(...approfittando della risacca del ponte, riprendo questo post iniziato il 30 aprile e poi interrotto per questi motivi, con l'aggravante di questo incidente - incredibile: qualcuno considera gli operatori informativi delle forme di vita intelligenti! - e cerco di portarlo a termine, così la facciamo finita con le obiezioni degli utenti di ChatPD e mandiamo avanti il discorso sull'essenziale...)
Beppe88 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Tesoro, mi si sono ristretti i salari!":
Buongiorno Professore, una domanda (forse un pò da dilettante, ma lo sono): cosa cambia rispetto ai grafici sull'andamento dei salari medi unitari mostrati in altri articoli del blog e che sembrano evidenziare un andamento diverso dei nostri salari (ossia totalmente piatto)? Mi riferisco per esempio a questo articolo:
https://goofynomics.blogspot.com/2024/11/la-kuestione-salariale.html
La differenza è legata alla produttività? Cioè nel grafico di questo post si considerano solo le retribuzioni lorde senza ponderarle per la crescita della produttività, mentre nei precedenti si considera l'andamento del costo del lavoro per unità di prodotto?
Grazie come sempre e buona giornata,
Giuseppe
Pubblicato da Beppe88 su Goofynomics il giorno 30 apr 2025, 11:14
Domanda più che lecita, e anzi scusate se per la fretta non sempre metto i link o addirittura la menzione dei database che uso. Facciamo tutti i passaggi, così imparerete a usarli anche voi, e questo vi permetterà di fare un referaggio (che non è un trollaggio) più accurato di quello che vi dico.
Intanto, vi dico dove non si trovano i salari. Non li troverete nel database del World Economic Outlook del Fmi. Non è immediato trovarli nelle International Financial Statistics, che hanno appena cambiato interfaccia, migliorandola (cioè peggiorandola per chi era abituato da decenni alla vecchia, come me): una volta c'era un indice delle retribuzioni nominali contrattuali, ci sarà ancora, ma ho solo due ore e un limitato numero di invocazioni della divinità a disposizione, non ho tempo di cimentarmi con quello che qualche ingengngniere ha trovato fosse un metodo più logico per raggiungere un'informazione che una volta era a portata di clic. Non ci sono nei World Development Indicators, dove se cercate "wage" (salari) vi esce questo:
cioè statistiche sul lavoro minorile e sull'inclusione, ma non il livello dei salari.
Ci sono invece nel Data explorer dell'OCSE, anzi, direi che ce ne sono troppi, perché cercando "wage" nel motore di ricerca:
ottenete 92 database:
e per arrivare a qualcosa di simile a quello che serve a noi dobbiamo necessariamente circoscrivere la ricerca ai conti economici nazionali:
ma non proseguiamo oggi questa pesca miracolosa. Ci sono nel database AMECO, dove li trovate selezionando la definizione di Pil dal lato dei redditi:
(l'ultima volta che abbiamo spiegato che cos'è il Pil è stata qui, per inciso, chi non lo sa fa bene a dargli un'occhiata e chi lo sa fa meglio, perché in realtà crede di saperlo; rinvio comunque al sito di Borsa Italiana per una sintesi efficace, così capirete perché per trovare i salari conviene cercare il Pil...). Il database AMECO ha comunque il limite di proporre solo dati annuali. I dati trimestrali si trovano ad esempio nel database Eurostat, che è poi quello che ho utilizzato io, andando a selezionare nell'albero
la scomposizione del Pil trimestrale. Ci sono poi naturalmente nel database dell'Istat, che mette insieme i dubbi vantaggi (chiamiamoli così) delle Ifs (l'interfaccia è appena stata "migliorata") e dell'OCSE (fornisce troppi dati, quindi uno si perde), con un indubbio svantaggio: riporta solo dati italiani, com'è giusto che faccia un istituto nazionale di statistica, ma a noi serve poter confrontare con dati omogenei la situazione in diversi Paesi europei.
Fare riferimento all'Eurostat offre anche un vantaggio tattico nei riguardi dei piddini: per loro tutto quello che è "europeo" è migliore, quindi sconfiggiamo "i nazionalismi" tenendo per un momento da parte l'ISTAT, e cerchiamo di ricordarci rapidamente che cosa stiamo cercando.
Partiamo dalle definizioni italiane, ricordando che, in modo almeno per me un po' controintuitivo, le cose stanno così:
Il costo del lavoro, comprensivo degli oneri sociali (in particolare di quelli a carico del datore di lavoro), viene detto "reddito", mentre il reddito percepito dal lavoratore (al netto quindi degli oneri sociali) viene chiamato "retribuzione". In inglese le cose stanno invece così:
I redditi da lavoro dipendente intesi come costo del lavoro si chiamano "retribuzione dei dipendenti" (compensation of employees), of which salari e stipendi (wages and salaries), cioè quello che in italiano chiamiamo "retribuzioni lorde" (perché sono al lordo delle imposte anche se sono al netto degli oneri sociali) sono una componente, l'altra componente essendo i contributi sociali a carico del datore di lavoro (employer).
Alles klar?
In questo grafico:
utilizzavo appunto i Wage and salaries dell'Italia.
Prima di andare avanti, vi evidenzio un limite del database Eurostat: nella stragrande maggioranza dei casi non fornisce dati anteriori alla metà degli anni '90. Ora, noi sappiamo che la stasi del salari reali comincia all'inizio degli anni '80:
in ovvia sincronia con il divorzio Tesoro-Banca d'Italia, ma su campioni così lunghi non abbiamo dati trimestrali. Quello che occorre sono i dati annuali di AMECO il cui uso è stato illustrato qui (per cui chi vuole se lo va a vedere lì).
Torniamo a noi.
Mentre la definizione di Pil dal lato della domanda (consumi, investimenti, ecc.) viene fornita sia in termini nominali (prezzi correnti) che reali (prezzi costanti), la definizione dal lato del reddito viene fornita solo a prezzi correnti, perché non è ovvio capire quale indice dei prezzi usare per "deflazionare" salari e profitti. Di norma quindi nelle fonti non troverete i salari reali (real wages):
ma dovrete scegliere voi con quale indice dei prezzi deflazionare i salari per calcolare il potere d'acquisto dei lavoratori. La cosa, come vedremo immediatamente, comporta un livello di complessità in più, ma una cosa alla volta.
Intanto, vediamo come scaricare i Wage and Salaries. Se cliccate su questo link:
ottenete questa schermata:cioè di default il database vi fornisce il Pil grezzo (non destagionalizzato) a prezzi correnti per gli ultimi 10 trimestri su 43 paesi (leggendo le informazioni in senso antiorario a partire da quella evidenziata.
A voi invece servono i Wage and salaries destagionalizzati a prezzi correnti per tutti i trimestri disponibili e per un solo Paese (Italy). Dovete quindi "customizzare" la richiesta e potete farlo cliccando sul pulsante blu in alto a destra nell'ultima schermata. Venite portati qui:
dove, ad esempio, cliccando su "Check all" selezionate tutti i periodi disponibili. Potete poi selezionare dalla lista a sinistra i vari elementi che desiderate modificare, e agire sul riquadro di destra per modificarli. Ad esempio, nel riquadro che vi consente di selezionare la variabile di interesse dovete fare così:
selezionando "Salari e stipendi". A questo punto la cosa più ovvia da fare sarebbe selezionare la misura a prezzi costanti, in questo modo:
ma il risultato sarebbe questo:
visto che per i motivi che vi ho specificato sopra i salari in termini reali non vengono calcolati. Quindi dovete selezionare la misura a prezzi correnti, ecc.
Alla fine di questa lunga storia dovreste ritrovarvi con questo risultato:
e trascinando "Time" sulle righe potrete riorganizzare le informazioni così:
in modo da vedere più dati:
dopo di che, utilizzando il pulsante "scarica":
vi ritroverete il tutto in un comodo foglio Excel:
Tutto cosa?
Il monte salari complessivo in milioni di euro a prezzi correnti. Quindi non i salari medi a prezzi correnti (per ottenerli dobbiamo dividere per il numero di lavoratori dipendenti o employee), non il monte salari a prezzi costanti (per ottenerlo dobbiamo dividere per un indice di prezzo), non i salari medi a prezzi costanti o "in termini reali" (per ottenerli dobbiamo dividere per il numero di lavoratori dipendenti e un indice di prezzo).
Cominciamo dagli indici di prezzo.
Possiamo utilizzare il deflatore dei consumi, quello del Pil (per restare nello stesso database), o l'HICP (indice armonizzato dei prezzi al consumo), e quello che volete. Nel grafico che tanto vi ha incuriosito utilizzavo l'HICP, ma in effetti la cosa più ovvia è utilizzare un deflatore, semplicemente perché li avete nella stessa base dati. Per ottenerli dovete selezionare invece di Wage and salaries una (o più) componenti di domanda, ad esempio la spesa per consumi delle famiglia:
e invece della misura a prezzi correnti, il deflatore. Ottenete questo:
cioè questo:
I due indici differiscono per ovvi motivi (il deflatore del Pil tiene conto non solo dei prezzi dei beni di consumo, ma anche dei beni capitali, delle importazioni, ecc.):
e quindi differiscono i tassi di inflazione calcolati usando le due serie. Si ritiene normalmente che per valutare il potere d'acquisto delle famiglie il deflatore dei consumi sia più appropriato, quindi useremo quello e i calcoli sono presto fatti:
Dividiamo il monte salari nominale per il deflatore dei consumi dell'anno corrispondente, a sua volta diviso per 100). Otteniamo così la serie depurata dall'effetto dei prezzi. Qui ve le rappresento entrambe:
Per oggi ci fermiamo qui: preferisco spezzare la lezione in quattro per motivi di salute mia e di comprensione vostra. Se ci sono cose poco chiare, potete intanto segnalarle nei commenti. Magari, prima di chiedere, gli interessati potrebbero provare a riprodurre quest'ultimo risultato: se qualcosa non torna, allora bisogna ragionarci. Potrei sempre aver sbagliato io...
Buon giorno Bagnai... È stata aggiornata la legge sui servizi segreti... Diciamo che ora hanno più poteri e possono fare cose fuori dal comuni, come è ovvio che sia.. ebbene cosa ci vuole a saltare su una nave ong tipo Sea Watch e darle fuoco?? Oppure con una bella tuta da sommozzatore sabotarla nei suoi organi vitali. Cioè queste navi minano la sicurezza nazionale traghettando terroristi.. sai che faccia farebbe Soros a vedere le sue navi in avaria? E usiamo il goi per scovare i nidi dei trafficanti e nel caso neutralizzarli o se siamo bravi dare le coordinate alla polizia libica o tunisina... Solo con questi due interventi presumo un 50% in meno di sbarchi
RispondiEliminahaha
EliminaUn'altra perla. Grazie.
RispondiEliminaA guardare il mio fatturato (ridicolo:( l'ultimo grafico corrisponde in pieno. Grazie, un caro saluto prof.
RispondiEliminaBasterebbe chiamare il “potere d’acquisto dei salari” “potere di fatturazione delle imprese” e molti equivoci si chiarirebbero. Il perseguimento di modelli di crescita basati sulle esportazioni si fonda sull’illusione di disaccoppiare questi due concetti: ti taglio i salari ma fatturo vendendo all’estero. Per motivi spiegati mille volte, questo gioco nel lungo periodo non funziona!
EliminaQuindi: i salari da noi sono cresciuti meno della media della eurozona dal periodo in cui ci siamo cominciati a riprendere dalla crisi 2007/2008. Ci dicono, Draghi & C., che è stato fatto per aumentare la competitività delle nostre merci e quindi per aumentare il nostro surplus commerciale estero cercando di evitare il collasso della nazione. A questo punto però sarebbe curioso guardare in parallelo il dato delle esportazioni, per vedere quanto effettivamente questa cosa ha funzionato. Sarebbe forse ancor più utile guardare i dati sulla occupazione: se l’obiettivo fosse quello di difenderci, ottimizzare la nostra economia, comunque sarebbe stato opportuno tendere ad una piena occupazione! Nel senso che va bene abbassare gli stipendi ma almeno lavoriamo tutti, cosa che credo non sia successa, anzi. Poi però è successo anche che è stata incentivata, o comunque non limitata, l’immigrazione, oltretutto ricordo una affermazione di oltre dieci anni fa fatta dal “buon vecchio” Napolitano, in occasione di un incontro con l’allora presidente della Germania Wulff, riguardo al fatto che avremmo avuto estremo bisogno di lavoratori stranieri per far funzionare la nostra economia e che se non fosse stato così avremmo respinto tutti e basta!!! Quindi concludendo, ma questi che gioco fanno, non ci si rende conto che si contraddicono in continuazione?
RispondiEliminaP.S. ovviamente i grafici dei dati sopra richiamati non è che sto chiedendo che ce li procuri lei, appena ho un attimo proverò a farlo, anche se non sono sicuro di riuscirci, purtroppo!!!
Con tutto il rispetto: qui però stiamo parlando di altro, cioè di come si misura il fenomeno. Le domande quindi sarebbe meglio che fossero su quello. Una volta accertato il fenomeno, faremo domande e daremo risposte su come si interpreta.
EliminaSi si è vero, un passo alla volta, altrimenti non riusciamo a comprendere la vera portata delle cose. Mi perdoni, sono troppo impulsivo e vorrei saltare sempre subito alle conclusioni!
EliminaBellissimo post! Non ho ancora fatto in tempo a provare a rifare il grafico. Ci proverò nei prossimi giorni. Mi tengo le eventuali domande per i prossimi post perché temo sia ancora presto.
RispondiEliminaCon molti dei post di questo blog si può fare un intero corso universitario (di qualità). Oggigiorno invece «lo confesso, gli studenti studiano sulle slide» (cit. ammissione di un onesto docente di economia di una università di cui non dirò il nome).
EliminaNon sono mai stato un bravo studente e se c'era una scappatoia (bigini, riassunti, appunti...) la prendevo volentieri. Oggi ho più la sensazione che se su un argomento leggo un bel libro lungo (un mattone) poi mi rimane in testa qualcosa in più che se provo ad accorciare i tempi diminuendo la fatica. Se l'ho capito io forse c'è speranza anche per gli studenti di oggi.
EliminaGrazie Professore come sempre. Replicando l'esercizio da lei mostrato, ottengo lo stesso risultato. Molto utile, davvero. Per conferma:
RispondiEliminaQ1 1996 - Monte Salari Reali Lordi = 106,62; Q4 2024 - Monte Salari Reali Lordi = 138,99. Preso dall'euforia ho ardito anche con in grafico in XLS.
Un caro saluto,
Giuseppe
Ottimo. Prossima lezione: un approfondimento sui deflatori.
EliminaFatto anch'io. Sono riuscito a estrarre gli stessi valori e a fare il grafico (che mi viene, ovviamente, uguale al suo). Grazie mille. Aspetto con grande interesse la seconda parte.
RispondiEliminaSto già lavorando alla seconda puntata e cercherò di pubblicarla presto senza farmi troppo distogliere dai tanti stimoli che l’attualità oggi ci fornisce. Anticipo che il tema saranno i deflatori, perché anche nel grafico che riporto qua sopra è evidente che la base dati dell’Eurostat ha dei problemi. D’altra parte, sarebbe strano che non ci fossero in qualcosa che comincia per “euro“. Parassiti strapagati e inefficienti, incapaci di dare uno sguardo alle statistiche da cui dipende la nostra vita per renderle un minimo coerenti non dico con la realtà, ma almeno con se stesse.
Eliminaon attendant la seconda parte... pure i sussidiari si riposizionano!: "la stagnazione degli stipendi è l’esito delle politiche dei redditi concertate all’inizio degli anni Novanta per entrare nella moneta unica." !!
Eliminahttps://www.ilsussidiario.net/news/come-far-crescere-i-salari-le-mosse-per-alzare-gli-stipendi-senza-referendum-o-minimi-per-legge/2829049/?ck_subscriber_id=1631206232&utm_source=convertkit&utm_medium=email&utm_campaign=La%20preghiera%20del%20mattino%20%7C%20Landini%20e%20Schlein%20kamikaze%20referendari%20-%2017527478