martedì 30 maggio 2023

Effetto botte

(...contravvenendo a una delle regole di questo blog, per una volta mi occuperò di attualità, ma non solo...)

In un filmato di repertorio, l'incontro fra la nuova segretaria del PD e il suo elettorato naturale:

Esaurito con questo colto richiamo al cinema d'autore, commosso ed accorato omaggio alle mie radici di sinistra, il commento al fatto del giorno, consentitemi di trarre da questo fatto un paio di lezioni utili per gli altri, ma anche e soprattutto per noi.

Lo scorso mese di febbraio il mio lavoro di pastore d'anime mi portava a Milano. Nel Frecciarossa incontro un* colleg* del PD e il discorso ci porta naturalmente a commentare il congresso prossimo venturo, quello che poi avrebbe eletto la Schlein. Con un certo stupore apprendevo dal colleg* che secondo l*i la Schlein, che era la peggiore delle segretarie possibili, aveva in realtà ottime probabilità di farcela. Io manifestavo stupore: ma come!? E Bonaccini, tutto RayBan e maniche rimboccate,  Bonaccini, l'allegoria del fare e del buongoverno (come dimostrano i risultati)? Non era lui il candidato naturale?

La risposta mi lasciò di stucco: "Sì, ma la Schlein è nuova, e alla gente piacciono i volti nuovi! Però sarà un disastro...".

L'aneddoto dimostra che esistono forme di vita intelligenti perfino nel PD (nonostante l'atmosfera sia ivi satura di quel potente corrosivo della logica che è l'eurismo: ma ci sono intelligenze particolarmente "resilienti", soprattutto quando ne va della loro carriera...).

Questo però non è l'unico insegnamento che l'aneddoto fornisce.

Ve ne evidenzio altri.

Intanto, una delle conseguenze dello svilimento della politica è che siccome "li politichi sò tutti uguali, è tutto un magna magna, se sò magnati tutto", le scelte non solo degli elettori, ma anche delle classi dirigenti, sono indirizzate sempre più da caratteri esteriori (la novità!), più che da un disegno strategico che nessuno ha il tempo né la voglia di comporre, per il banale ma determinante motivo che non ha la certezza che ne valga la pena. Come nel classico beauty contest keynesiano, each competitor has to pick, not those faces which he himself finds prettiest, but those which he thinks likeliest to catch the fancy of the other competitors. Con un lieve adattamento: ogni partito non sceglie il candidato (segretario, sindaco, ecc.) che trova migliore, ma quello che pensa sia più adatto a sollecitare l'immaginazione dell'elettore. Quindi se si pensa che gli elettori vogliano "il nuovo" (che avanza), ci si impegnerà a darglielo, anche quando si è consapevoli che il nuovo arretrerà.

È la totale, irrevocabile abdicazione al ruolo di guida, di mediazione culturale, di proposta, di alcuni partiti, che operano circoscritti nell'ambito di una logica puramente passiva, una logica di intercettazione un po' a tentoni di un consenso non formato (shaped) da loro con la loro visione, ma da altri (in estrema sintesi: i media) col loro marketing.

A monte di questo moltiplicatore (keynesiano!) del degrado, naturalmente, c'è lo smantellamento dei partiti, la demonizzazione delle ideologie, l'appiattimento delle idee sotto un conformismo sempre più schiacciante, assistito dalla morte del pluralismo (su cui qualche parolina dovremo dire), che conduce alla totale incapacità di dare una visione alternativa organica, non banalmente appiattita sulla facile retorica del "nuovo". Ci sono insomma tutte quelle correnti culturali che vi hanno condotto all'idea che sareste stati più forti se aveste indebolito i vostri rappresentanti. Se Dio vuole, le prime vittime di questa ideologia fascista (perché antiparlamentare) in questa fase sembrano essere quelli che l'hanno propugnata. Ma non è un pericolo che corrono solo gli altri, beninteso, altrimenti non ve lo metterei in evidenza. Il grillismo scorre potente anche fra noi e credo sia meglio esserne consapevoli.

Poi c'è un altro aspetto, più delicato, che l'effetto botte (prese dalla Schlein, metaforicamente) mette in risalto, ed è il fallimento dell'idea che mobilitare minoranze vocal sia la strada maestra per ottenere un consenso di massa. Sarò brutale (con voi, perché con lei lo sono stati gli elettori): lo capite sì, o lo capite no, che il #semomijoni non funziona? Anche iGGiovani sono mijoni (nonostante l'inversione della piramide demografica), anche i LGBTQI+ sono mijoni, magari non sono mijoni i locatori e i conduttori di uteri, ma sono molto vocal, ma insomma ci siamo capiti: creare in gruppi specifici, che nessuno vuole attaccare, un senso di urgenza e di minaccia gridando all'omofobia (che non c'è) o alla pensione dei padri che distrugge il futuro dei figli (mentre in realtà ne mantiene il presente) è una strategia che nei social, nei parterre televisivi, in alcuni sondaggi, può sembrare vincente. Poi c'è la realtà, che è un'altra cosa.

Quello che vale per i #semomijoni "de sinistra" vale anche per i #semomijoni "de destra". Rinuncio ad elencarveli: ne abbiamo parlato tanto, il loro unico impegno visibile è stato quello di spalarci merda addosso per anni, il loro unico risultato è stato non ottenere alcun consenso elettorale. Ci sono fasi in cui il messaggio "forte" in tutta evidenza non aiuta, né da una parte, né dall'altra. Questo ovviamente non vuol dire che si debba rinunciare alle proprie idee. Vuol dire che il consenso attorno ad esse va creato con altri mezzi e per altre strade, meno appaganti in termini di "like", ma più decisive in termini di conquista del potere.

So che spiace a molti di voi. Tutto il blaterare su "la strateggiah" si sgretola di fronte ai numeri. Anche chi, concettosamente, sentenziava che "fra l'originale e la copia l'elettore sceglierà l'originale" oggi deve battere in ritirata. Sarà vero (?) che una certa prudenza tattica su certi temi avvicina il discorso della destra a quello della sinistra, ma non mi sembra che questo porti gli elettori a preferire la sinistra! Di converso, lo spread a 500 e i titoloni dei giornaloni (nazionali e 'ndernescional) a una e una sola cosa servirebbe: a impedirci di proseguire nel nostro lavoro di contendere il potere a 80 anni di cattocomunismo. So che a tutti i nemici e a molti amici questo farebbe piacere, perché preserverebbe le loro quote di mercato. Ma purtroppissimo noi dagli errori impariamo: da quelli degli altri, come stiamo cercando di fare oggi, e dai nostri.

A presto!

32 commenti:

  1. Fiducia nel futuro, perché è vero che potrebbe piovere ma comunque peggio di così..., e pazienza. Calma e tranquillità. La guerra contro la sinistra e i sinistri volge a favore dei normodotati; anzi io la darei per vinta se non fosse che sappiamo tutti che continuerà ancora per diversi lustri. Cambiato culturalmente il Paese e il Popolo ci sarà spazio anche per la modifica di quelle storture sovranazionali che tanto ci infastidiscono, euro e Ue. Chi vuole tutto e subito ha capito male, d'altro canto mi pare che proprio qui e di recente è stato scritto quello che tutti dovremmo sapere da noi, e cioè che siamo minoranza. Ma non durerà ancora tanto.

    RispondiElimina
  2. E' interessante anche la divertente polemica che in questi giorni ha appassionato il popolo di Twitter. L'onorevole Lia Quartapelle ha postato, indignata, una foto di una telecamera di sorveglianza che, a suo dire, sarebbe stata montata "sopra una forca" (normalissimo palo con rinforzo, per chi non vota PD). Il tweet è stato, poi, più volte ripreso da giornalisti di La Repubblica e personalità di spicco come Pina Picerno, la quale è arrivata a parlare di "provocazione inaudita da rispedire al mittente". Che dire? Il PD riparta dalle macchie di Rorschach.

    RispondiElimina
  3. Le chiedo scusa, tornando al post precedente, ma se spendere non va bene perché crea inquinamento , come può la Germania accettare questa idea che di fatto taglierebbe di molto le sue esportazioni?

    RispondiElimina
  4. ...mestiere misterioso Il Pastore di Anime Prof. ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ade significa "invisibile". È il nome del dio, ma anche del regno dei morti. Il dio era noto anche come Plutone (il nome con cui poi fu venerato a Roma): dal greco plùtos ("ricchezza"), per le ricchezze che la terra serba nelle sue viscere, o forse per l'abbondanza di sudditi su cui egli aveva potere nell'oltretomba.

      Elimina
    2. Mi spieghi con parole tue (non di Dossetti o Pombeni) che diavolo c'entri questa roba col discorso che stiamo facendo qui?

      Elimina
    3. Roberto Ruffilli, ora sono certo di avere scritto il nome corretto, mi scuso.
      Chi è?

      Elimina
    4. Egregio Onorevole, il giovane Aldo Moro (9 Maggio 1978, Roma) "sotto" quale leadership si è formato?

      Caffè Federico (30 Ottobre 1998), "sotto" quale leadership si è formato?

      Baget Bozzo (8 Maggio 2009), "sotto" quale leadership si è formato?

      La Pira, Lazzate, Mortati, Glisenti, Amarti, "Cronache sociali"... è un lavoro che non mi posso permettere da solo Prof.

      Elimina
    5. Mia madre era cattocomunista, votava PCI, e mi ha addestrato al PCI.
      Ma quel giorno, che non ricordo, non mi citò Enrico Berlinguer, mi disse:"Aldo Moro... ".

      Con mie parole.

      Elimina
  5. Questo articolo è pura poesia. Le ultime 4 righe andrebbero lette e rilette agli zerovirgolisti che "Bagnaihatraditolesueidee!!!1111". State facendo versare ettolitri di bile a chi pensava che avreste rifatto gli stessi errori ed erano già pronti a chiamare mamma EU per cambiare (nuovamente) una tornata elettorale che li ha visti (nuovamente) perdenti. Chi ha occhi per vedere ed orecchie per sentire percepisce i dettagli di una tale strategia sopraffina. Continuate così, io continuo a sbafarmi di popcorn.

    RispondiElimina
  6. Non vengo certamente da quel percorso politico, ma devo sottolineare un'inesattezza: il cosiddetto cattocomunismo, qui in Italia, si è imposto all'opinione pubblica da Prodi in poi. Se Fanfani o Andreotti, pur con tutti i loro difetti, sono stati cattocomunisti, allora io sono Babbo Natale e la Schlein Giovanna d'Arco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dissento. la cultura fangosa della passiva moderazione, del rifiuto dell'uso della forza, dell'autocensura nel patriottismo e nell'imporre una continua autoflagellazione per il nostro passato fascista, forse per rassicurare americani ed anglosassini, il continuo pietismo riservato alla parte di popolazione del sud più violenta e affine ai fenomeni mafiosi che veniva presentata come vittima del cattivo nord - nord che etnicamente si è già quasi estinto per l'aggressività delle tante belle famigliuole che i democristiani hanno deciso di portare nei quartieri popolari del nord al seguito dei parenti incarcerati qui - il disprezzo per l'impresa privata e l'indipendenza dei professionismi da gruppi corporativi, il galleggiamento nella mediocrità qualitativa delle grandi aziende sostenute dallo stato che si avvantaggiavano sì della svalutazione continua e davano un benessere medio superiore ma erano dei colabrodi finanziari che strapagavano le commesse alle aziendine legate agli esponenti politici e mortificavano ingegneri e tecnici che avevano i mezzi per produrre prodotti di alta qualità e qualche volta,non controllati ci riuscivano... il cattocomunismo ha fatto danni culturali e riplasmato la mente di un popolo che aveva capito di non potersi fare trattare da subalterno dal resto d'Europa. E non è iniziato con Prodi.

      Elimina
    2. Sergio Mattarella è del 1941. Il cattocomunismo non è giovane e ancora regna.

      Elimina
    3. @Black Imp Guardi, non so se lo ricorda, ma fino alla prima metà degli anni '90 l'Italietta democristiana arrivò ad essere la quarta potenza mondiale che con la sua piccola e media impresa, aiutata anche dalla da lei tanto vituperata politica, esportava in tutto il mondo. Ciò che abbiamo imparato su questo blog è proprio non fermarsi alla narrazione mainstream che vuole l'Italia del dopoguerra governata da politici mafiosi e corrotti. Dunque mi sa che lei abbia sbagliato posto. Se vuole stare in buona compagnia, vada da Sizzi https://twitter.com/pavolsizz?t=ZKaMFj1BXPAhSRbuwpmqTQ&s=09 chè si troverà bene.
      @Enrico Pesce politicamente parlando Mattarella è giovane, giovanissimo. La generazione anni 40/50 è proprio quella di Prodi, D'Alema, Bindi... non so se mi spiego...

      Elimina
    4. @black Imp: leggo tanti luoghi comuni e convinzioni, ma non vedo dati o argomentazioni a supporto.

      Elimina
    5. @noMagnaMagna. Si diceva che il cattocomunismo è emerso da poco, mentre ha radici lontane, quelle dalle quali è germinato il nostro. Nessuno che regni ora, d'altra parte, potrebbe essere più vecchio del "giovane" Mattarella.

      Elimina
    6. ...e poi, cattocomunismo è una cosa, politici corrotti un'altra, efficacia economica di una nazione altra ancora. Dalla confusione nascono i luoghi comuni. Quando si dice "contendere il potere a 80 anni di cattocomunismo", si parla di gestione del potere prima che del suo uso.

      Elimina
    7. @Enrico Pesce e chi dice che è nato ieri!? Ho semplicemente detto che "si è imposto all'opinione pubblica da Prodi in poi".

      Elimina
    8. @noMagnaMagna 1978.
      Non volermene.
      Avete ragione tutti.

      Elimina
    9. Mi sembra un modo un pochino sciatto di impostare la questione. Un conto è quando si è cominciato (o smesso) di usare certe parole. Un altro conto è la storia di certi movimenti (e magari mi si sarebbe potuto rimproverare di avere usato un lessico non accuratissimo sotto il profilo storiografico). Un terzo conto è che cosa oggi si intenda nella communis opinio usando certi termini. Il concetto che volevo evidenziare io è tanto semplice quanto inoppugnabile: l'Italia è in mano ai "democristiani di sinistra" da parecchi decenni. L'egemonia culturale che dobbiamo fronteggiare non è quella di un partito di opposizione, ma di un partito di Governo, che ha lasciato scorie in ogni più riposto e a voi ignoto anfratto della macchina amministrativa, che ha costruito le sue catene di comando e controllo, che ha i suoi rituali e i suoi meccanismi di garanzia di lealtà politica degli adepti. Non è una cosa che si smonti in una legislatura e nemmeno in due (infatti io vi ho sempre detto che ne sarebbero occorse sei).

      Elimina
    10. Converrà però con me sul fatto che il "democristianismo di sinistra" nel suo liberismo filoeuropeista ed antitaliano e con venature radicali, sia esploso come un bubbone canceroso dal 96 in poi.

      Elimina
    11. No. È storicamente più profondo.

      Elimina
    12. Io convengo che il fenomeno, intimo e politico, del "cattocomunismo", non sia da confondere con l' "antiberlusconismo" del 1994 - 1996 ecc.
      (Io terrei i due fenomeni distinti, per motivi analitici).

      Elimina
  7. Egregio Onorevole,

    ho trovato molto attuali le seguenti osservazioni presenti nel post:
    "È la totale, irrevocabile abdicazione al ruolo di guida, di mediazione culturale, di proposta, di alcuni partiti, che operano circoscritti nell'ambito di una logica puramente passiva, una logica di intercettazione un po' a tentoni di un consenso non formato (shaped) da loro con la loro visione, ma da altri (in estrema sintesi: i media) col loro marketing."

    Esse sono in pieno accordo con quanto riportato nel seguente libro:
    https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/demopatia/
    Di seguito un estratto:
    "La democrazia che ne deriva, mediatizzata e psicologica, sembra una sondocrazia permanente, i cui leader assumono le caratteristiche dei follower (inseguitori dell’opinione pubblica) e in cui l’opinione si fa emozione pubblica, tanto è diventata volatile e volubile in una dinamica istantanea."

    Volendo effettuare un analisi perlomeno qualitativa del fenomeno, cercherei di sviluppare un grafico in un piano cartesiano, avente nelle ascisse un indice del "contenuto ideologico della proposta politica" e nelle ordinate il "consenso elettorale". Mi chiedo quindi che andamento possano avere le curve di "offerta politica" e "domanda politica" in questo piano cartesiano e dove stia il punto d'intersezione delle due. Sono (o dovrebbero essere) le due curve (specie quella dell'offerta) "rigide" o "elastiche" rispetto ai fattori culturali / mediatici? Ancor più importante, sarebbe capire come fosse possibile modificare la forma delle due curve agendo sul piano culturale. Immagino che, in assenza di ideologie dominanti, la curva della domanda sia piuttosto elastica nei confronti dei nuovi fattori culturali e che quella dell'offerta si adatti ad essa, a scapito dei contenuti della sua proposta. Quindi, per uscire dalla logica della sondocrazia permanente, i partiti dovrebbero essere in grado di portare avanti, pur con difficoltà iniziali, delle proposte ideologiche chiare e resilienti.

    Grazie,
    Fabio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che le curve di domanda e offerta avrebbero inclinazione inversa rispetto a quelle del modello standard di mercato.

      Elimina
  8. Cosa mi dice professore delle elezioni comunali ad Altamura dove la Lega ha visto in coalizione con il Pd? Come dice il proverbio Pecunia non olet

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Invece i grillini puzzano, e qui si sente un certo odore. Mi spieghi che minchia c'entra la pecunia con un consiglio comunale? Ma lo sai quanto prende un sindaco per le responsabilità che deve gestire. Ancora con questi discorsi stiamo? Dopo di che, mio caro, la Puglia è fuori della mia giurisdizione e quello che è successo lì non lo so. Se per una volta col PD ci siamo alleati noi anziché FdI amen! Nei contesti locali ne succedono di ogni. Personalmente ho fatto i miei migliori auguri a tutti i sindaci eletti nel mio collegio, indipendentemente dal colore, perché comunque devo rappresentare anche loro.

      Elimina
  9. Non voglio fare il cospirazionista, ma la mia sensazione è che il processo di integrazione europea - in Italia - sia passato anche per uno svilimento della politica nazionale, che si è concretizzato da un lato nella limitazione del ruolo del parlamento (vuoi perché, come Lei ha spiegato in modo molto chiaro anni fa, dimezzandone i membri, diventa più difficile seguire tutti i lavori) dall'altro lato attraverso una riduzione della rappresentanza politica, causata dalla proposta di leader e personaggi ampiamente discutibili - a destra, sinistra, centro, nord e sud. Tant'è che abbiamo un astensionismo endemico perché la gente non sa più chi votare. Mi chiedo quanto tempo servirà ancora prima chr qualcuno avanzi la proposta di abolire le elezioni nazionali e andare direttamente alle elezioni europee.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma è assolutamente chiaro che la corrente culturale del #castacriccacoruzzione è stata promossa da chi aveva interesse a "corrodere", a "dissolvere" le identità nazionali. Del resto, la corruzione è un grande classico delle rivoluzioni colorate, no?

      Elimina
  10. Perfettamente d'accordo, anche se all'epoca non lo avevo capito per la terza legge della termodidattica. Quello che mi preoccupa è quello che ci rimane.

    RispondiElimina
  11. Rincorrere i modelli che vengono proposti dalle classi dominanti attraverso i loro mezzi di diffusione del pensiero, nella speranza che, conformandosi ad essi, si possano ottenere retribuzioni elettorali tali da accedere a posizioni politiche determinanti, sia in patria che a livello sovranazionale, non è solo idiozia: é la stanca fenomenologia di una subalternità destinata a schiantarsi contro al coriaceo buonsenso dei veri "mijoni".
    La mia sensazione è che purtroppo la consapevolezza di questo inesorabile meccanismo sia l'unico collante "culturale" in grado di tenere insieme le anime di una destra italiana che, seppur vincente, rimane in bilico tra aspirazioni sovraniste ed esami di realtà.
    La geopolitica è territorio straniero.
    Lo spread a 500 è allo stesso tempo una certezza ed un rischio che non si vuole (perché non si può) correre.
    Meglio fingersi (cerebralmente) morti, forse?
    Ma quanto può durare?
    Questa destra italiana sta forse aspettando che qualche accidente della Storia ci dia la possibilità di divincolarci da un giogo ormai secolare, facendo finta di niente?
    O sta solo facendo la fine della rana bollita?

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.