domenica 15 marzo 2015

La precisione

(googlatevi questo...)


Teoria

Ich begreife übrigens jetzt gut, daß man ganz innen in der Brieftasche die Beschreibung einer Sterbestunde bei sich trägt durch alle die Jahre. Es müßte nicht einmal eine besonders gesuchte sein; sie haben alle etwas fast Seltenes. Kann man sich zum Beispiel nicht jemanden vorstellen, der sich abschreibt, wie Felix Arvers gestorben ist. Es war im Hospital. Er starb auf eine sanfte und gelassene Weise, und die Nonne meinte vielleicht, daß er damit schon weiter sei, als er in Wirklichkeit war. Sie rief ganz laut irgendeine Weisung hinaus, wo das und das zu finden wäre. Es war eine ziemlich ungebildete Nonne; sie hatte das Wort Korridor, das im Augenblick nicht zu vermeiden war, nie geschrieben gesehen; so konnte es geschehen, daß sie ›Kollidor‹ sagte in der Meinung, es hieße so. Da schob Arvers das Sterben hinaus. Es schien ihm nötig, dieses erst aufzuklären. Er wurde ganz klar und setzte ihr auseinander, daß es ›Korridor‹ hieße. Dann starb er. Er war ein Dichter und haßte das Ungefähre; oder vielleicht war es ihm nur um die Wahrheit zu tun; oder es störte ihn, als letzten Eindruck mitzunehmen, daß die Welt so nachlässig weiterginge. Das wird nicht mehr zu entscheiden sein. Nur soll man nicht glauben, daß es Pedanterie war. Sonst träfe derselbe Vorwurf den heiligen Jean de Dieu, der in seinem Sterben aufsprang und gerade noch zurechtkam, im Garten den eben Erhängten abzuschneiden, von dem auf wunderbare Art Kunde in die verschlossene Spannung seiner Agonie gedrungen war. Auch ihm war es nur um die Wahrheit zu tun.

RMR

Pratica

Si dice marciapiede (anche se preferisco marciapiedi), non marciappiede.

Si dice racimolare, non raccimolare.


(...e che cazzo!)

13 commenti:

  1. Trento o 30?

    “Cosa sapete fare?”
    “Ho una bella scrittura; posso fare il segretario. Al mio Paese potrei fare lo scrivano. Questi sono versi francesi che ho copiato ieri, e questi sono italiani.”
    “Avete una bella scrittura. Ma siete in grado di scrivere correttamente da solo?”
    “Sotto dettatura posso scrivere anche in latino e in spagnolo.”
    “Correttamente?”
    “Si, signore, sotto dettatura: sta a chi detta non commettere errori.”
    Capii subito che era un ignorante, ma, malgrado ciò, lo feci venire al mio alloggio e dissi a Leduc di parlargli in spagnolo e vidi che rispondeva benissimo. Ma quando gli dettai in italiano e in francese, mi accorsi che non conosceva nemmeno le prime regole dell'ortografia. Gli dissi che non sapeva scrivere; vedendolo mortificato, lo consolai dicendogli che lo avrei portato a mie spese fino a Genova. Mi baciò la mano e mi assicurò che sarebbe stato un fedele domestico.
    Mi era piaciuto perché aveva un modo di ragionare tutto particolare di cui si serviva nella convinzione di distinguersi; e per questo si era evidentemente attirata la considerazione degli ingenui con i quali aveva vissuto fino a quel giorno; e continuava così, in buona fede, a comportarsi con tutti. Io gli risi in faccia fin dal primo momento quando mi disse, con modestia, che la scienza dello scrivere consisteva nell'avere una scrittura leggibile e dunque chi l'aveva più leggibile ne sapeva più degli altri. Mentre diceva questo teneva sotto gli occhi un mio scritto e sembrava volermi fare osservare, senza dirlo, che dovevo riconoscere la mia inferiorità. Credeva che, in grazia di quella superiorità, dovevo tenerlo in una certa considerazione. Io ci ridevo, e pensando che si sarebbe ravveduto, lo presi con me. Se non fosse stato per la sua stravaganza, mi sarei limitato a fargli l'elemosina e non mi sarei incapricciato di tenerlo con me. Mi faceva proprio ridere. Una volta mi disse che l'ortografia non era necessaria perché i lettori che conoscono la lingua non ne hanno bisogno per capire quello che significa lo scritto, e quelli che non la conoscono non possono trovarci errori. Vedendo che non discutevo, credeva di avermi messo con le spalle al muro e prendeva le mie risa per un'esplicita approvazione. Un giorno gli dettai un brano in francese riguardante il concilio di Trento e scoppiai a ridere vedendo che scriveva Trento con un tre e uno zero; quando gli dissi perché ridevo mi rispose che era lo stesso, dato che il lettore non poteva leggere altro che Trento; bastava che sapesse un poco di aritmetica. In fondo era anche spiritoso. E così lo tenni con me. E fui più stupido di lui.”

    Casanova, Storia della mia vita

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    1. Ricordati che il 19 sono a Padova.

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    2. Verrei, ma non posso,
      sto già negli States.
      Mi piacerebbe, ma in fondo non c'è
      in quello che dici qualcosa di assurdo:
      la SStoria ha già scritto
      la fine di tutto.
      Leggera, leggera si spegne la fiamma,
      la Merkel singhiozza
      e l'euro non è più.

      Oggi mi sentivo poetico. Succede in media ogni 15 anni, e visti i risultati è meglio così

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  2. "Cazzo" con due zeta, come le due - di solito annesse - palle, che però hanno due elle anche se sono una (palla).

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    1. Quindi casso con due esse quando è a riposo...

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    2. Come Fracasso, che era un frate veneto con un casso con due esse enormi.
      Nelle venete aule più vivaci: "Ragazzi, non fate Fracasso!"

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  3. Non so che dirvi, tanto sono indaffarato nell'ostinazione di vivere al di sopra dei miei mezzi...

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  4. Segnalo un articolo di Richard Milne sul FT di qualche giorno fa: "Finland: In search of the sunny side"
    http://m.ft.com/intl/cms/s/0/35c8560c-c62f-11e4-add0-00144feab7de.html

    Metto alcuni passaggi (che non stupiranno i goofysti) perche' forse non tutti possono accedere al testo:

    The 2,600 people who will eventually traipse in are not waiting for the latest Nokia or Apple phone but something more basic: eggs, bread, milk, bananas, fruit juice and other staples. “The queue is longer and longer and longer,” says Marcus, one of the workers at the Helsinginkatu food bank. “We have many rich people here in Finland but this is the other side.”
    Heikki Hursti, the manager, says the number of people using the facility has doubled since 2012. “People don’t have enough to pay for food and rent. They just don’t have enough to live, because a lot of them don’t have a job.”

    At the heart of Finland’s woes is a competitiveness problem. Wage costs have spiralled higher than any other European country in recent years and it has one of the most rapidly ageing populations after Japan. Public finances are in much better shape compared with many southern European countries. But like their cousins to the south, many are beginning to bristle at the constraints of euro membership.
    “The problem with a structural crisis like we have today is that there is no easy solution to it,” says Björn Wahlroos, the country’s leading businessman. “We are stuck with a domestic labour market that used to have an escape clause: that was the currency or devaluation. But the escape valve has been closed, and the consequence is catastrophic.”

    Mr Wahlroos is scathing about the big pay increases, especially in 2007-08. He adds that the average Finn works about 50,000 hours in his or her lifetime, compared with 70,000 for Germans, 85,000 for Americans and more than 100,000 for many Asians. “We are losing jobs not just to China and India but also Germany or Spain,” he adds. Like others in Finland, he pins the blame at least in part on the euro.
    As in Greece, which saw the biggest pre-crisis rise in labour costs, Finland previously dealt with the problem by devaluing its currency. Now its options are tougher. “In terms of competitiveness, their cost level is the same as France, 20 per cent more than Germany, 15 per cent more than Sweden. To take back some 10-15 per cent in competitiveness is an enormous challenge. There is a huge need for structural reforms,” says Mr Borg.

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    1. "He adds that the average Finn works about 50,000 hours in his or her lifetime, compared with 70,000 for Germans, 85,000 for Americans and more than 100,000 for many Asians."

      Ammettendo che con 200 ore di straordinario all'anno si arrivi a lavorare mediamente circa 1800 ore in un anno (1600 circa di orario regolare, piu' 200 ore di straordinari, al netto di sabati, domeniche, feste, ferie, permessi, malattie ed assenteismo).

      Allora 50.000 ore = 27,7 anni; 70.000 ore = 38,8 anni; 85.000 ore = 47,2 anni; 100.000 ore = 55,5 anni.

      Si noti anche che, senza straordinario, 50.000 ore / 1600 ore fanno comunque ben 31,25 anni.

      "There is a huge need for structural reforms,” says Mr Borg.

      Si, e' chiaro, per Mr Borg occorre passare dal lavoro (per chi ce l'ha) alla tomba, magari sopprimendo strada facendo tutti quelli economicamente inutili (inattivi compresi). Dov'e' che l'avevo gia' sentito?

      Ah si: http://en.wikipedia.org/wiki/Action_T4

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  5. Era un Poeta, ed odiava l'approssimazione.

    "Besides I now well understand someone carrying with him all these years deep in his wallet the description of another's last hour. It wouldn't even have to be anything specially chosen; they all have something that verges on the unusual. Can't you imagine, for example, someone copying out for themselves an account of how Felix Arvers died. It was in hospital. He was dying gently and composed, and the nun perhaps thought that he was further along his last journey than was. In a very loud voice she called out some instruction or other as to where they could find this and that. She was a somewhat uneducated nun; she had never seen the word 'corridor' written but she couldn't avoid using it at that moment; thus it happened that she said 'collidor', thinking it was the way you said it. Whereupon Arvers postponed his dying. It seemed to him necessary that the matter be cleared up first. He became completely lucid and set her right: the word is 'corridor' . Then he died. He was a poet and hated approximates; or perhaps to him it had to do with truth; or maybe it bothered him to be taking with him as a last impression that of world continuing on its way so carelessly. One can no longer say. But one shouldn't mistake it for pedantry. Otherwise the same reproach would be levelled at the saintly Jean de Dieu, who as he was dying jumped up and still managed to cut down the man who had just hanged himself in the garden. In some miraculous way a message of what was about to happen had penetrated the hidden tension of the saint's agony. He too was concerned only with the truth."

    Da https://archive.org/stream/TheNotebooksOfMalteLauridsBrigge/TheNotebooksOfMalteLauridsBrigge_djvu.txt

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    1. Grazie, perché con google non era andata benissimo:

      "Capisco il modo bene, ora che la stessa all'interno del portafoglio nella descrizione di un ora morente porta con lui attraverso tutti gli anni. Sarebbe nemmeno essere particolarmente ricercato; tutti hanno qualcosa di quasi rara. Non si può immaginare, ad esempio, qualcuno che scrive off, come è morto Felix Arvers. Era in ospedale. Morì in un modo delicato e sereno, e la suora ha detto, forse, che con esso era già più di quello che realmente era. Lei gridò a gran voce ogni trasferimento, dove questo e avrebbe trovato quella. E 'stata una suora abbastanza ignorante; avevano il corridoio di parola, che non poteva essere evitato in questo momento, mai visto scritto; quindi potrebbe accadere che> Kollidor Corridoio <. Poi è morto. Era un poeta e odiava il approssimativa; o forse era lui solo per fare la verità; o lo infastidiva di prendere un ultima impressione che il mondo sarebbe andato avanti così sbadato. Questo non dovrà più essere deciso. Basta non voglio credere che fosse la pedanteria voi. In caso contrario, si applicherebbe lo stesso rimprovero santo Jean de Dieu, che ha saltato nella sua morte e solo andare d'accordo, appena tagliato l'uomo impiccato in giardino, si era diffuso dal miracolosamente cliente nella tensione chiuso della sua agonia. Anche lui era interessato solo con la verità."

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  6. io femmina, matura però, forse per questo il divo greco o il maschietto fiorentino non mi sollevano nessun beneamato ricordo...

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