mercoledì 4 marzo 2015

Atene chiama. Fassina risponde?

(da Mimmo Porcaro ricevo e con piacere pubblico...)




L’arretramento di Syriza
Non si è buoni amici del popolo greco se si sottovaluta il netto arretramento a cui Syriza è stata costretta dai ricatti delle sue controparti e dalla propria incertezza strategica. Nella lettera presentata da Varoufakis all’Eurogruppo non c’è alcun cenno alla questione più importante, ossia alla ristrutturazione del debito, ed oltre a ciò il governo greco si trova di fatto nell’impossibilità di utilizzare il fondo salva-stati (che andrà per intero alle banche) e di superare l’obbligo dell’avanzo primario (avanzo che, al massimo, potrà essere modulato).

È impossibile onorare anche parzialmente, in queste condizioni, gli impegni presi con gli elettori. È impossibile pensare che si sia aperto, in questo modo, un qualche spazio di manovra. Ed è sorprendente che si imputi tutto ciò alla durezza delle istituzioni europee: che cosa ci si aspettava? Come è possibile che il gruppo dirigente di Syriza non abbia previsto la rigidità dell’eurogruppo e i ricatti della Bce? Come hanno fatto a non capire che l’esclusione dell’uscita dall’euro ha reso quasi nullo il loro potere negoziale, di fronte ad un’Europa che, oltretutto, è momentaneamente ringalluzzita dal Q.E. di Draghi (non a caso annunciato poco prima delle elezioni greche…)? Intendiamoci: con avversari di tal fatta è difficilissimo scontrarsi, tanto che noialtri, sinistra italiana, non abbiamo nemmeno il coraggio di iniziare a farlo e preferiamo che qualcuno lo faccia al posto nostro. Ma non si sfugge all’impressione che vi sia comunque un errore di base ed un’imperdonabile supponenza nell’atteggiamento di Syriza: l’idea secondo la quale, in fondo, la fine dell’austerity sarebbe interesse anche delle classi dominanti europee. Mentre, al contrario, queste sguazzano felici nella deflazione (che deprezza il lavoro e valorizza i crediti), pur non escludendo investimenti ed immissioni di denaro se e quando la compiuta sottomissione dei lavoratori li renda convenienti.

Lenin direbbe che questa pretesa dei deboli di insegnare ai forti quali siano i loro interessi equivale ad una completa sottovalutazione della realtà dell’imperialismo. Tucidide, che anche con questo tema ha intessuto le mirabili pagine del dialogo tra gli Ateniesi e i Melii – sulle quali oggi sicuramente meditano i nostri compagni greci – direbbe semplicemente che è mancanza di realismo. Ma, si sa, si tratta di due vecchi arnesi: Lenin, a differenza di Varoufakis, nulla sapeva della teoria dei giochi, e Tucidide, redivivo, non arriverebbe certo a capire, con quel suo fissarsi sul conflitto tra potenze, the magic of globalization.

“Prendere tempo”
Si dirà che il mio giudizio è troppo severo, e che in fondo Syriza è riuscita, in una situazione difficilissima, quantomeno a prendere tempo. In parte è vero, e ci tornerò. Ma ci siamo chiesti come mai gli avversari di Syriza questo tempo l’hanno concesso? L’hanno fatto, io credo, per non dare l’impressione di strozzare la Grecia e per lasciare che la Grecia lo faccia da sola. Infatti il  contenuto della lettera d’intenti scritta da Varoufakis è tale da far ben sperare chi punta ad un indebolimento di Syriza. Già: l’aver conquistato il diritto di scrivere da soli i propri compiti senza farseli dettare dalla troika è cosa che può essere sbandierata come un successo, ma di fatto riduce la possibilità di imputare le scelte politiche restrittive alla protervia altrui, e questo trasforma il conflitto tra Grecia ed Europa in un conflitto interno alla Grecia. Non tanto perché numerosissimi e qualificanti punti del programma elettorale sono del tutto scomparsi: la forte tensione politica dei sostenitori di Syriza potrebbe anche, in un primo momento, far sì che si passi sopra a tutto ciò. Ma perché il concentrare tutto sulla lotta all’evasione fiscale (non potendo contare su riduzione del debito e su altro) rischia seriamente, nelle concrete condizioni della Grecia di oggi, di rompere il fronte che sorregge il governo. I capitali non cesseranno di fuggire, i percettori di redditi medio-alti si sentiranno minacciati, ma, soprattutto, gran parte dell’elettorato popolare, che spesso mescola redditi da lavoro dipendente e redditi di piccola impresa, rischia di perdere, col rigore contro il “nero”, una  risorsa aggiuntiva assolutamente vitale in epoca di crisi.


Rapporti di forza e rapporti sociali
Si dirà che in ogni caso il mio giudizio è troppo rigido, perché non considera l’Europa come un campo di forze in cui, soprattutto in periodi turbolenti, i rapporti fra i diversi attori possono mutare anche bruscamente. Ora, io non escludo affatto, in linea di principio, che un qualche concorso di circostanze possa modificare la situazione. Ed anzi, smentendo quanto in genere si imputa ai detrattori dell’euro, ripeterò che io non spero che Syriza sia sconfitta per meglio dimostrare quello che ormai è superfluo dimostrare (l’irriformabilità dell’eurozona), ma che spero (speravo) in una sua pur parziale vittoria, perché questa allevierebbe le sofferenze della Grecia e al contempo aprirebbe crepe nell’edificio comunitario. Ma un conto è discettare di possibilità astratte, altro è valutare le possibilità concrete. E la concretezza dice che Syriza ha perso rapidamente terreno, se mai ne aveva conquistato. E che, in ogni caso, anche una parziale vittoria sull’austerity, dati gli attuali rapporti sociali, si trasformerebbe paradossalmente in un ulteriore asservimento della Grecia.

Sì, perché il problema è proprio questo: qui non si tratta di mutevoli rapporti di forza, ma di coriacei  rapporti sociali. E nel capitalismo i rapporti sociali, come pure dovremmo sapere, sono particolarmente difficili da modificare perché si presentano (e funzionano) come rapporti tra cose, in particolare come rapporti tra entità economiche la cui dinamica è estremamente cogente, prescinde dalle oscillazioni abituali dei rapporti di forza ed appare, oltretutto, come un qualcosa di naturale e impersonale. E l’entità economica che maggiormente codifica, normalizza e riproduce i rapporti sociali (e geopolitici) inevitabilmente asimmetrici del capitalismo è la forma del denaro, ossia, nel nostro caso, l’euro. Per cui anche se Syriza riuscisse a modificare i rapporti di forza, a spuntarla, a finirla con l’austerity e a ridare un po’di speranza e di potere d’acquisto ai cittadini greci, non per questo avrebbe modificato i rapporti sociali e geopolitici che si incarnano nell’euro e nella connessa rigidità del cambio. Cosicché l’aumento del potere d’acquisto si tradurrebbe inevitabilmente in aumento del debito privato e quindi nuovamente del debito pubblico, ribadendo la dipendenza ellenica dall’Europa del nord. Perché l’euro, questo idolo della sinistra neo o post comunista, è studiato apposta per rafforzare il padrone e il creditore, ed è quindi incompatibile con una prospettiva di sinistra, se con questa parola indichiamo quelle vecchie, solide ed irrinunciabili cose che sono l’impresa pubblica, la piena occupazione, gli alti salari, il controllo democratico sulla produzione. Se non confondiamo, insomma, la sinistra col liberismo e col movimentismo.


Sostiene Fassina
Su questo insieme di temi è recentemente tornato, e con precisione, l’onorevole Fassina.

“È evidente che anche l’accoglimento della lista normalizzata di riforme strutturali presentata dal governo Tsipras lascerebbe la Grecia nel tunnel. Nel migliore dei casi, i greci comprerebbero tempo. È evidente dalla parabola greca che nell’eurozona non vi sono le condizioni politiche per la radicale correzione di rotta nella politica economica necessaria alla ripresa e al miglioramento delle condizioni del lavoro e, quindi, alla sopravvivenza della moneta unica. È evidente che la Grecia per salvarsi deve lasciare l’euro e svalutare. Rimanere prigionieri della moneta unica, pilastro del mercantilismo liberista, per Syriza vorrebbe dire consumare rapidamente il capitale politico di fiducia ricevuto il 25 gennaio scorso. Vorrebbe dire accompagnare comunque la Grecia al naufragio e lasciare campi di macerie alle scorribande dei neonazisti di Alba Dorata. È anche evidente che la parabola greca e delle sinistre greche prospetta un destino comune alle democrazie e alle sinistre dell’eurozona. La democrazia, la politica e la sinistra non hanno fiato nella camicia di forza liberista dell’euro. Nell’eurozona non c’è alternativa alla svalutazione del lavoro, al rattrappimento delle classi medie, al collasso della partecipazione democratica. Quindi, non c’è spazio per la sinistra. [..].  La sinistra può evitare la deriva di svalutazione del lavoro e di svuotamento delle democrazie delle classi medie e, così, si può salvare e ritrovare senso storico soltanto se riesce a spezzare la gabbia dell’euro. Se si ricostruisce nazionale e popolare. Altrimenti è finta o fa testimonianza”.

Parole e fatti
Parole sante, quelle di Fassina, ma vi sono atti conseguenti? Per il momento temo di dover  rispondere di no. 

Rompere con l’euro e con l’eurozona, ricostruire un punto di vista “nazionale e popolare” non sono cose che possano essere affrontate semplicemente correggendo la linea di questo o quel partito. Sono scelte di campo internazionali (e scelte di classe sul piano nazionale) che impongono la distruzione dei partiti precedenti e la costruzione di forze politiche di tutt’altro conio. Impongono, addirittura, la nascita di una forza democratica e popolare che non si chiuda nel riferimento alla sinistra attuale (Podemos docet ), ma sappia parlare a quella vasta maggioranza di italiani, di diversa estrazione politica, comunque interessata a non dissolvere il patrimonio di civiltà apportato dalla sinistra di un tempo e radicato nella nostra Costituzione. Di questa distruzione e costruzione, di questa nascita, però, oggi non si vede traccia: ed è un male, anche per i greci.

Infatti, se ha un senso il “prendere tempo” di Tsipras e Varoufakis, lo ha perché dovrebbe consentire la formazione non già di fantomatici movimenti continentali (nei quali, ovviamente, nessuno spera) ma di nuovi governi europei, in Spagna, in Irlanda e magari altrove, capaci di affiancare Atene nella sua battaglia. Ma per affiancare Atene nella sua battaglia non basterebbe aggregarsi al coro anti-austerity: un errore non diviene meno grave solo per il fatto che sono in tanti a commetterlo, e chiedere inversioni di rotta alla politica europea confermando, nel contempo, la propria fedeltà all’euro equivale a comportarsi come un condannato a morte che mentre chiede la grazia si aggiusta con le proprie mani il cappio al collo. Per aiutare la Grecia e sé stessi è ormai necessario dire senza mezzi termini che si vuol abbandonare l’euro (magari proponendo alla Germania un patto sostituivo basato sull’autonomia geopolitica del continente…), e prepararsi a farlo. Punto. E a dirlo non deve (forse non può) essere la Grecia o la Spagna o l’Irlanda o qualcun altro, ma deve essere quello che è il più forte trai paesi che dall’euro sono maggiormente colpiti, ossia l’Italia. Certo, l’ipotesi di un governo italiano capace di fare il grande passo appare al momento assai remota. Eppure, un atto di rottura autorevole ed argomentato, ancorché inizialmente proposto da una minoranza, potrebbe sortire un notevole effetto, se quella minoranza provenisse dalla forza politica più europeista del più europeista trai paesi.



È già molto tardi
Grande è quindi la responsabilità che grava sulla parte più decente della sinistra italiana. Per questo mi permetto di suggerire all’onorevole Fassina ed ai suoi amici di meditare, se già non lo stanno facendo, sull’urgenza di un gesto efficace che li allontani sia dal PD sia dal modo confuso e inconcludente col quale si sta affrontando, ancora una volta, il tema del “nuovo soggetto a sinistra”. Confuso e inconcludente perché ci si attarda come al solito a litigare sulla forma del nuovo soggetto (unione di movimenti e partiti, oppure unione di soli movimenti, oppure, ancora, unione di soli soggetti sociali, o chissà cos’altro…) non sapendo dire nulla, se  non qualche innocua ovvietà, sul contenuto della sua azione, ovvero sui suoi scopi. E  non si sa dire nulla sugli scopi perché nell’obbedienza all’euro la politica, ossia la scelta collettiva, e soprattutto la scelta di puntare ad un diverso ordine sociale, è semplicemente impossibile. Invece, se corroborata dalla proposta di una nuova collocazione internazionale, di una nuova alleanza trai diversi lavoratori e trai lavoratori e le PMI, di una nuova versione dell’economia mista in un contesto di diffuso controllo popolare, se accompagnata da tutte queste cose e quindi dalla convinta ripresa di un’ipotesi socialista, l’idea di uscire dall’euro è l’unica che ci consentirebbe di uscire anche dalla palude in cui sta morendo la sinistra movimentista. I tempi per tutto questo stanno maturando. Fassina e gli altri hanno prima atteso che si concludesse il semestre di presidenza italiano. Ora sembrano attendere che i fatti mostrino l’impossibilità di un compromesso decente tra Atene e Bruxelles: ma i fatti, e l’analisi, hanno già dimostrato l’impossibilità di un compromesso decente tra Bruxelles, Francoforte, Washington e la democrazia. Adesso è l’ora di muoversi. Non possiamo lasciare l’idea della dignità nazionale a Casa Pound e a Salvini (Salvini!). Da anni si pone nei fatti il problema del nesso tra indipendenza di classe e indipendenza nazionale: risolverlo potrebbe essere la chiave per un nuovo e più ampio radicamento delle nostre migliori idee, ma se non lo affrontiamo oggi questo diverrà il motivo della nostra definitiva sconfitta. È già molto tardi. 



(...solo un commento: se uno le idee le lascia, poi chi le trova se le piglia, e i cocci sono di quell'altro. Io più che dirlo quattro anni fa non potevo fare. Per il resto, potreste avere sorprese...)


Addendum
Aggiungo qui qualche breve considerazione che mi sento di poter sviluppare pubblicamente in dialettica con Mimmo, che comunque mi sembra sempre una spanna avanti (peraltro anche a me, almeno secondo Sergio Cesaratto, che in uno dei suoi ultimi lavori cita me per citare Mimmo, cosa che mi ha fatto molto piacere: lo vedrete presto in un w.p. di a/simmetrie appena ci guarisce il webmaster che al momento è un po' invalido...).

Molto sinceramente: la piazza di Roma era imbarazzante in certi suoi risvolti, inutile girarci intorno, ma non lo erano le 800 persone venute a sentire Salvini a Pescara o a Padova (due altre occasioni alle quali ero presente: dei giornalisti ovviamente non mi fido). In ogni caso, sono molto più pericolosi i burocrati di Bruxelles per i quali la Grecia è expendable, dei fessacchiotti (potenzialmente violenti?) con il ritratto del Duce.

Io non credo che il punto esclamativo (Salvini!) sia da parte di Mimmo supponenza verso Salvini (non direi verso la Lega: specifico verso Salvini). Mi sembra piuttosto un motivato stupore, o meglio ancora la sottolineatura - che condivido - di un dato paradossale: quello che in questo paese così martoriato da tre decenni di autorazzismo (fomentato da quei quattro cialtroni "de sinistra" che si autodefiniscono intellettuali ma non sanno distinguere Palestrina da Reger, il Sodoma da Magritte, e Petrarca da Dickens), in questo paese stuprato da La Repubblica, la difesa della dignità nazionale sia stata lasciata all'esponente di un partito che nasce secessionista.

Il PD odia l'Italia. Il partito di Repubblica odia l'Italia, e odia tutti gli italiani, soprattutto quelli che amano l'Italia, ma, per non sbagliare, anche gli altri! Ma dentro a un certo PD la consapevolezza di quanto sia assurdo questo atteggiamento cresce.

Odiare l'Italia significa odiare i lavoratori italiani. Chi ha i soldi è cosmopolita per censo (cosa che ho cercato di far capire ieri a Londra). Se poi non capisci che anche un imprenditore (talvolta) lavora (come talvolta lavora il suo dipendente!), ecco che il cerchio si chiude: sei pronto a far carne di porco del tuo paese per consegnarlo alle potenze straniere che ti hanno spianato la strada del potere. Questa è la triste storia del PD e con questa lui deve fare i conti. Mimmo ha scritto qui diversi interventi che mettono in luce questo problema irrisolto.

Tuttavia, se a me in questo momento urtica l'atteggiamento supponente verso Salvini, che è semplicemente uno che ha capito prima quello che sarebbe successo dopo, e che ha avuto l'umità di farsi spiegare alcune cose che non aveva capito (mentre a sinistra non hanno bisogno di farsele spiegare, perché le hanno sempre sapute), mi urtica altrettanto l'atteggiamento programmaticamente diffidente e piazzaleloretista verso una parte del PD.

Ripeto: non mi pare che siano questi atteggiamenti di Mimmo, ma mi pare che invece emergano ogni tanto dalla discussione qua sotto, e vi segnalo qui in generale che non sono d'accordo con questi atteggiamenti (che poi per lo più sono nutriti dai simpatici ortotteri). Purtroppo, che vi piaccia o no, non abbiamo molte altre scelte se non quella di dare fiducia a chiunque dica di volerci tirar fuori da questa storia, ovviamente preferendo la parte politica alla quale ci sentiamo più vicini (e la mia sapete qual è, in teoria). Anche qui, scusate se lo ribadisco: ortotteri non pervenuti (abbiamo visto tutti quantoc i ha provato Claudio, e anche Antonio).

Le cose che vorrei approfondire con Mimmo quindi sono altre.

La prima è la visione che ha di Podemos. Come sapete, personalmente accomunavo Syriza e Podemos sotto lo stesso scetticismo. Tuttavia, in Podemos c'è Alberto Montero Soler, una persona senz'altro consapevole dei problemi, e che non mi sembra particolarmente allarmato per come vanno le cose in Spagna, mentre in Grecia l'altrettanto consapevole Lapavitsas, come vi immaginate... Non aggiungo altro.

Detto questo, pur avendo io stesso un outlook meno negativo su Podemos (per motivi irrazionali di amicizia verso Alberto), non posso non notare che anche Podemos ci gira in torno: non vuole proprio dirla, la parolina magica: euro! Dice invece le paroline per i gonzi: casta, cricca, corruzione ed evasione! Ora: un conto è non chiudersi nel riferimento alla sinistra attuale (e per questo un dialogo con Salvini in Italia sarebbe interessante, perché su alcuni temi sociali forse si potrebbero trovare terreni di intesa a sinistra, e di quelli sui quali non ci si può intendere bisognerebbe però occuparsi in ogni caso); un altro conto è fare un discorso post-ideologico un po' grillonzo. Secondo me Podemos è un esempio della seconda cosa più che della prima. Io starei molto attento: Mimmo è precisissimo e cauto, ma quando si dice che "bisogna superare la distinzione fra destra e sinistra" io porto la mano alla fondina. Vedo sempre il parlamentare (non a caso dei 5 stelle) che a Pescara ci diceva che non esiste più la distinzione fra capitale e lavoro. Figa! Siamo tornati al feudalesimo e non me ne sono accorto! La distinzione esiste ancora, e come, e un partito del lavoro (non della "riforma" del lavoro) serve oggi più che mai, e non per elargire mancette ai disoccupati.

La seconda cosa che vorrei approfondire con Mimmo è l'idea del "gesto eclatante", della "rottura". Affettivamente gli sono vicino: sarebbe bello che ci fosse un partito per il quale votare a sinistra (non a un concorso di bellezza, intendo). Tuttavia, e Mimmo lo sa, la "rottura" è un gesto molto rischioso. Le reprimende più forti Fassina le ha avute dai "compagni" di SEL, tsiprioti in tutto e per tutto: di fatto, degli eurofascisti che girano col ritratto di Spinelli anziché con quello di Mussolini. Per carità, intendiamoci: Spinelli non può nemmeno essere paragonato al Predappiofesso, sono d'accordo. Ma voi, però, lo volete capire, cazzo, che sono entrambi fuori moda (per dirla in modo lieve)? Ci ho scritto un libro sull'ideale federalista: leggetevelo. L'Europa costruita a misura di anni '70 oggi non va bene, e comunque esorto sempre a ricordare che se Mussolini usava il manganello, Spinelli - o meglio: i suoi seguaci - usavano le crisi economiche, ma il risultato doveva essere lo stesso: ottenere con la violenza dal popolo quello che il pastor bonus di turno voleva.

E questa cosa non può funzionare...

Er Nutella non pervenuto, scrive libri dove si parla di debito pubblico, ormai non ne parla più nemmeno la Bce, no comment...

E allora se facessero er gesto eclatante, Stefano, Gianni, Alfredo, ecc. (perché qualcun altro c'è), chi aggregherebbero?

Nell'attuale dialettica "nuovo/vecchio" che il cialtrone ha sapientemente instaurato e alla quale tutti i media si conformano, loro sarebbero automaticamente il vecchio (mentre il nuovo sono Vendola e Archinà, per dire), e in quanto tali sarebbero spazzati via.

Non dico che il gesto non debba esserci: ma deve essere preparato molto bene, e occorre prima che gli elettori ritornino a ragionare secondo categorie che riflettano, appunto, i rapporti sociali, e non la fasulla e demagogica dialettica "nuovo/vecchio" della sinistra bancaria (di provincia). La Grecia ci sta aiutando a far capire ai battipugnisti che il tavolo non c'è. L'immagine costruita a tavolino dell'intellettuale critico di regime esperto di teoria dei giochi si è sbriciolata come un savoiardo contro il Matterhorn alla prima prova dei fatti. Ha bluffato avendo un poker d'assi, e ha perso!

Sono state lezioni importanti per gli idioti benpensanti.

E la lezione per noi qual è?

Credo questa: che anche se non abbiamo più tempo, non possiamo avere fretta.

Il che, naturalmente, non ci deve trattenere dall'esprimere la nostra impazienza e i nostri desideri. Ma io, da quando vedo le cose sotto un angolo diverso, sto molto attento a chiedere agli altri di rischiare per me! Io ho rischiato per me, e ne sono contento. Ma non avevo né volevo avere e tuttora rifiuto il consenso, e non avevo grosse responsabilità. Ecco: credo di essere riuscito a farmi capire, ma lo scopriremo solo leggendo i commenti.

Intanto il 21 c'è la convention della sinistra PD, pare...



(...lo sconforto è in agguato...)

112 commenti:

  1. Visto come Renzi si è preso il PD dopo poco più di un anno dalla sconfitta alle primarie con Bersani, per me fa bene Fassina a rimanere nella minoranza PD, e quando Renzi si schianterà contro la realtà la sua corrente dovrebbe aver campo libero... almeno lo auspico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Preferirei che prendesse le distanze da tutto ciò che è PD.
      Non capisco niente di politica, non so quale sia la strategia migliore, sta parlando il mio stomaco.

      E mi piacerebbe anche tantissimo che fosse proprio l'Italia a liberare l'Europa dal giogo dell'euro.

      Chi li piglia i cocci? Berlusconi?

      Elimina
    2. E mi piacerebbe anche tantissimo che fosse proprio l'Italia a liberare l'Europa dal giogo dell'euro.

      per me sarà così... mi sembra l'unico paese piigs che abbia intavolato un tal discorso.

      se poi comincia non si ferma...

      a quel punto vorrei al Ministero dell 'Econonia e delle Finanze (meglio del Tesoro) il Prof. , Banca d'Italia nazionalizzata e PDR LBC ...sogno ....non "fogno"

      Elimina
    3. Quando Renzi si schiantera' contro la realta'...sarete tutti morti, e non sarete li' a vederlo.....L'immensa stupidita' dell'illusione di avere ancora tempo e di pensare " Aho'...dopo e' la nostra grande occasione.." e' totalmente nella logica del piddino "de sinistra"...

      Elimina
  2. Caspita prof non è che dopo che mi ha convinto a votare Lega (per l'amico Borghi sia chiaro, non di sicuro per il fantasma del fascismo che Salvini si porta appresso), ora mi fa tornare PDino??? A parte gli scherzi...aspettiamo la Fassina. Già con Fedriga si sono strizzati l'occhio un po'...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un federalista/autonomista che vuole eliminare i prefetti e abbandonare la valuta forte in cosa sarebbe "fascista"?

      Elimina
    2. Mi riferivo solo alla piazza...nel senso che pensavo che come si è riusciti a tenere lontano i violenti dalla piazza si potevano evitare certi cartelloni...credo. Sull'immigrazione e il resto daccordissimo con Salvini.

      Elimina
  3. Una cosa non riesco a capire...
    Ammettiamo che queste politiche avranno il loro successo, cioè l'austerità riuscirà ad aggiustare i bilanci delle partite correnti, distruggere la domanda interna, abbassare i salari ecc,
    e la Germania non avrà più eccessivi crediti sparsi per l'Europa, quale sarà la prossima mossa di questi capoccioni?
    Uno potrebbe rispondere Mastica...
    Ma il fatto che non si sia mai parlato di questo, cioè quale sia il loro obbiettivo (quello ufficiale perché quello ufficioso è palese) li fa perdere di credibilità (a ri chew), però questo non permette una meglio contrapposizione da parte di chi si oppone a loro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma la loro strada è sempre quella, ridurre, ridurre ridurre e ancora ridurre i diritti dei lavoratori.
      E cosa c'è di meglio che una situazione di crisi e disoccupazione per chiedere sforzi con la promessa di avere un minijob sottopagato? Cosa c'è di meglio dell'austerità per chiedere manovre che privano lo Stato di qualsiasi strumento di redistribuzione del reddito?

      Il sogno di queste elite è privatizzare lo Stato. Niente tasse, in modo che chi è ricco possa diventarlo sempre più senza contribuire minimamente alla collettività. In pratica con il potere economico si raggiunge quello politico piegandolo a proprio piacimento.

      Elimina
    2. La mossa sara' dettata da afd: lasciare l'euro appena prima del collasso, o appena prima che ci pensi la le pen.
      Intanto in francia si cerca l'intervento statale
      http://www.globalpost.com/dispatch/news/afp/150304/areva-nuclear-group-announces-48-bn-euro-loss-0

      e il debito pubblico? La commissione che fara'?

      Elimina
    3. suggerire all’onorevole Fassina [...] un gesto efficace che li allontani sia dal PD sia dal modo confuso e inconcludente col quale si sta affrontando, ancora una volta, il tema del “nuovo soggetto a sinistra”.
      Confermo, approvo e sottoscrivo.
      A Porca', quando abbandonerete l'albagia della purezza etnica di sinistra? quando andrete a parlare con Salvini? Non dico di allearvi; non dico trovare piattaforme comuni; non dico entrare nella Lega.
      Se Salvini impone ultimatum a Berlusconi per farlo uscire allo scoperto sull'euro e raccoglie firme per un referendum contro la riforma Fornero (a proposito: dove eravate? avete firmato?), mi sembra disponibile a votare un'eventuale reintroduzione della scala mobile. Perché non andate a sincerarvi che sia davvero cattivo ed opportunista come dite? Possibile che compromessi storici, convergenze parallele e grandi coalizioni siano possibili solo con l'alto scopo di fottere la classe operaia (e non solo)? Che facciamo? Aspettiamo che ci volino i Topol' sopra la testa?

      Elimina
    4. @Orazio Cavezza - Pessima notizia.

      Avrei preferito non sapere proprio della crisi di Areva.

      In Francia ci sono tanti impianti nucleari, la gran parte ormai prossimi alla loro 'fine vita' di progetto.

      http://en.wikipedia.org/wiki/Nuclear_power_in_France

      Gli impianti nucleari non sono impianti industriali che si possano abbandonare a se stessi in caso di crisi economica (o su cui si possa risparmiare sulla manutenzione).

      Basta un solo incidente grave per rendere inabitabile il territorio circostante per molte generazioni.

      Elimina
    5. Per tranquillizzarti, caro Luca, ti dirò che tre (3) anni fa ho visto in Francia un documentario sulla manutenzione delle centrali nucleari. Siccome famo a sparambia', è data in sub-sub-subappalto a imprese i cui lavoratori sono incazzati duri perché lavorano in condizioni estremamente precarie (girando per tutto il paese, con pochi soldi, ecc.) pur avendo una professionalità, una professionalità e dei rischi non indifferenti. Si riportavano ameni episodi di incidenti corsi per manutenzioni affrettate (con cose tipo uno straccio lasciato dentro un tubo che non essendo esattamente quello del cesso sarebbe stato meglio non si intasasse, ecc.).

      Quindi stai sereno: se domani ti sveglierai fosforescente, un motivo ci sarà stato...

      Io ormai vivo in una strana condizione di stress totale e fatalismo assoluto, per cui me ne batto di tutto e di tutti, ma tre anni fa, quando ero un po' meno sotto torchio, mi ricordo che quel documentario mi fece una certa impressione...

      Elimina
    6. Potresti dqre un'occhiata a un libretto interessante, uscito anni fa, mentre preparavo la mia tesi di laurea: "Les intermittents du nucléaire - Enquête STED sur le travail en sous-traitance dans la maintenance des centrales nucléaires".

      http://www.octares.com/boutique_fiche.asp?IdProd=15

      Buona vita
      Guglielmo

      Elimina
  4. Questa si chiama visione politica e realismo!

    RispondiElimina
  5. Risposte
    1. Potrebbero essere anche delle pessime sorprese.Io tendenzialmente sono lunatico e pessimista e apprezzo molto il lavoro di chi fa informazione o,come in questo caso tiene aperto il dibattito ( e sappiamo con quali sacrifici) sia pedagogico che scientifico.Mi solleva non poco.
      La politica,che è una brutta bestia,richiede tempi lunghi e un'informazione corretta.Noi non abbiamo nè troppo tempo nè un'informazione degna di questo nome.
      Recuperare un gap di consenso come avvenuto in Francia,con programmi di uscita chiari e urlati nelle piazze sarà molto duro.
      Per pessimista che sia però,dalla situazione greca,possiamo già capire molto.E' essenziale quello che quì si è sempre detto.Uscire dall'euro con un piano di uscita.
      Semplicemente non abbiamo questo piano,i greci non hanno questo piano.
      Se la sorpresa deve venire dall'Italia cosa potrebbe mai essere?

      Elimina
    2. Qualcuno che si ribella all'interno del PD, cogliendo la prima buona palla al balzo?
      Non so, ma come dici tu ci vuole informazione corretta.
      E allora continuiamo a trovarci qui (e a invitare la gente a passare di qui se vuole capire), o anche se vuoi vieni a leggere tutti i giorni un articolo di stampa internazionale su vocidallestero.it.
      Non te ne pentirai.

      Elimina
    3. @Malachia E' ciò che invito a fare i giovani lettori d' internazionale (ecc). E' istintivo per me. L' amore che sento di ricevere, lo devo donare a mia volta.

      Elimina
    4. Ecco,nell'addendum sopra c'è quello che intendevo dire.Una ribellione è rischiosa,in questo momento,per i motivi sopra descritti.
      Vi leggo ogni giorno da anni e vi ringrazio molto.

      Elimina
  6. a parte che non capisco come si possa collegare in alcun modo Podemos alla "sinistra attuale italiana"....sì direi che ci siamo.

    RispondiElimina
  7. "Non possiamo lasciare l’idea della dignità nazionale a Casa Pound e a Salvini (Salvini!)."

    Scarosanto.

    Bellissimo, commovente post.
    Grazie di cuore all'autore e al Prof. per questo contributo che, temo, i sarfierre d'ogni ordine e grado ( ma avrei potuto dire gli Yanez ) non accetteranno mai.

    E' il limite, una tragedia, "culturale" di un certo modo d'intendere la sinistra... quella degli ottimati, alla perenne ricerca di un gregge ignaro da indirizzare e rappresentare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma in base a cosa mi attribuisce posizioni del tutto gratuitamente?

      Elimina
    2. Caro, implume, sarfierre: semplice! In base alla serqua di stronzate che hai detto qualche post fa, basate esclusivamente su una ottusa e settaria logica di appartenenza, che qui non fa molta presa. Guarda bene lo schermo... Ci sei... Lo vedi? Bene: ora guarda a destra, in alto, in basso, a sinistra: tutto quello che vedi fuori di questo schermo, purtroppo, è PUDE, ed è "destra". E questa non è appartenenza: sono due saggi che stanno cambiando la testa della sinistra, e sono cinque anni di divulgazione. Hai voglia a mangiare panini, sarfierrino mio.

      E ora cuccia, caro, altrimenti pubblico anche le cose che ho tenuto in coda per pietà nei tuoi riguardi!

      Se scrivi come un troll, replichi come un troll, ragioni come un troll, sei un troll.

      Elimina
  8. Mica facile seguirti caro Mimmo.
    Per dire che in Grecia hanno guadagnato tempo bisogna pensare che tra quattro mesi sarà differente. Sperare che alcuni paesi europei facciano comunella tra loro ha più l'aria di una pia illusione. Trovo ineccepibile, invece, che malissimo hanno fatto in Grecia a scrivere di proprio pugno di che morte preferivano morire.

    Questo lo si fa se si è Bertoldo che, però, fa di tutto per non lasciarci la buccia.

    Potendo chiedere a Trippas (cit) e Baruffakis quale sia il loro intento, sicuri che la risposta sarebbe levare la stragrande maggioranza dei nostri concittadini della melma a qualunque costo?

    Ammesso che la risposta possa essere proprio questa, bisogna aspettare le loro azioni. Se incominceranno ad agire come Bertoldo...

    RispondiElimina
  9. Trent'anni fa un caro amico che votava l'allora Democrazia Proletaria lamentava, assieme ad altri suoi sodali, il fatto che la sinistra lasciasse idee a destra (il che, di per se, è già curioso, perché se posseggo una identità effettiva e vado a casa del vicino, non lascio il mio naso sul suo tavolo perché lo indossi lui...). Forse è un vizio di vecchia data. Forse le idee non vengono valutate sulla base del fatto che siano o non siano buone, valide, efficaci e dignitose per l'essere umano: forse continua a interessare di più che siano ancora di destra o di sinistra (lo so, sono spiritualmente anarchico).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi sembra anarchia...se io e te ci scambiamo una moneta entrambi avremo una moneta, se io e te ci scambiamo un'idea entrambi avremo due idee

      Elimina
    2. Peccato che l'idea si puo' monetizzare, quindi la tengo per me. Finche' si premiera' l'eccellenza col vil denaro, 1) non e' cosi' vera eccellenza, 2) corruzione, egoismo, conflitto distruttivo.

      Elimina
  10. Io però questo disprezzo per Salvini non riesco a provarlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ieri notte su radio uno c'era Salvini che rispondeva al conduttoreho chiamato in diretta ed ho posto due semplici domande la prima cosa ne pensava di riacquistare la sovranità monetaria e la seconda se era d'accordo a ritornare a delle politiche Keynesiane con spesa a deficit risposta: daccordissimo sulla sovranità monetaria ma non ritornare a fare deficit ma semmai rafforzare il modello liberale fuori dalla logica europeista. ...al che ho tremato il sig.Salvini ha comunque intenzione di non abbandonare questo maledetto modello neoliberale... facciamocene una ragione.....

      Elimina
    2. Vincenzo, intanto apriamo la porta e usciamo. Poi vedremo che tempo fa. Meglio che asoltare le previsioni del tempo dentro una cella frigorifera.

      Elimina
  11. Salvini (Salvini!)

    … orsù che ridere, mi sembra di vederlo strozzarsi coi filatteri… dopotutto il tipo umano in questione non alligna solo in Bocconi… una orsù di soddisfazZione, ma i tempi calamitosi questo passano…

    p.s.: comunque Lei prof, orsù, merita il nome di Ercole per le fatiche disumane che sta facendo per penetrare certe menti. Penetratore ottimo massimo!

    RispondiElimina
  12. Analisi lucida di Porcaro che condivido quasi in toto.
    Il quasi è riferito all'invito alla costuzione di un nuovo soggetto politico depositario del proponimento di abbandono della moneta unica e ripristino dei valori democratici costituzionali.
    Tale spazio politico risulta infatti, per la parte relativa alla demolizione controllata dell'unione monetaria, già credibilmente presidiato in Italia dalla lega nord di Salvini, il quale con lungimiranza che difficilmente a lui si attribuirebbe ha preso la linea politica realista della destra europea lepenista evidentemente conscio dei facili dividendi elettorali.
    Gli strilli di una Forza Italia agonizzante in piena emorragia di voti pro carroccio e i dolori del giovane Flavio Tosi dimostrano chiaramente che le dinamiche di costruzione del fronte nazional popolare contra euro che Porcaro si auspica sono già in atto con l'ovvia ablazione della trasmissione culturale e valoriale della sinistra costituzionale, del tutto avulsa dalla cultura localista e xenofoba della Lega.

    Per queste ragioni, un nuovo partito di sinistra sarebbe inutile e dannoso, dando al manovratore di palazzo ulteriori argomenti populisti da propalare alla platea potenziale di chi oggi vota pd, i cosiddetti garantiti, percettori di redditi pubblici o privati con contratti non a rischio che vedono nel mantenimento dello status quo la conservazione dei propri asset economici e personali.
    Nascerebbero nuovi gufi, soggetti rivolti al passato, la vecchia politica che non cambia, tutto un florilegio di memi populisti da consegnare alla rete e ai media da parte dell'inquilino collaborazionista di Palazzo Chigi.

    Resti Fassina nel pd con tutti i farisei, in quanto più facilmente potrà mettere al momento opportuno con le spalle al muro coloro che continuano ad incedere verso il disastro, addebitando ad essi tale evento sulla scorta di ben individuabili catene di cause ed effetti.
    Non potrà infatti sostenersi che l'azione di governo sia stata impedita o modificata nella sostanza, dato l'incedere autoritario del medesimo governo garantito da una compattezza di voto del partito di riferimento assolutamente chiara, coadiuvata perfino dalle forze politiche di opposizione nei casi di aperto contrasto.
    Quel momento è ormai improcrastinabile e il balzo di consenso dal 2% al 15% in qualche manciata di mesi di un partito politicamente travolto da ogni forma di scandalo grazie ad una posizione pragmaticamente politica ci informa dell'incipienza del redde rationem.
    L'euro distrugge velocemente reddito, capacità industriale e diritti civili, in una parola è regressivo, al contrario del destino umano, volto al continuo e costante miglioramento soggettivo ed oggettivo, personale e sociale.
    Va contro l'uomo e per questo sarà abbattuto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tsipras potrebbe entrare nei libri di stroria annunciando il Grexit poce settimane prima del periodo estrivo, La grecia verrebbe invasa da turisti di tutta l'europa.

      Tsipras verrebbe festeggiato in tutta europa come nuovo eroe europeo.

      È i piddini cadrebbero in una depressione irreversibile. :-))

      Elimina
    2. @Euresia

      Mi permetto d'osservare che il "destino" umano sia volto al continuo e costante miglioramento soggettivo ed oggettivo soltanto in coloro che condividono questa visione (e soprattutto la sottopongono a costante e consapevole revisione, perché non irrancidisca anch'essa in facili ideologismi). Ad altri va evidentemente benissimo il contrario, oppure hanno una differente (e certo sempre discutibile) visione di cosa sia il miglioramento: del resto, ciò che migliora me stesso potrebbe peggiorare lei, e viceversa, così come quanto migliora una parte della società potrebbe peggiorarne un'altra parte: difficile riuscire a scorgere appieno una visione corretta ed effettiva d'insieme (ragion per cui il populismo e la demagogia la fanno da padrone). Parlare di destino, in questi termini, mi sembra dunque un poco deterministico, del medesimo determinismo che potrebbe essere impiegato adeguatamente per sostenere una tesi contraria ed assai meno luminosa, ma coi medesimi presupposti (non volevano, forse, il nazismo e lo stalinismo, migliorare rispettivamente la società tedesca e sovietica?).

      Elimina
    3. @Paolo Corrado

      Anche se fosse, chi festeggerebbe Tsipras? I mezzi di comunicazione lo metterebbero in croce, accusandolo di alto tradimento e cosi' via, fomentando il seme dell'odio e dell'esclusione. Ripeto, chi di noi, taglieggiato dal pizzo, avrebbe il coraggio di denunciare? Se sei debole, o soccombi, o fuggi, o ti organizzi - ovvero concerti la tua azione con la maggior parte dei negozianti della zona. Non e' impossibile, ma difficile si'. Chi si allea con la Grecia? Chi, fra i politici dei paesi indebitati, ha l'energia, il carisma, e soprattutto il seguito per organizzare la resistenza?

      Elimina
  13. Il ricatto economico consumato dalla UE ai danni della Grecia poggia su motivazioni politiche e non economiche.
    A giugno la Grecia deve rifinanziare il suo debito di lungo periodo mentre tra luglio ed agosto deve restituire circa il 40% del suo debito pubblico, con quattro mesi di politica economica e fiscale davvero imprevedibile, nel senso che le entrate programmate sono aleatorie (lotta ad evasione fiscale e contrabbando, oltre alla corruzione), mentre sul fronte fiscale si paventa un disastro senza precedenti con una costante diminuzione del gettito nel mese di dicembre 2014 e gennaio 2015, con una domanda aggregata che si contrae sempre più e di un sistema finanziario (le banche Greche) che crea emorragia di liquidità pari a 1 miliardo di euro al giorno nei primi venti giorni di febbrai, grazie alle restrizioni di Draghi. Questa doppia situazione (alimentare le promesse della campagna elettorale e rifinanziare il debito, sostenendo le banche greche) ha indotto ad accettare l’accordo di 4 mesi, pena il caos finanziario senza precedenti che avrebbe costretto al Default greco. Se non è un ricatto questo non riesco a definirlo diversamente in stile mafioso.
    Ma come si fa a alimentare la ripresa e puntare su avanzi primari, in un paese ormai morto?.
    PIL 2014= +0,7 (ultimo trimestre in contrazione); Produzione industriale scesa nel mese di dicembre 2014 e gennaio 2015; consumi in diminuzione a dicembre e gennaio con i prezzi in calo sia a dicembre che a gennaio 2015 .
    Le aspettative dei contribuenti sono la realizzazione delle promesse annunciate in campagna elettorale a favore dei bisognosi, e qualora le stesse non vengano attuate nei quattro mesi successivi e non si trovino soluzioni (che non esistono a livello economico) che possano allontanare gli obiettivi di austerity imposte dalla Troika, non rimarrà altra soluzione che definire con cura la sua uscita dall’Euro, considerandosi sconfitti su tutti i fronti sia interno che esterno.
    Si annuncerà che la colpa è della Grecia che non ha rispettato i compiti assegnati e che ha voluto autodistruggersi per mantenere promesse irrealizzabili.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quali fonti hai usato per le scadenze del debito greco? Qui vengono riportate scadenze, importi dovuti (+interessi) e detentori, mentre qui viene riportata in percentuali la composizione del debito (circa 330 mld €) in base a chi lo detiene. Il 40% sarebbero 132 mld...

      Da domani fino a giugno (quando riprenderanno le trattative) dovrebbero restituire all'Fmi circa 4 mld €, il resto sono buoni del tesoro emessi pochi mesi fa, quando la troika ha autorizzato la Grecia a tornare sul mercato (come accaduto in precedenza a Portogallo e Irlanda, benché fossero ancora nel programma). Il totale di questi titoli in scadenza da domani ad agosto ammonta a 15 mld €, e proprio 15 mld è il limite imposto dalle "istituzioni" per l'emissione di altri titoli con cui rinnovare questo debito (una volta pagati gli interessi).

      Tralasciando il fatto che tra luglio e agosto dovrebbero ridare pure 6,7 mld alla Bce (non è neppure certo che parte dei profitti vengano poi rigirati al Tesoro via Banca centrale greca, come dovrebbe essere), viene da chiedersi: senza alzare il tetto alle emissioni di titoli, senza accesso al fondo greco salva-banche (c/c congelato dalle "istituzioni"), senza ricevere gli ultimi 7 mld del programma (erogazione vincolata al suo rispetto dietro parere delle "istituzioni"), dove li possono trovare i soldi in così poco tempo?

      Elimina
    2. Fonte Ente Gestione Debito Pubblico
      La Grecia dovrà pagare da qui al 2030 i seguenti importi (fare la somma della prima e seconda colonna del documento)

      -Έτος 2015: χρεολύσια 16,018 δις – τόκοι 5,878 δις -Έτος 2016:

      http://4.bp.blogspot.com/-yn3dmKo38A4/VCGjTipUB7I/AAAAAAAAK04/qVw4Gh848Os/s1600/01.png


      Elimina
    3. @Riccardo,
      hai ragione sono stato poco preciso, ma chiaramente mi riferivo al + 40% (circa 10 mld €) del debito pubblico in scadenza anno 2015 e non sul totale, come ben hai evidenziato tu.
      Chiedo venia per il mancato dettaglio, ma lo davo per scontato sbagliando.

      Elimina
    4. Chiarisco il mio post precedente visto che il link riferito non si apre
      Fonte Ente Gestione Debito Pubblico ( Public debt management agency)
      http://www.pdma.gr/index.php/en/public-debt-strategy/public-debt/historical-characteristics

      La Grecia dovrà pagare da qui al 2030 i seguenti importi (fare la somma della prima e seconda colonna del documento 2014 riportato da
      http://www.logiosermis.net/2014/09/1991-2030-743-333.html#.VPgyvHysVAI )

      Έτος 2013: ammortamenti12,890 miliardi – interessi 5,887 miliardi
      -Έτος 2014: χρεολύσια 24,900 δις – τόκοι 6,026 δις
      -Anno 2015: χρεολύσια 16,018 δις- τόκοι 5,878 δις
      -Έτος 2016: χρεολύσια 7,075 δις – τόκοι 6,028 δις
      -Έτος 2017: χρεολύσια 7,480 δις – τόκοι 6,405 δις
      -Έτος 2018: χρεολύσια 4,672 δις – τόκοι 6,590 δις
      -Έτος 2019: χρεολύσια 9,949 δις – τόκοι 6,622 δις
      -Έτος 2020: χρεολύσια 7,052 δις – τόκοι 6,360 δις
      -Έτος 2021: χρεολύσια 7,169 δις – τόκοι 10,956 δις
      -Έτος 2022: χρεολύσια 8,873 δις – τόκοι 24,489
      -Έτος 2023: χρεολύσια 11,186 δις – τόκοι 17,551δις
      -Έτος 2024: χρεολύσια 10,864 δις – τόκοι 13,641δις
      -Έτος 2025: χρεολύσια 8,795 δις – τόκοι 9,030 δις
      -Έτος 2026: χρεολύσια 8,569 δις – τόκοι 8,642 δις
      -Έτος 2027: χρεολύσια 8,453 δις – τόκοι 8,215 δις
      -Έτος 2028: χρεολύσια 8,060 δις – τόκοι 7,779 δις
      -Έτος 2029: χρεολύσια 7,308 δις – τόκοι 7,290 δις
      -Έτος 2030: χρεολύσια 7,329 δις – τόκοι 6,853 δις ...




      Elimina
  14. Ipotesi: fra quattro mesi Varoufakis e Tzi fanno una conferenza stampa e mostrano le banconote nuove di zecca. Varoufakis a petto nudo e con vistosi occhiali da sole invita i fratelli e le sorelle europei a quattro mesi di mega DrachmaRave scontato del 40%. Le masse europee discinte e goderecce riempiono le casse greche, e nella strafatta coscienza collettiva di milioni i concetti di sovranità solidarietà e pace si impongono indelebilmente, solo grazie all'autocoscienza dal basso. In autunno al ritorno scopriamo che l'euro è caduto e gli zingheri ci hanno rubbato a ccasa.
    E poi vince Salvini. Troppo rischioso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perche', gli zingheri non vengono anche loro in Grecia? Zingari workaholic!

      Elimina
  15. E intanto, in soccorso dell'euro.....il reddito di cittadinanza (et similia). La mancetta per sedare il dissenso. E nascondere la scomparsa del lavoro.

    RispondiElimina
  16. Probabilmente sbaglierò...ma personalmente mi ripugna molto di più la viscida ipocrisia con la puzza sotto il naso di Zucconi e la stucchevole solidarietà mainstream di Formigli che la ruspante ma sincera dialettica di Salvini.
    Poveraccio colui il quale non riesce a comprendere che il fascismo più pericoloso non è quello che si nasconde sotto le bandiere dei patetici nostalgici quattro gatti di Casa Pound.
    Per capirlo occorre solo verificare quanti suicidi per motivi economici si sono verificati negli ultimi anni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sono molto d'accordo ; è penoso che ci si scagli su casa pound e sul faccione di mussolini; a me fanno pietà e vorrei prenderli per mano e sedermi con loro ad ascoltarli ; ed è evidente che di mussolini non sanno veramente nulla al di la delle sue pose e delle sue leggende ; quella gente esasperata dal clima criminale e di degrado profondo delle periferie si aggrappa a tutto e se cerca un pò di calore e di identità nel vecchio duce nel suo mascellone nelle sue mani sui fianchi, ecerca perfino di darsi arie intellettuali riesumando quella incredibile canaglia di ezra pound devono avergliene fatti ingoiare di rospi ; e allora dagli ai fascisti vergogna le leggi razziali etc...che squallore che inutile ripetersi di dischi rotti contro dischi rotti...

      Elimina
    2. Soltanto un fesso rispolvererebbe i manganelli e l'olio di ricino su ampia scala.

      Elimina
    3. Il dato di fatto è che di recente ha fatto più vittime l'idiota buonismo conformista che i manganelli di idioti non conformisti.
      Il pericolo, dunque, dove risiede? Nel conformismo! Nel mononeurone che accomuna gli uni e gli altri e che si allinea in prevalenza in una direzione o nell'altra al variare dei campi magnetici della storia.
      Quando ci si conformava ai manganelli, erano quelli a far danno.

      Elimina
    4. @Enrico Pesce

      Il senso del mio breve precedente intervento era infatti quello di osservare (forse troppo sinteticamente) come un atteggiamento o un comportamento che potremmo anche smettere di definire "fascista", per chiamarlo invece “dispoticamente coercitivo, illiberale, antidemocratico” e chi più ne ha ne metta, ebbene come questo atteggiamento e modus operandi potrebbe essere riproposto e imposto in maniera simile a una precedente edizione, e senza alcuna dissimulazione a stornare, soltanto da uno sciocco, allo stesso inverso modo con cui si stia combattendo una guerra ben più ipocrita e indefinita di quella che prevede il lancio di granate, i cadaveri sventrati e le rovine, ma che egualmente produce capannoni vuoti, assenza di lavoro e, come ricorda spesso il prof, qualcuno che si appende a un trave (per certi versi è una strategia variante all’impiego “igienico” dello Zyklon B). Trovo significativo che più d’un lettore di questo blog abbia sinceramente confessato d’aver dovuto ricredersi su corsi e ricorsi della storia, alcuni essendo stati ritenuti ormai trascorsi e quindi superati (ma una parte dell’uomo resta tale, nel bene e nel male, a qualsivoglia latitudine ed epoca, perciò faccio fatica ad accreditare la visione, spesso propagandisticamente ottimistica, d’un progresso lineare, costante e cristallino). E concordo sul fatto che per molti è stato più facile, e sono stati pure indotti a farlo, fermare l’immagine del fotogramma “male” su un singolo soggetto o circostanza (l’immagine inversa dell’Eichmann di cui parla la Arendt, o l’Hitler a cui addossare semplicisticamente ogni responsabilità per quel carnaio della WWII), oppure negarne la presenza, che non cercare di comprenderne le ragioni onnipresenti, dimentichi del fatto, per esempio, che quando i soldati della Wermacht rimossero le sbarre di confine della Polonia, l’atteggiamento degli stati che poi condussero guerra al nazismo fu simile al considerarlo poco più d’una “ragazzata” – peraltro fu polacca l’unità che espugnò Montecassino, e polacchi erano molti dei piloti, alcuni assi, che combatterono la battaglia d’Inghilterra, e il seguito, nella RAF: a fine guerra coloro che scelsero di tornare in patria si ritrovarono il tallone sovietico sul groppo, quelli che restarono nella “perfida Albione” (stavolta è il caso di dirlo…) vennero presi a calci in bocca: davvero niente male come edificante comportamento, oltremodo nei confronti di chi aveva contribuito alla vittoria, adottato da chi aveva sconfitto la tirannide in nome della libertà! Videro bene quei veterani allorché si accorsero, alla fine della guerra, che in realtà non ci fosse nulla per cui festeggiare: talora sembra che, coi festeggiamenti, si sia smarrita la memoria di ciò che può sempre essere possibile, e con un altro volto.

      Elimina
    5. "un progresso lineare, costante e cristallino" e' contrario alle leggi della fisica, vedi entropia. Si deve continuamente impiegare energia per mettere ordine localmente.

      Elimina
  17. Condivido in pieno l'analisi di Porcaro, tranne per l'indignazione incredula per il fatto che sia Salvini a portare avanti una battaglia che dovrebbe essere propria della sinistra; un pregio di Salvini che è al contempo un difetto della sinistra, in special modo comunista che io vorrei tanto tornare a votare, e che lo rende più svelto nell'afferrare le opportunità, è che costui dice le stesse cose che dice Porcaro ma usando meno parole.

    RispondiElimina
  18. Certo che a salvare la nazione ci debba pensare Salvini sembra francamente assurdo.
    Poi in diretta pochi minuti fa sentì il compagno Pennacchi con sciarpone rosso di ordinanza accusare la lega di fascismo e le teorie monetarie che vorrebbero tornare alle monete nazionali ridicole perché dobbiamo andare avanti e non tornare al medioevo monetario, capisci perché da meridionale ti viene voglia di votare lega nord.

    Non c'é niente da fare certi personaggi dovranno obbligatoriamente scontare tutto quello che hanno combinato, questa pagliacciata criminale condita da stucchevole e rivoltante superiorità morale DEVE essere superata ed archiviata per ripartire tutti insieme ( e questa sarebbe l'unica cosa positiva portata in dono dal'€).

    RispondiElimina
  19. Le soprese saranno ad aprile come ci anticipava qualche me se fa? Si tratta della stessa cosa? Sono mesi che mi scervello, ma non gliela faccio a intuire. Che non si tratta di €xit ce l' ha già detto.

    RispondiElimina
  20. susi professore, ma oggi i commenti mi fanno girare le palle....molti qui sonodi "sinistra", altri "dx" altri "cattolici", ...eravate abituati a fare ciò che il segretrio o il parroco vi indicava....bene è ora di diventare persone...non esiste s, dx, catt, è ora di essere con l' euro o contro...con chi ci sta...un domani , eliminato l'euro (se ce la facciamo...?) potrete tornare pecore...gianni z.

    RispondiElimina
  21. Proprio oggi si parlava con Ugo di queste cose. Fa piacere trovarle qui, questa sera

    RispondiElimina
  22. buona sera prof.
    l'avevo criticata qualche giorno fa quando aveva scritto che in futuro vorrebbe votare ancora il pd, ma adesso che ho capito a quali condizioni voterebbe il pd (cioè quelle descritte nell'addendum) devo dire che mi sento d'accordo con lei al 99% con lei come negli altri post, per quello che possa interessare. Resta da capire se il pd sia pronto a staccarsi da La Repubblica e diventare veramente un'altra cosa, io ho i miei dubbi mentre lei ci crede, vedremo chi avrà "ragione", sinceramente spero lei perché temo che il pd grazie al "nuovo/vecchio", come lo chiama lei, governerà ancora per molto tempo... Difficile capire come questo cialtrone abbia ancora tanti consensi avendo raggiunto il record di disoccupazione dal secondo dopo guerra (e forse anche dal primo dopo guerra non ricordo esattamente i dati della crisi del '29)

    RispondiElimina
  23. Su molte questioni sono d' accordo con Porcaro, le avevo dette prima di lui, come anche sul trarre le conseguenze da parte di Fassina, dalle considerazioni tardive fatte sul TITANIC >>> ICEBERG. Ovviamente non concordo sull' atteggiamento verso Salvini, che mi sembra in qualche modo contraddire ciò che Porcaro disse qui ad agosto 2014; ma forse si può filosofeggiare e fare dei distinguo, che però contraddirebbero il principio di realtà e la consapevolezza che quando si combatte contro un nemico comune, agguerrito e fortissimo, bisogna unire tutte le forze come accadde contro il Nazi-Fascismo ed oggi il Nazi-Fascismo non è dalle parti di Salvini caro Porcaro.

    RispondiElimina
  24. "E la lezione per noi qual è?

    Credo questa: che anche se non abbiamo più tempo, non possiamo avere fretta."

    Questa considerazione è la perfetta rappresentazione della paradossale realtà.
    Io spero solo che in quella frase ci si possa infilare di straforo un "quasi" prima delle parole "non abbiamo più tempo". Perchè se davvero ormai non ci fosse più tempo vorrebbe dire che non ci sarà un soggetto politico in grado di guidare un'uscita controllata in tempo utile, bensì il crollo disordinato e violento di un sistema. E quando qualcosa di grosso crolla, fa parecchio rumore e parecchia paura. Soprattutto se ci si trova dentro.

    Ormai la politica, o almeno la sua parte intelligente, dovrebbe capire che la scelta non è se uscire o no dall'Euro, ma se vogliamo condurre il procedimento di uscita o subirlo rovinosamente. Vale la pena ricordare una volta di più cosa ci aspetta nel secondo caso, imho. (E anche cosa, di poco buono, spetterebbe alla classe politica...)

    RispondiElimina
  25. C'è un economista MMT australiano che seguo da qualche anno. La cosa che più mi incuriosisce è la costanza con cui segue le faccende dell'euro, anche trovandosi agli antipodi.
    Non sarà un grande economista. Su ideas repec non cercatelo. A breve dovrebbe uscire un suo libro sull'Euro, prima in inglese e poi anche in italiano. Ampi stralci preparatori del libro sono stati pubblicati sul suo blog. A chi avesse voglia segnalo il link ad un suo post sul mercato del lavoro tedesco.
    http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=30317
    Se non volete leggerlo, non mancate però di scorrere sino in fondo per vedere la foto di un senzatetto di Dortmund avvolto in una bandiera del sud Europa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche se non si trova su IDEAS l' articolo mi sembra molto interessante e documentato; m sembra che sul web non ci sia nulla di più esauriente sull' argomento.

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  26. La ringrazio per queste parole, che condivido.
    Mi permetto di dire ad ogni modo che i contenuti non sono sempre dati e prestabiliti, come appunto l'esperienza dell'evoluzione delle posizioni politiche sull'euro dimostra. Anche il contenitore può essere fondamentale, perlomeno nel lungo periodo.

    Nel frattempo Fassina, Le segnalo, è sottoposto ad un vero linciaggio morale nell'opinione pubblica, per dir così, del mio partito. E' necessario difenderlo e sostenerlo, e magari fargli capire che sarebbe importante migliorare le sue capacità comunicative, perché se è convinto di ciò che dice deve anche prendere consapevolezza della necessità di una sua diversa capacità persuasiva e mediatica data dalla necessarietà della sua posizione politica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per quanto mi consta, Visco, che è stato lo sponsor di Fassina, è tuttora criticato dai vertici del PD proprio per il suo ex pupillo.
      MA... se adesso Fassina può pubblicamente dire quello che pensa, vuol dire che adesso può, che adesso glielo consentono. Quindi...

      Elimina
  27. Geograficamente, abbiamo già vinto. La geografia non la scegli e non la imponi.
    Basta sfruttarla, o viceversa.

    RispondiElimina
  28. "Tuttavia, in Podemos c'è Alberto Montero Soler, una persona senz'altro consapevole dei problemi, e che non mi sembra particolarmente allarmato per come vanno le cose in Spagna, mentre in Grecia l'altrettanto consapevole Lapavitsas, come vi immaginate... Non aggiungo altro."

    In che senso?

    RispondiElimina
  29. Vorrei chiedere al prof. Bagnai se l'uscita della Grecia dall'euro comporterebbe la cancellazione del debito. Leggo di no, che il debito comunque rimarrebbe e in euro per giunta. Se così fosse non vedo dove sarebbe il grande guadagno del ritorno alla dracma.
    La richiesta di ristrutturazione, che era quella su cui puntava Tsipras e che era stata promessa anche a Samaras al "raggiungimento dell'avanzo primario", non solo è stata accantonata ma Varoufakis è stato costretto a dichiarare che il debito è sostenibile perché la ristrutturazione del debito 1) falcerebbe il valore nominale dei titoli di debito greci non più protetti dalla BCE, penalizzando l’attivo delle banche; 2) la riduzione del debito comporterebbe perdite sui derivati legati ai titoli, cioè sui contratti di assicurazione stipulati con gli hedge funds per garantirsi contro le oscillazioni del loro valore o i rialzi del tasso di interesse), le perdite sarebbero enormi poiché i derivati sono acquistati dalle stesse banche con un’alta leva finanziaria cioè praticamente con capitale di prestito e quindi l’esposizione bancaria è immensa; 2) alla ristrutturazione del debito greco seguirebbe quella del debito degli altri paesi membri il che, significherebbe una ristrutturazione complessiva di 3 trilioni di titoli di debito associati a 30 trilioni di derivati in carico al sistema bancario . Non ci capisco molto ma pare che ciò significherebbe l’annientamento del sistema bancario e quindi dell’eurozona.

    RispondiElimina
  30. Quando si giudicano gli uomini e le idee per categorie pregiudiziali, il paradosso è necessaria conseguenza: che sia un Salvini a parlare di dignità nazionale non è strano.
    Condivido completamente l'idea che si debba aver pazienza (storica) pur avendo una fretta terribile (personale, nazionale). Abbiamo capito qui che sarà la storia e non altro ad aver ragione dell'euro-sistema e la storia delle pressioni degli individui se ne frega, segue i suoi tempi. Inesorabile, ma a maturazione delle circostanze.
    Come consolarsi nell'attesa? Difendendo la verità, ognuno per quanto può, riconoscendo senza preclusioni chi la dice con noi, e sperando di essere ancora in piedi quando i tempi saranno migliori. Ducunt volentem fata, nolentem ducunt.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...nolentem trahunt !

      ...Cazzo, era tutta lì la morale ;-).

      Elimina
    2. Io non lo condivido, voglio dire... va bene, riconosciamo dignità politica alla Lega Nord, evitando di attaccarla per partito preso, ok.
      Però lo statuto della Lega Nord parla chiaro:
      art. 1 - Il Movimento politico confederale denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord - Padania), costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana.

      Che a parlare di dignità nazionale sia la Lega Nord... insomma... va bene passare sul passato del partito, ma il suo Statuto parla chiaro. Ora Salvini si è un po' inventato un partito che non c'è, è riuscito a dare rilievo mediatico a temi che non esistono sul territorio, o sono molto marginali (la questione euro), addirittura a fare campagna elettorale nel centro-sud, con cortociruiti logici piuttosto grossolani (un partito che chiede l'indipendenza per staccarsi dal centro-sud Italia, che va a chiedere voti per governare quelle regioni...).
      Io non ho mai sentito un leghista parlare di euro, e non vivo in Toscana, vivo in Lombardia... le rare volte l'impressione che ho avuto è di estrema confusione di tutte le problematiche in gioco, al che ne ho sempre dedotto che si trattasse solo di slogan ripetuti e non compresi.

      Secondo me si rischia di sfociare nel verso opposto: quello di riconoscere un partito che non c'è nei fatti (così come dall'altra parte lo si attacca sulla base di pregiudizi, più o meno fondati). Qui girano sulla bocca di tutti leggende metropolitane piuttosto misere, del tipo... gli extracomunitari arrivano qui e hanno casa gratis, sussidio di 1000-2000 euro al mese, non lavorano, tutto dovuto etc, mentre se ci va un italiano a chiedere sussidi prende calci nel deretano - ma la realtà è ben diversa. Infatti l'immigrazione ha radicalmente frenato e chi può se ne sta andando, perché non c'è lavoro.
      Il pericolo che io vedo è che alla fine si finisca per togliere tutte quelle inibizioni al cittadino medio, quel razzismo strisciante che tutti abbiamo dentro... quando vediamo l'esempio di altre persone, e queste aumentano di giorno in giorno, ripetere cose false o anche soltanto non-del-tutto-vere, siamo portati a imitarli, soprattutto se le basi culturali che abbiamo sono limitate (e non è necessariamente una colpa).
      Le crisi economiche esacerbano sempre questi comportamenti conflittuali.
      Per questo è assolutamente urgente che a sinistra si riesca a creare una valida alternativa... quindi condivido il punto di vista di Porcaro, ma anche quello di Bagnai, nel senso che occorre almeno riconoscere a Salvini il fatto di avere informato (tramite Borghi). Io però mi fermerei lì, anche perché abbiamo l'esempio dei leghisti che governano in aree rilevanti, che sono tutti o quasi decisamente PUDE (poi quando il PUDE non esisterà più ovviamente si trasformeranno in partigiani, come abbondantemente discusso e anticipato su questo blog da Bagnai).

      Elimina
    3. Ivan, non ho detto che un Salvini che parla di dignità nazionale suoni normale, ma che a ben vedere non è strano perché il paradosso nasce spontaneamente quando le idee e gli uomini vengono giudicati secondo indottrinamento ricevuto e non nel merito. Questo fa si che per assurdo, certe cose, quando diventa ovvio che vadano dette, arrivi a dirle prima quello da cui per ultimo ce le saremmo aspettati. Ti torna, così?

      Elimina
  31. Forse qualcuno lo ricorderà: nell'ottobre 2011 anche il governo Berlusconi fu costretto a compilarsi spintaneamente un programmino dei compitini. E la verifica da parte delle "istituzioni" non tardò ad arrivare. Certo era un programma di destra, di sicuro era ancor più di quello che i creditori ci avevano chiesto, ciononostante sappiamo com'è andata a finire...

    "La politica" sarà anche stata presente "nell'equazione", tuttavia forzare maggioranze fragili e riottose a eseguire programmi impossibili, per modi e tempi, è sempre stato uno degli strumenti più collaudati dalla troika dei creditori per tagliare gli "estremi" e ricalibrare il sistema al c€ntro. Non credo ci sia nulla di più politico e illiberale di questo.

    RispondiElimina
  32. Il bacio della morte di Piketty a Podemos e Syriza:

    “The French far right is much more dangerous than Syriza or Podemos, which are pro-European parties that want to build a different Europe,”

    La mia Europa è differente. Sembra uno slogan bancario.

    http://www.theguardian.com/business/2015/jan/12/thomas-piketty-austerity-europe-greece-spain

    RispondiElimina
  33. Buon giorno prof Bagnai. Vorrei chiederle una cosa che non ho capito, non essendo economista.
    Il grafico "esportazione e importazioni di beni e servizi dell'Italia" che si trova a questo link: http://www.programmazioneeconomica.gov.it/2014/12/19/1612/
    In questo grafico si comprende bene la differenza che si era andata a creare dopo il 2009-2010, con le importazioni che sono state sempre più preponderanti rispetto alle esportazioni, da cui l'intervento di Monti. Però dal grafico mi sembra di capire che prima della crisi del 2008 esportazioni ed importazioni andavano più o meno di pari passo. La mia domanda è quindi quali sono stati i fattori, all'interno della moneta unica, che hanno fatto in modo che le esportazioni non siano calate e le importazioni di beni e servizi dall'estero non siano aumentate come negli anni 2009-2010 per via dei prodotti esteri che, a causa del cambio fisso, erano più economici. Mi scuso anticipatamente se lei ha già risposto a questa domanda da qualche parte, nel qual caso le chiedo l'eventuale link da consultare. Grazie

    RispondiElimina
  34. La teoria dei giochi mi ha sempre fatto pensare al "rigatino" del conte Mascetti: va bene solo se hai una via di fuga ( e hai degli amici che pagano lo strozzino).
    In realtà è una finzione: vince sempre il più forte.
    Come mi disse un uomo d'affari libanese: "Contracts are bullshit: there are only two ways of doing business: either trust or blackmail". Inutile dire quale dei due sia il più efficace.

    Per il resto, credo anch'io che ci voglia pazienza. Bisogna mirare bene perchè, forse, non ci sarà il tempo per un secondo colpo. E, come giustamente dici, non è una questione di "er gesto eclatante di Stefano, Gianni, Alfredo, ecc.", perchè sarebbe la stessa vecchia logica personalistica e da club nella quale si è autodissolta la sinistra.
    Prima di fare, bisogna sapere cosa fare, poi come farlo e quando. Per il "cosa", direi che sarebbe pleonastico suggerire la bibliografia. Il "come" e il "quando" sono un po' più indeterminati.
    Ma il quadro (poco alla volta) si sta chiarendo.

    RispondiElimina
  35. Ciao Alberto,
    leggo adesso l'addendum, molto interessante, che chiarisce alcuni punti (per chi, come me, ne avesse avuto bisogno).
    Partendo da Salvini, avendo quasi sempre votato a dx e qualche rara volta Lega, per me non sarebbe un grosso problema rivotarlo, ma non credo di sentirmela per il momento, per i seguenti motivi:
    Sono troppo incazzato
    Non credo che puntare tutto su Salvini sia ottimale per "la causa" in quanto mi sembra possa tagliare spazi di manovra per chi volesse finalmente smarcarsi, sia a sx che a dx, a causa di dinamiche di pregiudizio cui siamo abituati (se lo ha detto abberluscone è sbagliato/mafia/fascista, se lo ha detto la Lega è sbagliato/razzista/fascista, con contorno di populista).
    Potrebbe anche darsi (improbabile) che la Lega vinca a mani basse le elezioni e ottenga la maggioranza, ma verrebbe travolta da qualsiasi risvolto anche minimamente negativo di un'ipotetica €xit, sempre a causa dei suddetti motivi di pregiudizio, quindi non me lo ne glielo auguro, anche per l’affetto che nutro nei confronti di Claudio Borghi, che sicuramente non condividerebbe.
    Però, visto che al momento non c’è altro, perché non c’è altro, a causa del fatto che non c’è altro (come diresti tu), si può sempre usare il voto alla Lega/FdI come realistico strumento di pressione: l'unica paura che può avere chi sta al potere è di perderlo, dei destini dell'euro o degli italiani, temo, a molta di questa gente non frega un cazzo, chissà, ci penso, continuo a riflettere, aiutatemi.
    Passando a Fassina, che devo dire, a me ha fatto molto piacere, perché significa che anche nel Pd batte un cuore (e se è tattica sarà almeno un cervello), il che mi ha spinto a immaginare (a me, di dx) addirittura di votare Pd se Fassina, D'Attorre e compagnia riusciranno a trasformare la pallina in valanga.
    Lo ho immaginato perché ritengo il Pd l'unico partito con spalle abbastanza larghe (per mille motivi, non tutti nobili) da assumersi la responsabilità di un'uscita. E a questa operanza mi aggrappo.
    Poi, sinceramente, le ultime parole e scritti di Fassina sono cemento a presa rapida per le bocche a culo di gallina dei piddini, quindi mi hanno fatto tremendamente comodo, nel mio piccolissimo.
    Lo so che non è importante, quello che pensa IO, ma avevo bisogno di scriverlo, mi sono un po' sfogato e magari, se c'è qualche falla nel mio ragionamento, qualcuno potrà segnalarmelo, io la politica l’ho imparata e capita su questi pixel.
    Un molto cordiale saluto a te e a tutti.
    Paolo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Paolo, sei molto gentile e quindi devo fare un grosso sforzo per reprimere la mia spontaneità. Mi sono strarotto i coglioni di parlare a tanti piccoli IO che ascoltano solo se stessi, e vorrei sperare che tu non stinga in questa categoria.

      Adesso (orrenda bestemmia a piacere, scegli quella che spreferisci) desidero che tu o altri mi diciate DOVE ho manifestato adesione politica a Salvini nello specifico senso di intenzione di voto per la Lega Nord. Dai, cerca, e torna quando hai trovato (cioè mai).

      Per gli altri, visto che non è chiaro: IO sono di sinistra. La sinistra però è di destra e lo sa (almeno da quando Barca interveniva alla direzione del PC il 12 dicembre del 1978). È un problema mio? No, è un problema suo. Anche quando ho manifestato la mia intenzione di voto per l'UOMO (la capite questa cazzo di parola? UOMO, chiaro, UOMO, so che non ne vedete molti in giro, quindi ve la ripeto: UOMO) Claudio Borghi Aquilini alle EUROPEE (la capite questa parole: EUROPEE, che non sono... cosa non sono? Vediamo se ci arrivate - altra orrende bestemmia a piacere - manica di rincoglioniti? Non sono le... non sono le po... non sono le poli... non sono le politi... non sono le politic... NON SONO LE POLITICHE, CAZZO!), anche quando ho manifestato la mia intenzione di voto per l'uomo Borghi ho detto chiaro e tondo che NON AVREI VOTATO IL PARTITO LEGA ALLE POLITICHE.

      Salvini è l'unico uomo politico che abbia letto il mio libro E LO DICA. Cosa devo fare, sputargli in faccia per far piacere a quattro mentecatti senza arte né parte? Con il vostro permesso, no. Gli riconosco l'intelligenza di aver saputo intuire l'esistenza di un problema e di essersi documentato. Quel problema è IL problema, ma NON è l'unico problema e ho già chiarito in lungo e in largo che su altri problemi NON sono d'accordo con la Lega (e mi stupisce che occorresse precisarlo: diciamo che perdono i coglioni che ne hanno bisogno, perché ho visto tanti vermi "de sinistra" cercare di cancellare la vergogna del proprio passato nazieurista tentando di farmi passare per fascista o leghista, e qualche ingenuo ovviamente ha abboccato).

      Quindi, fatta questa premessa, mi spieghi a cosa serve il tuo commento? Io non sto puntando tutto su Salvini. Che minchia dici? Io starei puntando tutto su uno che non la pensa come me e che ho già detto che NON voterei alle politiche? Ma ti sei fumato il cervello?

      Però NON TOLLERO che si manchi di rispetto ALL'UNICO POLITICO CHE MI HA MANIFESTATO PUBBLICAMENTE RISPETTO. IL RISPETTO PRIVATO DEGLI ALTRI VALE QUELLO CHE VALE: POSSONO ARROTOLARLO STRETTO (NEL LORO INTERESSE) E FARCI QUELLO CHE CREDONO. IO STO DIFFONDENDO UN MESSAGGIO ATTRAVERSO I MIEI SAGGI. MI SPIACE, MA NON RIESCO A VEDERE COME UN NEMICO (COME UN AVVERSARIO OVVIAMENTE SI', COME UN NEMICO NO) CHI MI AIUTA A DIFFONDERLO.

      QUESTA COSA VI SEMBRA STRANA?

      BENE, ALLORA CURATEVI.

      Dopo di che, anime belle di sinistra o di destra di questa minchia, vi sia ben chiaro che se mai riuscirete a tornare a votare a sinistra, il merito sarà, nell'ordine: di Angela Merkel, della paura che Salvini fa alla sinistra, e del mio libro. E su almeno uno di questi elementi io non ho alcuna influenza, il che circoscrive molto il mio ruolo.

      Va bene così? È più chiaro?

      Altra orrenda bestemmia a piacere: sono cinque anni che parlano e cinque anni che mi attaccano qualsiasi etichetta. Quando ho debuttato su sbilanciamoci e sul Manifesto credo fosse chiara quale era ed è la mia appartenenza. Se io sono abbastanza UOMO da fottermene delle appartenenza quando il mio PAESE è in pericolo non è un problema mio: è un problema degli ominicchi e dei quaquaraquà (che infatti starnazzano).

      Come vedi, ho fatto un particolare sforzo per essere pacato, ma solo perché sei tu. Pensa se fosse stato un altro. Vi ricordo che finirà male, questo è certo. Per chi, viceversa, è incerto.

      Elimina
    2. Preciso: per motivi uguali e contrari, non riesco a vedere un AMICO e nemmeno, entro certi limiti, un VALIDO ALLEATO in chi non mi aiuta a diffondere il mio messaggio. Nel momento in cui mi si dice "il tuo libro mi ha aperto gli occhi", e il problema è aprire gli occhi alle persone, io (e per altri versi Vladimiro) dobbiamo constatare sconsolati che gli unici che attivamente diffondono il nostro libro sono i leghisti. Che devo fare? Devo fare una crociata contro di loro? O non devo invece chiedermi perché a sinistra si protrae la prassi accademica di ringraziarmi di nascosto per prendere le distanze in pubblico?

      Tutto qui, cari. Voi, se siete qui, sapete quello che può la mia parola. Forse lo sanno anche gli altri...

      Elimina
    3. Nostro nel senso de "Il tramonto" e "IPF" per me, e "Anschluss" per Vladimiro.

      Elimina
    4. Caro Alberto,

      purtroppo temo che la pezza sarà peggiore del buco, ma tanto vale essere sincero: credo di aver utilizzato il tuo blog per spiegare ad altri il mio pensiero, non il tuo.
      Lo so che non hai manifestato adesione e tutto il resto, qual'è la tua posizione in argomento mi è e mi era chiaro.
      Ho sbagliato a scrivere sul tuo blog come se fosse il mio (e me ne sono accorto dopo aver letto la tua risposta, di averlo fatto) e questo ha creato fraintendimento, ma ormai l'ho fatto.
      Perché l'ho fatto? Non lo so, avevo bisogno di capire se sto ragionando bene o meno e ci son cascato, come chi avesse bisogno di correre scalzo e porca troia pesta un crotalo: e va bene, mozzica, è andata così.
      Ti prego di accettare le mie scuse per questo, oppure di non accettarle, tanto quello che hai fatto e scritto finora mi basta e avanza per essertene grato anche in futuro e continuerò comunque a diffondere quello che ho imparato, tanto mi viene spontaneo.
      Grazie anche per lo sforzo, se ti ho capito bene lo hai fatto veramente..
      Dai, ho scritto anche già troppo, mi spiace.
      Paolo


      Elimina
    5. Ragazzi: un blog è gratis. Ovviamente questo non vi esclude dall'usare questo come fosse vostro, ma magari su altri argomenti, d'accordo? Non su argomenti che si prestano a essere strumentalizzati dal primo Yanez o sarfierre che passa, mi spiego?

      Scusa, del resto anch'io ho usato te per rispondere anche ad altri, quindi, come dire: siamo pari.

      Un abbraccio.

      Elimina
    6. Grazie, un abbraccio anche a te!
      Paolo

      Elimina
    7. Ieri sera Salvini ha suggerito alla Bignardi di invitare Lei o Borghi al suo programma.

      Elimina
  36. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  37. "anche se non abbiamo più tempo, non possiamo avere fretta", si, credo che questa frase sublimi lo sforzo fatto, la consapevolezza di avere ragione perchè i numeri sono numeri, e il giusto realismo. La partita è troppo decisiva per sbagliare tempo e mosse.

    RispondiElimina
  38. OoooooHhHh...siete proprio duri...

    La faccio facile facie io Prof...vediamo se così capiscono...

    Se stai annegando e hai l'acqua al naso e fai tante bollicine?

    E per caso da quelle parti si trova a passare il signor Adolf Hitler (uno a caso he ma potresti far finta che sia Salvini) e ti porge una mano? Che fai lo mandi a cagare?

    Bhe io intanto mi salvo...

    RispondiElimina
  39. Ieri pubblicità su "La Stampa" cartaceo. Pagina comprata da "Sole 24 ore", che reclamizza un "corso di economia" ragazzina che chiede pensierosa al padre "Papà mi spieghi i benefici dell'euro debole?"

    Peana dell'euretto dopo aver sputacchiato sulla "liretta"?

    RispondiElimina
  40. In effetti una battaglia elettorale tra Fassina e Renzi non la vedo proprio bene. Fassina avrà anche capito e avrà anche ragione ma purtroppo ma le persone votano un leader che si comporti da leader, una persona con carisma. Salvini, Renzi, Berlusconi (un tempo), Grillo e un po' Vendola, questi sono leader. Mi dispiace ma se Fassina dovesse giocare con loro perderebbe, non per incompetenza, e non ci sarebbe l'occasione per una rivincita. Dovrebbe attendere la comparsa di un vero leader da utilizzare, ma purtroppo più si attende più il declino continua e anche io sarei un po' stanchino...

    RispondiElimina
  41. Si abbia il coraggio di riconoscere a Fassina, quello che altri hanno riconosciuto a Salvini. Rispetto e un po' di tempo. Del resto riorientare il PD è un po' più complicato che riorientare un partito che era quasi morto. Una piccola cosa, che tutti dovrebbero notare: Salvini non ha fatto un altro partito, non ha fatto il gesto eclatante... Del resto quando qualcuno crolla, diciamo per esempio Renzi, rioccupare la casamatta (Il partito), è spesso una cosa rapida. e se ci sei rimasto dentro, hai mooooooolte più possibilità di farti appogigare. a me sembra questo il senso dell' addendum. e se mi sbalio, mi corrigerà.


    Alberto, Lapavistas è in parlamento, Henkel a Strasburgo, Soler presto ci arriverà, Borghi è responsabile economico della lega. Non eri tu quello che se voleva da alla politica? :)

    RispondiElimina
  42. Buongiorno Prof. Bagnai,
    Interessante l'analisi e l'invito alla riflessione a quei pochi che nel PD stanno ragionando...La Piazza di Sabato è stato un buon inizio, ma la battaglia è ancora lunga...
    Salvini, ahimè, non potrà fare granché fino a quando qualche forza "moderata" (o meglio, percepita come tale dalla maggioranza dell'opinione pubblica) deciderà di unirsi e condividere certe idee. C'è troppa paura e troppa disinformazione (Repubblica negli ultimi tempi fa ancora più vomitare del solito nell'incensare Renzi) e la gente si beve tutto, almeno per ora.
    Per questo, anche sperando in un moto d'orgoglio degli Italiani che vada oltre il sentirsi tali solo durante i Mondiali di calcio, non vedo molte alternative al momento se non una trattativa con FI. E' l'unico partito che ha condiviso con la Lega alcune battaglie comuni, battaglie spesso perse purtroppo. Purtroppo Berlusconi è (a torto o a ragione) troppo compromesso e percepito come corrotto e potrebbe scatenare l'effetto opposto, tenendo conto anche del fatto che appena si metterà in gioco in campagna elettorale, salteranno fuori (casualmente) le beghe con le vallette pseudo Ruby...Urge anche lì un passaggio di consegne, ma...a CHI?!?

    L'unico modo per battere Renzi è batterlo in Parlamento mettendolo in minoranza e costringendolo ad una crisi di governo. Ipotesi oggi ancora prematura...

    RispondiElimina
  43. QED - Pessime notizie anche dalla Francia (disoccupazione record)

    http://uk.businessinsider.com/france-unemployment-record-high-q4-2014-2015-3?r=US

    RispondiElimina
  44. La scelta del male minore vale sempre (anche e soprattutto per le elezioni politiche). Chi scegliere tra (1)"Nazisti nordeuropeisti" e (2)"Fascisti norditalianisti"? Pur da meridionale che vive di lavoro (quindi di sinistra, per interesse), il male minore è la (2).

    Per i PUDE-ini che non si riconoscono come nazisti, riflettino su
    questo. Dopo aver letto, si dovrebbero riconoscere: l'attenzione ai diritti "cosmetici" è una loro prerogativa!

    P.S. Qualche settimana fa Salvini ha pubblicamente regalato il "Tramonto dell'Euro" a Fabio Fazio nel suo salotto domenicale inducendolo a leggerlo.
    La diffusione della conoscenza è il primo passo necessario di qualsiasi progetto politico con dignità democratica.

    RispondiElimina
  45. Ci vogliono far ritornare - con questo Fassina e con questo Porcaro di sinistra - nell'ovile del PD.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nei confronti di Porcaro, questa è veramente gratuita

      Elimina
  46. Segnalo questo articolo (scritto da un professore tedesco su un giornale francese)
    http://vocidallestero.it/2015/03/05/le-monde-leuropa-deve-abbandonare-leuro/
    Niente di nuovo per chi segue questo blog, mi chiedevo solo se in Italia se ne parlerà mai...

    RispondiElimina
  47. Ho anch'io un brutto presentimento...
    L'universo piddino dovrà *almeno* stare all'opposizione e camminare con il cappello in mano ed in ginocchio sui ceci per un bel po', minimo una legislatura, ma proprio minimo, sentire certi discorsi che il pd è l'unico partito che avrebbe la statura morale e politica per "salvarci" è una farsesca prosecuzione dell'indubitabile superiorità della sinistra nei confronti di tutto l'universo. Cosa a cui sono abituato, in Toscana d'altra parte, se non stai con loro ti devi aprire una partita IVA, non hai molte alternative e lo sanno tutti, di genitori di miei coetanei che continuavano a frequentare la casa del popolo per trovare agganci per "un posto sicuro" ne ho visti veramente tanti e tutto il sistema mi è sempre sembrato molto più fascista di chi semplicemente difendeva Dio-Patria-Famiglia.
    Non sono per impiccarli tutti ma per farli diventare disoccupati sicuramente, che ora pensino/sperino di essere i depositari delle qualità umane per salvarci mi fa venire il voltastomaco. Scusate lo sfogo ma tutti questi commenti che vanno nella direzione di un recupero del PD mi provocano l'orticaria, se penso alle commistioni di interesse che hanno in tutti i campi, dai salotti all'economia, se penso che Berlusconi (Bini Smaghi, Sinn etcc.) è stato il primo a minacciare l'uscita dall'Euro nel 2011 mi sento depresso. Lui sarà stato un cappone ma ai traditori della Patria come i piddini non vanno concesse tutte queste possibilità, tradirebbero di nuovo, tanto basta che li compri, non ci vuole tanto, basta vedere il governo dalema/merchant-bank.

    RispondiElimina
  48. Una domanda da 1 Milllllione di Lire (vecchie o nuove faccia lei...) per il prof.
    Premessa:
    le elezioni si terranno nel 2018 teoricamente.
    In tre anni può succedere di tutto, basti pensare a cosa è successo negli ultimi tre, anche e soprattutto grazie a lei.
    Diciamo che il PD si scinde e si crea una costola pro euro-exit che va a competere con Salvini per governare l'Italia. Quindi teoricamente chiunque vincesse ci guiderebbe verso l'uscita.
    Ora la domanda:
    Se venisse chiamato da uno dei due schieramenti come un consulente tecnico che dovrebbe guidare l'eventuale uscita, Lei accetterebbe?
    Avrebbe un piano pronto?
    Le domando questo perché come molti credo che chiunque pensi ad un'uscita DEVE passare per qui.
    È il minimo.

    RispondiElimina
  49. Debito e competitività sono correlati?

    RispondiElimina
  50. Ho troppa fiducia in te Alberto, anche se tutto il mio istinto mi comanda di diffidare dei parvenu dell’ultima ora (specie di quelli che chiaramente avevano capito…) mi astengo dal commentare ulteriormente e mi fiderò di te, anche in questa battaglia.

    Non dimentichiamoci solo che Salvini non è stato solo veloce e furbo, ma anche coraggioso a portare avanti un tema che era tabù dappertutto prima di lui. Gli sono riconoscente di questo sforzo e lo ricompenserò come posso.

    Inoltre, come già sottolineato, personalmente non separerei il tema €urista dal tema immigrazione, ad esso evidentemente complementare. Al di là delle preferenze e delle scelte personali, è un dato di fatto.

    Usque ad finem

    Federico

    RispondiElimina
  51. Professore, secondo lei, quanto tempo rimane all'Italia per uscire dall'Euro prima che le cose si mettano davvero, ma davvero male? (Intendo: peggio di come già sono, ma in modo irrimediabilmente catastrofico)

    Lo so, posto che si sarebbe dovuti uscire ieri o meglio ancora 7 anni fa... o meglio ancora non si sarebbe dovuti proprio entrare... Secondo lei quanto tempo resta prima di arrivare ad un punto di rottura sistemica? Pochi mesi? Pochi anni?


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Miky, ti suggerisco di cambiare medico. Il tuo è sicuramente pessimo. Non so chi sia, ma sono sicuro che non in grado di prevedere la data della tua morte. Eppure tu morirari. Sarai quindi d'accordo con me che il tuo medico era pessimo. A meno che non lo fosse la tua domanda. Pensaci un po' su, tenendo presente che comunque una certezza l'abbiamo, anzi due: l'altra è la fine dell'euro.

      Grazie.

      (colpirne uno per educarne uno, ovviamente)

      Elimina
    2. Sì, è anche vero che se sei sull'ottantina altri quarant'anni sopra terra è difficile che te li dia. Miky è preoccupato della sua aspettativa di vita.
      Su, ora mi uccida rapidamente senza farmi soffrire, capisco che la mia, di aspettativa, si è appena accorciata parecchio.

      Scherzi a parte, sono sicuro che lei un'idea personale sull'aspettativa di vita dell'euro la abbia, che anch'io sarei curiosissimo di conoscere, in linea di principio. Ma il pensiero della pena riservata al chennepenza mi rende immediatamente indifferente alla questione.

      Elimina
  52. Il Pd incontra grandi difficoltà a cambiare perché, tranne D'Attorre e Fassina – e forse Cuperlo -, i suoi attuali dirigenti sono degli sprovveduti: non ne dicono una giusta nemmeno per sbaglio. Li hanno scelti così apposta; devono solo ripetere gli slogan del momento nei talk show e votare tutto ciò che gli viene imposto in Parlamento. Le donne, poi, sembrano uscite da una selezione per un posto da commessa alla Rinascente.
    Inadeguato Renzi, che mercoledì era a Kiev per rilasciare vuote dichiarazioni di circostanza, tipo “l'Italia farà ogni sforzo perché gli accordi di Minsk possano trovare piena efficacia e implementazione", incurante del fatto che le truppe ucraine continuano a violare gli accordi di Minsk, bombardando a casaccio la popolazione dei villaggi del Donbass.
    Renzi ha poi aggiunto che "tutti vogliamo il rispetto dell'indipendenza e della sovranità dell'Ucraina”, immemore che la Novorossia già oggi è autonoma dall'Ucraina e che il diritto alla “autodeterminazione” della Novorossia è oggi negato dagli stessi che, quindici anni fa, non esitarono a garantire il diritto all'indipendenza del Kossovo.
    Visto che c'era Renzi ha preso tutta una serie di fischi per fiaschi dichiarando che "l'Ucraina è un paese ricco che deve tornare a crescere” e assicurando che “le aziende italiane parteciperanno alle privatizzazioni” che faranno seguito alle riforme istituzionali ed economiche, grazie alla “leadership saggia di Petro”.
    Nella realtà l’economia ucraina lo scorso anno ha subìto una contrazione del Pil del 7,5% e quest’anno è prevista in ulteriore calo del 5,5% e in queste ore la Bc ha deciso un rialzo dei tassi dal 19,5% al 30% per tentare di arginare l'inflazione galoppante. Il Fmi potrebbe erogare $ 17,5 miliardi per evitare il default, ma a condizione di attuare le “riforme”, tra cui tagli alle pensioni e riduzione dei sussidi alle bollette energetiche che stanno già suscitando malcontento tra la popolazione.
    Renzi si è poi recato a Mosca con l'intenzione di far passare la linea della responsabilità principale della Russia nella tragedia ucraina, ma Putin ha invece sottolineato che gli accordi di Minsk del 12 febbraio aprono «nuove opportunità per una soluzione pacifica globale e, naturalmente, per stabilire un dialogo diretto tra Kiev, Donetsk e Lugansk», riconoscendo con ciò l'effettiva autonomia delle rispettive repubbliche autoproclamate.

    Salvini arriva dove può: le sue capacità espositive sono carenti e nella Lega militano troppi personaggi imbarazzanti, a partire da Buonanno, individuo indescrivibile; la Lega non farà nessun significativo “balzo in avanti” alle prossime elezioni. Lo si è visto dalla scarsa adesione alla manifestazione di sabato a Roma.
    Lunedì scorso, a Piazza pulita, Fassina ha sottolineato che è stato un grave errore lasciar partecipare Forza Nuova alla manifestazione della Lega. Non sbaglia, ma ormai l'errore è stato fatto. In tempi di crisi, come quella che stiamo attraversando, arriva il momento in cui l'odio è la merce che più viene elargita a piene mani: è gratis e si diffonde rapidamente. Aprire la porta a Forza Nuova in un momento come questo non è stato un gesto astuto perché i “fascisti del terzo millennio” sono sì per “l'Italia agli italiani”, ma omettono sempre di dire che poi gli italiani dovranno pensarla esattamente come loro.
    Quindi, che fare? Se lo chiese Černyševskij un secolo e mezzo fa mentre era in carcere; scrisse un libro molto diffuso clandestinamente e finì i suoi anni in Siberia. Quarant'anni dopo Lenin intitolò allo stesso modo (Che fare?) il testo che illustrava l'organizzazione del suo partito rivoluzionario. Ancora 15 anni dopo ci fu la rivoluzione d'ottobre ed è andata come è andata.
    Insomma, lo status quo non lo si cambia dall'oggi al domani ed è bene ricordare che “anche se non abbiamo più tempo, non possiamo avere fretta”.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.