"A chi fa il male torna indietro!"
Questo il sordo commento a mezza bocca profferito dal mio neoborbonico preferito sul palcoscenico di uno Stato membro dell'Unione Europea la cui valuta è l'euro. Il refrain di una cantata di Scarlatti era stato disturbato da uno schiocco sordo: il cantino del primo violino aveva ceduto. Mentre il secondo violino sostituiva in corsa il collega, suonando la sua parte, io con la destra suonavo al clavicembalo la parte del secondo violino, e il primo violino cambiava di corsa il suo mi (show must go on), il mio compagno di continuo non si era potuto trattenere dal vedere nell'insolito incidente una punizione divina per la tritatura di gonadi cui il primo violino ci aveva sottoposto alla prova generale. Forse non c'era #nessunacorrelazione, o forse sì... In ogni caso, pensarlo era tanto liberatorio!
Posso dare anche ampi esempi del contrario, posso cioè dimostrare che torna indietro anche il bene che si fa.
Il modo più semplice e più efficace di fare del bene al prossimo è mostrargli rispetto e considerazione. Solo nelle ultime due settimane mi è capitato di farlo due volte e di avere un immediato ritorno. La prima la settimana scorsa, andando alla presentazione del disegno di legge di un collega. Un gesto compiuto per affetto nei suoi riguardi (lo merita), da cui è scaturito l'incontro con un'altra persona molto interessante, anche lei presente in sala, che mi ha risolto un problema con cui mi stavo confrontando. La stessa cosa è successa ieri andando a Genova a sostenere i candidati della Lega, per affetto verso Edoardo Rixi e verso Genova: in una interminabile coda di un'ora a Fiumicino mi è capitato di rivedere un funzionario di profilo elevatissimo, che mi onora della sua da me immeritata stima, e col quale ci siamo intrattenuti parlando del più e del meno. Una conversazione interessantissima che molto ha aggiunto alle mie conoscenze (e al mio piacere di rivedere Edo a Genova).
Non è essenziale che vi dica chi è questo funzionario, non vorrei esporlo politicamente (sono pur sempre un pericoloso - tanto più in quanto subdolo - noeuro!), ma è utile che vi riferisca succintamente quello che mi ha detto. Utile pro futuro (estote parati quia nescitis hora crisis ventura est...), ma anche utile retrospettivamente, per valutare un tema che ho portato tanto tempo fa alla vostra attenzione, e ieri alla sua (a proposito, aspettate un attimo che gli mando il pdf...), e che si ripresenta quindi come QED.
Dunque, la storia va così: l'OCSE ha pubblicato il Global Debt Report 2025, i cui numeri chiave sono:
- 25.000 miliardi di obbligazioni pubbliche e private emesse nel 2024 (tre volte il volume del 2007);
- 100.000 miliardi di obbligazioni pubbliche e private in essere;
- 40% delle obbligazioni esistenti in scadenza entro il 2027 (andranno cioè rinnovati 40.000 miliardi di debito).
Ora, già questi sono numeri da tenere in mente. Ci eravamo già intrattenuti poche settimane fa sul fatto che il debito pubblico (obbligazioni emesse dal settore pubblico) avesse raggiunto dimensioni storicamente fuori scala:
e avevamo collegato questo sviluppo preoccupante alle caratteristiche intrinseche della terza globalizzazione, in particolare all'abbandono della cosiddetta "repressione finanziaria", abbandono che da un lato aveva determinato un'impennata dei tassi di interesse, e dall'altra una frenata della crescita, contribuendo significativamente a una crescita strutturale del cosiddetto snowball factor (la discussione la trovate nel post su 130 anni di debito pubblico).Oltre a confermarci che in effetti di bond (obbligazioni, titoli di debito) in giro ce ne sono parecchi, il rapporto fa un'altra sottolineatura importante riferita ai titoli di debito privato, questa:
Le emissioni di obbligazioni private si sono scostate significativamente al rialzo dal loro trend storico, ma a questo scostamento non ha corrisposto un simile scostamento verso l'alto degli investimenti privati:
Ora, due considerazioni rapide, una di metodo e l'altra di merito.
Come metodo, ci rassicura che anche l'OCSE consideri lo scostamento dal trend storico un valido strumento di statistica descrittiva. Si tratta dello stesso strumento che qui abbiamo usato per mettere in evidenza la stasi della crescita italiana dalla crisi finanziaria globale in avanti:
incorrendo nelle critiche di qualche sciocchino su Twitter. Ricorrere a un simile strumento non significa ipotizzare che il processo generatore dei dati, cioè il "modello vero" del Pil, sia una tendenza deterministica (una retta tirata col righello). Nel caso delle serie di debito e investimento prodotte dall'OCSE si vede a occhio, e un banale test di radici unitarie lo confermerebbe, che la loro tendenza è stocastica (un tema di cui ci siamo occupati undici anni or sono parlando delle passeggiate aleatorie). Questa osservazione tecnica nulla toglie alla validità dell'estrapolazione di una tendenza deterministica come strumento descrittivo, come indicatore di un'anomalia, sia essa la rottura del trend deterministico, o una raffica di shock aleatori prevalentemente al rialzo. Questo però è tecnichese che a pochi di voi non servirà perché sono sufficientemente competenti, mentre alla stragrande maggioranza non servirà perché per loro è arabo (e razionalmente preferiscono dedicare il tempo ad altro).
Il punto più importante è quello di merito. Il risultato che l'OCSE evidenzia non dovrebbe sorprenderci, perché appare come una conseguenza diretta del fatto che il nostro capitalismo finanziario funziona esattamente nel modo descritto da Julie Froud e dai suoi coautori in Accumulation under conditions of inequality, un saggio che mi era servito nell'elaborare Crisi finanziaria e governo dell'economia, e sul cui contenuto vi avevo estesamente riferito in questo post di dieci anni fa.
Cosa dice infatti l'OCSE nel ritaglio che ho riportato? Dice che “invece di finanziare investimenti produttivi [NdCN: acquisti di macchinari, attrezzature, impianti, capannoni industriali, ecc.], una gran parte delle recenti emissioni di obbligazioni private è andata a finanziare operazioni puramente finanziarie come il rifinanziamento di posizioni debitorie e pagamenti di dividendi (o riacquisto di azioni).”
Insomma, esattamente quello che l'articolo di Froud prevede che accada nel cosiddetto coupon pool capitalism:
Ovviamente non vi rimetto qui tutta la spiegazione di come si passi da un capitalismo "produzionista", dove il debito va a finanziare investimenti produttivi, al capitalismo finanziario in cui il debito crea valore per gli azionisti (che si intascano i soldi raccolti a debito) ma non per il sistema economico nel suo complesso (che non beneficia di un effettivo aumento di capacità produttiva a fronte dell'aumento di debito). Chi vuole può rileggersi l'articolo del 2015. Qui mi limito ad andare alla conclusione, che è molto semplice: siccome questo debito non va a finanziare investimenti produttivi, è improbabile che generi un flusso di rendimenti sufficiente a ripagare se stesso (con gli interessi). Più facile che lo si rifinanzi con altro debito, alimentando un gigantesco Ponzi game (e questo è, del resto, uno degli scenari prefigurati da Froud et al., come potrete constatare nel post del 2015). Produzione di debito a mezzo di debito, appunto.
E quindi?
E quindi bisogna fare attenzione: con 40.000 miliardi di titoli di debito pubblico e privato da rifinanziare, e un debito privato contratto secondo le logiche che abbiamo descritto, non si può escludere che la bolla esploda, anche perché il debito che dovremmo rifinanziare entro il 2027 è per lo più debito contratto prima del 2021, cioè nel meraviglioso mondo dei tassi zero sulla cui logica c’eravamo intrattenuti ad esempio qui. Ora, al netto delle motivazioni per cui i tassi erano scesi a zero, e delle valutazioni su quanto sano fosse quel mondo, resta il fatto che ora quel mondo non c’è più, e che quindi da qui al 2027 40.000 miliardi di debito andranno rifinanziati a tassi significativamente più alti, cioè sottoponendo a uno stress significativamente più alto il conto economico delle entità emittenti. Se aggiungiamo che una parte significativa di questo debito non genererà grandi ritorni per i motivi specificati sopra (perché non corrisponde a investimenti produttivi) è chiaro che qualche motivo di attenzione c’è.
Nessun allarmismo, naturalmente (io comunque nel mio ruolo non potrei!), ma al contempo evitiamo la dabbenaggine di chi ci ha predicato la “fine della storia“ o di chi ci ha raccontato che “questa volta è diverso“. No, non è diverso. Purtroppo l’unica correzione efficace delle storture strutturali del sistema sono le rotture di sistema, e questo vale tanto per il sistema finanziario, quanto per il sistema sociale nel suo complesso. Ne parlavo oggi a pranzo a Firenze con uno di voi, uno storico, da cui ho imparato altre cose interessanti. Per oggi, però, accontentiamoci di riflettere su questo QED, che è da un lato conferma del fatto che Froud e i suoi coautori avevano ragione nello scrivere quello che hanno scritto, e dall’altro che io non avevo torto nel dedicare un po’ di tempo a spiegarvelo dieci anni fa e a rispiegarvelo oggi.
Resto a disposizione per approfondimenti.
“questa volta è diverso“: eccerto!!! Fino a quando i governi non avranno la volonta e soprattutto la possibilità di fare tutta la spesa pubblica necessaria per mettere a lavoro tutti quelli che hanno voglia o necessità di lavorare, azzerando di fatto la disoccupazione, oppure guardata da l'altro punto di vista facendo politiche di piena occupazione, imponendo gli stipendi minimi e garantendo la produzione di tutti i prodotti e i servizi strategici, cambierà ben poco!!! Detto tutto d'un fiato...
RispondiEliminaNon lo direi tutto d’un fiato e non lo direi così, anche se questo è un pezzo del problema.
EliminaPurtroppo si, è solo un pezzo, e lo stesso non è per niente di facile gestione. Come sappiamo la spesa pubblica è di due distinti e ben identificabili tipologie: quella produttiva e quella improduttiva...stò scherzando, anche se non ho mai capito come si fa a distinguere tra le due!!! 😅Comunque si le questioni sono complesse e dipendono dalla concatenazione di molte volontà e molte scelte. Da dove sarebbe però più sensato, opportuno e soprattutto possibile partire per strigare la matassa?
RispondiEliminaMi sembra abbastanza leggibile, dato il contenuto del post e dei post citati: bisogna ripensare le regole dei mercati finanziari. La conclusione del post afferma (ma ora metto anche il sottotitolo) che questo non sarà possibile fino a quando i mercati non verranno travolti da una crisi cataclismatica, cioè da se stessi. Solo a fronte di un evento di gravità inaudita (o dimenticata) i governi troveranno nella legittimazione derivante dall’indignazione popolare una forza politica sufficiente per ripristinare regole che assicurino un minimo di ordine al circuito del risparmio. Quindi bisogna, in conclusione, che le cose vadano molto, ma molto peggio, prima che possano tornare ad andare un po’ meglio. Questo ovviamente è solo un educated guess basato sulle lezioni che la storia insegna a chi vuole impararle. Se il numero degli scolari fosse maggiore, molto maggiore, forse si potrebbe provare a risolvere il problema in un altro modo, ma questo richiede una composizione di interessi che è estremamente complesso raggiungere in condizioni ordinate dei mercati.
EliminaQuindi in pratica occorrerà usare le stesse armi del nemico ma in qualche maniera rivolgergliele contro. Il tanto odiabile "governo a botte di crisi" con la differenza che il nemico le crisi si arrogava il diritto e aveva il potere di causarle, noi dovremmo approfittare delle scivolate sulle bucce di banana dello stesso. In questo senso dobbiamo auspicarci che la morente bestia dell'apocalisse si dimeni a sufficienza ma stando ben attenti a non dare l'impressione che si possa essere dalla sua parte. Comunque si, le masse oggi largamente inconsapevoli prendono posizione solo quando schiacciate e spesso prendono la posizione sbagliata. I politici ovviamente "brutti, cattivi e corrotti" dovranno stare molto attenti a non essere dialaniati dal fuoco amico. Però io mi domando come possa essere possibile che si debba essere costretti a fare simili ragionamenti! Noi ultracinquantenni riusciremo a lasciare una umanità con un briciolo di buon senso, semplicità, verità ai nostri figli???
EliminaQuando Obama fu eletto nel 2008 aveva una forte legittimazione popolare, frutto anche dell'indignazione per la crisi Lehman & co., ma evidentemente non forte abbastanza da permettergli di fare qualcosa a riguardo (non so nemmeno se ne avesse la volontà ma questo è irrilevante credo). Dal che si deduce, forse, che la crisi che deve travolgere il sistema finanziario per consentire le condizioni favorevoli a riformarlo dovrà far sembrare quella del 2007-2008 una scampagnata frizzante. Insomma, dovrà necessariamente portare a quel Chichijima moment che lei prevede ormai da anni.
EliminaLa domanda che mi pongo è: esiste un modo perché questo Chichijima moment colpisca solo "loro" e non travolga tutti noi prima di arrivare a "loro"?
Partendo dalla fine: ovviamente no, anche perché per motivi tecnologici, l’unico Chichijima moment possibile oggi è di tipo nucleare, e quindi non ce n’è per nessuno. Sinceramente, non mi ricordo se Obama si proponesse di essere parte della soluzione. È sufficientemente chiaro che era parte del problema, appartenendo a quella élite progressista strettamente connessa al governo della globalizzazione finanziaria. Comunque sì, se succede qualcosa sarà necessariamente qualcosa di peggio che nel 2008, per il semplice motivo che le esposizioni finanziarie, come il post spiega, oggi sono molto maggiori, mentre le regole e i presidi di stabilità finanziaria apportati rispondono alle stesse logiche destabilizzanti della globalizzazione.
EliminaViste le dimensioni della bolla, in caso di scoppio presumo sia inverosimile attendersi che anche questa volta i vari Stati riescano ad accollarsene la porzione privata, anche con l'aiuto delle banchecentraliindipendenti, giusto? Se così fosse, è probabile che le conseguenze economiche sarebbero simili a quelle della crisi del 1929 (portafogli azzerati per migliaia di investitori/risparmiatori e conseguente depressione economica protratta), oppure mi sfugge qualche dettaglio? Grazie!
RispondiEliminaMa no! Questa volta è diverso! 😂
EliminaSecondo quanto detto è da augurarsi che la signora Lagarde non abbia il corraggio di fare quello che fece Draghi dopo il 2011 o comunque non nelle dimensioni sufficienti a salvarci, legittimando i governi ad agire di conseguenza, consapevoli che comunque non verranno con tutta probabilità capiti almeno fino a quando al governo non ci saranno più. Come si dice dalle mie parti, che Dio ce la mandi buona!
Eliminahttps://www.youtube.com/shorts/z2JO3AaxhhQ l'idea sembra buona, garantire gli interessi sul debito con stablecoin o trasformarlo interamente in cripto, e magari parcheggiarlo in una gigantesca bad bank virtuale fuori dalle regole del circuito finanziario globale (con progressivo depotenziamento della Fed). Da seguire con interesse
RispondiEliminaVae victis!
EliminaIo direi da osservare sufficientemente a distanza! L'ammistrazione Trump pare consapevole del fatto che i cittadini US non saranno psicologicamente in grado di fare quello che abbiamo fatto noi in Europa in particolar modo in Italia, quando saranno travolti da una inflazione che li costringerà nella migliore delle ipotesi a dimezzare il loro tenore di vita. Gli strateghi del presidente US proveranno ad esportare l'inflazione tentando di farla pagare ai più ricattabili, auguriamoci che il giochino funzioni e che gli stessi non ri rivolgano verso protettori più responsabili, altrimenti non ci saranno crypto che potranno tenere! La crisi che travolgerà il mondo occidentale potrebbe arrivare ad una velocità da non darci nemmeno il tempo di pensare a come reagire.
RispondiEliminase tu hai un problema di debito pubblico fuori controllo, puoi fare banalmente 3 cose : stimolare l'economia reale e incrementare la produzione (ridurre il debito), tassare i prodotti esteri (ridurre il deficit), cambiare le regole del gioco (ridurre gli interessi). La quarta opzione (l'austerità) come la UE insegna, è prociclica e prosistemica. Potresti anche agire sulla valuta ma qui stiamo parlando del superdollaro, impossibile da controllare (tranne il tweaking con una valuta twin farlocca come l'euro), allora Trump cosa fa? Si inventa un sistema parallelo e depotenzia il sistema consolidato (la Fed). L'unica cosa che si gestisce, come ho imparato da questo blog, è il "falso spauracchio" dell'inflazione
EliminaPerdonami anonimo, assolutamente senza offesa, mi pare un po' fritto misto. In ordine: la leva principale che ha il governo per "stimolare l'economia reale" è la spesa pubblica cosa che non va troppo d'accordo con la riduzione del debito! La riduzione del deficit commerciale verso l'estero si può fare mettendo dazi ma anche stimolando le esportazioni in coerenza con il primo punto. La riduzione degli interessi è complementare al primo punto, nel senso che per stimolare l'economia la banca centrale normalmente prima abbassa gli interessi e contemporaneamente o subito dopo compra titoli di debito pubblico a go go o se ci piace di più mette in atto politiche di quantitative easing come le chiamavano gli "ammerigani" e come da un po' le chiamiamo anche noi, o se ci piace ancora di più emette moneta! Agire sulla valuta è quelle già detto sopra, non capisco quindi cosa intenderesti tu con lo stesso. Poi perché il dollaro sarebbe impossibile da controllare? Lo è se il governatore della FED non è dalla tua stessa parte della barricata... non ho chiaro cosa si starebbe inventando Trump come sistema parallelo, lui semplicemente sta provando a convincere, stimolare, OBBLIGARE CON QUALCHE RICATTUCCIO, fino ad ora cosiddetti partner a comprare titoli di debito pubblico US a condizioni vantaggiose...per gli US!!! Non capisco infino cosa intenti dire con il fatto che l'unica cosa che si gestisce sia il falso spauracchio della inflazione, per gli US nei prossimi anni rischierà di essere molto concreto invece...credo.
Eliminapartendo dal presupposto che Trump e Powell hanno una diversa visione (attualmente la Fed non fa la Fed come da statuto, ma la simil-Bce): sul lato riduzione del debito, se fossi in Trump farei investimenti con la I maiuscola solo in settori strategici, con alti profitti e ritorni significativi nell'economia reale, e parallelamente firmerei accordi bilaterali per commesse miliardarie a bomba con la qualunque; sul lato deficit sono d'accordo con te ma sui dazi ho margini di manovra, sulle esportazioni devo investire per essere competitivo; quanto agli interessi, io intendo quelli sul debito pubblico, che sono il più serio problema dell'economia americana, come si evince dal thread di Bagnai, e che Trump cerca di mitigare con le cripto e un diverso approccio. Sul dollaro: è vittima del proprio gigantismo, quando si hanno le spalle larghe il carico lo puoi sopportare, in caso contrario cominci a scricchiolare, soprattutto se la fed non è d'accordo con te. Sull'inflazione: parafrasando Draghi, c'è l'inflazione buona e quella cattiva, l'importante è che non si trasformi in stagflazione (in soldoni, se sei bravo, sai come gestirla)
EliminaSì, concordo, l’anonimo (che non so se sia uno o più di uno), in questo caso specifico ci delizia con parole in libertà. Diciamo che se il nostro problema fosse aumentare il traffico, andrebbe bene così. Qui però il gioco è un po’ diverso, è approfondire il ragionamento, e quindi così non va tanto bene!
Eliminanon sapevo di essere soggetto a profilazione..le parole in libertà e il ragionamento sempliciotto sono dovute a scarsa attitudine alla divulgazione e una rara capacità di sintesi che spesso sfocia nel delirio profetico (quanto non nella cataconia da trip); cerco solo di dare uno stimolo alla riflessione, seppur lacunosa, in ossequio al detto "una parola è poca, e due sono troppe"
EliminaQuesto post è una vera bomba. Io penso ai miei risparmi che dovranno garantirmi una pensione confortevole. E penso anche che se succede come le altre volte il debito privato si trasformerà in debito pubblico lasciando ancora una volta una scia di sangue.
RispondiEliminaMi stupisce che lo trovi così sconvolgente perché sono cose purtroppo risapute. Non so se il debito privato potrà trasformarsi in debito pubblico, perché ce n’è tanto, e anche quello pubblico è a livelli storicamente da record. Non siamo quindi come nella crisi cosiddetta dei debiti sovrani vissuta nel 2010. Abbiamo un debito a livello post bellico, mentre intorno al 2010 molti paesi, in particolare quelli più colpiti dalla crisi, avevano ampio spazio fiscale per mettere una pezza al disastro della finanza privata. Ora questo spazio non c’è. Lo abbiamo visto parlando della Spagna. La scia di sangue è inevitabile, come sempre nella storia, ma che il rimedio possa essere un bail-out pubblico di qualche tipo non saprei dirtelo, dovremmo rifletterci un po’ di più.
EliminaP.s.: A tua scusante, e per giustificare la tua sorpresa, ti evidenzio che anche alti funzionari dell’OCSE erano molto sorpresi da questo scollamento del debito dagli investimenti. Eppure è, come vi ho documentato, una previsione ovvia di un modello tutto sommato plausibile anche ex ante (ex post, cioè ora, mi sembra chiaro che il modello sia plausibile visto che sta succedendo quello che prevedeva)! Il fatto però è che era un modello non molto matematizzato, pubblicato su riviste di rango non eccelso, da economisti non considerati particolarmente rilevanti semplicemente perché osservavano la realtà, come abbiamo sempre fatto qui. Vedrai che prima o poi arriverà anche qualcuno che spiegherà le stesse cose con ampio uso di integrali, ovviamente a disastro fatto, spiegandoci dopo in un modo accettabile dalle élite perché incomprensibile per voi quello che qui sapevamo prima.
EliminaMi chiedo: com'è possibile che la Sinistra ignori certi pericoli? Non abbiano in progetto delle modifiche normative per indirizzare meglio gli investimenti privati. Peraltro anche negli investimenti pubblici non siamo messi molto bene come produttività. Politica al servizio dei loro finanziatori e potere economico sempre più concentrato in pochi soggetti? C'è una qualche proposta di legge, da parte della Lega o altro partito, a livello nazionale o estero, che cerchi di sanare certe mostruosità?
RispondiEliminaCarissimo, scusa, che cosa c’entra la sinistra come categoria politica in un ragionamento di questo tipo? La sinistra ci ha consegnato all’euro, che è l’esasperazione di queste logiche. Perché mai dovrebbe approntare dei rimedi contro un mondo che ha voluto per realizzare lo scopo assolutamente lecito di restare in vita? L’inchino ai grandi fondi era una condizione necessaria per assicurarsi una sopravvivenza. Vero è che vediamo oggi la sinistra promuovere un referendum contro il suo jobs act, ma lì siamo a un livello più becero, comprensibile perfino da un Landini, mentre qui siamo su un piano un pochino più raffinato. Queste mostruosità si sanano con la democrazia.
EliminaBuongiorno Prof. Un po’ OT. In tema di referendum: ieri, passeggiando in città, mi sono imbattuto in uno dei tanti poveri distributori di volantini pro SI. Lì per lì stavo dare sfogo alla mia rabbia accumulata in tanti anni di menzogne “sinistre”. Poi ho riflettuto, pensando a lei e all’educazione ed al rispetto che ci ha insegnato e che, in ogni caso, meritano quelli che non la pensano come noi, ed ho deciso di rispondere pacato ma duro. Ho contato fino a dieci, guardando il suo sorriso da illuso stampato sul volto e la sua mano tesa con il volantino rosso macelleria in mano. Confesso che ho veramente provato della pena per lui. Poi, guardandolo fisso gli ho detto: “scusami, non so’ se hai più coraggio tu, o quelli che ti ci mandano, ad andare in giro a distribuire i volantini per il SI. Apri gli occhi e cerca i documenti e le prove che ci sono, se uno vuole cercarle, e ti accorgerai che sono stati proprio quelli che ti hanno mandato oggi in piazza a fare propaganda, ad approvare tutte le leggi e le riforme del lavoro che hanno creato il macello sociale a cui, io e te, assistiamo oggi. Adesso cercano di rimuovere il disastro facendosi passare per «salvatori della Patria!». E me ne sono andato via.
EliminaPossono essere successe due cose, che non conosco, ma che mi sono augurato: o è rimasto lì in piazza e deve ancora riprendersi dallo shock; oppure è tornato in sede e gli ha tirato contro tutti i pacchi di volantini che gli avevano consegnato. In ogni caso spero per lui che abbia aperto gli occhi.
Secondo me è successa una terza cosa.
EliminaNulla?
EliminaLa spiegazione più economica è spesso la più plausibile.
EliminaEgregio Onorevole,
RispondiEliminale scrivo per una domanda, leggermente fuori tema, relativa agli investimenti privati.
Farò riferimento ai seguenti dati USA:
1) Investimenti privati
https://fred.stlouisfed.org/series/FPI
2) Consumo (o deprezzamento) dei capitali privati
https://fred.stlouisfed.org/series/A024RC1Q027SBEA
Nel seguente grafico è presente il rapporto tra le quantità 1 e 2:
https://fred.stlouisfed.org/graph/fredgraph.png?g=1J6Qg&height=490
Si può vedere che il rapporto era mediamente pari a 1.8 dagli anni '50 agli anni '70. Dagli anni '80 alla GFC era mediamente pari a 1.5. Dopo la GFC il rapporto è sceso, in media, a 1.3.
Nel seguente grafico si può vedere, invece, il rapporto tra il deprezzamento dei capitali ed il reddito interno lordo:
https://fred.stlouisfed.org/graph/fredgraph.png?g=1J6QL&height=490
Il suo valore (in continuo aumento) è passato dal 10% del secondo dopoguerra, al 17% attuale.
Visto quanto sopra, verrebbe da dire che:
- il deprezzamento dei capitali, rapportato al reddito, è in continuo aumento;
- questo è anche dovuto al fatto che il rapporto capitale/reddito è in crescita;
- i nuovi investimenti, in sostituzione di asset obsoleti, assumono sempre maggior valore;
- diventa così più dispendioso incrementare la capacità produttiva aggregata.
Le chiedo se l'ultima deduzione è corretta e se vi sia un nesso tra i dati da me riportati e la dinamica del debito da lei descritta.
Un saluto,
Fabio
Non per niente Buffett sta accumulando liquidità già dall'anno scorso.
RispondiEliminaProbabilmente è in anticipo rispetto a ciò che potrebbe succedere nei mercati ma lo considero comunque un segnale visto il suo modo di investire conservativo.
Buffett ha sempre detto che alle previsioni macroeconomiche non bada (ed è stato fortunato che ha vissuto negli USA) però, può essere, che a livello micro non veda più quel margine di sicurezza tra rendimenti ottenuti e prezzi pagati per acquistare azioni.
Qualche anno fa girava questo grafico (lo si trova qui, a pagina 13 di queste slide: https://www.dbresearch.com/PROD/RPS_EN-PROD/PROD0000000000503568/Monthly_Chart_Book%3A_December_Economic_Chart_Book_%28.pdf?undefined&realload=gr2Ukvh5kMMhrZaoPeiNBcKLPaAws8ptGC54SWVGNXqDEi/7dcTKl79ROId8CWTx ) che può benissimo andare in coppia con quello dell'OCSE su indebitamento e investimenti: la crescita del mercato azionario statunitense che si è osservata dal 2009 in poi (fino al 2019 in questo caso) è stata guidata dal riacquisto di azioni proprie da parte delle società quotate (i buybacks appunto) e quindi la liquidità raccolta dalle società è almeno in parte andata in tasca agli azionisti delle stesse.
RispondiEliminaIl punto penso sia chiedersi (e immagino lei una sua risposta ben chiara già la abbia) cosa guidi questi fenomeni: è un problema di eccessiva disuguaglianza nella distribuzione di reddito e ricchezza, un problema di incentivi che i management delle società quotate hanno e che fanno sì che non venga data priorità alla creazione di valore a lungo termine ma alla creazione di valore a breve termine, tramite l'"abbellimento" di queste società agli occhi dei mercati finanziari (queste operazioni mirano spesso a migliorare certi indici finanziari cui gli investitori prestano particolare attenzione), un problema di organizzazione dei mercati finanziari?
Su quest'ultimo punto, tra l'altro, parlando l'OCSE di emissioni obbligazionarie e riferendosi l'articolo di Froud et al. ai casi di USA e UK, ci si sta quindi riferendo a sistemi finanziari incentrati soprattutto sui mercati dei capitali e non tanto sul sistema bancario, come invece è storicamente il caso di gran parte dell'Europa. E questo volendo rimanda anche a tutta la discussione sull'unione bancaria e l'unione dei mercati dei capitali che danno la sensazione di voler rendere quello europeo un sistema finanziario più simile a quello anglosassone, con un ruolo predominante dei mercati dei capitali e un sistema bancario sempre più incentrato, dietro l'argomento delle economie di scala e dell'efficientamento, su grandi gruppi a discapito delle banche più piccole.
Sì, è questa la posta in gioco: la definitiva americanizzazione del nostro sistema, che si muove sui due assi complementari della disintermediazione bancaria del risparmio, e della compressione del ruolo pubblico nel circuito del risparmio, come ci siamo detti tante volte. Del resto, ieri anche Claudio ha fatto una interessante sottolineatura su questo punto, cioè sul fatto che le banche si stanno lentamente condannando all’irrilevanza, e questo non è un bene, anche se perfino nel mio partito ci sono persone che lo valutano in modo diverso (ma questo è un altro discorso). Quanto alle forze che guidano questo processo, ne abbiamo parlato più volte fra noi e mi limito ad aggiungere una sottolineatura, che credo di aver fatto già 10 anni or sono nello stesso contesto. Il sottostante macroeconomico del ragionamento di Froud è un modello di tipo kaleckiano In cui diversi gruppi di consumatori hanno diverse propensioni al consumo. Più specificamente, i consumatori a reddito più elevato hanno una propensione al consumo relativamente inferiore.questo è l’impianto anche dell’unico modello teorico che ho scritto, insieme con Rieber. La conseguenza di questo dato di fatto empiricamente riscontrabile è che la concentrazione del reddito nelle mani di pochi ricchissimi determina una strutturale crisi di domanda. Il problema quindi diventa che anche se si facessero investimenti produttivi nella classica logica della efficienza marginale del capitale che abbiamo studiato a scuola Non ci sarebbe sufficiente domanda per assorbire la produzione. Siamo sempre lì, nella strutturale tendenza di una economia capitalistica ad alimentare crisi da sotto domanda, o da sovrapproduzione, o da caduta tendenziale del saggio di profitto. Quello che l’OCSE osserva è che per mantenere i profitti a un livello appetibile le aziende private da anni si indebitano. Siamo già in un Ponzi game. Ma, per dirla come la dice sempre Capezzone: “chi siamo noi per…”. Mettere in guardia gli altri è impossibile, stare in guardia noi è auspicabile.
EliminaPer stimolare la domanda un'idea, già collaudata, è di pagare una parte degli stipendi pubblici con titoli di credito che scadono entro una certa data. A quel punto la gente si trova costretta a spendere.
EliminaOppure con l'inflazione, ma quella chi ha molti soldi, e quindi comanda, non la vuole.
Scusa, Tommaso, dove sarebbe stata collaudata l’idea di cui ci parli? E in che modo l’inflazione stimolerebbe la domanda, visto che, presa isolatamente, rappresenta semplicemente un calo del potere di acquisto delle retribuzioni? Mi sfugge qualcosa…
EliminaNon vorrei dire castronerie ma so che nella città di Woergl usarono una cosa simile per ridurre l'impatto della crisi del '29, e funzionò.
EliminaA livello logico mi torna: se ho sul conto dei crediti che entro una certa data lo stato riconosce, ma che dopo non riconosce più, e li spendo. Chi li riceve in data vicina alla scadenza, li userà infine per pagare le tasse.
Per quanto riguarda l'inflazione, il mio pensiero è stato: se ho 10 euro, con cui oggi mangio la pizza, ma con cui domani comprerò appena una caramella, me li spendo oggi. Non ha più senso risparmiarli.
Chiedo scusa, Tommaso, ma devo far notare, senza offesa per nessuno, che qui argomenti del tipo “mi ha detto micuggino che in Tirolo sono scampati dalla crisi del 29” non hanno molta cittadinanza, indipendentemente dall’esito del referendum, per il semplice motivo che sono grossolani metodologicamente e falsi fattualmente. Qui noi non riportiamo dei sentito dire, ma dei dati o dei risultati scientifici, citando la fonte, e siamo qui proprio perché questa piattaforma consente di citare le fonti, a differenza di piattaforme come Twitter che penalizzano chi cita le fonti. Quanto alla tua valutazione sugli effetti dell’inflazione Nello stimolare i consumi, sono valide solo nel caso estremo e ipotetico di iper inflazione, che comunque, per ovvi motivi, si concentra in periodi di tempo molto circoscritti e non può rappresentare una soluzione strutturale al problema del deficit di domanda. Spero di essere stato utile.
EliminaHo cercato su research gate ed a livello di riferimenti storici, che qualcosa del genere è successo c'è conferma (la ricercatrice ha h-index pari a 8) :https://www.researchgate.net/profile/Ester-Barinaga/publication/339528488_The_miracle_of_Worgl_Teaching_Case/links/5e578f544585152ce8f298ae/The-miracle-of-Woergl-Teaching-Case.pdf?origin=publication_detail&_tp=eyJjb250ZXh0Ijp7ImZpcnN0UGFnZSI6InB1YmxpY2F0aW9uIiwicGFnZSI6InB1YmxpY2F0aW9uRG93bmxvYWQiLCJwcmV2aW91c1BhZ2UiOiJwdWJsaWNhdGlvbiJ9fQ&__cf_chl_tk=hOPv4G3lMuC77YcKcnN.zBm42Y1tFaMD_TxHNGluCKY-1747568183-1.0.1.1-FzbgbxA0VX6riwAa_RDqSUo6JhlmLbqZlIz1E3OJUjg
EliminaAd ogni modo non sono particolarmente affezionato a quest'idea, voleva solo essere solo un possibile spunto su quali potessero esserne i limiti a livello di meccanismo.
Ad ogni modo il problema dei bassi consumi non sono di facile soluzione. Ho conosciuto un sacco di gente con reddito superiore al mio (che non è male) che spende pochissimo.
Io stesso non ho debiti, non ho spese fisse, eppure non spendo granchè: i miei hobby sono tutti piuttosto economici (realizzazione di circuiti elettronici, programmazione, lettura, studio).
Il punto secondo me è che le città sono sempre più brutte e degradate per cui la gente non esce di casa. Non tanto perchè c'è delinquenza quanto perchè c'è bruttura.
Basta guardare la Firenze di Amici Miei e confrontarla con qurlla di oggi.
Una possibile soluzione potrebbe essere restituire dignità ai centri abitati, rivalorizzare l'artigianato, rendere concorrenziali i negozi rispetto ai centri commerciali.
Se la gente inizia ad uscire, le relazioni sociali recuperano centralità, per cui le persone tornano a comprare vestiti, auto belle etc.
Al momento per quale ragione dovresti comprare una bella macchina? Per andare al supermercato la domenica?
Il paper me lo guardo, ma continuo a non capire quali lezioni generali potremmo trarre da una cittadina del Tirolo più piccola di San Giovanni Teatino, e soprattutto perché mai se ci fossero lezioni da trarre qualcuno non le avrebbe già tratte. L'unica spiegazione per questa svista sarebbe una volontà dei governanti cattivi che noncielodiconoohh1!1!! di sterminarci tutti quanti per pura cattiveria d'animo. So che di fronte al difficilmente comprensibile si reagisce col difficilmente plausibile, ma non approvo.
EliminaNon credo che con l'artigianato si possano rimediare le storture del sistema finanziario internazionale, pur avendo anch'io nostalgia di Firenze, che non esiste più (come ho potuto constatare ieri).
In particolare facevo riferimento alla sua risposta a Simo97 in cui dice: [quote]Non ci sarebbe sufficiente domanda per assorbire la produzione.[/quote]
EliminaIl succo di quello che volevo dire è che in un contesto di generalizzata mestizia e di decadimento urbano, anche chi ha i soldi non spende.
Forse, dal lato del cittadino, la cosa migliore per prepararsi è comprarsi una bella casa con terreno e pozzo. Mettere l'orto, le galline, ed aspettare.
RispondiEliminaTanto le galline mica se ne intendono di finanza, le uova le fanno lo stesso.
La domanda però è: secondo lei, lo Stato sarà comunque in grado di garantirmi che il mio orto rimarrà solo mio? E che nessuno scavalcherà il recinto?
***Tanto le galline mica se ne intendono di finanza***
Eliminama "la finanza" si intende anche di "galline" ( e i piddini sono dappertutto)
Ad esempio non ti sei ancora accorto che stanno abbattendo polli a milioni in tutto il mondo con la scusa de "l' aviaria " ?
Non crederai mica si possa andare come un tempo a comprare galline "vive" dal contadino ?
Prof. Non riesco a smettere incessantemente di pensare a cosa potremmo fare in attesa della “auspicata” grande crisi che ci permetterà di fare le cose giuste diciamo, che le masse probabilmente non le riterranno mai tali, ma una volta fatte, come diceva Monti, resterà un sedimento che non permetterà di fatto di tornare indietro.
RispondiEliminaLa crisi inevitabile suppongo che debba essere utilizzata per ridefinire i termini dei rapporti tra Italia e resto del mondo, quindi mettendo in discussione UE, Euro, Nato almeno.
Nel frattempo abbiamo però da governare la barca in un mare sempre più in tempesta.
Magari la mia percezione è distorta ma tendo a vedere nella moneta una delle questioni principali da risolvere.
Si parla da tempo di bond europei, ma sappiamo che sarebbe una soluzione limitata e comunque con gli spread abbastanza poco differenziati il suo impatto in termini relativi rispetto alla situazione attuale sarebbe scarso.
Avete provato a far digerire i minibond ma per ora mi pare che siamo ancora in alto mare.
La questione dei crediti fiscali potrebbe esser un’altra via ma viene comunque osteggiata e ha delle complicazioni burocratiche non indifferenti.
Stavo ripensando però al fatto che ci viene consentito di emettere monete che può tranquillamente coniare la Zecca di stato, ora non mi sono cercato i trattati anche perché non avrei il tempo e con tutta probabilità la capacità di analizzarli, ma se lo ritenesse utile potrei anche provare a farlo!
In ogni caso purtroppo il conio di monetine sarebbe ingestibile nelle dimensioni in cui potesse avere un ben che minimo impatto macroeconomico.
Ma se invece facessimo “monetine digitali”??? Sfruttando le leve dei fatti che coniare monete di metallo non è per niente GREEN e che il digitale piace. Invece di contante digitale della BCE come vorrebbero far credere di fare con le CDBC, monetine digitali made in Banca d’Italia!!!
Useremmo le stesse armi del nemico per attaccare!
Se dovesse ritenere l’idea troppo bislacca la prego, me lo dica a bassa voce senza farmi fare una figura di cacca davanti a tutti!! Buona Domenica.
Quando ero bambino giravano le catene di Sant. Antonio. Mia nonna e sua sorella ci cadevano regolarmente e si dovevano capicollare, ingannando amici e parenti, per provare ad uscire dall'inghippo. Putin ad inizio della guerra con l'Ucraina dichiarò che alla fine dei giochi il mondo sarebbe stato diviso tra le nazioni che sarebbero riuscite a mantenere o riguadagnare la propria sovranità e tutte le altre che dovranno subire ancora una volta le decisioni delle prime. Forse si riferiva al fatto che, in previsione della imminente esplosione del più grande schema ponzi globale mai realizzato, chi volesse sopravvivere si dovrebbe preoccupare di non rimanere con il cerino in mano!!!
RispondiEliminaIo terrei in conto anche il ruolo delle CBDC, che potrebbero essere usate per "sostituire" - quanto meno in parte - i vecchi crediti se dovessero andare in fumo e che, se costruite secondo il sistema del ledger unico (che piace tanto alla BIS) - mettererebbero nelle mani di chi le emette la possibilità di deciderne la spendibilità senza dover passare per tribunali e leggi, ma semplicemente usando il software che le emette e che gestisce il sistema di scambi/compensazione di crediti e debiti in quelle valute.
RispondiEliminaIn più c'è anche chi sostiene che presso la BIS (che, come è noto, è sia extraterritoriale che sottratta a qualunque giurisdizione o controllo da parte degli stati) siano stati progressivamente occultati capitali immensi sottratti ai bilanci degli stati (degli USA in particolare) che sarebbero depositati presso la BIS proprio per costruire, a favore del sistema delle banche centrali, una riserva di valuta in vista di un eventuale collasso del sistema finanziario occidentale in seguito ad un eventuale fallimento di una delle banche sistemiche. Su questa seconda questione ho qualche difficoltà a crederci (si parla di occultare cifre davvero astronomiche dai bilanci pubblici), però c'è chi lo sostiene anche pubblicamente in eventi organizzati da sedi accademiche, senza mai essere smentito, ma solo ignorato https://www.youtube.com/watch?v=O3Ivv6jjixE
Dopo aver avuto il tempo per recuperare la presentazione del libro di CBA, questa riflessione mi sembra sia cugina della considerazione portata in merito alla trasformazione del ruolo delle banche (relazione famiglia - banca - impresa).
EliminaSe si dovesse arrivare ad una CBDC allora che ruolo potrebbero avere le banche? Già ora assomigliano di più a degli intermediari di fondi pensione ed assicurazioni. Non vedo necessità di banche in un mondo di CBDC, ovvero ne basta una, o sbaglio?
Ho curiosato ed ho scoperto che ad oggi esistano più di 8000 criptovalute...e ci facciamo problemi con le monete nazionali!
***non si può escludere che la bolla esploda,***
RispondiEliminama soprattutto è quasi matematico che esploderà prima una guerra per nasconderne... "l' esplosione".😡
1907->1914
1929- 1939
2007 -> ?
"l'attesa " quindi non durerà a l' infinito , anche perché se sembrava non ci fossero più " i tedeschi di una volta", ora sono stati "rimessi in pista" (e stanno correndo...😡)
Sinceramente queste letture così deterministiche non mi appassionano. Un conto è non chiudere gli occhi di fronte a un assetto dei fondamentali che storicamente si è dimostrato insostenibile, un altro conto è pensare che si adottino deliberatamente certe soluzioni. Peraltro, la "guerra" non serve a "nascondere lo scoppio della bolla", ma a alimentare la domanda aggregata (e distruggere capitale fisico), se proprio vogliamo darle un ruolo.
EliminaBeh lo scopo OVVIAMENTE è il " chi ha avuto avuto ha avuto ..." che è poi la fregatura che ci aspetta comunque a noi "parco buoi".
EliminaMa per non farci troppo ricordare questo ci manderanno pure in guerra così che prima avremo " il chiodo(ne) scaccia chiodo" e poi a chi riuscirà a sopravvivere basterà la "felicità di essere tornato a casa "
E poi " via di giostra "di nuovo; LORO la chiamano "distruzione creativa " ( degli ALTRI ovviamente😡)
da come la vedo io, più che una bolla sembra un soufflè, che si gonfia e si sgonfia ad libitum; si creano crisi globali ma non sistemiche, in modo da sgonfiare la pressione quel tanto che basta per ricominciare. I padroni del vapore sanno come gestire una pentola a pressione
EliminaQuesta è la teoria del mio caro coautore Arsène Rieber, che usava esattamente la stessa metafora (credo che la usi ancora, solo che è un po’ che non lo sento). L’unico mio commento è che questa impostazione è eccessivamente razionale, a partire dal fatto che in qualche modo risente di un approccio metodologico neoclassico (quello che vuoi chiamate neoliberista), perché presuppone l’esistenza di un soggetto unico rappresentativo dello Stato o di Essi™️ Che abbia in mano la valvola della pentola a pressione e sia quindi in grado di decidere quanto vapore far uscire per evitare lo scoppio. Presuppone anche un’altra cosa che mi sembra fragile dal punto di vista concettuale, cioè il fatto che la nostra società sia radicalmente diversa dalle altre società finanziate che ci hanno preceduto per circa un millennio, E nelle quali si sono sempre verificate crisi, che riguardassero i bulbi dei tulipani o le spese militari dell’Inghilterra, nonostante fosse astrattamente interesse dei governanti evitarle, considerato che essi da un lato all’epoca i governi avevano dei poteri più penetranti di controllo, dall’altro era anche buon costume rovesciarli in modo violento, possibilmente tagliando la testa a chi si trovava a tiro. In altre parole, il ragionamento che è valido se riferito a una persona nel contesto di un tavolo da gioco strategico (tipo la briscola al bar con gli amici), diventa un po’ meno agibile se riferito a contesti dove l’attore è collettivo, perché rappresenta multipli di interessi che non sempre riescono a coordinarsi anche se vanno in direzione simile, e il tavolo da gioco è un pochino più complesso del tavolino a tre gambe di un bar.questo spiega perché le crisi succedono, e perché succederanno.
Eliminafinanziarizzate, ovviamente…
Eliminanel 2011 mi stupii di come i padroni del vapore fecero capitolare Berlusconi ed il suo impero in soli 3 giorni..la verità è che hanno tarato la valvola del sistema finanziario in un centinaio di anni, potendo utilizzare varie combinazioni di eventi di cui la guerra, o i vari disordini variopinti, sono solo uno di questi; non è un metodo infallibile, ma facilmente correggibile in corso d'opera perchè il manico della pentola è in mano loro; hai ragione nel dire che non esiste un soggetto unico ma, se ci si fa caso, il tentativo antistorico di reductio ad unum è in atto dai tempi della WW2, di cui la nuova religione dell'IA è solo l'ultima trovata in ordine di tempo
EliminaNel 2011 non mi stupii, perché lo avevo previsto ad agosto (essendo fuori dal palazzo e totalmente digiuno di politica), ma non capisco questo che cosa c'entri: quello fu un episodio che aumentò, non smorzò, la tensione, tant'è che da lì iniziò la rincorsa che poi portò la Lega al 18% e prima ancora che fece prendere coscienza a tante persone, attraverso questo blog, di che cosa stesse succedendo. Oltre a non essere un soggetto unico, non sono nemmeno lungimiranti. Esempio: per evitare di venire asfaltata da Goofynomics e dalla storia lavoce.info avrebbe dovuto pubblicare il primo post di questo blog. Non facendolo si è condannata a una umiliante sconfitta. Quindi cortesemente ora usciamo dal bar, che è una bella giornata!
Eliminail problema non è il prevederlo o meno ma il sottovalutarlo, come fece Berlusconi, spingendo per la candidatura di Draghi; la conoscenza non rende liberi, perchè gli strumenti di correzione a disposizione sono notevoli da tutti i punti di vista, e la lungimiranza è solo una possibilità non decisiva. La variabile tempo invece ha il suo peso, ma questo esula dal discorso. Comunque, hai ragione, usciamo dal bar dove si discute di bolle, di crisi e di scie di sangue e guerre necessarie
EliminaIl problema non è di cosa si discute, ma di come se ne discute. Se se ne discute come fa l'OCSE, come facevano Froud et al., come facciamo qui, allora può avere un senso. Se ci si avvita in un complottismo da bar allora ho altro da fare.
Eliminad'accordo ma fino a quando citiamo termini come complottismo, nazifascismo, patriottismo... non usciamo fuori dalla vulgata comunicativa dominante (a cui fortunatamente questo blog non attinge o appartiene); detto questo, i fatti storici sono concreti come i dati analitici, da entrambi si può desumere un concetto o un'ipotesi, entrambe sintetiche, deduttive e opinabili fino a prova contraria. La differenza è nei coefficienti angolari degli asintoti delle iperboli (come è giusto che sia)
EliminaCaro Bagnai non mi risulta che "prese di coscienza" e "voti" ( ad organino...) abbiano fermato Lagendachenoncè, (anzi mi sembra che questa abbia facilmente contribuito a riportare la lega in cifra singola...)
EliminaIo gli "resisto" da ben prima della epifania di questo blog e vedo benissimo che " 'sta cosachenoncè "la stiamo rallentando e che forse "sforerà sui tempi", ma per me non c'è ancora motivo di sprizzare ottimismo.
@passavodiqui: i tempi sono stati già sforati e le variabili di valore opposto sono in aumento, ma la tua sensazione è anche la mia. Della serie: abbiamo solo fatto arrabbiare di più la bestia (ed è comunque un risultato)
EliminaE, come ampiamente da te spiegato, al momento clou la carta speculativa (il 25 nell'esempio) viene infilata in gola allo stato il quale deve drenare ulteriore ricchezza ai molti per "garantire" il nuovo debito a quei pochi che nel frattempo hanno fatto incetta di beni reali (forse con "l'aiuto" di una forte inflazione e di un conflitto armato).
RispondiEliminaEconomic Hollywood: da "This Time Is Different" a "Tomrrow Is Another Day" passando per "frankly my dear, I dont give a damn".
Default, iperinflazione o crescita. Chi farà la fine dei Peruzzi e dei Bardi questa volta?
RispondiEliminaPuò darsi che ricordi male, ma Lehman aveva la tripla A fino al giorno prima, quindi è difficile rispondere a questa domanda.
EliminaMa perchè è stato scelto di far fallire Lehman? Forse 70 anni erano abbastanza da far dimenticare le lezioni della storia. Ma adesso che sono passati poco meno di 20 anni e la GFC è stata studiata in lungo ed in largo si lascerà ancora fallire una banca sistemica?
EliminaQuando mostra che gli Stati non avrebbero spazio fiscale per pubblicizzare le perdite cosa intende? Due possibili punti di caduta immagino: default privato o default pubblico dopo i bail-out. Ma poi un default in cosa si sostanzia? Cioè i militari, le armi, le basi e l'incredibile soft power( backed by the hard one) non scompaiono. Fresh start and that s it? (Lasciando ovviamente il cerino in mano a chi poi? Io billions e trillions investiti nun li tengo)
Esatto : https://www.youtube.com/watch?v=C7E7O76tZko
EliminaSono d’accordo che una delle prossime crisi finirà in un bagno di sangue per i risparmiatori. Uno dei guai è che neppure tenere molta liquidità nelle banche sarebbe un rimedio perché molte di esse falliranno. Un’altra alternativa sarebbe fare debito, ma oggi le banche ne concedono pochissimo. Che Dio c’è la mandi buona!
RispondiEliminabuonasera, nemmeno il debito dell'Egemone viene giudicato massimamente solvibile, da tutta la trimurti dei ratings:
RispondiEliminahttps://www.startmag.it/economia/moodys-rating-stati-uniti/?ct=t(RSS_EMAIL_CAMPAIGN)
ne dà notizia il Polillo che cita l'opera del Tooze sul "turning point" Lehman e sulla stessa convergenza della trimurti contro noi PIIGS nel 2011. solo che stavolta è diverso, per l'Egemone: lo stesso proprio CBO (Congressional Budget Office) ne riconosce le dinamiche dei debiti. investire in "beni al sole" è la soluzione?