lunedì 26 maggio 2025

Austerità e fertilità

La cloaca, infrastruttura di rete deputata al trasporto di pacchetti di materiale organico (Synchronous Transmission Relay Of Non-Zero Information), pullula di forme di vita infestanti. Ieri le abbiamo viste particolarmente infastidite da questo grafico:

per il quale si sono affrettati a trovare una serie di esilaranti confutazioni (la maggior parte delle quali derivanti dalla loro ignoranza del fatto che il contrario di "reale" in economia non è "immaginario"...), ma c'è un altro grafico che gli ha fatto molto male, questo:


che del precedente è una conseguenza. Anche qui abbiamo sentito appassionate invocazioni alla complessità del reale, dotte disquisizioni sull'analisi delle serie storiche, acute requisitorie sul cherry picking, tutte a base di "legaiolo, insegni a Pescara, non sei un economista..." ecc., pronunciate da una corte dei miracoli lombrosiana di analfabeti funzionali che ci lascia esterrefatti di fronte al miracolo della democrazia: se degli imbecilli simili votano, è un miracolo che non siamo sprofondati nel Mediterraneo (qualcuno potrebbe invece dire che siamo sprofondati perché quegli imbecilli votano, ma spero che non lo faccia perché avrei difficoltà a confutarlo).

Ora, che ci sia un problema è ovvio e se n'è accorto anche lui:


come pure è ovvio che non ci sia una sola causa. Siamo tutti consapevoli del fatto che le famiglie del 1960 non sono quelle superstiti nel 2025, che una serie di fattori sociologici fra cui l'accresciuta  (se pure sempre insufficiente) partecipazione femminile al mercato del lavoro possono aver influito sulle scelte di maternità, ecc. Immagino che ci saranno ponderosi saggi di esperti del settore che ci illuminerebbero su questo punto. Io posso solo farvi vedere i (pochi) dati che sono riuscito a reperire per chiarirvi il mio pensiero. Qui, ad esempio, vi rappresento per il periodo in cui sono disponibili il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro (proveniente da ILOSTAT) e il tasso di fertilità (proveniente dai World Development Indicators):


Si intravedono benissimo tre periodi. Nel primo, che arriva al 1991, le due variabili si muovono per moto contrario, con una correlazione pari a -0.86. Nel secondo, che arriva fino al 2011, si muovono per moto parallelo (e quindi sì, è stato possibile partecipare al mercato del lavoro e procreare...), con una correlazione pari a 0.87. Poi, dal 2012, qualcosa cambia, e le due variabili ricominciano a muoversi per moto contrario, con una correlazione di -0.71.

Che sarà mai successo fra 2011 e 2012?

I dati del WDI arrivano fino agli anni '60 (ma non quelli sulla partecipazione al mercato del lavoro, che sono di fonte ILO), e quindi posso farvi vedere l'evoluzione nel lungo periodo del tasso di fertilità (bambini per donna) in Italia e in Europa:


Mia madre ne ha fatti tre, quindi era sopra la media per i suoi tempi, ma quello che volevo farvi notare è che tutto sommato gli andamenti sono piuttosto simili. L'Italia scende più rapidamente dell'Europa in due periodi, come si vede meglio prendendo il rapporto fra i due tassi:


Fra il 1973 e il 1986, e poi dal 2012 al 2021 (nel 2022 e 2023 c'è un rimbalzo determinato dal crollo della fertilità altrui: chissà perché, visto che la Germania è in recessione e quando si è disoccupati si ha tanto tempo libero...).

Che sarà mai successo fra 2011 e 2012?

Come al solito, i cantori della complessità del reale contraddicono se stessi incorrendo in un simpatico negazionismo selettivo. Qui nessuno nega che anche altri fattori sociologici influenzino e soprattutto abbiano influenzato il tasso di fertilità: ma bisogna essere ben imbecilli per negare che un ben preciso fattore economico lo abbia influenzato a partire dal 2012! Questo fattore (la depressione più prolungata dell'intera storia italiana):


ha delle caratteristiche di persistenza e di eccezionalità tali che possono benissimo aver determinato un cambiamento di struttura nella relazione fra ciclo economico e scelte di procreazione. Un conto è prendere certe decisioni in un'annata cattiva (come ce ne sono state tante fra A e B), un conto quando non hai un futuro davanti (come fra B e D).

Tutto qua...

Poi naturalmente usciranno dalla cloaca i ratti a ruttarci le loro banalità. Ma desidero sappiate che sulla relazione fra austerità e fertilità esiste una discreta letteratura: come al solito, qui non ci inventiamo nulla, e la nostra unica abilità, a volercene proprio riconoscere una, è quella di toccare con precisione i nervi scoperti del nemico.

38 commenti:

  1. Egregio Onorevole,

    certamente i dati portano alla conclusione che la lunga austerità (made in EU) ha avuto un effetto negativo sulla demografia italiana.
    Come anche lei suggeriva, credo che vi siano degli ulteriori fattori alla base del drastico calo della fecondità femminile in Italia.

    Le sottopongo, ad esempio, il seguente grafico:
    https://fred.stlouisfed.org/graph/fredgraph.png?g=1JgGP&height=490

    Esso mette in relazione il tasso di fecondità con il rapporto tra la scolarizzazione femminile e quella maschile (per la scuola secondaria).

    Si può vedere che negli anni '70 ed '80 vi è stato un notevole incremento della scolarizzazione delle giovani italiane. Quasi simultaneamente, il tasso di fecondità femminile è sceso da 2.4 a 1.3, in soli 20 anni.
    Le donne italiane (ma non solo) posticipano il concepimento del primo figlio alla conclusione degli studi, avendo quindi pochi anni a disposizione per farne degli altri.
    A ciò bisogna sommare che il calo del potere d'acquisto, avutosi negli ultimi 30 anni, obbliga le giovani coppie a dover avere due redditi da lavoro per poter mantenere economicamente la famiglia.

    Un saluto,
    Fabio

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    1. Ma certo, questa è appunto una delle tante variabili che la ricchissima letteratura sulle determinanti socioeconomiche della fertilità considera. Buona osservazione. Naturalmente per soppesare l'importanza relativa dei vari effetti e la loro relazione nel tempo occorrono analisi econometriche non banali, anche perché ci sono dei problemi di endogenità, di causalità, e di inversione del nesso di causalità.

      Esempio: senza reddito non si fanno figli, ma senza uomini non si fa reddito (chi causa cosa)?

      Altro esempio: dove il reddito pro capite è più alto si tendono a fare meno figli (quindi correlazione inversa fra reddito e fertilità), e per la teoria neoclassica il reddito cresce di più dove è più basso (quindi più crescita-meno figli), ma nelle economie sviluppate la cosa funziona in modo diverso.

      In effetti è un campo di ricerca affascinante.

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    2. La prole è un fattore economico o non esisterebbe il proletariato. Forse, di tutti i fattori economici, quello su cui hai più diretto controllo. Dunque, se pensi che migliorerà la tua condizione, il valore della tua esistenza, tendi a incrementarlo, altrimenti fai il contrario. Dove la valutazione è dubbia e soggettiva entrano in ballo molti fattori. Ma dove l'effetto è sicuro, ad esempio nelle società agricole dove la prole è forza lavoro o nelle grandi crisi economiche dove è bocche da sfamare, la direzione della natalità è molto più oggettivamente determinata. Una botta alla crescita come quella del grafico poteva invogliare a far figli? Durante le carestie la popolazione non è mai cresciuta. Alla mia mente semplice, questa considerazione di primo ordine basta e avanza per approvare l'idea di fondo del post.

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  2. Ogni volta che leggo quel ritardato che la accusa di "tirare righe con un righello" sto male dall'imbarazzo.

    Mi chiedo come sia possibile che un mentecatto che non sa le basi minime di analisi dei dati ed identificazione di modelli (una banale regressione lineare della media di un processo stocastico con un trend palesemente lineare!) sia tanto arrogante e pieno di se. Forse, proprio per ignoranza totale.

    Posso solo immaginare l'imbarazzo che prova lei quando il suddetto mentecatto parla di economia, argomento che non conosco.

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    1. Il paese dei campanelli ha generato una coorte di coglioni.

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  3. Secondo me questo è un settore dove subentra una forte componente psicologica:
    I miei genitori quando ero piccolo mi hanno portato a vedere tante cose belle, come ad esempio le nostre città d'arte. Oggi quei luoghi sono diventati posti brutti, completamente snaturati, pieni di minimarket 24h, i miei eventuali figli dove li porto?
    Un mondo brutto non stimola a riprodursi.

    Poi ci sono aspetti spesso trascurati: un'alta percentuale di maschi soffre di varicocele e non lo sa. Una volta con la visita di leva veniva rilevato ed operato. Oggi nessuno se ne accorge fino a quando le facoltà riproduttive non sono compromesse. Quando i figli venivano fatti a 20 anni non era un problema, ma a 40 sì. Ci vorrebbero visite nelle scuole.

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    1. Ma dai... Le città d'arte sono belle anche se c'e il minimarket

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    2. Mah... Comunque sono gusti. Altre ragioni possono essere il fatto che una volta bastava un solo stipendio a mantenere tutta la famiglia, il padre lavorava e la madre li allevava ed educava. Oggi molti non sono disposti a far fagli per farli educare dalla baby sitter.

      Poi la dimensione della casa influisce, le case che ci sono oggi derivano da quelle vecchie ma divise a metà. Dare l'abitabilità a case piccole è stato distruttivo: moltissime case sono state divise in miniappartamenti, questo ha ridotto la disponibilità di case grandi, facendone crescere il prezzo.

      Ma se la casa non ha la camerina, i figli dove li metti?

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    3. Qui c'è la medesima ricerca fatta per la Spagna (ma purtroppo il grafico a pag.155 finisce nel 2010):

      https://www.researchgate.net/profile/Teresa-Castro-Martin/publication/259904662_Do_Women_Working_in_the_Public_Sector_Have_it_Easier_to_Become_Mothers_in_Spain/links/5ed6d34845851529452a3526/Do-Women-Working-in-the-Public-Sector-Have-it-Easier-to-Become-Mothers-in-Spain.pdf?origin=publication_detail&_tp=eyJjb250ZXh0Ijp7ImZpcnN0UGFnZSI6Il9kaXJlY3QiLCJwYWdlIjoicHVibGljYXRpb25Eb3dubG9hZCIsInByZXZpb3VzUGFnZSI6InB1YmxpY2F0aW9uIn19

      Si vede la solita dinamica dell'Italia: all'aumentare della partecipazione femminile la fertilità inizialmente crolla, tocca un minimo ed inizia a recuperare (ma più lentamente del crollo), poi nel 2009 succede qualcosa... (Il loro Monti è arrivato prima)

      La cosa che mi fa ridere è che quando nel 2011 cadde Berlusconi la gente si rversò nelle strade a suonare il calcson come se avessero vinto i mondiali. Contenti loro ...

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  4. Ancora non ho approfondito la conoscenza del Cazachistan. Chi ha più mezzi di me lo faccia.

    Comunque mi fa piacere che si parli di questo argomento, almeno così quando si avrà a noia il rapporto economia-fertilità (che sposta solo 0,2-0,5 figli per donna) si potranno indagare le altre cause (quelle che pesano per 1-2 o più figli per donna).

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    1. Ma bentornato! Con me sfondi una porta aperta: sono io il primo a ritenere che abbiamo molto da imparare dall’esperienza di uno stato multietnico dell’Asia centrale situato al 54º posto nella graduatoria del reddito pro capite a parità dei poteri d’acquisto! Le somiglianze con il caso italiano sono assolutamente convincenti!

      Naturalmente il caso ha attirato l’attenzione degli studiosi e mi permetto di fornire alcuni suggerimenti di lettura:

      1) https://www.jstor.org/stable/29788631

      2) https://link.springer.com/article/10.1023/A:1021447602704

      3) https://link.springer.com/article/10.1007/s12546-013-9112-2

      Comunque, secondo me il vero motivo è che l’inno del Kazakistan è molto più bello di quello dei paesi circonvicini:

      https://m.youtube.com/watch?v=jDEAsDxamgc

      Trasmette un empito eroico e generativo!

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    2. I libri di Ahmed Rashid sull'Asia centrale per una panoramica della zona sono ottimi. Stesso commento di 2 anni (sic!) fa
      https://goofynomics.blogspot.com/2023/11/la-fertilita-del-kazako.html?showComment=1700433609470#c7242517289033552113

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    3. Son riuscito a leggere il 1).

      Non sembra molto utile. Attribuisce la crescita del numero di figli per donna ha un permanere di una visione tradizionale della vita. Tanto che la maggiore istruzione non cambia significativamente il numero di figli per donna. Oltre alla variazione tra etnie a favore di quella kazaka già superiore come figli per donna.

      Se è così mi viene da pensare:
      dobbiamo trovare un gruppo di italiani trazionalisti e riempirlo di privilegi e benefici per massimizzare il numero di figli finchè non saranno maggioranza e quindi il paese sarà tornato ad avere una visione tradizionale (che tra l'altro mi sembra la ricetta usata in israele: fanatismo religioso e nazionalismo misoxeno).

      Purtroppo speravo che desse qualche speranza in più, invece parla di un permanere di una visione tradizionale in cui la maternità è parte fondamentale della vita di una donna. Quindi se da noi fosse completamente sparita questa tradizione l'esempio Kazako non ci darebbe nessuna indicazione utile a ripristinarla.

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  5. Io vorrei mettere in conto anche la propaganda micidiale contro il "fare famiglia" che ha avuto ( non casualmente) la maggiore efficacia proprio nei paesi cattolici dove nominalmente "la famiglia" era " sacralizzata" ( a chiacchiere)
    Ad esempio a me ha sempre colpito quanto , a partire dagli anni '70, i governi italiani , allora a guida "cattolica" , facessero pressoché nulla per sostenere la formazione di "famiglie".
    In merito l' aneddoto divertente è che quando lavoravano entrambi in Germania mia figlia e mio genero passarono dalla convivenza al matrimonio proprio per un "sostanzioso" vantaggio fiscale della locale legislazione.

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  6. Purtroppo il fattore culturale ha forse avuto il peso maggiore rispetto a quello economico, anche se si alimentano a vicenda. Oramai è da vergognarsi se si pensa ad una famiglia monoreddito dove la donna si concentra nell'educazione dei figli, poiché sarebbe una forma di patriarcato. Stranamente però quando si vedono in giro donne vestite con una sorta di sacco nero per l'immondizia con due fori per gli occhi le femministe non si agitano come dovrebbero. Anche il fatto che un omosessuale che viva la propria omosessualità liberamente debba avere il diritto di considerare famiglia la sua unione finisce per svilire l'importanza della "famiglia tradizionale", sia culturalmente che economicamente (sussidi da ripartire tra più soggetti). D'altra parte una Sinistra concentrata su pseudo diritti si distrae su quelli veri, inclusi gli stipendi reali che diminuiscono anziché crescere, aumentando la crisi demografica. E ora? Possiamo completare l'opera dando la massima libertà agli anziani nell'eutanasia. In fondo meglio morire dignitosamente che essere carne da macello per far lucrare sempre più imprenditori senza scrupoli che gestiscono RSA nell'ottica della massimizzazione del profitto. In fondo sarebbe una politica green di riduzione C02 di origine antropica molto più efficace dell'importazioni delle auto elettriche cinesi.
    Oppure possiamo pensare a delle soluzioni per invertire la rotta, sia con incentivi e cambiamento culturale che valorizzi la maternità, sia con una gestione migliore degli immigrati. Potremmo così dare anche dignità agli anziani negli ultimi anni della loro vita, poiché avrebbero più risorse per vivere dignitosamente.
    L'aria che tira però non è bella. Stavolta gentile Onorevole non ho bisogno di una tabella che faccia vedere che la denatalità è maggiore con un governo di sinistra. Sono già confitto che quella sinistra radical chic stia facendo disastri al riguardo, anche stando all'opposizione.

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    1. I dati mostrano con grande chiarezza quando ha prevalso la componente culturale e sociologica e quando ha prevalso quella economica.

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    2. Eppure io in quella linea che crolla dal 2008 ci vedo (mi pare di aver capito assieme a qualche altro commentatore) tante energie sinistre dirottate dalla difesa dei salari alla difesa di pseudo diritti, tali da far passare per omofobo chiunque abbia avuto qualcosa da ridire sul controverso DDL Zan e per patriarcato una eroica famiglia che grazie ad una madre che si dedica a tempo pieno alla famiglia e al padre che lavora duramente, sempre di più per i salari bassi, riesce ad avere tre figli. Gli eroi di un tempo diventano dei modelli talmente obsoleti da sconfinare nel reato. Del resto anche nel Nord Europa, dove la ideologia woke ha attecchito quanto e più di noi, non mi pare che la situazione sia rosea, nonostante l'economia abbia meno problemi.

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    3. Aspe' …, questa sequenza la voglio concludere io stavolta, rigorosamente secondo l'ultimo grano del rosario.

      Maaah, l'economia non è una Scienzia.

      Infatti, la scienzia dei “suoi” dati oggi Fubini l'ha portata da Parenzo, e come attrattore nascosto ha ipotizzato l'aumento di omosessualità.
      Questa sì che è gggente seria!
      I “suoi” dati insieme a quelli di suo nonno, naturalmente.

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  7. Buon giorno Bagnai, Borghi ha detto che a volte si perde per i sindaci perché non sa per quale motivo a volte la gente vota sx al posto di cdx anche se poi ci si lamenta del sindaco di sx... Io forse ho identificato un motivo... La sx è spesso identificata con il verde il green, tutti vorremo una città più verde e bella, soprattutto dopo anni di propaganda... Chi di noi non vorrebbe vivere in un quartiere alberato e fresco... Poi si sa spesso è tutta campagna elettorale e basta quella della sx... Però.. inoltre la sx con il suo potere di contatti e reti da un' idea di maggiori iniziative culturali e di bello per il centro... Ecco dovremmo puntare anche su questo, e inserire in campagna elettorale questi due elementi perché a livello locale possono dare una spinta, non solo telecamere e sicurezza, sacrosante..
    A livello nazionale serve sognare e dare voglia di cambiare, la novità... Fare i bravi amministratori purtroppo non viene percepito o meglio l elettore si dimentica

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    1. ***La sx è spesso identificata con il verde ***
      Però poi ,nella realtà, la città amministrata "da sinistra" diventa sempre più "nera" , no ?😀
      Ora io capisco il voto della Grande Borghesia che abita la "vetrina" sempre linda e controllata , ma il voto "a sinistra" del ceto medio che abita quartieri ne "lindi" ne "controllati" ( se non peggio) non lo capisco; chissà deve essere una forma di assuefazione ( al peggio).

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    2. Il divario tra realtà e propaganda c'è... Però è innegabile che la sx rappresenti anche solo inconsciamente il green

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  8. Dà quasi un senso di vertigine riflettere a fondo su questo vasto e frastagliato argomento, le variabili sono davvero tante, e spesso contraddittorie, e quella economica non è di certo la meno rilevante. Ma Homo socialis, oltre ad homo economicus.

    Forse sbaglio io, non essendo un econometrista e invece anche un informatico, ma confrontando i due grafici del calo del PIL nell'intervallo 2008-2021 e del calo delle nascite nello stesso periodo, osservo quest'ultimo in progressione negativa molto più pronunciata. Medesima osservazione che avrà portato AR ad eseguire calcoli (esatti?) più dettagliati?

    "Comunque mi fa piacere che si parli di questo argomento, almeno così quando si avrà a noia il rapporto economia-fertilità (che sposta solo 0,2-0,5 figli per donna) si potranno indagare le altre cause (quelle che pesano per 1-2 o più figli per donna)." [AR]


    E'anche però stato ribadito quanto segue:

    "Qui nessuno nega che anche altri fattori sociologici influenzino e soprattutto abbiano influenzato il tasso di fertilità: ma bisogna essere ben imbecilli per negare che un ben preciso fattore economico lo abbia influenzato a partire dal 2012! Questo fattore (la depressione più prolungata dell'intera storia italiana):" [Alberto Bagnai].


    Ed infatti è innegabile. Nessuno ha diritto ai propri dati. Innegabile anche come le variabili socio-antropologiche, gestite da un'attenta ingegneria sociale funzionale agli obiettivi delle grandi economie occidentali, abbiano avuto da decenni un peso enorme e dei risultati (ahimè) stupefacenti.

    >> Abstract: https://www.youtube.com/watch?v=bX3EZCVj2XA&t=8s
    In effetti, qualcuno ha sviluppato il 4-step model, ma altri in occidente pare lo abbiano applicato a sé stessi.
    1 - Demoralization (30years, 1 generation)
    2 - Destabilization (2-3years)
    3 - Crisis (6weeks)
    4 - Normalization.

    (1/3)

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  9. iamo giunti ad un modelo economico che vede le "risorse umane" come un prodotto a basso costo ed a scadenza riproduttiva che, una volta esaurito per estinzione, va sostituito con altre "risorse umane" a basso costo provenienti da altre finis terrae, non la Coruña ma Lampedusa?
    Se condieriamo la visione normale di breve periodo del capitalismo occidentale (che nel lungo periodo genera crisi/guerre quando gli Stati ormai privati di Istituzioni sovrane e di statisti non riescono a metterci le pezze) e la sua totale indifferenza sugli aspetti socio-antropologici delle loro agende (non è compito suo ma degli Stati), l'ipotesi distopica dei "popoli a scadenza" appare non solo realistica ma attuale.

    Facciamo una simulazione di lungo periodo.
    Ammettendo che sostituire gli autoctoni "scaduti" importando manodopera a basso costo sia una soluzione nel breve periodo, si hanno nel medio-lungo periodo una lista di conseguenze per i locals:

    - deflazione salariale. Il motivo base per il quale li si fa entrare;
    - i nuovi arrivati, a differenza di noi a cui hanno imposto decenni di autorazzismo e ideologia WOKE, sono fortemente legati alle loro culture ed alle loro religioni. E non hanno interesse ad integrarsi;
    - in conseguenza del loro substrato culturale, essi conservano la propensione valoriale a fare figli. Giusto o sbagliato(?) che sia nella loro cultura una donna è anzitutto madre. Una loro donna si considera già emancipata e non si sogna di scimmiottare gli uomini finanche pilotando (male) caccia-intercettori; di contro, un uomo conserva il ruolo della difesa della famiglia e della comunità e della Nazione;
    - perdita progressiva del patrimonio culturale (artistico e... musicale!). Basta già questo per immaginare cosa comporta per un Paese faro come l'Italia, e di conseguenza per l'occidente, che la cultura occidentale l'ha inventata;
    - una popolazione immigrata che non si vuole integrare, che spesso disprezza la cultura locale e viene quindi ancor più ghettizzata dagli autoctoni, aumenta la propria propensione antagonista che finisce per sfociare in rabbia ed opposizione alle norme del Paese ospitante. Quindi criminalità ed insicurezza per gli autoctoni. Opposizione che inevitabilmente scompare quando gli immigrati diventano maggioranza, tanto che finanche la sinistra UK di Starmer sta correndo ai ripari, nel totale mutismo selettivo del PD di Capalbio.

    C'è qui un bivio, gli immigrati hanno due possibilità:

    - studiare, salire la scala sociale e pretendere migliori condizioni di vita, allentare il legame culturale ed emanciparsi ed integrarsi, smettere anche loro di procreare, ed infine a scadenza venir sostituiti.
    - restare nella condizione di proletariato riproduttivo sottopagato, non rendendo necessaria la sostituzione a scadenza della risorsa.

    Qual è delle due la pianificazione, se c'è, che è stata immaginata per loro?

    (2/3)

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  10. Come detto, di queste conseguenze di lungo periodo il Capitale vede il solo il breve periodo del bilancio trimestrale, e basta.
    Il grande non avrà problemi. La classe media, fummo noi agli Hamptons, con questioni di "defendable position", si.


    Cosa invece sta accadendo a noi autoctoni?

    Incertezza sul futuro economico, perdita delle fondamenta etico-culturali alla base di ogni nazione e diffusa percezione di insicurezza.
    Serve che iniziamo ad interrogarci su cosa porta oggi una donna obbligatoriamente a possedere un cane ed a spingere un passeggino con dentro due barboncini ed a chiamarli "amore di mamma".
    Serve che iniziamo ad interrogarci su cosa porta oggi un uomo ad avere una posizione defilata in un rapporto di coppia ed in famiglia, fino a non esser più nemmeno capace di difenderla... e quindi in macro nemmeno immaginarsi più a difendere la propia Nazione.
    Serve andare a rileggere l'enciclica "Caritas in Veritate" di Papa Benedetto XVI sulla rivoluzione sessuale e nichilista del 1968.
    Serve riconquistare un orizzonte etico-morale. La nomina di Leone XIV dopo Benedetto XVI sembrerebbe dimostrare che qualcuno il problema lo ha individuato (cit. E. Gotti Tedeschi)
    Dove è finito il nostro substrato culturale e religioso, che siamo stati nelle scuole e nei media educati a disprezzare e dal quale ci siamo distaccati, sostituendolo con la tecnica e la scienza? Dov'è la nostra spiritualità?

    "Essendosi privati della spiritualità, non avendo più punti di riferimento, a quel punto solo la scienza 't pò salvà. Loro hanno eletto a loro dogma la scienza..."(cit. FV) , ovvero il progressismo estremo.

    Quel progressismo relativista che ha condotto a perdere le radici ed i pilastri della nostra società. Di qualsiasi società umana da quando ha abbandonato le caverne. Incluso l'istintivo, naturale pilastro della procreazione e della difesa. Sostituito con dei cani o costosi gadget tecnologici.
    La mia battuta ricorrente su X in argomento: senza un cambiamento etico-morale, se vi aumentano di 1000 € lo stipendio il risultatò sarà solo l'aumento dei voli Ryanair.

    In un così fatto contesto sociale nichilista, in un universo urbano invivibile e pericoloso, di lavoratori che escono di casa alle 7:00 e rientrano alle 20:00 (*), quale può essere la propensione dei giovani ad avere una visione di lungo periodo serena e positiva tale da portarli a proiettarsi nel futuro sotto forma di progenie?
    (*) La mia ex medico non la vedevo mai, e quando la vedevo era sempre incazzata...

    Nel '43 nonostante piovessero bombe c'erano delle basi socio-culturali che consentivano di avere una proiezione futura positiva.
    Forse i danni dei successivi 50 anni di guerra culturale, e poi di 25 anni di guerra economica hanno fiaccato gli animi più delle bombe.

    Sembra forse la nuova strategia di lunghissimo periodo per la conquista di territori attraverso il rammollimento, la diluizione culturale prima e la sostituzione poi.

    Illuminante... postato anni fa, ripostato oggi.
    (FULL: https://www.youtube.com/watch?v=yErKTVdETpw&t=404s )

    (3/3)

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  11. Anche altri ricercatori (per i vari paesi che aderiscono all'OECD) hanno trovato come lei che l'indice di correlazione si inverte, da negativo diventa positivo e ne hanno indagato il perchè. Mi riferisco alle prime due spezzate, la terza la conosciamo.

    https://www.ssoar.info/ssoar/bitstream/handle/document/41834/ssoar-2011-engelhardt-On_the_changing_correlation_between.pdf?sequence=1&isAllowed=y&lnkname=ssoar-2011-engelhardt-On_the_changing_correlation_between.pdf

    Glielo segnalo perchè tematica aderente all'articolo del blog, ma ho letto solo l'abstract.

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    1. L'articolo dice la fase di correlazione positiva tra partecipazione e natalità è dovuta anche alla diffusione del lavoro part time, non ci avevo pensato, ma ha senso.

      [Quote]The graphical presentation of the results clearly suggest, that the change in correlation between fertility and female employment is determined by increasing part
      time work and educational attainment of females, the increasing age at birth (in
      particular age at 1st birth), and the increasing share of children in pre-primary education. These changes may be accompanied by a change in attitudes towards gender-specific division of work in the household, which theoretically explain the negative relation between fertility and female employment on the micro level, the positive relation on the macro-level, as well as the change in the correlation. Political measures such as direct monetary transfers to families with children, does not seem to have contributed to the reversal of the relation between TFR and FLP[/quote]

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  12. Non solo quando tu non hai un futuro davanti, ma anche quando non sai che futuro avranno davanti i tuoi figli e quindi, nel dubbio, dividi il tuo patrimonio tra meno eredi con l'illusione di far evitare loro le scelte che tu hai, controvoglia, dovuto prendere.

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  13. scusate , non sarebbe meglio chiamarlo indice di natalità ? perchè avendoci avuto a che fare , i dottori in genere come indice di fertilità intendono la capacità di ingravidare o di essere ingravidate , questo indice ,tra l'altro , si è abbassato di molto ma è legato a fattori fisiologici che con l'economia sono bene poco relazionati se non per prodotti industriali e stili di vita , negli uomini è calato di molto e nelle donne pura , a detta di un dottore del settore praticamente in italia in pochi anni ( era il 2010 ) si erano persi circa 10 anni di fertilità nella vita delle persone che è qualcosa di mostruoso . Invece la natalità sicuramente è data dalle condizioni sia reali che percepite , in genere vedo parecchie 'italiche pance ' fuori dai confini e questo la dice lunga.

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  14. Caro Bagnai in merito alla cloaca, permettimi questo acronimo/calembour che dovrebbe fare il paio col tuo in inglese;
    Semicolti Tromboni Rimbombanti Ognidove Naturalmente Zoo Inclusi

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  15. Ciao Bagnai, siccome si sta discutendo di decreto sicurezza... Mettiamo proposta uno limite di ore di navigazione per personale tipo camionisti, così devono avere due persone e il costo aumenta... Ovviamente valutare se non stride con strategia del porto più lontano.. poi obbligare ad avere a bordo figure qualificate perché si fanno salvataggio... E ancora costi... E poi magari se si riesce prevedere che vadano direttamente in Albania perché stato membro...
    We can

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  16. Dall’austerità espansiva all’austerità fertile.
    Eliminando quei gameti parassitari ed improduttivi che vivono al di sopra dei propri mezzi si ottiene una popolazione più forte, resiliente e fertile.
    Ovviamente occorre smettere di lamentarsi guardando il dito e contemplare invece con ottimismo, fiducia e riconoscenza la luna dell’avvenir.

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  17. La mia ipotesi è che la propensione a far figli in una certa società in un dato momento storico è proporzionale sia a quanto uno teme di poter perdere in futuro sia alle prospettive di quel che uno ritiene di potere invece acquisire in più grazie all'ascensore sociale. Per questo l'occidente (e in particolare l'Italia) non fa più figli anche se sta decisamente ancora meglio di altri paesi ed è sempre per questo che, anche in occidente, a fare i figli sono (e saranno) sempre di più gli immigrati. Se davvero le cose stanno in questi termini, le politiche a favore della famiglia possono (tipo bonus figli) se vengono agganciate a ISEE o reddito possono fare poco, nel senso che in ogni caso aumenteranno la fertilità degli immigrati sempre di più che degli autoctoni. Da qualunque parte la si giri, la soluzione ottimale è davvero alzare tutti i salari (non prevedere solo un salario minimo, ma agganciandoli al costo della vita) e fare in modo di dare slancio alla domanda interna nel suo complesso. Altrimenti finiamo solo per rallentare il declino, con un esito finale scontato (e nefasto).

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    Risposte
    1. In effetti si devono defiscalizzare le famiglie di chi lavora secondo le leggi e non dare "bonus" a chi non lavora o lavora in nero.
      Ma che ce lo diciamo a fare ? Se le cose si fanno male è appunto perché "qualcuno" vuole quel "male".

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  18. "We now know that early prenatal and postnatal
    environmental influences, including maternal behavior,
    can lead to persistent chromatin modifications in the
    form of direct methylation of the genes that encode hormones, growth factors, and receptors that are important
    for learning, memory, and emotional states. Moreover,
    females that experienced maltreatment during infancy
    later produce offspring that inherit this DNA methylation for at least one generation. Thus, not only our own
    experience, but that of our mothers, can have a direct
    and lasting influence on our genetic landscape." (Principles of Neural Science, Kandel et al., 2013)

    A sentire la scienza, continuando a impoverire gli autoctoni e importando alloctoni, seppure mitigassimo il problema delle nascite, potremmo comunque andare incontro a due problemi di impatto sociale:

    1. madri autoctone sempre più depresse potrebbero generare figli problematici e socialmente meno utili;

    2. anche madri alloctone appartenenti a culture repressive o violente, soprattutto verso le donne, potrebbero generare figli problematici e socialmente meno utili.

    La scelta di politiche di crescita economica e di estensione del welfare per i nativi e di contenimento dell'immigrazione indiscriminata sembrerebbe la più saggia alla luce della parola della scienza che chi altre scelte farebbe ci invita spesso a seguire senza esitazioni.

    (Si scherza, eh...)

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  19. Ho l'impressione che anche lo spin sul femminicidio (che di recente ha raggiunto una intensità mediatica particolarmente intensa) sia spinto da dinamiche analoghe. Se si guardano le statistiche gli omicidi commessi su vittime femminili sono in leggero aumento (nella percentuale sul totale, mentre il totale degli omicidi volontari è in calo) ma non in misura tale da giustificare una simile allarme sociale [https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2025-02/elaborato_omicidi_volontari_2015-2024.pdf]

    E dunque, a voler pensar male, lo spin serve a generare una percezione tale da aumentare l'ostilità reciproca tra i sessi: più ostilità c'è e meno famiglie vi saranno tra gli autoctoni (certe dinamiche non influenzano altre culture). Meno famiglie di autoctoni, significa meno figli. Meno figli autoctoni significa più esercito industriale di riserva, dunque pertetuazione dei salari compressi e deriva verso una società di lavoratori poveri.

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  20. Interessante sarebbe anche capire la catena di mediazione che collega il dato economico alla scelta procreativa. In particolare se pesino di più comprensibili scelte individuali di fronte all’incertezza sul futuro oppure direttamente gli investimenti pubblici a supporto dell’infanzia (asili nido, etc.). Le regioni autonome del nord, ad esempio, vedono una migliore dinamica di popolazione almeno per quanto riguarda le zone montane rispetto alle regioni confinanti, e nel contempo investono di più nel supporto all’infanzia: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/jors.12613

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