ALBERTO49 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Pagateci i danni!":
Quindi non è l'euro in sé che è tossico per noi ma le regole che impongono l'austerity di cui abbiamo uno dei gambioni più autorevoli qui da noi (quello che disse che la Grecia è il maggior successo dell'euro).
La Francia però ha avuto dei vantaggi (e si vede anche da ciò che loro hanno mantenuto e noi no) dalle regole meno invasive per loro più che per noi e anche dall'euro, come moneta che ha consentito di indebitarsi senza pagare per troppo tempo i rischi bilaterali di cambio (e anche le prestatrici francesi sono state poi graziate).
I danni dovremmo chiederli ma chi glielo spiega a Landini, Bombardieri e Sbarra che non mi piacciono proprio per nulla come non mi sono piaciuti nemmeno i loro predecessori e non solo per il loro aspetto fisico.
Pubblicato da ALBERTO49 su Goofynomics il giorno 2 mag 2023, 19:26
Ogni tanto può valere la pena ripetersi, rivedere insieme dei dati che abbiamo già visto o che, se anche non abbiamo visto, non avremmo bisogno di vedere, perché la loro evoluzione è assolutamente prevedibile, essendo necessitata da dinamiche che qui abbiamo imparato a conoscere anni addietro, e che non sono cambiate perché non possono cambiare, o non rapidamente.
Oggi sono usciti i dati ISTAT sul commercio extra-UE fino a marzo. Come prevedibile e previsto, le cose non stanno andando malissimo:
Marzo segna un avanzo record, a causa di un drastico calo delle importazioni. Questo calo deve preoccuparci? No, direi di no: è un calo del valore delle importazioni, dovuto al fatto che sono calati i prezzi di alcuni beni importati (in particolare le fonti di energia). Siamo così tornati sostanzialmente dove eravamo prima della crisi energetica: in una posizione di surplus strutturale.
Il problema, però, è come ci siamo arrivati, a questa posizione di surplus strutturale, e per capirlo (o ricordarlo) vale la pena confrontarci con un Paese che invece questo surplus strutturale proprio non riesce a conseguirlo:
È lui o non è lui? Ma cerrrrrrrrrrrrrrto che è lui: la Francia. Qui cadenza (trimestrale anziché mensile) e orizzonte temporale (limitato al 2022) dei dati sono lievemente diversi, ma insomma nella spezzata arancione dovreste riconoscere lo stesso "pattern" delle barre grigie del grafico precedente, perché sono sostanzialmente la stessa cosa: il saldo del nostro commercio estero.
La spezzata blu, invece, come si conviene, riguarda les bleus, cioè i francesi, ed è ininterrottamente in terreno negativo dall'estate del 2004.
Come abbiamo fatto invece noi a ottenere questo meraviglioso risultato ininterrottamente positivo (con l'eccezione transitoria dell'ultima crisi energetica) dall'inverno del 2012?
È molto semplice.
Siamo arrivati nel posto giusto col percorso sbagliato.
Per capirlo può essere utile rappresentare insieme esportazioni e importazioni italiane e francesi:
e un occhio esperto già capisce quello che voglio dire. Ma siccome un occhio esperto in Italia non c'è, e comunque se siete qui è perché non avete bisogno di indovinelli ma di aiuto, vi faccio vedere prima le esportazioni italiane e francesi:
e poi le importazioni italiane e francesi:
Si capisce meglio? No? Non fa niente: ora ve lo spiego.
Le esportazioni italiane e francesi vanno avanti in parallelo: la spezzata grigia e quella blu procedono di conserva, mantenendo la stessa distanza. Le importazioni no: dal 2012 si divaricano, perché noi smettiamo di importare: la spezzata gialla scende.
Insomma: il nostro saldo commerciale (export meno import) non è migliorato nel 2012 perché siamo diventati più "competitivi" e quindi il resto del mondo ha comprato quantità maggiori dei nostri prodotti (facendo aumentare le nostre esportazioni).
È migliorato perché siamo diventati più poveri e quindi abbiamo comprato quantità minori di beni del resto del mondo (facendo diminuire le nostre importazioni).
In generale, chi vi parla di "riforme" che serviranno a rendervi più competitivi, vi sta in realtà proponendo riforme che servono a rendervi più poveri (tipicamente, il taglio delle pensioni, diretto o indiretto - cioè con allungamento dell'età pensionabile).
D'altra parte, pensateci: non sarebbe strano che i nostri concorrenti diretti (Francia e Germania) fossero così cretini da proporci politiche che ci rafforzassero, rendendoci avversari ancora più temibili nell'arena de #aaaaaglobbalizzazzione? Evidentemente devono avere in mente altro.
Ma, direte voi: basta con questo vittimismo! Magari Franza e Almagna (purché se magna) non saranno così stupide da rafforzare un avversario, ma non possono nemmeno essere così cattive d'animo da volerne il male, da volerlo impoverire!
Giusto: infatti la malvagità non c'entra nulla (tranne che nelle fasi acute, quelle che ci illudiamo di esserci lasciati dietro le spalle a botte di commissioni speciali...). C'entra la contabilità. Perché la nota relazione X-M = S-I (spiegata mille volte, la prima qui) ci dice che ogni euro che non spendiamo per acquistare beni altrui, portando in positivo il saldo X-M, è un euro che utilizziamo per ripagare i debiti verso il resto del mondo, portando in positivo l'eccesso di risparmio delle famiglie sugli investimenti delle imprese S-I (e avendo così risparmi da destinare a saldare i debiti con l'estero).
Quindi l'austerità a questo serve, o meglio serviva (e servirebbe, e servirà, prima o poi, in assenza di altri meccanismi di aggiustamento: tipicamente, in assenza di variazione del cambio nominale): a restituire i soldi di chi ce li aveva prestati per comprare i suoi beni.
Torno quindi ad Alberto49: a me non sembra che "la Francia però ha avuto dei vantaggi (e si vede anche da ciò che loro hanno mantenuto e noi no) dalle regole meno invasive per loro": semplicemente, loro le regole non le hanno applicate, e infatti, come ci siamo detti nei post precedenti, il loro sostegno alla domanda interna si è tradotto innanzitutto in un deficit pubblico, e poi, di riflesso, in un deficit estero. L'euro non è molto più sostenibile per loro che per noi! Quello che è meno sostenibile (socialmente) per loro è l'austerità, e lo vedete tutti.
Vorrei quindi farvi riflettere su un dato: la "medicina amara" dei Monti e di consimili Efialte comporta una serie inenarrabile di sofferenze inutili, di sacrifici che sarebbero evitabili con ben noti meccanismi di flessibilità (del cambio e non dei salari), è una medicina che rischia di uccidere il paziente (vedi il caso della Grecia), ma se non ti uccide ti rende (dopo tanto, troppo tempo) più forte, o per lo meno meglio posizionato. Quindi noi la crisi energetica l'abbiamo assorbita (perché è calato il valore dell'import) e torniamo sul nostro surplus estero strutturale (conseguito facendo calare il volume dell'import).
Per questo, tra l'altro, ho compassione di quelli che "tu eri per l'uscita dall'euro gne gne gne". Se mi chiedete oggi se l'euro sia una soluzione razionale ai problemi che si proponeva (e millantava) di affrontare, la risposta è quella di ieri ed è ovviamente no: sono un economista, non posso dire che il fuoco è umido e l'acqua secca! Ma se io vi chiedessi: "Amici, visto che noi ce lo siamo dovuti godere, e siamo ancora in piedi, non vi interessa vedere come ora devono goderselo gli altri?", voi che cosa rispondereste? Stiamo riuscendo a crescere con un surplus di bilancio e con un'inflazione non sideralmente superiore a quella altrui. Vediamo chi ci ha fatto tante lezioncine, chi fremeva di voluttà nel vederci ingollare la medicina amara, con quanta dignità saprà ingollarla lui. Credo che sia una curiosità che, con compostezza e concentrati su noi stessi, dovremmo toglierci, perché, come ormai dovremmo aver capito, la soluzione ai nostri problemi può derivare solo dall'impossibilità degli altri di risolvere i problemi loro.
Poi, naturalmente, chi vuole uscire esca: la porta è lì!
Se dopo tredici anni non vi siete stancati di farmi lezzioncine (sic: oggi ho pietà dei cretini), che cosa volete che vi dica? Vi ammiro! E poi, chissà: magari siete veramente migliori di chi vi ha alfabetizzato! Speriamo: così potrò limitarmi a seguirvi, invece di creparmi dalla mattina alla sera per evitare che in questa guerra di logoramento si perdano troppe truppe e troppo terreno.
Ma questo è, in questi tempi ci è stato dato di vivere. Landini, naturalmente, lo assolviamo per non aver compreso il fatto (come ricorderete).
(...e ora buona notte: domani si comincia presto...)
Mi chiedevo se gli auspici espressi nel terzultimo paragrafo di godersi dalla tribuna come i nostri compagni di viaggio affeontassero lo stress-test a cui sono destinati fosse cinismo o cattiveria; oppure l'occasione per essere solidali coi cugini d'oltralpe col nostro surplus, non via MES, ma via shopping, in modo da riportare a casa qualche azienda strategica e qualche marchio, prima di smontare il giochino.
RispondiEliminaSuppongo che sia cinismo, considerato che sono una brutta persona. Sono anche stupido, perché il tuo commento non l’ho capito.
EliminaSemplice, comprarsi qualche azienda francese svalutata per spopstare la produzione da Francia a Italia 🙂
EliminaCerto, daremo ai cugini francesi la stessa solidarietà che il Commissario UE Moscovici e il Presidente Macron hanno in più occasioni dimostrato concretamente nei confronti dell'Italia, dei suoi governi democraticamente eletti e del suo popolo.
EliminaLa cosa che mi rattrista è che tante persone pensano ancora che il problema sta nel barista che non fattura lo scontrino, l'edile che se non fai fattura ti fa sconto del 20 % , pensano che il problema italiano sia il lavoro in "nero"... che nero poi 🤣
EliminaOnorevole Bagnai, lei non è cinico, è Alberto che la disegna così!
EliminaMi chiedevo solo se quel "con compostezza e concentrati su noi stessi" comportasse una semplice attenzione disinteressata a ciò che accadrà o se l'Italia potrebbe avere un atteggiamento più attivo.
"Sta a lei decidere se ignorarla o ascoltarne la voce".
RispondiEliminaMi sa che Landini ignorò ed adesso fa finta di averne ascoltato la voce...
Il poverino è inqualificabile, ma oggi non posso dirlo.
EliminaCredo che gli sia bastato quel "breve saluto" a mezz'ora in più, ai tempi (qualche anno fa non ricordo quando).
EliminaBuonasera, si.
RispondiEliminaRicordo che ci mostrò la differenza tra un recupero sostenibile, quello post 1992 dove attuammo una svalutazione nominale (combinata ad una reale fatta per evitare quella nominale) che ci riportò in attivo nei conti con l’estero, e l’altra appena ricordata.
La chiave, a mio modesto parere, sarà azzerare lo spread fiscale tra le nostre imprese e quelle straniere (come avete iniziato a fare) non potendo controllare gli altri: quello energetico (che anticipava Giacché al goofy del 2021), dei rendimenti sovrani (che si ripercuotono sui costi di finanziamento per le aziende) e in ultimo quello valutario (sull’ex area del marco).
Una domanda se possibile: ad oggi si può dire che l’euro ci stia favorendo verso Paesi quali la Francia o la Spagna, per esempio?
(Ossia la neo-lira si apprezzerebbe mentre il neo-franco si svaluterebbe).
Se fosse così comunque non sarebbe stato un grande vantaggio dato che questo giochino di rientro ci ha fatto perdere centinaia di miliardi di Pil, bassa produttività, calo della natalità, forza lavoro emigrata, crollo dei servizi ecc…
E nel futuro ci creerà problemi nel caso in cui si creassero i presupposti per espandere la domanda interna (in assenza di flessibilità sul cambio il deterioramento del saldo commerciale sarà più rapido di quanto non avverrebbe con la lira).
Dunque sono assolutamente d’accordo nel ritenere che l’euro rimanga comunque un grande problema economico (nonostante i nostri conti con l’estero in attivo, ca e pne, oltre che politico.
Penso che solo il tempo, l’unità e la fortuna possano consentirci di aprire una breccia nel perimetro avversario.
"Amici, visto che noi ce lo siamo dovuti godere, e siamo ancora in piedi, non vi interessa vedere come ora devono goderselo gli altri?".
RispondiEliminaNo.
Perché i problemi della Francia non fermano l'emigrazione italiana né i clandestini che Gioggia protegge in nome del Quirinale né nessuno dei problemi del mio Paese.
Se poi l'idea è di fare fronte con i francesi, ci spero ovviamente, ma dopo il 2017 non ci credo troppo.
Scusa, Paolo: sentiti libero di proporre alternative! Dicci, “sicceritù che facevi”? Perché una risata ogni tanto ci vuole…
Elimina"Sicceroio" dove? Ho solo risposto alla Sua domanda, aggiungendo che se il corollario è l'alleanza coi francesi ci spero ma non ci credo.
EliminaOppure parla del riferimento al decreto Curto? Perché li, "sicceroio" avrei fatto quello che ha fatto il Suo gruppo parlamentare, per cui la prenda come un complimento.
Guarda: gli unici complimenti che accetto sono quelli che mi faccio da solo, perché sono gli unici fatti a ragion veduta! Non mi sembra che io esprima l’idea di “fare fronte” coi francesi, semplicemente perché loro non credo lo vogliano loro, e anche perché forse l’asse va fatto con chi è più simile a noi. Se non ti interessa la guerra di logoramento (“no” vuol dire questo, in questo contesto) dovresti dirci in quale acciaio è forgiata la tua baionetta…
EliminaSo benissimo che è una guerra di logoramento, sennò non sarei né qui né in sezione ma a frignare su Tuider che non fate gnente.
EliminaIl mio "No" deciso è alla Schadenfreude del "godere" del vicissitudini francesi per due semplici ordini di motivi, che a questo punto esplicò così:
1. perché preferisco concentrarmi su me stesso e sui problemi del mio Paese e
2. perché come sono 13 anni che siamo "in fine vita" così sono 13 anni che aspetto i francesi.
Per cui seguirò il Suo consiglio (come sempre: ho il mutuo a tasso fisso) e con l'acciaio farò ami per stare in riva al fiume, ma punterò più a pescare che ad aspettare il cadavere della rana.
Nel gennaio del 2018 Borghi disse "A fine legislatura l'euro non esisterà più", Lei era presente, se lo ricorda?
EliminaDopo 5 anni l'euro c'è ancora e la "guerra di logoramento" ha logorato Lei (che ha perduto la stima dei tanti sprovveduti che la veneravano quando sosteneva che uscire dall'euro era imperativo e URGENTE) e la Lega (che in questi 5 anni ha perduto milioni di voti)
Chiedo: perché non getta la spugna ed ammette che il sogno noeuro è tramontato?
Grandissimo Yanez! Che piacere! Ci mancavi! Credevo che fossi morto soffocato dalla tua stessa bile. Come sta il tuo blogghetto con 53 lettori? Senti, non so come dirtelo: gli sprovveduti a me non dispiace essermeli persi (ero un po' in ansia per te), l'urgenza ovviamente ci sarebbe stata, ma c'è anche stata la resistenza (degli altri), ma soprattutto io non credo di avere nessuna spugna da gettare. Ci hanno detto che l'euro è irreversibile e noi ci crediamo, perché siamo persone educate. Ovviamente solo un dilettante dell'economia potrebbe dire che sia anche sostenibile sempre e per tutti: in questo momento, però, per noi lo è. Quindi lasciamo che il tema lo dibattano altri, vuoi?
EliminaLol hanno riattivato Peter Yanez!
Elimina@Paolo Giusti, concordo. A parte la Schadenfreude di vedere soffrire gente incolpevole dei danni che ci sono stati inferti e che non ne ha mai goduto - non ho mai sentito il francese della strada dire che gli italiani si sono meritati l'austerità - nella migliore delle ipotesi, dall'austerità francese non otterremo nessun vantaggio e nella peggiore paghiamo noi, come al solito.
EliminaScusate, ma qui la Schadenfreude non c’entra proprio una beatissima fava! Solo chi è qui da quindici minuti può vederla in questi termini. Il problema è un altro: quello di indirizzare il vostro sguardo verso dove c’è qualcosa da vedere, perché a indirizzarlo altrove sono già in tanti!
Elimina@Valerio Santoro io ho un ricordo molto, molto, molto diverso del francese della strada, per cui in realtà se mi accontentassi di poco eccome se mi godrei le sue convulsioni.
EliminaIl punto mio è che, se da queste convulsioni verrà qualcosa di buono, sarà perché non non abbiamo perso troppe truppe e troppo terreno. E ogni tanto mi chiedo quanti si crepano davvero come il nostro.
Anche se la riattivazione di tanti troll come il nostro Yanez è un ottimo segno.
@Padrone di casa, sommessamente volgo lo sguardo dove c'è l'arrosto.
Elimina@Paolo Giusti, se ti riferisci a questi e ai normanni, non ne ho mai conosciuti ma diversi colleghi mi hanno raccontato che sono gente orribile, con buona pace di Dani Boon. Nel resto della Francia, per ora, sono abbastanza empatici con gli stranieri, ad esempio greci e italiani, per quello che è stato fatto.
Valerio Santoro, premesso che la Francia é sempre stata un Paese ostile al pari della Germania (pur essendo inferiori ai tedeschi, e questo li fa rosicare parecchio) tifare affinché facciano meno austerità possibile é conveniente per due ragioni: la prima é che così continueremmo ad allargare il nostro surplus commerciale e la seconda, ben più importante, é che così potrebbero avvicinarsi al punto di rottura facendo collassare la moneta unica.
EliminaSe il governo Borne cadesse, le due ali estreme avrebbero gioco facile a fermare la svalutazione interna macroniana.
Poi certo, non é la nostra.
Noto solamente che il partito di destra, euroscettico, più in forma d’Europa (che che credo porterà più parlamentari tra i gruppi ID e ECR) é il Rassemblement National della Le Pen.
@Valerio Santoro non capisco questa tua passione per la tassonomia dei galli: ripeto, se mi accontentassi di poco, mi accontenterei di poco.
EliminaIl punto del mio discorso te l'ho detto e non è il tuo: sparissero tutti domani, la mia unica domanda sarebbe "che ne verrebbe all'Italia"?
*la nostra priorità.
EliminaMa se in questo momento l'euro è per noi sostenibile tutti i QED sull'insostenibilità dell'euro li possiamo buttare tranquillamente nel cassonetto dell'umido? La "guerra di logoramento" consiste nel sostenere un governo con il quale "condividere l'irreversibilità della scelta dell'euro" e nel perdere elettori? (Sorrido)
EliminaPietrino caro, che piacere averti qui! Ci aiuti anche a capire come funziona: basta pronunciare la e-word e il nemico schiera le sue truppe scelte (che per fortuna consistono in te e Sderenippo, nella misura in cui siate due persone diverse).
EliminaTi soccorro nel tuo analfabetismo funzionale prima, e in quello politico dopo.
Quanto all'analfabetismo funzionale, il fatto che la moneta di tutti sia, dopo una svalutazione di oltre il 20%, relativamente sostenibile per noi, non implica che essa sia sostenibile, perché non lo è per tutti: per la Francia no, ma sono fatti suoi, quindi lascio che se ne occupino loro, col tuo permesso!
Quanto all'analfabetismo politico, Draghi ha detto tante cose: che l'euro è irreversibile, che se non ti vaccini muori, che col price cap sul gas si sarebbe ridotta l'inflazione ecc. Ha anche fatto tante cose, come autorizzare l'acquisto di Antonveneta da parte di MPS, ecc. Che il sostegno a tanto statista avrebbe avuto il risultato che dici io l'ho detto in segreteria politica a suo tempo, e questo è ampiamente noto. La guerra di logoramento, però, ha avuto fra i vari successi anche quello di logorare lui più di noi. Il suo obiettivo, lui, già non lo ha raggiunto: purtroppo aveva una scadenza. So che ti spiace. A me no.
Ben detto, di irreversibile ci sono solo i danni fatti dall’euro.
EliminaIo credo che sull'euro sarebbe opportuno evitare atteggiamenti autolesionistici e stupidamente ironici da parte di chi non capisce una beata mazza ricordando chi e come ci fece questo regalo e come successivamente non dico si sia pentito ma si dia forse inconsapevolmente metaforiche martellate sui coglioni!
EliminaUna tragedia annunciata da cui sarà purtroppo difficile tirarsi fuori.
La cosa triste e vergognosa è che una parte politica ha svolto il compito di "volenterosi carnefici" mentre qualcuno svolgeva il compito di spiegare il quadro in cui avveniva la tragedia.
"Nattha Komolvadhin, ThaiPBS, talks to Prof. Romano Prodi on Eurozone crisis and his recommendation on Asean Community not to introduce Asean currency in this juncture. Prodi said that EU is political dwarf!"
https://www.youtube.com/watch?v=t3maD-1Blf4&t=154s
Era il 2013 esattamente 10 anni fa!
@Paolo Giusti, i britannici hanno utilizzato l'antropologia per conquistare prima e mantenere poi un impero. Come fatto, in precedenza, da romani e cinesi. Se un'arma funziona, anche se di un nemico, perché non usarla?
EliminaE non ho mai scritto di essere d'accordo con te ma di concordare sul non gioire per le eventuali sofferenze inflitte agli altri.
P.S. Gli abitanti del Nord - Pas de Calais sono fiamminghi.
@Giacomo, Non la Francia ma il governo francese. Non la Germania ma il governo tedesco. Tra l'altro, l'egemone non è continentale, per cui i canali comunicativi dovrebbero essere rivolti in quella direzione. Capisco che Douhet, nonostante le apparenze, fosse italiano; certe idee, però, come comunità nazionale, dovremmo proprio cominciare a togliercele dalla testa. Siamo in una situazione che sembra l'atmosfera satura del Mulino Bianco di Villasanta: non mi sembra saggio giocare a fare gli incendiari.
"...la soluzione ai nostri problemi può derivare solo dall'impossibilità degli altri di risolvere i problemi loro", ovvero possiamo/dobbiamo solo sperare che l'euro lo rompa qualcun altro perché non sarà mai l'Italia a farlo.
RispondiEliminaNon so se questo è quello che intendeva, ma perlomeno questa è la mia lettura.
Ed è abbastanza sconfortante.
Tuttavia, come si dice, l'importante è il risultato, non come lo si conseguisce.
"Amici, visto che noi ce lo siamo dovuti godere, e siamo ancora in piedi, non vi interessa vedere come ora devono goderselo gli altri?". Si.
RispondiEliminaCiascuno abbia il coraggio di prendere il destino nelle sue mani. Forse quando la controffensiva austriaca è arrivata al Piave abbiamo avuto l'idea di fare fronte con qualcuno ? Se non avessimo preso il destino nelle nostre mani nulla sarebbe cambiato ... Come dice il defunto John Belushi in Animal House una cosa è finita quando tu decidi che è finita. Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. È l'ora dei patrioti non degli accordi Cassibile insegna ... ma si sa chi non ha coraggio non se lo può dare...
e se al belloccio Macron trovano il modo di NON farglielo fare l'allungamento dell'età pensionabile cosa s'inventerà? (Lui o quello che verrà dopo di lui).
RispondiEliminaLa vera lezione francese è che occupando le piazze non necessariamente si ottiene qualcosa. I gilet jaunes hanno ottenuto solo quello di farsi macellare, e l’amico Philippot ha riempito le piazze ma assolutamente non le urne. Quindi vedo molto improbabile che trovino “il modo di NON farglielo fare”, così come vedo impossibile che i tanti rodomonti nostrani prendano atto di questo fatto (e te lo dice uno che ha difeso Puzzer in aula dai banchi della maggioranza).
EliminaI francesi hanno dimostrato minor consapevolezza o, più probabilmente, istinto di sopravvivenza e buonsenso di noi. Manifestiamo peggio, ma votiamo meglio. Farsi affascinare dai falò di piazza è solo il solito autorazzismo.
EliminaE una volta che Qualcuno avrà toccato molto bene con mano gli effetti dell'€ beh...allora forse sarà il momento buono per salutare moneta e trattati. Sarà un processo lungo ma la traiettoria non può essere che quella.
RispondiEliminaSiamo proprio così sicuri di sopravvivere alla prossima crisi ? La polpa è sempre meno.
RispondiEliminaL’unica cosa sicura è che sono tredici anni che sento commenti di questo tipo. Il problema che abbiamo, in termini di creazione di una consapevolezza diffusa, è in primo luogo che i media sono in mano ai nostri avversari, ma in secondo, non trascurabile, luogo, che tutti quelli che si dichiarano in fin di vita in realtà malissimo non stanno. I numeri su crescita e occupazione ci fanno piacere per un verso ma ci complicano il lavoro per un altro: ci siamo comunque abituati a vivere 400 miliardi di euro al di sotto delle nostre possibilità (il surplus strutturale da quello dipende).
Elimina"Amici, visto che noi ce lo siamo dovuti godere, e siamo ancora in piedi, non vi interessa vedere come ora devono goderselo gli altri?" Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii che se lo meritino tutto fino in fondo 😆
RispondiEliminaEh, anche la "grandeur" non è più quella di una volta!
RispondiEliminaSarà consolatorio osservare la faccia di Pierre Moscovici, quello che ci dava le pagelle e ci tirava le orecchie quando faceva il gradasso Commissario dell'UE.
Mi sfugge un punto. Adesso che faranno austerità, taglieranno la pensione a Moscovici o a Strauss-Kahn? o lo stipendio alla Lagarde?
EliminaIntanto grazie di quanto spendi per noi in tempo e risorse.
RispondiEliminaLeggendo la tua risposta sono rimasto un po' sorpreso perchè in sostanza dici (o almeno così ho capito da ingegnere idraulico e purtroppo l'economia non si comporta come l'idraulica) che l'austerity del destroyer ha comportato qualche vantaggio per noi (qanche se a prezzi alti) rispetto a chi se ne è bellamente fregato, ovvero chi la fa l'aspetti.
Certo che rivedere il caro Yanez in questa occasione dopo lunga assenza fa un po' impressione, almeno al sottoscritto per ovii motivi che capirai; leggendolo si resta impressionati per la sua sagacia e anche per la leggerezza con cui afferma che ti sei sbagliato (quasi con gioia). L'euro sta ancora qui tra noi e forse ci resterà a lungo (cosa che io stupidamente ma fermamente non credo).
Tornando alla Francia almeno dal punto di vista dei salari e del welfare mi pare che stiano meglio di noi ma è chiaro che spendendo molto più di noi soprattutto per il loro 13% di spesa pensionistica netta sul PIL dovranno per forza subire un forte taglio della domanda interna; ovviamente non credo come te, che si tornerà indietro sulla riforma pensionistica anche perchè sarebbe una catastrofe che nessuno favorirà nel loro sistema. Come si metterà per il loro ordine sociale data la situazione esplosiva sarà comunque difficile prevedere e lo dico anche per aver ascoltato certi amici francesi super incazzati e determinati a non arrendersi.
Poi lì i vari Landini non mi pare che ci siano, almeno sembra che abbiano maggiore consapevolezza di certe cose.
Ma per caso oggi sei passato a via Vittoria?
EliminaSi, quasi tutte le mattine vado alla Buvette (sono tutti amici) per il marocchino (consiglio questa autentica specialità della casa) ed il cornettino ripieno con marmellata. Ormai sono pochi i piaceri permessi.
EliminaCirca 6 km a piedi da casa. Che ci facevi da quelle parti se non sono indiscreto?
@Alberto49 Mi perdoni, ma non c'è forse anche la difficoltà oggettiva di spingere la gente a chiedersi COME?, invece di PERCHÉ? Come faceva 10 anni fa un lt. latte bavarese della Lidl a costare €0,40 in meno di quello locale? Grazie al costo del finanziamento o costo del denaro prestato ad intetesse dalla banca, che qualsiasi impresa di Francoforte paga meno di una di Milano, che a sua volta lo paga meno di una di Roma , che lo paga meno di una di Palermo. Il costo dell'indebitamento aumenta per l'impresa man mano che ci si allontana dall'area di maggior sviluppo verso quelle via via più periferiche, su tutti i generi di uso comune, per cui i prezzi al consumo sono sbilanciati a favore di chi ha meno debito da ripagare, e quindi è più competitivo, che vuol dire che può imporrate ilsuo latte il suo cibo i suoi prodotti ad aree meno ricche e che hanno maggior necessità di acquistare beni a basso costo, per cui se un entre trasporti pubblici deve poi fare un bando europeo per acquistare carrozze, vagoni o bus, l'offerta più bassa la farà l'azienda dell'area più ricca , inaridendo il comparto industriale e agroindustriale di quella povera, progressivamente sempre di più. È successo in Italia con la lira, è successo in Germania con il marco all'indomani della riunificazione, e oltre a seminare monopoli e disoccupazione produce razzismo, disfattismo, sfiducia, effetti psicologici difficili da contrastare, lassù fra Wessis und Ossis come quaggiù da noi. Però coi trasferimenti, che la Germania non si è mai sognata di fare e l'Italia faceva verso il Mezzogiorno, ci si mette una pezza senza peraltro risolvere il problema, ma gli amministratori locali, almeno in Sicilia, preferivano perché gli ha permesso di crearsi un vero e proprio feudo grazie al controllo di quei trasferimenti. L'effetto più allucinante per me è sempre stato che alcuni imprenditori del sud hanno attribuito questa differenza di trattamento su base geografica ad una forma di razzismo, e non so quale miracolo ci voglia per convincerli del contrario (per altro sul manuale di economia politica di mia cognata non c'è il minimo accenno a nulla di quanto leggo qui, e sebbene abbia una preparazione molto migliore della mia e più adatta a questi argomenti, le rimbalza tutto... probabilmente perché scambia la mediatrice x il referente, e così liquida la faccenda come non degna di essere ponderata). Insomma, non se ne esce, neanche dall'equivoco sull'Euro, non solo dall'Euro, almeno non nel breve periodo, bisogna cercare di tenere la testa fuori dall'acqua immagino! Scusi se mi sono dilungata, tuttora non riesco a convincermi della difficoltà di digerire una cosa così permeante, e della facilità di non vederla... mah
EliminaCara EmmaM, non sono ovviamente un esperto di economia ma proverò a rispondere ad alcune domande dal punto di vista di chi ha seguito un po' questo blog (spesso senza capire molto).
EliminaPer quanto concerne i prezzi il differenziale di inflazione per es. tra noi e i tedeschi ha creato prima dell'euro condizioni per cui loro la avevano più bassa e noi svalutavamo per essere competitivi, ma attenzione perchè l'inflazione non è derivata dalla svalutazione (Tramonto dell'euro da pag.61 a pag. 103- in particolare fig. 11 pag. 72) (basta sentire Prodi in un famoso video dove spiega che con l'euro chi ha guadagnato di più sono loro https://www.youtube.com/watch?v=nDorzPkYtTU&t=14s ).
Dopo l'euro loro hanno avuto grossi vantaggi dal tasso di cambio reale intra euro https://goofynomics.blogspot.com/2022/01/inflazione-e-tasso-di-cambio-reale.html (ricorderò sempre una famosa frase di Claudio Borghi dove diceva che senza l'euro una BMW sarebbe costata come una Ferrari).
Sulla questione della competitività delle offerte da parte delle regioni più ricche rispetto a quelle più povere consiglierei sempre la lettura del Tramonto dell'euro quando si parla di Mercantilismo e di conquista da parte del più forte e sulla questione riunificazione tedesca il libro di Giacchè ANSCHLUSS. Mi risulta che i trasferimenti ci siano stati ma il prezzo più alto lo ha pagato l'est ed a mio avviso anche i paesi periferici dell'eurozona per i motivi sopra detti.
Mi scusi se non sono stato esauriente ma non seguo come anni fa questo blog e dovrei dare una ripassata ai libri di Alberto.
Immagino che questo argomento non si possa esaurire in poche parole visto che ci vogliono 2o 3 libri più il corpus degli articoli di questo blog! Ma allora come si fa a dubitare che la moneta unica in aree disarmoniche sia stata fatta in malafede, sapendo che ci avrebbe incatenati, visti gli effetti che invariabilmente produce? E come se non bastasse, limiti alla spesa per investimenti, MES, ecc... Comunque mi pare di capire che ormai non ci sia altro da fare che sperare nelle eventuali opportunità generate da possibili crepe; non pare che i governi che si susseguono intendano mettere in discussione questo sistema, a questo proposito Loretta Napoleoni disse che "le soluzioni tecniche ci sono, ma è la volontà politica che manca".
EliminaAlberto49, la Francia è incamminata su un sentiero che non potrà invertire. I defict Gemelli, che il Prof ci ricoda tutte le volte che parla dei nostri Cugini, sono una brutta bestia finanziariamente parlando. Per azzerare quello più pericoloso cioè il passivo delle partite correnti, a noi e stato sufficiente fare austerità perché ridurre l'import può funzionare se hai un export che può, al contempo, crescere per compensare, almeno in parte, i danni sul PIL della distruzione della domanda interna (Grecia docet!). A noi questo è successo dal 2013 in poi. Mentre diminuivano le ( o meglio dire si azzerava la crescita delle) Importazioni il nostro tessuto manufatturiero si stava velocemente ristrutturando e riconquistando la competitività perduta nel decennio precedente. L'aspetto interessante di questa "riconquista" è che, a differnza di quanto comunemente si sente dire, essa è avvenuta soprattutto con un progressivo forte miglioramento della qualità materiale ed immateriale contenua nei beni prodotti piuttosto che dal lato della diminuzione del costo di produzione. Si, certo è servita anche la grande flessibilità del lavoro perseguita per tutto il ventennio, ma non è con i minori costi/prezzi che si sono conquistati nuovi mercati esteri e si sono ampliati quelli già presidiati. Nella sostanza ci siamo via via sempre più strutturati (investendo e così sostenendo anche il PIL per questa via) per produrre beni di alta qualità per segmenti di clientela "danarosa" (i famigerati Hig Net Wort Indivuduals), che, nel frattempo stavano crescendo in tutto il mondo.
EliminaLa nostra Industria Manifatturiera si è riqualificata progressivamente e sta continuando tuttora a farlo per conqusitare e mantenere questo target di mercato mondiale.
Mi dirai, ma anche la Francia può farlo, chi glielo impedisce? Certo! Peccato però che la sempre più bassa dimensione complessiva della manifattura francese, calcolata attaraverso quanta parte di PIL è ad essa attribuibile passata dall'11% del 1995 al 9,8% di fine 2022, non sia sufficiente per seguire con successo l'esempio italiano. Da noi infatti la manifattura pesa ancora il 15,1% (era 15,7 nel 1995). In Germania siamo al 19,8 (era meno di 19 nel 1995). Il data base Eurostat questo ci dice!
Quindi, tirando le somme, la Francia si trova in un bel cul de sac: avrebbe bisogno di diminuire la Domanda Interna per stoppare la crescita dell'Import e con essa azzerare il deficit estero, ma se farà austerità andrà in recessione perché la bassa dimensione della manifattura non può sostenere, come avvenuto da noi, una crescita dell'export tale da impedirlo.
Quindi a loro non resta che procedere sulla strada seguita fino ad oggi: sempre più spesa pubblica per sostenere la crescita ed un calcio alla lattina per i prossimi passi!
La cosa andrà avanti fintanto che i Mercati Finanziari non inizieranno a porsi delle domande, a dubitare. E' noto che, citando il Maestro, "Il mercato può rimanere irrazionale più di quanto tu puoi rimanere solvibile" e quindi questa situazione dei debiti gemelli, irrazionale e molto pericolosa, può essere ignorata dai Mercati ancora per molto tempo. Ma, alla fine, i nodi vengono al pettine. Esempi passati non mancano, infatti quando Lehman Broters ha fatto defoult, le sue obbligazioni in cicolazione avevano (ancora) rating AA.
Che dire: diamo tempo al tempo aspettando in riva al fiume (per parafrasare il Prof.)
Rispondo ad EmmaM più sopra, sotto il post di Yanez.
EliminaRingrazio Roberto Boschi, aspetti quelli sulla manifattura, davvero per me non noti che aiutano a comprendere meglio la situazione generale e quella francese in particolare.
EliminaNon so se le tue previsioni su sempre maggiore spesa pubblica si avvereranno dato che in eurozona ci sono Germania e Frugali sempre attenti ai loro interessi, ma il loro percorso sarà da brividi e non senza scosse, ma già oggi Fitch ha infatti declassato il debito Francese https://www.investireoggi.it/obbligazioni/rating-francia-giu-fitch-ecco-spread-italiano/
Il salario della crescita è la flessibilità del cambio, ma il dono della UE è il surplus estero eterno mediante l’Euro nostro Dio.
RispondiEliminaLa Francia sarà pur sempre peggiore di noi ma agli occhi del pubblico la malata di lebbra sarà sempre l'italia
RispondiElimina…e questa dovrebbe essere un’altra lezione per i “semomijoni”…
EliminaLo stipendio netto medio a Parigi rimane un 30% maggiore che a Milano. In che senso sarebbe peggiore la Francia?
EliminaBentornato Marco! Te l’ha detto tucuggino?
EliminaSì, proprio miocuggino! come fai a saperlo?! 😧
EliminaMi ha detto anche che svalutare la moneta per aumentare le esportazioni produce una riduzione reale dei salari. Ha detto anche che la qualità media dei commenti di questo blog rivela ignoranza e/o basso QI dei partecipanti e che ogni produttore di contenuti su Internet ha la base di follower che si merita.
Però miocuggino è un tipaccio neolibberista 🥺
Quindi tucuggino non solo non sa scrivere paper peer-reviewed, ma non sa nemmeno leggerli, perché sull'unico paper peer-reviewed in tema che io conosca c'è scritta un'altra cosa (e del resto la cretinata dell'euro che protegge i salari reali è sorella gemella della cretinata sull'euro che protegge dall'inflazione, che mi sembra i fatti abbiano archiviato, o sbaglio?).
EliminaIo ho detto un'altra cosa. Dalle poche cose che so, i salari reali dipendono principalmente dalla produttività, quindi essenzialmente dal capitale fisico e umano, e l'inflazione è più un fenomeno legato alla spesa pubblica e al conflitto distributivo che alla moneta di per sé.
EliminaLa Francia è quasi sicuramente indirizzata su un sentiero italiano, ma per adesso sono sostanzialmente più ricchi. I fatti sono fatti.
Ah, quindi i salari reali, che sono il rapporto fra salari nominali e prezzi, dipendono dalla produttività, mentre l'inflazione, che è la variazione dei prezzi (e quindi in re ipsa dei salari reali) dipende da un'altra cosa (ovviamente, la spesa pubblica: altrimenti non verresti mica dal bar dello Sport!). Senti, Marco: io non so come e perché sai di sapere certe cose, ma torno a dirtelo: qui sei sul blog di un economista con h-index 10 (non stellare, ma superiore a quello di molti fenomeni da baraccone mediatico), non sei al bar. Quindi o argomenti meglio, o sarà difficile prenderti sul serio, perché a lettori anche superficiali di questo blog è evidente che letteralmente non sai di che cosa parli, e questo ovviamente non aiuta la tua reputazione.
EliminaPerché non mi pubblichi la risposta? Me l'hai chiesto tu di argomentare meglio 🤷
EliminaPerché non hai argomentato meglio. Hai scritto una serie di cazzate allucinanti, da quell'orecchiante che sei, e mi ci voglio divertire con calma. Tranquillo: il tuo momento di gloria arriverà. E salutami Sargent & Uòllas...
Elimina*ltalia
RispondiEliminaCredo la risposta, o almeno parte di essa, possa essere letta nel penultimo paragrafo di questo suo art di 9 anni fa ( oltre che in altri post di questo blog ): https://formiche.net/2014/02/bagnai-germania/ E va a finire che all’ Italia toccherà fare ciò che non fece la Germania ( che, per altro, rispetto ai partner europei, giocò d’ anticipo con la riforma Hartz ). Certo che se i governi dovessero decidere di alzare gli stipendi ( o diminuire l’ imposizione fiscale ) alla Lagarde gli si rizzeranno tutti i foulard di Hermès…
RispondiEliminaMolto interessante. Restando in tema di Previdenza, che per i media ed il PD (e i media/stampa) si risolve con: Vai in pensione solo se prometti di morire entro 1 anno, Aumentiamo gli Sbarchi per la sostenibilità del Sistema, due considerazioni: 1) ho apprezzato molto un suo recente intervento a Sky TG nel quale ha ribadito che il sistema contributivo avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi e invece siamo ancora qui a parlare di 67, 68, 90...ecc ecc; in sostanza la flessibilità non c'è e questo dovrebbe aprire una riflessione. 2) So che incontrerebbe aspre critiche, ma sommessamente mi permetto di avanzare un'idea; si è parlato di demografia che è poi strettamente connessa con il tema previdenziale. E' possibile aumentare la flessibilità in uscita (alias anticipare l'uscita) per genitori che hanno almeno 2 figli? In generale comunque legare la natalità alla previdenza anche da un punto di vista legislativo. Ci raccontano che non ci sono figli per cui per la sostenibilità del sistema dobbiamo lavorare sempre di più ed accettare immigrazione incontrollata. Non vedo cosa ci sarebbe di "atroce" nel premiare con un'uscita anticipata chi contribuisce attivamente all'equilibrio demografico del Paese.
RispondiEliminaPoi non suonerebbe male: se fai all'ammore, vai in pensione prima. Amore = Libertà...scherzi e semplificazioni a parte, potrebbe essere un'idea; se si può limitare il diritto al lavoro per chi non dispone di un trattamento sanitario "facoltativo", si può introdurre un incentivo di questo tipo?
Ovviamente l'ironia l'ipocrisia sono riferite al mondo della stampa e piddino.
Un caro saluto e buon lavoro
Giuseppe
Sicuramente legare una maggiore libertà di scelta all'adozione del contributivo servirebbe a renderlo una scelta più condivisibile.
EliminaPure io penso che tutta la caciara che fanno i francesi serva a poco. Penso che la soluzione sia non solo andare a votare ma avere milioni di persone che militino nei partiti ed è questa la strada per dare voce alle masse.
RispondiEliminaDiciamo che gli zerovirgolisti la pensano quasi come te: loro vogliono milioni di militanti in milioni di partiti.
EliminaEsatto, quasi. Io la penso come lei che prima ha rilevato il problema, poi lo ha denunciato e poi è entrato in politica. È entrato in un partito affine e non ha fatto un regalo al PD costituendo un piccolo partito con zero storia e zero credibilità in un mondo troppe volte tradito da politici arrivisti e incoerenti.
EliminaSono un nostalgico degli anni '60 e '70 per quanto riguarda la partecipazione del popolo al processo democratico.
EliminaIl logorìo logora chi non sa che è una guerra di logoramento. Eppure noi che almeno i suoi due libri li abbiamo letti, dovremmo saperlo. Così da non farci cogliere impreparati. Un saluto da Borgosatollo (che è dove lavoro)
RispondiEliminaMolto interessante. Mi ponevo pero' alcune domande:
RispondiElimina1) La Francia e' uno dei nostri importatori piu' importante. Aspettare e vedere l'effetto che fa l'austerita' non e' un poco come la politica crucca, cioe' segare l'albero su cui si sta seduti?
2) E' risaputo che la politica di ogni nazione europea dalla caduta dell'impero romano e' quella barbarica, cioe', predare il vicino come hobby. La Francia ancor oggi e' una nazione molto aggressiva nei confronti dell'Italia. Renderla ancora piu' feroce dalla crisi indotta dall'Austerity, non scatenera' la solita politica di predazione nei confronti dell'Italia?
3) Devo riconoscere che questo governo ha molte meno legion d'Honneur rispetto ai precedenti. Questo e' senza dubbio una nota di merito. Tuttavia, noto che questo stesso governo dopo una scenata da pazza di Macron, ha cambiato completamente la propria politica immigratoria, divenendo uno dei governi piu' aperti alle nuove risorse umane estere. Quindi riprendendo il punto (2): cosa farete per non far piangere la matta dell'Eliseo, dato che, evidentemente, ai piani alti dello Stato italiano questa cosa disturba molto?
Mi sembra che pecchi un po' di razionalismo, comunque, nell'ordine:
Elimina1) sì, le loro importazioni sono in parte anche nostre esportazioni, pesano per circa un decimo ma questa percentuale è già in calo fisiologico. Il nostro Paese ha fra i suoi punti di forza la diversificazione, quindi difficilmente resterebbe a corto di clienti, e peraltro "austerità" non significa spegnere un paese come una lampadina. Il 10% del 10% è l'1%, per capirsi.
2) mi sembra tutto molto apodittico, a partire dall'incipit. Le cose sono un po' più complicate di così.
3) diciamo che anche il loro ministro degli interni non scherza. Avranno problemi politici a casa, di solito funziona così. Suggerisco di applicarsi a risolverli.
Se ho capito bene. La guerra contro l'UE dell'austerity e dell'euro è una lunga guerra di logoramento, che sarà vinta da chi sarà in grado di resistere di più (come in Ucraina). Quindi all'Italia, paradossalmente conviene assecondare gli effetti dell'austerity (deflazione salariale con saldo positivo della bilancia commerciale ed avanzo primario del bilancio pubblico) in attesa di vedere crollare sia la Francia (sotto il peso dei debiti gemelli) che la Germania (con l'implosione del suo modello export-led che necessità dei redditi degli altri). Quindi l'approccio tattico è mantenere la quota salari al livello minimo per evitare la rivolta sociale e conservare una capacità produttiva sufficiente (per il dopo euro). Giorgetti e Meloni quindi, non so quanto consapevolmente, stanno facendo la cosa giusta, mantenendosi ligi alla linea europeista
RispondiEliminaMa perché una politica di austerità dovrebbe implicare necessariamente una riduzione degli stipendi?
EliminaLa riduzione degli stipendi procede attraverso due vie: una indiretta, e l'altra diretta. Quella indiretta è semplice: il lavoratore deve pagarsi da sé una serie di servizi (sanitari, previdenziali, ecc.) che prima gli forniva lo Stato, e quindi ha a disposizione meno risorse, meno potere d'acquisto (da cui la discesa dei consumi e quindi delle importazioni); quella diretta non è molto più complicata: il taglio della domanda interna determina un aumento della disoccupazione che esercita un effetto di disciplina dei salari. Ne avevamo parlato a suo tempo.
EliminaGrazie mille per la risposta analitica, messa così però non mi sembra che le cause che indichi debbano per forza implicare una riduzione degli stipendi.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la via "indiretta", mi sembra che sia piuttosto una questione redistributiva. Se la produttività del lavoro è troppo bassa, non c'è possibilità di avere servizi sanitari e/o previdenziali "elevati" sia che li fornisca lo stato o che invece provengano dai privati. Se non ci sono i soldi non ci sono. Mi vengono in mente gli USA, dove entrambi questi servizi sono abbondantemente privati, ma i redditi sono comunque belli alti.
Per la via "diretta", se capisco bene, il meccanismo è: meno spesa pubblica, per esempio in investimenti e acquisti diretti, quindi meno domanda di beni e servizi alle imprese, quindi meno domanda di lavoro. Qua però il problema è che i soldi usati dallo stato siano presi dalle tasse, quindi è ancora una questione di redistribuzione. Gli stessi soldi potrebbero comunque attivare domanda di beni o servizi se lasciati nelle mani dei privati e molto probabilmente ci sarebbe anche una migliore allocazione, in quanto maggiormente indirizzata da incentivi di mercato.