lunedì 10 aprile 2023

L'agnello sintetico

(...approfitto di una vostra sollecitazione per mettere in fila alcuni "puntini" disseminati nel corpus del blog, di cui forse ora, con un po' di prospettiva, si riesce ad afferrare meglio il significato...)

Qualche giorno fa uno di voi ha posto un tema interessante: che garanzie di sicurezza ci dà la cosiddetta carne sintetica? Quattro giorni dopo Marco Cosentino, cui avevo segnalato il tema, ha pubblicato sul suo canale Telegram (da seguire) questo interessante articolo di rassegna. In estrema sintesi: i dubbi espressi dal nostro amico circa l'accresciuto rischio biologico posto dalla riproduzione di cellule in vitro rispetto a quella sessuata sono fondati ed erano già ampiamente noti e discussi. La rassegna è di tre anni fa, ma il dibattito era già vitale sette anni fa (e in effetti se ne era parlato tangenzialmente anche qui). Si conferma comunque che qui non si inventa niente (e noi non abbiamo mai preteso di inventare qualcosa) e che il buonsenso e un minimo di istruzione ti portano se non prima, non molto dopo, dove poi arriverà la scienza. L'articolo di sette anni fa, fra l'altro, pone una sfaccettatura interessante del problema: come si fa a proporre carne di sintesi in un mondo che sempre più aspira a una vita e a prodotti naturali (il famoso chilometro zero)?

Ma questa è solo una sfaccettatura del problema, appunto, tra l'altro facilmente scardinabile col noto meccanismo del richiamo a una superiore urgenza: il nuovo FATE PRESTO! ambientale, quello gretino, può facilmente spazzare via le aspirazioni bucoliche di un altro tipo di ambientalismo, quello meno finanziato dalle multinazionali.

Il nocciolo del problema mi sembra sia invece quello evidenziato da Gabriele Bellussi: la concentrazione oligopolistica che questo tipo di filiera necessariamente porta con sé, date le elevate barriere tecnologiche di accesso al mercato, e il conseguente controllo da parte di pochi delle vite di tutti gli altri. La direzione in cui si sta andando è questa, quella del controllo, ma questa è tutt'altro che una novità (non a caso avete citato i solti classici: 1984, e via dicendo), e anche su questo ci eravamo permessi in tempi non sospetti di lanciare plurimi allarmi. Non è nemmeno una grande novità, ma acquista in questa vicenda un risalto sempre maggiore, il fatto che l'Unione Europea, progetto nato, nelle immortali (?) parole del Manifesto di Ventotene, per combattere "efficacemente" (?)  "tutte le tendenze monopolistiche", sia semplicemente il braccio armato, l'amplificatore di queste tendenze monopolistiche.

Certo, la linea catara e criptogrillina espressa dal manifesto di Ventotene ("si è così assicurata l'esistenza del ceto assolutamente parassitario dei proprietari terrieri assenteisti, e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo col tagliare le cedole dei loro titoli, dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori, dei plutocrati, che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici, per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio..." ecc. ecc.) risente di svariate debolezze analitiche, e anche di una certa usura del tempo, come più volte abbiamo notato. Fra le tante debolezze, una delle più rilevanti ai fini di quello che qui interessa è la mancanza di una riflessione sulla natura endogena di queste tendenze monopolistiche, che deriva dalla natura del progresso tecnologico, come avrebbe poi spiegato Sylos Labini. Proprio per questo, proprio per la loro natura in qualche modo endogena, queste tendenze richiederebbero, come contrappeso, una politica forte e legittimata, che sia in grado non solo e non tanto di regolare il come, ma soprattutto il dove vogliamo andare. Perché se il dove te lo propone un altro, poi, a seconda dei casi, la scelta del come potrebbe non essere vasta né agevole. Occorrerebbe quindi esattamente quel tipo di politica che, per una serie di problemi di coordinamento su cui ci siamo lungamente soffermati negli anni, l'UE non può "deliverare" (come dicono quelli bravi).

Di fatto, alcuni recenti fatti di cronaca confermano quanto ci siamo sempre detti qui: se non l'unica, la principale economia di scala politica realizzata dal "grande pennello" europeo è quella a vantaggio del lobbismo, che è un'attività assolutamente fisiologica per il funzionamento di una democrazia (alla fine, i Governi devono rappresentare e difendere interessi espressi dalla società, e della società fanno parte anche le imprese), ma che degenera più facilmente se opera, appunto, in condizioni di monopolio (politico), come quelle create in re ipsa dal progetto europeo.

E quindi?

E quindi, come al solito, come in altri campi (qui siamo partiti occupandoci di economia internazionale monetaria), se una storia va avanti da decenni, e se mancano le condizioni istituzionali, prima ancora che politiche, per contrastarla, anche se il buonsenso, e quella sua sublimazione che è la scienza, sconsigliano di intraprendere un certo percorso, quel percorso verrà intrapreso, e dietro non c'è la "S" di Satana (spiace per i tanti amici folcloristici cui perdoniamo l'ingenuo e involontario tentativo di screditare il nostro lavoro) ma quella di soldi.

Significa che non possiamo fare nulla?

Vorrei rispondere, anche se non è buona educazione, con una domanda: voi, da dodici anni di battaglie, che cosa avete imparato?

Sarebbe utile che rispondessero quelli che non si sono arresi, quelli che sono qui dall'inizio. Qualcuno c'è. Gli altri sono benvenuti, ma ovviamente vedono un percorso di anni sotto le lenti deformanti dell'attualità. Perché se non abbiamo imparato niente, allora la guerra è persa. Se abbiamo imparato qualcosa, allora dobbiamo riconoscere i pochi progressi fatti e le molte sconfitte subite e trarne delle lezioni: quelle lezioni che ho cercato, senza successo, di condividere con l'ultima ondata di zerovirgolisti (quelli che si sono schiantati in Friuli Venezia Giulia)...

In ogni caso: buon appetito!

(...l'eterno ritorno dell'uguale! Siamo più o meno a undici anni fa: sfoderano i loro guitti - vi ricordate Donald?, tornano alla carica con gli stessi argomenti - vi ricordate di quando mandavamo a stendere i CCF e le monete "positive"?, senza che nessuno si ponga la più semplice delle domande: "ma questa postura politica - cioè quella dell'antipolitica - la prima volta che risultati ci ha dato?" L'alleanza organica col PD dei "diritti", cioè dei dritti! Bel risultato! E poi, non è mica la prima volta! L'antiparlamentarismo - perché di questo si tratta - è una costante del nostro panorama politico, un fenomeno cronico che si acutizza come fascismo, qualunquismo, grillismo... Il prossimo "ismo" non sappiamo come si chiamerà, ma interessa il giusto: il problema non è l'etichetta che gli si dà, il problema è che in questa follia c'è un metodo, c'è una razionalità, che qui abbiamo discusso tante volte, prendendoci le nostre badilate di letame. Ma avevamo ragione noi, nel limitato senso che quello che prevedevamo poi è successo. Fatto sta, e so che dirlo espone a critiche, prevedere quello che sarebbe successo non è stato del tutto inutile. Non è servito a impedirlo, certo, ma ora alcuni di noi sono più vicini a dove le cose si decidono. Claudio insiste regolarmente su questo punto: porcate come la "filiazione europea", o semplicemente l'aumento dell'IMU, non sono andate avanti perché eravamo lì. Certo, siamo lontani dall'obiettivo di recuperare una piena autonomia strategica, ma tuttavia non credo che il nostro essere lì sia irrilevante: ce lo segnala lo sforzo che viene profuso dai nostri nemici per avvalorare l'idea che lo scopo di un parlamentare sia la mera testimonianza, sia il darsi fuoco come un monaco buddista [leggendo l'articolo apprenderete che anche quella foto era stata preparata, così come quelle dei gretini imbrattatori], o il ritirarsi sull'Aventino [che finì come sapete]. Non cascateci! I risultati richiedono pazienza e perseveranza, richiedono il non bruciarsi, né letteralmente, né metaforicamente. Questo lo abbiamo capito. Se ai guitti spiace, ce ne faremo una ragione...)

38 commenti:

  1. Ribadisco un'ovvietà, che però talvolta viene dimenticata.Tra i tanti problemi impliciti c'è anche quello che in una comunità strutturata come l'Unione Europea, ci si può anche esprimere contro una filiera produttiva, e magari impedirne lo sviluppo in patria, ma se questa filiera produce, e i suoi prodotti sono ammessi nell'Unione Europea non se ne può impedire la circolazione nel mercato italiano, con quel che ne consegue.

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    1. Hai perfettamente ragione. Dopo di che, si può sempre confidare in un effetto domino.

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  2. A questo proposito fu quasi profetica la proposta della Lega di abbattere l'IVA sugli alimenti di base, precursore dell'abbattimento del cuneo fiscale di tutta la nostra filiera alimentare che, visto il PIL e l'export che genera, dovrebbe essere materia di discussione per elevarla al rango di "economia strategica" tanto quanto lo è, per esempio, il Turismo. Meno profetica, oserei dire deleteria, è stata la mossa di Lollobrigida ossia il "vietare" aprioristicamente che, fatto o no con buone intenzioni, ha inevitabilmente spostato il dibattito sul piano più sbagliato possibile spalancando una cancerogena finestra di Overton (fascismo! autarchia!! ecc ecc)...l'ennesima di cui non avevamo bisogno.
    L'abbattimento delle aliquote sugli alimenti avrebbe riavviato la filiera agricola che, come Ucraina insegna, dovrebbe essere materia di interesse strategico, riportando la Sicilia ad essere, per lo meno, il nostro di granaio, fermando quel circolo vizioso di contributi europei a discapito del territorio ed in favore di più oligopolistico interesse che è il Green e in generale la monopolizzazione del territorio per inefficienti e costosi pannelli solari made in china.
    I grilli e le carni sintetiche dovrebbero portare all'OdG il dibattito VERO ossia cosa vogliamo, ben spiegato nell'articolo che sto' commentando.

    P.S. Colgo occasione Onorevole per andare OT e chiedere supporto di materiale per fare un confronto.
    Superbonus 110% e Industria 4.0
    Il primo è una ciofeca, il secondo funziona, da sempre anche se magari con migliorabili margini. Non trovo qualcuno che faccia confronti e spieghi ai 5* la differenza tra un bonus a pioggia senza moltiplicatore strutturale e un intervento mirato a creare substrato per generare fatturato che rifinanzierà poi il bonus stesso.

    Grazie infinite e Buona Pasqua

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    1. Signor Stefano, sono di parere opposto: industria 4.0 una ciofeca , 110% soluzione perseguibile . Ma sono dettagli .

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  3. Gentilissimo Professore, è sempre un piacere leggerla. Scriverò solo un breve commento partendo dalla fine: non ci si brucia solamente inseguendo obiettivi irrealizzabili o cercando di perseguirli in modo ingenuo o incompatibile con la realtà fattuale e strategica, ma anche apparentandosi, pur se magari ciò avviene per motivi "strategici", alle persone sbagliate.
    L'adesione, un po' pedestre e goffa, della Lega al governo Draghi non mi pare che abbia portato a grandi "vantaggi" sul medio periodo, al contrario mi pare abbia portato ad una sostanziale sfiducia nella sincerità degli uomini della Lega nel presentarsi come alfieri del cambiamento. Così come raccontare che si cercava di controllare il "nemico" dall'interno del governo non ha fatto che peggiorare la situazione.
    D'altro canto lei ci insegna che non ci si deve lasciar andare alla superbia di non dare la giusta importanza alle scelte degli elettori, che sono state molto chiare.
    Dulcis in fundo la posizione della Lega nel governo di Lady Aspen Meloni appare, se mi passa il termine, quantomeno imbarazzante.
    Siamo sempre dalle parti della "vigilanza dall'interno"?
    E quando passeremo invece all'espressione di una REALE alternativa politica?
    Perchè qui a forza di inseguire la "strategia" del partito, alla fine non ci sarà più un partito.
    Grazie, e con immutata stima per il Prof. Bagnai.

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    1. Mamma mia che palle però! Ma guarda? Dando l'appoggio a Draghi abbiamo perso consenso! E chi se lo aspettava!? Ma, ad esempio, io, Siri, Susanna Ceccardi, e gli altri che lo hanno chiarito in segreteria politica prima che la decisione venisse presa. Poi è stata presa. Il Caiumi che cosa avrebbe fatto? Puoi dircelo. Che cosa ho fatto io posso dirtelo solo in parte, ma ti do una traccia: voi continuate a confondere consenso e potere. Questo errore era scusabile nel 2018, non lo è nel 2023, dopo che abbiamo sviscerato in lungo e in largo le dinamiche dell'esercizio del potere (in particolare, di quello legislativo ed esecutivo). Ricordo banalmente che il PD ci voleva fuori e che senza noi al Governo FI avrebbe votato la delega di Draghi, per dirne una. Draghi sarebbe ancora lì, e starebbe facendo le sue nomine in attesa dell'inizio della campagna elettorale (perché secondo loro si sarebbe dovuto votare a maggio). Così, per dire. Io faccio molto, ma molto di più, e fin dall'inizio, di "non dare la giusta importanza" al consenso: me ne strasbatto. Me ne strasbattevo da scrittore e da intellettuale, me ne arcistrasbatto da politico, e paradossalmente, per chi sa capirlo (e non è detto che tu sia fra quelli che lo sanno: basta ricordare come sei entrato in questo blog), è la vostra unica e più sicura garanzia del fatto che opererò nel vostro interesse. Non mi interessa imbonirvi. Mi interessa portare a termine un progetto. Non mi interessa convincervi di quel progetto. Se è valido si farà strada nonostante me e voi. La VERA, anzi, scusa, REALE, alternativa politica è questa. Il resto è guittume vario. E se sei qui è perché un pochino questo lo intuisci.

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    2. Io non ho parlato di “consenso”. Ho parlato di FIDUCIA e aggiungo COERENZA.
      Il governo Draghi è stato forse il punto più basso dell’Italia del secondo dopoguerra, l’emblema di un regime autoritario maldestramente mascherato da democrazia, che si è macchiato di delitti contro la persona mai visti prima in questo disastrato Paese. Cerchiamo di non dimenticarlo.
      Riguardo al governo Draghi io ricordo un Draghi che cercava ogni possibile scusa pur di scansarsi dal suo ruolo, alzando continuamente l’asticella per innescare in qualunque modo una crisi di governo e togliersi di torno, in una maniera a dir poco imbarazzante, e per quelli che considero due motivi macroscopici: il primo è il mancato rispetto di un evidente accordo in base al quale aveva accettato un ruolo (il PdC) non gradito ad un uomo che ama agire politicamente nell’ombra, in cambio di tutti sappiamo cosa. I suoi padrini hanno cambiato idea (ricordo una “appassionata” presa di posizione di una certa istituzione finanziaria privata vicinissima a Draghi a riguardo a mezzo stampa, poco prima dell’elezione della massima carica istituzionale…) e hanno deciso di manovrarlo a piacimento, come fanno sempre, ma mi pare chiaro che lui stavolta ha deciso di non starci e di andarsene. Naturalmente dando la "colpa" ad altri.
      Il secondo motivo nasce dall’ovvia volontà di non venire travolto dalla crisi socio-economica innescata dalle sue scelte scellerate e dalle critiche per l’ulteriore asservimento internazionale dell’Italia (gli accordi del Quirinale), oltre che dall’emergere della verità sulla vicenda Covid-vaccini. Il ruolo che gli era stato promesso gli avrebbe garantito l’immunità, che ora però era svanita…
      Ricordo anche le dichiarazioni di esponenti della Lega che chiedevano un “Draghi bis” senza quel partito in crisi di CONSENSO (quello sì!) che aveva capito perfettamente il gioco di Draghi e gli teneva sponda, per evidente coincidenza di interessi.
      Parlo di COERENZA perché non si è mai visto nella storia repubblicana un partito che rinuncia ad un governo perché si rende conto di essere finito in un vicolo cieco e di essere manovrato all’interno di un gioco gestito al di sopra della sua testa che gli avrebbe impedito di essere COERENTE col programma di governo espresso agli elettori. La rottura del governo “giallo-verde” è stato l’ultimo atto della Lega che io personalmente ho capito immediatamente e per il quale ho plaudito alla COERENZA. Ma non credo di essere stato il solo.
      Come dice lei forse dal 2018 in poi è la Lega in realtà ad aver capito la distanza che passa tra la coerenza (quella che lei chiama “consenso”) e il potere… Ed è proprio da lì, casualmente, che io ho cominciato a non capire più la Lega.
      Sbattersene della fiducia degli elettori è un lusso che solo chi ha padrini di altissimo livello può permettersi, perché costoro il consenso lo costruiscono attraverso i media di cui lei ci ha insegnato (giustamente) a diffidare. E non esistono “progetti” validi a prescindere, ma progetti validi per qualcuno e temibili per qualcun altro (è un’altra grande lezione di a/simmetria che ho imparato da lei). Le faccio quindi i miei migliori auguri, convinto del fatto che la mancata (e secondo me legittima) comprensione da parte dell’opinione pubblica di ciò che la Lega sta facendo porterà la Lega stessa a gestire in modo residuale il poco potere che le è rimasto prima di estinguersi, per essere ricordata forse come uno dei tanti vessilli apparentemente “anti-sistema” sventolati dal sistema stesso, tra il Grillismo e Giorgia.
      Lei non deve “imbonire”, deve chiedere FIDUCIA sulla base della sua COERENZA, ma deve anche darla, la fiducia. Non siamo tutti cretini e lei non ha la verità in tasca. Ha molte più competenze e più elementi diretti di valutazione delle condizioni politiche, ma non credo sia sempre un vantaggio.

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    3. Sei noioso, e ho compassione (affettuosa) di te: sei pur sempre uno che intervenne per difendere l’idea che i tedeschi non avessero svalutato i loro salari reali: tu sei senz’altro coerente.

      Vedo molti problemi di metodo in quello che dici, e mi preme evidenziarli. Abbiamo capito che hai il sangue agli occhi per il tema “punturina”, e io solidarizzo con te. Mi aiuti anche a far capire che cosa non va nell’approccio dei “pandemici” (anche se tu non lo sei): banalmente ti sei dimenticato che il primo anno di pandemia è stato gestito da Conte, la cui personalità aveva profili inquietanti, che lasciavano temere una deriva autoritaria vera. Toglierlo democraticamente di torno ci è sembrata a tutti (anche a me) un’urgenza da perseguire a qualsiasi costo, anche perché Conte era già bollito a fine 2019 (altra cosa che non ricordi e non fu casuale) e solo il “vairus” lo aveva tenuto in vita! Dopo di che, Draghi ovviamente non ha rappresentato una discontinuità, questo è ovvio, anche perché il suo primo obiettivo era asfaltare noi (ci era piuttosto chiaro), cosa che gli era facilitata dalla dabbenaggine di chi “ragiona” come te. Invece è andata in un altro modo, e lui non ha raggiunto quello che noi da metà 2020 sapevamo essere il suo obiettivo. Quindi tutto bene? Certo che no, ma la tua lettura dei fatti è veramente da turista del Dibattito (che tu non sei). Recupera, ti prego, un po’ di freddezza.

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    4. OT: ma a fine 2019 Fonte davvero era cotto? Sine ira, dopo l'E-R la mia idea fu che fosse ben saldo grazie alla prova di fede del piddino al PD (compreso quello "con L" che ci fece campagna elettorale contro). Lei invece ripete il contrario: significa forse che fosse già pronta la "mossa Draghi" del Quirinale?

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    5. È stupefacente come non vi ricordiate un accidenti di nulla: https://www.repubblica.it/politica/2019/12/13/news/direzione_pd_zingaretti_governo-243370577/amp/. Questo vi rende facile preda di guitti e mestatori.

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    6. Sommessamente rilevo che questo, appunto, è 2019, mentre io ho il dubbio dopo le elezioni del gennaio 2020: colpa mia che non mi sono spiegato. Intendo: ma questo era valido anche dopo la sconfitta in

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    7. Sommessissimamente: nel posto in cui la puzza di cadavere si sente (il Parlamento) c’ero io. Tu parlavi di fine 2019 come ne parlavo io, e ti ho dato un’evidenza giornalistica (che vale il giusto, sono d’accordo) di quanto ti dicevo. Conte è stato tenuto in vita dal vairus e per sostenere il racconto che lo teneva in vita si sarebbe abbandonato a qualsiasi nefandezza. Questa era l’impressione che tutti avevamo. Ma forse gli #ionondimenticoohh1!!1! hanno la memoria meno lunga di quanto credano (non so se ne fai parte e in caso contrario scusami).

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    8. #ionondimenticoohh1!!1! sono come Conte, senza il vairus scompaiono e, come lui, lo sanno.

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    9. No non si preoccupi, ho altre malattie infantili ma questa me la risparmio. Mi restava solo la curiosità perché dopo le elezioni in E-R ricordavo un forte scoramento e lo associavo ad un rafforzamento del Gonte (pur non avendo dubitato un attimo che la "Panzandemia" fosse solo uno scrupolo elettorale grillopiteco)

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  4. "Voi, da dodici anni di battaglie, che cosa avete imparato?".
    L'Unione Europea.
    Troppo vago?

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  5. Cito testualmente una delle domande che ci si pone nel post per un ragionamento incidentale di più ampio respiro: "come si fa a proporre carne di sintesi in un mondo che sempre più aspira a una vita e a prodotti naturali (il famoso chilometro zero)?"

    Partendo da quello che si dice nel post e prendendo in riferimento questa specifica domanda (se ne potrebbero prendere altre, ma questa è un comodo esempio), quale è l'impatto di certe scelte a livello accademico?

    Comprensibilissimo il discorso delle lobby e in un qualche modo queste ideologie arrivano a permeare lo strato accademico dei singoli Stati, arrivando a casi dove vengono presi specifici atenei di riferimento come simbolo ed icona di una certa ideologia.

    Il punto che voglio porre e al quale non ho io una risposta, quindi chiedo: il tasso di questa ideologia è endemico al percorso di studi (c'è sempre stato, di fatto siamo esseri umani e quindi divulghiamo idee) o l'afflato europeista ha esacerbato questa tendenza? Chiedo a chi ne sa più di me, anche perché umanamente il discorso è ben complesso.

    Questo incidentalmente, con sguardo al futuro, è un tema che si riflette sulla qualità dell'insegnamento, quindi a cascata andrà ad inficiare sulla qualità dell'apprendimento (specie in mancanza di senso critico nel singolo individuo).

    Grazie infinite e auguri di Buona Pasqua.
    Daniele.

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    1. Credo che il fenomeno abbia radici lunghe. Sto leggendo in questi giorni la Breve storia della chimica di Asimov e, come sempre mi capita quando affronto letture di questo tipo (consigliabilissima anche la Storia della luce di Ronchi), mi rendo conto di una cosa ovvia: ogni scienza è umana. Finché non vedremo un bonobo con un regolo calcolatore in tasca, credo che dovremo ammettere che nel bene e nel male la scienza è umana e condivide le fisime e le fragilità dell'essere umano, fisime e fragilità dalle quali nessun supposto "metodo" scientifico può, più di tanto, preservarci. Dopo di che, il fatto di vivere in un sistema politico in cui il pensiero libero è mal tollerato e in cui gli strumenti di repressione (i vari tribunali della verità, di cui qui si è parlato in lungo e in largo mentre i guitti fasciogrillini e le cotonate di provincia dormivano), in cui gli strumenti di repressione, dicevo, hanno poteri insidiosi e pervasivi, sicuramente non migliora le cose. Ci sono stati periodi più o meno oscuri, nella storia dell'umanità, o almeno così si racconta, ma basta andare a vedere per quali motivi caratteriali in pieno positivismo Berzelius si oppose ad alcune scoperte di suoi colleghi per capire che anche nei periodo asseritamente fulgidi il fattore umano, almeno in contesti accademici, è inestirpabile.

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    2. Professore a proposito di saggi su questo filone tematico, ultimamente ho letto 'Irriducibile' di Federico Faggin. Gran bella lettura, mi permetto di consigliarla a chi ha interesse sulle interazioni tra scienza (quindi pd) e realtà.
      A presto
      Giuseppe

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  6. Avanti così nn siamo pochi e ora battiamo affinché il PNRR non diventi uno spreco di denaro pubblico che si trasforma in garrota

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    1. Mi piacerebbe darti delle illusioni ma quella battaglia l'abbiamo combattuta (mentre i guitti grillofascisti pensavano ad altro) e l'abbiamo persa. Sotto quel profilo la nostra unica speranza è che a Bruxelles non si facciano due pesi e due misure, perché, come ho ricordato in aula, gli altri Paesi non stanno messi meglio di noi.

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  7. Io sono qui praticamente dall'inizio (tanto è vero che posseggo gelosamente una copia de "il tramonto dell'euro" con dedica dell'autore). So che non è finita finché non è finita e che con costanza e determinazione si raggiunge qualsisasi risultato. PS A proposito della S di satana non tralascerei a priori l'aspetto spirituale degli avvenimenti umani.

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    1. E visto che mi segui da un po' ti sembro uno che lo tralascia? Qui il problema è un altro, ed è sempre il solito: evitare di farsi screditare da guitti e santoni di varia estrazione. Un problema che ovviamente oggi non posso gestire come lo gestivo dieci anni fa, cioè mettendoli in ridicolo: ci divertivamo tutti, e passavamo oltre. Ora, se lo facessi, sarei er #aaaaabolidigo cattivo e supponente che si fa beffe del povero elettore buono. Quindi bisogna cambiare metodo di lotta (mentre quello degli altri è sempre lo stesso: infiltrarti e screditarti). Per cui, spiritualità quanta ne volete, ma a casa vostra. Qui no, o al limite solo la mia. Senza offesa, spero!

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  8. Imparato tanto.
    Il blog ovvero tu, hai lavorato secondo lo spirito "Pro veritate adversa diligere".
    Ricordo che nel '18 dissi qui che avrebbero tentato di massacrarti come hanno fatto per tanti altri, umanamente e professionalmente e non essendoci riusciti, pur avendoci provato a lungo da l'esatta dimensione del tuo valore umano, culturale e scientifico.
    Bisogna ammettere però che la costruzione europea e l'euro, nonostante i tanti scricchiolii e crisi, resistono ancora, a mio avviso sempre peggio, e qui abbiamo imparato a capirne entrambi i motivi (ovvero le crisi e i motivi della resistenza), non abbiamo capito però se ci sarà un crollo a medio termine.
    Certamente il Mondo, a mio avviso, è sull'orlo di una grande rivoluzione e ristrutturazione geopolitica che spero sia anche abbastanza pacifica ovvero senza guerra tra grandi potenze. Certamente certi assetti futuri saranno sicuramente stabiliti con una sorta di nuova Yalta, ma mi sembra chiaro che in questo contesto o l'Europa comincia a giocare un ruolo autonomo e di equilibrio o è destinata a sfasciarsi per pochezza ed inutilità. Questa scadenza si avvicina sempre di più e non si potrà sfuggire.
    Qui abbiamo acquisito e continueremo ad acquisire gli strumenti per capire, in itinere, le prossime evoluzioni. E non è poco!

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    1. È vero, ci hanno provato e ci erano quasi riusciti, grazie alle note sinergie. Ma purtroppo per loro Matteo mi tirò a bordo e diventai un boccone duro da digerire.

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  9. Votare centro destra alle elezioni europee.

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  10. Boh, che la UE serve a rendere i paesi europei legalmente e culturalmente proni alle necessità delle multinazionali? Che i ragazzi si stanno ferocemente americanizzando lo vedo a scuola... Se siamo una colonia, immagino che leggi regolamenti direttive disposizioni dispositivi ecc saranno moderatamente elastici in caso di crisi tipo covid, almeno finché tutto lo stato sociale non sarà spazzato via. Economicamente credo che dobbiamo diventare come l'Irlanda del 1857, ai tempi della carestia delle patate, col risultato che sappiamo. Altro? Forse gli zerovirgolisti non fermeranno questo stato di cose, ma mi consola sapere che qualcuno c'è che cerca di resistere; purtroppo non siamo tutti Bagnai e ognuno fa quel che può. Amen

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    1. Beh, certo… Già capire di non essere me aiuterebbe molte amanti tradite e molti uccisori del padre che non hanno conosciuto a stare a distanza di sicurezza, evitando sciocche polemiche che disgregano perfino i loro partitini subatomici. Capisco e sostengo il tuo desiderio sentimantale di vedere che qualcuno afferra l’asta della bandiera, ma ti chiedo: ti sei mai posta una domanda sul perché chi lo fa invariantemente viene a rompere i coglioni a me? Ognuno ha la sua storia (di fallimenti) e le sue (sordide) motivazioni, che rispetto, però osservo che così non si va da nessuna parte. Per chi non ha la tua esigenza sentimentale questo comportamento scredita chi lo tiene e la battaglia che combatte, quindi la indebolisce e ci indebolisce. Lo si è visto benissimo al tempo del COVID, esperienza che mi è stata molto utile per formarmi un giudizio meno sentimentale sulla community. La sintesi è che non mi fido di chi non si fida di me.

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  11. Non lo so perché o chi siano quelli che la scocciano tanto! Quanto al desiderio sentimentale, la rassegnazione passiva non ha fatto bene al popolo siciliano e non fa bene all'uomo in generale, ai ragazzi in particolare, hanno bisogno di fare qualcosa e non hanno gli strumenti per farlo, e la scuola si guatda bene dal fornirgliene, o dal fornire loro una prospettiva di crescita umana; alla mia età è più facile rifugiarsi nella lettura o nella natura. Forse le sommosse francesi che qui non ci sono serviranno pure a poco, ma servono a ricordare ai francesi che sono un popolo, che è un po' meglio che essere solo consumatori o inquinatori o elettori, per quel che serve. Per il resto, non dubito che la UE finirà come finiscono tutte le cose umane, temo che finirà col botto, e mi preoccupo poco sentimentalmente per mia figlia, e per i ragazzi, non più per me ormai. Detto questo, le auguro sinceramente una buona giornata e buon lavoro, essendo un'altra che non può fare più di così.

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    1. C’è tutto un mondo brulicante di bacarozzi e vermi variopinti che chi frequenta da tempo questo blog conosce bene: sono anche loro creature di Dio e studiarle insegna molto sull’uomo. Uomo (or woman) che, per pretendere di definirsi tale, a mio avviso dovrebbe poter immaginare qualcosa di più dell’alternativa fra velleitarismo sterile e rassegnazione passiva.

      Immagina, puoi!

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    2. Sono solo una povera precaria della scuola, che a tratti riceve proposte di corsi di aggiornamento da Tecnica della scuola, fra cui di recente uno sulla "disforia di genere", dal quale non mi sono del tutto ripresa. Per quanto io mi scervelli, non posso fare politica, di regola non insulto le persone, cerco di spendere i miei 4 soldi in prodotti a km zero e i libri li compro nella libreria di quartiere; ogni tanto condivido qualche suo intervento qui, con i pochi che possono capirlo, anche se non è detto che vogliano. Per il resto non sono abbastanza intelligente da farmi venire idee migliori, ecco, questo l'ho imparato qui, e anche, ora checi penso,che la maggior parte dei testi divulgativi funziona come la dis-informazione, e acontemplare la vastità della mia ignoranza. Parola mia, per sapere e imparare non si sa più dache parte voltarsi, a parte questo blog,del quale la ringrazio. Direi che per oggi l'ho tediata abbastanza. Buon lavoro sempre a lei e agli uomini di buona volontà!

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    3. Tra velleitarismo sterile e rassegnazione passiva c'è la vita. Non molto di più, ma anche nulla di meno. Basta vivere come si è, testimoniare la propria visione delle cose, combattere per ciò che si ritiene giusto, senza pretendere di cambiare tutto e subito, ma senza nessuna rassegnazione, senza accettare per fatto compiuto e definitivo ciò che può benissimo essere, come ci insegna il passato, solo una fase della storia. E quando si è certi di lasciare il proprio segno, piccolissimo o grande che sia, nella direzione che crediamo giusta, si può anche guardare alle cose con un certo distacco, non dico con disinteresse, ma senza troppa animosità. Accettando, in fondo, che il mondo ha una dimensione diversa da quella individuale, più vasta, quasi assolutamente indipendente da noi, ma anche meno definitiva per noi stessi. Mi sono lasciato un po' trascinare, mi scuserete, ma se ho imparato qualcosa dalle battaglie della vita è solo questo.

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    4. Sono passati pochi anni, per me interminabili, da quando goofynomics non mi costringeva ad asciugarmi gli occhi.

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  12. Quello che io personalmente trovo pericoloso è proprio il "fate presto" ambientale gretino che diventa con estrema paraculagine una delle 3 priorità del leader piddino di turno insieme al magma rainbow ed ai fumosi diritti civili....queste sarebbero le priorità dei nuovi comunisti in barba ai lavoratori di tutto il mondo unitevi...vabbè. Perchè è pericoloso? Perchè se si ostinano a focalizzarsi su questa fuffa temo una canalizzazione beota che perda di vista il "dove", il "come" ma soprattutto il "perchè". E poi leggi l'intervista di Ruchir Sharma sul Financial Times e capisci un po di cose...

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  13. “Significa che non possiamo fare nulla? Vorrei rispondere, anche se non è buona educazione, con una domanda: voi, da dodici anni di battaglie, che cosa avete imparato?”


    Dico cosa penso di aver intuito:

    1. Lincoln si è fermato a Bakhmut.

    In una Babele post-post-moderna diverse e configgenti metanarrative stanno dilaniando le viscere dell’Impero. Allo stesso tempo l’Impero proietta all’esterno una pulsione di potenza eroica e moralistica scontrandosi apertamente con praticamente tutte le altre culture e gli altri valori. Possibile che gli altri abbiano tutti ma proprio tutti torto se non sono succubi? La crisi della pax Americana è evidente.

    2. Ray Dalio e le grandi crisi di debito

    Il capitalismo oligarchico e utopistico più evoluto sembra proiettato verso la variegata e in fondo imperscrutabile natura naturata, in ciò allontanandosi dal lavoro umano quale elemento strutturale fondante dello sviluppo. Ne consegue una crisi infinta dell’economia globale, altamente finanziarizzata e vittima della insanabile crisi di produttività degli investimenti reali (se il lavoro non vale nulla neanche la finanza vale alcunché).

    3. Grande è la confusione sotto il cielo”, affermava Mao Zedong, “quindi la situazione è eccellente!”.

    Si tratta di contraddizioni e tensioni di grandissima forza. La situazione, nonostante le cupe apparenze e la innegabile sofferenza, per noi è in ultima analisi strategicamente favorevole poiché in un mondo siffatto “small and flexible is beautiful”.

    4. La Macchina

    Per ora l’Italia continua a vivere un momento di grande sottomissione politica senza esprimere nulla di particolarmente elevato dal punto di vista del pensiero, pur avendone le capacità. I sottosistemi del controllo, tra cui l’auto razzismo snob ed il controllo top down dei nostri media da parte delle news corporation, sono per il momento ben integrati tra loro in modo funzionale e costituiscono la “macchina” autoregolante, il Leviatano di cui Alberto ripetutamente ci parla.

    5. Tout pouvoir humain est un composé de patience et de temps. Les gens puissants veulent et veillent (Balzac)

    L’importante sarà cogliere il momento in cui questi sottosistemi si disallineano in un qualche punto chiave ed agire tempestivamente per creare un impatto mirato e destabilizzante degli iniqui equilibri sin qui consolidati. Mappare e studiare il sistema è ora la cosa essenziale.

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  14. …. 6. Una Pata- Formula

    Una Azione politica efficace richiede il Contesto giusto, segue il Pensiero e viene corroborata dal Messaggio, non necessariamente solo razionale, il quale a sua volta determinato dal Bisogno .

    A = f (C,P,M), dove M= g(B).

    Serve anzitutto il Contesto giusto, ma oggi questo fattore è fuori dalla nostra possibilità di azione, avendo la classe politica nazionale abdicato nella sua quasi interezza dopo Tangentopoli (e dopo Via Fani). Ciò peraltro rendendosi ignava schiava del capitale per interposto carrierismo. Da criticare? Da deridere? Forse ma … chi di noi oggi rischierebbe DAVVERO la pelle o l’ostracismo come Moro e Craxi?

    Se c’è un tal uomo scagli pure !

    Ciò detto, è altrettanto evidente che coloro i quali oggettivamente sono nostri nemici pensano fare del bene, anzi il Bene, anzi il Nuovo Bene Più Bene Del Bene Di Prima. E come api impazzite essi lavorano, lavorano, lavorano, lavorano incessantemente ed assiduamente per noi, per creare un punto di rottura. Possiamo quindi dire che C = + h (T).

    quindi

    A = f (C,P,M), dove M= g(B).

    e poiché C = + h(T)

    A= f ( +h(T) , P, M ) , dove M = g(B)

    A= z (T, P, B)


    Quanto a T, come appena detto i nemici sono – più o meno consciamente - al lavoro per noi ogni minuto che Dio manda in terra e su una scala davvero impressionante. B, il Bisogno materiale e spirituale, esiste in sovrabbondanza e ormai viene percepito. P, il Pensiero, ce lo forniscono i classici, seppur in parte post modernamente interpretati, e la nostra eccellente esperienza di ricostruzione post bellica. Su M = g(B), sul “battle cry” che va necessariamente identificato, forse occorrerà lavorare un pochetto, ma penso che - con quell’aiutino che mai viene negato se lo si chiede con testa bassa e animo pulito- sgorgherà spontaneo dal cuore degli uomini di buona volontà.

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  15. Cosa ho imparato?
    1) l'umiltà. Non è male. Ci si sente meno soli, e più disposti a dare il proprio contributo, per quanto piccolo, perché l'umanità è un ente collettivo e ognuno serve a qualcosa.
    2) il nemico è spietato: costruisce narrazioni, occupa spazi vitali, isola gli indesiderabili, ma alla bisogna uccide senza farsi troppi problemi. Questo potrebbe spiegare alcuni strani fenomeni.
    3) il pensiero e le idee non sono solo un fatto mentale. Si pensa anche coi corpi. Per questo Internet e i social dividono più di quanto non uniscano. Serve presenza e condivisione di spazi fisici.
    4) un blog che non esiste garantisce più libertà di espressione, ma è solo un illusione. Il nemico sicuramente sa leggere. Anche tra le righe. Per questo la presenza è utile, garantisce una maggiore privacy.

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