sabato 29 aprile 2023

Pagateci i danni!

 (...oggi vado all'Aquila, c'è il giuramento del corso di allievi sottufficiali della Finanza, io sono uomo del XX secolo, ho fatto il militare, e rispetto le istituzioni, quindi, quando posso, assicuro la mia presenza. Cerco di assicurarla anche qui. Mi sto sforzando di dare continuità al nostro discorso: il nemico è sempre lo stesso - quello che ci aggredisce, perché noi i nemici non ce li costruiamo: sono loro che cercano noi! - ma dobbiamo avere tutti l'intelligenza di capire che la trincea non può essere la stessa: quella precedente è stata piallata da un bombardamento senza precedenti e soprattutto da una cosa che qui è sempre stata evidente, ma che, per qualche strano motivo, un terzo degli italiani non ha capito, perché non era interessato a capirlo: il tradimento degli ortotteri. Ce ne dobbiamo fare una ragione e dobbiamo praticare quello che abbiamo sempre predicato: estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. Gli squilli di Trombetta - per parlare di un amico, assiduo frequentatore dei nostri convegni dove veniva ad acquistare idee - o le convulsioni di guittology, non vanno esattamente in quella direzione. Il vantaggio, per noi, è che a differenza del progetto ortottero, la cui potenza di fuoco mediatica si appoggiava su aziende private di cui non ho mai capito fino in fondo la genesi e il business model, né so se esistano ancora, il "progetto" zerovirgolista si basa solo sul ripetere fuori tempo e con voce chioccia le stesse identiche cose che qui sono state dette a tempo e con la voce tonante dei dati - quella voce che un ottoncino padroneggia con meno agilità di un economista. Non vale quindi la pena di mettere in guardia gli uomini di buona volontà dalla minaccia dei #semomijoni, non solo perché non è comunque servito a niente metterli in guardia dal pericolo - reale - costituito dagli ortotteri, ma anche perché questa minaccia non è tale: erode, forse, impercettibilmente, la base elettorale, consegnando qualche babbeo alla palude dell'astensione, ma, come i fatti hanno dimostrato  - e anche questo vi era stato detto! - non supera la soglia di sbarramento, non è in grado di esprimere, sullo scacchiere della politica, non dico un alfiere, ma nemmeno un pedone del "sacro ideale puro e incorrotto" che tutto vincerebbe e tutti convincerebbe - nella narrazione farlocca dei #semomijoni. Narrazione farlocca perché - ahimè! - per quanto anche noi possiamo essere convinti delle nostre ragioni, la maggioranza degli italiani ha la testa altrove, ed è per il fatto che questo non ci è entrato in testa che - purtroppo - ci è entrato da un'altra parte. Dobbiamo ammetterlo: per essere maggioranza occorrono le televisioni, e per avere le televisioni, o almeno provare ad averle, occorre essere maggioranza, ed esserlo a lungo. Non entro poi nel merito di altre ovvie considerazioni: l'idea che "cominciamo da un parlamentare, poi cresceremo perché lui dirà laveritah e tutti ci seguiranno fino a conseguimento della maggioranza del 51%!" credo che chi è qui possa apprezzarla nei suoi ovvi limiti, visto il lavoro che facciamo per tenervi aggiornati sulla concretezza delle dinamiche parlamentari. Qui, ormai, dovreste aver capito che solo un partito con almeno il 10% può avere sufficiente tempo di parola e sufficiente personale per presidiare tutti i tavoli critici, opporsi alle principali porcate, e denunciarle in aula! Dice: ma voi avete l'8%! No, cari: noi abbiamo il 66/400 = 16,5% - cioè 17% se arrotondato all'intero più vicino - in Parlamento. E anche questo dovrebbe far capire come stanno le cose a chi disperde onanisticamente il seme del suo voto in mille rivoletti: questo esercizio è sterile, può partorire al massimo un personaggetto più o meno folcloristico che dovrebbe da solo reggere tutte le Commissioni non riuscendo a presidiarne neanche una, invece di andare a integrarsi in una struttura che grazie ai suoi tecnici riesce ad amplificare in tale misura sui seggi parlamentari il consenso ottenuto nelle urne. Detto in altre parole: Calderoli può piacere o non piacere - il blog che non esiste non è un organo di partito e parla a una community che non c'è, quindi può essere equanime! - ma il mio punto è che se gli zerovirgolisti ne avessero uno, di Calderoli - e non possono averlo! - al massimo riuscirebbero a portare da uno a due la loro presenza in Parlamento. Potere di controllo zero, potere di interdizione zero, tempo di parola tre minuti in dichiarazione di voto. Volete questo? Chiaro il concetto? Quindi, venendo al punto e concludendo questa premessa: se non contano una mazza, perché parlarne? Certamente non perché gli spruzzettini di fango con cui cercano puerilmente di offuscare la nostra immagine sperando di trarne indiretto beneficio possano attingerci: non capisco, a questo proposito, le reazioni indignate di molti di voi alle esternazioni diffamatorie delle bollicine di metano nella palude di Twitter! Certamente non perché si possa cercare insieme la chiave per recuperare un consenso che non c'è: di zerovirgola ne occorrerebbero mijoni (veri) per arrivare a costruire un punto percentuale vero, qualcosa di percettibile, non credo che uno sforzo in tal senso valga la pena di farlo partendo da basi inesistenti! Il senso è un altro: vedere come ragionano i falliti può aiutarci a evitare un altro fallimento. Scambiare i like su Twitter per voti, ripetere a pappagallo parole altrui, restringere, anziché allargare, i destinatari del proprio messaggio: questi tre pilastri del pensiero zerovirgolista ce li dobbiamo e ce li possiamo evitare. Quindi andiamo avanti e... scaviamo!...)

C'è un grafico presentato al #midtermgoofy che vale la pena di riproporre e illustrare qui: questo


La spezzata blu descrive l'andamento storico del rapporto debito/Pil, compresa l'ultima impennata durante la pandemia, col rapido rimbalzo verso il basso. Le spezzate arancione e grigia descrivono due controfattuali: cosa sarebbe successo se?

Cominciamo dalla spezzata arancione. Il controfattuale descritto è la traiettoria che il rapporto debito/Pil avrebbe seguito dal 2009 a oggi se il tasso di crescita del Pil nominale (cioè a prezzi correnti, comprensivo dell'effetto dell'inflazione) si fosse attestato sulla media 1999-2008, pari al 3,7%:


Un tasso di crescita non stellare, inferiore a quello del 5% implicito nei parametri di Maastricht (la spiegazione tecnica è qui), ma comunque superiore di tre punti a quello che abbiamo avuto dal 2009 in poi a causa delle politiche di austerità:


Quindi, partendo dai 1637 miliardi del 2008, se avesse mantenuto un tasso di crescita del 3,7% il Pil nominale oggi sarebbe a 2628, invece di 1775, miliardi di euro.

Di conseguenza, immaginando la stessa traiettoria del debito, il rapporto di quest'ultimo al Pil oggi sarebbe molto, molto più basso:


La colonna "rapporto storico" (sottinteso: debito/Pil) corrisponde alla spezzata blu del grafico, la colonna "rapporto controfattuale" a quella arancione, e la sintesi è che praticamente tutto l'incremento del rapporto debito/Pil dal 2009 a oggi è dovuto a un effetto di denominatore (la distruzione del Pil a causa dell'austerità).

Sono molto grato in anticipo a chi verrà a spiegare all'autore di questo, questo o questo i limiti metodologici di una simulazione di questo tipo, che peraltro non è farina del mio sacco, ma è stata presentata da un funzionario di Banca d'Italia a un seminario a porte chiuse. Mi è sufficientemente chiaro (e probabilmente lo era anche al funzionario di Banca d'Italia) che alterare il sentiero di crescita del Pil considerando esogeno quello del debito è un esercizio contabile, più che economico. Ma intanto ci aiuta a ragionare sugli ordini di grandezza, e poi ha una sua plausibilità, tratta dal fatto che il sentiero controfattuale 2009-2021 in fondo è cugino del sentiero storico 1995-2008: anche dal 1995 al 2008 il rapporto debito/Pil era andato diminuendo al ritmo di circa un punto percentuale all'anno (dal 119% al 106%), così come nel controfattuale 2009-2021 diminuisce dal 106% al 101%.

Cosa hanno in comune questi due scenari (lo storico 1995-2008 e il controfattuale 2009-2021)?

Semplice: l'assenza di politiche di austerità.

Non è impossibile argomentare in modo più raffinato, se lo si desidera, che è stata l'austerità, cioè l'adesione pedissequa alle "regole" europee, ad averci danneggiato portando a livelli preoccupanti il nostro rapporto debito/Pil. A fronte di questo, ora che tutti riconoscono che le regole sono sbagliate (e quindi implicitamente ammettono che hanno danneggiato qualcuno: noi), non vedo perché non chiedere che di questo si tenga conto.

Ne parlavo con un collega parlamentare francese, che mi diceva: "Ma allora vorreste chiedere i danni?". E la mia risposta è stata molto semplice: "Pretendere i danni di guerra dalla Germania non ha mai portato fortuna. Tuttavia, visto che le nuove regole prevedono un trattamento di sfavore per chi ha un rapporto debito/Pil elevato, visto che noi un rapporto debito/Pil elevato lo abbiamo per colpa delle vecchie regole, visto che i dati storici dimostrano che se lasciati in pace riusciamo a mettere il rapporto debito/Pil su una traiettoria di rientro, forse non sarebbe assurdo chiedere che nel primo ciclo settennale di applicazione delle regole il nostro Paese non venisse considerato fra quelli ad alto rischio di sostenibilità e gli si consentisse un rientro più morbido".

Non vi stupirà sapere che il collega francese è rimasto positivamente interessato, perché questo gli veniva detto in un francese passabile, ma soprattutto, ovviamente, perché, come sapete, questo problema riguarda anche e soprattutto loro...

(...buona domenica! Io la passerò su Sky con la compagna Camusso...)

30 commenti:

  1. Simulazione interessante, professore. Sarebbe utile anche sapere qualcosa di più sulla spezzata grigia...

    Comunque non credo che gli amici tedeschi acconsentirebbero alla proposta, andrebbe contro la narrazione dominante. E loro per una questione di principio si farebbero tagliare i cosiddetti, pur di non ammettere di aver avuto torto.

    A meno che non gli si promette in cambio qualche altro buon affare, cosa che non voglio nemmeno prendere in considerazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se almeno la BCE avesse fatto il suo lavoro, il rapporto debito/PIL sarebbe comunque di quasi 20 punti più basso...

      Elimina
  2. Mi sembra sempre più ovvio che lassù al nord ci vogliono deboli o ancora meglio, morti. Spero che Giorgetti faccia un bel lavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per ora non mi pare che ci si possa lamentare. Mi sembra che sia la prima volta che un ministro italiano dice: non posso accettare questa decisione perché il mio Parlamento è contrario. Cioè che si comporta come si comportano da sempre i ministri degli altri Paesi. Anche alla rappresentanza permanente ci sono stati sensibili progressi. Questo naturalmente non significa che siano risolti tutti i problemi...

      Elimina
  3. "la maggioranza degli italiani ha la testa altrove" una verità semplice e di immediata evidenza, che vale per l'austerita' €uropea e anche, va detto, per i provvedimenti presi durante la pandemia (lock down, gp, OV e conseguenti discriminazioni per chi non ha voluto sottostare ai ricatti imposti in nome de lascienzah). Dal piccolissimo angolo visuale di cui dispongo, non posso che confermare quest'affermazione: nell'ufficio in cui lavoro (PA) ci sono si alcuni colleghi che mettono in discussione l'€ e le politiche economiche ad esso legate, e che comprendono che è l'intera architettura €uropea che non funziona. Ma il massimo cui approda tale consapevolezza è il voto a favore di uno dei partiti degli zerovirgolisti (efficacia politica =0), mentre sull'intera questione dei provvedimenti liberticidi dell'epoca pandemica non vi è stato alcun dubbio o contestazione. Non li critico affatto per questo, sia perché, avendo io fatto scelte diverse in proposito, nessuno di loro mi ha criticato per questo (anzi, qualcuno ha sottolineato che non mi sono piegato a costo di rinunciare a un po' di stipendio), sia soprattutto perché capisco benissimo che la maggior parte delle persone normali, oltre al lavoro, devono pensare alla famiglia ai figli ai genitori etc., insomma non hanno materialmente il tempo per informarsi di ciò che accade loro intorno che vada al di là dell'ascolto, più o meno distratto, di una mezz'ora di telegiornale. Fino a quando la situazione resterà questa, bisognerà continuare a combattere controcorrente con le armi e le modalità qui illustrate, anche se qualche volta a prima vista ci sembreranno (come più di una volta mi sono sembrate) negative e controproducenti rispetto a ciò che chi frequenta questo blog vuol realizzare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi cerca di inserirsi nel dibattito deve per forza avere tempo di ascoltare, leggere e vedere come si mette in pratica il suddetto.
      Le categorie che possono farlo sono già elencate nel Tramonto dell'euro: il ricco non vuole, il singolo lavoratore stipendiato non ha tempo. Tira le somme su chi rimane.
      Detto questo, sarebbe bellissimo ottenere una maggioranza schiacciante e indiscutibile, ma i fatti hanno dimostrato che non serve essere i numeri 1 per vincere né per convincere.
      Del resto c'è anche un vantaggio nel non fare come gli spartani e stare al centro della formazione.
      Nello specifico, non puoi convincere quelli a cui mancano leBBasi. Puoi solo parlare in pillole se hanno voglia di ascoltare.

      Elimina
  4. Devo umilmente ammettere che, a parte Twitter, che sconosco, dopo essermi sgolata a tentare di fare divulgazione con parole non mie (e quali altre potevo usare?), essere stata e aver bazzicato "zerovirgolisti" e non votanti duri e puri di tutti i tipi , litigiosi al punto da non riuscire nemmeno a raggiungere l'obiettivo minimo di superare la soglia di sbarramento, ora ringrazio il cielo che ci sia qualcuno che faccia il lavoro che sta facendo lei.

    RispondiElimina
  5. Buon pomeriggio, spero teniate una posizione ferma sulla proposta (che lei ci ha condiviso e spiegato) avanzata dalla maggioranza circa le nuove regole sulla governance economica dell’Unione.
    Sedersi ad un tavolo in cui si discute solo di debito pubblico non é solo sbagliato (poiché é il meno pericoloso) ma é anche suicida per noi (siamo il Paese con il maggior debito pubblico dopo la Grecia ma con il minor debito privato tra i grandi e con una pne netta positiva).
    Per fortuna che abbiamo (noi abruzzesi) eletto qualcuno che queste cose le ha introdotte nel (troppo piccolo) dibattito pubblico ma soprattutto in quello (decisivo) delle stanze del potere.
    Dunque, pur tentando di tenere la barra dritta su debito privato, pne, conto corrente di bdp (parametri significativi quanto e più del deficit e debito) non sarebbe stato possibile chiedere la massima flessibilità sul deficit?
    Ossia un ritorno al limite di Maastricht del 3% (con lo scorporo degli investimenti che avere chiesto)?
    Ad ogni modo ritengo che la discussione sulle cosiddette regole fiscali sostanzialmente celino quelle ben più importanti sul mandato della BCE.
    Infatti, se anche un Paese come l’Italia decidesse di sforare il 3% o la regola sul contenimento della spesa corrente proposta dalla Commissione, che tra l'altro spero venga incenerita nella trattativa (in caso contrario sarebbe un salasso pesantissimo sulla nostra sanità, istruzione e in generale amministrazione pubblica massacrata da anni di retorica sul debito cattivo…salvo poi meravigliarsi sull’incapacità di “mettere a terra” il Pnrr), la procedura di infrazione che ne seguirebbe non sarebbe sostanzialmente un grande impedimento (come tra l’altro non lo era prima); l’unica vera sanzione é sempre stata e sempre sarà lo spread.
    Fino a quando la Bce non sarà costretta a fare il suo lavoro allora la Commissione potrà fare il suo.
    Dato che non credo proprio che verrà modificato lo statuto della Banca centrale (dato il dogmatismo che avvolge la questione anche in Italia, figurarsi in Germania) e considerata la non facile trattativa che il Governo ha difronte,
    ho la lieve sensazione che il sacrosanto “risarcimento” dovremo prendercelo noi alle prossime elezioni europee inaugurando il principio della fine di questa lunga battaglia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sono sempre chiesto se i partituncoli venissero messi in giro apposta per seminare disfattismo: ciò presupporrebbe un’estrema razionalità che non vedo né nell’un campo né nell’altro. Certo, sì: dobbiamo arrivare carichi alle europee, le terze da quando questo blog esiste. Chi, per farci arrivare scarichi, vuole convincerci che votare non serve, sta con Timmermans! Dico Timmermans apposta perché è una dimostrazione che votare serve: senza il nostro successo nel 2019 lui sarebbe al posto della von der Leyen.

      Elimina
    2. Va bene che "non c'è mai limite al peggio" ( ragion per cui temo già l' esito FATTIVO del prossimo €parlamento...) ma quale sarebbe la differenza tra una "testa di legno" ed un altra? Ci siamo già dimenticati de "l' allegro beone belga" ? Era peggio o meglio de "l'attuale"?.
      Il problema è che le forze in gioco sono assolutamente sproporzionate, e mentre la nostra "barchetta" si dibatte contro i marosi di un "transatlantico", ne arriva poi sempre uno anche più grosso.( vedi Covid e "lagendachenoncè" ) . E così , nelle "more", il paese "muore" ( o quantomeno moriremo noi non si sa poi da CHI "sostituiti" ).
      Ciò detto concordo col ragionamento di fondo di questo post : meglio del PD anche questo " centrodestra" .
      Ma se " a consuntivo" poi non si vedesse alcuna differenza ... Come dice il proverbio ? "Bastonati" comunque, e pure "becchi" ?

      Elimina
    3. Vero, oltretutto se non fosse stato per uno zerovirgolista probabilmente questo blog non sarebbe mai nato.
      Infatti alle elezioni del 1996, il partitino di Pino Rauti (il movimento sociale Fiamme Tricolori) non accordandosi con il cdx (che aveva già perso la Lega nord) impedì la vittoria a Berlusconi con il suo misero 1,67% togliendo quei voti decisivi nei collegi uninominali.
      Il Csx vinse in modo risicato (o sarebbe meglio dire che perse la destra) e Prodi ci fece entrare nel sogno monetario.
      Se invece Berlusconi avesse rivinto é molto probabile che avrebbe quantomeno rinviato il tutto (data anche la contrarietà del governatore Fazio, come sa meglio di tutti).
      D’Alimonte ci ride ancora oggi su questa cosa, ossia che senza Pino Rauti non saremmo mai entrati nell’euro!

      Elimina
    4. Non sono poi così convinto che non saremmo entrati. Guarda il dibattito odierno su un'altra sciocchezza, il MES: "Eh, ma lo hanno ratificato tutti!..." Il conformismo, piaccia o meno, è una molla molto più potente, anche perché molto più complicata da montare e caricare, dello zerovirgolismo. Quanto a quello di passaggio, vorrei che foste un pochino meno distratti e scordarelli. Tanto per fare qualche esempio, se non ci fossimo stati noi la riforma del MES sarebbe stata firmata un anno prima, avreste lo jus soli (che può piacere o non piacere, ma lo avreste), avreste più imposte sulle vostre case, ecc. Voi continuate a vivere nel mito della palingenesi e della vittoria definitiva, probabilmente perché è il modo più rassicurante (verso se stessi) di rinunciare all'impegno quotidiano. La vittoria definitiva non c'è, e se il combattimento quotidiano stanca lo si può anche dire, non c'è nulla di male.

      Elimina
    5. Il dibattito odierno è anche più orientato da gruppi politici consapevoli.
      I miei ricordi di vent'anni fa sono di studente delle superiori, forse non obiettivi, ma la sensazione era di fait accompli per quanto riguarda l'€U. Era anche un periodo in cui sarebbe stato facilissimo convincerci di essere delle zucchine, cosa quantomeno improbabile oggi.

      Elimina
    6. Si, possibile.
      Ad ogni modo é anche molto probabile che dietro a questo conformismo dilagante si celino interessi molto forti di segmenti della società particolarmente influenti (più vero nel caso dell’euro che del Mes).
      Mi permetto di aggiungere che oltre alle meritorie battaglie condotte in questi primi 5 anni in Parlamento (alcune vinte ed altre perse, inevitabilmente) c’é forse la cosa più importante: l’aver rendicontato tutto il possibile in modo onesto e leale, nel bene e nel male.
      Dal mio rappresentate in Parlamento non mi aspetto nulla di più e nulla di meno e per questo la ringrazio.

      Elimina
  6. Siamo sicuri che elemosinare flessibilità su regole sbagliate sia la via giusta ? Se la regola è sbagliata non si dovrebbe chiedere di cambiarla e non di renderla flessibile ? L'eccezione ad una regola sbagliata fa permanere la regola sbagliata e rende eccettiva la cosa giusta .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusate: Nello Preterossi lo ha detto abbastanza chiaramente al #goofy di ormai due anni fa. Abbiamo perso. Come? Perché? Una domanda ve la fate? E che risposta vi date?

      Elimina
  7. Prof, come ha detto in piu' occasioni : dove non ti porta la ragione, ti porta la realta'. Importante e' il timing. Se ce se ne accorge troppo tardi, che la realta' sta arrivando, ci si schianta. Credo ci sia qualche possibilita' che questo non accada solo nella remota ipotesi che i francesi possano fare un bagno di umilta'. Ma siccome sono pessimista in merito, ritengo si schianteranno ( i fatti dimostrano che sono sulla buona strada ). E credo Leuropa con loro, ça va sans dire.

    RispondiElimina
  8. Temo che la Germania, orfana del seno energetico di mamma Russia, svilita dal protezionismo USA e conscia di dover presto abbandonare anche il mercato cinese, abbia deciso di adottare la soluzione finale nei confronti dei paesi europei. Tenterà di cannibalizzare il continente, allargando gli spread e diventando l'unico fornitore di debito sicuro. A questo faranno sponda i soliti noti che in ogni schieramento si celano. Temo che l'Italia stia barattando qualche altro anno di sopravvivenza nel mondo del "libero" mercato al costo di svendere quel po' di Stato che resta.
    I'll.mo professore, quando i nodi si stringeranno cosa faremo? Tanto peggio tanto meglio? Continueremo a forgiare sofismi volti a giustificare a noi stessi la militanza in un monolito che cambia solo colore di tanto in tanto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eggnente, proprio non ce la fate! Vi sto chiedendo di cambiare atteggiamento, di capire dov'è che abbiamo sbagliato, e voi venite qui a spiegarmi le cose che avete imparato da me, verosimilmente fuorviati (perché tu sei sicuramente un ultimo arrivato) da una serie di circostanze contingenti, come il mio attuale incarico politico, che attivano in voi dei controproducenti riflessi pavloviani...

      Quello che dici è di una banalità sconcertante! La Germania da due millenni cerca di cannibalizzare il continente, con alterni successi. Grazie per essertene accorto. Quindi la soluzione qual è? Calzare uno scolapasta e inforcare il triciclo per andare alla carica dei "poteri forti"? Ma chi ti dice di non farlo! Vai, accomodati. Ma se vieni a dircelo devi accettare che ti prendiamo in giro.

      Elimina
    2. Carissimo re, l'atteggiamento "succederà così e colà e allora come faremo?" non porta granché bene alla propria sanità mentale. La situazione non è rosea, ma non serve che te lo spieghi il professor Ferguson, rinomato storico scozzese, che in Europa il motore del cambiamento è il conflitto.
      Senza stare a spiegare che le cose cambiano (e come sono cambiate, altrimenti staremmo ancora con la tanto amata pace romana), la nota interessante sta nell'ultimo punto del post, la quale illustra due cose: al di là delle Alpi sono più impegnati a pensare a casa loro che a danneggiare noi, e che soprattutto c'è qualcuno che pensa di rovesciare l'attuale equilibrio.
      La strada giusta è accordarsi per mettere gli altri in minoranza.

      Elimina
    3. Non esiste una Signora Germania, né tantomeno una mamma Russia e nemmeno uno Zio Sam. "Lebbasi" apprese su questo blog suggeriscono di evitare di personificare le nazioni in modo così caricaturale; pena la totale sottovalutazione delle dinamiche in gioco, per loro natura, complesse.

      Elimina
  9. io ancora devo capire perchè le chiamate "regole fiscali"....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci perdoni se non aspettiamo che tu capisca?

      Elimina
    2. non serve essere caustici, prof. sono qui per imparare.

      Elimina
  10. Aggiungo un ulteriore aspetto dei partituncoli (che personalmente rispetto nel merito, ma non nel metodo) .
    Purtroppo con la filosofia dei "duri e puri" sono autocondannati all'irrilevanza, perchè quand'anche passassero la soglia di sbarramento sarebbero costretti a stare in opposizione a non "fare qualcosa" poichè entrare in maggioranza vorrebbe dire "tradire".

    RispondiElimina
  11. Rimane inevasa la solita domanda, che in queste stanze, ma non solo, è riecheggiata più volte. E se ci dicono di no?
    Il problema dei francesi, poi, nasce anche, se non soprattutto, dal fatto che sta perdendo l'impero coloniale in Africa, sotto la spinta cinese e russa. Spinta che è rallentata a fronte di scelte di politica estera poco eticamente commendevoli e decisamente non razionali. E questo non è un buon viatico per la risposta alla domanda.

    RispondiElimina
  12. https://www.iltempo.it/personaggi/2023/05/02/news/causa-bce-christine-lagarde-non-siamo-qui-ridurre-spread-aldo-dagostino-35679582/amp/

    Un investitore italiano chiede i danni alla BCE nella persona di Lagarde per la frase "non siamo qui per ridurre lo spread"


    Interessante vedere cosa succederà!

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.