giovedì 19 marzo 2015

I prodigi dell'indignazione di regime

Ricevo da un lettore questa missiva:


Gentile professor Bagnai,
ci tenevo a segnalarle questo recente documentario sulla Troika e su come ha agito in Grecia, in Portogallo e a Cipro:




Se anche lei lo considera degno di diffusione, il suo blog è senz'altro una cassa di risonanza migliore della mia rubrica indirizzi. Unico problema, è in francese. So che per Lei questo non è un ostacolo, speriamo non lo sia anche per molti altri italiani.


Il documentario ovviamente non era sfuggito, e infatti in un altro post qualcuno commenta:


gianni ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Comunicazzzioni di servizzzio":

La televisione di stato tedesca ARD ha trasmesso un documentario che ha sconvolto molti conservatori, neoliberisti e intransigenti tedeschi. Il documentario dal titolo "Il sentiero della Troika - Potenza senza controllo", un documentario prodotto da RBB per ARTE ha mostrato ai tedeschi un approccio diverso al problema del debito greco.

Il blog KTG riporta il passaggio più "scioccante",

"Gli Stati membri dell'euro non volevano che la Grecia andasse in bancarotta nel 2010, al fine di proteggere le banche tedesche e le banche francesi, che erano esposte di quasi 40 miliardi e avevano paura di perdere il denaro.

secondo me non sconvolge nessuno questo documento.

Postato da gianni in Goofynomics alle 18 marzo 2015 13:39



Ora, io il documentario non l'ho visto, non ho tempo.

Faccio una scommessa.

Scommettiamo che nel fosco quadro di questa troika brutta e cattiva, della quale finalmente si evidenziano i mandanti, le banche del Nord (anch'esse brutte e cattive, ça va sans dire), non si farà minimamente menzione dello strumento di governo che distorcendo pesantemente il funzionamento dei mercati finanziari (in particolare, inibendo il rischio di cambio, e la funzione di signalling dei tassi di cambio delle valute nazionali), ha permesso alle banche (BCE compresa) di condurci a una crisi senza precedenti e di gestirla a loro immagine e somiglianza? Volete scommettere, cioè, che non si parlerà dell'euro?

Su cosa baso questo mio educated guess?

Ma è semplice! Follow the money! Un documentario franco-tedesco può menzionare il vero problema? No! Al massimo potrà appellisteggiare, becchetteggiare: "austerità brutta! poveri greci! troika cattiva! banche infide!", e così via, in un profluvio di punti esclamativi buonisti e politicamente corretti, senza uscire dal perimetro. Perché noi, qui, in Eurozona, siamo dentro a un confine dal quale i media non escono, un confine che separa un regime antidemocratico (il nostro) da tanti altri regimi imperfettamente democratici.

Apprezzerete la differenza: la perfezione non esiste, e quindi la democrazia "compiuta", posto che si sappia cosa sia, verosimilmente non esisterà, in giro per il mondo. Ma solo qui e ora ci siamo posti come obiettivo quello di affidare decisioni vitali per la distribuzione del reddito, e quindi per la politica in senso strettissimo, a istituzioni lontane dal processo democratico. E notate bene: prima che se ne accorgesse Leijonhufvud (che i nostri "cheinesiani" non conoscono), questa cosa ci era stata detta in faccia da Monti.

Quindi il nostro è un regime antidemocratico, e voi lo sapete bene, perché che il problema dell'euro sia soprattutto politico era destino che fosse un economista a portarlo all'attenzione degli italiani quattro anni or sono.

E allora, per favore, non siate ingenui. L'euro è il confine, ed è un confine visibilissimo (nonostante i tentativi di alcuni colleghi relativamente scaltri di sparar fumogeni per offuscarlo). Chi è di là è un fascista, nel senso più volte ricordato di: paternalista, antidemocratico e sostanzialmente autoritario.

Ma il punto non è questo, è un altro. Nella società dell'informazione, il regime gestisce il dissenso in modo molto efficiente: ricorrendo alla potente e infallibile arma dell'indignazione di regime. Quella che in Italia viene brandita da Report, per capirci. Si fa un bel servizio con musichette patetiche (nel senso di: "capaci di suscitare pathos"), si racconta una favola, ovviamente partendo dagli ingredienti giusti (un buono e un cattivo), e naturalmente si depreca il cattivo, senza spiegare troppo bene perché sia tale.

Se ci fate caso, anche nella favola di Cappuccetto Rosso, il lupo (che come saprete è il cattivo) parla e agisce come una persona, dialogando da pari a pari con i cosiddetti umani, il che rende, come dire, un po' stravagante il fatto che voglia mangiare quello che, per come le cose vengono raccontate, è un suo simile! Altro sarebbe impostare la narrazione della nota scampagnata in termini zoologici, come qui impostiamo la narrazione della crisi in termini economici: scopriremmo in tal caso i reali motivi del "cattivo", e soprattutto cosa fare per difenderci! Ma chi racconta una favola non lo fa per farvi capire: lo fa per farvi addormentare.

Questo è, nel meraviglioso, complesso, involontariamente efficientissimo meccanismo del regime il ruolo dell'indignazione di regime. E così la Gabanelli in Italia (ricorderete la sua scandalosa disinformazione sull'euro), o Arté in Francia e Germania, raccontano a sera una favola ai bambini, e li fanno addormentare un po' indignati, nella certezza (più o meno cosciente) che questo sia il modo migliore per far sì che all'indomani non succeda un beneamato cazzo.

E infatti... l'indomani non succede un beneamato cazzo!

Ma scusate? Quanti servizi di Report (o, in Francia, di Envoyé spécial, format analogo gestito da redattrici col medesimo fenotipo) abbiamo visto, tali per cui il giorno dopo ci sarebbe dovuta essere come minimo una presa della Bastiglia? Direi più o meno un paio a settimana, no? E son state prese Bastiglie? Non mi risulta. Eppure ci sono.

E quindi?

E quindi Lorenzo (il lettore della prima missiva) è un po' ingenuo, come lo è, a mio parere, certe volte, anche l'Antidiplomatico (al quale, ci tengo a precisarlo, voglio molto bene, col quale sono in relazione, che fa un ottimo lavoro e che cerco nel mio possibile di aiutare: ma se ravviso una lieve ingenuità glielo dico, così come lui può dire a me che sbaglio... se sbaglio!).

Guardate che ormai abbiamo già superato la soglia oltre la quale certe notizie possono suscitare una vera indignazione. Sarebbero state rivoluzionarie nel 2010 (ma allora ne parlava forse solo Zerohedge: nemmeno io facevo un'analisi simile). Oggi sono paccottiglia, sono l'equivalente del messaggio "castacriccacoruzzzzione": "troikausteritàdeflazzzionebrutto" è la nuova pillola rossa del simpatico regime.

L'indignazione di regime usa il sacrosanto principio dello "sparagn' e cumparisce". Dire la verità quando la gente ormai visibilmente non può più capirla costa poco, e si fa bella figura!

Per farvi capire a che punto siamo arrivati, guardate questo capolavoro di Becchetti:




Notate: per Becchetti l'euro è cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di benessere (e lo abbiamo visto in dettaglio qui)!

Quindi, se l'euro è buono, uscirne è un male, e dovrebbe essere un danno per la Grecia.

Ma il suo punto qual è? Frega cazzi se son morte tante persone, se un paese è stato umiliato, perfino se gli viene tolto quello che nel sistema di valori di Becchetti è il bene assoluto, cioè l'euro (quello al quale, appunto, sacrificare tante vite umane, a valle del sacrificio di una parvenza di democrazia): di tutto questo ce ne battiamo apertamente il cazzo, perché la cosa importante è che massacrando la Grecia noi (cioè io Becchetti!) riusciremo a negoziare condizioni più favorevoli per restare noi dentro il regno del bene assoluto.

E i greci?

E chi se ne frega!

Capito?

Capito bene?

Me ne frego è il loro motto!

Occorre altro per dimostrarvi che il documentario di Arté non serve a molto, ora?

Bene. Chi ha tempo lo guardi. Se poi al suo interno trova, e mi documenta, una spiegazione sia pure fuggevole, ma argomentata (o per lo meno non meramente impressionistica, alla Povia - che però fa l'artista e non il documentarista!) delle responsabilità dell'euro nella distorsione del mercato finanziario (responsabilità oggi ammesse perfino dalla Bce come stra-sapete), bene: se questa cosa nel video c'è, è già pronto il titolo del prossimo post: Mi sono sbagliato!

Nel qual caso Lorenzo e Alessandro non sarebbero ingenui, e io e gianni saremmo troppo maliziosi.

Ma, come credo ormai sappiate, io vorrei tanto sbagliarmi, ma proprio tanto...

36 commenti:

  1. Il Post illuminato e schietto fu scritto da un baldo giovinotto... :D

    Ogni tanto vado a prendere il mattinale della Real Casa ( uno vale l'altro ) ... l'edicolante allora puntualmente m'apostrofa: "ecco la bugiarda, giovinot!"... (ma "giovinot " a chi? e che, me prendi pure pe' er culo? XD)

    Est Est Est

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  2. Grande Bagnai! ; se non ci liberiamo in fretta dal disinteresse e dall'indifferenza per ciò che accade agli altri, faremo una brutta fine.

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  3. I Becchetti sono la gauche caviar, quelli che raccomandano l'acquisto di "equo/solidale" (a carissimo prezzo!) mentre altri crepano di fame o di disperazione.
    Li conosco bene.
    Vorrei qui, se me lo consente, citare un "Fascistone" (sic!) nonche' "razzistone" come G. Wilders:

    "Tutti sanno che vogliamo porre fine all'euro, tutti sanno che abbiamo commissionato vari studi di simulazione d'uscita e tutti hanno dato esito positivo, con la nostra economia che soffrirebbe forse nel breve ma con grandi vantaggi a lungo termine. Stiamo crescendo perché la gente è sempre più euroscettica ed hanno capito che noi facciamo sul serio. L'errore dell'Europa è stato, molto banalmente, quello di trasformare una giusta cooperazione economica in una orribile organizzazione politica. Abbiamo ceduto la nostra sovranità a burocrati sconosciuti, nessuno sa cosa si vota alle elezioni europee, la gente non sa neppure chi siano i commissari UE, non sa che percorso politico hanno. Credo inoltre che non ci possa essere democrazia senza la difesa delle identità nazionali".

    Ecco perche' i concetti "destra" e "sinistra" (per l'ignorante "blogger") sono ormai fuorvianti, nonche' arma di distruzione di massa dei disinformatori Gattopardeschi.

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  4. "io vorrei proprio sbagliarmi" mi ricorda https://www.youtube.com/watch?v=IpYwUKYMzPI

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  5. 90 min mentre si sta lavorando sono troppi, mi fido del suo pre-giudizio

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  6. Il ragionamento di Becchetti ricorda tragicamente un famoso personaggio della storia italiana a cui serviva quel "pugno di morti" per sedersi al tavolo della pace da una posizione di forza.

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    1. Julia, Tridentina e Cuneense (nonché tutte le altre unità coinvolte) ringraziano la lungimiranza dello “statista” in questione! Quand’ero militare (artiglieria missili contraerei) e passavo per il comando di reggimento m’imbattevo nella lapide che rammentava come, sul fronte orientale, anche i pezzi contraerei sparassero ad alzo zero. Sarò e tuttora sono un imbecille, ma ancora mi viene il groppo alla gola a pensarci.

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  7. Tra una “democrazia” ed una dittatura non c’è alcuna apprezzabile differenza se non nel metodo. Le finalità, viceversa, sono coincidenti. Una “democrazia” è una dittatura che utilizza una psicocibernetica più evoluta ma non per questo è migliore, come spesso comunemente si crede (meglio: come comunemente si fa credere).

    Il metodo è in gran parte incentrato sulla manipolazione della percezione. E che la nostra percezione sia (direzionalmente) alterata è facilmente dimostrabile (nessuno, ad esempio, associa il bombardamento di Tokio del marzo ’45 alla categoria dei crimini di guerra [http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2015/03/giappone70-anni-fa-il-bombardamento-di.html].

    Il fine è sempre lo stesso (ed è comune a qualsiasi forma di organizzazione vivente/operante, che sia lo Stato, una singola persona, una pianta o una cellula): la conservazione dell’organizzazione. Il che, in un sistema di risorse scarse, può avvenire solo attraverso la cooptazione di altre organizzazioni viventi/operanti. C’è un modo per un essere umano di conservare la sua organizzazione interna (di cellule, di sangue, di ossa, di neuroni) senza cooptare (divorare) altre organizzazioni (di cellule, di sangue, di ossa, di neuroni) ? e la evoluzione (termine piuttosto improprio) non è forse il risultato dell’adattamento (ossia la finalità dell’organizzazione di conservare dinamicamente sé stessa) dell’insieme delle organizzazioni all’ambiente esterno (ossia all’insieme delle altre organizzazioni)?

    Questi sono i termini essenziali della questione. E da essi derivano implicazioni altrettanto essenziali.

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    1. ""Tra una “democrazia” ed una dittatura non c’è alcuna apprezzabile differenza se non nel metodo. Le finalità, viceversa, sono coincidenti.""

      Con un incipit simile tutto il resto è noia.
      Lei preferisce vivere in democrazia o in una dittatura?
      Faccia pure a testa o croce per rispondere se vuole.
      Poveri Ateniesi (di ogni epoca): tanta fatica per nulla...
      Cordialmente
      Domenico Mirabella

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    2. @anto

      Risolleva sapere che nel mare magnum sed non profundum della retorica dilagante vi sia qualcuno che riconosce le cose come stanno. Potremmo provare a definire la democrazia come l’attitudine interiore a comprendere l’unità essenziale della molteplicità, anteponendo dunque questa attitudine, la cui responsabilità e presa di coscienza spetti al singolo (e non alle inerziali folle) a qualsiasi aspetto giuridico, politico e legislativo conseguente; ma sarebbe già qualcosa di più ampio e, questo sì, profondo, perciò meriterebbe un nome più adeguato (ammesso che vi sia…).

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    3. @anto
      Stabilito un rapporto indimostrato e senza neanche provare a spiegarlo, si continua traendone conclusioni a casaccio spacciandole per logiche. Che ci voleva dire Menenio Agrippa lo sappiamo, e chi usa gli stessi argomenti sempre dalle stese parti arriva.
      Tocco da maestro il bombardamento di tokyo. Dici che se avessi usato Hiroshima la bufala sarebbe stata troppo evidente?

      @citodacal
      con scappellamento a destra, grazie

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    4. Mah, democrazia, dittatura, finche' se magna, ci si veste, un tetto sopra la testa, un lavoro con orari decenti, potersi muovere liberamente nel territorio e crescere con un minimo di serenita' i figli, ecchissenefrega di chi comanda e di cosa fa. Oppure... se magna, ci si veste ecc. proprio perche' un minimo di controllo, nella democrazie, esiste?!?

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  8. Però la frase di Becchetti si lascia interpretare anche in maniera diametralmente opposta: l'uscita dall'euro, dopo la breccia aperta dalla Grecia, diventa così allettante che la UE è costretta ad offrire di più a chi resta.
    In ogni caso, indipendentemente dall'interpretazione preferita, l'idea che Becchetti ha dell'UE è di un "mercato over the counter"!

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    1. Scusa, Giambattista, non capisco la congiunzione avversativa "però". In che cosa l'interpretazione (corretta) che proponi differisce dalla mia? E in che cosa la tua osservazione renderebbe Becchetti meno sprezzante della sofferenza umana?

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    2. veramente scrive "spingerebbe" non "costringerebbe".
      Che poi nella sua testolina "spingerebbe" significhi "obtorto collo costretta" è solo una supposizione che se fosse vera confermerebbe un cervello obnubilato.

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    3. Prof, a me era parso che l'uscire dall'euro e non il rimanere potrebbe diventare allettante. Altrimenti perchè l'EU sarebbe poi spinta ad offrire di più agli altri? Questo è ciò che non mi tornava. Mi sembrava quindi un'ammissione di Becchetti che l'euro non è buono. Nient'altro. Mia moglie dice che sono io a capir male ...nelle beghe familiari.

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    4. Per correttezza lessicale: uno sfintere "costringe", un membro "spinge".

      Secondo la teoria dei giochi, bisogna lasciare che uno spinga per poi costringerlo
      #nonsonodaccordoma , a quanto pare, vi sono degli esperti che pensano che questa sia la strategia giusta

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    5. Becchetti si è risentito, ma il fatto è che il 50% è la probabilità di ottenere testa nel lancio di un moneta equilibrata. Una nazione non è una moneta. La cosa giusta da fare è negoziare un'uscita concordata della Grecia a prescindere, considerando che senza di essa non ci potrà essere ripresa, e farlo subito, per poi disporsi a uno smantellamento concordato secondo le ipotesi del Manifesto di solidarietà europea. Dio c'è, e se non c'è ci sarà, anche e soprattutto per i cattocomunisti.

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  9. Salve, mi scuso per questo intervento off topic. Seguo il blog tutti i giorni pió o meno dagli inizi. Questo vuol dire varie ore al giorno, a volte con una certa fatica perché ho una formazione piú che altro artistica. Non leggo tutti gli interventi e salto i grafici piú complessi, altrimenti non potrei fare altro tutto il giorno. Sono impressionata dal lavoro sovrumano del professore. Da un po' di tempo ho cominciato ad approfondire per conto mio la faccenda del basic income (che non c'entra niente con la proposta di Grillo). A me sembra una idea meravigliosa. Siccome non ricordo aver letto mai nulla qui su questo argomento, mi permetto di segnalare un articolo recente sulla Grecia e il sito ufficiale Bien, per coloro che non ne sapessero molto e fossero curiosi. Se poi qualcuno volesse addirittura argomentare o ribattere sarebbe stupendo. Mi rivolgo a voi perché in questo blog scrivono i piú intelligenti e preparati di Italia.
    http://uk.businessinsider.com/the-benefits-of-a-basic-income-for-greece-2015-2

    http://www.basicincome.org/

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  10. Sarà un caso (ma non credo sia un caso) che il sottoscritto abbia scoperto Goofynomics e tutto il resto proprio quando, a fine 2011, decise di non guardare più Gabanelli et similia, che lo facevano sempre così indignare ma con cui poi il giorno dopo non succedeva mai, ma proprio mai, un beneamato caxxo. Purtroppp la maggioranza dell'umanità VUOLE sentirsi raccontare una favola per non dover pensare e rischiare in prima persona, ma nessuna favola può essere ripetuta per sempre senza svuotare la sala.

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  11. Con riferimento a Report, a futura memoria, volevo sommessamente ricordare il titolo della puntata del 5 ottobre 2014, ovvero: "non bruciamoci la pizza". Questione di grande attualità durante la crisi economica più grave dall'Unità d'Italia. Questa è la presunta controinformazione della Sig.ra Milena Gabanelli (Gabanelli deriva da gabbare ?).

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  12. oro, oro nero, gas… non solo €, banche e debito. la grecia viene trattata come la nigeria o un qualsiasi stato del terzomondo il cui sottosuolo fa gola a potenze e multinazionali. e noi stiamo a guardare il teatrino della troika… ma un’informazione diversa è, effettivamente, possibile? oppure si deve ricalibrare il mondo in funzione che essa non smetterà mai di cercare di fotterci?

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  13. Anche io avevo notato l'articolo sul documentario tedesco.
    Quello che mi aveva colpito non tanto il contenuto che appunto era a noi ormai noto e potrebbe essere 'incompleto', ma semplicemente che purtroppo i nostri giornalisti (e concittadini) danno ancora la colpa a quei fnacazzisti dei greci. Ieri persino un critico d'arte (di cui non voglio ignorare il nome visto che discorreva di macroeconomia) alle invasioni barbariche ha detto "I greci non sanno produrre, dobbiamo aiutarli!!" ignorando che la produttività greca è cresciuta molto più di quella tedesca fino al 2007.
    Per la cronaca non è colpa mia se ho guardato quel programma.

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  14. Insomma qualcuno ha visto il documentario? Sennò lo debbo vedere io stasera :-)

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  15. sono più di 2 anni che quando mi propongono un articolo da leggere uso la funzione F3 e digito per cercarla la parola "euro".. cribbio, "euro" entra sempre nella parola "europa":.

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  16. Mi auto rispondo, ho ceduto a 5 min dalla fine e a parte un accenno all'inizio non si parla di Euro, altro centro del Prof. senza parole

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  17. Caro Near , qualcuno deve pur sacrificarsi , ma non sarò certo io . Ancor prima di finire di leggere il post del professore sono giunto alle stesse conclusioni .
    Basta ricordare che l'euro non è una moneta, ma un sistema di governo che espropria democrazia dalle mani dei cittadini , mentre il cambio fisso è una pompa che succhia ricchezze agli stati nazionali a tutto vantaggio di una oligarchia .

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  18. Scusate se mi intrometto con un argomento che apparentemente non c'entra niente. Avete idea di che cos'é il basic income?In questo blog non se ne é mai parlato, credo. E invece é una idea rivoluzionaria che non c'entra niente con il reddito di cittadinanza che propone Grillo. É la soluzione di tutto. É un reddito che darebbe lo stato a tutti, lavoratori, disoccupati, donne, bambini, poveri, ricchi. Vita natural durante. Ci pensate? Si eliminerebbero tutti i problemi. Via la delinquenza, la mafia, la prostituzione, il lavoro nero, etc., etc. Non é meraviglioso? Semplice e bello. Economisti, storici, sociologi di prestigio lo sostengono. Ed é ormai un movimento mondiale. inarrestabile. Perché oggi per la prima volta nella storia dell'umanitá ci sono i mezzi materiali per realizzarlo. Non staró a spiegare perché si dovrebbe dare anche ai ricchi. Andate a cercare in rete. Sarete sorpresi. É la libertá. Quella vera.

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    1. @dianade

      Scusa, dianade, ma che cosa stai dicendo?

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    2. "È questo il Giardino che è stato promesso ai pii: vi scorrono ruscelli, perennemente vi sono frutti e ombra. Ecco il destino dei timorati, mentre il destino dei miscredenti è il Fuoco".
      Corano, Sura XIII

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  19. ...Ma come fa a saperlo?? Io, durante Report ,mi addormentavo sempre.. poi ho smesso di guardarlo.

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  20. No, non ti sbagli, anche se vorresti, Alberto. La situazione dell'informazione italiana, ed europea in genere, è spaventosa. È un cancro, le cui metastasi stanno contribuendo a uccidere interi paesi. Ci sono reti televisive, come La7, che sono una costruzione-capolavoro in questo senso: praticamente 24 ore di bombardamento continuo di cervelli ormai insensibili a qualsiasi stimolo. È la versione televisiva de Il Fatto Quotidiano. E sono così generosi che, dovendo far finta di essere pluralisti, negli anni hanno sostanzialmente invitato 2 (DUE) personaggi in controtendenza, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, generalmente circondati dalle impietose giacche blu. Cominciano alle ore 8.00 circa e finiscono all'incirca alle 24.00. Poi c'è l'altra rete capolavoro, RAI3, che fu fondata, per dare lavoro a molti figli di noatabili del PCI. Oggi che cosa farebbero, li arresterebbero? Passeremo giornate intere a occuparci del figlio di Maurizio Lupi (che concentrerà su di sé tutto lo sdegno italico per la corruzione, ma la struttura burocratica delle infrastrutture rimarrà intatta, geniale; ciò rafforzerà l'opinione pubblica nelle sue attuali inclinazioni allo smarrimento gnoseologico, con la partecipazione straordinaria del M5S, al cui confronto i fascisti erano un temibile manipoli di bolscevichi). Nel frattempo Lapavitsas ci fa sapere che in Grecia frustano un cavallo morto e che è finito il tempo per qualsiasi alternativa che non sia l'uscita dall'€. Due giorni fa Jacques Sapir ha definito le élites (?) dirigenziali di Francia, Italia e Spagna dei traditori del proprio paese che agiscono in combutta con la Germania, per affossare la Grecia e strappare dei miserabili vantaggi per sé; dice anche che la storia si ripete e che di nuovo a Maratona e a Salamina si combatte per la democrazia. Solo che questa volta i barbari vengono da nord....Qualcuno avverta Crozza. Naturalmente noi sappiamo da tempo tutto grazie a questo blog, che rispetto a ciò che ci circonda è l'unione di Academia e Peripato. È il nostro Little Bighorn.

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    1. @Celso

      Purtroppo hai perfettamente ragione. Con mia figlia 17nne, che non ha letto il Prof. o null'altro di economia, la incito al semplice esercizio del "ma se", quando parla la7 o altri tristi canali. E' semplice logica consequenziale, del tipo "ma se gli hanno prestato tutti quei soldi, in tutti questi anni, adesso si accorgono che non possono restituirli?". Siamo al livello delle creme dimagranti, senza neppure la cialtrona simpatia della Wanna o del Silvio!

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  21. Quando l'Euro farà boooooooom...
    che meraviglia, che meraviglia!
    ma che scemi vedi però, però
    e si vergogneranno un po'
    ....
    Grande successo di Poviana memoria

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  22. Invece questo e' un video sulle privatizzazioni in brasile degli anni 90 https://www.youtube.com/watch?v=A8As8mFaRGU

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