mercoledì 10 agosto 2022

Meno uno…

 


Stefano Longagnani ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Humanitas":

Scusa alessandro (sic), ma il senatore ha ragione: «le cose diciamole, perché anche dirle è rispetto, ma una volta sola, e poi passiamo avanti.» Quindi non insistere. Se Alberto nella risposta si pregia di ignorare bellamente le tue puntuali critiche politiche che fai? Insisti?! È evidentemente tempo sprecato. Questo blog era un progetto culturale dove l'onestà intellettuale veniva usata come un'arma. Ora non è più così. Pensi che Alberto non lo sappia? Pensi che sia facile per lui ingoiare i rospi che sta ingoiando? Quindi alessandro davvero, non insistere, ma guarda e passa.

Pubblicato da Stefano Longagnani su Goofynomicsil giorno 9 ago 2022, 02:15 giorno 9 ago 2022, 02:15


Un altro doloroso caso di coloncardia, che mi mette una profonda tristezza. Stefano ha fatto un pezzo di strada con noi. Ha arricchito questo blog con osservazioni non particolarmente originali, ma sensate. Poi, come tanti altri, si è disvelato, costringendomi a bloccarlo su Twitter, e come tutti quelli sputati dalla bocca di Goofynomics ha cominciato ad avvinghiarsi nelle spire di un futile e sterile rancore, che fa (o farebbe) torto alla sua intelligenza!

La faccio semplice. Non è vero in generale che uno vale uno, e quindi non è vero nemmeno qui. Qui vi dividete in due: chi è arrivato prima (del 2018) e chi è arrivato dopo. Chi è arrivato prima, a sua volta, si divide in due. Chi ha capito queste parole quando le ha lette:

e chi non le ha capite.

I “pandemici” rientrano in quest’ultima categoria.

Aiutati dal 27 che correva, finché la durezza del vivere colpiva gli altri si limitavano a un moto di compiaciuta indignazione “digestiva”, dello stesso tipo di quella che assale il piddino alla visione di una puntata di Report: la colecisti si attiva allo spettacolo romanzato dell’ennesimo misfatto dei cattivi, la bile si smuove, emulsionando nel duodeno i grassi di una cena fatta perché ce la si è potuta permettere, e poi ci si addormenta sereni, pensando che alle ingiustizie domani qualcuno ci penserà, e che tanto a noi nessuno ci verrà a cercare…

Errore!

“Non ci sono limiti” (cit.) vuol dire che la durezza del vivere verrà a cercare tutti! E allora, quando bussa alla porta, la reazione razionale, o comunque umana, mi sembrerebbe essere se non la gratitudine verso chi ha provato ad avvertire, almeno il non intralciarlo. Se ho capito prima di voi che non era un gioco non è colpa mia, come forse non è colpa vostra se lo avete capito dopo di me. Quello che era vero ieri è tanto più vero oggi, ma da chi ieri non ha capito benissimo chi fosse il nemico non accetto oggi suggerimenti su come combatterlo, né tantomeno lezzioncine di onestà intellettuale da perdente, che sono solo il definitivo suggello sul proprio non aver capito nulla di come si combatte una battaglia politica.

Siamo sempre lì, è sempre lo stesso circo con le stesse bestie nella stessa gabbia. Sta a voi decidere se guardarlo da dentro o da fuori. Come bussola suggerisco il senso del ridicolo. Chiamare “puntuali critiche politiche” un raglio simile:


di un poverino che visibilmente non sa né dove si trova né quello che dice né come dovrebbe scriverlo sinceramente muove a un compassionevole sorriso, venato di tristezza al pensiero di quella credevo fosse, sbagliando, l’intelligenza dell’amico Stefano.

Dov’è la politica in queste parole? Aspettiamo il 26 settembre, visto che alcuni di voi ne hanno bisogno (essendo diversamente perspicaci), e chi già a suo tempo non seppe valutare prima le strategie dei grillini per ciò che erano (solo qui lo facemmo e avevamo ragione) sarà costretto a capire dopo, dai risultati, il valore e gli obiettivi delle strategie dei nuovi grillini, i pandemici, quelli che hanno sostituito all’onestah la veritah.

Ma una differenza c’è: i grillini giocavano all’attacco, i pandemici in difesa. I primi potevano contare su una discreta macchina da guerra, e su un leader carismatico, i secondi solo sulla sponda che gli viene offerta in ottica strumentale dai media piddini.

Un po’ pochino, temo…

Ma questo mi interessa poco. Guardo con divertita condiscendenza quelli che preconizzano una Lega al 3% non avendola loro mai votata!

Ma qui non si parla di questo.

Qui si parla di un uomo, Stefano, che è perfettamente consapevole del fatto che, come per anni qui ho sudato sangue condividendo la vostra angoscia, così ora per il ruolo che ho deciso di rivestire ogni tanto devo ingoiare dei bei rospi. E nella piena consapevolezza di questo, quest’uomo invece di prestarmi solidarietà, decide di attaccarmi e di infangarmi, dando così sostegno a chi, nel mio partito, sostiene legittimamente visioni diverse dalle mie e da quelle di tanti altri.

Se questo è un uomo.

Sicuramente non è più un membro di questa community e non per le sue posizioni politiche, ma per il suo spessore umano. Si capisce perché certa gente parli di onestà intellettuale e di tradimento quando se ne conosce il percorso. Se ingoio rospi, in silenzio, li ingoio per voi. Quando li ingoiano gli altri, non sono comunque contento e non me ne glorio: non è un gioco!

Ma è appunto questo che gli amici come Stefano, nonostante la loro “indinniazione”, non hanno capito e verosimilmente non capiranno mai…






24 commenti:

  1. Dubito siano in molti ad aver capito in quale razza di vicolo cieco ci si trovi.
    Dubito anche che i carbonari andassero per strade, borghi e città ad informare la chiunque sulle prossime mosse da compiersi.
    Ho iniziato a capire che non ci sarà nessuna liberazione dal basso, visto che in tanti sono decisi a prendere di petto la questione con colapasta in testa, uno scudo di cartapesta in una mano e un sanpietrino nell'altra.
    Va anche detto che la speranza vacilla, sapendo che c'è un Giorgetti e le aziende di B. tra i ranghi.
    Un caro saluto a chi ha capito e stia bene Senatore.

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  2. "Vien sovente ripetuto da persone che si credono o vogliono parere dotte e sagge, che la storia è maestra di vita e che l'uomo apprende molto dall'esperienza! io sono uno storico di prosfessione ma più di quarant'anni di ricerche e di indagini storiche mi hanno convinto che questa ingenua convinzione fa acqua da tutte le parti e che l'uomo non impara un accidente di nulla né dalla sua esperienza personale né quella, collettiva o individuale, dei suoi simili e continua pertanto a ripetere con monotonica pervicacia gli stessi errori e gli stessi misfatti, con conseguenze deleterie peri il progresso umano."

    Carlo M. Cipolla, Tre storie xtra vaganti

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  3. "ma ora vi vedo solo come una minoranza sempre più insignificante all'interno di un cdx molto diverso da voi e da me"

    Splendida sintesi di Alessandro.

    tutto qua (cit.)

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    1. Ricordo di averti cacciato a pedate dal blog, ma non posso esimermi dal pubblicare questa ennesima perla nera del tuo impotente livore... Dai, fra un po' saprai come stanno le cose!

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  4. Posso, però, sommessamente far notare che certe attitudini #sevedevano? Quasi nessuno dei parecchi casi umani, all'outing, mi ha sorpreso.

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  5. Lamentarsi è la cosa piu' semplice del mondo. Stare in panchina e proferire consigli e criticismi a destra e manca ha un costo nullo, ed un'effetto ancora minore. Almeno questo alla mia veneranda età di quasi 40 anni l'ho capito: o si scende in campo, o si sta zitti. Non è che sia semplice, eh! A volte ci si morde la lingua, a volte alcune decisioni sembrano incomprensibili, ma santiddio, se non riesco ad avere una linearità nella mia semplice vita, quale presunzione posso avere nel credere che circostanze complesse, comprendenti migliaia di attori, possano averne una?

    Purtroppo siamo nel mondo della semplificazione: forse lo siamo sempre stati, ma la digitalizzazione imho ha reso la questione ancora piu' estremizzata. L'attention span dell'uomo medio ha raggiunto livelli che neanche un dodicenne affetto di ADHD. E allora piuttosto che imbarcarsi nei meandri della complessità si creano modelli semplificati dove le migliaia di variabili di cui sopra diventano 3, 4, ed ovviamente ci si sente in diritto di criticare.

    Tutto questo rantolìo per dire che mala tempora currunt, ma c'è chi anche in silenzio tombale continua ad apprezzare il lavoro fatto, piu' di un decennio dopo.

    Mi spiace solo di non essere in grado di partecipare al Goofy, quest'anno ci tenevo tantissimo, ma mi hanno appioppato il corso di negoziazione all'università proprio quel giorno.

    Attendo il 26 con ansia e con una bottiglia di Donnafugata pronta per essere gustata.

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  6. La politica è un'attività faticosa, difficile, imperscrutabile se vista dal di fuori ma soprattutto ingrata. Nessuno verrà a ringraziare per i risultati positivi ottenuti e molti verranno ad inveire per i metodi con cui determinati risultati sono stati conseguiti.
    Sono giunto sul blog nel 2012/13, non ricordo con precisione, ho scritto raramente e letto con assiduità, e nonostante il periodo storico in questione fosse uno dei più bui della storia recente del Paese, iniziai di li a poco a sentire libero. Si, libero. Perché è questo che conferisce la conoscenza, il diritto alla libertà. Ovviamente parlo di una libertà di pensiero, di vedute. Ma è da questa condizione che si può iniziare il percorso per ottenere quella assoluta. Senza la consapevolezza non ci può essere rivendicazione di un diritto.
    Ora siamo alla vigilia di un appuntamento di drammatica importanza e se il percorso fatto negli anni scorsi ha portato ad una reale consapevolezza di ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare, allora dovremmo sapere anche cosa fare il 25/9. Se invece quel percorso ha lasciato dentro alcuni o molti di noi, un qualcosa di incompiuto beh...
    In entrambi i casi le cose andranno come meritiamo che vadano, nel bene o nel male. E di nuovo in entrambi i casi, non avrò nessun riproverò o critica da muovere a chi mi ha concesso la libertà. Ma soprattutto non mi sognerò mai di criticare il modo in cui questa libertà mi viene concessa. Preferisco ringraziare e fare la mia parte, nei limiti degli strumenti a disposizione, che nel mio caso sono il sostegno sui social e le urne.
    Ho deciso di fidarmi quando mi svelarono l'imbroglio di cui ero vittima, continuerò a farlo ancora.
    Grazie comunque.

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  7. Aver votato Lega nel 2018 è stato, per me, l'equivalente di ingoiare un rospo.
    Uscito nel 2011 dall'esperienza della costante frequentazione di una sezione locale di un partito che si diceva erede della tradizione di 3 storici partiti italiani (e che invece si è rivelato, per la sua storia realizzata, erede della tradizione di genuflessa applicazione dei precetti della religione del vincolo esterno), dove ero minoranza, dopo aver galleggiato, sempre in posizioni di minoranza, in formazioni politiche minori rivelatesi cespugli accondiscendenti della prima (Sinistra Italiana o tsitsipriana) negli anni 2012-2013, l'idea di provare a dare un voto di concreta rottura rispetto al consueto schema mi ha aiutato nella deglutizione. Sapevo che anche in questo caso il mio voto sarebbe andato ad una minoranza di un partito peraltro interprete in passato di posizioni apertamente antimeridionali, ma confidavo nella robustezza di tale minoranza e nelle abilità dialettiche e nel bagaglio culturale dei componenti di tale minoranza, cui il mio voto sarebbe giunto in via indiretta (il candidato nel collegio uninominale essendo espressione di altro partito, per di più leuropeo). Credo che la prima esperienza di governo (resa difficile dalla evidente opposizione di chi sarebbe dovuto essere notaio ed invece si dimostrò incarnazione dell'avvocato Azzeccacarbugli di manzoniana memoria) e la modalità con cui si è chiusa la seconda (mal digerita) esperienza di governo siano la prova tangibile del fatto che quel voto sia servito. Certo, qualcuno insiste sul fatto che si sarebbe potuto fare di più, specialmente sul versante della difesa dell'habeas corpus. Ma l'habeas corpus in questo nostro Paese è sotto attacco da prima della pandemia, perché il lavoro è sotto attacco dalla concertazione del 1992 e le istituzioni democratiche rappresentative lo sono in maniera conclamata dal 2011 (in maniera sotterranea dal 1989). Che cosa avrebbe potuto fare la minoranza in un siffatto contesto? Alimentare la contraddizione: ossia quello che in buona sostanza si è fatto, con alterne fortune. Adesso si ritorna al voto, ma la chiave di lettura resta la stessa. C'è il rischio che l'alleato FdI si riveli un chierichetto del vincolo esterno? Sì, esiste. Ma non votare Lega per il timore di questo scenario significa impedire alle forze che esistono all'interno della Lega di lavorare affinché la (eventuale) saldatura delle correnti leuropeiste trasversali al cdx possa contare su un appoggio esterno al perimetro dell'alleanza di governo proposta per le imminenti elezioni. C'è il rischio di portare acqua al mulino di Giorgetti? Sì, esiste anche questo. Ma mi pare che le pale di quel mulino alla fine della fiera abbiano raccolto solo sabbia. Coraggio, dunque: al voto!

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    1. Verissimo!
      Aggiungo solo che i rischi con gli alleati sono per ben altre cose che non possono essere rivelate oggi ma emergeranno, probabilmente a nostro vantaggio 🤞🏻🤐

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  8. C'è per altro un balenottero nella stanza, di cui si parla poco o niente e sono le banche (d'affari) troppo grandi per esistere, nel senso che se ci fossero delle decenti leggi antitrust (sano fondamento degli onesti sistemi libberisti e libberali...) non esisterebbero, tipo Roccianera... se controlli Eni, Unicredit, etc..., temo che finisci di contare più di tutti i parlamentari messi assieme, e in quanto simpatico sì, ma pur sempre piuttosto ingombrante, il balenottero lascia spazi di manovrà un po' troppo limitati ai coinquilini...

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  9. Caro Prof, buon pomeriggio!

    In troppi smaniano e antepongono questioni evidentemente personali (non solo rancore, noto anche malafede intrinseca) anziché ricordarsi che il motto "vi capiterà di non capire..." va appunto capito, interiorizzato e applicato, soprattutto tenendo conto degli equilibri interni che non possono essere sbandierati ai quattro venti per renderci tafazzisticamente vulnerabili da soli agli occhi del potente N€mico, ma vanno risolti, come direbbe Borghi, negli spogliatoi.

    Quando si è in malafede, si proietta la stessa sugli altri, rivelandosi per quel che si era già prima nonostante un tratto di percorso comune...non dovrebbe essere la contingenza a dettare i comportamenti (tra cui le intenzioni di voto) ma la visione chiara di dove ci troviamo, da dove siamo partiti e dove vogliamo andare.

    Chi ha dimostrato lungimiranza, buonsenso e lucidità d'analisi negli anni, come Lei e pochissimi altri, merita la mia personale fiducia "a scatola chiusa", senza che io mi possa anche solo sognare di sindacare le tappe tattiche del percorso, e anche se qualcuno farà la sua solita ironia sul "trastare", etc...beh, pazienza, non si rinnega la propria idea di fondo per responsabilità che sono di tutt'altre persone (e la responsabilità è sempre individuale, non solo in tribunale), anzi a maggior ragione si #ResisteResisteResiste (semicit.)

    Un saluto!

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  10. Il mio dubbio è solo questo.
    Se, come accennava anche lei qualche post fa, siamo pericolosamente vicini al punto di non ritorno, cioè, dico io, quel punto in cui non c’è più strada democratica per tornare indietro.
    Se, come evidente dall’evoluzione politica non solo italiana, le istituzioni democratiche e rappresentative sono racchiuse in molteplici morse sovranazionali, tecniche, economiche, militari, burocratiche che ne impediscono una significativa possibilità di autodeterminazione.
    Se, come sembra, il valore di un voto che esprime il bisogno di un sistema (economico, educativo, sociale, sanitario…) diverso, è destinato a frustrarsi in rospi ingoiati molto di più che a godere di (piccole) e provvisorie vittorie.
    Se, a tutti gli effetti, il centrodestra non è compatto e deciso su uscita dall’euro, messa in discussione dell’indipendenza della banca centrale, indicizzazione dei salari, limitazione della libera circolazione di capitali e merci, repressione finanziaria, intervento statale diretto e attivo nell’industria; no assoluto al green pass, no alla digitalizzazione della qualunque; messa in discussione del sostegno alle armi in Ucraina, ecc. ecc.
    Se, stante la legge elettorale, il voto al centrodestra è diviso inevitabilmente tra potenziali nuovi Brunetta e certi Borghi e Bagnai che ingoiano rospi.
    Se, date le circostanze, chi detiene il potere materiale e mediatico ha la capacità di smorzare qualsiasi opposizione seria (vedi il disegno di legge sulla proprietà dell’oro di Bankitalia).

    In sintesi, se il voto di chi vuole un sistema radicalmente diverso sarà comunque inefficace se non per posticipare di un paio di settimane (o attenuare di qualche zerovirgola) l’ennesimo rospo...

    Perché non dobbiamo ripiegare su un voto di mera testimonianza -consapevole di esserlo- verso uno dei piccoli partitini antisistema?

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    1. Ti faccio un semplice esempio, sulla base dell'ipotesi che tu ti ricordi chi è il nemico. Lo vedi il PD com'è in confusione? Lo vedi lo spettacolo indecoroso che sta dando? Io non lo commento per eleganza, ma mi farebbe piacere che voi capiste che questo spettacolo, la disgregazione del PD, è una grande vittoria. Chi l'ha ottenuta? La Cunial o Pappagone con la loro testimonianza, o noi, tenendo insieme un blocco alternativo?

      Quel blocco non bercia ai quattro venti le cose che tu vorresti sentire? Ma fai un po' come cazzo ti pare, amico mio. Io sono qui a ragionare, non a fare campagna elettorale. Cosa non capiscono e cosa pensare di quelli che ragionano come te lo ha spiegato tanto bene Carmen, non ho nulla da aggiungere.

      Tecnicamente, un voto per i partituncoli è un voto dato all'astensione cioè al PD. Ripeto (ancora una volta in francese): fai come stracazzo ti pare ma poi non venire qui a lamentarti.

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  11. La mia parabola è simile a quella di molti: approdato qui leggendo un paio di post e qualche articolo che ne travisava completamente il pensiero, mi sono fatto insultare a dovere. Per reazione, ho letto i due libri e perfino partecipato ad un goofy e tentato di partecipare a 2 o 3 (purtroppo sono in un periodo per me impossibile, anche quest'anno).
    Da allora ho comunque votato sempre lega, e perfino partecipato a qualche riunione locale.

    Ecco il mio dubbio (sono già pronto agli insulti).

    Sappiamo bene che la lega ha una anima eurolirica ed una razionale (cioè contro euro ed unione).

    Supponiamo che esista il partito Fuoritalia che prende una posizione netta contro euro ed unione e ne fa il suo unico punto del programma elettorale (roba tipo UKIP di Farange). Questo partito non è zerovirgola: ha la certezza di entrare in parlamento.

    Supponiamo inoltre che io viva in un collegio dove il candidato lega si è già dimostrato essere eurolirico, pandemista, vaccinista, greenpassista - in pratica, un progressista con qualche differenza cosmetica, tipo romaladrona o immigratibrutti.

    Date queste premesse del tutto immaginarie (visto che ancora non si conoscono i candidati ed i sondaggi sono ancora molto molto approssimativi): il mio voto avrebbe più utilità sacrificandosi con certezza all'eurolatria nella lega, oppure rischiando di disperdersi nel partitino Fuoritalia, che pur entrando in parlamento difficilmente raccoglierà più del 5-6%?

    Detto in altri termini: è preferibile che la coalizione di centrodestra stravinca dandoci magari la Ronzulli come ministro della salute, oppure che sia obbligata ad allearsi con Fuoritalia?

    E quale esito sarà pedagogicamente più utile all'anima eurogloriosa della lega? Una schiacciante vittoria con l'atlantista Giorgia ed il Silviodunitànazionale? Oppure l'amara necessità di imbarcare una minoranza tanto più imbarazzante quanto più identificabile con la minoritaria fazione razionale interna alla lega stessa?

    Naturalmente spero che i candidati del mio collegio non mi pongano di fronte a questo paradosso, ma temo che in molte parti d'Italia accadrà proprio questo.

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    1. Eccomi. Mi ricordo di averti randellato a suo tempo, il che ti attribuisce il diritto a una risposta esauriente, anche se sintetica.

      Qualsiasi partito che non sia dello zero virgola e non sia un partito "di scopo" (fuori dall'acne, no alle doppie punte, ecc.) ha al suo interno una dialettica interna (ce l'hanno anche i partiti di scopo, come avrete visto, ma per quella roba lì non sprecherei la parola dialettica).

      Le informazioni che voi avete dai giornali (non le contesto, le riporto) sono che in Lega ci sarebbe un'anima più "governista" e un'anima più "rivoluzionaria" (o rivoluzzionaria). Credo che sappiate anche che il partito ha deciso coralmente che proseguire l'esperienza di Governo coi 5 Stelle fosse impossibile: quindi l'anima "rivoluzionaria" ha prevalso sull'anima "governista".

      Tutto il discorso estremamente arzigogolato che mi hai fatto si riconduce a una domanda che ti faccio: sei sicuro di voler punire il partito quando ha fatto la cosa che secondo te è giusta (o che per lo meno è quella che te e altri gli avete chiesto: uscire dalla maggioranza)?

      Perché votare i nuovi scappati di casa significa sostanzialmente questo: non premiare col voto la scelta di non sostenere il precedente Governo. Ciò darebbe ovviamente vigore alla corrente "governista", che potrebbe dire: "Avete visto? Laggente amavano il Governo precedente e ci puniscono perché non abbiamo voluto continuare a governare coi 5 Stelle...".

      Tutto questo, comunque, è meramente ipotetico: i numeri non sono quelli che credete voi, e di questo (cioè del merito della questione) parleremo a fine settembre. Il discorso sul metodo però è sempre pertinente, e si pone esattamente nei termini che ti ho detto.

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    2. La ringrazio per la pronta e gentile risposta.
      Il mio voto è solo uno, ma le situazioni per le quali potrei spenderlo sono tante: prima il governo gialloverde, del quale sono stato felice anche del fatto che sia finito per manifesto tradimento dei grillini; il periodo di opposizione, benissimo; e poi il governo Draghi, che avete aiutato a interrompere in modo pirotecnico.

      Ma l'ultimo governo è costellato da punti d'ombra, un malsano stagno pieno di rospi che abbiamo tutti ingoiato - alcuni perdendo lo stipendio, altri il lavoro, altri (come me) vivendo nell'illegalità, sacrificando comunque tanti pezzetti di vita ad un principio. I più accettando tutto, con la piena consapevolezza di quanto tutto fosse prevaricazione inaccettabile, eppure passivamente accettata.

      Certe dichiarazioni di certi personaggi hanno fatto molto male - sono rimaste impresse nella carne, impastate di rabbia e solitudine.

      Mentre la lega parlava di secessione (e ciascun altro partito delle sue priorità insignificanti) siamo entrati nell'euro. Un cambiamento epocale di ordine e portata infinitamente superiore, perseguito giulivamente.
      Mentre qui si parla di superamento dell'euro, quale altro cambiamento epocale di ordine e portata infinitamente superiore ci sta sfuggendo? Abbiamo ormai accettato l'euro ed il suo metodo di governo, abbiamo accettato 12 vaccinazioni obbligatorie per la scuola, abbiamo accettato lockdown imposti dalla sera alla mattina con dpcm, abbiamo accettato colonnine per qrcode ad ogni accesso di ogni edificio ed app traccianti - tutto questo è metodo di governo.

      Mi sembra che ormai il metodo di governo abbia di molto superato la questione dell'euro, gettando premesse molto più profonde, non più radicate nel portafoglio e nella paura della povertà e nella avidità sua gemella, ma nella paura della malattia, della natura, della morte, e quindi della vita stessa, e nello speculare desiderio di sicurezza soffocante.

      Di qui la silenziosa scomparsa della privacy, già pienamente raggiunta in USA con la scusa del terrorismo, in Cina perché Cina, e qui, nonostante la nostra arretratezza informatica, anche grazie alla pandemia. Con l'aggravante di una passiva (talvolta estatica) accettazione dei più bizzarri sistemi di credito sociale.

      Ubi maior, minor cessat: normale che l'importanza del sistema monetario e l'intrusività di tutto l'apparato burocratico unionista si ridimensioni, a fronte della paura immediata di morire di malattia o di catastrofe naturale per il climate change.
      È un metodo di governo molto più efficace, che però, nella sua brutalità accresciuta, ha consentito a molti di vedere il volto del potere e spaventarsene.

      Quindi voto lega per il gov. gialloverde e la sua fine; l'opposizione a conte 2; la fine del draghi. Ma non voto lega per il gov. draghi, dove si sono prese decisioni forse più incisive di quanto lo sia stato l'ingresso nell'euro. Certo avete sminato tantissime trappole, ed è un miracolo con quel 17%.

      Il voto è solo uno... che fare?
      Semplice.
      Una settimana prima leggerò Repubblica e il Corriere, e se presenteranno estesamente Fuoritalia come serissima minaccia all'ordine costituito, stracciandosi le vesti in pagine e pagine di editoriali ed interviste faziose, mentre taceranno opportunamente di qualsiasi iniziativa o dichiarazione scomoda della lega, allora saprò con certezza di dover riconfermare la mia fiducia!

      E sono abbastanza sicuro che andrà esattamente così.

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    3. <>
      Purtroppo sappiamo anche che il partito (meno lei e pochi altri) ha deciso coralmente di rientrare al Governo con i 5 Stelle (+il PD e i Draghi): quindi ha nuovamente prevalso l'anima "governista" su quella rivoluzionaria.
      Scegliere di ingoiare rospi per fini superiori, o "per noi" ha la sua rispettabilità, ma alcuni (anche prepandemici come me) potrebbero comunque pensare che se accettiamo questo metodo (dell'unanimità pandemica obbligata), non ci sono limiti a quello che ci potrà essere imposto. E l'unico modo per opporci è rifiutare lo strumento dell'emergenza permanente, il segno più tangibile di questa politica e dei suoi fallimenti (semicit.)
      Questo detto senza livore, anche perché la dialettica interna al partito è per definizione non conoscibile a noi esterni, quindi atto di fede purtroppo non dibattibile (per non favorire il "nemico") e un po' contrario allo spirito analitico di questo blog. E le “fedi” diverse si dovrebbero sempre trattare con tolleranza, anche all'interno di un discorso dichiaratamente non condiscendente verso i propri lettori/elettori.
      Con rinnovata stima, pur dissentendo.

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    4. Scusa, Giacomo caro e stimato: mi stai dicendo che se l'ala governista ha prevalso quindi ieri ho solo sognato di aver firmato le accettazioni di candidatura? O mi stai dicendo che nella tua vita è sempre andato tutto come volevi tu fin dal primo momento? O mi stai dicendo che i risultati di un progetto o di una battaglia si giudicano all'inizio e non alla fine?

      Sono tesi affascinanti che gettano una luce intrigante sulla profondità del tuo pensiero e mi aiutano ad elaborare il lutto del tuo dissenso. Qui la chiamiamo "prima legge della termodidattica", se la googli la troverai...

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  12. Seduti come se fossero al cinema aspettando l'eroe che salverà il mondo dai cattivi. Purtroppo anche persone che sembrano intelligenti e colte, il che è oggettivamente destabilizzante per me uomo medio.

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  13. Che poi questo post mi ha fatto venire in mente un ricordo, quando per attraversare i tornelli per andare sul luogo di lavoro dovevi esibire la tua carta verde, e mi ricordo che ogni santa mattina e notte al buio magari dovevi tirare fuori questo aggeggio( cellulare) maledetto quasi lo odiavo, accenderlo fargli vedere la cattura schermo della tua carta verde in modo che l'analizzasse e dopo di questo? uno deve anche andare a mostrarsi in tutta la sua "bellezza" su Twitter🤣? già non si èhhhhh....
    stati abbastanza controllati?

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  14. Biglietto appena acquistato. Ci vediamo a Pescara!

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  15. Anche per quest'anno ho fatto quello che considero un mio dovere (sempreché non riemerga una qualche forma di greenpass a bloccarmi).
    Quasi assente dai commenti, desaparecido dai social, ma attivo nelle retrovie, rimango tranquillamente in attesa del momento, che non arriverà tanto presto, in cui il Senatore potrà gloriosamente sputare qualcuno dei rospi ingoiati in questa passata legislatura.
    Il bello deve ancora venire. E a proposito di rospi da ingoiare, "Si isti et istae, cur non ego?"

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  16. Un solo appunto: a proposito di dialettica interna qui a Verona è anni che non si fa un congresso provinciale del partito (Lega ovviamente).

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  17. Esistono due modi per affrontare il nemico: quello dei cani e quello dei gatti. I primi abbaiano, fanno rumore, gli vanno incontro e lo rincorrono come in campagna rincorrono un'auto, per scappare quando lo sportello si apre.
    Poi ci sono i secondi, che stanno acquattati e mimetizzati nell'erba, silenti quando il nemico gli pesta la coda, in attesa di sferrare la zampata fatale al momento giusto.
    E.g., i primi ritengono Benedetto XVI un idiota, e 2k anni di Storia un dettaglio.
    Conservate la rabbia e le forze per quando verrà il momento.

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