domenica 14 maggio 2023

La Marattineide, ovvero il glitch. Dramma tragicomico in un atto impuro.



Premessa prima

"Oggi abbiamo deciso di dedicare questa puntata alla giornata dell'Europa, però in maniera diversa, non celebrativa...".

Ottima idea!

Peccato che io avessi ricevuto un input diverso: sarei dovuto intervenire per pochi minuti sul patto di stabilità, non mi erano stati annunciati interlocutori, della giornata dell'Europa non ne avevo proprio sentito parlare (ignoravo e ignoro che esista e continuerò a ignorarlo finché non sarà più necessario farlo), e avrei dovuto cominciare alle 18:30.

Intendiamoci: io non ho nulla contro gli interlocutori, esattamente come un ghepardo non ha nulla contro gli impala, un'orca non ha nulla contro le otarie, o Alberto Sordi non ha nulla contro i maccaroni. Loro mi provocano, e io me li magno. Fair enough. Che vita sarebbe senza un po' di divertimento?

D'altra parte, però, visto che entrando in una squadra ho abdicato alla libertà, che non posso fare esattamente come mi pare, e che ho accettato di entrare in un circuito controllato di rapporto coi media, allora però le cose devo saperle, devo averle sotto controllo anch'io, per il semplice motivo che cedendo "sovranità espressiva" ho ristretto i miei margini di azione, e lavorando dentro margini più stretti forse ho bisogno di una completa informazione per capire come recuperare impatto.

Detto in un altro modo: non ho nulla contro gli interlocutori, ma ho molto contro le cose fatte a cazzo.

In una vita con incastri serratissimi come la mia, immaginate la mia gioia quando alle 18:22 è arrivata la telefonata dal numero anonimo mentre avevo sotto non so più se Matteo o Edoardo. Ovviamente li tronco, mi richiamano, li ritronco, ecc., fino a che non mi spiccio e li richiamo io su Wapp, e si parte (in anticipo rispetto alle 18:30).

Tutta la parte introduttiva (l'esposizione delle nuove regole europee, l'intervento di Marattin, ecc.), recuperabile dal podcast per chi ci tenga proprio tanto, me l'ero quindi persa. Come unico appiglio per orientarmi in una trasmissione diversa da quella cui mi ero aspettato di partecipare (una trasmissione sostanzialmente co-condotta da Marattin) avevo quanto ero stato in grado di captare: il riassunto fatto dal conduttore di una parte di quanto detto da Marattin.

Inutile dire che hanno cominciato a ruotarmi vorticosamente gli ellissoidi, come si capisce bene dal mio esordio, ma tranquilli: ho già dimenticato tutto...

(...forse...)

Premessa seconda

Forse sarebbe anche il caso, prima di entrare nel vivo, di richiamare alla vostra attenzione i dati. Voi li conoscete, ma insistere male non fa:


dove i dati Eurostat sono tratti dal MIP Scoreboard, e la quelli Imf dal World Economic Outlook Database. Teneteli da parte, vi torneranno utili. Ah, ne vedete uno solo perché i dati Imf ricoprono esattamente quelli Eurostat. C'è una sola verità statistica sull'andamento del rapporto debito/Pil in Italia. Poi ci sono infinite balle: ci siamo già occupati di quelle della De Romanis, oggi ci occupiamo di quelle di Marattin.

Canto primo

Avanza Alberto, il massacratore, amato da Zeus, e al conduttor volgendo le parole: "Sono lieto di partecipare a questo dibattito fresco e assolutamente inedito sulle regole fiscali... Noi stiamo prestando molta attenzione alla piega che il discorso prende, al di là dei dettagli "inseriamo o non inseriamo questa posta di bilancio", perché di fatto in Italia il debito è sceso rapidamente quando le regole sono state sospese, questo è poi il succo della questione, e dal 1995 al 2007 il debito è sceso a più di un punto l'anno, quasi due punti l'anno, in un momento in cui le regole c'erano ma non erano state applicate con tutta questa rigidità".

(...nei tre anni di sospensione delle regole per cui siano disponibili dati, cioè dal 2020 al 2022, il rapporto debito/Pil italiano è sceso di 10,5 punti, da 154,9 a 144,4. Negli anni dal 1995 al 2007 il debito è sceso di 15,5 punti, a una media di 1,2 punti l'anno, da 119,4 a 103,9...)

Risponde Marattin: "Ma non è vero! Guardi il primo Governo Prodi, dal 1996 al... e seguenti... al 2000! Il debito arrivò dal 120, dal 125, al 100% del Pil, poi ricominciò a crescere..."

(...il primo tragico Fantozzi durò dal 1996 al 1998. In quegli anni il debito scese di 5 punti, ovvero di 1,6 punti all'anno, poi continuò a scendere...)

Canto secondo (il glitch)

Conduttore imbarazzato: "Io ho qui la curva, Marattin, e devo dire che non è così. Però, ehm...".

Marattin smarrito: "Il debito, il debito quando risale?".

Alberto chirurgico: "Il debito risale dal 2008".

Conduttore tombale: "Esatto".

Brevi considerazioni

Il resto ce lo risparmiamo, come l'assurda tesi che l'unica spesa buona è quella morta, cioè che siccome non si può dire che tutte le spese per investimenti siano migliori di quelle correnti, allora (?) non facciamo spese correnti, ma nemmeno spese per investimenti. Teorie simili hanno l'eleganza, ma anche l'importanza, di chi le pronuncia: voi, elettori, ispirati da Atena, avete avuto il buon senso di collocare tanta scienza nella pattumiera della Storia, e lì la lasciamo.

Non dedicheremo altro tempo agli atti impuri mentali del giovane collega, perché non è su simili scipitaggini che volevo intrattenervi, ma sulla vera novità, sul vero glitch della Matrix: per una volta un giornalista, anziché mentire spudoratamente e vergognosamente sui dati, come qui abbiamo visto fare in innumerevoli occasioni, ha citato dei dati corretti; anziché conculcare con atteggiamento squadristico chi cercava di ricondurre il dibattito nell'ambito della verità storica, è intervenuto ad adjuvandum.

Non so se voi abbiate altri esempi da produrre, ma sinceramente in questo blog che non esiste, e che è il Dibattito, non se ne ricordano (salvo vostra prova del contrario), il che promuove tante domande.

Perché lo ha fatto? Come gli è venuto in mente di farlo? E poi: li aveva veramente, quei dati, a disposizione, o ha semplicemente applicato a Marattin la tecnica discriminatoria che per tanti anni è stata applicata invece a noi, quella di citare dei dati che non si conoscono e di cui non si dispone per dare torto a uno degli interlocutori? Ma soprattutto, direte voi: e che ce ne importa?

Eh, no, un pochino ci importa!

Non è del tutto indifferente, ai fini tattici e strategici, appurare se l'emersione casuale, inaspettata (un glitch) di un dato vero sia frutto di scrupolo professionale o di opportunismo politico. Non ho motivi per credere che si tratti del secondo caso, e non so però nemmeno se preferire il primo, che pure mi sembra più plausibile dati gli accenti di costernata veridicità del conduttore (che forse avrebbe preferito non dare torto a un suo ospite, o che questo non si fosse messo in condizioni di farsi dare torto, ma poi si è ricordato di lavorare per il servizio pubblico regolandosi di conseguenza).

Ve lo dico con grande franchezza: forse preferirei il secondo. Preferirei cioè che gli operatori informativi, visto che il vento sta cambiando, smettessero di parteggiare senza se e senza ma per la parte soccombente, magari a patto di sostenere acriticamente la nuova parte prevalente (che, se incarnata da chi vi scrive, dati fasulli non ne cita: e quindi sostenendola non si fa brutta figura). Preferirei questo, per il semplice motivo che mentre io, che sono un professionista e ho studiato scientificamente il tema del debito pubblico, a differenza di certi economisti specializzati in altro, i numeri li ho ben chiari, e quindi mettermi in difficoltà è compito arduo (lo è in generale: mi dicono che ci abbia provato Lilli Gruber, ma non me ne sono nemmeno accorto. A proposito, la sua trasmissione c'è ancora!?), magari non tutti i miei colleghi, provenendo da altre esperienze, sarebbero in grado di fronteggiare la spavalda tracotanza di certi sinistri parolai. E in circostanze simili ricevere noi il sostegno che vediamo prestare da anni ai suddetti sinistri ciarlatani verosimilmente contribuirebbe a ristabilire un level playing field.

Ma insomma, sia quello che sia, sia un cambiamento di vento (mi piacerebbe poterlo credere), che ci conduca a un mondo in cui il conduttore non sia un avversario politico implicito che sostiene gli avversari politici espliciti da lui invitati, o sia una felice eccezione in un mondo che ha profonde responsabilità nel degrado della nostra democrazia, in ogni caso è stato un momento godibilissimo, ed è per questo che tenevo a condividerlo con voi.

Altra domanda, se vogliamo complementare e duale a quella che ci siamo posti sopra è: ma è veramente possibile che un economista che per di più fa il politico (e lo fa con un'attenzione feticistica al debito pubblico, con un'accanimento monomaniaco, con una psicotica reductio ad unum della complessità dei parametri e delle variabili che possono e dovrebbero essere usati per valutare lo stato di salute di un sistema economico), è veramente possibile che un economista per cui l’economia è il debito pubblico sappia meno di un terzo della metà di un cazzo di nulla di quello che è successo al debito pubblico del suo Paese? Detto in altri termini: lo stimato e autorevole collega credeva veramente alle abominevoli fregnacce lievi imprecisioni che stava profferendo sull'andamento del rapporto debito/Pil in Italia (per non parlare della sua conoscenza alquanto approssimativa della storia dei nostri ultimi illuminati governi)? E poi, anche qui: che ce ne frega?

Dunque.

Come sapete, ho sempre (cioè sempre) sostenuto che la buona o cattiva fede di certi figuri, da Prodi in giù, non fosse tema di dibattito, per almeno due ordini di motivi: perché gli elementi soggettivi non possono essere accertati (non è possibile leggere il pensiero altrui né lasciarne traccia), e perché se uno fa del male a me o al mio Paese il mio ultimo pensiero sono le sue motivazioni: il primo è neutralizzarlo. Ed è qui, però, che sapere se quella di Marattin e di tanti altri come lui è malizia o ignoranza aiuterebbe. Perché se fosse malizia, allora il modo più efficace di rimediare sarebbe cauterizzare, come ho cauterizzato. Ma vi assicuro che più vado avanti più mi rendo conto che questi le cose semplicemente non le sanno: sono solo degli analfabeti funzionali dell'economia e della politica, incapaci di trarre un significato dai segni che pure in teoria sanno leggere, e totalmente digiuni delle più elementari nozioni su circostanze di fatto determinanti per la tenuta del loro ragionamento. E anche qui, attenzione: non è necessariamente colpa loro! Anche volendo confinare l’analisi ai colleghi con esperienza accademica, vi ricordo che l’industria della ricerca economica, in perenne ansia di prestazione verso il mondo delle scienze “dure” (di comprendonio), valorizza come elemento cardine della valutazione della qualità individuale “er peiper teorico”: un esercizietto di matematica del XX secolo rigorosamente secluso dalla contaminazione dell’esperienza sensibile (il dato), in un afflato neoplatonico il cui unico esito è l’ampliamento a dismisura della divaricazione fra “scienza” e realtà. Chi è qui sa di cosa parliamo: ricorderete che terminata la solfa del “non hai il peiper con pirreviù” (che scrissi), iniziò la litania del “Bagnai non ha il modello teorico” (che altresì scrissi). Poi entrai in Parlamento dando plastica evidenza del fatto di giocare in un campionato diverso da quello di certi perdenti.

E allora, se le cose stanno così, cioè se la loro non è cattiveria ma ignoranza (dei dati statistici, di rudimenti minimi di epistemologia, di chi hanno davanti…), essi sono al tempo stesso più pericolosi (per fortuna, anche per se stessi) ma anche più fragili: perché a questo punto per neutralizzarli è inutile, e anzi sconsigliabile, essere aggressivi. Basta, con pia sollecitudine, con umana compassione, far leggere loro il dato vero. O meglio (e qui si torna al punto di prima): basterebbe, se ci si trovasse in contesti dialettici equilibrati, in cui l'arbitro non giocasse sistematicamente in campo avversario.

Ma insomma, torno sul punto: godiamoci l'attimo, e quanto a voi non perdete tempo: il click day è attivo e i posti non sono molti...

34 commenti:

  1. Propendo assolutamente per la seconda opzione: non hanno idea dei dati. E la cosa è assai diffusa. Ogni volta che mi affaccio sul territorio di piddinia, grazie (o per colpa) di amici piddini politicamente esposti, la cosa mi appare lampante.
    Estenderla alla dirigenza mi viene automatico.

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  2. Ho sentito la trasmissione e anche a me era saltata all'orecchio, la dissonanza rispetto al passato. È stato come un intervallo di seconda :). La reazione dell'avversario politico è stata scomposta e compreso che aveva preso un granchio l'ha buttata in caciara senza troppo successo. Personalmente ho pensato che il vento stava cambiando e comunque è stato un bel momento.

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  3. Il ragazzo lo seguo da anni e spesso le spara grosse, credo che gli manchi una seria capacità di leggere i dati.

    https://twitter.com/marattin/status/1653645120732790785

    https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-pressione-fiscale-cos-e-successo-nel-2021

    oppure perle tipo questa

    https://ibb.co/PQ8c8zm

    ce ne sarebbero altre ma l'archivio è un po' difficile e lungo da ricercare.

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  4. A me sembra che sia stato proprio l'atto impuro a sostenere la narrazione secondo la quale senza i mastini de iMercati e il controllo rigidissimo sulle spese, i fumatori impavidi in orario di lavoro avrebbero continuato a fumare impavidi.
    La caccia al vampiro che timbra con il favore delle tenebre poi è stata caratteristica di un periodo in cui si doveva "stare sereni".
    E sembra anche che ormai nemmeno l'operatore informativo riesca più a crederci e sostenere questa tesi.
    Non aspettiamoci redenzioni miracolose però, da bravi ottimisti che hanno capito.

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  5. Ispirati da Atena, che ora Marattin voglia insegnarle il mestiere fa pensare a Minerva. In particolare alla felicissima espressione "Sus Minervam docet".

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  6. Disse la risposta è semplice.
    1. Dal punto di vista politico Marattin è inequivocabilmente piddino, di rito renziano
    2. Ne consegue che è piddino anche antropologicamente (esistono dei rarissimi esponenti del PD e succedanei che non sono antropologicamente piddini, ma non è il caso del nostro amico Marattin)
    3. Pertanto il Marattin è il classico seguace di Etarcos che sa di sapere
    4. Dunque in realtà non sa un beneamato, ma gli è sufficiente sparare le solite fregnacce disinformate o i consueti paralogismi da gnucco "de sinistra" per trovare un'entusiastica sponda tra i Formigli e le Myrtemerlino di cui la TV italiana abbonda.

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  7. Io, quando ho sentito Marattin parlar male degli insegnanti che fumano sigarette in classe, procedendo col sillogismo PAGA DI NOI INSEGNANTI = BRUTTO INVESTIMENTO DA NON FARE, ho percepito una profonda convinzione ideologica nel suo tono. Triste, umanamente avvilente, oltre che falso: abbiamo tanti difetti come categoria, ma gente con la cicca in bocca nei corridoi non la vedo dagli anni 2000 (e anche allora, erano eccezioni rarissime).
    Credo che quindi l'uomo sia ontologicamente fatto così, capace di riscriversi la realtà pur di sembrar convinto e convincente in pubblico.
    Viva il contraddittorio che funziona, complimenti e grazie prof!

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    1. Per quello che può valere, mai visto uno né da studente né da insegnante, farebbero 41 anni in tutto. L' inspiegabile è che una buona fetta della mia categoria tifa per Marattin e simili.

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    2. Io uno ne vidi, ed era leggenda in tutte le scuole della città.
      Ma credo che appunto Marattin viva con l'incubo di qualcuno che possa fare l'interesse di un suo bacino di utenza, da cui queste prese di posizione aprioristiche...

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  8. Prima dell'avvento del "dibattito" che non esiste ovviamente non c'era contraddittorio, la narrazione era una e una soltanto per cui nessuno si faceva domande. Dopo il 2011 sono iniziate le fasi del lutto... evidentemente ora siamo nella fase (per alcuni) dell'accettazione e le fette di prosciutto sugli occhi trovano altre destinazioni d'uso ;) Sicuramente qualcuno non si aspettava di essere smentito in diretta. Bene così, ma ci sarà un seguito col maldestrotentativo di metterci 'na pezza, vedrai...

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  9. Marattin a parte, io ricordo anche la De Romanis negare di fronte a lei (e a noi telespettatori) che il rapporto debito/PIL fosse aumentato durante il governo Monti.
    A proposito di debito pubblico (e privato), il 23 maggio prossimo sarà il decimo anniversario di questo discorzetto, che i più anziani di noi ricorderanno e che quindi non ha bisogno di presentazioni
    https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2013/html/sp130523_1.en.html

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  10. Solo una prece: si potrebbe smettere di parlare di "capitale umano" ? Il capitale mi richiama il concetto di proprietà e io non voglio essere proprietà di alcuno, preferisco pensare che sto dando il mio contributo all'economia e allo sviluppo del paese pure se sotto forma di lavoro dipendente. Torniamo a dare dignità al Lavoro anche nella scelta delle parole. Per il resto, grazie per tutto quello che state facendo.

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  11. Forse però ha ragione Marattin…aver investito nella sua istruzione é stata una spesa improduttiva.

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  12. Non capisco, il dato del rapporto debito/pil mi sembra difficilmente interpretabile. Come fa un professore di economia a non conoscerne l'andamento? Non può essere così, altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi per i suoi studenti. Quando sarà possibile avere in tv una trasmissione che insegni l'economia in modo semplice? Adesso che il vento è cambiato forse è possibile. Purtroppo, se non c'è una migliore conoscenza collettiva di questi temi, gente come Marattin può continuare a dire quello che vuole spacciandolo per vero (perché lui è un economista). Grazie. E' bello riuscire a rialzare la testa!

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    1. Perché l'ultimo samurai inciampato sul kimono sta con quell'altro, quello dello "stai sereno", che se ricordate bene il suo regno durato il tempo di un referendum è stato incentrato sulla lotta ai timbratori abusivi di cartellino.
      Ci credono veramente che a mandare in rovina la nazione è la coruZZione che aumenta ilDebitoCattivo, qui l'ha pure detto in diretta radiofonica, cosa deve fare di più?
      Per altro, ora che ci penso, durante lo staiserenismo c'era un vigile in mutande, quando è arriva l'altro re, c'era l'avvocato in mutande.
      Che ci sia una variabile dipendente in comune?

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  13. La Fazieide sarà un altro fragile glitch, seppur in levare anziché in battere

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  14. Il fenomeno Marattin (e compagnia bella, ricordiamo per esempio, con un po' di vergogna per il livello, il dibattito sul corralito tra Borghi e Taddei) secondo me si spiega con il fatto che in certi ambienti la fedeltà alla causa sia fondamentale, mentre il resto è optional, incluso un minimo di competenza. Siccome la competenza costa fatica e qualche volta contraddice uno o più assiomi della causa, allora la meritocrazia è non alta tra le priorità.
    Per i media: i padroni si stanno accorgendo che il giochino dell’austerità alla lunga nuoce anche a loro.

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  15. Come prima cosa, grazie per la bella risata con lo strikethrough text. Ne avevo bisogno. Sulla questione di ignoranza o malafede purtroppo concordo con Daniele P: posso credere alla mancanza di materia grigia su questioni complesse. Il rapporto debito/pil è talmente banale che anche un bambino ne capisce l'andamento. Pensare che un economista, seppur prestato alla politica, possa confondere un tale argomento, mi sembra difficile. A mio avviso questi le cose le sanno, ma fanno finta di non saperle. La verità dei fatti non è congeniale alla loro narrativa, ed il fatto che spesso e volentieri i "giornalisti" abbiano lo stesso bias e finiscano per confermare le "lievi imprecisioni" degli europeisti di noialtri gli dà forza di poter dire ciò che gli pare senza essere contraddetti. Alla fine la stragrande maggioranza degli ascoltatori non ne capisce una cippa, quindi a forza di ascoltare gli slogan va a finire che ci credono.

    Il fatto che il conduttore abbia reagito in quel modo ha stupito anche me. Che il vento stia cambiando?

    PS: Quest'anno non mancherò al goofy per nulla al mondo!

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  16. Ora ricordo, non c' era Marattin al convegno bolognese organizzato alla John Hopkins, era Taddei. La sostanza del commento non muta, anzi, si consolida.

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  17. Il fenomeno mi sembra essere globale , in USA non sono messi meglio. Propongo una lettura differente: il principio di Peter . Lo trovate su wikipedia. Il libro è degli anni 60. Dopo 3 generazioni di non guerra le strutture (rappresentanti e burocrati) si sono riempite di incompetenti fino a raggiungere la massa critica . L'incompetente nella posizione di potere si rivolge al consulente per deresponsabilizzarsi (magari un comitato tecnico o scientifico) . L'incompetente in una posizione di potere riesce a gestire la normalità usando le procedure ma non le crisi per le quali non vi sono procedure . Copioincollo: "Con il tempo, ogni posizione lavorativa tende ad essere occupata da un impiegato che non ha la competenza adatta ai compiti che deve svolgere." Da cui il corollario : "Tutto il lavoro viene svolto da quegli impiegati che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza" . Al raggiungimento della massa critica la struttura va in crisi . Ovviamente l'incompetente se parco di fondamenta è la miglior preda delle lobby .

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    1. Il 30 settembre 2010 alcuni ricercatori dell'Università di Catania, due fisici teorici e un sociologo e statistico, ora tutti docenti universitari, vinsero il premio IG Nobel perché avevano sviluppato un loro lavoro a partire dalle idee dello psicologo canadese Peter. L'articolo era stato pubblicarono su Physica A a febbraio 2010, e, come loro stessi dissero alla "premiazione", siccome ritenevano il loro studio una cosa seria, inizialmente pensavano di non accettare che venisse messo in berlina. Poi, riflettendo, decisero che quel premio, seppur dato in modo canzonatorio, sarebbe servito a dare massima diffusione al contenuto del loro articolo. La loro idea era questa: poiché all'interno di ogni amministrazione e industria, si viene promossi solo se si è bravi a svolgere la propria mansione, ma poi si passa a un lavoro completamente diverso, e si va avanti così finché non si arriva in un posto dove si fa cilecca e nel quale, quindi, si rimane poi definitivamente, avendo raggiunto il proprio livello di incompetenza, allora l'unica soluzione è promuovere a casaccio nella carriera, e cioè non seguendo il criterio del merito ma il criterio della scelta casuale tra i vari dipendenti.
      Al premio IG Nobel tutti si sganasciarono dalle risate, ma, come si dice: il riso abbonda sulla bocca degli stolti.

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    2. Grazie per il ricordo. Sapevo di questo. Il fenomeno per me è reale e non coinvolge solo chi sta al governo ma anche chi sta all'opposizione e le aziende private non familiari . Si nota di più ovviamente su chi governa . La novità che voglio introdurre è che ho scoperto anche l'incompetenza delle IA . Una I.A. utilizza per dare le risposte i testi che ha "letto" . Nel caso che ho provato facevo sviluppare del codice PHP a chatgpt la quale ha introdotti nella risposta due errori che sono negli esempi di un manuale . In pratica mentre l'umano ricorda il manuale e casomai lo compulsa, chatgpt ha elaborato gli esempi per sviluppare il codice . I manuali tecnici vengono scritti prima del prodotto (in quanto formano parte delle specifiche) e in revisione molti errori negli esempi sfuggono .
      Un umano esperto nella materia ha visto l'errore a colpo d'occhio .
      Vero è che la mia produttività è aumentata in modo enorme .
      Ma per fare funzionare la IA che ti aiuta devi conoscere la tua materia altrimenti rischi di avvalorare errori grossolani .

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    3. Pongo qui la risposta, e mi dispiace, ma a volte solo nei fine settimana si ritrova un poco di respiro.

      Prendo atto di quello che dice, né vorrei sembrarle un critico un tanto al chilo, spero invece di poterle instillare un dubbio sulla base di mie esperienze e riflessioni, che, quando furono chatgpt-like, anche se si denominavano in altro modo, produssero solo guai, dunque sarei a tenermene lontano, anche se alcuni ci sperano e dicono: chi lo sa?! Ho sentito ultimamente in giro i difensori della IA, e ieri proprio una signora sul terzo canale, mi pare, non ci giurerei perché ho orecchiato al volo, insomma che sosteneva che la IA non è ancora noi, perché: “...siamo lontani! Ma poi: chissà?, non sapendo cosa noi siamo”, e avrebbe potuto aggiungere non potendolo sapere bene per principio, ma non tutti hanno chiaro fino in fondo quello di cui parlano, “potrebbe essere che ...”, così si è espressa, niente di meno! Insomma in sostanza diceva: prima o poi, a forza di programmare switch, vuoi vedere che anche il computer manifesta qualcosa in più del taglia e cuci? Poverini, sono ancora lì che si dibattono contro i teoremi di Godel, e, dunque, secondo loro: vuoi vedere che, a forza di andare a casaccio, un giorno ci ritroviamo sulla luna senza sapere come ci siamo arrivati! Non sembrano patetici? Comunque sia, sono immersi nel vorticoso fiume del progresso, di questo nostro attuale “progresso”, che poi è, appunto, solamente produttività cieca, e aggiungerei pure sorda, ma lasciamo andare.
      Il dubbio che vorrei inoculare riguarda la frase che leggo: “Vero è che la mia produttività è aumentata in modo enorme”. Ecco, traendo dalla mia esperienza personale direi, invece, che al massimo si sarà potuta ottenere produttività apparente. Dunque potenzialmente pericolosa, anzi senz'altro pericolosa quando applicata a snodi critici. Programmando codice, o uno ha chiara la funzione e il senso di ogni singolo bit, collocato lì intenzionalmente, dopo una completa presa di coscienza, oppure, se si è introdotto un qualche spezzone di codice scopiazzato da qualche altra parte, ovvero scritto soprappensiero, o lo si è fatto scaturire in un momento di distrazione, direi anche in un solo attimo di distrazione, ebbene proprio in quella posizione, prima o poi, si manifesterà il baco, il marcio, l'errore, l'incoerente. Solo la presa di coscienza di ogni minima lettera, e pure del suono che farebbe se pronunciata a voce, e altro ancora: quando pronunciata, perché, dove ecc., può dare senso coerente alle parole e al loro significato; tutto il resto è solo questa nostra attuale produttività capitalistica; una produttività apparente, forse remunerativa, ma perché, in generale, tutte le menti sguazzano sciroccate nell'attuale brodo, e il palato è definitivamente desensibilizzato, ma la sostanza rimane che si tratta di materiale cadaverico, morto, produttività apparente. E pericolosa!

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    4. La IA è uno strumento (come le armi , come l'energia nucleare ) , uno stupido di silicio con fili di rame che consuma kw a sproposito , solo che è velocissima e riesce a farti superare lo scoglio della volontà di fare . Nel mio caso ho provato a sviluppare con sistemi web una applicazione di gestione aziendale che avevo scritto nel 1992 . Nota che lo ho fatto solo per divertimento . Ebbene sapendo esattamente come funzionano i linguaggi ed i computer sono riuscito ad abbattere la soglia dell'apprendimento di PHP , HTML e javascript esprimendo alla IA le routine necessarie ed avendo di ritorno il codice . Lo devi controllare perché infila dentro errori anche subdoli , come un umano , ma più pericolosi in quanto pensi che non possa sbagliare .

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  18. Ho notato anch'io questo glitch, e anche il sussurrato dissenso all'argomento moralista del professore che scalda la sedia.

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    1. Eh, anche perché mi sono premurato di far subito presente che la retorica del fannullone è molto corrosiva per un carrozzone lievemente sinistrorso come "er servizzio pubblico". E siccome uno dei problemi se ne accorge quando lo toccano...

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  19. Scrivo solo per segnalare questo articolo del Prof De Grauwe. Così su due piedi, a me sembra che la sua proposta di agire sulle riserve obbligatorie per rallentare l'inflazione, anziché che sui tassi d'interesse, sia compatibile con l'idea di non frenare gli investimenti necessari, ad esempio, nel settore energetico.
    https://twitter.com/pdegrauwe/status/1658116282762289152?s=20

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    1. Interessante, quindi... Prof. Sergio Cesaratto, Sei lezioni di economia - Conoscenze necessarie per capire la crisi più lunga (e come uscirne), Diarkos, 2019, pp.331-332

      SESTA LEZIONE
      La liquidità di Draghi

      2- TASSI IN CORRIDOIO

      "Un punto centrale che ci siamo raccontati riguarda il sistema dei pagamenti interbancari (Bagnai "adolescente" pubblicò un manuale per i suoi studenti sul funzionamento del sistema bancario, acquistato, ndr) esposto nella QUARTA LEZIONE: quando noi ordiniamo alla nostra banca di effettuare a favore di un terzo che ha il conto in un altro istituto - lo facciamo tutti i giorni con bonifici, pagando con assegni o con carta di credito ecc - il nostro ordine di pagamento implica che un corrispettivo di riserve si muovono dal conto di riserva e regolamento della nostra banca a quello della banca del beneficiario del pagamento.



      Ottimo! Così ricorderete pure che può accadere che un certo giorno i clienti della Banca Chiara effettuano più pagamenti verso i clienti della Banca Onesta che viceversa. Così Banca Chiara si potrebbe trovare in difetto di riserve - Vi ricordate, le banche devono in media su un mese ottemperare all' obbligo del rispetto della riserva obbligatoria, attualmente l' 1% dei depositi - mentre la Banca Onesta sarà in eccesso. Normalmente la banca in eccesso presterà riserve a quella in difetto, ciò che accade nel mercato interbancario, quello in cui le banche si scambiano le riserve. Si tratta di prestiti a brevissimo termine.
      Vi ricorderete pure che le banche si riforniscono di liquidità (cioè di riserve) presso la banca centrale partecipando alle periodiche operazioni di rifinanziamento. Ne esistono a breve termine (a una settimana), le cosiddette (Main Refinancing Operations), e a più lungo termine (tre mesi e più) dette (Long Term Refinancing Operations). Il tasso obiettivo della BCE è quello sulle operazioni di rifinanziamento principali, che può dunque essere incoronato come il principe dei tassi.
      Fra un operazione di rifinanziamento e l' altra, comunque, una banca si può trovare a corto di liquidità e ricorrere al mercato interbancario. Ma la banca centrale non lascia comunque le banche mai sole!
      Infatti Banca Chiara, che nell' esempio è quella a corto di liquidità, potrebbe rivolgersi a un altro sportello della BCE chiamato (marginal lending facility). Attraverso questo sportello di emergenza, in qualsiasi momento la BCE fornisce liquidità alle banche, a un tasso che è però penalizzante rispetto a quello sulle operazioni di rifinanziamento principali. Peraltro la banca centrale fornisce una anche alle banche con eccesso di riserve, permettendo loro di detenere nel (deposit facility), dove ricevono un tasso (in tempi normali) relativamente più basso di quello sul rifinanziamento principale, ma positivo.
      Guardiamo nel concreto."

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  20. "E siccome uno dei problemi se ne accorge quando lo toccano... " c'è è un refuso o non la comprendo io professore?

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  21. "Giusto rifiutare 1.000 euro al mese"

    "Io credo che un giovane che rifiuta di lavorare, sottopagato a 1.000 euro, fa bene", ha spiegato Landini. "Un giovane non può accettare quelle condizioni. È ora di smetterla con quest'idea che bisogna accettare qualsiasi tipo di lavoro. Il lavoro deve essere una condizione che permette a chi lo fa di vivere dignitosamente e non di essere sfruttato, non di dovere ringraziare perché ti fanno lavorare. Basta, questa cultura qui l'abbiamo già pagata", ha proseguito. "Noi non stiamo semplicemente dicendo che è questo governo ad aver sbagliato, ma che hanno sbagliato tutti i governi che hanno precarizzato in questo modo il nostro Paese. Ma siccome loro dicono che sono quelli nuovi, cambino le cose sbagliate e ne discutano con il sindacato", ha detto ancora."


    Ancora il solito ignaro Landini, "La meraviglia nel Paese delle alici"! Cosa dire? Studia prima di sparare ancora fesserie sesquipedali!

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  22. Ciao ALBERTO49, mi se mancato in questi ultimi drammatici anni.
    Hai ragione a recriminare con livore, e con "Viscerale disprezzo".

    Landini ha fatto un bellissimo discorso. Applaudiamolo. Siamo #goofynomics.

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    1. Caro Erik il mio livore è dettato dalla consapevolezza che ci stiamo riavvicinando a momenti bui, vedo troppe cose che vengono spacciate per verità assolute e sono invece puttanate pericolose.

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    2. Giusto ALBERTO49. Condivido in toto, che "toto" non so cosa vuol dire, in pieno?, insomma Condivido, in me stesso.
      Hai ragione, ma Noi siamo...

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  23. Suppongo che, per qualcuno, le spese di manutenzione idrogeologica siano da considerarsi spesa corrente. Corretto?

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