'Italia (cosa che quasi avvenne dopo "Mani pulite", se il Berlusca non si fosse messo di mezzo), superando il divieto amerikano (a questo proposito, una riflessione meriterebbe il viaggio di Napolitano - l'endorsement apprezzato poi da Kissinger - negli Usa dell'aprile 1978, ma 'sto pippone è già troppo lungo, e basta così. Ovviamente IMHO)

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    1. C'e' un link al discorso di Lucio Magri? Quello di Napolitano e' famoso ormai grazie al "tramonto".

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    2. http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf
      (dalla pag. 24959).
      Un passo d'una lucidità incredibile:
      "La scelta, infatti, cui ci troviamo di fronte oggi, non è tra europeismo e chiusura nazionale, la scelta è se aderire ad un certo sistema che per
      gli attuati rapporti di forza si presenta economicamente diretto dalla Germania e politicamente diretto dall’intesa tra Giscard d’Estaing e Schmidt. Non voglio evocare, come si è soliti fare in questi giorni, un antigermanesimo viscerale e propagandistico; vorrei, però, che si discutesse seriamente la strategia di fondo di cui lo SME è strumento
      e che cosa essa voglia dire per l’economia e la società italiana".

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    3. Di Lucio Magri ricordo i Martini dry con oliva taggiasca serviti in coppette cocktail di Boemia all'imbrunire sulla magnifica terrazza romana preparati con perfezione maniacale da Lalla, la cameriera sudamericana.
      Si sa .. la classe non è acqua - in effetti era Martini - e qualcuno, di tanto in tanto, preferiva un "bianchin sprusa", un "ombra" chiara o, con vezzo esterofilo, un robusto "gin cup".

      Comunque ecco gli stenografici di quel "magnifico" 12/13 dicembre

      http://legislature.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0382/sed0382.pdf

      http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf


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  32. Per chi ( come me, per quanto possa contare) all' interno del PD ha già fatto outing, si pongono delle scelte difficili:
    1) considerare la battaglia contro l' euro una condizione pre-politica e quindi non essere troppo schizzinosi nelle alleanze
    2)considerare la battaglia contro l' euro una battaglia politica di sinistra.

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    1. A mio avviso, sarebbero articolabili entrambe le situazioni che hai detto. La prima tattica, la seconda strategica. Ma la "sinistra" non può, per sua espressa scelta e sua natura, supportare una battaglia politica di sinistra contro l'euro. Quindi per tornate nel futuro resta la prima. La real politik (ahimè, cosa mi tocca dire invecchiando).

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  33. Gent.mo prof. Bagnai, seguo il suo lavoro sin dalla pubblicazione del suo "Il Tramonto dell'Euro" e a lei va il mio apprezzamento per la battaglia in solitudine fatta in tempi non sospetti. Ho capito che Euro e Jobsact come tutte le altre politiche di compressione salariale non sono altro che due facce della stessa medaglia. Dopodichè non ho trovato all'interno dei suoi libri, accurate riflessioni sullo stato finanziario dell'Eurozona e di una possibile uscita come affermato da Nordvig e Firoozye

    1) l’eurozona produce circa il 20% del PIL mondiale, a fronte dei pochi punti percentuali rappresentati dalle economie implicate in precedenti rotture monetarie;

    2) Le banche dell’eurozona possiedono il 35% degli asset mondiali e il 34% dei prestiti internazionali;

    3) l’euro è la seconda moneta di riserva internazionale: il 25% delle riserve delle banche centrali del mondo è denominato in euro e quasi il 40% degli scambi sui mercati valutari internazionali coinvolge l’euro;

    4) il 30% dei debiti privati nell’eurozona è sotto legge estera e quindi non verrebbe ridenominato, con pesanti effetti sullo stato patrimoniale di grandi imprese e banche, che in alcuni paesi produrrebbe una nuova recessione da “balance sheet effect”;

    5) se guardiamo ai derivati europei, ben il 95% è sotto legge estera (di solito britannica o statunitense). Cosa succederebbe a questi titoli? Il 2008 ci dice quanto i derivati possano diffondere il contagio finanziario a livello globale;

    6) cosa ne sarebbe dei saldi Target2? Se i paesi debitori facessero default su di essi, ciò comporterebbe la perdita improvvisa di 500 miliardi di euro di crediti da parte della Germania, che ne risentirebbe pesantemente, mentre se si decidesse di onorarli sarebbero i paesi debitori a trovarsi con un debito in valuta estera dopo una pesante svalutazione.
    http://keynesblog.com/2015/02/25/gli-eccessivi-ottimismi-sulluscita-dalleuro/

    Grazie per la cortese risposta.

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    1. Mi permetto di farle una domanda che suonerà provocatoria: ma lei oltre a seguirmi i miei libri li ha anche letti? Perché sa, il fatto che legga blogger di quart'ordine privi di titoli accademici e scientifici la rende, come dire, esposta al sospetto di scarsa selettività nella scelta delle fonti. Insegnare a me queste cose è un rischio che al suo posto lascerei prendere all'ex portaborse sellino. Prima mi dica quali dei miei testi ha letto, poi mi lasci accertare se è vero (sa, qui si viene per studiare, quindi può capitare di essere interrogati) e poi sarò lietissimo di rispondere (per l'ennesima volta) alle sue domande...

      Con l'occasione, le ricordo la voce di Guido Iodice su IDEAS e su Google Scholar. Lei mi dirà: "E che c'entra?" E io le dirò: "Il quarto d'ora del dilettante è finito da un pezzo, e nel caso non fosse chiaro, la prossima carie venga a farsela curare da me: ho un Black&Decker con una bella punta 12 da muro: dopo avermela lasciata usare per un paio di minuti la differenza fra professionista e dilettante le sarà molto più chiara"...

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    2. Prof.Bagnai,
      i suoi libri li ho anche letti (Il tramonto dell'Euro, L'Italia può farcela) ma può capitare nella vita di avere giorni in cui apprendi di più, altri in cui per questione lavorative e famigliari sei stanco e recepisci meno.
      Ho avuto anche modo di organizzare alcuni incontri con il prof.Rinaldi nel mio municipio a Roma e con Vladimiro Giacchè, la cui opera Anschluss ritengo quanto di più sconvolgente possa creare una storia poco nota.
      Adesso che ci siamo conosciuti, le dico che non sono qui per fare vittimismo, bensì per imparare: ho letto l'articolo di replica a quello sopra citato del prof. Zezza su Eurexit e Salari e mi ha trovato molto concorde.
      http://www.economiaepolitica.it/europa-e-mondo/euroexit-e-salari/#.VP7p4uH8PX4

      Come le ho premesso, ritengo che Euro e Jobsact siano le due facce della stessa medaglia, dopodichè ritengo sia necessario raggiungere uno smantellamento controllato dell'area della moneta unica: il mio faro è il Manifesto di Solidarietà Europea, pubblicato anche in questo blog, perchè la moneta unica non è altro che il disegno liberista di distruzione di salari e stipendi dei lavoratori e della volontà egemone della Germania sul resto d'Europa (soprattutto la nostra area territoriale).

      Mi lasci convincere dallo Stabat Mater di Pergolesi, che dal suono di un Black&Decker con punta 12

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    3. Toc toc... posso?
      #iononsonoercavajerenero ma..... :-)

      Gianluca, il Manifesto è stato un passaggio importante, direi fondamentale. Sul Manifesto e sui suoi limiti, sui suoi perché e e sui suoi come Alberto però si è espresso molte volte e ti invito a dargli un'occhiata. Ma io nell'attesa ti faccio una domanda propedeutica:
      se "la moneta unica non è altro che il disegno liberista di distruzione di salari e stipendi dei lavoratori e della volontà egemone della Germania sul resto d'Europa (soprattutto la nostra area territoriale)" come pensi che la Germania (sarebbe meglio le élite finanziarie tedesche ed europee in genere ma semplifichiamo) accetterà uno smantellamento controllato ed in particolare uno che non mantenga lo status quo?

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  34. Interessante, contribuisco anche se troppo schematicamente. L'intervento di Fassina rappresenta un elemento di coraggio politico e può avviare un inedito dibattito in seno ad alcuni settori del PD. L'uscita a breve dal PD di alcuni soggetti -giustamente osserva P. - non solo è appannaggio di chi, anche in termini personali, deve valutarla: è necessario tenere in conto anche l'evoluzione della legge elettorale.
    Siccome è evidente che l'enorme lavoro svolto dal prof. Bagnai è riuscito a fare breccia nel dibattito politico e ha acceso un inizio di riflessione all'interno di alcuni partiti, fino a coinvolgere parte del PD, allora potrebbe risultare degna di interesse l'ipotesi avanzata circa la costruzione di una associazione, aperta e compatibile con le diverse forme di "appartenenza".
    Se ho inteso correttamente il senso della riflessione di questi anni, prodotta da Alberto Bagnai, partendo dalla insostenibilità dell'unione monetaria l'obiettivo è di aggredire i temi della decomposizione della democrazia, dei mutati rapporti tra capitale e lavoro e del vasto campo della crisi della rappresentanza politica. E' in dubbio se si possa presagire un effetto moltiplicatore di un dissenso italiano rispetto all'Unione europea, come conseguenza dell'azione prospettata. Occorrerebbe verificare l'nnesto del contributo di Fassina all'interno del dibattito della sinistra PD tenendo presente che gran parte delle attuali difficoltà dipendono anche da una incapacità, pluriennale, di quei gruppi dirigenti a contrastare la nascita/deriva di quel partito. Il gruppo dirigente che si ritrova, adesso, su posizioni antirenziane ha collaborato attivamente alla destrutturazione della democrazia assumendo come centro di riferimento politico e culturale La Repubblica. Se si vuole che i temi posti da P. non rimangano parole al vento, converrà che un rinnovato schieramento progressivo faccia, fino in fondo, i conti con la cultura che ci ha portati alla situazione attuale. Il PD non ha subito alcuna mutazione genetica e Renzi non è un accidente della storia. Il PD è la naturale evoluzione della mutazione, anche necessaria direi, che si radica almeno a partire dall'89: è chiaro quanto le varie aristocrazie della sinistra - politica e sindacale - ci abbiano messo del loro rispetto alle risultanze attuali.
    I temi posti da P. riguardanti le posizioni anti-euro, la appartenenza atlantica(?), la messa in discussione delle ipotesi di liberoscambismo, ecc unitamente alla capacità di saper parlare ad ampi settori del Paese, sono di fondamentale importanza e centro di un innovativo processo costituente: tuttavia l'enorme complessità, anche in termini di consenso, delle questioni poste impongono una gradualità di riflessione che poi trovo assai ben enunciata nel ITdE ed in maniera assai più compiuta in IPF. Lo stesso P.,dice chiaramente che un'operazione di tale portata deve passare da una radicale ristrutturazione del sistema politico nazionale. Già il titolo è enorme e obbliga a misursarsi col fatto che non si vedono, almeno io non ne vedo, nella società attuale fermenti, soggetti e intellettuali avvertiti e progressivi che possano essere coinvolti, da subito, in quel progetto. Assai più concreta è la risposta politica ai problemi attuali che, se assume come punto di partenza posizioni antieuro - e ben vengano -rischia però di sfociare in soluzioni in merito alla democrazia, potrebbero propendere per una sua compressione (Grecia, Syriza, Alba dorata). Altrettanto giustamente, un soggetto politico come propone P. non potrebbe esimersi dal parlare con interlocutori ben diversi in aspettative e prospettive, con tutti i rischi del caso.

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  35. P. propone un viaggio condivisile, ma appare come una lunghissima traversata dagli esiti incerti e nel breve periodo a rischio di nuove sconfitte.
    Infine: l'innesco del professor Bagnai sta ben funzionando. Coloro che nelle organizzazioni esistenti possono produrre un qualche effetto apprezzabile dovrebbero essere sostenuti, anche con strumenti da valutare. Il tema anti euro come strumento di riappropriazione di un dibattito nell'ottica delle questioni politiche poste ne ITdE e IPF.
    Mi permetto una domanda al professore: non potrebbe essere uutile un seminario Goofy "politico"?? Grazie per lo spazio accordatomi

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  36. "Abbiamo bisogno di un gruppo dirigente che sia in grado di costruire un partito che a sua volta sappia unire il popolo italiano, perché la battaglia che abbiamo di fronte non può essere combattuta in ordine sparso."

    Ottimo...

    "unire il lavoro contro il capitale"

    ...però qui il partito è già fallito. :)

    Sarebbe un obiettivo troppo limitato quello di proporsi di "amministrare" il capitale?

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  37. Buongiorno a tutti.
    Questo intervento di Mimmo Porcaro è importante perché chiarisce che il soggetto politico di cui si ha bisogno adesso dovrà avere natura "costituzionale" e di conseguenza, aggiungo io, "democratica". La mia opinione è che Il soggetto a cui fa riferimento Porcaro dovrà avere come obiettivi la definizione degli strumenti necessari per rendere operativa la Costituzione Italiana e le strategie di lotta per ottenerli, facendo nel frattempo una costante campagna di informazione presso le classi produttive (salariati ed imprenditori) per far loro capire quali sono i valori comuni inter-classe da perseguire per ricostruire il tessuto sociale ed economico del Paese. Preso atto del profondo deficit culturale sul fronte costituzionale, come denuncia Orizzonte48, questo ipotetico soggetto politico dovrà farsi carico di porvi rimedio; dovrà agire in, almeno, due modi: il primo è diffondendo in modo continuo e semplice quali sono i valori costituzionali e come questi interagiscano tra loro, diffondendo la consapevolezza del perché certi strumenti siano indispensabili per poter garantire i diritti costituzione e denunciare quelle soluzioni economiche che invece li vanificano, il secondo modo è facendo piazza pulita di molti slogan e innamoramenti che hanno caratterizzato la sinistra italiana ed europea: cito ad esempio la natura regressiva degli slogan nati dal '68, un altro esempio è dato dalle proposte di istituzione del reddito di cittadinanza inteso non come un ulteriore miglioramento dello stato sociale fatto in un quadro di sostanziale rispetto della Costituzione (il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione di fatto lo rende superfluo) ma come un sostituto del diritto al lavoro che avrà la funzione di mantenere a livello strutturale un alto livello di disoccupazione con lo scopo di mantenere basso il costo del lavoro, detto in parole semplici se non consento al disoccupato nemmeno la sua sopravvivenza fisica la disoccupazione calerebbe per motivi fisiologici, leggi fame, rendendo nuovamente scarsa l'offerta di manodopera.
    Aggiungo che parlare di appartenenza atlantica è un altro di quei retaggi della sinistra che finisce per alzare talmente tanto il tiro da farsi cadere il colpo sulla testa: trovo più urgente elaborare, ad esempio, decidere che cosa fare subito dopo usciti dall'euro, elaborare un piano industriale che coinvolga nuovamente lo Stato Nazionale come attore principale della ricostruzione industriale del Paese, un piano ancora più urgente per riportare la Banca d'Italia sotto il controllo del Ministero delle Finanze, un piano di investimenti mirato a far ripartire le aziende che sono sopravvissute al saccheggio, un piano per procedere alla rinazionalizzazione di quelle privatizzate etc.; in questa fase è meglio forse non fare troppo gli schizzinosi e cercare una sponda con chi, tra i più forti, condivide con noi il bisogno di aumentare la crescita e l'inflazione, come Bagnai ci ha spiegato.

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  38. ma in Francia a che punto è il dibattito sull'€?
    lo chiedo perchè li vedo più abituati ad agire storicamente parlando

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  39. “Implica una ripresa dell’ipotesi dell’economia mista, cosa che nell’Italia di oggi e nel mondo di oggi difficilmente riuscirebbe a presentarsi come “neocapitalismo” e dovrebbe avere piuttosto tratti “neosocialisti”
    “Unire il popolo italiano (e a scanso di equivoci con questa espressione intendo riferirmi anche a coloro che lavorano in Italia pur non essendo nostri concittadini…) significa prima di tutto creare un’alleanza trai diversi gruppi di lavoratori dipendenti, poi fra questi e le “partite Iva”, poi fra tutti questi lavoratori e una parte significativa delle PMI (con l’appoggio di una ricostituita grande impresa pubblica).”
    “Per ora, quindi, c’è ancora un po’ di spazio per un discorso unificante che prenda le mosse dai valori storici della sinistra. A patto, però, che un tale discorso non si rivolga alla sinistra ma immediatamente e direttamente all’intero popolo italiano (e a chi italiano aspira a diventare).”
    Concordo in toto e toto corde. Attenzione, però. Rischiate l'accusa più sanguinosa: quella di craxismo.

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  40. Ad una prima lettura, un'analisi condivisa. Ad una seconda, mica tanto

    1 - Fassina, gesto di discontinuità: costruire associazione politico-culturale...
    Di associazioni ce ne sono ancor più che di partiti. Partecipare a quelli già esistenti per darne forza politica, proprio no? Della serie... reinventare la ruota!

    2 - Ripresa dell’ipotesi dell’economia mista => diversa collocazione internazionale del paese
    Mi pare che, ad esempio, la Danimarca stia nella Nato, nella UE ed abbia economia in cui la presenza dello Stato è forte. Non capisco!

    3 - Fassina, gestione rischio di esito minoritario di un’uscita dal PD: richiamo al “rassemblement” della “vera” sinistra.
    Mi sembra che il problema è appunto [ri]definire la "vera" sinistra e ritrovare i richiami "ai valori più importanti della sinistra e del pensiero democratico italiano". Qui il rischio di incomprensione è altissimo e serve un approfondimento sui riferimenti storici alla sinistra democratica italiana.

    4 - Bisogno di un partito che spieghi a tutti che le contraddizioni tra lavoratori garantiti e...diventano secondarie rispetto alla contraddizione principale che ci oppone tutti al grande capitale transnazionale..
    Aiutoooo, il giochetto delle contraddizioni secondarie è storicamente pericoloso!

    5 - Modo migliore per unire il lavoro contro il capitale:. unirsi come cittadini e non come lavoratori
    Seguendo GraziaArCazzo.... il modo migliore per unire il lavoro è quello di usare la parola lavoro, senza bisogno di sinistra/destra o altri giri di parole.

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  41. Come sempre Mimmo Porcaro fornisce una interessante lettura del momento senza riproporre desueti schematismi della sinistra.
    Su Fassina, saprà lui dove stare, dentro il PD è sicuramente un corpo estraneo e mi sa che anche coloro che gli sono idealmente vicini adottano la tattica del "vai avanti tu e vediamo se poi mi scappa da ridere". Fuori dal PD diventa il nulla. Il vero problema che pone Porcaro è se esiste e può avanzare un movimento che partendo dai valori storici della sinistra sappia coinvolgere i lavoratori ( con i non occupati ed i disoccupati) per poi aprirsi ad un dialogo con gli altri soggetti del lavoro (piccoli imprenditori e pmi, cioè quelli odiati da "esimi" economisti di area ) e definire verso chi contrapporsi.( in una dimensione nazionale o internazionale?) Chiariti questi aspetti a seguire: 1) Condivisione dell' obiettivo 2) Quale strategia adottare 3) Come e cosa comunicare . La rete è un enorme serbatoio a cui attingere mettendo in conto le tante e possibili devianze e delegittimazioni.

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  42. In "Watership Down", il famoso romanzo di Richard Adams, Hazel, a un certo punto dice che "Bisogna lasciar maturare la decisione, come si usa tra conigli".
    La consapevolezza deve maturare, e avere dei presidi che la tengono viva (il Blog del professore e l'associazione primi tra tutti) in attesa della completa maturazione.
    Agendo troppo presto e si fallisce o ci si espone a controffensive. Il neoliberismo non e' diventato la vulgata economica da un giorno all'altro, ha richiesto del tempo, accudito e santificato da think tanks e associazioni varie.
    Bisogna fare la stessa strada, ma a ritroso.
    Occorre tempo e pazienza, anche se ormai non ne avremmo piu' di entrambi.

    Roberto Seven

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  43. La seconda considerazione che sorge spontanea è: sarebbe o non sarebbe utile che finalmente si riconoscesse che un lavoratore possa avere idee "de destra"? (magari anche solo al riguardo di temi quali l'immigrazione -- che vista dalla prospettiva opposta è emigrazione, cioè la tua --- ma anche una giusta distribuzione del reddito pare non sia un'invenzione con il COOPyright.)

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  44. Un'altra associazione politico-culturale?
    Di sicuro condivido i dubbi sulla "convertibilità" del PD, ma a parer mio, per quel che vale, un nuovo soggetto di sinistra che si proponga come voce di tutte le forze del lavoro ora come ora può nascere solo e soltanto nell'otticca di una immediata adesione ad un "fronte di liberazione nazionale" con tutte le forze antieuro, che al momento rischierebbe comunque non di non essere maggioritario alla prossima tornata elettorale, quale che sia. Podemos può piacere, ma temo che il fatto rilevante lo forniranno le prossime presidenziali francesi, e che per l'ennesima volta si dovrà partire prendendo atto di una decisione maturata altrove (e in altra area politica).

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  45. Intanto, un simpatico OT su un ortodosso repubblichino, pudista ultra-convinto. :D

    centomila punture di scopiazzatura per Rampinì il grande ( o il grande Rampinì, fate voi)

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  46. Ritenendo incompatibile la famosa Bolognina con quello che era stato il glorioso PCI ho avuto la malaugurata idea di passare a RC prima ed al PdCI dopo. Non ho vergogna a dire che ho votato M5S perchè schifato delle malefatte di tutta la SX. Oggi dopo tante esperienze,mai fatte per poltrone o prebende ma solo per "passione",posso consigliare a Fassina( e suoi estimatori) di combattere dentro il PD che è sicuramente molto più dei Fassina,Civati,Cuperlo che dei neoDem ( anche neo nazisti) come i Renzi,Serracchiani ecc.ecc.. che sono e solamente dei lobbisti della peggiore specie.

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  47. Da quanto ho capito io, Porcaro dice che fuori dal PD Fassina e soci sarebbero sinistra radicale destinata a piccoli numeri e basso conseso. Credo sia vero.

    Da come la vedo io, i numeri sono strettamente legati alla capacità comunicativa del leader, capacità che spesso deriva anche dal pompare degli organi di stampa di cui conosciamo l'orientamento.
    Bisognerebbe avere un comunicatore carismatico, capace di raggiungere e convincere anche coloro che credono in Renzi, ma soprattutto quella grande parte di elettorato che ormai non vota. Salvini sta riuscendo in questo ruolo, purtroppo non c'è nessuno all'interno del PD che riesca efficacemente a fare lo stesso. Eppure non dovrebbe essere difficile convincere i lavoratori che le riforme che hanno sgretolato i diritti sono la peggior soluzione alla crisi.

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  48. Chennnepenzo?

    Ne penzo che mi sono rotto i cosiddetti di chi parla mentre altri agiscono. Iononsonoleghistama sarò per sempre riconoscente a Salvini per aver cercato di capire, capito, creduto e portato il messaggio nelle piazze in modo chiaro, completo, esaustivo, credibile e sincero, a quanto posso vedere.

    Più o meno come sarò per sempre riconoscente a questo blog per aver posto il problema politico (e non solo ovviamente; ma soprattutto).

    Chiunque, dall’alto di un’esperienza piddina o similare, voglia insegnargli cosa fare deve dimostrare di poter fare di più e sinceramente in questo frangente sarebbe prudente un clima collaborativo. In caso contrario, se lo prende a calci si vedrà restituiti gli stessi dieci volte.

    Sempre tedesco sono.

    Ciao

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  49. Solo un inguaribile romantico può auspicare una gestione neo-piddina dell'uscita (la neo-sinistra...).
    Infatti, dipendesse da loro - cioè dai "dissidenti" o autodissidenti - resteremmo a bollire ancora a lungo: devono prima decidere chi ce l'ha più lungo a sud di Pontida, poi mettere su l'associazione culturale per lo smantellamento della Nato, e solo allora, autenticate le tessere, con grande nobiltà d'animo e ampiezza di vedute potranno finalmente contare i caduti dell'ennesima guerra civile europea e assurgere all'ambito ruolo di Padri Costituenti.

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  50. Leggo considerazioni interessanti e condivisibili sia nell'intervento di Porcaro che nei commenti.

    Però partono più o meno tutte implicitamente dal presupposto che il gioco non sia truccato, ovvero che esista una vera democrazia: un'entità politica "popolare" costruisce un consenso attorno ad un progetto di Paese, riceve il mandato in regolari elezioni (essendo maggioranza i cittadini appartenenti al "popolo") e realizza tale progetto.

    Bello... peccato che, come ci siamo più volte qui detti, non funziona così (non mi interessa tornare su questo punto, che ritengo acquisito: se credete alle favole, l'euro non è il male peggiore che può capitarvi).

    Ciò che mi interessa capire è, secondo la vostra ben informata opinione (prego quindi quelli con opinioni basate sul nulla di astenersi, per il bene di tutti), cosa può essere più efficace:

    1. dobbiamo convincere le élite sovranazionali (nel senso di intimamente apolidi; cfr. Superclass. La nuova élite globale e il mondo che sta realizzando), da cui dipendono quelle nazionali, che il progetto di Unione Europea —sia nella pessima versione attuale, sia in quella "buona" vagheggiata dai federalisti— è una solenne minchiata? Non riesco a immaginare per quale motivo dovrebbero cambiare idea le élite che hanno costruito questa Unione Europea, né riesco a figurarmi che lo facciano i "buoni federalisti", dopo essere passati sopra tanti cadaveri per difendere una UE immaginaria, che non è né concretamente realizzabile né desiderabile (per i motivi che sono stati qui più volte affrontati, non solo nei post ma anche nei commenti).

    2. Oppure dobbiamo convincere le élite nazionali che hanno "creduto in un progetto sbagliato" (mettiamola così) ed è arrivato per loro il momento di rimetterlo radicalmente in discussione? Hanno queste l'interesse e la forza di aggregare un ampio consenso attorno ad un progetto che possa andare incontro alle esigenze della parte più vasta possibile della popolazione abitante in Italia? Ammesso ci siano queste precondizioni, sono poi capaci di opporsi in modo efficace a, o di mediare con, le élite del punto 1?

    3. Altro che non ho preso in considerazione.

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    1. @ CorrettoreDiBozzi. Concordo con quello che dici. Ma vorrei porti una domanda "strana". Secondo te, coloro che presero parte all'atto (simbolico) della presa della Bastiglia, avevano consapevolezza, o potevano immaginare che di lì a 4 anni Luigi XVI sarebbe stato ghigliottinato? Io non credo, anche se le "precondizioni" c'erano. Voglio dire che se si innescheranno le condizioni per l'uscita dall'euro, il processo storico che si originerà potrà ridisegnare il panorama politico-economico anche a detrimento delle élite, o perlomeno di quelle "fondamentaliste". Il problema sono i rapporti di forze. E i rapporti di forze dipendono dal consenso popolare. (Scopro l'acqua calda, lo so). Per questo il compito precipuo oggi è informare, convincere e demistificare le menzogne euriste. A questo fine, si deve far leva su quello che passa il convento, in mancanza d'una sinistra che ha cessato da lungo tempo di fare gli interessi e difendere i diritti dei lavoratori (del "general intellect", come diceva il Moro, che non è solo la classe operaia). Ma, aggiungo, il consenso popolare in momenti eccezionali, di rottura, non è quello del 50% + 1, come nelle elezioni. E' quello del numero attivo, la cui forza sono la determinazione e la capacità d'incidere. L'interesse delle élite generalmente non è quello della maggior parte della popolazione, d'accordo. Né si convincono colle belle parole. Ma gli interessi d'una parte d'esse (per esempio le imprese che producono per il mercato interno) sono già stati lesi dall'euro, per cui non è difficile pensare che possono schierarsi a fianco di chi l'euro lo combatte, cioè il numero attivo. Per questo ragionevolmente c'è speranza. (Fine della mia scoperta dell'acqua calda)

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    2. CorrettoreDiBozzi, è verissimo - come dici - che i processi democratici sono falsati però, preso atto di ciò, a mio parere non sono praticabili e neppure utili i punti 1 e 2 su cui, provocatoriamente, chiedi un parere.
      Se non ho capito male l'intervento di Porcaro, al netto dei titoli programmatici, pone un solo elemento di riflessione che è il seguente: premesso che il lavoro del professor Bagnai ha aperto brecce in segmenti del sistema politico, sia a destra che a sinistra (mi si passi l'utilizzo di terminologia obsoleta); preso atto che il contributo di Fassina potrebbe suscitare un ulteriore dibattito e approfondimento nei luoghi in cui lui si trova; che è assai chiaro che non è possibile da qui eterodirigere Fassina (e nessun altro, credo) in merito al an et quomodo uscire dal suo partito, allora la questione è se possa essere utile costruire uno o più luoghi, più o meno organizzati e diffusi a sostegno dell'avvio di un auspicabile e serio dibattito. Io escludo che possa essere utile entrare in massa in questo o quel partito lanciando OPA e "agendo dall'interno". Per quanto riguarda la costruzione del luogo associativo, viste le sensibilità variegate, mi pare che le uniche cose che possano unire davvero siano i temi antieuro e il ripristino di normali processi democratici, e per il resto si vedrà...mi pare che Porcaro non invitasse a costruire un partito. Chiudo: la democrazia è falsata ma dobbiamo comunque puntare sul ripristino di una qualche normalità, d'altronde il brodo lo dobbiamo fare con la carne che abbiamo...

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    3. Roberto volevo porre proprio la questione dei rapporti di forza, non cercavo divinazioni. Non so se ve ne siete accorti ma oggi un/a sovrano/a a cui andare a tagliare la testa non c'è!

      L'efficace formula «l'euro non è una valuta, è un metodo di governo» implica anche questo: il potere mette al riparo dal processo elettorale (così si espresse Monti) i processi decisionali che gli interessano con l'imposizione di forme di governo reale apparentemente impersonali, tramite strumenti (€)/regole/istituzioni (S/R/I) "tecniche".

      Questi S/R/I sono stati approvati "democraticamente" (senza capire per cosa si stava votando, come confessò Gasparri tempo fa) ma rendono poi arduo capire chi comanda davvero (ce lo chiedono: l'Europa/la BCE/la Troika/i mercati…).

      Dietro le quinte ci sono comunque persone che hanno pensato e concretizzato questi S/R/I e continuano ad esercitare il potere di cui dispongono al fine di rafforzare questo vincolo esterno. Ma come stanarli?

      In questo le maggiori resposabilità ce le hanno i "buoni federalisti", i quali sedicenti campioni di progressismo, nell'ordine:

      1. si sarebbero fatti sfuggire di mano il processo "buono" di unificazione europea, degenerato per mano dei cattivoni neo-liberisti/neo-aristocratici/neo-qualcosa (insomma gente con molti nei);

      2. avrebbero puntato tutto su Hollande, quando un'analisi laica dei fatti faceva prevedere che trattavasi di bufala (ma l'europesimo assomiglia più ad un culto che ad una concezione politica razionale);

      3. ripropongono ossessivamente il fogno europeista e se ne infischiano, per esempio, della stima di Jacques Sapir sul costo reale del più Europa e le sue implicazioni, che ho riassunto in questo tweet.
      Ovvero, come ha spesso ripetuto Alberto: se dopo 150 anni di unione in Italia abbiamo le camicie verdi, dopo 5 anni di unione europea con trasferimenti fiscali rischiamo di avere le camicie brune al potere in Germania! E questo ci porta al…

      4. adesso puntano tutto su Syriza in Grecia, che ha impostato il confronto in modo tale che un suo (probabile) fallimento rischia di portare al potere Alba Dorata o nuovamente un regime dei colonnelli.

      Continuano a non voler/poter capire che la condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere un'altra Europa, per elaborare e approvare altri trattati, fondati su presupposti completamente diversi, è eliminare l'arma dell'euro (ma la cittadinanza europea questa volta deve essere correttamente informata con un dibattito vero sui pro e i contro e deve poter decidere se e quale UE vuole realizzare).

      Temo stiano giocando al poliziotto buono (gli appellisti) e al poliziotto cattivo (gli austeriani, cfr. L'Italia può farcela, p. 274). Se non altro li accomuna il metodo fascista e paternalista, come è stato qui definito: ci hanno raccontato tutti delle menzogne e non ci hanno lasciato vera scelta (e questo è il più vasto problema dell'illusione di democraticità/razionalità/moralità della maggior parte delle élite e delle istituzioni che creano).

      Riguardo le élite nazionali tu fai riferimento alle PMI: lasciando perdere questioni nominalistiche (i piccoli élite?), è vero che in Italia sono tante e sono (state?) l'ossatura dell'economia, ma questo è allo stesso tempo un vantaggio e uno svantaggio, perché farne convergere la maggior parte su un progetto comune è difficilissimo, soprattutto avendo contro le associazioni di categoria.

      Di fatto mi risulta che al 25/12/2015 a/simmetrie non stava ricevendo il necessario concreto appoggio da parte del settore imprenditoriale.

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    4. Michele sinceramente l'idea dell'associazione mi lascia molto freddo: una nuova associazione o nasce per soddisfare esigenze specifiche non altrimenti soddisfacibili o altrimenti, per incontrarsi e discutere, sarebbe meglio chiedere ospitalità ad associazioni già esistenti (col vantaggio di coinvolgere e potersi confrontare con ambiti diversi della società italiana).

      La questione che ri-proponevo non è originale, ne ha parlato per esempio Paolo Savona in un incontro promosso dalla Fondazione Ugo La Malfa (vi rammento che sia Paolo Savona che Giorgio La Malfa sono nel comitato scientifico di a/simmetrie) ripreso in questo video: Chi è che comanda? C'è scomparso l'avversario, questo è il problema. Parole di una persona non estranea alla gestione del potere nazionale.

      Il potere ha questo vantaggio rispetto a noi, che nasciamo e restiamo quasi smemorati (questo tema si potrebbe sviluppare nel post successivo sull'istruzione): ha una lunga memoria di come si domina, di ciò che funziona e degli errori da non commettere.

      In special modo il potere sovranazionale ha compreso che con una eccessiva personificazione, che evoca (non sempre è reale) una responsabilità chiara, diretta, si rischia, quando cambia il vento, che l'incarnazione del potere venga, per esempio nel caso di Luigi XVI, agevolmente accorciata. Meglio occultarsi dietro una presunta inevitabilità tecnica di specifici strumenti/regole/istituzioni, rigorosamente "indipendenti" (dal popolo).

      Se non riusciamo ad individuare con sufficiente precisione con chi dobbiamo mediare e/o contro chi dobbiamo scontrarci, qualsiasi pretesa di incidere sul reale mi pare alquanto velleitaria.

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    5. Concordo con te Correttore sulla sparizione di obiettivi umani riconoscibili. Ciò non è necessariamente un male, vanifica il piazzaleloretismo.
      Ma l'obiettivo rimane.
      Pensa togliere l'euro ai banchieri, l'effetto che fa. Molto peggio, per loro, che tagliare teste.

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    6. CorrettoreDiBozzi, conoscevo già l'intervento di Paolo Savona ed effettivamente fa una analisi assai condivisibile ed in egual misura preoccupante. Per chiarire: il ragionamento che fai io lo condivido quasi integralmente ma c'è solo una cosa che, invece, non mi convince; tu giustamente sostieni che un luogo deve nascere per soddisfare esigenze specifiche non altrimenti soddisfacibili e contrariamente sarebbe meglio lasciar perdere. Bene, io dico che hai ragioni da vendere ma non ti pare che è proprio l'esigenza specifica che nasce dal grande dibattito degli ultimi quattro anni a non essere diversamente soddisfacibile vista la crisi in cui versa il nostro sistema politico? Detto questo, ho chiarissimo il quadro delle enormi difficoltà che dovrebbero essere affrontate per tradurre in fatti questa esigenza: ho frequentato attivamente la sinistra tradizionale per venti anni (è diverso tempo che sono ai box accortomi di quanto inquinati fossero quei luoghi e me ne sono accorto anche grazie a voi) non smanio per trovare luoghi in cui incontrarsi e chiacchierare.
      Le alternative a questo punto però diventano davvero poche: se è vero, come è vero, l'assunto del prof. Savona quando sostiene che, anche quando solo ti azzardi a mettere timidamente in discussione gli assetti del potere vero del capitalismo attuale, i capitalisti (quelli veri, dico) si incazzano e diventano un tantinello cattivi, allora mi convinco che da questi vincoli non ci si libererà o almeno non li metteremo seriamente in discussione se non attraverso, ahinoi, rotture drammatiche così come abbiamo visto accadere nel corso della storia. Oppure assistere alla avanzata di movimenti che criticano con vigore gli assetti esistenti e che si radicano in maniera profonda nel campo di una destra che, forse, ha meno presenti i temi delle libertà e della democrazia ma che con metodi più "popolari" e spicci potranno produrre una qualche efficacia, diversamente dalle pregevoli, pensose, approfondite e civili analisi della sinistra tradizionale. Il programma di San Sepolcro spunti di interesse ne aveva, poi però venne conquistato o si fece conquistare da altre esigenze. Insomma mi taccio, lo spazio è poco per avventurarsi in maniera seria su questi argomenti.

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    7. Sintesi (di diversi commenti a questo post): non vedete strade percorribili, ritenete che bisogna solo aspettare e sperare e forse dopo si aprirà uno spazio per l'azione.

      Ammetto che la pensavo così anch'io, ma rimuginando sulla questione sono arrivato alla conclusione che potrebbe essere un inganno anche questo: l'aver permesso di discutere di euro, in modo controllato, sui mezzi di comunicazione di massa, potrebbe essere stata l'apertura di una valvola di sfogo.

      Il Partito Unico Dell'Euro, i collaborazionisti locali dell'élite apolide di cui sopra, mi sembra sempre saldamente al comando, nonostante la rappresentazione di piccoli e grandi drammi (scontri, fuoriuscite, scissioni...) inscenati per distrarre e confondere.

      Scommettere sul fatto che non sanno quello che stanno facendo mi sembra un grosso azzardo. Ma se anche fosse così non mi sembra una gran strategia attendere il disastro. Non riesco a rassegnarmi a vedere tutti noi subire impotenti gli effetti di una guerra non dichiarata (non fraintendete: sto parlando di élite, non di Paesi).

      Comunque, partendo dal presupposto che mi stia sbagliando, nel frattempo che si fa? Considerando che:

      1. più il tempo passa e più molte persone finiscono male. Che cosa possiamo fare per tamponare la situazione e aiutarci a resistere?

      2. C'è un punto di non ritorno per l'economia italiana? È vero che ci siamo rimessi in piedi partendo dalle macerie di una guerra, ma allora ci fu il Piano Marshall. Non vedo qualcosa di analogo in vista.

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    8. CorrettoreDB, penso che tutti si convenga col fatto che non ci possiamo dar fuoco nelle piazze in segno di protesta, per tamponare la situazione ed organizzarci resistendo dovremmo utilizzare gli strumenti che la nostra pseudo democrazia ci consente: costruire luoghi? entrare in quelli esistenti? io non lo so.
      Per l'economia italiana c'è un punto di non ritorno? Forse si, e il prof. Bagnai forse lo pre-vede assai meglio. Però, nell'ottica del ragionamento che abbiamo seguito, continuo a pensare che, diciamo così, le "cupole" non sono stupide: anche nei campi di sterminio nazisti finché gli internati erano utili come forza lavoro non li uccidevano e venivano nutriti con quel minimo di cibo che serviva loro a sopravvivere almeno fino al giorno dopo, giusto perché potessero continuare la produzione.

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    9. Michele proprio non ci capiamo, mi riferivo alla mera sopravvivenza: non è che a uno disoccupato da mesi, che sta per finire in mezzo ad una strada perché ha finito i pochi risparmi, puoi dire «iscriviti ad un'associazione/partito, ti sarà di conforto!»

      Comunque non esigevo una risposta da te, sollecitavo la condivisione di eventuali idee, se ci sono.

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    10. Hai ragione CorrettoreDB, non ci capiamo proprio...mi scuso se sono stato off topic. Avevo inteso bene che non intendevi avere una risposta da me.

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  51. Terrei presente che il PD ha i "tentacoli ovunque" e sicuramente può godere di un pacchetto voti "garantito".

    Secondo me meglio lavorare dall'interno e far capire (al pacchetto voti) che tutti i privilegi che fino ad esso si sono potuti permettere...presto finiranno se non si cambia rotta.

    E' inutile fare filosofia...li devi prendere per le "tasche".

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  52. Dell'analisi fatta e delle relativa proposta politica non mi è completamente chiaro l'obiettivo:
    se la proposta politica di costruire un nuovo partito democratico costituzionale, i cui capisaldi del programma siano la restaurazione di una economia mista e l'uscita dalla NATO per costituire uno stato "neosocialista", serve per gestire a sinistra un'inevitabile uscita dell'Italia da un euro in disgregazione, allora posso trovare la proposta legittima, ed aderente a chi pensa che nell'attuale contesto geopolitico ed economico possa esistere una specie di "terza via" italiana. Ho dei dubbi (chi non li ha?) sulla riuscita politica di una rifondazione della sinistra basata su un'alleanza tra lavoratori dipendenti, partite IVA e addirittura PMI, tutti insieme accomunati per volere la proprietà pubblica dei mezzi di produzione (o buona parte di essi) nonché l'uscita dalla NATO, il tutto in uno stato neosocialista. Ma d'altronde nelle vicende umane tutto è possibile e ... mai dire mai.
    se, invece, la proposta politica dovesse servire per sensibilizzare gli italiani che una buona parte della grave situazione economica in cui si sono immersi è dovuta alla gabbia dell'euro, e per convincerli che da tale situazione se ne esce soltanto costruendo da zero e portando al potere un nuovo grande (grande nel senso di tanti iscritti) partito le cui principali parole d'ordine sono: uscita dall'alleanza atlantica e capitalismo di stato (misto) ... beh allora la vedo dura e penso che ci toccherà tenerci l'euro per altri 15 anni, e forse per altri 15 ancora!
    P.S.: concordo che Renzi non sia un'escrescenza estranea al PD, infatti in quanto segretario del PD ed attuale capo di un Governo di un paese aderente al Patto Atlantico è anche figlio, oltre a quelli già citati, di un ex segretario di quel partito, passato alla storia di quel partito.

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  53. Ma qualcuno che a sinistra no abbia mentito non c'è?

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  54. Non saprei cosa farà Fassina alla fine. Una cosa pero' è certa, chi cerca la soluzione veloce in questi politici ne rimarrà ancora una volta deluso. Solo un nuovo fronte sovranista che rimetta al centro la costituzione potrà risvegliare le coscienze e forse salvarci da questo generale imputridimento.

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  55. Gent.Prof.Bagnai , ho scritto questo commento sul fatto FQ che è stato cestinato o democraticamente rimosso , contiene alcune lievi imprecisioni (svalutazione competitiva , che ho inserito per renderlo decifrabile alla piddino medio ma niente , di Eurocazia si deve parlare solo bene ecco la triste verità/realtà del nostro tempo
    :(!
    Caro Fiano(PD) è di Sinistra un sistema dove ad ogni crisi del Capitalismo , si scarica il tutto sulle spalle dei lavoratori , distruggendo in parte adesso e abolendo in toto dopo l'intero statuto dei lavoratori , perchè non si possono fare politiche keynesiane o in alternativa svalutare la moneta , ( vi faccio presente che sono tre giorni che sento alla TV la storiella buona dell'euro svalutato che favorirà le esportazioni rendendo più convenienti i prodotti italiani all'estero e sono più di 20 anni che si etichetta chiunque proponga un ritorno alla moneta sovrana e sia per una svalutazione della lira ) , perché tutti plaudono?
    I draconiani della svalutazione competitiva che fine hanno fatto , sono in letargo , perché non fanno casino , perché non invocano una rivalutazione immediata dell'Euro o forse che si trattava di svalutazione competitiva quando avevamo le diverse valute nazionali?
    Ci spieghi da dove le imprese creeranno nuovi posti di lavoro se , siamo in spirale deflattiva ovvero la domanda interna (consumi) è morta , con conseguente problema per la fiscalità che verrà sempre di più a mancare perché è chiaro anche ad un bambino che se fai provvedimenti del lavoro che incentivano i licenziamenti , le grandi imprese ne approfitteranno e chi si ritrova per sua disgrazia fuori dal mercato del lavoro , pur rientrarci di nuovo accetterà impieghi sotto pagati, perché la pentola si riempe coi soldi con gli annunci dell'illustre difensore di confindustria fiorentino (tanto per essere chiari).
    Nel frattempo lo Stato inizierà ad avere seri problemi di sostenibilità prima del Debito Pubblico , perché quello privato è stato portato in pareggio dal Professore Bocconiano applicando le tanto ben volute norme di Austerity , che evidentemente non hanno ridotto il debito ma l'hanno aumentato come è successo in Grecia!
    Caro Fiano avete deciso di de-industrializzare questo paese , con la menzogna , della moneta unica buona ecc, ecc, dovreste avere il coraggio di fare ammenda e agire di conseguenza , ma siccome a voi altri dei lavoratori e in generale del paese non ve ne importa nulla , lascerete il tema della sovranità alle estreme destre , non rendendovi conto che stando cosi le cose esse cresceranno nei consensi e un domani ve le troverete in parlamento e altro che M5S (che dovrebbe iniziare seriamente una discussione su questo tema che non può essere più rinviato , invece di proporre referendum che non ci faranno mai fare, perché a Bruxelles hanno capito che se lasciassero votare la gente i loro progetti eurocratici sarebbero bocciati), quelli MENANO e vi mangeranno vivi !
    Commento rimosso dal FQ evidentemente di Europa si parlare solo bene acriticamente!

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  56. L' uscita dall' euro E/O la fine dell' euro, sarà un processo democratico o no? O sarà solo un evento tecnico. Non ho capito bene cosa ne pensi Porcaro.

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  57. Forse sbaglio ma ho l'impressione che Porcaro non abbia ancora elaborato del tutto il lutto inerente il tradimento della sinistra. Il fatto che nutra ancora speranza in Podemos (che nonostante Montero Soler mi sembra un partito simil 5 stelle), mi lascia perplesso. Mi sembra di percepire in troppe persone di sinistra il concetto medioevale di essere nel giusto per diritto divino, vedo un'estrema difficoltà nell' ammettere gli abnormi errori e i tradimento della sinistra e la propria illusione. La cosa mi sorprende soprattutto alla luce del fatto che già negli anni 90 venne scelto Prodi per guidare l'allora Ulivo/DS, e se prima esisteva ancora qualche lecito dubbio sul "tradimento operaio" perpetrato dalla sinistra, la scelta di un uomo figlio e servo delle grandi banche, e quindi del capitale e non del lavoro, doveva essere il segnale evidente che la deriva capitalista e neoliberista era stata chiaramente scelta da quella e dall'attuale sinistra.

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  58. Se ricordo bene Anthony Burgess una volta ebbe a dire qualcosa tipo "Churchill in patria era identificato come l'uomo che aveva salvato il Paese, la Corona, l'Impero, e non solo, l'aveva portato a sedere dalla parte dei vincitori - eppure alle elezioni del 1945 fu battuto... fu battuto perchè con il suo solito acume aveva già identificato l'Unione Sovietica come un pericolo, e dichiarò pubblicamente che il paese non poteva cullarsi nella sensazione che i problemi fossero finiti, ma anzi doveva prepararsi quanto prima ad una nuova Guerra".

    Non importa che avesse ragione lui: la gente era stanca e voleva godersi un po' di pace. Per questo gli voltarono le spalle, in massa, e votarono altri.

    Questo, secondo me è il vero problema: "Bagnai non la fa facile" e quindi chi dovesse sposare appieno l'idea di uscita dall'Euro deve mettere in conto (e per onestà comunicare agli elettori) che ci saranno delle difficoltà (anche se certo non a livello di quello che la propaganda va citando, con carriole etc.) e che ci vorranno dei sacrifici.

    Ecco - io temo che questo messaggio per quanto onesto, realista, e anche suffragato dai dati e da appropriate valutazioni tecniche... non raccoglierà molti consensi (anche senza considerare che appunto, le altre forze politiche avranno buon gioco ad aumentare ancora di più il terrorismo mediatico e a passare dalla carriola al carro da fieno, perchè va da se che senza l'Euro dovremo tornare alla trazione animale).

    La gente non vuole la verità, se questa verità chiede sacrifici. Si tende sempre a pensare che si sia già patito abbastanza, o che magari non è colpa nostra (ma della casta, cricca, etc.) per cui il mio timore è che chiunque si presenti alle elezioni con un programma incentrato sull'uscita dall'euro troverà pochissimi consensi. A maggior ragione se nel frattempo la Grecia è uscita (e solo allora i media la dipingeranno come un inferno, in modo da farla diventare un ennesimo strumento di terrorismo mediatico).

    Forse anche per questo le forze politiche che pure hanno l'uscita in agenda (Salvini) preferiscono parlare soprattutto d'altro: se facessero dell'uscita dall'euro il loro principale argomento, secondo me rischierebbero di perdere consensi, invece di guadagnarne.

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  59. Purtroppo non c'è più tempo per uscire dall'euro con la sinistra. La frammentazione è massima, creare consenso (e soprattutto per contrastare la totalizzante campagna mediatica a favore dell'euro) ha dei costi insostenibili per qualsiasi aggregazione che si preannuncia di gruppuscoli o di fuoriusciti, e sopratutto il gruppo dirigente del principale partito d'area (PD) deve le sue "fortune" all'euro (e giochi connessi) e non si suiciderà mai provocando l'euroexit (sapendo anche di avere delle chance a riciclarsi nel caso i partner europei decidessero di farci fuori). Insomma io credo che, a meno di scossoni epocali, solo dal centrodestra potrebbe venir fuori un'aggregazione potenzialmente in grado di tirarci fuori dall'euro, ma certo che anche lì a parte la Lega ...

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  60. Sono pienamente d'accordo a metà. Il punto di partenza mi sembra interessante (partire da una fondazione per far capire che lo smantellamento dell'euro non è una sparata, ma una scelta ragionata - so bene che è una cosa che qui si dice da 5 anni, ma a sinistra se non hai il think-tank non ti considerano, son fatti così) , ma rimango scettico sullo strumento a medio termine (un movimento che si proponga di accomunare più realtà sociali con interessi anche divergenti). Non vorrei che si cedesse ad aspetti aziendalistici nella gestione della cosa pubblica per smania di parlare alle PMI. Prima, si parta da un'idea di società: le mediazioni dovranno arrivare, ma capiamo quale sia il progetto iniziale.

    Poi, c'è il problema della tempistica: io posso permettermi di pensare al medio termine, ma continuo a incontrare alla stazione di San Paolo gente che è finita in mezzo alla strada. D'altro canto, il gesto eclatante condannerebbe alla marginalità à jamais. Disporre del tempo degli altri è un lusso che non mi piace avere.

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  61. Una sintesi:
    "La ragione può resistere solo nella disperazione e nell'eccesso; occorre l'assurdo per non soccombere alla follia oggettiva"
    Theodor Wiesengrund Adorno, Minima moralia

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  62. Posso azzandare un'ipotesi? Fuori dall'€uro non ci porterà Grillo, Salvini o la Meloni.

    A farlo sarà chi ci ha messo dentro. Secondo me Fassina si sta muovendo avvedutamente, ossia d'intesa con una parte consistente del PD "storico", che sta vedendo svanire ogni prospettiva egemonica, messo giorno dopo giorno ai margini dal "corpo estraneo". Costoro che alternativa hanno? Sanno perfettamente che alle prossime consultazioni elettorali la bora del "nuovo che avanza" non lascerà più traccia di loro.

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  63. E’ la prima volta che mi permetto di lasciare un commento su un blog, per cui spero di non fare qualche pasticcio.
    Condivido in larga parte l'analisi del Sig. Porcaro, ma proprio per questo vorrei segnalare alcuni punti di debolezza del suo ragionamento che rischiano di impaludare tutto il resto:
    1) sarà anche vero che col dichiarare superata la distinzione destra/sinistra qualcuno vuole arrivare a dichiarare estinta la distinzione tra capitale e lavoro, ma il problema è che oggi, alla grande maggioranza degli Italiani, il sentir parlare di destra e sinistra fa venir voglia di portare la mano alla pistola (se ci sono dei dubbi andare a rivedere l'affluenza alle urne delle ultime elezioni): l'ennesima rifondazione di una costola della sinistra con annesso conio della nuova etichetta "nazionaldemocratica" è semplicemente tanto onirica quanto inutile. Se si vuole mettere insieme un fronte anti-euro con qualche speranza di arrivare ad una massa critica di influenza politica, ai benpensanti di sinistra conviene fin da subito turarsi il naso e piegarsi alla necessità di imbarcarsi anche con i Salvini ed annessi e connessi (compresa Casa Pound); la battaglia contro l'euro non è di destra o di sinistra ma tra dominati contro dominanti, e la categoria dei dominati è decisamente trasversale;
    2) l’ipotesi che Fassina possa uscire dal PD non sta in piedi dal punto di vista pratico: se non hai un simbolo depositato in Parlamento, per presentarti alle elezioni devi raccogliere le firme: provare per credere. Meglio ricordarsi della saggezza di Mattei, per il quale i partiti erano come i taxi: se Salvini o chi per esso mette a disposizione il suo conviene non perdere tempo a fare gli schizzinosi sul fatto che si viaggia in Panda e non in Mercedes e salirci sopra;
    3) da evitare come la peste le tipiche paludi da intellettuale di sinistra del tipo “Ma non vorrei si trattasse di altro, ossia del fatto che la posizione di Fassina, (…), rischia, qualunque sia l’intenzione, di servire solo come ruota di scorta nel caso in cui si sia costretti ad inventarsi (cosa tutt’altro che impossibile) un neoliberismo senza euro”: iniziamo a toglierci l’euro dalle palle, per il resto altra corsa altro giro. E poi alla “ggente” interessa trovare il modo per uscire dalla merda in cui siamo finiti, non stare a sentire l’ennesima versione delle “magnifiche sorti e progressive” dell’umanità;
    4) Salvini sarà anche “qualcuno che detesta una buona metà del paese e la cui cultura non è esente da una servile ammirazione per tutto ciò che è “austro-ungarico”, però è anche uno dei pochi a ricordarsi che l’immigrazione è l’esercito industriale di riserva. Se siete di sinistra e non vi piace Salvini, mi permetto di tagliare ed incollare un pezzo di Diego Fusaro: “L’immigrazione è oggi promossa strutturalmente dal capitale e difesa sovrastrutturalmente dalla “retorica del migrante” propria delle sinistre antiborghesi e ultracapitalistiche (…)
    L’immigrazione deve essere combattuta e non favorita, contro la tendenza dominante delle sinistre che hanno abbandonato la lotta per la difesa dei lavoratori e degli oppressi per aderire al mito del sans-papiérisme favorito dalle stesse logiche deterritorializzanti del fanatismo dell’economia.
    L’odierno regno animale dello spirito necessita dell’esercito industriale di riserva dei migranti per poter DISTRUGGERE i diritti sociali ancora sussistenti, ANNIENTARE la residua forza organizzativa dei lavoratori e ABBASSARE drasticamente i costi del lavoro. (…)
    Il capitale non mira a integrare i migranti: aspira, invece, a DISINTEGRARE, TRAMITE I MIGRANTI, I NON-MIGRANTI, (…).
    Nella retorica dell'immigrazione, nell'elogio a priori dell'immigrazione, emerge l'oscena complicità di sinistra e capitale.
    (…) Chi critica il capitale senza criticare il fenomeno dell'immigrazione è un fesso; proprio come chi critica il fenomeno dell'immigrazione senza criticare il capitale. (…).

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    1. Ammirevole intervento, lo condivido talmente che vorrei averlo scritto io.

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    2. Condivido anch'io.

      Stadi di xenofobia in ordine di gravità:
      1-Paura e Pregiudizio
      2-Intolleranza e Discriminazione
      3-Sfruttamento e Persecuzione
      4-Eliminazione fisica

      Ammesso che le politiche di Salvini siano di gravità 2, basta ricordare che in fondo siamo già da anni allo stadio 3:
      La ricerca condotta da Amnesty International indica anche che le misure adottate dal governo italiano con lo scopo dichiarato di controllare e regolarizzare i flussi migratori contribuiscono direttamente allo sfruttamento dei lavoratori migranti. Il meccanismo del "decreto flussi", non tenendo in conto la realtà della situazione occupazionale dei lavoratori migranti e la domanda effettiva di lavoro migrante, crea una situazione che facilita lo sfruttamento dei lavoratori migranti.
      Fonte: Amnesty International - Dicembre 2012

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    3. Trovo che Fusaro abbia descritto in maniera impeccabile cosa significa l'immigrazione.

      Credo che le dichiarazioni qui sotto, contribuiscano a raffigurare meglio il quadro..
      Solo un fesso o la malafede impediscono di comprendere cosa sta accadendo.

      D'Alema: "abbiamo bisogno di almeno 30 milioni di immigrati"
      https://www.youtube.com/watch?v=rmA4u4lTPyw

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  64. Immagino che i commentatori siano bene o male tutti -anta, più 50 che 40, come me. Che abbiano quindi una idea di sinistra e di destra standardizzata ed omogenea. Sono tutti concordi nel ritenere che quella sinistra, quella che loro hanno come idea di sinistra, sia morta. O comunque talmente difforme da renderla simile a morta. E allora di grazia perché e a chi serve una nuova sinistra? A mettere al potere un altro Renzi? O un altro D'Alema? Non abbiamo già dato abbastanza?

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  65. Nella sostanza siamo d'accordo, ma tenderei a essere più pragmatico: la rottura dell'€ sarà traumatica dunque bisogna essere pronti a tutto, bisogna essere davvero flessibili. Ma il vero problema è la collocazione internazionale. Se posso permettermi, più che a una nuova collocazione internazionale tout court opterei per una disponibilità verso tutte le parti a seconda delle circostanze ( un po' come facevano quelle vecchie volpi dei democristiani...voce dal sen sfuggita)

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  66. riporto un passo scritto da Nicola Zitara in "L'invenzione del mezzogiorno - una storia finanziaria"
    "....c'è anche da aggiungere che la costituzione di una coscienza politica a sinistra, nel Meridione non può partire dall'apologia del giacobinismo nè accettare acriticamente la storia della borghesia italiana, e neppure il pensiero liberale e libertino. Nel Meridione la lotta di classe è stata lotta dei contadini contro la rendita. Sopravvenuta la disarticolazione e la liquidità sociale, il Sud non ha altra strada per superare lo stato di sovrappopolazione relativa e il devastante dramma morale e criminale in cui versa, se non quella di costruire uno Stato democratico - ma non elettoralistico - che abbatta la cultura della rendita parassitaria."

    Forse la questione meridionale può essere una "leva" per l'avvio di una €xit?....

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  67. Condivise le criticità e le perplessità apprezzo il richiamo alla costituzionalità operativa (con personale riferimento esplicito alla Costituzione della Repubblica italiana del 1948)
    Intanto è sinistra certificata da organismo internazionale indipendente (dalla sinistra) .
    Inoltre esemplifica e applica una teoria economica ragionevole e conforme ai diritti umani.

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  68. Quando sento parlare di Capitale e Lavoro, da sempre, mi si arricciano i capelli dall'orrore. Per una questione di linguaggio, perchè se state nell'iperuranio, beh, io sono qui dabbasso, e saluti e grazie, e dove sto io, al limite, ci sono capitalisti e lavoratori.
    Quanto a questioni Euroatlantiche, mi sembrano premature e non immediatamente pertinenti col tema dell'Euro.

    Tutto ciò premesso, teniamo presente che la cosiddetta "minoranza PD", tenuto conto della riduzione di 1/3 dei parlamentari dovuta alla prevista soppressione del Senato, non verrà probabilmente nemmeno ricandidata, e che quindi un nuovo partito di sinistra alle prossime elezioni ci sarà, se non per amor di patria, almeno per amor di poltrona, ma essendo fatto di trombati sarà assai poco credibile.

    Quindi forse Fassina & C.O. dovrebbero fare la prima mossa e non aspettare di essere "tagliati" direttamente da Renzi.

    Fassina & C.O., anche fossero 4 gatti (mi viene in mente D'Attore, poi?), avrebbero comunque due alleati di un certo peso, la Verità e la Storia (per non parlare del Padreterno...), che darranno loro forza man mano che i problemi seminati dall'Euro giungeranno a piena maturazione.

    Poi, se noi ammettiamo un'unica priorità, USCIRE DALL'EURO (e annessi minimi, tipo ricomporre il matrimonio tra Tesoro e Banca d'Italia), la cosa più ovvia da fare è proporre un'alleanza aperta a TUTTE le forze politiche per governo di "Unità nazionale" di scopo, che gestisca la transizione, accettando sugli altri temi posizioni transitorie (ad esempio, la Lega, se davvero ritiene cruciale il tema dell'Euro, accetti una "mediazione temporanea" sul tema immigrazione), magari mettendo ministri tecnici ai ministeri più tecnici (tipo, un medico super partes e senza tessere a gestire la Sanità, un giudice alla giustizia, etc...).
    Per cui, io sottoscriverei un documento operativo da far condividere e firmare da tutti, che magari affronti il tema trasversamente, con:
    1) un ultimatum a BCE e Commissione Europea per l'immediata attuazione di provvedimenti orientati alla compensazione dei disavanzi di bilancio di tutti i paesi aderenti all'Unione Monetaria (si tratta di un passaggio, con ogni probabilità, meramente formale ma a mio avviso comunque opportuno)
    2) alternativamente, la proposta in sede europea di un piano di smantellamento programmato della zona Euro (altro passaggio forse solo da galateo, ma è meglio essere educati...)
    3) ancora, un piano d'uscita per i soli Paesi interessati (eviterei le furbate del tipo: usciamo a sorpresa prima noi, così gli altri restano fregati...).

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    1. Nella storia chi non lo ha fatto di sorpresa è stato "sorpreso".

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  69. “Di che cosa abbiamo bisogno?”

    Per come la vedo io (e chi se ne frega), di recuperare un ideale socialista a tutte lettere maiuscole. Che, però, al momento non è realizzabile perché una parte rilevante della popolazione intende la politica come un supermarket dove scegliere il prodotto più conveniente per sé, incurante degli interessi di tutta la collettività e senza rendersi conto che i vari prodotti hanno etichette diverse, ma sono simili nella sostanza.
    Ciò è avvenuto grazie a Berlusconi e al suo partito di plastica che per 20 anni ha occupato, deteriorandola, la scena politica – e si noti che Berlusconi riusciva a fare danni anche quando era all'opposizione con le sue dichiarazioni insolenti e spregiative del tipo “dobbiamo dare una spallata al governo”, “ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro i propri interessi”, ecc.
    Con Berlusconi e la sua corte dei miracoli (Elio Vito, Iva Zanicchi, Martusciello, Pera, Scajola, Baget Bozzo, Bonaiuti e centinaia di altri cantastorie) il potere ha sperimentato la possibilità di prendere per i fondelli una cospicua parte di elettorato facendole credere di essere protagonista del proprio destino, mentre invece favoriva quello di qualcun altro e di rendere inagibile, o sostanzialmente inutile, un corretto dibattito parlamentare. Ossia, parafrasando lo stesso Berlusconi in un suo riferimento a Prodi del '95, “per Berlusconi si è usata la stessa tecnica di Lenin e Stalin: quella dell’utile idiota: si prende una persona, la si mette lì e ci si nasconde dietro”.
    Con l'avvento dell'€ e l'internamento di intere nazioni nell'EZ si è definitivamente sancita l'inutilità del voto inteso come effettiva partecipazione della collettività al riequilibrio dei rapporti di forza all'interno del sistema democratico, limitandolo alla semplice ratifica dello status quo e Berlusconi lo interpreta così: “Con l’euro ci sono le premesse di una nuova stabilità. Diamo il benvenuto alla nuova moneta, è un’idea straordinaria che è diventata realtà. Con l’euro è stato bandito il peccato monetario” (Ansa, 26/11/2001).
    Con il M5s si è andati oltre: si è dato spazio ad un ragguardevole numero di persone che pensano che le scelte politiche si compiano a suon di “mi piace” sul pc di casa. Loro “cliccano” a vuoto nel web e il potere indisturbato si fa i fatti suoi.
    Per quanto concerne la Nato e l'uscita dall'€, vale la pena ricordare le parole rivolte a Varoufakis dal segretario americano al Tesoro Jack Lew alla vigilia dell'incontro con l'Eurogruppo un paio di settimane fa: la Grecia deve lavorare con l'Ue e il Fmi altrimenti “ci saranno difficoltà immediate”. E quando oltreoceano parlano di difficoltà vanno presi sul serio.

    Che fare, quindi?
    Ecco, questa è una bella domanda, ma forse una cosa possiamo dirla: “Fassina & C.O. [...] avrebbero comunque due alleati di un certo peso, la Verità e la Storia (per non parlare del Padreterno...), che darranno loro forza man mano che i problemi seminati dall'Euro giungeranno a piena maturazione” (Stefano Pepino - 10 marzo 2015 10:27).

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    1. Mi permetto di dissentire con la sua tesi che sembra (a me) poggiare su un'idea -berluscocentrica- dell'Italia nel mondo.

      Converrà con me, spero, che il mondo e l'Italia a ruota, muovono tra una miriade di interessi e dinamiche. Sottolineare ancora, dopo tutti questi anni, berlusconi come promotore e "causa dei nostri mali", penso sia sciocco, impreciso e direi dannoso.

      Dico dannoso perchè se si vuol curare una malattia, è imprescindibile la corretta diagnosi.
      Altrimenti son dolori..

      In questo Paese, purtroppo, ogni volta che si parla di qualsiasi argomento che implichi anche solo marginalmente "berlusconi", si è praticamente obbligati a mettere le mani in alto e dichiararsi "antiberlusconi", pena il pubblico linciaggio dei piddini perbenisti unici portatori sani della Morale e dell'Etica in Italia. Altra anomalia.

      Direi che, per fare un esempio, rispetto all'idea -berluscocentrica-, la mani pulite eteroguidata dall'estero, abbia inflitto infiniti più danni al nostro Paese.
      Il cambio rigido e le privatizzazioni sono esempi lampanti di quale sia stato il tradimento della quasi totalità della classe politica italiana.

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  70. @ Stefano Pepino

    Se "al limite" ci stanno capitalisti e lavoratori, "al centro" chi ci sta?

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    1. Mettiamola così:
      la differenza tra piccola impresa ( o media) e (media o) grande impresa è questa:
      nella piccola impresa il proprietario è il primo dei lavoratori, nella grande impresa il/i proprietario/i non lavora/no.
      Questi propietari "oziosi", i quali in generale tendono anche a nascondere la propria identità per rifuggire eventuali responsabilità, sono i capitalisti.
      Rispetto ai tempi di Marx è però successa una cosa abbastanza importante: è finito il gold standard, quindi prima almeno questi tizi facevano finta di possedere (e in minima parte possedevano) una risorsa fondamentale (l'oro), oggi manco quello. Restano come figure inutili e parassitarie, dannosi per la Società. Per cui la legge, che ha come scopo la tutela della Società, dovrebbe entro certi limiti moderarne e limitarne l'operato.
      Poi, anche a me piacerebbe non avere obblighi lavorativi, il problema siete voi che non avete tutta 'sta voglia di lavorare di più per mantenermi.
      Ma allora dovremmo parlare di persone giuridiche, di mancanza di responsabilità delle Società quotate in borsa, di trust, di Società di comodo, di paradisi fiscali, e di molto altro, che ci porterebbe fuori strada, per cui tralascio.

      In Italia di capitalisti ce ne sono assai pochi, al massimo operano alcuni maggiordoni di capitalisti stranieri.

      Quindi, a bene vedere, con uno Stato funzionante, lo scontro sociale si risolverebbe piuttosto in fretta, per carenza di nemico...

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  71. In più c'è anche questo:
    l'idea dell'associazione politico-culturale come cavallo di Troia somiglia molto molto da vicino alla fondazione del legista Tosi....

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  72. Molti discorsi, quelli che per anni hanno fatto a sx , tanti ragionamenti da prime donne,... Solo ponendo un unico obiettivo è su quello unendosi senza spocchia, compatti, forse si riuscirà a arrivare promuovere una possibilità di farsi ascoltare da tutti, altrimenti tra 20 annni ci arriverete come sempre, dato che come dimostrato con la Grecia la germana e al. Farà di tutto prima di cedere all' inevitabile..Gianni z.

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  73. Grazie a M. Porcaro per il suo intervento.
    Modesto parere del sottoscritto: in Italia, non è possibile che si formi un'alleanza tra forze storicamente di sinistra e forze storicamente di destra in nome del comune nemico (UE, euro) e sulla base di una parole d'ordine del tipo "la sinistra de llavoro, la destra dei valori" perchè un'alleanza simile si crea solo intorno ai valori della patria e della nazione.
    Per le tristemente note ragioni storiche (funesta endiadi fascismo/antifascismo), in Italia il valore "nazione" e persino il valore "patria" NON uniscono gli italiani, ma li dividono tra destra e sinistra, tra "veri italiani" e "falsi italiani", designati in modo opposto ma formalmente identico.
    Ciò è tanto vero da essere addirittura iscritto nella Costituzione, che com'è noto si proclama "antifascista". Lo stesso presidente della Repubblica Mattarella ne ha dato una recente dimostrazione visitando, al suo insediamento, il monumento alle Fosse Ardeatine, invece che, per esempio, l'Altare della Patria. Una cultura politica (cultura, non linea) non si improvvisa. In Francia, la convergenza fra elettorato di destra e di sinistra nel Front National è resa possibile dal precedente storico del gaullismo (e del bonapartismo).
    Sempre a mio modesto avviso, l'idea di tirare in ballo il socialismo è quanto mai funesta, in quanto presenta due problemi non piccoli: 1) il socialismo realmente esistente è tutto schierato a favore di UE ed euro 2) il socialismo realmente esistito (URSS,etc.) è catastroficamente fallito. Inventare il socialismo 3 non mi sembra semplicissimo, meglio rinviare a tempi migliori.
    Quanto alla funzione della dissidenza PD, personalmente a me pare che:
    a) se escono dal PD, vengono risucchiati dalla sinistra confusionaria
    b) se restano, vengono intrappolati dalla logica di un partito nel quale, dopo le riforme costituzionali, le minoranze conteranno sempre meno.
    L'unica loro funzione positiva (politicamente positiva, qui non parlo di cultura e di etica, che sono molto importanti ma non immediatamente decisive) mi pare quella di rivolgersi, oltre che alla loro base, soprattutto alla base elettorale grillina, per sventare una alleanza tra M5S e PD che invece è,purtroppo, nella logica delle cose.
    Lo stesso vale (con numeri e forze diverse) per la Lega. La Lega non diventerà mai in tempo utile un partito di governo. Può però, insieme a Fratelli d'Italia, rivolgersi efficacemente all'elettorato di destra e ridurre le dimensione della trasumanza dei resti di Forza Italia verso un sostegno senza dubbi e soprassalti al collaborazionismo pro UE.
    Lo so, non è una analisi allegra ma non ne ho altre. Salvo miracoli, l'Italia non sarà mai il paese che prende l'iniziativa di spaccare il fronte UE.

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    1. Si puo' sintetizzare affermando che l'Italia e' un paese che non prende mai iniziative? Che non ha mai avuto, o potuto avere, alcun ruolo guida? Avevamo il piu' grande partito comunista dell'Occidente, il che garantiva qualche spazio di manovra, per dire ai colloqui con Putin per l'Ucraina ci saremmo stati anche noi, oltre a tedeschi (l'economia) e francesi (le bombe). Oggi la personalita' piu' influente del nostro Paese e' il papa, ma non c'e' piu' neppure la teocrazia...

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    2. Non intendevo questo. Nella sua storia unitaria, l'Italia di iniziative politiche ne ha preso eccome, basti pensare al fascismo, una novità culturale e politica di prima grandezza (sulla quale do un giudizio negativo, ma che resta una novità di grande rilievo). In più momenti della sua storia nazionale anche preunitaria, l'Italia ha avuto un ruolo guida in campo culturale.
      Ritengo che l'Italia non possa avere un ruolo guida politico oggi, nella battaglia contro la UE e l'euro, per il semplice motivo che la linea principale dello scontro è quella tra nazione/entità sovrannazionali, e nella cultura politica italiana le tradizioni che pongono al proprio centro il valore "nazione", o il valore "patria", sono molto deboli, non solo a sinistra (dove sono quasi inesistenti) sia a destra (dove scontano, quasi tutte, l'eredità incapacitante del fascismo).
      Ora, mentre una forza politica può cambiare anche radicalmente la sua linea politica (è quello che ha fatto Salvini nella Lega) essa non può cambiare in tempi brevi (per dire, cinque anni) la sua cultura politica.
      Una cultura politica ha tempi lunghi di formazione e sedimentazione, e non si può produrre con il semplice volontarismo.
      Faccio un esempio chiaro: la Spagna, dopo una guerra civile tremenda, è riuscita a istituire la Valle de los Caìdos, dove sono sepolti insieme i combattenti spagnoli di entrambi i bandos, franchista e antifranchista. In Italia, i combattenti della Repubblica Sociale Italiana non sono pubblicamente ricordati neanche con una targhetta adesiva incollata nei cessi degli autogrill (e non erano tutti psicopatici traditori). Vedi un po' tu.

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  74. A mio avviso l'intervento di Porcaro è eccessivamente basato sul pregiudizio quando parla della Lega. Salvini viene tacciato di entusiasmi "austro ungarici", attribuibili più alla base del partito che allo stesso segretario, proprio da chi (Porcaro) guarda con ammirazione e unica speranza un pezzo di un partito (Fassina e sinistra PD) che ha fatto della necessità del vicolo esterno il cardine della sua politica estera, interna ed economica. Non è forse questo un atteggiamento contraddittorio? Auspicherei da una sinistra realmente democratica ed attenta alle questioni del mondo del lavoro, o dei "piccoli" oppressi nell'€uropa dai "grandi", maggiore attenzione al programma economico della Lega. Perché questo documento viene sistematicamente ignorato? La stesura dei "10 punti del programma economico della Lega nero su bianco", presumo in gran parte scritti da Claudio Borghi, non potrebbero essere la base per una collaborazione fra tutte le forze che ritengono prioritaria l'uscita dall'€?

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  75. Le ammissioni di Fassina: primi due minuti. Se solo avessero ascoltato più attentamente il Prof. Bagnai, non si sarebbe sprecato tempo.

    http://www.byoblu.com/post/2015/08/31/siamo-caduti-in-una-trappola-stefano-fassina.aspx .

    Ci sarebbero diversi punti di riflessione.
    Fassina ricorda che l'euro va superato, lo avevamo già capito con chiarezza tempo fa (https://www.youtube.com/watch?v=X90iRPEHLWA ) sottolineando lo stampo liberista del progetto euro, escludendo quello europeo dacché parla ancora di Use.

    Difende Tsipras che "non considero come un traditore, [...] non l'è sentita di portare la Grecia in una avventura che avrebbe avuto delle incertezze enormi".
    Il fatto che dica questo, forse, indica una percezione anche da parte sua di un giudizio simile. Resta da capire il perché lo difenda.

    Però poi parla di contatti con le altre sinistre europee. Quali?
    Parla sia delle sinistre appartenenti alla socialdemocrazia europea che di quelle "che purtroppo ne sono fuori", ammettendo la subalternità culturale della prima alla destra, intendendola come adesione acritica al liberismo.
    E questo sembrerebbe un grosso paradosso: critica la sinistra alla quale appartiene e se ne dispiace se chi ha un minimo di pensiero critico non vi abbia aderito.
    Il secondo paradosso è: come si può pensare di costruire una alternativa all'euro e quindi al liberismo all'interno di un contenitore che si ispira a quei valori?

    Di qui facile comprendere come la citazione degli "Stati Uniti d'Europa" possa essere coerente con la confusione che se ne evince da tutto il discorso.
    Da un lato, ho compreso che dire la verità dopo 40 anni necessita di tempi e modi giusti (sebbene bisogna farlo in fretta), dall'altro non è trascurabile l'osservazione che è più volte stata richiamata nel blog secondo la quale "tutto è come sembra" (e penso ai post che trattavano della "furbizia" di Tsipras).

    O Fassina è confuso, o probabilmente sono io che non sono riuscito a capire bene il contenuto del suo discorso.
    Chiunque voglia contribuisca con una sua lettura.

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