(…giornata impegnativa, non aggiungo altro…)
Ieri sera ero sfatto e non avevo molto campo: mi trovavo in una di quelle località fatte di seconde case, le case oggetto della libidine violenta della Commissione Europea e dei suoi mandatari locali (poverini, un po’ frustrati nei loro reiterati tentativi di espropriarcele: ma vi giuro che non è colpa mia…), quelle cittadine la cui popolazione in estate quadruplica, con conseguente collasso della banda collassa.
Ma in vacanza la gente fa tardi la sera, e approfitto questa mattina del fatto di essere su un altro fuso orario per fare ora qualche considerazione che non potevo fare “mentre che l’universo o dorme o chatta” (semicit.).
Ieri, mentre percorrevo il mio collegio, disseminato di opere di abbacinante bellezza:
(e qui parlo solo delle opere umane, perché se parlassi di quelle divine dovrei dilungarmi), ripassando la lista delle cose da fare per lanciare il nostro evento annuale, riflettevo sul suo significato, e spinto dai tanti casi, quale doloroso, quale ridicolo, di coloncardia, mi interrogavo sull’evoluzione di questa community.
Mi aiutavo con queste parole captate a San Bernardino:
“Et verba quae dedisti mihi dedi eis”: queste parole di un fortunato blogger del primo secolo dopo se stesso le ho fatte mie e potrei rivolgerle a Keynes: ho dato loro le parole che mi hai dato. Alla fine, questo è quanto abbiamo fatto qui: ricondurre a scienza e ragione il torbido flusso della propaganda, dare a chi aveva l’umanità di porsi delle domande e di accettarne le risposte una parola che gli consentisse di orientarsi.
Nato da un moto spontaneo, questo progetto non teneva conto di un dato, quello icasticamente trasmessoci dai “verba”:
“ Worldly wisdom teaches that it is better for reputation to fail conventionally than to succeed unconventionally.”
(qui).
Non ci sarebbe voluto molto a intuire che in un mondo così organizzato un messaggio non convenzionale, deviante, avrebbe attratto soprattutto dei devianti! Persone eccezionali, perché eccezione alla scialba norma foggiata dai media convenzionali, ma anche, visto che non ci sono free lunch, persone sconfitte, ulcerate, e nei casi più estremi palesemente disadattate: l’inetto a vivere della nostra letteratura novecentesca…
Ora, capiamoci: la Storia la mandano avanti (o indietro) le eccezioni, i devianti. È del corpo sociale quello che è del corpo biologico: le mutazioni sono alla base dell’evoluzione (o dei tumori). Ognuno di noi, almeno: di quelli che c’erano prima (perché i mentecatti che vengono qui “dar senatore da ‘a Lega” mi interessano quanto le formiche che infastidiscono l’inquilino del piano terra…), ha uno o più autori preferiti. Quando ripenso a quelli che più ho frequentato, e ne cito un paio: Dante e Bach, mi rendo conto che, nelle loro evidenti distanze e differenze, una cosa li accomunava: avevano una vita. Un lavoro. Una moglie. Dei figli. Una reputazione. Un impegno politico. Dei conti di casa da far quadrare.
Per carità: anch’io ho amato e amo i tanti geni sregolati, come i miei adorati decadenti, tutti laudano e distintivo. Ma ho sempre valutato con diffidenza il messaggio che la lettura romantica delle loro vite e delle loro opere trasmetteva agli sprovveduti: l’idea che siccome il genio è follia, la follia sia genio; l’idea che siccome l’arte è intuizione, l’intuizione, non il lavoro, sia arte.
Le sestine doppie di Dante e le fughe a specchio di Bach sono (sarebbero) il migliore antidoto contro questa perniciosa deriva. Ma insomma, tornando a noi: io che quando ho cominciato a parlare pensavo che non sarei stato ascoltato, quando ho scoperto di essere ascoltato non mi sono posto molte domande su chi fossero gli ascoltatori: mi sono aperto a loro, ho condiviso con loro la mia vita.
È nelle cose che molti non lo meritassero, ma non mi dispiace di averlo fatto: ho comunque imparato qualcosa da ognuno di voi. Dai migliori ho avuto ottime letture, ottime intuizioni, e qualche vera amicizia. Dai peggiori qualche salutare lezione sulla natura umana, lezione che sarebbe stata utile in ogni caso ed è diventata utilissima col lavoro che faccio.
Siamo all’undicesimo anno, per qualcuno (quelli che mi seguivano sullo “sbilifesto”) il dodicesimo, la vita di questo progetto presto si conterà a decenni, e può avere un senso ripercorrerla in sintesi.
Sono rimasto sorpreso da come reagiste nel 2018 all’annuncio della mia candidatura “a destra”. Mi resi conto che questo blog che si era disperatamente rivolto alla sinistra parlando di due temi di sinistra (lavoro e libertà) era seguito da tante persone di destra. Certo, c’erano persone di sinistra che avevano avuto modo di apprezzare la verità di quanto per anni ero andato dicendo e il disinteresse con cui l’avevo detto, e che quindi mi davano tanta più fiducia, non essendo dei pezzi di merda, quanto più intuivano che la mia scelta di militanza, per il suo significato e per le incognite che presentava, era per me particolarmente difficile. Ma c’erano anche tante persone di destra, il che imponeva una riflessione, che si poteva condensare in una domanda: quante persone di sinistra conoscevo che leggessero un blog di destra? Zero. E quante persone di destra che leggessero un blog di sinistra? Alcune migliaia. Quindi la destra era migliore della sinistra: la mia scelta aveva un senso che io stesso ignoravo e che apprendevo da voi dopo averla fatta senza averla discussa: perché le cose prima si fanno, poi si dicono (altra cosa che a molti non entra in testa).
Poi l’impegno politico, per tre anni, mi impedì di intrattenermi con voi quanto avrei voluto. Ero entrato in Parlamento per porre sotto tutele costituzionali la mia libertà di espressione, ma avevo trascurato il fatto che se da un lato il ruolo parlamentare ti protegge (molto relativamente) dalla censura, dall’altro la disciplina di partito e la necessità di stabilire una reputazione ti condannano all’autocensura. Solo un cretino (e ce ne sono) può vedere in questo disonestà intellettuale. Solo un imbecille (e ce ne sono) può trarre beota soddisfazione dall’essere rappresentato da nani e ballerine che in aula “glie la cantano”, per poi sterilizzare se stessi nella Corte dei miracoli del fritto gruppo misto!
E poi, l’uomo è uno. Quelli che una volta erano i miei post erano diventati interventi in aula, risoluzioni, rapporti interni per il dipartimento economia o per il mio capo, lavoro organizzativo, ecc. Tutta roba che si fa nel tempo, e il tempo che le prestavo non potevo dedicarvelo. I devianti dall’io più fragile, quelli tanto bisognosi di coccole e bacini sul collo, piano piano si sfilacciavano: ma in una guerra ci sono perdite, e non tutti i lutti sono difficili da elaborare.
Poi è arrivata la pandemia, o forse dovrei dire la pandemie, perché qui sono state due: a quella di Covid è succeduta quella di coloncardia.
La pandemia di Covid nel 2020 chiuse in casa dipendenti e autonomi. Ai dipendenti il 27 correva (nel caso dei dipendenti privati, a ogni decreto rifinanziavamo la cassa integrazione), agli autonomi no. Quell'oggetto misterioso per i più, la fattura, non poteva essere emesso (ma i contributi andavano ugualmente pagati, insieme a tante altre cose). Sarebbe stato facile che in quelle circostanze si scatenasse una invidia sociale dei "non tutelati" verso i tutelati, e personalmente temevo che nel mio partito, che vede nelle partite IVA un elettorato di riferimento, qualcuno potesse essere tentato dal percorrere questa strada. Invece, nessuno dei miei colleghi lo fece, dando prova di grande senso di responsabilità, e soprattutto, per quanto posso ricordare (ma sono qui anche perché mi rinfreschiate la memoria), nessuno dei "non tutelati", delle vittime economiche del lockdown, fece un tema politico dell'astio verso chi in fondo poteva permettersi di vivere i lockdown come una "vacanza" (le virgolette sono d'obbligo).
Il 2021 ha aperto una fase nuova.
Il totalitarismo con cui la pandemia veniva gestita determinò in qualche modo un rovesciamento di fronte: diventavano tutelati, perché in condizione, volendo, di resistere o comunque di eludere obblighi in alcuni casi palesemente insensati quelli che finora erano stati non tutelati, perché privati delle loro fonti di reddito: gli autonomi. Contestualmente, quelli che finora erano stati "tutelati", i dipendenti, capivano, grazie a una politica di obblighi su cui la magistratura prima e la storia poi si esprimeranno, visto che la Corte costituzionale non è culturalmente in grado di farlo, quello che per anni mi ero estenuato a fargli capire qui: non ce n'era più per nessuno, vi sarebbero venuti a cercare: e vi sono venuti a cercare. A giudicare da quanto ho visto nella community, la reazione degli ex "tutelati" è stata molto meno dignitosa di quella degli ex "non tutelati", e questo ha posto una serie di interessanti problemi di metodo. Ad esempio: visto che evidentemente le persone capiscono i problemi solo quando questi li toccano di persona, il tentativo di proteggere le persone che rappresenti non rischia di interferire con la crescita della loro consapevolezza? Forse lasciare che gli altri battano una musata può avere un valore pedagogico. Ma nel valutare la non totale infondatezza di questo argomento, dovevo ahimè ammettere con raccapriccio che in esso trapelava l'esecrabile paternalismo del compianto (da alcuni) Padoa Schioppa: la durezza del vivere, quella che questo blog ha riportato alla memoria collettiva. Certo, Padoa Schioppa no. Ma la saggezza popolare sì: e come sapete, questa saggezza ci insegna che se in testa non entra...
E poi, a proposito di entrare in luoghi scomodi, c'è stata la scelta di entrare in maggioranza. Inutile tornare qui sul perché e sul percome. Potete tranquillamente immaginare che cosa ne pensassi, visto che è di dominio pubblico, e se vi andate a rileggere il mio discorso nella discussione generale sulla fiducia vedrete che la sua chiave di volta è in una congiunzione: "se". Chi ha potuto capire ha capito, chi non ha potuto ce lo siamo perso per strada. Soffro di non poter spiegare tutto, ma vedo il bicchiere mezzo pieno: alla fine, resteranno qui quelli che non hanno bisogno di troppe spiegazioni, o perché hanno sufficiente intelligenza ed esperienza di vita da comprendere la differenza fra strategia e tattica (comprenderlo attribuisce un considerevole vantaggio evolutivo, così come non comprenderla rende difficoltoso propagare il proprio DNA - che è una cosa diversa rispetto al disperderlo...), o perché hanno sufficiente umanità da aver compreso la verità di chi si son trovati di fronte e da affidarsi ad esso (che poi sarei io). Qui abbiamo sempre puntato sulla qualità: non sempre con successo, ma sempre con determinazione. Se i fatti ci aiuteranno dove le intenzioni non sono riuscite, saremo comunque contenti del risultato: quello di aver chiamato a raccolta un'élite.
Quanto agli altri, adattando un noto detto, concluderei che la merda è nel cuore di chi guarda: e, insisto su questo punto, per qualche strano motivo questa epidemia di coloncardia mi pare (ma vorrei essere smentito) che colpisca in particolar modo i "tutelati" della prima fase, quelli che pensavano che a loro non sarebbe toccato mai, forse anche perché i "non tutelati", avendo avuto fin dall'inizio ben più pressanti problemi (la letalità del non mangiare è pari al 100%), avevano anche avuto modo di verificare quanto ci stessimo impegnando per risolverli.
Bene.
Coi pochi superstiti di questo viaggio avventuroso ci incontreremo, come ogni anno, a Montesilvano. Le prenotazioni sono aperte da ieri. C'è posto, ma non ancora tanto quanto negli anni normali, quindi regolatevi. Parleremo di libertà, come avrete capito: libertà di parola, libertà dal progresso, libertà di cura, libertà di propaganda, libertà dai luoghi comuni, insomma: libertà.
Quella che qui abbiamo sempre praticato e difeso.
A presto!
Posso dire che personalmente sono stato fortunato , spero adesso però che il sostegno dato prima non mancherà adesso e in futuro, mi pare che si stia pagando dazio di quel periodo di ""ozio"" tra solo casa e lavoro...( che di quest'ultimo c'è sempre meno...)
RispondiEliminaMi permetto sfacciatamente ancora. "visto che evidentemente le persone capiscono i problemi solo quando questi li toccano di persona" tolga pure un qualsiasi dubbio sull'esistenza, finché non cadrà una mattonella sulla testa di x , x non penserà mai di mettere mano al suo nido che gli sta crollando sulla testa dove purtroppo in questa funzione x=tutti ( pensando solo all'oggi e rimanendo del tutto disinteressati verso il proprio futuro , proprio cancellato finché la mattonella non "colpisce" e miracolosamente si accorgono di un problema che fino a ieri hanno voltato sempre le spalle...)
RispondiEliminaChissà se le anatrezoppe, i basilischi, i martinetti, gli scannavacche, rifletteranno su queste parole...
RispondiEliminaMa figurati!
EliminaNel mio piccolo, posso dire che la tensione tra "tattici" e "fritti misti" è vecchia come Goofynomics.
RispondiEliminaAl Goofy1 il deputato Borghi descrisse il MiniBOT come "fregare il piddino" mentre io, coglione come sempre, alzai il ditino e gli chiesi se fosse giusto battere le bugie piddine con le bugie nostre. Ricordo bene la risposta "bugia buona e bugia cattiva fanno pari".
Tutti i coloncardici di oggi stanno nella situazione in cui credo mi trovavo io: siccome la Sua chiarezza mi aveva reso libero, ero convinto che bastasse ripeterla a dx e sx per rendere tutti liberi, come una formula magica mentre, come dice Lei, a Tagliacozzo Carlo si nascose e mandò avanti un altro a prendersi la sciabolata in faccia.
Credo sia un difetto oramai intrinseco dell'Occidente cristiano dai tempi dei donatisti: non credo si sia trovata ancora una cura, se non lasciare che si gettino nei fossi mentre i traditorih vivono per combattere domani e vincere la guerra.
Spero di poterci essere questa volta, ma in ogni caso, grazie.
Credo vi sia un aspetto delle persone "geniali e sregolate" (che trovo meravigliose) spesso sottovalutato: il fatto che esse possano essere quel che sono proprio perché sono minoranza.
RispondiEliminaEsse cioé possono, con la loro "sregolatezza", contribuire o addirittura indirizzare una società che per funzionare deve essere, per definizione, "regolata", ovvero composta per la maggior parte da noi noiose persone "regolate".
Amo le persone geniali ed estrose, le schegge impazzite. Ma ancor più profondamente amo le persone "normali", che conducono vite semplici e dignitose, e ogni mattina si alzano e fanno quel che va fatto. In Lei, se mi permette, anche se lo fa a un livello molto più alto della media, vedo i tratti di queste persone.
Non posso averne la certezza, ma ho l'impressione che gli ex "non tutelati" siano anch'essi in larga parte composti da queste persone.
Gli altri, gli ex "tutelati", di cui faccio parte pur avendo sempre avuto a cuore, anche grazie a questo blog, il destino altrui, tendono a sognare le luci della ribalta, la celebrità, le grandi imprese (spesso col culo degli altri).
P.S.: anche quest'anno non verrò al Goofy, lo seguirò come sempre in streaming, ma darei un rene per partecipare ai capannelli gold xD
Non credo che potrai seguirlo in streaming.
EliminaMai pentita di averti votato e di averti come mio rappresentante in Parlamento. Mi auguro di poterne usufruire anche nella prossima legislatura. Seguirò il #goofy11 in streaming (unfortunately), se ci sarà. Grazie ancora.
RispondiEliminaIo sono qui da undici anni, da buon ingegnere ho messo in pratica quel che ho capito, e quando, da tutelato, mi son venuti a prendere ero preparato e ho resistito.
RispondiEliminaLa mia vita sarebbe molto diversa, in peggio, se non ti avessi incontrato. Non posso non essertene grato e fidarmi di te.
Il punto è accettare che altri ne sappiano più di te: in alcuni casi dai, in altri prendi.
Nella sua, per me cristallina, semplicità questa constatazione migliora la vita, ma, come in tanti altri casi che qui abbiamo imparato a riconoscere, o ci sei arrivato (e, per quanto mi interroghi, non capisco come) o non ci arriverai mai.
Si tratta semplicemente di diventare adulti. Quello che manca a molti nostri ex-amici è questo. Non hanno fatto in tempo a uccidere il padre perché è morto da solo, e non hanno fatto in tempo a uccidere me perché li ho mandati a stendere. Che vita triste quella che, per essere vissuta, ti comanda di uccidere qualcuno...
EliminaIo sono arrivato tardi: fino al 2018 guardavo la televisione e del Dibattito non sapevo nulla. Sapevo solo che l'euro era una fregatura, ma non c'era nessuno che ancora me ne avesse spiegato il perché. La consapevolezza sul resto (problema dell'informazione e della libertà) è venuta dopo come un hysteron proteron... Il cartello con scritto "pozzo avvelenato" viene messo solo dopo qualche mal di pancia, non prima.
RispondiEliminaMi permetto di segnalare anche BWV 1041, 1043, 1061 e il concerto in Re maggiore per tromba, violino, archi e basso continuo di Telemann.
Nonostante sia sempre stato di sinistra non ho mai provato invidia sociale per imprenditori/autonomi brutti che evadono le tasse e, complice il fatto di aver sposato un membro della suddetta categoria, ho imparato ad apprezzare e in parte ho subito indirettamente le difficoltà che questa categoria deve affrontare ogni giorno. Alla fine siamo tutti sulla stessa barca e le idee nate con l'esperienza si sono radicate leggendo il Prof. negli anni. Trovo la definizione di deviante calzante, un elettore che dal 2018 è etichettato di destra in un contesto di persone che si etichettano di sinistra, quindi definito fascista o pazzo a seconda dell'interlocutore, ma che resta senza pregiudizi, che sta bene sia nel branco che in solitudine, certo solo di se stesso. Il Prof. c'ha visto molto lungo su un punto fondamentale: chi poteva capire ha capito e io son passato dal cercare di convincere elettori di sinistra della bontà del mio voto a destra al più semplice compito di convincere elettori di destra a sbarrare il simbolo della Lega. A tutti gli altri ci penserà la Storia.
RispondiEliminaGrazie di cuore a chiunque si sia impegnato, nel programma di governo di cdx, sui punti 5.6, 7.4, 8.9, 9.3, 9.5, 9.7 e 9.8 🙏🏻
RispondiEliminaHo partecipato al Goofy 1 e sono ancora qui a leggere il tuo blog, pur essendo e rimanendo di sinistra (vuol dire ancora qualche cosa questa parola?). Purtroppo non potrò venire neanche quest'anno per motivi di lavoro. Sarebbe potuta essere un'ottima occasione per confrontarci sul perché non condivido questa tua visione su Pandemia/colonqualcosa (rodimento di culo, se ho capito bene). In bocca al lupo per questa nuova edizione. Attendo post tecnico su flat tax, in particolare sul perché nella Lega continuiate a chiamarla così.
RispondiEliminaOgni promessa è debito. Mi ci metto prima che parta il turbine elettorale.
EliminaGrazie Prof. Chissà, forse molti "sdegnati" non vivono ed operano in grandi strutture...
RispondiEliminaLa ringrazio per le molte risposte implicite che qui ho trovato rispetto all'ultimo arzigogolato e prolisso commento che le ho lasciato.
RispondiEliminaE tenterò di partecipare al goofy.
Di fronte alla chiesa, sul lato della fantastica scalinata con quelle belle e derelitte edicole che i più chiamano nicchiette, ci sono forse 5 parcheggi per scooter, credo che dovrò prendere l’abitudine di utilizzarli, magari mi capiterà di incontrarti. La chiesa effettivamente è molto bella e da vedere ci sono anche il chiostro e la sala Bernardiniana, dall’altro lato della scalinata c’era il liceo che frequentavo da ragazzo.
RispondiEliminaPer quanto bella, e di chiese in giro per l’Europa ne ho viste molte e questa è davvero bella, la basilica non credo rappresenti compiutamente la bellezza della città, dei palazzi nobiliari o delle case che spesso riflettono ancora elementi medioevali e che si trovano nei vicoli e nelle strade non usualmente oggetto di visite turistiche, ordinariamente dalla Fontana luminosa alla Villa Comunale. Una bellezza forse non bene valutata neppure dai concittadini. Insomma quando avrai tempo perditi tra i vicoli. E quando avrai più tempo Santa Maria ad criptas, in comune limitrofo.
In uno degli ultimi post avevi citato Primo Levi. Ora mi hai sbloccato un altro ricordo, l’esame di Sociologia, facoltativo per la laurea in Economia, tramite il quale ho avuto la fortuna di leggere qualcosa sulla devianza ed ho sempre ritenuto che il deviante fosse il motore del progresso.
Necessito di poche spiegazioni, magari ripetute…, ma comunque non richiedo troppe spiegazioni, anzi spesso e volentieri proprio non ne chiedo, insomma diciamo che sono del tipo sopra indicato al numero due, mi fido. Ho sempre ritenuto che la scarsa propensione degli elettori a cambiare partito non fosse salutare ed io non tifo per un partito, io non voto Lega, voto Bagnai, quindi tutto l’onanismo mentale sul perché e sul percome non mi appartiene. Certo sono facilitato dal fatto che ti presenti nel mio collegio ma non credo che in caso contrario mi comporterei diversamente. Sei in fin dei conti il mio deviante di riferimento. Io ho un ampio interesse a che tu sieda in Senato per esporre le tue idee, fare la tua politica, combattere le tue/nostre battaglie. Il come sono affari tuoi, io non faccio politica e mi sono cordialmente, e anche no, antipatici Burioni e Angela quando parlano di debito pubblico figuriamoci se io mi metto a sindacare come fai politica.
Ps
Mi spiace che i miei consigli di lettura siano fuori dal comune, ma comunque eccoli. Fantascienza, campo che non pratico fatta eccezione per Asimov, La Fondazione, quadrilogia completa, per me un capolavoro e Bagnai è il mio/nostro Hari Seldon, nulla a che vedere con l’omonimo profilo su Twitter. Poi un romanzo storico scritto da un collettivo bolognese che non stimo e quindi non ne dico il titolo, comunque è piuttosto noto, il romanzo è scritto davvero bene, mi ha aperto gli occhi sulla guerra dei contadini, che ignoravo, e sul luteranesimo. Unica pecca che ambientato nel 1500 lascia spazio nella sua ambientazione a Pescara, Montesilvano e Francavilla no…
Cronaca di una morte annunciata, ma anche Cielo d’Alcamo e Jacopone da Todi, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Il Maestro e Margherita, l’uomo che era morto di D.H. Lawrence.
Infine ma non ultimo Brecht, sia lode al dubbio, che come ho sempre sostenuto mi ha portato qui insieme alla devianza. Anzi a pensarci bene il dubbio stesso è devianza.
Grazie per lo spazio e, a chi ha letto, per la pazienza.
Quest'anno ci sarò anch'io per la prima volta, quindi non appartengo alla categoria dei superstiti, ma dei ritardatari.
RispondiEliminaMatto più, matto meno! Siamo lieti di accoglierti!
Elimina