Ai piddini, porelli, sta crollando il mondo addosso. Un certo smarrimento, quindi, lo si comprende, con il correlato bisogno di attaccarsi, in cotanto naufragio, alla festuca di un qualsiasi argomento consolatorio per loro, cioè denigratorio per il Paese, all'insegna come sempre del #fateskifen!
Purtroppo però i fatti, che hanno la testa dura, di questi tempi prendono sonoramente a sberle i nemici del Paese.
Guardate ad esempio lo spread, che da due giorni, nonostante i lugubri vaticini di tanti uccelli del malaugurio, se ne sta quatto quatto sotto i 100 punti:
a coronamento di una traiettoria discendente iniziata da quando ci siamo liberati di LVI:
Ma guardate anche e soprattutto come si sgretolano una dopo l'altra le fole autorazziste sulla superiorità etnica degli altri popoli europei, cioè sull'inferiorità ontologica degli italiani, quella pretesa inferiorità utilizzata dal PD per dimostrare agli stessi italiani come la loro unica speranza di redenzione consistesse nel votare per i superuomini di sinistra!
C'era una volta la Germania, locomotiva d'Europa (secondo i coglioni), cui avremmo dovuto ispirarci (ibidem), e che ora, porella, arranca un po':
"Fare come la Germania" oggi significherebbe andare in recessione per due anni di fila, cumulando un -0.6% di crescita su base trimestrale nello stesso periodo in cui noi Untermenschen abbiamo portato a casa un +1.4%. Nessuno dei nostri validi avversari è abbastanza intelligente da capire (o abbastanza onesto da ammettere) che questo esito lo avevamo previsto, lo dimostra il loro ossessivo ed ecolalico refrain della "competitività". Quasi tutti però sono abbastanza furbi da intuire che la canzoncina della Germania incanta ormai solo i gonzi.
Il nuovo argomento per denigrare il Paese quindi è: "Guarda come cresce la Spagna, che ha saputo usare bene il PNRR!" Ora, su come cresca la Spagna un'idea che la siamo fatta: coi soldi dei creditori esteri, seguendo una tradizione consolidata:
"Mi scusi, Bagnai, però lei non può negare che la Spagna stia facendo meglio dell'Italia per quanto riguarda il PNRR!" (direbbe con accenti inquisitori l'operatrice radiotelevisiva di turno). No, la cosa non sta così. Non è che io non possa: semplicemente non voglio negarlo, perché è inutile che lo faccia io! Lo fanno loro:
Mentre il motivo della crescita spagnola che vi ho segnalato io (il massiccio afflusso di investimenti esteri) è comprovato dai dati (e come!), quello continuamente citato dall'average Joe piddino (la Spagna cresce perché usa bene er pereperepere!) è, ahimè, disproved dai dati. La burocrazia borbonica resta tale attraverso i secoli (astenersi neoborbonici!), e in effetti la Spagna è indietro. I dati sono (come sempre) qui, nel Cruscotto del piano di ripresa e resilienza, da cui risulta che la Spagna ha raggiunto solo il 30% dei suoi obiettivi e pietre miliari:
e quindi sta messa decisamente peggio di noi che abbiamo realizzato il 43%:
nonostante che abbia avuto una allocazione di fondi del PNRR di entità comparabile alla nostra (loro il 10,9% del Pil, noi il 9,1%). Chi sta messo peggio però è la Polonia:
un altro di quei Paesi per cui si estasia il piddino: "Sò tanto organizzati, signora mia, e nun c'è 'na carta in terra!" (coi soldi nostri, ovviamente, ma questo è un altro discorso). Risultato deludente anche perché, non essendo scemi, loro di pereperepere ne avevano preso relativamente poco:
Appena (si fa per dire!) il 7.9% del Pil...
Qualche sera fa ero a cena con un po' di manager non banali. Questa idea che il pereperepere fosse stato indirizzato solo verso le cose che "non inkuinano" (quindi, ad esempio, che non ci fossero soldi per rifare le strade) li lasciava sconcertati. Certo, all'epoca fummo lasciati soli a denunciare questa assurdità, ma quando sei in minoranza è difficile che tu possa avere molta compagnia, e onestamente voci anche autorevoli, se intellettualmente oneste, si sarebbero condannate all'irrilevanza. L'importante è che ora abbiano capito e che sappiano che noi avevamo capito prima (e infatti veniamo ascoltati).
Due considerazioni conclusive (su cui potremo articolare, eventualmente, un paio di QED).
La prima è un educated guess: visto che i suoi ascari stanno messi peggio di noi, non so quanto la Germania insisterà nel suo atteggiamento draconiano (o, come sentii dire una volta a un operatore informativo, "dragoniano"). Considerate anche il fatto che il pereperepere andrebbe rendicontato l'anno prossimo (cioè ieri) e la Germania non sta al 97%, sta qui:
C'è quindi una probabilità assolutamente non nulla che venga proposta una extension (una proroga), e che in questo momento si stia facendo una infondata pressione psicologica (infondata perché in materia di pereperepere "er più pulito c'ha la rogna", come si dice a Roma), solo per precostituire una posizione negoziale di questo tipo: "Sì, vabbè, v'accordamo 'extenscion, ma però voi ce dovete accordà er rollover!" (ovvero: in cambio di tempi più razionali per la rendicontazione di questi lavori, si vorrà stabilire il principio che il debito non debba essere necessariamente rimborsato ma possa essere rinnovato). Ovviamente questo negoziato sarebbe nefasto per noi, significherebbe sdoganare una cosa che i tedeschi, quando non erano disperati, non volevano, cioè gli Eurobond. Tutto sta a vedere come reagiranno i tedeschi alla disperazione (normalmente non benissimo, ma pensiamo positivo).
La seconda considerazione conclusiva si aggancia a quanto dicevano i miei amici AD. La favola del piddino è che la munifica Europa ci ha fornito i fondi per farci diventare più produttivi e quindi più competitivi. La realtà di tutti i giorni è diversa: le amministrazioni che mi chiedono aiuto sono subissate da uno tsunami di adempimenti burocratici riferiti a opere che con la produttività non c'entrano una mazza: asili nido, piste ciclabili, una spruzzata di fotovoltaico... L'idea bizzarra che costruendo un asilo nido a Roccacasteldisotto i novantenni che ivi abitano, eccitati dall'odore dell'intonaco fresco e dalla visione delle placche "Finanziato coi fondi de Leuropa", si congiungano carnalmente a qualche loro coetanea partorendo ventenni che immediatamente inizino a produrre beni per "fare Pil" contiene diversi punti che non mi convincono, ma almeno è una narrazione in cui la produttività (e non solo) si innalza! Ma le piste ciclabili (aka "mobilità sostenibile"), in nome di Dio!, mi volete dire che diavolo c'entrano le piste ciclabili con la produttività? E quindi vi preannuncio quale sarà la prossima "sorpresa" (per gli altri) e QED (per noi): il momento in cui si scoprirà che questa fraccata di soldi serviva solo a comprare la nostra sottomissione, ma ovviamente non ad aumentare la nostra produttività, per il semplice e ovvio motivo che non è molto intelligente pensare che i nostri concorrenti ci aiutino a fargli le scarpe, ci aiutino cioè a diventare concorrenti ancor più produttivi e quindi temibili! Si scoprirà così che alla fine quello che Leuropa voleva era semplicemente aumentare la quota di nostra spesa pubblica da lei intermediata a uso e consumo dei suoi fini, e che quei soldi che abbiamo usato male pagandoli molto li avremmo dovuti prendere sui mercati quando costavano poco per utilizzarli meglio. Si scoprirà cioè che qualsiasi cosa ci avessimo fatto, coi nostri soldi, tranne quelle imposte dal PNRR, avrebbe dato un contributo significativo alla nostra produttività.
In fiduciosa attesa di questi due QED, vi saluto e vi auguro una buona serata...
P.s.: anche il simpatico utile idiota lettone ha poco da stare allegro. Il suo Paese sta messo così:
cioè peggio del nostro. So che un piddino non ci crederebbe mai, e nemmeno voi, ma almeno voi potete verificare... perché io vi ho messo in condizioni di farlo!
Non ho mai considerato il PNRR un affare. Troppa burocrazia e investimenti più consoni a portare avanti una ideologia che ad adattarsi alle esigenze del Paese beneficiario.
RispondiEliminail PNRR non è un "beneficio", è una "fregatura" , esattamente come indebitarsi con una banca per comprare la precisa macchina che vuole il suo direttore ( e ai prezzi del suo compare de l' autosalone..)
EliminaIl vantaggio teorico sarebbe un risparmio sugli interessi. Teorico perché poi un doppio debito, in parte europeo, in parte italiano, avrebbe effetti imprevedibili su quest'ultimo con possibili rialzi da spread perché considerato di serie B, mentre quello europeo sarebbe di serie A. Il debito comune europeo o lo si fa per bene o è meglio non farlo proprio. I contributi a fondo perduto danno solo vantaggi, ma sarebbe comunque una parziale restituzione di quello che abbiamo dato, sottoposto a condizione burocratiche nel loro utilizzo che ne limitano la loro utilità.
EliminaVe lo chiedo come favore personale: siamo naturalmente per la libertà di opinione, ma consideriamo il permeismo una perniciosa ideologia. Fate almeno il tentativo di far finta di sapere di che cosa state parlando. Anche il fondo perduto va restituito.questo è stato spiegato per filo e per segno citando tutte le fonti in questo blog. Non è possibile ogni volta ricominciare da capo come nel giorno della marmotta. Comincio ad averne i coglioni veramente pieni. Suggerisco la lettura di questo post:
Eliminahttps://goofynomics.blogspot.com/2024/01/chi-ha-dato-e-chi-ha-avuto-i-numeri.html
Se il vostro interesse per la materia è genuino, mi ringrazierete e troverete da voi quali siano le lievi imprecisioni che mi hanno infastidito. Se il vostro interesse per la materia non è genuino, basta saperlo, e la lettura o non lettura del post precedente ci aiuterà a capire in quale situazione ci troviamo. Grazie!
Ti ringrazio del prezioso link e, consapevole della mia superficiale conoscenza sull'argomento, avrei dovuto dire "i contributi europei a fondo perduto apparentemente danno solo vantaggi, anche se non ne sono sicuro". Ovviamente essendo nuovo da queste parti non avevo letto quel link che ho trovato assai utile. A questo punto butto là un'altra proposta strampalata. Aldilà dei cavilli legali burocratici che a mio parere possono sempre essere superati, a livello di effetti sull'economia cosa comporterebbe se gli aiuti ai paesi più poveri fossero fatti esclusivamente con operazioni QE e successivi annullamenti del debito, senza essere di peso ai paesi relativamente più ricchi?
EliminaPerdonami: un articolo del trattato non è un cavillo burocratico, e se vuoi chiedere che la Banca centrale aiuti i paesi che ne hanno bisogno allora tanto vale chiedere banche centrali nazionali, visto che le due cose sono funzionalmente equivalenti e solo la seconda è sostanzialmente risolutiva.
Eliminail diavolo si nasconde nei dettagli..in questo caso il dettaglio non secondario è che la BCE non è prestatore di ultima istanza perchè nella mitologica Europa, dove non ci sono pasti (stampa di moneta) gratis, è illegale (pena l'instabilità dell'eurosistema, dicono). Da qui l'aumento al 2% della quota nazionale al bilancio UE, il ricorso al mercato con titoli e obbligazioni etc, oltre alla non banale spada di damocle della restituzione ex post
EliminaNella condizione in cui siamo credo che entrambi le ipotesi non siano praticabili. Però non vedo un trattato come un ostacolo insormontabile. Se da un punto di vista economico vi fossero solo vantaggi il trattato si può modificare. Da qui la mia idea che una convergenza tra economisti agli antipodi indirizzata a idee di buon senso potrebbe condizionare l'opinione pubblica prima e i trattati poi.
EliminaAncora? Ma la sai la procedura per la modifica del Trattato? Eventualmente posso riassumertela qua sotto, ma il punto è che se vai all'attacco in nome della "proposta concretaaaaah1!!1!" poi non puoi uscirtene con "vabbè, ma anche la tua è una utopia!", perché se è così ho vinto io perché sono arrivato prima! ;)
EliminaIn un mondo normale sarebbe una proposta concreta sia la mia che la tua e magari nell'ordine si tenterebbe prima la mia perché meno rischiosa nel breve termine per il nostro Paese. Nel nostro mondo diventano tutte e due utopie. La tua perché i politici non hanno il coraggio di portarla avanti, né di razionalizzare le spese (non ridurle ma tagliare i rami secchi per lasciare più risorse dove servono), leghisti inclusi. Almeno questa è la mia opinione.
EliminaI trattati europei "qualcuno" non vuole che siano modificati per lo stesso motivo per cui quel "qualcuno" li ha voluti. Poi ovviamente la modifica nel senso di andare incontro ai più deboli, come già troppe volte evidenziato, significa la loro effettiva dissoluzione. Il problema grave che però io vedo non è di carattere tecnico/strategico/politico, bensì banalmente psicologico, nel senso che l'uomo della strada diciamo considera utopia ritornare a un minimo di tradizionali abitudini di buon senso e di normalissimo diritto naturale, come avere una propria moneta da parte di uno stato!!! Esattamente come lo schivo perfetto che non riesce più nemmeno a immaginarsi la libertaà, motivo per cui non la reclama.
EliminaIf you can’t spend or amend, extend & pretend.
RispondiEliminaPeperpeperepend.
#antifascista... Come dice lei a inizio articolo i piddini sono in crisi.. mi sa che gli è rimasto il mito del fascismo per campare... Un bisogno LORO di tornare ad un passato nostalgico e glorioso per autolegittimarsi.. anche il tema del patriarcato e omicidi non è collegato.. eppure per i piddini si.. basti vedere la storia di molti serial killer e non erano certo i patriarchi di dx haha soprattutto esistono problematiche relazionali o psicologiche e stili di attaccamento che non sono il patriarcato...
RispondiEliminaNon sottovalutare la "bestia" perché farà di tutto per non "sloggiare" potendo sempre contare sulla comprovata dabbenaggine di tanti italiani.
EliminaSarebbe bella una tesi sul linguaggio della sinistra... O meglio sull' impianto filosofico, siccome Bagnai se non erro è laureato in filosofia ed era di sx... Cioè come mai ogni cosa ha un termine totem. Durante la crisi del 2008 era spread, patriarcato, fascismo, democrazia, revisione della spesa pubblica (o meglio spending re. fa godere)... Cioè per ogni problema c'è un qualcosa di super evocativo presentato come la panacea di tutti i mali o come causa prima... Molto semplicistico ma facile da usare, a prova di lobotomizzati haha
EliminaLa fuffa sulla superiorità tedesca è per l'appunto fuffa. Ma solo io avverto quella sulla superiorità spagnola particolarmente disturbante?
RispondiEliminaQualcuno si ricorda al volo il nome di qualche grande scienziato spagnolo? Persino la piccolissima Svizzera ne ha espressi di più.
Te ne cito uno senza il quale, tra le molte altre cose, non ci ammorberebbero oggi con l'AI: Santiago Ramón y Cajal, il "padre" del neurone. Dai, gli spagnoli almeno sono molto simpatici.
EliminaMa poi perché la superiorità andrebbe misurata in gliScienziati, soprattutto in un periodo in cui finalmente avete capito che colossali pezzi di merda siano dal punto di vista umano (e anche in questo il blog era stato precursore)?
EliminaDi per sé l'indagare l'intelligenza sottostante alla natura è un'attività bella.
EliminaComunque la mia voleva essere una battuta; se però volessi divertirmi a difenderla, direi che per ogni scienziato che resta nella storia esistono migliaia di persone che nella storia non rimangono, ma contribuiscono a creare quel substrato culturale in cui il genio opera. Quindi il numero di scienziati può essere un indice della bontà di quel substrato.
finanziarizzare l'economia, comprimere l'economia della produzione, ridurre i margini di azione degli stati membri...questi sono i 3 scopi del pnrr di cui proporre grafici, nazione per nazione. Probabilmente la spagna dimostrerebbe così di aver fatto molto bene i compitini
RispondiEliminaProf, recentemente mi sono ritrovato ad occuparmi di gare di appalto pubblico e posso aggiungere un dettaglio che mostra oltre ogni ragionevole dubbio il legame tra PNRR e green: le amministrazioni che facciano ricorso a fondi PNRR per i propri acquisti devono richiedere il rispetto del principio Do Not Significant Harm (DNSH) che prevede, come condizione sufficiente per essere soddisfatto, una bella certificazione ISO14001 o EMAS sull'efficienza energetica da parte del fornitore.
RispondiEliminaSe ci fosse il bisogno di fare una glossa a questo dettaglio, direi che l'Unione si muove statutariamente lungo due assi: la progressiva avocazione a sé di materie nazionali, sotto mentite spoglie, e l'iper-burocratizzazione di qualsiasi attività economica, che ha l'effetto di spiazzare le PMI, perché la conformità a questa regolamentazione costa. Glossa nella glossa: l'orizzonte di un apparato di burocrati come l'Unione non può che essere burocratizzare qualsiasi attività per dare un senso alla propria esistenza.
Da questo punto di vista, se le va di farsi l'ennesimo viaggio dell'orrore, le segnalo il relativamente recente (è del 2023) Regolamento Europeo 2022/2560 Foreign Subsidies Regulation (FSR), con il quale la Commissione si dota di piede di porco per indirizzare anche le procedure di appalto nazionale di valore >250M€ (o con lotti >125M€).
La Commissione, con l'usuale razionale del level playing field, si dota della facoltà di escludere da queste gare appaltatori o subappaltatori che, a suo inappellabile giudizio, abbiano ricevuto fondi distorsivi del mercato da paesi extra-UE (4M€ negli ultimi 3 anni). Tutto bene, diranno i piddini, è quel che ci vuole per evitare la concorrenza sleale dei cinesi e per realizzare il friend-shoring che will make Europe great again!!!!
Peccato che nel fare ciò la Commissione si doti di vasta discrezionalità: i criteri per capire chi deve soddisfare gli obblighi del Regolamento sono vaghi; la Commissione può aprire istruttorie basandosi su sospetti (sic!) e sull'immancabile whistleblowing; la soglia di 4M€ è talmente bassa che qualsiasi società partecipi a bandi extra-UE ci rientra; infine, la stella polare della decisione della Commissione è l'allineamento del fornitore ai "ai pertinenti obiettivi politici, in particolare quelli dell’Unione" (sic!). Qua trova un'analisi del Regolamento da parte qualcuno che qualcosa ne sa.
Anche in questo Regolamento troviamo i due assi: il primo è evidente; il secondo è rappresentato dall'onere di processo per gli appaltatori, a causa dell'ampia portata delle informazioni soggette a notifica che comporta la raccolta dati, provenienti anche dai propri fornitori, insostenibile per i partecipanti, che sono costretti a investire una notevole quantità di tempo e risorse per conformarsi a tali norme.
Prof, recentemente mi sono ritrovato ad occuparmi di gare di appalto pubblico e posso aggiungere un dettaglio che mostra oltre ogni ragionevole dubbio il legame tra PNRR e green: le amministrazioni che facciano ricorso a fondi PNRR per i propri acquisti devono richiedere il rispetto del principio Do Not Significant Harm (DNSH) che prevede, come condizione sufficiente per essere soddisfatto, una bella certificazione ISO14001 o EMAS sull'efficienza energetica da parte del fornitore.
RispondiEliminaSe ci fosse il bisogno di fare una glossa a questo dettaglio, direi che l'Unione si muove statutariamente lungo due assi: la progressiva avocazione a sé di materie nazionali, sotto mentite spoglie, e l'iper-burocratizzazione di qualsiasi attività economica, che ha l'effetto di spiazzare le PMI, perché la conformità a questa regolamentazione costa. Glossa nella glossa: l'orizzonte di un apparato di burocrati come l'Unione non può che essere burocratizzare qualsiasi attività per dare un senso alla propria esistenza.
Da questo punto di vista, se le va di farsi l'ennesimo viaggio dell'orrore, le segnalo il relativamente recente (è del 2023) Regolamento Europeo 2022/2560 Foreign Subsidies Regulation (FSR), con il quale la Commissione si dota di piede di porco per indirizzare anche le procedure di appalto nazionale di valore >250M€ (o con lotti >125M€).
La Commissione, con l'usuale razionale del level playing field, si dota della facoltà di escludere da queste gare appaltatori o subappaltatori che, a suo inappellabile giudizio, abbiano ricevuto fondi distorsivi del mercato da paesi extra-UE (4M€ negli ultimi 3 anni). Tutto bene, diranno i piddini, è quel che ci vuole per evitare la concorrenza sleale dei cinesi e per realizzare il friend-shoring che will make Europe great again!!!!
Peccato che nel fare ciò la Commissione si doti di vasta discrezionalità: i criteri per capire chi deve soddisfare gli obblighi del Regolamento sono vaghi; la Commissione può aprire istruttorie basandosi su sospetti (sic!) e sull'immancabile whistleblowing; la soglia di 4M€ è talmente bassa che qualsiasi società partecipi a bandi extra-UE ci rientra; infine, la stella polare della decisione della Commissione è l'allineamento del fornitore ai "ai pertinenti obiettivi politici, in particolare quelli dell’Unione" (sic!). Qua trova un'analisi del Regolamento da parte qualcuno che qualcosa ne sa.
Anche in questo Regolamento troviamo i due assi: il primo è evidente; il secondo è rappresentato dall'onere di processo per gli appaltatori, a causa dell'ampia portata delle informazioni soggette a notifica che comporta la raccolta dati, provenienti anche dai propri fornitori, insostenibile per i partecipanti, che sono costretti a investire una notevole quantità di tempo e risorse per conformarsi a tali norme.
Molto interessante. Non so perché lo hai messo due volte, ma mi hai acceso un faro utile. Peraltro, a commento di questa tua segnalazione, evidenzio un dato: il problema ormai non è più l'euro, per almeno due ordini di motivi. Il primo è che per venire incontro alle esigenze della Germania la BCE vorrà tenerlo "basso" ancora a lungo (o almeno ci proverà), avvantaggiandoci nei mercati extraeuropei; il secondo è che sulla gestione del debito pubblico abbiamo sempre meno problemi, semplicemente perché gli altri ne hanno sempre di più, quindi se avremo (come dovremmo) un upgrade a fronte di un downgrade francese il tema di farsi rifinanziare dalla Bce diventerà largamente irrilevante.
EliminaIl problema è proprio l'Unione Europea, che ci ammazza con questi metodi subdoli, da te ben descritti! Quasi quasi ci converrebbe essere un Paese "eurizzato" ma fuori dall'UE, come il Montenegro, per dire, piuttosto che restare soffocati da questa morsa schiacciante di regole tutte stranamente orientate contro il nostro modello di impresa...
Felice di averlo riportato, allora. Il Regolamento in questione fa parte di quell'enorme massa di m***a che scivola quotidianamente per tutti i tubi che partono da Bruxelles e capisco che sia estremamente difficile da intercettare, a meno di non avere un battaglione a presidiare tutte le iniziative legislative dello straccio blu.
EliminaMi trova concorde sul punto: l'euro è il metodo di governo fascista con cui ci tengono a terra, ma l'acquis communautaire è l'acido con cui ci stanno lentamente sciogliendo nella melassa unionista.
PS: L'ho caricato due volte perché ho avuto problemi di connessione; pensavo che il primo tentativo non fosse andato a buon fine.
Finalmente una analisi concreta che va controcorrente alla narrazione che il pnrr sia un regalo dell Europeona buona
RispondiEliminaCon tutto il rispetto, ma anche se ci siamo incontrati solo oggi segnalo che cliccando su quelle porzioni di testo dal colore diverso dalle altre che si chiamano link potrà rendersi conto che questa analisi concreta e controcorrente qui l'abbiamo fatta da prima che iniziasse questa tragica farsa...
EliminaProf devo ammettere che c'è un aspetto della Spagna che mi incuriosisce e che potrebbe esser approfondito perché forse c'è una lezione da trarre.
RispondiEliminaLa Spagna mi sembra l'unico stato latino (comprendo in questa dizione i FIPS Francia Italia Portogallo Spagna) che pur essendo subalterno come noi si permette di avere una politica estera ed economica non completamente spalmata sull'ortodossia euro-atlantica.
Prendiamo il caso delle politiche pro-lavoro: hanno un reddito di cittadinanza (ingreso minimo vital) che va da un minimo di 462 a 1.015€ per 12 mesi. Raffrontabile a quello degli ortotteri, ma con un costo della vita sicuramente minore.
Hanno un salario minimo (1.184€ lorde) dal 1° gennaio di quest'anno.
Stanno sperimentando la settimana lavorativa di 37,5h a parità di salario rispetto alle 40h canoniche.
Sono l'unico paese europeo che ha usato parole pesanti con Israele "stato genocida"; hanno recentemente riconosciuto la Palestina e stanno organizzando una conferenza con Arabia Saudita Egitto Turchia Marocco Giordania, lega araba e organizzazione della cooperazione islamica per chiedere sanzioni e l'embargo degli armamenti verso Israele. Non se ne farà nulla ovviamente, ma è un beau geste verso il mondo islamico (i cui governanti pure si sbarazzerebbero volentieri dei palestinesi) che porterà ricompense nell'estero vicino dei cugini iberici (nord africa e vicino oriente)
Un po' di tempo fa ci hanno pure scippato il rappresentante Nato per il fronte sud, causando un'embolia al povero Crosetto che ci teneva tanto fosse giustamente un italiano. Per giunta, se non ricordo male, in quel periodo la Spagna stava spernacchiando l'ennesima coalition of the willings USA contro gli Houthi, a cui noi e la Francia dicemmo un meno netto ni andando a pattugliare il Mar Rosso per conto nostro.
Ora, a intuito: la Spagna sembra il poster boy delle politiche dell'ala progressista di Bruxelles (reddito di cittadinanza, salario minimo) ma sperimenta anche la settimana corta che, se posso permettermi, dovrebbe essere il terreno di lotta di qualsiasi democratico. Meno tempo a lavorare è più tempo per essere un buon cittadino in sistemi che sono sempre più complessi e che richiedono sempre più studio e consapevolezza da parte dei propri (sempre più presunti) cittadini. Ok, ammettiamo che la Spagna sia solo il laboratorio delle politiche progressiste unioniste, e che qualcuno lassù a Bruxelles abbia un occhio molto benevolo nei confronti di Madrid ..
Quel che proprio non mi spiego è il grado di autonomia strategica che la Spagna ha, almeno rispetto a noi che per la verità dovremmo avere un peso specifico da giocare assai maggiore.
trattasi di territorio coloniale di rango elevato, da curare e sfruttare sapientemente. L'Italia è invece terra di conquista, da depredare e ridurre in schiavitù
EliminaCiao anonimo, è una spiegazione un po' tautologica però. Davvero il caso Spagna andrebbe studiato. Ok, loro non hanno perso l'ultima guerra mondiale e non hanno decine di basi del principale alleato militare sul proprio territorio. Nè hanno mai avuto un peso economico tale per cui l'euro si faceva con loro oppure niente (il costo di essere una potenza economica).
EliminaAltra differenza è quello che potremmo chiamare il costo della geografia: essere la portaerei naturale del Mediterraneo, nonché l'asse su cui si incontrano tre continenti (cavi sottomarini, idrocarburi, logistica marittima) ha un valore e di conseguenza un costo da pagare... A nostro modo siamo una specie di choke-point in mezzo al Mediterraneo e i choke point vanno controllati dalle potenze egemoni: il costo della geografia cresce. Essere una penisola al margine del continente europeo che costeggia il margine del continente africano ha un prezzo inferiore.
Non a caso UK e i suoi servizi hanno sempre avuto grande attenzione per noi, sin dall'Unità, ma soprattutto nel post WW2. Abbiamo anche "nemici naturali" che la Spagna non ha o non sembra avere oggi (lasciamo perdere il Portogallo specie di protettorato inglese dal Medioevo....). La già citata UK, ma anche la Francia (ex-egemoni globali o regionali) sono nemici naturali per la politica della quarta sponda che per noi è vitale (vedi Libia 2011, ma già Tunisia 1881). Eppure con Mattei e in generale nel post WW2 ci muovemmo da maestri in questa ragnatela. Siamo stati un paese "revisionista" che seppe cavalcare la decolonizzazione e il revanscismo del paesi arabi. Oggi siamo sdraiati su Israele. Due anni fa, in viaggio di formazione a Tel Aviv, l'ambasciatore italiano ci abbozzò la spiegazione negli interessi e dei programmi di ricerca che abbiamo in comune con Israele (dissalatori, tecnologie della sicurezza) e di certo Israele oggi è una potenza tecnologica ben diversa dal paese a vocazione agricola degli anni '60-'70. Ma possibile che per noi sia indispensabile e per Madrid no? O noi abbiamo già comprato il pacchetto Via del Cotone, anche per farci perdonare la sbandata della Via della Seta, e loro (gli spagnoli) no?
Tutte domande che, a naso, sono attinenti alle riflessioni fatte nel post sul Portogallo...
tutti ragionamenti condivisibili, ma io aggiungerei anche questo: per motivi storici, religiosi ed economici, l'italia non è malleabile facilmente ed è necessario il pugno di ferro perchè possiamo rompere facilmente gli schemi (e qualcos'altro); la spagna invece ha un popolo più incline ed aperto ai condizionamenti sociali mainstream, e per questo meno pericoloso. Non c'è nulla da fare, siamo duri a morire come i russi ma, probabilmente, meno intelligenti, perchè fare sempre il pesce in barile prima o poi si finisce in padella
EliminaProfessore, non so se è il post giusto, però l’articolo di Fortis commentano le conclusioni del Governatore, dalle quali emerge un confronto impietoso con gli altri tre grandi Parsi UE + UK, questa volta impietoso per loro, come tante volte in questo blog lei ci ha dimostrato dati alla mano. Saluti
RispondiEliminaNon so perché non abbia preso il link all’articolo a cui mi riferivo:
Eliminahttps://24plus.ilsole24ore.com/art/italia-a-tutti-post-covid-la-super-crescita-settore-privato-AHeaR05?s=hpl