lunedì 3 febbraio 2025

Un altro regalo alla destra: il PD, il populismo, e l’art. 68






Questo blog è stato aperto il 16 novembre del 2011, data del giuramento di Monti, per rivendicare la necessità che decisioni intrinsecamente politiche, come quelle riguardanti la distribuzione del reddito, non venissero devolute a governi tecnici, tanto più quando questi erano scarsamente a loro agio con la tecnica cui dichiaravano di ispirarsi, il che rendeva chiaramente leggibile, per chi avesse avuto un minimo di strumenti e di volontà di farlo, come questa tecnica altro non fosse che la continuazione della politica, con altri mezzi e al di fuori del meccanismo di pesi e contrappesi che caratterizza le moderne democrazie, almeno in teoria…

Nel corso di questi lunghi anni abbiamo investigato i meccanismi eversivi che consentivano di obliterare la volontà politica democraticamente espressa dal voto popolare. Questo ci ha portato ad approfondire la teoria del “vincolo esterno”, cioè, in sintesi, della devoluzione di decisioni cruciali a organismi posti “al riparo del processo elettorale” (espressione cara, appunto, a Monti, che apertamente rivendicava l’opportunità di evitare che gli elettori potessero occuparsi dei propri interessi!) in nome di una governance sovranazionale basata su regole. Insomma, il famigerato “ce lo chiede l’Europa!”, cui intitolai il mio primo video di un certo successo, tirato giù a suo tempo dai fascisti di YouTube (ma di questo parliamo dopo).

Ci è sempre stato evidente il legame organico fra le due forme di antipolitica: quella sanculotta e quella in grisaglia. L’antipolitica del “se sò magnati tutto” andava e va a braccetto con l’antipolitica del “rigore“ e delle “regole”. A ben vedere la prima ad altro non serviva che a creare consenso popolare per la seconda, o anche semplicemente a renderla plausibile, accettabile, da parte dell’opinione pubblica. Il successo strategico più decisivo da parte dei grandi poteri economici è stato indubbiamente quello di convincere gli elettori che il gioco politico fosse un gioco competitivo fra loro e gli eletti, un gioco il cui scopo fosse appunto quello di sconfiggere gli eletti, di ridurli all’impotenza, come se esistesse un quantum incomprimibile di potere che poteva essere esercitato o dagli eletti o dagli elettori, e che, se tolto agli eletti, sarebbe magicamente tornato in mano agli elettori, magari in virtù del mitologico voto online con cui ognuno avrebbe potuto, dal proprio divano, approvare o respingere, poniamo, gli emendamenti alla legge di bilancio!

Se siete qui è perché siete abbastanza evoluti da capire che è molto difficile essere più incisivi depotenziando chi porta la vostra voce nelle sedi istituzionali. Chi non l’ha capito subito, l’ha capito, magari al contrario, nel Rincoglionitico, quell’era geologica in cui abbiamo visto cose che noi umani non potevamo credere. Se siete qui non vi siete stupiti quando gli utili idioti del PD, cioè gli ortotteri, sono confluiti nel PD, come vi avevo anticipato tanti anni fa. Se siete qui, ci siete anche perché avete intuito il ruolo delle magistrature nel preservare e nell’imporre un certo indirizzo politico, ma soprattutto, preliminarmente, nel creare e alimentare quel clima antipolitico che, comprimendo il legislativo e l’esecutivo, lasciava corso all’azione incontrastata e incontrastabile del potere giudiziario (che non si manifesta solo nella magistratura ordinaria, ma anche in quella amministrativa e in quella contabile).

Come ho avuto più volte modo di evidenziare, in Italia non c’è un problema di separazione fra i poteri: c’è un gigantesco problema di squilibrio fra i poteri, causato dalla reazione emotiva delle classi politiche allo shock di Mani pulite. In fondo a questo squilibrio, costruito e giustificato seminando discredito sul potere legislativo, non c’è un mondo migliore: c’è solo un mondo in cui l’ordine giudiziario sarà screditato, esattamente come in fondo allo scientismo con cui è stata impostata la gestione della pandemia non ci ritroviamo con un mondo più sano, ma con un mondo in cui la professione scientifica è stata screditata. Per carità! Napoleone diceva di non interrompere mai un nemico mentre sta facendo un errore ed è sufficientemente evidente in questi giorni che l’ansia di fare politica sta indebolendo politicamente la magistratura. Io però continuo a essere un sentimentale, o, se volete, un istituzionale, e preferirei evitare questo gioco al massacro, che è decisamente un gioco a somma negativa.

Tanto per collegarci al tema del post precedente: in una fase in cui le conseguenze negative dell’immigrazionismo emergono con risalto quotidiano, episodi come quello dei magistrati che annullano il trasferimento di clandestini rinviando alla CGUE espongono la magistratura ad essere considerata una passiva cinghia di trasmissione del vincolo esterno. Più in generale, la riforma della giustizia che tutti auspicano, per un verso o per un altro, perché nessuno è disposto a dire che non sia necessaria, che tutto vada bene così, e che comunque i nostri elettori ci chiedono, in tutta evidenza non potrà essere mai portata a termine finché il potere legislativo sarà sotto ricattto del potere giudiziario. “Io separo le carriere!” “E io ti metto sotto inchiesta, così ti impari anche a togliermi il volo di Stato!”… Non so se sia andata proprio così, ma basta il fatto che sembri così per far sorgere il dubbio che qualcosa non stia funzionando come dovrebbe.

Insomma, per farla breve: ripristinare un minimo di equilibrio fra poteri, a mio avviso, farebbe molto comodo alla magistratura, anche se priverebbe i suoi attuali azionisti politici di un’importante leva per imporre il proprio indirizzo. 

E visto che qui non siamo “artigiani del copia incolla”, ma cerchiamo di proporre una visione anticipatrice (e comunque originale), vi dirò come penso che andrà a finire questa storia: esattamente come quella dei tribunali della verità di cui vi parlai nel lontano 2017, pronosticando che sarebbero stati un regalo alle destre di tutta Europa. Le sinistre (aggettivo) non capirono, e oggi che la situazione, come era facile prevedere, si è ribaltata, piagnucolano sull’egemonia delle tecnodestre (?), quando invece avrebbero potuto fare proprio un discorso di difesa della libertà di espressione (a me l’antifascismo è stato insegnato così: come reazione alla pretesa del fascismo di imporre un discorso unico), costruendo a difesa di questa libertà dei presidi di cui ora potrebbero giovarsi, o almeno non smantellando quelli che c’erano, con un gesto di hybris per me incomprensibile!

Prevedo quindi che oggi le sinistre (aggettivo) per difendere lo stupro della Costituzione del 1948 calceranno la palla in tribuna con appelli demagogici al sentimento popolare (?), come quello che vi ho riportato qua sopra, ma siccome il mondo va a destra, e siccome una magistratura visibilmente schierata a sinistra aiuta, non ostacola, questo processo inevitabile dopo anni di globalizzazione e austerità, ancora una volta, alla fine, lasciando qualche vittima sul terreno, ci troveremo paradossalmente a beneficiare noi di uno squilibrio che avremmo preferito non ci fosse. Bisogna essere molto ottimisti o molto stupidi per desiderare un mondo più ingiusto, più squilibrato, in un periodo in cui si è destinati a perdere terreno.

La lotta contro i tribunali della verità l’abbiamo persa, e abbiamo lasciato sul terreno persone come Claudio Messora, che si sono comunque rialzate e hanno continuato a combattere (ma il video cui tenevo più di tutti gli altri non c’è più), fino a quando Trump non ha suonato la fine della ricreazione… Perderemo anche la battaglia per un sano equilibrio fra i poteri, ma, alla fine, dello squilibrio beneficeremo prima indirettamente (come crescita del consenso) e poi direttamente (come azionisti di maggioranza) noi. Questo ci permetterà di arrivare nel posto giusto percorrendo la strada sbagliata, ma, come si sa, una rivoluzione non è un pranzo di gala, e non è neanche un seminario accademico.

Intanto, sono lieto di aver consentito alla fondazione Einaudi di trovare una sala stampa in cui esporre la sua proposta:


Spero che apprezziate il fatto che quando si tratta di temi importanti invece di fare il rituale display di purezza e durezza à la Rizzo, Trombetta, ecc., lascio da parte quello che so e mi concentro su quello che voglio, e che, se un po’ vi conosco, io che vi ho raccolto qui e qui ho contribuito a darvi un’identità, volete anche voi: un po’ più democrazia, la possibilità di incidere un po’ di più sul vostro destino.

Vediamo come andrà.

Io, come al solito, ho fatto del mio meglio per togliervi la sorpresa, ma, come sempre, spero di restare sorpreso a mia volta.


4 commenti:

  1. E noi siamo con voi.

    A quale video si riferisce? Quello con l'intervista del 2012 si trova di nuovo su youtube.

    https://youtu.be/WkO3FyiDxhg?si=gRFHqe25Xnj42xWE

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    1. Quel video era anche i vostri commenti, il numero di visualizzazioni, il posizionamento guadagnato nei motori di ricerca, ecc. Questo è stato tolto.

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  2. Infatti.
    Se Einaudi (Fondazione) vuole quel che vogliamo, mi pare bene darle spazio in tutti i sensi.

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  3. Onorevole , ho una forte perplessità circa l'introduzione della responsabilità civile dei magistrati prevista dalla riforma della giustizia: non vorrei che producesse magistrati inerti di fronte ai potenti per la paura di contro denunce e richieste di risarcimento.
    Immaginiamo un giudice che si trovi ad emettere un verdetto contro, che so, una delle big farma per i danni prodotti da un farmaco, una delle sette sorelle per danni ambientali o, per rimanere nel tema del post, YouTube per la rimozione di un video. Egli farebbe serenamente il suo lavoro?
    Se è necessario ripristinare l'art. 68 (ma aggiungerei il vitalizio) per consentire ai politici di farlo credo che, nonostante l'attuale sistema di valutazione dei magistrati vada rivisto, sia inopportuno mettere i magistrati nella condizione di non fare altrettanto con l'introduzione di tale misura. D'altra parte se i padri costituenti avevano ragione nell'assegnare ai parlamentari certe prerogative forse ce l'avevano anche nell'assegnarle ai magistrati.
    Non si possono pensare soluzioni alternative?

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