sabato 15 febbraio 2025

QED 106: l’Unione Europea! (sipario)

Benedetti figliuoli! Qui non si riesce più a respirare! Me ne tornavo tutto tranquillo dall’incontro con la community abruzzese (incontro molto piacevole, da replicare spesso: Massimo ha proposto una cadenza bimestrale…) e mi trovo sul groppone due interviste (una con La Stampa e l’altra con Il Tempo) ma soprattutto un altro gigantesco QED (ormai si susseguono a cadenza quasi oraria)!

Vi ricordate di quando vi ho spiegato che una persona normale non avrebbe dovuto preoccuparsi dei dazi di Trump?

Questo terrore potevamo tranquillamente lasciarlo ai piddini, perché le alternative ai dazi come strumento di riequilibrio di uno squilibrio commerciale erano molto più devastanti. I dazi sono selettivi, mentre la svalutazione del cambio, o la svalutazione interna (agli Stati Uniti) no, e avrebbero effetti ben peggiori, nel senso di quantitativamente e qualitativamente più rilevanti, su di noi. Ve lo scrissi qui meno di un mese fa.

Oggi qualcuno ha rilanciato questo, che in realtà è di due giorni fa (ma io avevo le audizioni della mia commissione e me l’ero perso):


L’ottimo Liturri ci regala questo ritaglio del tanto pregiato quanto scontato articolo (non mi riferisco ai disperati tentativi del Financial Times di acquisire abbonati concedendogli sconti generosi, quanto alla sua connaturata incapacità di dire qualcosa che possa stupire un lettore di Goofynomics):


Stranamente, pare che i dazi, cioè (come dicono gli imbecilli che parlano di deportazioni) le tariffe (acqua luce gas?), saranno applicate in modo selettivo, paese per paese. Chi non avesse ancora capito perché può rivolgersi alla nostra economista di riferimento, la dottoressa Grazia Arcazzo, che è comunque doveroso seguire: in questo periodo di trionfo dell’ovvio, chi meglio di una ovvinionista può aiutarci a non perdere la bussola?

Claudio, che ha una capacità di lavoro superiore alla mia, e quindi non si era perso questo passaggio, già ieri giubilava:


Io, per dirla tutta, e non per fare pregiudizialmente il bastian contrario, non sono così sicuro che questa mossa di Trump sia così risolutiva, ma certamente, se non la fine, è almeno l’inizio della fine del progetto assurdo nel quale ci troviamo invischiati.

In un mondo razionale la fine si avrebbe in effetti nel caso opposto, cioè se gli stessi dazi venissero applicati indiscriminatamente a tutti gli Stati membri, indipendentemente dalla loro posizione commerciale nei riguardi degli Stati Uniti. In altri termini, se tutti venissero puniti per colpa dell’arroganza tedesca che ha portato la Germania a ingaggiare una svalutazione competitiva nei riguardi degli USA, allora qualcuno potrebbe chiedersi quali siano i benefici di restare legati da un progetto politico a un paese che ha queste ricorrenti pulsioni suicide, e potrebbe decidere di sciogliersi da quello che Bertinotti avrebbe definito “un abbraccio mortale” (almeno nell’imitazione che mi faceva Corrado Guzzanti). Viceversa, se il colpevole, com’è astrattamente giusto, verrà colpito più di chi non c’entra nulla, e quindi se i dazi verranno applicati principalmente alla Germania, che è il paese con il maggior surplus, potrebbe succedere una cosa diversa: che i Paesi meno arroganti non percepiscano subito il rischio di restare legati alla Germania, mentre quest’ultima, in piena consonanza con il suo stato di animale ferito, potrebbe avere reazioni inconsulte.

Tuttavia, questo ragionamento, seppure sostenuto da alcuni precedenti storici, è forse eccessivamente razionale. La politica è fatta anche di simboli, e il fatto che si decida di trattare in modo bilaterale con i Paesi membri di un progetto politico che ritiene di essere la più avanzata e performante realizzazione del multilateralismo, oppure, se volete, a livello più tecnico, il fatto che si decida di smantellare quella che nasce come una unione doganale definendo dazi diversificati per ognuno dei suoi membri, ha una carica simbolica fortissima.

Godiamoci quindi questo momento, con le sue ambiguità, e consapevoli del rischio che potrebbe essere fugace. Sento già i piddini far festa per il risultato delle elezioni di midterm (le elezioni che gli imbecilli che parlano di deportazioni e tariffe chiamano elezioni “di medio termine”, anziché di metà mandato)! Questo rischio però secondo me è basso. Esattamente come gli imbecilli che si sono stracciati le vesti per settimane ululando sui disastri che il nuovo codice della strada avrebbe prodotto hanno in realtà contribuito al suo successo, perché il loro terrorismo ha indotto tutti a una prudenza che la semplice lettura della norma non sarebbe riuscita a suggerire, la feccia prezzolata globalista che ci ha tritato le gonadi per anni con le magnifiche sorti e progressive di un mondo costruito esclusivamente per mettere i nostri lavoratori in concorrenza col lavoro a basso costo dei paesi emergenti si è spinta talmente in là che il popolo la ha in odio, non la sopporta, la schifa, la rifugge, sarebbe disposto anche a farsi del male pur di farle del male, ed è quindi tanto più disposto a farsi del bene, riappropriandosi del proprio destino, ovviamente sempre per farle del male, per liberarsi di lei. Se anche gli Stati Uniti fra due anni fossero meno di destra, il mondo sta andando a destra. La nostra personale Guerra dei trent’anni è lungi dall’essere terminata, ma l’impero è decisamente in affanno.

E siccome la cosa non mi toglie il sonno, ma anzi me lo restituisce, restituendomi anche un sorriso, con un sorriso vi auguro la buona notte! Ci sarà ancora molto da fare, ma sarà meno faticoso se, come oggi sembra, riusciremo a vedere la direzione nella quale ci stiamo muovendo e gli obiettivi che intendiamo conseguire.

25 commenti:

  1. Con un sorriso, grazie Onorevole. Buona notte.

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  2. Una domanda un po' estemporanea perché non è ripresa in questo post ma vi è direttamente collegata: dopo il tana liberi tutti dato da Macron qualche giorno fa, perché il governo e parte della maggioranza si ostinano a voler perseguire queste "nuove" regole di bilancio? Di che hanno paura?!

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    1. Forse della responsabilità politica di un crollo, che tutti avvertono come possibile e che, come tutti i crolli, di macerie ne lascerà e qualcuno potrebbe rimanerci sotto. Non dico che sia giusto o opportuno averne (io sarei per allontanarmi dalla zona del crollo), dico che la leggo così, almeno da parte dei più furbi (ma non avveduti, probabilmente). Torniamo alla difficoltà di riposizionamento che cita più sotto il padrone di casa. Poi ci sono gli inconsapevoli.

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    2. La vedo in prospettiva un mero posizionamento da "ibravi" al posto de "icattivi" che profittano del momento di difficoltà dei "cugini" d'oltralpe per ricavarne margini di manovra.

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  3. un pò di speranza fa bene soprattutto perché #combattere con più forza 💪🏻

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  4. Che il Pantheon Universale stramaledica l'accozzaglia di furbacchioni che si sono ingozzati alle nostre spalle, nel nome de Leuropa. Che riporti nelle foreste di provenienza i Dombrovsky e le Metzola, stirpe di pescatori di merluzzi baltici e cacciatori di renne. E che il discorso di Vance, provochi gastriti solenni a tutti buffoni che non hanno capito un tubo di cosa stesse avvenendo sotto i loro occhi.
    Amen

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  5. Sono felice che finalmente si riesca almeno ad intravedere la fine del prologo, anche se la vicenda ci riserverà ancora molte "emozioni".
    Sperando sempre di non far la fine del povero Paul Bäumer.

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  6. Possiamo già definirli idaZZZi(™️) brutti e kattivih di Trump?

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  7. Prevedibilmente, la Germania chiederà una rappresaglia. Il governo italiano che farà?

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    1. Sinceramente non ne ho idea. Noi sappiamo da che parte stare, anche perché è piuttosto semplice: da quella da cui siamo sempre stati. Altri dovranno riposizionarsi e questo esercizio non è mai semplice.

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    2. Scusi, professore: ma se ciò fosse vero, e cioè che malgrado il nostro (€europeo) isolamento internazionale ci sarebbero rappresaglie, non cozzerebbe con quello che ha detto il professor Galli al goofycompleanno? Vale a dire che la Germania è priva di sovranità politica, a differenza di Italia e Spagna?

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    3. Ale Isro, esci da questo corpo! ✝️ Sai che non capisco proprio che cosa vuoi dire? Forse dovremmo partire da una definizione condivisa di sovranità. A me pare che qui il concetto più rilevante non sia quello di sovranità ma quello di strategia.

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    4. Mi scusi, specifico meglio: sovranità/volontà politica/proiezione di potenza.

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    5. Domanda superata dalla cronaca.
      A questo punto, la domanda deve essere rimodulata.
      Se noi non capiamo astrateggia poco male - a parte per i suffragi da voi ricevuti, mais passons. Se non la capisce l'amministrazione statunitense, non c'è un problema?

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  8. ***i Paesi meno arroganti non percepiscano subito il rischio di restare legati alla Germania,***
    Ed infatti "le crisi collettive" ( e che cosa sono l'€urocovid , la ,€uroguerra alla russia e la €uroguerra a Trump ?) sono il brodo di cottura delle €urorane secondo il "metodo monti" che vale sempre la pena di ricordare

    "Non dobbiamo sorprenderci che l'Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell'Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c'è una crisi in atto, visibile, conclamata.

    Mario Monti "

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  9. Dall’Abruzzo Ulteriore Secondo - immota manet - concordo con quanto tra parentesi al primo capoverso. Hic manebimus optime.

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    1. Oggettivamente IMMOTA MANET è più incusivo di Teate Regia Metropolis utriusque Aprutinae Provinciae Princeps.

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    2. Albe’, p’ la Majel…pure quess…

      Resta salda - non immobile - che è la qualità attribuibile alla quercia. Immobile è anche un sasso, o una a piacere delle 4 montagne nostre. O una Tesla senza batteria quando fa troppo freddo per ricaricarla.

      A presto.

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  10. Qui peraltro abbiamo, ormai conclamato, un problema di sovranità interna oltre che esterna, per quel che concerne la politica estera. Mi riferisco al recente tentativo di Mattarella di rendere più difficile all'Italia partecipare (da stato sovrano, dunque senza accodarsi al solito Macron) al tentativo americano di cercare la pace con i Russi, facendo singolari parallelismi tra attacco russo all'Ucraina e espansionismo nazista. Qui abbiamo una chiara interferenza nella politica estera di un organo che non ha alcun potere di questo genere. L'intervento del PDR non mi stupisce, ovviamente, e neppure le reazioni "indignate" di alcune forze politiche (per cui evidentemente se dai pubblicamente del nazista a uno stato, questo dovrebbe ringraziare e star zitto). Invece la posizione del presidente del consiglio un po' mi ha stupito, giacché, di fronte ad un evidente sgambetto istituzionale, finisce per legittimare pubblicamente la funzione di indirizzo politico del PDR. Meloni ha sin dall'inizio mostrato una evidente tendenza "depretisiana" su ogni tema che coinvolge l'UE, che però non so quanto paghi a livello internazionale, vale a dire in uno scenario in cui non puoi depistare le diplomazie così facilmente come fai con gli elettori. Diciamo che il vantaggio è che per Trump (e Vance) sarà più facile capire davvero chi è chi, in ciascuno stato UE.

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    1. Monitore II parla/tace sempre per fredde ragioni, e soprattutto quando fa una sparata .
      E nella fattispecie mi pare evidente la volontà di inchiavardare la politica estera di un governo sospettato ( non so quanto a ragione ) di inaffidabilità "alla linea" .
      Ma daltronde nei "giri di waltzer" abbiamo una tradizione e siamo sempre quelli de l' ottosettembre , no ?😀

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  11. Stiamo vivendo un periodo in cui la Storia avanza a grandi passi, e la direzione che prenderà non credo possa essere chiara a nessuno, al momento.

    Fino ad ora non si è capito molto di quello che voglia fare Trump in Ucraina, ma non è da escludere che, se gli americani tengono realmente fuori i Paesi europei dalla definizione della pace e impostano una politica bilaterale di relazioni commerciali per trarne il massimo profitto in modo opportunistico e volatile, ciò possa rapidamente rafforzare, nell’elettorato degli Stati europei, una percezione evidente di interesse comune, economico e militare.

    A quel punto, è possibile che i partiti europeisti tentino di rientrare in gioco con un messaggio del tipo: “La Russia ci è nemica, l’America ci abbandona, da soli non contiamo niente, quindi è meglio unirci, la vedete l'alternativa?”, e che questo possa attecchire molto rapidamente sugli elettori non è un'ipotesi da scartare.

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  12. «Stranamente, pare che i dazi [omissis] saranno applicate in modo selettivo, paese per paese. »

    Per rinfrescarmi la memoria ho fatto una ricerca su google, purtroppo senza esito positivo, ma mi par di ricordare che gli appelli a reagire uniti, come €U - pardon, mi vien da ridere - , contro i dazi di Trump si siano sprecati a livello europeo.

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