sabato 6 agosto 2022

Grillo e i suoi derivati

Per capire quanto siano stati avvelenati i pozzi vi propongo questo breve scambio tratto dal social azzurro cesso:


L’intento dell’Ambruosi è chiaro: accreditare l’idea demagogica del parlamentare che “non lavora”. Peccato che con me gli sia andata male:


Eh già! Perché quella riforma è anche opera mia, cosa che l’Ambruosi ignorava. Indegnamente, mi pregio di aver portato a quel tavolo, ottenendoli con pazienza e un minimo di capacità politica, l’abolizione dell’IRAP per i contribuenti persone fisiche e una estensione della no tax area anche per gli autonomi (a sinistra volevano intervenire solo sulle detrazioni dei loro presunti elettori: dipendenti e pensionati). Inutile, anzi: utilissimo, ribadire che a quel tavolo non avrei ottenuto niente se non avessi avuto dietro di me la formidabile squadra dell’unità fisco: Bitonci, Cavandoli, Gusmeroli e tutti gli altri. Superfluo, anzi necessario, far notare che a quel tavolo in cui si trattava la materia per cui i Parlamenti sono nati (il fisco: i Parlements nella Francia del Re Sole erano gli equivalenti delle nostre Commissioni tributarie regionali) il mio partito aveva mandato me, il parlamentare che secondo certi gegni del social azzurro cesso non conta nulla nel suo partito…

E qui vi faccio notare rapidamente due cose.

Primo: perché blaterare di Commissioni se la politica non la si segue o non la si capisce? Semplice: perché non tutti hanno avuto la fortuna di passare da qui, di capire come funziona (gli accordi vengono presi ai tavoli politici, il lavoro parlamentare avviene comunque a valle, non è tanto importante chi schiaccia il tasto quanto chi lavora su quale tasto schiacciare, ecc.). Voi questa fortuna l’avete avuta e so che l’apprezzate, perché vi permetterà di fare una scelta elettorale consapevole dei limiti e delle opportunità che l’attuale meccanismo di rappresentanza democratica offre.

Secondo: le querimonie del collega Marattin, che ci accusa di avere infranto un sogno (il suo: quello di passare alla posterità come il Vanoni o il Visentini del XXI secolo) sabotando (?) la delega fiscale sono totalmente infondate. Lo dimostra il fatto che la delega avevamo già cominciato a realizzarla, a piccoli ma significativi passi, da prima che fosse approvata! Questo non significa che se e quando la delega fosse approvata non si potrebbe procedere più speditamente. Significa però che se se la vuole prendere con qualcuno per non aver messo la sua firma sotto qualcosa, sarebbe più giusto che se la prendesse col passato Governo, che in un non inconsueto gesto di arroganza ha inserito nella legge delega una cosa che quasi nessuno voleva (la riforma del catasto) e ha tolto dalla stessa legge una cosa che volevamo noi, l’estensione della flat tax già approvata in legge di bilancio 2019 e poi abrogata dal PD e dai suoi useful idiots! Ricordo che i nostri ministri reagirono a questa provocazione uscendo dal Consiglio, e che lì inizio la lotta eroica dei colleghi della finanze Camera (Gusmeroli, Centemero, Cavandoli, Ribolla, ecc.) per raddrizzare questa stortura.

Le leggi di iniziativa governativa non decadono con la legislatura. Ora pareggiamo i conti con gli arroganti, poi passaggio in Senato, lettura definitiva alla Camera, e la delega ci sarà. Con la flat tax, che forse andrebbe conosciuta, prima di nominarla a razzo.

Ma di questo parleremo con più calma…









2 commenti:

  1. Prof., a riguardo, posso sommessamente ricordarle il post sulla flat tax che aveva promesso in una recente diretta? Grazie.

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  2. La magica funzione cerca di google = goofynomics+parola desiderata= https://goofynomics.blogspot.com/2021/11/il-tavolo-delle-tasse.html?m=1 dopo ci sono anche altri risultati tutti da leggere 🙂

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