martedì 16 agosto 2022

Produzione industriale

 …torniamo al mesto ufficio e pio di mettere le cose in prospettiva. È uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo: lo abbiamo fatto qui per anni, scatenando l’inseguimento scomposto di una serie di sguarniti epigoni, come gli Econofagiany del Volkischer Beobachter salmonato. Dedichiamogli un affettuoso sorriso e andiamo al sodo.

Qualche giorno fa l’ISTAT ha pubblicato il dato mensile della produzione industriale di giugno (con poco più di un mese di fisiologico ritardo: per costruire statistiche attendibili occorre tempo). Il dato è in flessione, cosa da noi ampiamente prevista (perché è roba da ECON102, da corso introduttivo di macro), così come avevamo ampiamente previsto il consequenziale “Silvia moment” del Governo Draghi: “all’apparir del vero tu misero cadesti”:


(i lettori un po’ più esperti mi scuseranno per qualche ripetizione, ma vedo un certo numero di niubbi e devo essere molto didascalico).

I giornaloni si sono trovati in grandi ambasce, perché a giugno c’era ancora Lui (caro lei!), ed era quindi complicato raccontare che nonostante che ci fosse Lui la produzione industriale stava derapando da due mesi! Quando a ottobre ci saranno i dati di agosto si potrà dire (se saranno, come penso, non brillanti) che la colpa sarà stata del vile agguato perpetrato a luglio dalla Lega, che ha interrotto un’emozione (quale? Quella di veder scivolare giù la produzione industriale? Ma no! Quella di essere governati dal migliore…). Ma dire che a giugno #hastatoSalvini è un po’ più difficile. Ne scaturiscono esilaranti equilibrismi, come quello di Repubblica, secondo cui sì, il dato è negativo, ma se lo riportiamo in base trimestrale allora è positivo

Vabbè…

Il grafico riportato dall’ISTAT chiarisce la natura truffaldina di questa impostazione:


È ovvio che il secondo trimestre 2022 sembri in crescita: dipende dal fatto che il primo trimestre era stato in calo, con un -3,3 a gennaio (preceduto da un -1,1 a dicembre). Ma anche il grafico dell’ISTAT, nel mostrarci solo gli ultimi cinque anni, qualcosa ci nasconde. Questo:


Siamo ancora del 21% sotto all’ultimo massimo pre-crisi finanziaria globale (aprile 2008). La ripresa avviata nel2009 dall’ultimo governo di centrodestra venne stroncata dalla stagione dell’austerità. I numeri sono lì. Un decennio di PD ha fatto il resto, cioè niente, lasciandoci dove i volenterosi carnefici di Bruxelles ci avevano gettato.

Credo che sia il caso di cambiare musica.

Voi no?







26 commenti:

  1. Io vorrei tanto che cambi musica. Ma tra astensionismo in crescita e libberoti ovunque (ribadisco che nel mainstream ci sono molti più liberisti oggi che non dieci anni fa) la vedo nera.

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    1. In un contesto in cui tutti i media sono liberisti pro mercati, in cui il pensiero egemone è quello liberista è difficile per una persona normale essere antiliberista! Eppure gli converrebbe. Ma tradisce il suo interesse e abbraccia l'interesse del più forte, del più ricco,del più potente.
      Qui vi è stata la bravura della classe egemone(finanziaria mercantile e i ricchi generazionali) aver trattato l'argomento economico come fosse una sola impresa o una singola famiglia. Perdendo la circolarità del sistema, gli altri(99%) hanno creduto che le teorie dominanti fossero anche nel loro interesse, nel mentre li rovinava.

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    2. Però la mia perplessità rimane. Rispetto a 10 anni fa la situazione economica internazionale è molto più compromessa (di cui la guerra in
      Ucraina e la frammentazione delle catene di produzione sono solo due delle tante conseguenze), ma malgrado ciò, gli slogan sul libero mercato e di fare a meno dello stato soprattutto nei settori strategici sono aumentati esponenzialmente: pensi solo alla parabola di Brunetta. A ciò
      che dichiarava fino a cinque anni fa su euro e Germania e ciò che dichiara adesso. Questo fenomeno non me lo spiego affatto. Per non parlare di Calenda e Marattin...

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    3. Io penserei piuttosto al fatto che non avrai più tante occasioni di sentire le esternazioni del Prof. Brunetta. So che i dettagli più invisibili sono quelli più in vista, ma se non foste molto distratti questo dovrebbe pur dirvi qualcosa.

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  2. Grazie Prof. Il tonfo del 2008, che ho vissuto dal lato dell'offerta (come lavoratore dell'industria) senza alcun bisogno del grafico ahimè per percepirlo, è stato quello che mi ha spinto ad iniziare, timidamente, a leggerLa per capire (assieme ai discorsi con uno dei miei colleghi, che aveva una esperienza lavorativa più lunga di me e aveva capito prima e assai meglio come andassero le cose). La saluto e Le auguro di riposarsi, La attendono mesi impegnativi. Sarà difficile invertire la tendenza, con i lacci e lacciuoli messi dai soliti noti, ma so anche che chi propugna la miracolosa uscita dell'Italia dai più svariati enti sovranazionali fa propaganda per gonzi (senza spiegare come sarebbe possibile attuarla evitando la guerra civile e che i "mercati" facciano all'Italia il deretano a scacchi nel mentre).

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  3. Stanno avvelenando i pozzi. Oggi è apparso sul sito di Oligarchia (ossia Repubblica) un insieme di servizi, on line, teso a dimostrare l'impossibilità dell'abolizione della ignominiosa Legge Fornero. Impossibilità dettata dalle regole di contabilità lUEtiche: cosa che viene chiaramente esposta fin dall'occhiello, guardandosi bene però dal compiere il passaggio successivo. In pratica, nel mentre scrivono simili sconcezze, ribadendo cioè l'impossibilità di abrogare una norma che persino la Corte Costituzionale ha già dichiarato in più parti priva di legittimità, non solo sul versante dei licenziamenti, ma anche su quello delle pensioni, così indirettamente ammettendo l'eventualità che in uno stato di diritto, per di più democratico, sarebbe possibile mantenere in vigore norme contrarie al diritto ed al principio di legalità se tali norme sono in linea con il principio di autorità riconosciuto in via esclusiva al vincolo esterno, dimostrano di essere nel cul de sac del Trilemma di Rodrick, ma non gliene importa un fico secco, perché, evidentemente, pur etichettandosi Repubblica, tengono fortemente per la conservazione dell'Oligarchia, con buona pace della democrazia e della Costituzione che si affrettano a dire invece di voler difendere. PD delendum est.

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  4. Io comunque non capisco Draghi. Voleva andarsene o no? Tutto sembra mostrare che volesse tagliare la corda, anche il discorso in cui chiedeva la fiducia senza minimamente andare incontro alle richieste dei partiti. Non è che lo scioglimento delle camere alla fine abbia fatto il suo gioco? Ovviamente andare a votare è necessario e la migliore delle soluzioni, però il rischio è che permetta di salvare la reputazione a Draghi per un eventuale ritorno, magari dopo un governo di centrodestra affossato a colpi di spread.

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    1. Adossare al " centrodestra" il prossimo " inverno del nostro scontento " è appunto uno dei vari "piani sistemici", essendo un altro l' ennesimo "governo di emergenza " con un parlamento ancora più "sterilizzato" del precedante.
      Perchè , parliamoci chiaro , Draghi non ha mai operato in disaccordo col "redelcolle" a cui peraltro niente impediva di accroccare un altro " governo del presidente".

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    2. Mah, io non sarei così armato di certezze sui diabolici piani dell'avversario. Quello che desiderava Draghi era assolutamente ovvio e comunque noto nell'ambiente (anche se solo Bisignani ha avuto il coraggio di dirlo): andarsene a sondaggi alti. A differenza di chi lo circonda, lui l'economia la sa e quindi, come dire, questo post non ha certamente avuto bisogno di leggerlo, ma se lo avesse letto lo avrebbe capito. Il gioco era quello di addossare la colpa a noi, ma non mi pare sia riuscito, almeno a giudicare dagli ebefrenici che su Twitter vanno berciando "55 fiducie" e non hanno capito una beata mazza di quello che è successo (nonostante fosse tutto scritto qui, prima, come al solito)!

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  5. "Affossato a colpi di spread"? Mi auguro che gli on. Bagnai, Borghi e non so chi altro del cdx, abbiano elaborato un piano per ovviarvi in qualche modo. Sarebbe una delusione per tutti i lettori vedere l'autore di questo blog cadere dal pero con il governo sullo spread. Vero senatore?

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  6. Come si è recuperato dal buco nero 🕳 del 2020 si può risalire la china , coraggio

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  7. Io, fossi in Lei e Borghi, mi candiderei con Italexit e via. Chiunque andra' al governo dovra' affrontare 6 mesi inimmaginabili, durante il quale il rischio di perdere faccia e consensi e' praticamente una certezza. Un amico.

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    1. Preferisco aver perso feccia. Il rischio di perdere la faccia sinceramente non lo vedo. Quanto a Italexit, non credo, in effetti, che possa correre il rischio di perdere consensi.

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    2. Per come la vedo io li' si andra' a parare comunque. In effetti Lei e Borghi potreste tentare di fare qualcosa di buono all'interno della maggioranza per poi eventualmente trasferirvi da Italexit quando la stessa maggioranza collassera'. Auguri e buon lavoro

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    3. Italexit non perderà consensi perché non li avrà. La tua idea che una persona per bene debba usare i partiti come taxi e tradire la fiducia dei propri compagni di squadra per conseguire non so quale fine dipinge molto bene la tua personalità. Non ti vorrei come socio, in realtà nemmeno come lettore, ma mi sei utile per far capire quale sia la tempra morale di chi si fa infinocchiare da Pappagone (qui detto, da tempo immemore, er Cotenna - perché non è da ieri che ha iniziato il suo gatekeeping, e chi c'era lo sa).

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    4. Tra il 3% e l'11 dell'inutile Salvini che dice di essere contrario all'invio delle armi armi ma vota a favore, contrario al green pass e alle chiusure ma vota a favore, contrario a Ursula&C ma sta al governo con Draghi e via dicendo non e' che c'e' molta differenza in termini di consenso: soprattutto non ci sara' molta differenza tra 3 o 4 mesi quando la realta' asfaltera' chiunque abbia avuto la sventura di vincere le prossime elezioni. Perche' secondo Lei il vile affarista ha scelto di terminare bruscamente l'avventura? Non sa che vincerete voi? Io credevo che Lei (e Borghi) fosse in politica non per compiacere amici vecchi e nuovi ma per sostenere la sua causa nobile. Ad ogni modo e' vero che oggi come oggi sia impensabile per Lei lasciare la lega, ma il tempo e' galantuomo.

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    5. Tu invece fai di tutto per non sembrarlo, forse perché non lo sei? O perché ti fai irretire dalle sozze e spregevoli canaglie? Dell'11% di Matteo parliamo il 26, vuoi? E come io sostengo la mia causa non lo faccio decidere, con tutto il rispetto, da una persona che i fatti dimostreranno essere intellettualmente un po' sguarnita. Ma, appunto: aspettiamo lo svolgersi dei fatti, poi torna. Il tuo commento successivo lo distruggo, ci vediamo il 26! Ti aspetto!

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  8. Scusate il fuori tema, volevo capire il sigificato di riduzione cuneo fiscale. Dal poco che ho letto, ho compreso che in busta paga il lavoratore riceve di più, solo perchè vengono diminuite le trattenute della pensione.

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  9. Cosa sarebbe successo tagliando la domanda?

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    1. https://goofynomics.blogspot.com/2014/07/und-andere-kollegen-astenersi-piddini.html?m=1

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    2. Intendo, cosa sarebbe successo, in quel modello, tagliando la domanda?

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    3. Semplice , applica il modello austerità su quei modelli. Il risultato non è difficile

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    4. Da maggio 2011 a luglio 2012 come escempio

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  10. Ah non ci sono dubbi sulla volontà di cambiare musica, ma dovremmo cambiarla votando per un partito che ha governato per tutto il tempo con Mario Draghi? Cioè l'uomo che ha fatto di tutto per svendere il paese e per portarlo nella situazione che è stata chiaramente descritta nell'articolo, col contributo fondamentale del suddetto del PD ma anche della Lega che con lui ha governato?
    La Lega che ha votato tutti decreti lesivi delle libertà personali e del lavoro dei cittadini? E se non li ha votati o ha votato contro, cosa ci faceva al governo con Draghi?
    Non si può tenere all'infinito il piede in tutte le scarpe per motivi "tattici". Ogni tanto bisogna dignitosamente dichiarare la propria alterità a certe cose, in particolare a Draghi.
    Possiamo aspettarci che giunta al governo la Lega finalmente mandi al macero il PNRR e avvii un percorso di recupero della sovranità monetaria e politica del Paese? O dobbiamo continuare ad aspettare all'infinito?

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