lunedì 15 settembre 2014

Becchetti: un uomo, un perché.

(nella versione ad usum piddini del post l'esortazione "cazzo" è stata sostituita dalla più politicamente corretta "orsù". Maestra! Bagnai dice le parolacce...)


Leonardo Becchetti mi affascina. Non riesco ad afferrare i contorni della sua personalità. Mi direte anche che dovendo passare un'altra domenica all'IKEA ho ben altro di cui preoccuparmi. Concordo. Ma penso che a smontare Leonardo ci voglia meno che a montare la scrivania Micke (la mia ultima performance: 50 minuti con l'aiuto di Uga alle percussioni).

Secondo il Miur Leonardo è:


Secondo IDEAS Leonardo è 746° nella classifica dei top 5% mondiali, nella quale io (ancora) non sono:


e 12° nella classifica dei top 25% italiani (nella quale io sono, essendo top 17%):


Voi mi direte che in quest'ultima classifica è in pessima compagnia... Be' ( anche bhe, per gli eventuali curdi in ascolto), come darvhi thortho? Però resta il fatto che è documentalmente acclarato che abbiamo a che fare con l'eccellenza della professione. L'eccellenza di una professione pessima, che si è pervertita per tanti motivi: ma l'eccellenza è l'eccellenza. Punto.

Di che si occupa Leonardo? Di tantissime cose: è stato listato in ben 55 NEP, fra i quali brilla per la sua assenza Open Economy Macroeconomics. Le sue cose le trovate qui: ha una market leadership molto pronunciata in economia della felicità, capitale sociale, ecc.

Insomma, è un ottimo economista, e apparentemente anche una brava persona. Dico: "apparentemente" perché di come o cosa uno sia realmente sappiamo di non potercene né dovercene occupare. C'è Uno che ci pensa per noi. Ma l'apparenza è importante, per noi che, dati i nostri limiti, gestiamo solo quella. Ci sono molto colleghi che apparentemente sono dei cialtroni. Pensate a quelli che ricorrono a espedienti dialettici da bar come equiparare questo blog all'effimera (e forse non del tutto disinteressata) opera di Donald (o di Giannino), pensate a quelli che visibilmente anelano, pensate a quelli che hanno cambiato casacca con tanta disinvoltura. Alcuni di questi, poi, magari, sostanzialmente, saranno delle ottime persone.

Dieux reconnaitra les siens.

Questa mattina Leonardo ha emesso un tweet che ha dell'incredibile. Io ho interloquito per avere conferma, e l'ho avuta. Vi riporto lo scambio:


..."smuovere le acque della palude UE"!

"M'hai cacato 'n terazzo", avrebbe detto Spartaco (se ve lo ricordate).

"La mia signora", come dicono i veri coatti, cioè Rockapasso, al leggere questo tweet ha perso il suo tradizionale aplomb britannico: "Smuovere le acque? A te? Ma questi hanno la faccia come il muro!"

Oddio, non sono proprio certo che abbia detto "muro". Le vocali più o meno erano quelle, sulle consonanti ho una certa reticenza a esprimermi, qui c'è Uga che è peggio della Stasi, ha orecchie ovunque, e ogni volta che dico "culo" devo pagarle un euro (certo che in questo caso sarebbe un euro benedetto)!

Devo dire che in effetti l'ultimo tweet ha richiamato alla mia mente uno dei punti salienti della cinematografia del secolo scorso:




Comunque, torniamo al punto. A parte l'interlocuzione di Patte Lourde (lasciamo perdere, qui si va veramente nel vaudeville montiano), dal dialogo emerge un dato ben preciso. Leonardo rivendica come vittoria politica del suo movimento (il movimento pro-Germania, pardon, anti-austerità) il fatto che il Fiscal Compact non sarà rispettato.

La cosa ha dell'incredibile, sto trasecolando...

Sarebbe come bandire un referendum anti-levitazione, poi lasciarsi cadere un martello sul piede e proclamare, col petulante ronzio della mosca cocchiera: "Visto! Mi son schiacciato l'alluce! Quindi l'universo ha deciso di conformarsi al nostro referendum...".

Emerge da questo dialogo una cecità politica ed economica che, se fosse espressa dal primo fesso che passa, non meriterebbe nemmeno una lieve contrazione dei muscoli buccinatori. Ma è espressa da un economista, da un economista di altissimo valore e, a questo punto mi sembra evidente, di altissime ambizioni politiche (altrimenti non avrebbe tentato lo sgambettino di farmi passare per quello che non vuole "smuovere le acque"), e, last but not least, da un economista che sembra una persona per bene.

Quindi occorre ribadire alcuni concetti.

Qui, che il Fiscal Compact non sarebbe stato rispettato (per il semplice motivo che se mai lo fosse stato avrebbe portato il sistema a deflagrare), lo abbiamo detto da prima che venisse approvato. Quando il Fiscal compact è stato approvato, lo abbiamo considerato una Caporetto politica, non economica. Dal punto di vista politico si trattava di un atto di sottomissione al quale chi ci opprime avrebbe risposto con maggiore protervia, come ha fatto. Dal punto di vista economico il problema era chiaramente inesistente: si sarebbe applicato un principio fisico, prima ancora che giuridico: ad impossibilia nemo tenetur.

L'idea del tutto idiota espressa da Stefano Fassina, anche a Servizio Pubblico, secondo la quale il Fiscal Compact era un fallimento economico, ma un successo politico, perché noi ora avevamo fatto la nostra parte e quindi gli altri ci sarebbero venuti incontro, era completamente campata in aria. Chi si fa pecora, il lupo se lo mangia: questo mi insegnavano i miei nonni toscani, più radicati nel territorio di quelli marchigiani (bisnonno macellaio, nonno fattore...). Non so quanto a Stefano Fassina piaccia farsi pecora, ma una cosa è certa: a un politico di questo calibro (o diametro) non farei negoziare nemmeno l'acquisto di una bottiglietta di acqua minerale in un autogrill. Orsù: siamo italiani, siamo l'Italia! Nessuno, tanto meno i falliti seriali di Bruxelles, ha da dirci cosa dobbiamo fare. Se proprio dobbiamo mandare le cose in merda come in Grecia o in Spagna possiamo farcela benissimo da soli, per Dio!

Ma anche Leonardo, sotto sotto, questa idea credo l'avesse: credo che anche a lui sembrasse fine politica, abile mediazione, il prosternarsi a un partner ottuso e intransigente.

Per i due anni successivi qui, nell'unico luogo dell'informazione economica italiana, ci siamo fatti grasse risate su chi discettava di 3%, su chi metteva in Costituzione lo 0%, ecc. Più vincoli si mettevano, e meno vincoli sarebbero stati rispettati. ASAT (as simple as that). Negli ultimi due anni, per dire, dei quattro grandi dell'Eurozona due hanno sforato, e di brutto, il parametro del 3%, e di questi uno, la Francia, è un violatore seriale di trattati europei (perché fu compagna di merende della Germania nel violare lo SGP).

Qui, mentre altrove si lanciavano demagogici appelli a base di chiavi di casa o del cesso, e ci si stracciavano le vesti sui 50 miliardi, o trilioni, o fantastiliardi di euro l'anno che questa storia ci sarebbe costata, abbiamo sempre detto che era inutile preoccuparsi: il Fiscal compact non sarebbe stato rispettato perché era irrispettabile, tant'è vero che due paesi non lo stavano rispettando: la Francia perché ha le bombe atomiche, e la Spagna perché, essendo molto esposta con la Germania, si vedeva accordare un trattamento di favore (il famoso discorso che se ti devo 10 euro il problema è mio, se te ne devo 10 milioni il problema è tuo: dai, su, che il primo paper l'hai fatto sulle asimmetrie informative, non far finta di non capirmi...).

Noi non avevamo né bombe atomiche né bombe finanziarie da usare contro la Germania.

Nel frattempo però è successa un'altra cosa. La Germania ha avuto una prima recessione della quale nessuno si è accorto (tranne noi, as usual), e alcuni tedeschi cominciano a sentire i famosi scricchiolii del ramo, dei quali noi parlammo tre anni fa, forti (noi) del precedente di due guerre mondiali, il cui esempio dovrebbe essere sufficientemente eloquente: chiunque dica "eh, ma la Germania è fuuuuuuuurba!" è un poro cojone, per il semplice motivo che la Germania non esiste: esistono variegate e scoordinate pulsioni individuali, ed esiste la legge di Murphy. Quindi preparatevi.

Tanto per chiarirvi come stanno le cose, quando son stato a Milano giovedì per il direttivo di a/simmetrie ho incontrato un amico imprenditore che ci sostiene, piuttosto addentro al settore distributivo. Se non ricordo male, nella scorsa settimana la GDO (i supermercati) ha fatto -5% sullo stesso periodo dell'anno precedente. I maschi e fassisti richiami all'ottimismo del camerata Scalfari e dei suoi accoliti non hanno funzionato. Vi ricorderete, no, che qui abbiamo sempre espresso un certo scetticismo sulle varie riprese, e sulla loro entità. Che sarebbe andata male  anche quest'anno non ce lo siamo mai nascosto. Immaginatevi voi con un calo dei consumi nella GDO pari al 5% in questa stagione dell'anno, prima che manovre e manovrine vengano a infondere il consueto buonumore alle famiglie: è facile capire che se il Pil crescesse zero, quest'anno, ci sarebbe andata molto bene. E parlo del Pil nominale, naturalmente (ma questo lo lascio agli esperti).

Guarda caso, proprio nel giorno in cui Leonardo canta vittoria, tutto giulivo per aver influenzato col suo referendum di princisbecco, crede lui, la grande politica europea, oooops! Che succede? Scopriamo che la tedesca Rewe, proprietaria di Billa, sta abbandonando il mercato italiano. Chiaro, no?

Come le locuste...

La sintesi di quanto sopra la abbiamo già esposta un mese fa, ma vale la pena di ripeterla. Il mancato rispetto del Fiscal compact è un dato del tutto ovvio, scontato, prevedibile e previsto, per cui un referendum su di esso è spiegabile solo in base a tatticismi politici perdenti come quelli che abbiamo più volte messo in evidenza in questo blog: sostanzialmente, tutti i colleghi di sinistra hanno capito ormai di aver difeso per  conformismo intellettuale la cosa sbagliata, molti me lo dicono in privato, nessuno ha il orsù di coraggio di dirlo in pubblico, di dare un segnale che avrebbe un elevatissimo valore morale e civile, perché aiuterebbe l'opinione pubblica a conformarsi al principio di realtà, e il referendum è solo un modo per salvare la faccia di questi ignavi (e di mettersi in coda per la cadrèga).

Per quanto riguarda l'Italia, è chiaro che le violazioni del Fiscal compact ci saranno ottriate, come da copione e come avevo ampiamente previsto. Per tenere le cose insieme infatti, qualcuno deve spendere di più, e ognuno vuole che sia l'altro a farlo. A un certo tipo di leadership tedesca fa abbastanza comodo che siamo noi, piuttosto che loro, per diversi motivi:

1) perché spendendo prenderemmo su di noi la colpa del protrarsi della crisi ("Avete visto? Non hanno fatto i compiti a casa, quei brutti porci, quindi la colpa è loro...");

2) perché spendendo sosterremmo la loro economia (e la Rewe non dovrebbe andare a cercar fortuna in Russia... ma daje a ride!);

3) perché spendendo ci impantaneremmo sempre di più nella spirale del debito estero;

4) perché se invece spendessero loro, come logica economica vorrebbe, sarebbero costretti a effettuare una ridistribuzione del reddito top-down, cioè a invertire un trend ormai ventennale di crescita della disuguaglianza che evidentemente ha fatto comodo ai pochi e potenti che comandano, lì come qui.

Insomma: tutte quelle cose che ci siamo già detti, e in virtù delle quali abbiamo concluso che l'iniziativa cui Leonardo ha partecipato era nei fatti una iniziativa di sostegno alla Germania. Quali siano le intenzioni, Leonardo, non ci interessa, scusami, come a te non interessa sapere se era intenzione dello studente risponderti che una politica monetaria espansiva fa diminuire il tasso di interesse, quando invece ha detto: aumentare. Noi per lavoro giudichiamo dai risultati...

Il vostro referendum non ha alcun senso.

Ora, come sapete, questo blog è il primo sito di informazione economica in Italia dopo Il Sole 24 Ore. Fa un po' ridere che il quotidiano di Confindustria venga fatto competere con dei blog, ma tant'è: non è una scelta nostra. Anche quest'anno abbiamo stracciato lavoce.info, quella che a novembre 2011, per evidenti motivi di opportunità politica, preferì non pubblicare "I salvataggi che non ci salveranno". Spianare il blog della Bocconi non ha prezzo.

Fatto sta che questo blog, così poco influente, ha però chiarito da tempo la semplice political economy del vostro referendum: un tentativo di salvare in extremis il PD dal proprio fallimento, aiutando la Germania a tenere i cocci insieme. Quindi, siccome in Italia le persone che vogliono salvare il PD sono sempre di meno, voi state fallendo, non avete le firme. E allora ecco che ve ne uscite regolarmente su Twitter vantandovi di endorsement immaginari, atteggiandovi a mosche cocchiere di quello che in realtà è un banale dato di natura (economica): l'inapplicabilità del Fiscal Compact. E intanto la gente muore, e con le vostre contorsioni ideologiche tu, D'Antoni, Piga, e altri che non conosco e non voglio conoscere non la aiutate a capire cosa sta succedendo...


A proposito: ma quando io scrivevo quel pezzo che si è rivelato tanto preveggente, quando il potere ha fatto l'errore clamoroso di non dare una via di fuga a uno che, come me, non aveva più nulla da perdere, tu, caro Leonardo, che mi accusi oggi di "non aver voluto smuovere le acque", cosa facevi, cosa dicevi, cosa scrivevi? Perché questo sarebbe interessante verificarlo, no? Infatti "la mia signora", che è una donna (io sono all'antica), e che delle donne condivide una certa tendenza a virare al perfido (ma ti piacerà, è tanto di compagnia, e poi avete anche un'amica in comune, la nazi-verde Annalisa Corrado, tanto una cara ragazza...), "la mia signora", disais-je, fra una mensola e un carrello da cucina mi dice: "Ma perché non dici al man in black di vedere che scriveva questo quando tu scrivevi 'I salvataggi che non ci salveranno'?"....





















































Eh, le donne... So' pericolose, a Leona'... Io t'avrei lassato perde', ma si nun t'asfalto lei... Vabbe', i termini del deal sono protetti da segreto, peggio del TTIP...













































Appproposito, del TTIP chennepenZi? Perché di quello che pensi del Fiscal compact non ci interessa molto, non perché non ci interessi la tua opinione, ma perché il Fiscal compact non esiste, quindi: perché fare un referendum su una cosa che non esiste? Invece il TTIP esiste, e tu, così green, così happiness, così microcredito, cosa ne pensi? Questo ci interessa...


















































Già! Perché fare un referendum su una cosa che palesemente è un nonsenso economico e quindi non avrà alcun seguito?















































Be', scavando qualche motivo si trova...

Guardate ad esempio questo bell'endorsement per Monti, scritto appena quattro mesi dopo che io, cioè
IO

ne avevo dichiarato l'inevitabile fallimento.

Then how could he succeed?


Suvvia, Leonardo...

Onestamente, già il tuo "vieni con noi a smuovere le acque" è un capolavoro di umorismo (per quanto involontario), ma qui superi te stesso! "L’azione del governo Monti è stata senz’altro decisiva sino ad oggi per la riduzione delle tensioni sul debito pubblico". Mitico! Ma come? Stai parlando di uno che ci ha fatto questo regalo:


Liberato dalle tensioni grazie a Monti, il debito pubblico italiano ha espresso pienamente se stesso, guadagnando dieci punti di Pil grazie al governo del quale tu sollecito prendevi le difese!

"La sostenibilità del debito era seriamente a rischio"! Ma dai, ma veramente dicevi? Ma se perfino la Commissione Europea (e oggi perfino Padoan) diceva che il nostro debito era sostenibile? Scusa, mettetevi d'accordo, fra piddini: se Padoan lo trova sostenibile oggi, che sforerà deciso il 135% del Pil, mi spieghi perché avrebbe dovuto essere insostenibile quando era al 120% del Pil.

Come? Come dici? "Col senno di poi...". E lo dici a me? A me? Qui ci sono solo io, orsù, stai parlando a me?

Eh no, bello, no, proprio no: a me questo discorsetto non devi farlo, perché io che il debito pubblico non era un problema l'avevo detto quattro mesi prima che tu dicessi il contrario, 19 mesi prima che lo dicesse il vicepresidente della BCE, e una trentina di mesi prima che lo dicesse Pier Carlo. So what?

Ma poi, de che stamo a parla'? A febbraio 2012 tu eri convinto che "le riforme" facessero calare lo spread. In Italia due sole persone, due: io e Claudio Borghi (economista non accademico) dicevamo che le riforme non c'entravano nulla. Giusti son due e non vi sono intesi. Quel gentile collega bolognese che ho asfaltato da un'altra parte si era contraddistinto per la sua difesa senza sé e senza ma di quest'idea particolarmente farlocca, che io non sapevo tu avessi condiviso (avresti fatto meglio a lasciarmi perdere...). Poi è arrivato Blanchard (perdonami, io quando devo spezzare le ossa a un collega mi porto sempre dietro uno grosso), e vi ha tirato questa bella sassata sui denti. Che dice, quell'ipocrita fottuto di Blanchard? Leggi con me: "An implication, and one of the themes emphasized by Paul Krugman, is that it is essential to have a lender of last resort, ready to lend not only to financial institutions but also to governments. The evidence on periphery sovereign bonds in the Euro area, pre and post the European Central Bank’s announcement of outright monetary transactions, is quite convincing on this point."

Ah, ecco, mi pareva!

Quindi non sono state leriformestrutturali a fare la differenza: è stata la pulcinellata di Draghi, come Borghi (e io) dicevamo. Bene: sorpresa: lo dice anche Blanchard. E ora tu e Minosse che dite?

E non vado avanti a commentare altre perle: la lotta all'evasione! Che meraviglia: 250 miliardi all'anno che salterebbero fuori dal nulla, basati su stime di un organo di regime, mentre la letteratura scientifica internazionale fornisce valori leggermente diversi, e naturalmente tutto questo dopo che io avevo detto apertis verbis che il debito pubblico non era un problema, non lo era mai stato, non era il motore della crisi. Poi lo ha detto Vitor Constancio, e adesso tu e Giannino cosa dite? Perché se il problema non è il debito pubblico, che c'entra la lotta all'evasione? Quella si deve fare, come si deve lottare contro l'omicidio o contro le doppie punte, con gradi diversi di intensità, va da sé. Ma se hai il raffreddore prendi il paracetamolo o il lorazepam? Così, per sapere. Certo, dipende da quanto ne prendi...


E tu, tu che a quell'epoca, mentre io mi sdavo per svegliare le coscienze degli italiani, ti esibivi in un simile campionario di luoghi comuni, osi, sì, hai letto bene, ho detto

OSI

venire oggi a parlare a me di "smuovere le acque"?

Hai un gran coraggio. Un enorme coraggio. Quello che nella fottuta società dell'immagine tutti temono più della morte, il nemico numero uno della reputazione, il ridicolo, a te non fa proprio paura. Ti confesso che resto ammirato dalla tua tragica grandezza. Una risata ti seppellirà, anzi, ad ora sono 2927 risate, di cuore, liberatorie. Ma tu vai avanti così, imperterrito, a smuovere le acque della palude. Se vedi delle bolle è CH4, visto che sei anche un po' green, mettilo da parte: quando la tua amica Angela avrà sufficientemente fatto incazzare Putin, potrebbe tornarci utile...

Smuovere le acque... La verità, Leonardo, è che non vi caga nessuno. Le firme non le avrete mai, per l'ovvio motivo che tutti sanno che sarebbe inutile darvele (perché non ha senso abrogare un trattato che si sta abrogando da solo come da me detto due anni fa) e anzi pericoloso, perché ove mai raggiungeste il quorum e andaste incontro a una sconfitta questo darebbe un segnale politico tremendo. Dai, su, mica penserai anche tu come D'Antoni che "il referendum darebbe un segnalo politico bla bla bla...". Ma Cristo santo! Il segnale politico l'ha dato Marine Le Pen! Di che altro segnale avete bisogno? Vi rode, certo, di non averlo dato voi. Sarebbe bastato tirare le debite conclusioni a suo tempo. Non l'avete fatto, l'ha fatto lei. Pace!

Pensi che io ne sia contento? Certo che no! Pensi che sia possibile rimediare con pulcinellate come il vostro referendum? Ma stai scherzando!? Gli italiani hanno già dato. A parte qualche patetico fesso, hanno tutti capito che i "referendum" sono solo mezzi per portarli un po' in barchetta, tenendoli ancora un po' a bagno nella pentola, mentre la temperatura sale, sale, sale...

E il bello è che tu pensi di essere in un'altra pentola!








Va bene, ok, fino a qui ho scherzato. Scrivere mi diverte, so farlo, e ne approfitto. Tu ti sei allargato, puoi farlo, appartieni comunque a una cupola che può tranquillamente danneggiarmi in una cosa che a me non interessa (la mia carriera), quindi io non sono coraggioso (lo dico a quelli ai quali potessi sembrarlo) e tu sei inoffensivo. Tutto bene. Ovviamente se mi provocano io reagisco, i lettori si divertono, i social son fatti così, io li so usare perché sono un uomo di tre secoli fa, i contemporanei di Jovanotti è ovvio che siano meno efficaci dei contemporanei di Chamfort e Saint Simon (il duca) in un mondo nel quale ci si esprime per iscritto, e chi mi viene a cercare ormai dovrebbe sapere cosa trova, quindi, come dire, io di freni inibitori non ne ho più.

Ora però parliamo sul serio.

Su Gustavo ho perso ogni sia pur minima speranza avessi mai riposto. Lui mi ha paragonato a Giannino, e io lo ho paragonato a Stepan Trofimovic. A me piace che la difesa sia sproporzionata all'offesa, perché sono italiano, anzi fiorentino, e ho letto uno che diceva una cosa che a me sembra così vera: "Per il che si ha a notare che li uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere; perché si vendicano delle leggieri offese, delle gravi non possono: sí che l'offesa che si fa all'uomo debbe essere in modo che la non tema la vendetta." Quindi, anche se io delle eventuali vendette me ne batto il belino, adoro essere smodato e intemperante nelle mie risposte.

Ma mi piace molto anche imparare dagli errori dei miei avversari.

Ora voi state perdendo su tutta la linea. Il mondo che avete immaginato, costruito, difeso, il mondo dell'euro, il mondo della macrofinanza, il mondo della disuguaglianza (dai, su, tu ti occupi di economia "buonista", tu sei tutto happiness, microcredito, volemose bbene - ma cosa ha fatto l'euro lo sappiamo sia io che te), il vostro mondo, il mondo del PD e dei piddini, si sta sfaldando, sta perdendo pezzi. Ora devo essere Kutuzov: devo lasciarvi una via di fuga, nell'inverno del nostro scontento, dello scontento degli italiani che capiscono di essere stati traditi.

Impedirvi una ritirata sarebbe rendervi pericolosi: guarda cosa è successo a lavoce.info!

Allora farò finta di non aver perso ogni speranza su di te, come su D'Antoni, come su tanti altri. Un amico del quale mi fido, l'ultimo che mi è rimasto, mi ha detto che devo fare così, e farò così.

Leonardo: la storia parla con una voce chiara ed inequivocabile. L'euro è un esperimento fallito, è un atto di hybris senza precedenti nella storia dell'umanità. Se sei veramente il 12° economista italiano, e non sei Giannino, non puoi non riconoscere che non è mai, dico mai, ripeto mai, ribadisco mai, esistito un sistema monetario centro-periferia così rigido. Tu non sei il Joe Frazier di Barra, tu sei un economista, quindi questo studio l'avrai letto, no?

In nome di Dio, Leonardo, ti scongiuro, rifletti, apri gli occhi, non cedere all'ambizione politica, alla ricerca della cadrèga pure tu, non farlo, non farlo! Se ha fallito il gold standard, che era meno rigido dell'euro, in un periodo nel quale i conflitti sociali potevano essere gestiti con una certa macabra efficienza, come vuoi che non fallisca oggi l'euro, che è più rigido del gold standard? Gli operai non si possono più (o ancora?) mitragliare, e se si potesse, tu, che sei cristiano, lo vorresti? Bene: la rigidità del cambio nominale porta a Bava Beccaris. Forse possiamo permettercelo, ma se non possiamo l'euro salterà. Certo, non oggi 15 settembre 2014. Ma i casi sono due: o si torna a una società pre-ottocentesca, o il tappo salta. Voglio scongiurare l'eventualità che tu non riesca a capire di cosa sto parlando, voglio fare il massimo sforzo per spiegarmi bene. Non sto parlando di una bottiglia di champagne. Sto parlando del futuro dei nostri figli, dei nostri prossimi. La tensione macroeconomica che l'euro ha fatto accumulare in Europa non ha precedenti storici. I miei studenti lo sanno, perché a loro non nascondo nulla. Ho sempre detto loro (e chi è qui te lo confermerà) che l'euro è stata la terza guerra mondiale, e da ormai tre anni dico loro che se non ci fossero stati Fermi e Oppenheimer noi già saremmo in crescita, perché in trincea ci saremmo andati nel 2011. Forse a te sembreranno battute: non sono battute. La possibilità di un'esplosione di violenza come tante altre che la storia dell'umanità ci riporta si fa ogni giorno più concreta. Guarda cosa succede in Ucraina. "Che c'entra?" mi dirai. C'entra. Tu, Gustavo, D'Antoni, Fassina, giocate al piccolo apprendista stregone senza capire che la storia non è finita, che le tensioni macroeconomiche storicamente a un esito conducono, uno solo e sempre quello: la guerra. Difendendo l'euro, voi state tifando violenza. Voi volete il sangue. Voi volete la morte.

Allora: io non sono nessuno. I miei 2925 lettori fissi non sono nessuno. Questo blog non è niente e non vuole essere niente. Però tu devi ascoltarmi.

Tutto quello che tu fai sarebbe utilissimo nel mondo di dopo, quanto è inutile nel mondo che ti ostini a difendere. Quando il mondo che ti ostini a difendere sarà crollato, ci sarà tanto bisogno di te, potrai essere tanto utile. In italiano non esiste il condizionale futuro. Forse potrei dire: "ci potrebbe essere" tanto bisogno di te, ma io sono convinto che ci sarà, solo che... ci sarà a una condizione. Non perdere credibilità, combattendo battaglie perse al fianco di relitti montiani e di traditori dei lavoratori, di esponenti di quel sindacato che per un trentennio ha assistito senza battere ciglio allo smantellamento di ogni e ciascuna tutela dei diritti dei lavoratori italiani.

Non farlo.

Non farlo.

Non farlo.

Non devi farlo non per me (chi sono io, 360° economista italiano, per chiederti qualcosa?), e nemmeno per te: non devi farlo per qualcosa di più alto di me e di te: per la dignità della nostra professione. Perché se un economista del tuo livello continua a combattere cause perse, e dichiarate tali dalla professione, alla fine chi perde è l'economia.

Vedi, certo, sul blog di Repubblica tu puoi lasciarti andare al trivio (grammatica, retorica, dialettica) da bar: tutte quelle menate sul fatto che tu non hai certezze, che l'economia non è una scienza, che "quanto è intelligente avere dubbi", che le scuole di economia sono tre: quella che esagera da una parte, quella che esagera dall'altra, e tu in mezzo che sei l'unico che (nel dubbio) è sicuro di dire la cosa giusta, e via dicendo.

Peccati veniali: lo ha fatto Brancaccio, lo ha fatto Piga, lo ha fatto Fassina: perché non tu?

Ma Leonardo, qui non siamo su Repubblica: qui non ci sente nessuno, e comunque la feccia è stata purgata, ci ho pensato io. E allora diciamocelo: ci fai o ci sei? Certo, in qualsiasi scienza esiste il dubbio! Vogliamo prendere il paradigma delle scienze hard? Ecco: prendiamo la fisica: nemmeno Rocco credo possa essere considerato più hard.

Bene.

Anche nella fisica, certo, esiste il dubbio. Sono sicuro che se sapessimo (io e te) un po' di matematica vera, avremmo probabilmente qualche dubbio sul big bang, ad esempio. Vado così, a intuito, ragiono per analogia, perché so quanti dubbi ti assalgono quando ti approssimi all'eccellenza. Per me era molto più facile suonare Telemann sette anni fa, per dire, ma non divaghiamo. Un fisico potrà avere dubbi sulla cosmogonia, ma sa benissimo, come lo sa un falegname, che se si lascia sfuggire di mano una pialla, quella gli cade sul piede. A un certo livello le leggi scientifiche non ammettono dubbio, e l'ostentazione di dubbio metodologico può sembrare prova di intelligenza solo a un piddino: a qualsiasi altro essere senziente, forse anche alla pianta grassa che ho messo sul davanzale della cucina, dopo aver montato Grundtal, certe ostentazioni di dubbio si palesano per ciò che sono: per una dimostrazione di malafede o di...

Be', qui mi fermo.

Spero che tu sia in malafede.

Se lo sei, e quindi riesci a capire che l'insostenibilità dell'euro non è a livello big bang, è a livello pialla sul piede, non fare come D'Antoni. Non venire a trollarmi su Twitter, salvo poi dirmi che alla fine anche tu ecc.

C'è un unico luogo di resistenza e di elaborazione del pensiero: è questo blog e l'associazione che da esso è nata. Tutto il resto, ahimè, mi spiace dirlo, ma me ne prendo la responsabilità, è collaborazionismo. Io non avrei voluto che fosse così: volevo fare altro da grande. Ma è andata così. Chi sta elaborando scenari di rilancio dell'economia italiana? Il centro studi Confindustria? Quello che adesso scopre che la svalutazione non sarebbe disastrosa? Ma a/simmetrie lo ha già dimostrato a aprile, con uno studio scientifico che nessuno dentro quel "centro "studi"" sarebbe in grado di produrre! Questi altri sfigati? I poliziotti buoni del regime eurista? Ma dai, su, siamo seri: gente che nemmeno sa cosa sia un'elasticità reddito, per favore...

Allora, facciamo così: io da domani ti ignorerò. Certo, ho comprato per il tuo ufficio Trojka, e in qualche modo te la manderò: voglio che tu abbia un caro ricordo di me e del tuo passato montiano. Ma smetto di seguirti su Twitter, e blocco chiunque ti porti nella mia timeline.

Non voglio amareggiarmi.

Se però a te interessa, allora aderisci al comitato scientifico di a/simmetrie. Fai da referee per le simulazioni del nostro modello. Dicci dove stiamo sbagliando, dicci cosa abbiamo omesso di considerare, proponici delle ipotesi di politiche alternative da simulare. Basta parlare di sogni. Non siamo psicanalisti: siamo economisti. Riprendiamoci l'orgoglio di essere professionisti della nostra professione, lasciamo ai retori cialtroni di SEL e dintorni la retorica del Fogno, e ragioniamo sui fatti. Io sono sicuro che tante cose mi sfuggono, che magari a te non sfuggono. Vogliamo lavorare insieme? Mi scrivi un'email e entri nel nostro comitato scientifico.

Se invece preferisci i piddini, la scelta è tua. Io dovevo additarti il bivio. Tu sei Ercole, e sai da che parte andare. Se fai la scelta giusta lo saprò, e anche se fai quella sbagliata. Anzi: lo sapranno tutti. Siccome mi sono seccato di chi in pubblico dice una cosa e in privato un'altra, d'ora in avanti se ho bisogno di aiuto lo chiederò in pubblico, come sto facendo.

Apprezzerai il fatto che con te ho fatto un tentativo. Con Gustavo nemmeno ci provo.

Questo tentativo è l'ultimo che faccio.

Ora penso al mio libro e alla mia famiglia. Ricorda, ti prego, queste mie parole: o la razionalità prevarrà, e in questo caso la razionalità economica addita una e una sola soluzione, su questo ormai c'è un consenso pressochè unanime, o scorrerà molto sangue. Io ho la coscienza a posto. Devo anche dirti che dopo tre anni che cerco di "smuovere le acque", qualora il sangue dovesse scorrere temo che non avrei sufficienti energie per rabbrividire. Forse questo è ciò che gli uomini vogliono: l'ottusa violenza dei molti, la rassegnazione dei pochi. E chi sono io per cercare di fargli cambiare idea? L'ultimo che ci ha provato era raccomandato da un autentico Padreterno e ha fatto la fine che sappiamo. Pensa un po' se io, che devo ancora suonare BWV 1047 (col 1049 ho già dato, devo ricordarmi di caricarlo su Youtube per Nat perché è meglio di questo), ho voglia di finire appeso, e per di più di farmi inchiodare le mani!

Fate un po' come vi pare.

Se continuate a difendere una scelta sbagliata tanti altri moriranno. Ma certo, immagino che alle riunioni di re:vision cantiate tutti questa canzoncina.

Se sarò io, tanto meglio: mi risparmierò di assistere a tanti altri lutti, e so che non omnis moriar.

Mi ricorderanno 2928 persone (quando ho cominciato a scrivere erano 2925...).

154 commenti:

  1. Prof, ha tutta la mia solidarietà.
    Per Ikea, soprattutto.
    Un reduce di 3m di pax con accessori, 12 ore per montarlo ricordate da tutto il vicinato per il turpiloquio

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    1. Ma io mi diverto a far le costruzioni. È una settimana che je do de trapano, avvitatore, seghetto. Poi quello che è impagabile di IKEA è l'antropologia! Mentre ci avviavamo alle casse, vedevamo intorno a noi coppie che deflagravano una appresso all'altra, mentre io e Rockapasso, saldi come rocce, proseguivamo la nostra mission impossible. Pare incredibile, ma ci sono uomini che si mettono con una donna e non capiscono che da quel momento in poi devono cominciare a dire sempre di sì, sperando che non smetta lei! Se uno non capisce questo, poi ti credo che ci ritroviamo con l'euro (e con Leonardo). Finché morte non ci separi, come ho cercato di far capire...

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    2. Che tristezza le deflagrazioni, che sintomo di mal vivere, mosche che sbattono contro un vetro.

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    3. Ricordo ancora con molti brividi l'esperienza di capocantiere per un pax con ante scorrevoli in vetro, il cui inserimento nelle guide ha richiesto una strategia simile al sollevamento delle statue dell'Isola di Pasqua...

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  2. "Qui ci sono solo io, cazzo, stai parlando a me?"
    Le e' sfuggito il terzo euro per Giulia o ci ha provato? ;-)
    Anche io ogni tanto compro qualche cosuccia all' ikea e mi sento un po' in colpa per questo....ma lei questa sera mi ha alleggerito la coscienza... :-)

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  3. Chi si fa pecora, il lupo se lo mangia: per non parlare della pecora che ulula,credendosi lupo....ogni riferimento a persone e fatti è assolutamente non casuale....
    Il FC,per quanto se ne possa dire peste e corna circa il servitorame politico,resta una boutade economica da cena conviviale...manco tutte le Trimurti Unite la sfangherebbero.
    Al contrario del TTIP, una vera e reale sciagura all'orizzonte.
    Non conosco il Sig.Becchetti,quindi è senz'altro un ottimo economista,una brava persona e quant'altro; non ho ragione di dubitare degli elogi sinceri a lui attribuiti dal padrone di casa,ehm ehm...
    Certo che leggendo certe sue uscite,tweet compreso, non si può dire che non sia anche divertente....

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    1. È intelligente (non devo dirlo io, è un dato bibliometrico), spiritoso, piacevole, influente. Non ci vuole mettere la faccia.

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  4. Può anche darsi che lo sventurato risponda.
    Io credo di no, o lo farà declinando "cortesemente" l'invito.
    Magari mi sbaglio.

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    1. Accipicchia, anche tu sei un fine politico! Posso dirti cosa ne penso? Non si è capito?

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  5. Perdoni Bagnai, ma circa la posizione di Becchetti sulla opportunità o meno di mantenere il sistema euro, leggo testualmente in http://felicita-sostenibile.blogautore.repubblica.it/ (titolo:”La rottura del Fiscal Compact e il futuro della UE”) quanto segue: “La mia soluzione ottimale è sempre la stessa. Vale la pena sopportare i costi dell’euro solo se: ” e qui segue l’elenco delle condizioni (nb: condicio sine qua non, “solo se”) al rispetto integrale e congiuntivo delle quali l’Autore subordina il mantenimento del sistema monetario euro (così almeno mi pare di capire).

    Esse sono, nell’ordine di esposizione:

    a) “se è possibile sfruttare al massimo il suo potenziale [dell’euro] con una politica di ristrutturazione dei debiti coperta dall’ombrello della BCE con acquisto dei titoli sul mercato e conversione in titoli senza tasso d’interesse ripagati da ciascun stato con le risorse da signoraggio”
    b) “se le politiche fiscali UE cambiano verso e si costruisce un sistema simmetrico di aggiustamento degli squilibri delle bilance dei pagamenti”
    c) se, infine, è possibile avviare “un processo di armonizzazione fiscale perché la moneta unica tra paesi membri che al loro interno hanno differenze così marcate e persino paradisi fiscali non è sostenibile”.

    Ora, prescindendo dalla astratta possibilità di poter realizzare (congiuntamente e non disgiuntamente) le condizioni sopra elencate, mi sembra (a giudicare da quanto sopra riportato) che la posizione di Becchetti sia già, potenzialmente e in fieri, anti-euro ( dal momento che le condizioni di cui sopra, prevedibilmente ma anche sulla base della semplice esperienza storica, non si realizzeranno e non sembrano affatto in via di realizzazione).

    Mi sfugge qualcosa?

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    1. Mi perdoni, anto (e già qui il discorso dovrebbe chiudere), Le sfuggono diverse cose. Le sfugge che questa è ipocrisia, perché se uno sa (come Becchetti e tutti quelli "de sinistra") che l'euro è condannato dovrebbe dirlo apertis verbis, anziché ammantare di distinguo fumosi e buonisti la sua posizione, perché in questo momento l'opinione pubblica ha bisogno di chiarezza. Le sfugge, insomma, che Becchetti non ci lette la faccia, e Le sfugge, evidentemente, perché la faccia non ha il coraggio di mettercela nemmeno Lei, caro anto (?). Pert anto, mi corre l'obbligo, anto, di farLe notare che io la faccia ce la metto da quando il collega difendeva Monti. Da ciò consegue che quando farà il coming out, sarà opportuno che prima si scusi.

      Comunque la gente che non ci mette la faccia mi ha un po' rotto i coglioni. A Lei no? Ah, scusi, capisco...

      Ha letto bene fra le righe, signor "Mi perdoni"? Congiuntamente, va da sé.

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    2. Che poi, scusa, io trasecolo: "Vale la pena di sopportare i costi"? Ma siamo pazzi? anto, Lei credo non rientri nei parametri di goofynomics. Qui ci vuole almeno il 3% di logica, oltre al 60% di palle.

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    3. Ah, e ti sfugge anche che il Tramonto dell'euro chiarisce come si potrebbe realizzare l'aggiustamento simmetrico bla bla bla, perché ci sono anche economisti che pensano a studiare l'economia, oltre che a difendere la Fassina (che ha tanto bisogno di protezione). Ne ho le palle piene, gentile anto, quindi pensaci bene prima di dire cose insensate.

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    4. "dovrebbe dirlo apertis verbis"
      No, il potere dei mediocri lavora per sussurri ed ammiccamenti.

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    5. Le sfugge un dato semplice, che avrebbe acquisito leggendo il blog con un minimo di costanza: essere contro l'austerità, quindi a favore di politiche espansive, è essere favorevoli allo stesso sistema di distruzione economica e sociale che rinviene dalle politiche di austerity.
      Infatti la spesa a deficit, tanto auspicata da Renzi e i promotori del referendum, porterebbe soltanto ad un maggior assorbimento del reddito estero da parte del nord europa e all'esplosione del debito privato, ceteribus paribus, ossia con il prezzo fisso della moneta che conferisce agli acquirenti del sud europa un potere d'acquisto superiore a quello che avrebbero dovuto avere in regime di libero mercato valutario.
      Perchè questa gente non dice chiaramente queste cose ovvie? per la semplice ragione che l'euro non vogliono e non possono attaccarlo, dopo aver sparato sciocchezze dal mane a sera riportate nero su bianco dalla stampa, dalle carriole per l'inflazione al pericolo sostenibilità del debito pubblico.
      Per cui, si faccia due conti: lei si farebbe curare da un medico che sa che ha un cancro ma nella diagnosi scrive che lei ha l'artrite per questione di mera opportunità personale?

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  6. 2928 persone?

    Siamo ovviamente più degli iscritti
    17,850 visitatori unici al giorno
    e il sito al momento è valutato 21,510$ annui

    http://goofynomics.blogspot.it.w3snoop.com/

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    1. Non è nulla. Per cominciare a smuovere le opinioni ce ne vorrebbero almeno 20 volte tanti.

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    2. Il signor vaffa è quello che hai numeri buoni

      http://beppegrillo.it.w3snoop.com/

      purtroppo manca la qualità

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    3. È il rischio che si corre quando non si vuole parlare a tutti.

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    4. D'altra parte mi rendo conto che non vi è chiaro che se io avessi voluto parlare a tutti i miei numeri oggi sarebbero questi.

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  7. Buongiorno Professore,
    il main stream favorevole all’euro è all’opera presto: Severgnini sul suo blog Italians del Corriere scrive giusto stamattina “la riscossa della Germania ha coinciso con l’avvento dell’euro, che ha fornito ai prodotti tedeschi un grande mercato omogeneo. Detto ciò, certo: la riforma del lavoro è fondamentale. Per questioni psicologiche, sociali, economiche: chi non lavora è scontento, non partecipa, non compra. Purtroppo, il campo è disseminato di ipocrisie. Vogliamo dire che i contratti d’ingresso (salvo l’apprendistato) sono barocchi o costosi? Con il nuovo contratto a tempo determinato senza causale – il topolino partorito finora dalla montagna di discorsi sul lavoro – un dipendente costa €30.000 all’azienda e trova in busta €16.200. Assurdo. La soluzione è un nuovo contratto unico a tutele crescenti: ti assumo, ma posso rinunciare a te con un congruo preavviso e una buonuscita. Semplice. Forse troppo, per un Paese di complicatori professionali.”
    L’euro è un bene, e le tutele del lavoro sono troppe secondo Severgnini.

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    1. Bellissimo che Severgnini pensi che prima dell'euro non ci fosse il mercato comune, scordandosi cosi' del trattato di Roma del 1957.

      Non gli viene nemmeno in mente che siano le condizioni di cambio vantaggiose a favorire la Germania!

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. O mio dio, non ci posso credere...trattasi di umorismo scandinavo, o è un fake?

    http://www.ikea.com/it/it/catalog/products/20082293/

    "Utilizzabile comodamente sia dai destri che dai mancini".

    Un capolavoro di assoluta grandezza. Memorabile.

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  9. Buongiorno Professore,
    il main stream favorevole all’euro è all’opera presto: Severgnini sul suo blog Italians del Corriere scrive giusto stamattina “la riscossa della Germania ha coinciso con l’avvento dell’euro, che ha fornito ai prodotti tedeschi un grande mercato omogeneo. Detto ciò, certo: la riforma del lavoro è fondamentale. Per questioni psicologiche, sociali, economiche: chi non lavora è scontento, non partecipa, non compra. Purtroppo, il campo è disseminato di ipocrisie. Vogliamo dire che i contratti d’ingresso (salvo l’apprendistato) sono barocchi o costosi? Con il nuovo contratto a tempo determinato senza causale – il topolino partorito finora dalla montagna di discorsi sul lavoro – un dipendente costa €30.000 all’azienda e trova in busta €16.200. Assurdo. La soluzione è un nuovo contratto unico a tutele crescenti: ti assumo, ma posso rinunciare a te con un congruo preavviso e una buonuscita. Semplice. Forse troppo, per un Paese di complicatori professionali.”
    L’euro è un bene, e le tutele del lavoro sono troppe secondo Severgnini.

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  10. "Pare incredibile, ma ci sono uomini che si mettono con una donna e non capiscono che da quel momento in poi devono cominciare a dire sempre di sì, sperando che non smetta lei!"
    Poi mi chiedono: ma che avrà di speciale sto Bagnai?
    Io questa la metto tra "Eppur si muove" e "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", altro che curva di Laffer, dilemma di Triffin et similia... :-)

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    1. "Pare incredibile, ma ci sono uomini che si mettono con una donna e non capiscono che da quel momento in poi devono cominciare a dire sempre di sì, sperando che non smetta lei!"

      Ha ragione, il Bagnai ti spiega San Paolo in modo fantastico!

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  11. Oggi è il mio compleanno, Alberto. A colazione ho letto con piacere, quasi fosse un regalo per il mio genetliaco, questa tua invettiva appassionata. Ci sono autentiche perle per i diversamente storici come me (te ne sarai accorto immagino). Persisti in errore di fondo che un economista davvero up-to-date non dovrebbe commettere: pensi che la storia sia magistra vitae. Ma via, Alberto, quello era Cicerone, e poi non ricordi che il solito intellettualone tedesco ci ha spiegato che tra '700 e '800 c'è stata una rottura e quindi è finita anche l'utilità dell'uso della storia in un certo modo? Io sono convinto che la maggior parte degli economisti, degli storici (per non parlare di quelle anime semplici degli antichisti) ne sono davvero convinti, credono davvero che le nostre pulsioni siano differenti da quelle di Pericle. Pensa un segretario qualsiasi, certo fiorentino, ci dice cinque secoli fa che la sovranità si esprime solo nelle armi e nella moneta, e per tanto tempo ci abbiamo creduto, ce lo hanno insegnato. Poi è venuto fuori che non è così (le armi ce le hanno tolte nel '45, beh eravamo fascisti e sconfitti, come opporsi? La moneta nel 1999). Per poter trangugiare un tale rospo, c'è voluto un lavoro culturale e ideologico di lungo periodo su molti fronti (culturale, universitario, giornalistico, televisivo). Per molti di loro la storia è come la l' economia: la politica non se ne deve occupare, perché procede da sola. Si aggiusta, quando deve aggiustarsi, si trasforma, quando deve trasformarsi (una visione neoclassica). A che cosa ti serve sapere del cancelliere Bruening? A nulla, tanto le cose procedono come devono (che sia l'inveramento del reale è il razionale?). Tu chiedi a Becchetti che cosa pensi del TTIP. Ma dai. Dirà che è un bene (non mi interessa che cosa pensa un intellettuale, mi interessa che cosa dice). Questo ultimo e mortale colpo a quel poco di autonomia degli stati sarà sicuramente visto come un fatto benefico ineluttabile, un FATTO di NATURA. Come una logica trasformazione dei tempi e delle società. Per questo la storia "si trasforma", con buona pace di Marx che disse: "Gli uomini fanno la storia. Ma non lo sanno". Devo essere io a ricordare ai cultori delle trasformazioni Carlo Marx. Io aspetto di leggere una qualche sintesi della storia europea dal 1945 al 2015: voglio capire, se ci siamo trasformati o siamo caduti. Naturalmente non tutti la pensano così, è ovvio, e sono sicuro che in futuro ci sarà la ripresa di prospettive storiche più tradizionali. Ma nel frattempo con il corso naturale della storia ci avranno fatti a pezzi. (Poi il Blanchard di turno ci spiegherà che si sono sbagliati).

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  12. Io mi ricordo il professore De Vito, nell' aula Amaldi dell' istituto Marconi (due de passaggio) professore di analisi. "I professori di fisica fanno terrorismo psicologico, riguardo alla matematica. Sarete dei buoni fisici, se capirete quanto sono molli le scenze dure. Questo non significa però, che non potete lanciare un razzo sulla luna usando le equazioni della fisica classica". A quel tempo non lo capii, poi visto che gli studi non li ho finiti, è molto probabile che la beatitudine abbia trionfato.
    A questo aggiungerei quello che considero il senso di Feyerabend per l' epistemologia. Non lo dice così, ma trovo che il senso sia questo: se uno scenziato dovesse pedissequamente seguire gli epistemologi in ogni programma di ricerca, saremmo ancora al famoso vomere di legno.
    Da qui traggo una regoletta che seguirò in futuro: l' epistemologo della domenica, equivale al compagno di scuola che durante la ricreazione, andava in bagno per ultimo, di modo da poter rubare la colazione agli altri.
    Per il resto, c'è Marco Basilisco giusto?

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  13. Mi auguro venga accolto il suo appello. Certo che dopo Giannini a Ballarò, "La spin Repubblica" miete più cadreghe di piddinia. Speriamo bene...

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  14. A me dispiace che ci si etichetti come seguaci o, peggio,adepti. Ma qui ho imparato a vedere le cose come stanno, che la verità è una cosa meravigliosa e che prima di avere una qualsiasi ambizione politica bisogna dirla, la verità. I salti della quaglia e i piedi in due staffe alla lunga non pagano

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  15. prof Becchetti,
    lei con
    chi sta?
    altrimenti non si deve offendere se le danno del collaborazionista.

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    1. Voglio precisare che io non penso questo di Becchetti. Certo, alla fine bisognerà prendere atto delle tensioni esistenti, delle loro cause, e degli schieramenti scelti dai diversi personaggi.

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    2. Ma loro c'hanno er logo xché loro sono heuroppppeisti. Guardalo li er CapoReferendaro Piga (o Phiga) al min. 31:00.

      Per ridere (si fa per dire) al min 35:00 sempre lui, ammette (restando serio), di essersi "sbagliato" quando allora capo del Consip, con decisioni (...), massacro decine di aziende.

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  16. Che tristezza... Voltiamo pagina e leggiamo per dimenticare... Aspetto con trepidazione il prossimo libro.... ;-)

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  17. Io non conosco Becchetti, se non su twitter, ho comprato il suo libro ma non lo ho ancora letto (sono assai indietro alla mia ambizione di lettura), ma mi è simpatico nel suo tragico tentativo di trovare "vie di mezzo" che salvino capre e cavoli. Probabilmente stando più vicino al potere se ne sente più vivamente la necessità. La capacità di autorappresentarsi come inevitabile. E, ovviamente, le sue lusinghe.
    Parlando per esperienza (sia pure passata, limitata e regionale) questo trattiene, impercettibilmente, dall'assumere una posizione netta. E determina una tensione ad essere ecumenico, possibilista, a prendere posture da "pensiero debole" (lei professore ha più o meno la mia età e dunque sa a cosa mi riferisco).
    In altre parole, lei ha ragione, se si scrive "vale la pena sopportare i costi dell'euro solo se" e poi si elencano condizioni impossibili (se non altro prima della necessaria guerra, almeno civile), vuol dire che non si ha la forza di scrivere "non è possibile sopportare i costi dell'euro perché ..." Tra le due formule c'è lo spazio per divincolarsi nelle stanze in cui si deve entrare (e si vuole).

    Arriva un momento in cui, però, la frizione tra ciò che si sa e ciò che è compatibile dire è troppo alta. Allora si vede chi è l'uomo.

    Forse si sta avvicinando al momento in cui dovrà decidere.


    PS: per quanto mi riguarda, spero che non consideri questi esercizi di dialettica "negativa" nella stessa rubrica,
    http://tempofertile.blogspot.com/2014/08/testa-perdo-io-croce-vinci-tu-della.html
    http://tempofertile.blogspot.com/2014/08/barbari.html

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    1. Non sono d’accordo. Anche io non conosco Becchetti se non per gli articoli divulgativi che periodicamente ci offre e per la cortesia che esprime nelle sue manifestazioni pubbliche. Ad oggi - mi pare - indiscutibile.

      Ma non è questo il punto. Conoscere una persona ci autorizza a giudicarne gli intimi sentimenti o i personali convincimenti? meglio: conoscere una persona equivale a conoscerne i personali sentimenti e convincimenti? Non credo. Però lo stimo è questo mi autorizza a concedergli – quantomeno – il beneficio del dubbio (suo). L’economista Becchetti ci sta dicendo (dichiaratamente) che comprerà l’automobile dell’euro solo se rispetterà determinati condizioni di marcia e funzionamento. Becchetti ci parla dei “costi dell’euro” (l’espressione è di Becchetti non mia) ma ci parla anche del “suo potenziale”: l’automobile sarebbe bella e desiderabile ma sta generando costi insostenibili, accettabili (nel senso della loro drastica riduzione) solo a determinate condizioni. E quindi l’automobile può essere acquistata (o manutenuta visto che c’è già) solo se queste condizioni saranno rispettate.

      Così facendo l’economista Becchetti sta operando una critica ad una tesi, ritengo (e non ho ragione di pensare il contrario) sostanzialmente mirata al suo superamento. Un “superamento” che potrebbe anche arrivare ad una riformulazione o rifondazione della tesi originaria, non necessariamente ad una sua negazione (e la sintesi non è mai una semplice negazione). E’ il processo dialettico, l’unico metodo sicuro per progredire nell’ambito delle scienze sociali (e non a caso il rivoluzionarissimo Capitale di Marx altri non è se non una critica (dialettica) del modo di produzione capitalistico del tempo).

      E questo sarebbe un atteggiamento ecumenico, possibilista, postura da un “pensiero debole”? dovremmo forse ipotizzare che Becchetti ci stia mentendo e le sue critiche non sono parte di un genuino processo dialettico di superamento della tesi di riferimento? ma un progetto infido di surrettizia riaffermazione dello status quo monetario?
      Il suo rifiuto di pronunciarsi apertamente e “apertis verbis” a favore di una sintesi che tutti vorremmo sentirgli adottare e indicare è forse indizio di pusillanimità? o è forse da considerarsi più ardito quell’animo umano che non concepisce certezze?

      Caro Bagnai (diamoci del tu, così potremo in futuro insultarci meglio), io credo che l’economista Becchetti sia uomo d’onore (parla Anto e non Antonio), e come uomo d’onore meriti il credito che spetta ad un economista del suo valore. Il fatto che la sua critica (genuina) inizi dalla tesi e non dalla sintesi aumenta i suoi meriti e non li diminuisce.

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    2. Caro anto, se non ci arrivi sono fatti tuoi. Dammi la tua spiegazione "de sinistra" del fatto che mentre io evidenziavo quali sarebbero stati i limiti di Monti, lui ne faceva un accorato endorsement (pieno di distinguo cosmetici, buoni per i fessi come te - visto che dobbiamo insultarci - ma fondamentalmente in linea con l'idea che lo spread dipendesse dalle riforme, idea infondata in teoria e in pratica). Qual è la spiegazione?

      Ti rendi conto di quale potenziale enorme avrebbe dare un messaggio chiaro? Tu sei solo un anonimo esponente della classe degli ottimati, tutti buone maniere e oligarchia, che desiderano che il popolo, che ancora "non è pronto", non sappia esattamente quello che sta succedendo, finché le élite, procedendo di tesi in antitesi, non arrivino alla porca sintesi che salvi il loro culo.

      In questo caso, fatta salva la facoltà che ti accordo di dimostrarmi il contrario, temo di doverti dire che mi ispireresti un certo ribrezzo. Da questo ribrezzo, dal ribrezzo verso Aristide e quelli che la pensano come lui, è nato questo blog, e credo che quello che ne ha assicurato il successo sia il fatto che questo ribrezzo è condiviso.

      L'ovvia conseguenza è che quando la "sintesi" arriverà, quando ci si deciderà a dire che il cielo è celeste, chi lo dirà non verrà preso sul serio e non riuscirà a creare un consenso se non rilanciando sul tavolo del populismo. Del resto, con gli 80 euro di Renzi direi che già ci siamo, no?

      Quindi di cosa stai parlando? Che scemenze dici sulle certezze? L'esempio della pialla lo hai capito, o devo venire a casa tua a farti capire come funziona? Ce l'hai un paio di buone scarpe da lavoro? Intercetti le mie telefonate? Sai cosa mi dicono e mi scrivono gli economisti "de sinistra", quelli che in pubblico son tanto smancerosi per abbindolare i fessi?

      E allora che cazzo parli a fare? (un euro)

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    3. Ho idea che anto legga il blog da non molto, ma soprattutto sia innamorato
      di se stesso, come narciso. Gli piace pensare che Becchetti sia in buona fede, e per questo elabora un costrutto che non sta in piedi.
      Stiamo ancora a parlare di costi dell' euro, dopo la distruzione sistematica di un intera generazione di europei ( ci metto tutti, tedeschi, italiani, spagnoli, greci etc. etc )?
      Cos'altro serve ancora per far dire ai Becchetti che si sono sbagliati a credere in un mostro che divora tutto e tutti?
      È necessario il sangue?
      Quando il sangue dei vinti sporcherà il culo candido dei perbenisti e dei cesellatori del belino, forse e dico forse, chi deve capire capirà.

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    4. Caro albe, ussignor.
      Ma come vuoi che dia una spiegazione di comportamenti altrui (l’endorsement di Becchetti a Monti)? Poi “de sinistra” (alle mie orecchie è come parlare di Girondia, Montagniardia o Topolinia …). So bene che un messaggio chiaro avrebbe un potenziale enorme, ma attenzione. Non è affatto vero che la sintesi segue l’antitesi o la tesi; il processo si avvia quando si innesca (dialetticamente) la critica: quando critico l’automobile euro, contestualmente si è formata una (prima) sintesi del processo, e così via.

      Quando la critico, e perché la critico, quella automobile non è già più adeguata, è storia: non è più l’automobile di prima, è diventata un’altra cosa. Per me il messaggio chiaro è (già) la critica (dialettica). Sicuramente quando si dirà che il cielo è celeste il sole sarà tramontato (quanto è utile il caro, vecchio Hegel: Quando la filosofia dipinge a chiaroscuro, allora un aspetto della vita è invecchiato, e dal chiaroscuro, esso non si lascia ringiovanire, ma soltanto riconoscere: la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo). Ma è la natura stessa del processo: l’attualità non è la sua (momentanea) conclusione, ma il suo divenire.

      Bene. Io apprezzo l’avvio e l’innescarsi del processo (il bicchiere mezzo pieno), e per me è già una mezza conclusione (o sintesi). Tu disprezzi la mancanza di una sintesi dialettica chiara (il bicchiere mezzo vuoto) che proprio perché tale, consentimi, non può essere una sintesi definitiva.

      Ottimato o ottimista? fesso? può darsi. Ma se un economista come Becchetti pensa di ingannare ( o abbindolare) il prossimo con questi mezzucci si autocondanna ad essere considerato lui stesso un fesso, sia pure emerito.

      Ps: mi auguro che questi scambi ti aiutino ad arrivare ai 35.700 visitatori/giorno che servono a smuovere le opinioni.

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    5. anto caro, perdonami, non ho molto tempo per approfondire i meandri del tuo pensiero, ma a me pare evidente una cosa: non puoi cavartela col dire "non so perché tizio ha fatto la tal cosa" quando mi parli di tesi antitiesi e sintesi e mi fai la lezioncina di politica. Che i due economisti promotori del referendum sull'austerità abbiano in qualche modo accettato la vulgata montiana (paradossalmente all'epoca meno Gustavo di Leonardo) non è un dato banale. Non scassarmi troppo la minchia con Hegel, perché altrimenti finisci come quelli che me la scassavano con Marx, e stai sul pezzo. Ti assicuro, mio caro, che quella che tu escludi è una possibilità concreta. Non si tratta, del resto, di fesseria, chiaramente il livello qui è un altro, ma di conformismo intellettuale. Posso assicurarti che mentre il referendum sull'austerità ha avuto un impatto politico nullo, questo blog un pochino il conformismo intellettuale lo ha scosso. A voi, che siete di memoria corta, sembra tutto ovvio, ma quattro anni fa non era tutto ovvio, e la differenza l'ha fatta anche questo blog.

      Pensa quanta differenza in più si sarebbe fatta se certe persone, invece di pensare alle appartenenze, avessero pensato al bene comune?

      Invece continuano a pensare alle appartenenze, e perciò ci mettono in mano alle destre.

      Punto.

      All'imprenditore che dondola, e soprattuto ai suoi operai, che si sia formata una prima sintesi del processo temo interessi poco. Tu però sei libero di non interessartene. Probabilmente ne conosci meno di me.

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    6. non c'è bisogno di dialettica e di girarci intorno con le parole caro Anto. L'euro non è sostenibile punto ed è dimostrato scientificamente. qui la differenza è tra chi è onesto ad averlo enunciato e chi non lo è stato, il resto sono chiacchiere e fuffa. I tuoi discorsi girano sulla filosofia fine a se stessa

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    7. @anto

      Scusa ma dov'è che Becchetti ci parlerebbe dei costi dell'euro?
      Non ho visto in alcun passaggio dell'articolo qualche riferimento al legame esistente tra euro e disoccupazione. E noi sappiamo che qualche "piccola" relazione c'è.
      Ora, è facile parlare di sforamenti del patto di stabilità, fiscal compact, surplus tedesco, ecc. ecc., ma perchè non citare anche questa semplice conseguenza dell'euro? Forse perchè i lavoratori la capirebbero con eccessiva lucidità?
      Faccio fatica a concedere l'appellativo di "uomo d'onore" a chi, facendo parte di ambienti che si professano di sinistra, nascondesse volutamente questo aspetto dell'euro. Magari non lo sa? Ma allora dal 12° posto dovrebbe scivolare, quanto meno al 2929°.

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    8. @Anto , ma che cazzo dici, stai parlando come loro . Io sono ignorante e non vi capisco, ma ciò che dice Bagnai lo comprendo eccome.

      Abbiamo il Conte Dracula attaccato al collo , e quelli fanno il referendum contro il Babau !

      Dice si abbiamo sto probbblema, ma se morde con più garbo, se ci succhia meno sangue , se non ci mette l'anticoagulante che ci fa venire i ponfi sul collo, poi magari ogni tanto noi ci facciamo qualche infusione di piastrine , ecco si, così potrebbe anche andare... Però il referendum sul Babau lo facciamo eh , si si ! Sia mai che il Conte si prenda paura !

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    9. Maronn… (giacché siamo in tema di simpatiche esclamazioni aggiungo la mia), addirittura Hegel. Se lo scopo di questa simpatica discussione era produrre un caracter assassination, nella persona del gentile professore non sono d’accordo neppure io (ma, credo, neppure Bagnai). Se era giudicare gli intimi sentimenti è certo che nessuno voleva arrogarsi il posto di Dio.
      Il punto è che qui la dialettica è tra una (piccola) parte dell’umanità, che per nascita, fortuna e circostanze si trova dalla parte giusta e gli altri. Quale è il potenziale dell’euro? Aiuta l’emancipazione, o l’unico progresso della storia che ci interessa? Oppure aiuta l’accumulo di ricchezza ed il progressivo sbilanciamento della nostra società, per il tramite del modo di produzione finanziario?
      Io so che Becchetti (e per questo ho comprato il suo libro) è un buon uomo, che parla di finanza etica. So che pensa di poter ritrovare un equilibrio più umano con gli stessi mezzi che provocano lo sbilanciamento. Ma anche in questa generosa utopia, quale è il potenziale? Fatico a vederlo, e Hegel non mi aiuta. Non vorrei riprendere la vetaxa questio degli hegeliani di destra e sinistra, ma qui non si tratta di essere “arditi” ma di prendere posizione. Io, che nulla conto, potrei permettermi in questa immane tragedia di non prendere posizione (ma la cerco), egli ha il dovere di scegliere. E non tra l’una o l’altra posizione scientifica, tra l’una o l’altra postura epistemica, ha per me il dovere di scegliere nel conflitto distributivo che è implicato –a tutta evidenza- nelle politiche che l’euro rende vincenti. Che non vincono perché c’è l’euro ma che generano l’euro perché vincono. E guardare ai dibattiti coevi lo rende evidente.
      Io credo che questa convinzione sia dentro l’uomo, aspetto esca.

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    10. Finanza "etica"?

      Un'invenzione del capitale.

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    11. E poi Anto, per favore non ti ci mettere pure te a fare esempi stupidi come i bambini, che già c'è stato quell'altro con le sue isole del piffero!
      L'automobile e l'euro..... oooh! Ma lo volete capire che non è un gioco? Che molte persone stanno soffrendo realmente? E senza neppure capire il perché?

      Disoccupato : "L'azienda per cui lavoravo chiude....."
      Eurista : "sai, è l'automobile euro che deve essere regolata"
      Disoccupato : "automobile? Ho 45 anni, come farò con mio figlio adesso?"
      Eurista : "tu fai parte dell'isola B che ha figliato troppo"
      Disoccupato : "isola? Che sarebbe quest'isola? Io sono preoccupato perché alla mia età sarà difficile reinserirmi, le aziende del mio settore sono tutte in crisi....."
      Eurista :" devi pazientare, l'automobile è buona ma sta iniziando la sintesi"
      Disoccupato :" automobile, isole, sintesi..... ma che stai a di??"
      Eurista :" tu non puoi capire, il problema è che non ci sono abbastanza palme....."
      Disoccupato :" ma di che cazzo cianci? A te in cassa integrazione ti ci è andato il cervello!"

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    12. @ Ale

      Colossale :-))

      Da buttarsi sotto il tavolo dalle risate, se non ci fosse da piangere. :-(

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    13. @Anto

      Un -25% di produzione industriale in cinque anni non è un costo da valutare, ma una catastrofe epocale cui non si possono voltare le spalle. Un'emergenza assoluta che richiede posizioni NETTE. La posizione di Becchetti è il referendum. E tanto basti.

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  18. Prof, provo a riformulare una domanda che secondo me è indispensabile per comprendere il discorso del NO al Fiscal Compact!

    Poniamo di non rispettare i parametri imposti come di fatto avverrà (e lo aveva ampiamente previsto) che succederà?

    All'aumento delle nostre spese seguirà un incremento delle importazioni, il peggioramento della nostra bilancia commerciale e la crescita del debito estero. Giusto?

    Bene, chi finanzierà il nostro debito estero? I creditori tedeschi? No. Più facilmente le BC attraverso il sistema di compensazione target 2, in ultima analisi la BCE.

    Quindi la prosecuzione degli squilibri pre-crisi. Questo porterà l'europa tra qualche tempo nuovamente di fronte al bivio del 2011: o i paesi in debito distruggono domanda interna, o il sistema salta.

    Se quello che ho detto sopra è corretto. "Rompere" i vincoli del fiscal compact non potrà solo che accelerare la rottura dell'eurozona? Proprio da parte dei tedeschi?

    In un qualche modo, tali pressioni verso la rottura dei parametri non hanno il vantaggio di creare la via di fuga politica dall'euro per le classi politiche dominanti? I tedeschi diranno è colpa del sud che non rispetta i parametri, gli italiani che è colpa dei tedeschi che non allentano l'austerità!

    Tutto come programma insomma! Becchetti & co. saranno gli "utili idioti" al servizio del crollo dell'eurozona!

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    1. Cerchiamo di capirci. Quello che dici ha anche un relativo senso strategico, ed è più o meno quello che questi qui si dicono in privato. A me pare che stiamo però trascurando almeno tre fattori, in no particular order:

      1) mentre aspettiamo la gente muore;
      2) mentre aspettiamo gli squilibri crescono (e quindi diventano più difficili da gestire);
      3) mentre aspettiamo nessuno si dà da fare per informare correttamente i cittadini (aprendo la strada ad esiti potenzialmente devastanti sul piano politico).

      È buona politica?

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    2. Non solo! Così facendo, cioè tentando di creare una giustificazione politica al fallimento dell'euro stiamo creando il presupposto del futuro conflitto intra-europeo (lei in più occasioni, non ultima questa, ha sottolineato che la violenza ci aspetta al capolinea di questa folle corsa)!

      Ed occhio perché la germania stessa ho come la sensazione che voglia sfruttare la minaccia russa per tenere insieme i cocci giustificando una maggior spesa per alternative energetiche al gas russo e per il riarmo! Anche qui il capolinea è violenza!

      Io non so quanto i "piani" riusciranno nell'intento, anzi. È più probabile che il tappo salterà nel bel mezzo di una crisi internazionale che ormai sembra alle porte!

      Dio mio, che male ha fatto questa generazione per ritrovarsi sui paragrafi più lunghi dei libri di storia?

      Che la sua voce, prof, possa riecheggiare nelle future rovine dell'europa! l

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    3. Gli scompensi del target 2 rappresentano uno dei motivi per cui i tedeschi non possono accettare la dissoluzione dell'unione monetaria in questa momento. La BUBA è la creditrice più grossa del sistema.
      Seguendo quindi il tuo ragionamento, io concludo che i sostenitori dei referendum anti-austerità, promuovendo di fatto la continuazione delle politiche che hanno portato agli squilibri intra-UE, stanno attuando una strategia che, nei fatti, renderà impossibile la dissoluzione dell'unione monetaria.
      Questi signori semplicemente vogliono l'euro.

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    4. Che male ha fatto questa generazione?! Pensare di aver liquidato una volta per sempre il conflitto distributivo - per usare questa leggiadrissima locuzione - può bastare come esempio? O bisogna anche ricordare il "crollo delle ideologie", la "fine della Storia", l'esterofilia salottiera, la de-territorializzazione creativa e l'idolatria del low-cost?

      (Io per me credo che il secolo venturo farà un bellissimo frego sopra l'immensa bibliografia del secolo decimonono)

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    5. FACCIAMO IN MANIERA DI FARLA RIECHEGGIARE ADESSO!
      BIGOGNA FAR FUNZIONARE I CRITERI CHE DEFINISCONO LE DEMOCRAZIE RAPPRESENTATIVE: ORA! SE PERDIAMO, LA STORIA NON LA SCRIVIAMO NOI. scusate il problemuccio con la tastiera.

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    6. Sul decimonono ti sono molto vicino. Purtroppo abbiamo perso Schneider, il filosofo col quale valeva la pena di discuterne. Dopo l'odierna lezzioncina su Hegel mi vedo confermato nel mio intento revisionista.

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    7. @ toti tot

      Certo! Proprio per questo si tenta di spingere la germania in un angolo. È talmente chiaro a mio modo di vedere. Guarda se va a finire che tra un po' ci toccherà "difendere" la germania dalla propaganda piddina. I tempi stanno cambiando molto rapidamente.

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    8. 4) Mentre aspettiamo ci smantellano Costituzione e Stato sociale. Dimentichiamo e ci adattiamo, ci abituiamo.

      Sta già accadendo. Se convincono un popolo a colpi di disoccupazione che "mancano le risorse" per mantenere i costosi diritti costituzionali hanno vinto, anche uscendo dall'euro.
      Temporeggiare e occultare la spiegazione della crisi (spingendo a farci "buttare fuori" con opportuno disonore) a qualcuno è sommamente utile.







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  19. Piuttosto che trascorrere una domenica all'Ikea vado a raccogliere un paio di tonnellate di patate nei campi. Per non parlare dei mobili che vendono: roba che nemmeno nei peggiori incubi...

    A proposito di incubi, a fine luglio, in un'intervista al quotidiano Rheiniesche Post, il responsabile per l’economia estera dell’associazione delle camere di commercio e dell’industria tedesche, Volker Treier, ha spiegato che a causa delle sanzioni contro la Russia le imprese tedesche hanno dovuto rivedere quasi tutti i piani commerciali. Treier ha sottolineato che «le sanzioni costano alla Germania un 10% di export e 4 mld di fatturato. In Germania un’azienda esportatrice su quattro è stata svantaggiata dalle sanzioni».
    Non è la sola cattiva notizia per Merkel, perché alle elezioni locali del 31 agosto Afd ha preso il 9,7% dei voti ed è entrato per la prima volta nel Parlamento della Bassa Sassonia. Parallelamente il partito liberale (FDP), partner di coalizione della Cdu, non ha raggiunto la soglia del 5%, fermandosi al 3,8% e per la prima volta dal 1946 è uscito dalla scena politica.
    Merkel è generalmente descritta come una donna intelligente, ma si tratta di una delle tante false credenze dei nostri tempi, del genere “Monti ci ha salvato dal baratro”, “Renzi è un abile comunicatore”, “l'€ ci ha protetto”, “Obama combatte il terrorismo islamico”, ecc. Se nei prossimi giorni la Russia bloccherà le importazioni di auto e prodotti tessili dall'Europa, come annunciato, sarà interessante osservare come reagiranno i tedeschi dovendo affrontare un serio problema senza poterne addossare la responsabilità ai “pigri europei del Sud” e al contempo dovendo dare un senso compiuto alle stravaganti dichiarazioni del ministro degli Esteri Steinmeier, il quale “si è espresso a favore del proseguimento del dialogo con la Russia per risolvere la crisi in Ucraina” mentre il suo governo insiste sull'applicazione di ulteriori sanzioni alla Russia.
    A tutto ciò va aggiunto, per ciò che riguarda invece “l'apparente buona salute delle finanze tedesche”, che a Wall Street Deutsche Bank è ormai nota come l'“ordigno inesploso”.

    Da alcuni anni in Italia si sente dire che “dovremmo fare come la Germania (i più esuberanti vanno oltre: “dovremmo essere come i tedeschi”), di tanto in tanto Udo Gumpel e Tobias Piller ci ricordano con aria schifata che “non avete fatto le riforme che abbiamo fatto noi” e oggi Draghi ci esorta a “fare come in Spagna”, mentre Renzi si affida a twitter per ribadire che “dall’Europa non ci aspettiamo lezioni, ma i 300 miliardi di investimenti”, con l'unico risultato di consentire al commissario agli affari economici Katainen di ricordargli che l'Italia deve “rispettare gli impegni presi”.
    Da diversi anni sentiamo ripetere le stesse frasi fatte su come uscire dalla crisi e “avviare la crescita”, ma la situazione non fa che peggiorare. Dovrebbe ormai risultare evidente che continuando a difendere l'€ contro ogni evidenza l'Europa non ha un futuro, Germania compresa. Prima o poi saremo costretti ad ammetterlo perché “La possibilità di un'esplosione di violenza come tante altre che la storia dell'umanità ci riporta si fa ogni giorno più concreta”.

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    1. "Piuttosto che trascorrere una domenica all'Ikea vado a raccogliere un paio di tonnellate di patate nei campi. Per non parlare dei mobili che vendono: roba che nemmeno nei peggiori incubi..."


      http://i85.photobucket.com/albums/k67/rwikberg/Ikea_VW.jpg


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    2. -Treier ha sottolineato che «le sanzioni costano alla Germania un 10% di export e 4 mld di fatturato.-
      Un signore, pur di non dire che aveva tagliato il ramo dove era poggiata la scala, si inventò una storia tanto fantasiosa che non la ricordo più.
      Ma Deutsche Bank finirà sotto il controllo della BCE a breve?
      Se solo capissero l' importanza della confessione...

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    3. "con l'unico risultato di consentire al commissario agli affari economici Katainen di ricordargli che l'Italia deve “rispettare gli impegni presi”."

      Katainen questo l'ha detto anche ai francesi è olandesi o si limita solo agli italiani?


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    4. Noi, dico noi come Paese, dobbiamo sciropparci le sesquipedali cazzate che ci riguardano, da uno stupido sbarbatello che viene da uno sputo di paese; ma è rimasto un minimo di decenza che imporrebbe dei sonori e plateali vaffanculo corali? La mia scorta di pazienza è finita da un pezzo!

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    5. Cit: "Merkel è generalmente descritta come una donna intelligente, ma si tratta di una delle tante false credenze dei nostri tempi".

      Lombroso se ne era già accorto

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    6. hai provato roba piu' pesante tipo o diversa? :)
      Un altro anno senza Goofytrekking snerva. Ma si resiste!

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  20. Di ritorno dalle spiagge dello Stige vedo gli amici piddini agitarsi con entusiasmo dietro ad un gelato ( di Grom!, povero Giolitti... :D ).

    Va bene. Che direbbe oggi il grande economista Becchetti delle elezioni in Svezia e , sopratutto di quelle nell' Ost del Reich?
    Come? "Han votato AFD e Linke per boicottare il fiscal compact"? ROTFL
    Lunedì magari si ballerà sulle cornamuse degli highlanders... coraggio,so' tutti segnali refendari... che il gran PD ha "smosso" nella vaschettona di gianduia! :D

    PS qui in E.R. si prepara il de profundis finale del bel Partitone di un bel tempo che fu... e, ricordatevi, "se cade Modena, cade l'Italia" ( cioè, finalmente, magari scomparite voi piddini ) XD XD XD

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  21. Visto che è stato utilizzato il confronto con la fisica per potere formulare dubbi, voglio segnalare Mistakes and Ideology in Macroeconomics
    in cui emerge chiaro come, nonostante il fattore matematico sembri risultare molto più complesso (qno che la sa lo si torva sempre), il fattore ideologico è più differenziante, ovvero più di casa in discussioni economiche e "when you are arguing out of ideological conviction, there is a danger that rhetoric will trump rigour".
    e più che danger direi certezza.

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    1. Sempre molto bravo Wen-Lewis. In uno dei suoi recenti post c'e' anche questa perla sul fatto che l'aggiustamento lo dovrebbero fare i tedeschi con un po' di inflazione, e non tutti gli altri paesi con le cosiddette "riforme strutturali":

      Whatever the reason behind this unusual wage restraint, it is bound to cause problems within a monetary union if other countries do not do the same. Unless Germany entered the Euro at an exchange rate that was unsustainably uncompetitive (and there are good reasons for doubting this possibility), and unless there is a structural deterioration in Germany’s non-price competitiveness that needs to be offset (which seems unlikely given its huge current account surplus), then these competitiveness gains have to be reversed. German inflation, which was below the rest of the Eurozone, will have to be above inflation in the rest of the Eurozone for some time. These are the rules of the game for a monetary union.

      As Germany is the outlier, this is a problem of Germany’s making. I’m normally reluctant to mix macroeconomics with morality, but those that suggest that it should be other countries that have to adjust towards Germany have things completely wrong here. Even if you believe that German real wages had to fall to reduce structural unemployment, Germany has no right to impose the same policy on other countries. A price it should pay for undercutting its neighbours is to experience a period of above ECB target inflation (e.g. 3% CPI inflation, which probably means nominal wage increases of something between 4% and 5%). If that is not going to happen, Germany should stimulate its economy to ensure it does. Anything else is the monetary union equivalent of anti-social behaviour.

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  22. Non ho niente, di cui vantarmi , tranne che essere un fedele e "discreto" lettore di Goofynomics sin dalle origini.Quindi godo che Goofy abbia asfaltato ben più "titolati" blogs.Godo quando economistoidi rodono come castori del tuo successo e si lanciano in iniziative patetiche per dimostrare di appartenere allo schieramento giusto,quando sarà il momento.Gioisco sinceramente del tuo successo .Che Dio ti benedica.

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  23. L'asse franco-tedesco (Merkozy, il barboncino di Angela...) è esistito nella misura in cui alla Francia ha fatto comodo seguire le politiche tedesche di tutela dei propri creditori (come da ammissione dello stesso Fmi, leak probabilmente ispirato dagli emergenti stanchi di doverci rimettere senza avere voce in capitolo sulle cazzate dell'Occidente).

    Questo perché i bilanci delle banche tedesche e francesi erano zeppi di crediti nei confronti dei paesi periferici (esposizione in larga parte verso il loro settore privato), accumulati durante la fase espansiva del Ciclo di Frenkel. Dopo lo scoppio della crisi finanziaria le suddette banche non potevano permettersi di vedere tagliati o rimossi tali attivi di bilancio, altrimenti sarebbero subito saltate per aria.

    Dopo che l'intervento della troika e i magheggi di Draghi hanno permesso di rimandare il redde rationem (a scapito della sovranità dei debitori, ovviamente), venne meno anche l'esigenza di condividere la lettura ipocrita e opportunistica della crisi data dalla Germania (secondo cui la colpa ricadeva interamente sugli stati debitori che non avevano fatto le riforme e avevano vissuto al disopra delle proprie possibilità), lasciando i socialisti di Hollande, appena eletti sull'onda di aspettative irrealizzabili, soli davanti alle proprie responsabilità.

    Tale lettura è stata codificata attraverso un "libero" accordo intergovernativo (e non un trattato europeo, che avrebbe richiesto a Merkel di mercanteggiare il voto del Regno Unito) qual è il cosiddetto Fiscal compact, ovvero la revisione incattivita del Patto di Stabilità e Crescita (Stability and Growth Pact). La Francia era già sotto infrazione per deficit eccessivo dal 2009, e nei fatti la piramide tecnocratica della paura non è mai stata scalata .

    Premessa l'irrealizzabilità degli obiettivi formali che i firmatari del FC si erano prefissi (lascito di quella truffa ideologica chiamata "austerità espansiva"), le basi del SGP "credibile" erano queste, dunque il resto vien da sé.

    PS_Scusate le ovvietà, sono fatti già ampiamente noti.

    PPS_Il pirlotto francese nominato all'economia ma sorvegliato dal rigido finlandese e dal truce lettone (quello che si è venduto il suo paese al regime eurista dei creditori esteri, ora incassa il meritato dividendo)... Dico, ma si può? Le umiliazioni della gestione Hollande non si contano più, un paese allo sbando... Chissà per quanto ancora i francesi accetteranno di essere "tutelati" da Anghela (degli italiani meglio tacere).

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  24. Allora, anzitutto grazie.

    Poi, "sdarsi"… solo aver imparato l'esistenza e gli usi di questo verbo vale la lettura.

    Ancora, a proposito della sua risposta sulla santità che mi ha dato nel post precedente: e cià raggione! Perlomeno la pazienza la esercita in modo eroico…

    Anzi, da oggi posso chiamarla - oltre che Cavajere nero, crotalo, sire, imperatore d'occidente - Giobbe?

    P.s.: "nessuno ha il orsù di coraggio di dirlo in pubblico" nun sse po' legge! Gliele mando io un po' di monete da dare a Uga ma il "cazzo" va usato, e che cazzo...

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  25. >se si scrive "vale la pena sopportare i costi dell'euro solo se" e poi si elencano condizioni impossibili (se non altro prima della necessaria guerra, almeno civile), vuol dire che non si ha la forza di scrivere "non è possibile sopportare i costi dell'euro perché ..." <
    Giustissimo. Conosco politici che si riconoscono nella prima frase virgolettata e respingono la seconda come deterministica (espressione passepartout che si potrebbe usare per negare che due più due fa quattro) in nome dei "tempi della politica". In questo modo si determina una perversa convergenza di interessi fra gli uomini di potere (che, come dice Bagnai, pensano solo al proprio potere), i consulenti/tecnocrati/accademici che si occupano di compiacerli e il vasto pubblico che trova più confortevole partecipare alla messa in scena. In tal modo, come abbiamo sottolineato in un post precedente, quando alla fine salterà fuori la verità tutti si sentiranno in buona compagnia per aver condiviso insieme l'errore.
    Peccato che non si tratti di un gioco a somma zero, perchè l'economia se ne frega dei "tempi della politica", e ogni giorno che passa si determinano (altro che determinismo!) danni che rischiano di divenire permanenti. La stessa Commissione Europea prevede per l'Italia una disoccupazione strutturale dell'11% nel 2015, che è un'enormità.
    E' qui che si disvela quanto sia censurabile (per non dire criminale) il comportamento di coloro che, pur disponendo degli strumenti scientifici per capire, preferiscono dire per puro opportunismo ciò che i potenti vogliono sentire. Bagnai ha ragione ad essere severo con loro.

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  26. Sei un teorico molto pratico: mi piace!

    Mi tradisci 350 giorni all'anno! ... ... Non si può avere tutto dalla vita!
    Con affetto,
    M.

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  27. Quello che mi colpisce non è la manifesta malafede di certi economisti, fenomeno che appartiene alla storia di questo martoriato paese, ma le dichiarazioni di Alberto sul fatto che tenere l'euro significherebbe un regresso sociale tale da determinare una società ottocentesca.
    E' una semplice verità, c'è però un piccolissimo problema che esporrò alla fine.
    Proprio l'altro giorno, parlavo con un mio collega che vive all'estero, nella terra d'Albione, ascoltando il suo racconto in me è emersa una sconcertante rivelazione: noi forse siamo già in viaggio quella che Bagnai definisce società ottocentesca!
    Infatti il collega esordiva: sai, con la mia connessione a 500 megabit in fibra ottica io con l'equivalente di 9 dollari al mese ho tutta o quasi la videoteca mondiale in alta risoluzione su due dispositivi contemporaneamente. Quando ero in Italia, avevo una connessione su rame a 20 mega che andava a 2,3 e non riuscivo nemmeno a vedere quei pochi canali televisivi che pagavo per poter vedere.
    Parlava da un paese con un pil atteso del 3,5% e la disoccupazione al 6,4%.
    Ma come, non bisognava seguire la prima della classe? oggi è l'UK, quindi...

    Noi qui, nella splendida terra di Dante e Leonardo, abbiamo un presidente del consiglio che sta decidendo l'ennesimo taglio lineare agli investimenti che impatteranno la qualità della vita dei nostri figli quali istruzione, sanità e infrastrutture e ci sono buche in mezzo alla strada da anni.
    Altro che fibra ottica...

    Il problemino, cari amici del regresso sociale e del suicidio economico, come il nostro amico(?) Becchetti, è che il progresso del genere umano è continuo e insopprimibile.
    Non c'è riuscita la glaciazione, non c'è riuscito il diluvio universale, non ci sono riusciti Attila e Hitler, figuriamoci voi, armati di una monetina e di una falsa retorica.
    La gente, nun ce vuole sta.
    Remember Marine, Remember Nigel? il tempo è scaduto.

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    1. Come ha chiarito Boghetta rispondendo a una domanda, a fine anni '70 abbiamo perso una guerra. E questi sono i risultati, che paghiamo noi e la prossima generazione, se vinciamo.
      Se perdiamo...

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  28. Quando ieri,su Twitter,ho letto quella frase di L.B. qualche ingiuria è partita anche a me.Succede spesso perchè sono davvero tutti insopportabili (politici,economisti,giornalisti ecc...)
    Nel 92,nella fase metastasi mortale di settembre con tanto di prognosi oraria(manco mensile!),succedeva la stessa cosa di oggi.Non hanno smesso mai un secondo nemmeno sul letto di morte dello SME.Confindustria,Agnelli,Monti,La Repubblica...tutti dicevano più o meno le stesse cose di oggi con alcune differenze legate al momento storico.
    Non ho idea di quando succederà ma sappiamo che è morte certa anche per l'euro e al sistema intero dei vincoli attuali.
    Lo so,cose dette e stradette eppure non riesco ad accettare il falso ideologico.Lo sanno benissimo quel che accade e questa bella asfaltata è meritatissima.

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  29. ...niente Albeh. Tutti a finire con una piuma davanti e l'altra dietro se va bene. Vahbbheh vah!
    L'importante è la salute :o((((
    ciao!

    carlo (quello del flauto)

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  30. Il paragrafo che inizia con "In nome di Dio" è un capolavoro. Complimenti.

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  31. Questa è l' Internazionale IKEA che a me è stata sempre sul cazzo Comprate mobili antichi, e quadri antichi, in asta, soprattutto, costano come i mobili IKEA e come i poster, oggi, e confortano mente e vista, fanno studiare ed introducono in un mondo culturalmente appassionante da studiare.

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  32. Scusate, come economista non sono neppure uno studente, ma frequento libri senza figure da un po'. Sul blog di Becchetti leggo: "Vale la pena sopportare i costi dell’euro solo se è possibile sfruttare al massimo il suo potenziale".
    Poi mi chiedo di cosa parli.
    Mi pare di costi e benefici, e allora i casi sono due: o i benefici sono diversi dai costi (dammi diecimila euro e ti darò un'automobile), o sono dello stesso genere (dammi diecimila euro e ti darò il 5% di interesse).
    Quali sono stati i costi dell'euro? Prima stasi, poi crisi e recessione.
    Quali benefici dovremmo avere da un cambiamento di rotta? Vent'anni di meno, gli occhi azzurri e dieci centimetri (di statura) in più? Non credo.
    Forse allora dovremmo avere quella "crescita miracolosa" (c'era un concime per le piante che si chiamava così) che ci è stata promessa fin dall'inizio e non abbiamo mai visto?
    Ma in questo caso è implicito che la ricetta (garantita) fino ad ora HA FUNZIONATO A ROVESCIO, e sarebbe corretto cominciare il discorso spiegando il perché, altrimenti sono più coerenti gli esseri alla G&P che continuano a dire che è tutta colpa nostra.
    Fino ad ora in Italia solo Bagnai ha fatto un discorso chiaro, dettagliato e scientifico. In Francia c'è Sapir che, casualmente, fa parte di Asimmetrie... chissà perché le loro conclusioni mi convincono?

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  33. Trovo piuttosto scocciante pensare e vedere che, pur di fronte a decine di pagine di spiegazioni del perché l'autore di questo ritiene sbagliate una serie di scelte, ci si permetta di buttare lì un "mancavi solo tu". Il dibattito è importante, no? Il confronto non lo teniamo in conto? E se non hai smontato e rimontato certe argomentazioni non è meglio far finta di ignorare? Almeno non rischi di apparire come disonesto.
    Il fatto è che ci vuole la forza del menefreghismo verso i grossi, invece in giro per il mondo vedo solo gente che se ne frega solo degli innocui.

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  34. Prof. le uniche parole che riesco a scrivere, seppur scontate:

    GRAZIE DI CUORE PER LE COSE CHE SCRIVE.

    Ne approfitto per segnalarvi questo articolo:

    http://www.ilnord.it/f-165_Siamo_alle_ultime_curve_prima_dellarrivo_Ue_e_euro_stanno_per_crollare

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    1. Ben scritto.
      Credo sia solo questione di tempo. Attendo con "viva e vibrante soddisfazione" l'azione francese del post-Holland -proiezione futura di Renzi.
      Individui totalmente ininfulenti, cresciuti tra una poltrona ed un incarico. Incapaci di provvedere a sé stessi. Non oso immaginare di quali terribili corbellerie sarebbero capaci in circostanze economiche ideali. (Remember Zapatero?)

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  35. Il senso della frase di Becchetti si esplicita sostituendo al termine 'euro' il termine 'bomba atomica'.

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  36. A fagiuolo, Padellaro contribuisce alla discussione, basta operare un replace di "baracca" con "euro":

    "Fateci caso, viviamo nella presunta civiltà della trasparenza immersa in una galassia di input e noi non sappiano quasi nulla. Non cerchiamo risposte globali come, per esempio, se i tagliagole dell’Isis furono finanziati da quella stessa America che adesso li bombarda, perché sappiamo che la menzogna è una forma di segretezza fondamentale per tenere in piedi tutta la baracca."

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/14/ferrari-patto-del-nazareno-ballaro-perche-nessuno-deve-sapere/1120428/#disqus_thread

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  37. E' spiacevole che l' avvio di un tentativo di confronto tra i prof. Bagnai e Becchelli sulle priorità politiche dell' Eurozona e, in particolare, dell' Italia, sia naufragato prima di cominciare. Mi auguro che Leonardo superi l' abitudine all' ambiguità intellettuale e che, terminato il bagno di POPULISMOriconsideri le sue posizioni pubbliche lavorando a beneficio del nostro Paese, come afferma di voler fare. Le scelte compiute oggi sono gravi di enormi responsabilità.Questo Blog, fino ad oggi, ha fornito un (IL) dibattito su basi di verità ed un' articolata piattaforma di politica economica. E' naturale che si ponga anche come luogo di sedimentazione di una memoria storica condivisa, della quale, l' Italia, è sempre stata sprovvista, fin dalla sua unificazione ad oggi.
    Pertanto rinnovo il mio auspicio (al posto di "che" forse avrei dovuto scrivere "affinché", ma sbagliare è umano perseverare...: arricchire di contributi il comitato scientifico di Asimmetrie è una scelta chiara. Il POPULISMO anche. Parlare ai cittadini è sacrosanto, quanto starli a sentire immedesimandosi nelle loro vite. Mentire loro, o fuorviarli, significa metttere a repentaglio molte vite.
    Per Adam Smith l' immaginarsi simpateticamente nella situazione degli altri costituisce, insieme alla giustizia, la premessa della coesione sociale.


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  38. 'sto Becchetti mi ricordava qualcosa ed infatti mi sono ricordato di averlo visto qualche giorno fa su La7 - Omnibus la mattina visto che stavo a letto malato.
    Mi aveva colpito per qualche cosa buona ed per altre cavolate che ha detto (che non avrei saputo capire prima della frequentazione di questo blog, grazie prof.).
    Per amor di verità e di chiarezza faccio presente che solo entro oggi trovate l'integrale della trasmissione a questo link perché La7 mantiene solo 7 giorni di replay.
    Mi sono scaricato tutto il video e vorrei fare un po' di taglia e cuci per farne un filmatino snello a disposizione di tutti quelli che non hanno 2 ore di tempo da perdere.
    Farovvi sapere.

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    1. Potrebbe interessare a qualcuno...Ma se al minuto 52 Becchetti canta le lodi dell'euro per la riduzione del debito pubblico tramite il progetto P.A.D.R.E.,dopo altre sciorinate nei minuti precedenti sempre sulla falsa riga eurista di ottimizzazione della spesa pubblica,io chiudo il player e vado a farmi una passeggiata tra i campi.
      Quì larticolo a cui faccio riferimento.
      PUDE allo stato puro (e venefico come il morso Oxyuranus microlepidotus.
      Ti ringrazio per il link.

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    2. Il secondo link mi ha arricchito molto. Vedo delle analogie caratteriali con Leonardo.

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  39. Professore, secondo me, questi sono la quint'essenza della malafede.
    Non perdiamo altro tempo...

    https://plus.google.com/107289094427602263116/posts/ECmr8tGbA8a

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  40. Pare che la fed appena terminato il qe, provvederà al rialzo del tasso base.
    La bce, non potendo fare la stessa cosa (perchè se lo facesse, vi immaginate gli sprrrrred dei paesi dell'eurozona?), alla conseguente fuga di capitali verso gli usa, cosa succederà in europa?

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    1. Probabilmente questo

      http://www.toonpool.com/cartoons/The%20old%20lake_53013

      Fuga di capitali verso gli USA non dovrebbe toccare Chrysler, Dodge è Jeep, cioè FCA, anzi.
      Produzione Auto in italia +10%, grazie al lancio di Fiat 500x è Jeep Renegade prodotti in suditalia, speriamo bene.

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  41. Scusate; ma Gustavo Piga è quello che si è candidato alle ultime elezioni europee (conseguendo un grande "successo") in una lista di cui faceva parte anche il partito fondato da Oscar Giannino?
    E' lui? E' proprio lui??

    Ammazza, a metà post ho visto un cavajere nerissimo.
    Scusi, ma il passaggio sulle demagogiche chiavi di casa era una frecciatina (o una frecciatona) a un suo collega? Perché? (la ciana che è in me ha preso il sopravvento)

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  42. Mi posso permettere di consigliarle di sottoporre all' attenzione del Becchetti questo monumentale post di 48 che tira una riga sui risultati ottenuti dall' ideologia del superamento degli Stati nazionali+liberoscambismo (l' euro frutto del sogno europeo del poro Spinelli + TTIP)?:

    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/09/ma-luro-serve-veramente-alla-pace-in.html


    Andrà a finire che alla loro "pace eterna", morti per morti, ci toccherà preferire la guerra...

    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/09/ma-luro-serve-veramente-alla-pace-in.html

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  43. Questi pleonastici rappresentanti di un mondo che crolla a pezzi presentano, da un lato, arbitrarie strategie di politica economica come infallibili leggi di natura (cfr. selezione della specie), dall’altro pervertono quelle stesse leggi in abomini logici – l’abominio pluralista – per giustificare ex-post le loro argomentaz… ehm, dissonanze cognitive (cfr. no true scotsman).

    Non tanto la rabbia delle masse dovrebbero temere, quanto la pazienza dei pochi.

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  44. Prof. ho letto del convegno del 20 settembre a Roma, che bello!!!
    A sabato dunque.
    P. S. Mi sta diventando proprio fascista pero'.... ;-)

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  45. Caro Alberto
    grazie per aver pubblicizzato i miei ranking come io stesso non avrei mai potuto fare per non essere tacciato di autocelebrazione. Scherzi a parte (anche perchè condivido con te la preoccupazione per la gravità della situazione) la differenza tra me e te è molto semplice.
    Ci sono analisi comuni sulle cause della crisi (e le tue riflessioni sono state importanti per molti) e ci sono idee diverse sulle soluzioni. Tu sei convinto al 100 per cento che quella è la strada giusta e che i suoi benefici netti saranno superiori a quelli di ogni altra alternativa. Io penso che con le spalle al muro, ed ora che è palese che tutti violano gli accordi, che l’Europa possa arrivare ad un accordo diverso. Magari mi illudo sulla capacità della politica di risolvere certe cose ma politica è anche questo: prospettare quelle che sono delle soluzioni ideali e battersi per esse. Indicare un’orizzonte di utopia e farlo diventare realtà. Il mio first best non è il ritorno ciascuno alla propria moneta, la lotta delle svalutazioni competitive, l’incubo di un paese costretto ad affrontare il mare aperto dei mercati internazionali e a doversi costruire ex novo una reputazione che nessuno a livello internazionale ci riconosce (non dimentichiamoci che siamo entrati anche per quello nell’euro, fossimo stati il Regno Unito avremmo fatto bene a seguire la sua stessa strada). Il mio first best (una UE con obblighi simmetrici per paesi in surplus e in deficit il PADRE un ‘idea bellissima questa di Wyplosz, e politiche monetarie e fiscali espansive) sarà un’utopia ma non voglio arrendermi e non provarci testardamente fino a quando non sarò convinto che questa soluzione è impossibile.
    Seriamente penso che avresti potuto darci una mano. E’ infatti urgente anche per te arrivare al redde rationem, fare saltare l’equilibrio di adesso (che non esiste perché la bce manca obiettivo 2% la Germania quello sui surplus, la Francia fa quello che gli pare e l’Italia pare avviata sulla stessa strada) e mettere i paesi europei di fronte alla scelta. O si va verso il first best, la mia utopia magari spinti dal fatto di avere le spalle al muro e di essere sull’orlo di una rottura. Oppure si torna ognuno alle proprie valute (o a più aree valutarie). In questo senso trovo che il referendum sia un’operazione di verità che squarcia questo velo di attendismo che ci allontana dalla soluzione del problema. Non è anche questo un modo di far saltare il tappo ?
    Tutto qui. Sbagli a vedere complottismi e congreghe “piddine” ovunque. Ci sono semplicemente persone che ragionano con la propria testa e che sono preoccupate degli effetti di una rottura di questo equilibrio non avendo le tue granitiche certezze sulla soluzione. Se ce le avessi non temere che non avrei nessun problema a suggerire che la via migliore è l’uscita dall’euro, come non ho avuto problemi ad impegnarmi in tante cose non proprio semplicissime per le forze avverse in campo e popolari (dalla tassa sulle transazioni finanziarie-e-la riforma sulla finanza, alla campagna contro il gioco d’azzardo).
    (continua)

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    1. Ma quali congreghe?
      Vuole l'euro?....vuole disoccupazione,vuole miseria,vuole guerra????????
      Non c'è bisogno di nascondersi dietro un filo d'erba (magari sporco di guano).Non ci sono cure per il morso dello Oxyuranus microlepidotus.
      Ci volete i morti ? Lo saremo,non c'è bisogno di edulcorare la pillola.E tutto per darle soddisfazione.
      Il mio disprezzo per voi è totale.Non solo perchè collaborazionisti e traditori ma anche perchè assassini.Ci ha mai pensato?
      Davide....contro Golia.

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    2. @ Becchetti

      La reputazione o credibilità del Italia non è mai stata cosi bassa come oggi, guardare il rating s&p, fitch, moodys, l'italia è a due passi dal Junk.
      E' attenzione, oggi l'ocse ha abbassato la stima del PIL italiano a -0.4%.

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    3. Mi scusi, ma lei sta dicendo che per continuare a seguire il suo sogno dobbiamo continuare a perseverare verso questa strada? Si rende conto che piu' che di economia c'e' bisogno di psichiatria? Lei qui non sta dicendo nulla di fattuale, parla solo di come secondo lei la crisi sia uno stimolo per fare la cosa secondo lei giusta. Si rende conto che c'e' del fascismo in questo? Non adoperarsi per uscire dalla crisi (che distrugge vite umane ogni giorno, ricordiamolo) con ogni mezzo solo per puntare a un ideale NON condiviso e NON fatto passare per via democratica, spiegando i pro e i contro di ogni scelta. Io sono basito... Non puo' essere vero. Non so se augurarle di provare cosa vuol dire la crisi in prima persona. Io di solito non sono cosi', ma davanti a sta fede incrollabile verso un ideale... Davvero, sono sconcertato.

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    4. Utopia? Nel 2014 con la produzione industriale calata del 25% rispetto al 2007? Con Monti che si e' sbagliato di appena 25 punti sull'effetto della sua manovra? Con le Pen in Francia, ancora qua a parlare di utopia? Quando me ne sono andato dall'Italia pensavo che fossero tutti impazziti e almeno sono contento di vedere che il mio naso funziona ancora. Il referendum squarcerebbe il velo di attendismo? Mai sentita una piu' lieve imprecisione di questa. Meglio che mi fermi. Non vi odio, odio la vostra leggera mancanza di intelligenza che ha condannato 2 generazioni di italiani, incluso me.

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    5. @ Leonardo Becchetti15 settembre 2014 20:03

      Cito: "Magari mi illudo sulla capacità della politica di risolvere certe cose ma politica è anche questo: prospettare quelle che sono delle soluzioni ideali e battersi per esse. Indicare un’orizzonte di utopia e farlo diventare realtà. "

      La "politica" è relegata, all'interno degli organi e istituzioni UE, al solo Parlamento Europeo.
      IMHO ciò potrebbe risultare come "un lieve ostacolo" al suo "first best".

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    6. Scusi Signor Becchetti; qualche domanda per lei:

      1)lei o qualche suo familiare il lavoro ce l'ha vero? Non l'ha perso a causa dell'austerita' o di vari Piani Marshall al contrario causa...poca appetibilita' dell'Italia ..nell'era dell'euro vero? Il suo posto e' "garantito", inscalfibile, perche' lei e' bravo e perche' lei ha tempo per sognare, per immaginare un mondo migliore, tutti avvolti nella bandiera blu stellata e in quell'europa che ha rimosso tutti i simboli della sua storia e cultura (persino sulle sue preziose banconote). Che dire...beato lei

      2)Come conta di "combattere"? Con uno stupido referendum come quelli gia' indetti su centinaia di temi sui quali nessuno aveva competenza specifica se non quattro gatti? Il referendum e' l'arma che il potere usa in Italia per mantenere gattopardescamente il potere e fregarsene del volere del popolo.
      L'unico modo per combattere e' quello di educare gli Italiani alla verita' perche' gli economisti sono una percentuale infima della popolazione.
      Tanti come lei non hanno avuto il coraggio di farlo; figurarsi mettersi contro Prodi o Ciampi o Monti nei mitici anni 90, quelli del grande fogno.
      Altri hanno addirittura ingannato gli Italiani; parlo dei "grandi" economisti che ci hanno trascinato dentro la trappola per topi.

      3)lei dice che l'Italia non ha credibilita'; l'Italia fuori dall'Euro era la 5./6. potenza industriale planetaria, senza euro, senza Maastricht, senza la distruzione del ceto medio alla base di qualunque progresso, senza idioti Fiscal Compact partoriti da quelle menti malate che hanno ancehe fissato limiti idioti come il 2% sull'inflazione (perche' proprio il 2% e dove sta scritto?) per tutelare i creditori e affossare gli altri, o il 3% sul deficit che la Francia se ne frega di rispettare perche' il suo collega Pier Carlo dice che Parigi e' Parigi e quindi se ne fot...

      Bella Europa quella dei figli e figliastri, complimenti.

      Nel frattempo che lei sogna e utopizza il ceto medio Italiano fa la fine di quello dei paesi Latino Americani al tempo di Stroessner (un altro Tedesco austero???) e di Videla o altri ameni personaggi.

      Questo e' il vostro sogno; il sogno delle elites finanziarie.

      Il mio e' quello di liberarmi da questo regime Orwelliano e dai suoi servi, tutti ultra ricompensati, magari con stipendiucci A VITA per gli alti meriti e lo spirito di servizio ...blablablabla.

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  46. (segue)
    In conclusione sennò faccio una risposta lunga come la tua la questione è semplice. La mia natura “utopistica” mi fa ancora pensare che si possa costruire un sistema nuovo “cooperativo” tra i partner europei. Se non sarà possibile allora la tua soluzione è l’unica che resta (ma c’è scritto pure nel mio ultimo blog e non pretenderò nessuna primogenitura. Il primo sei stato tu, poi ce ne sono altri come Savona, ecc.). Semplicemente penso che il referendum sia un passo per squarciare il velo dell’illusione ed arrivare al dunque del confronto nudo e crudo di queste due soluzioni.

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    1. Scusi, dr. Becchetti.
      Sorvolando sulle frasi fatte -come direbbe Bagnai- da piddino;
      La vogliamo smettere con sta solfa della "credibilità internazionale" oggi aggiornato in "reputazione internazionale"!?

      La credibilità internazionale la state distruggendo Voi AUTORAZISTI convinti che l' Italia e gli italiani siano delle specie sub-umani destinati ad essere COLONI. La classe dirigente italiana deve essere eternamente subalterna e MAI far valere un interesse nazionale (daltronde le colonie non hanno la "credibilità internazionale" per rivendicare tale diritto).
      Perché?
      Se tu fai lo zerbino di interessi forestieri UNA CREDIBILITA' NON L' AVRAI MAI, mi pare ovvio.

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    2. qui si va avanti ancora con utopie e accordo cooperativi che nella realtà sono inesistenti io so solo caro Becchetti che noi siamo entrati da 5° potenza industriale nell'euro e ne stiamo uscendo da paese del terzo mondo

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    3. Non ci posso credere!
      Senti bello, ma io le bollette con cosa le pagho? Con la tua utopia?
      Al padrone di casa che squarciando il velo dell'attendismo mi minaccia per avere i soldi dell'affitto che gli dico? Aspetti ancora qualche giorno, il mio first best è pagarla, la prego, ormai siamo al redde rationem, dopo il referendum, squarciato il velo dell'illusione il confronto nudo e crudo arriverà al dunque.
      Ma da dove esci, da un film di Verdone?
      Per la cronaca: io non mi posso permettere una famiglia, i pochi soldi che guadagno mi bastano a mala pena per sopravvivere, non ho la mutua, non sono tutelato sul lavoro, non ho contributi perché mi pagano sempre in nero, tra un po' mi levano pure quei due diritti in croce che mi sono rimasti e tu mi parli dell'idea bellissima di Wyplosz?
      Ma stai scherzando vero?
      Ma dove vivi?
      La tua carriera politica la pago io con la mia vita lo sai?
      Allora, se non lo sai, sallo.

      Chiedo venia al padrone di casa, ma con questo qui ho perso proprio la pazienza.



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    4. @Leonardo Becchetti

      Egregio Professore,
      ho letto con attenzione il suo commento e vorrei manifestarle due osservazioni sulle quali vorrei attirare la sua attenzione.
      La prima riguarda la sua considerazione della politica monetaria italiana ante euro la quale, a suo avviso sarebbe stata improntata alla strategia della svalutazione esterna della lira per favorire l'export dell'industria nazionale (svalutazione competitiva). Le volevo chiedere come si concilia questa convinzione con gli impegni che l'italia assunse nel 1978 e fino al 1992 di mantenere fisso il cambio della lira con le altre monete europee, garantendosi comunque la possibilità di ridefinire le "parità centrali" in accordo con gli aderenti allo SME. Soprattutto come si concilia la sua convinzione con il fatto che negli anni '80 in Banca d'Italia ci fosse il presidente Ciampi del quale tutto si può dire tranne che fosse un sostenitore delle svalutazioni competitive.

      Soprattutto volevo chiederle come giudicherebbe una strategia che avesse l'obiettivo dichiarato di risolvere una controversia attraverso l'esasperazione delle tensioni tra le parti contendenti.

      Lei parla di equilibrio...... a me pare di vedere solo una corda tesa che sta per rompersi. Lei è proprio sicuro che la cosa migliore da fare in questo momento sia cominiciare a tagliare qualche filo?

      Questo nella convinzione che l'abbandono delle politiche di austerità sia il vincolo esterno per costringere i paesi a europei a fare la cosa giusta. Perchè il principio fondante di tutto questo discorso è che le persone fanno la cosa giusta solo quando sono messe con le spalle al muro.

      Caro professore, le consegueze di questo modo di fare la politica le conosciamo tutti, sono sotto gli occhi di tutti e siamo fortunati se non sono ancora sfociate in qualcosa di più grave. Le persone, se messe con le spalle al muro, possono anche reagire male e fare la cosa sbagliata, la cosa a cui non avevamo pensato.

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    5. La risposta di Becchetti conferma quanto avevo detto.

      C'è una posizione comune di critica ad una situazione ormai intollerabile, e ci sono percorsi e idee diverse per arrivare ad un suo superamento. Io apprezzavo semplicemente (né da ottimato e né da complottista) la stimabile posizione di critica espressa dal professore che, indubitabilmente, si discosta dagli acritici sostenitori dello status quo ad ogni costo (o addirittura dal piùeuropeismo a prescidere). Tutto qui. Questo era l’oggetto ed il perimetro del mio apprezzamento.

      Un plauso a Becchetti per essere intervenuto ed un plauso a tutti quelli che pensano utilizzando la propria testa (che siano piddini, bagnini o altro).

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    6. @ Leonardo Becchetti

      Sarrebbero state più gradite considerazioni inerenti gli eventuali risultati del vostro referendum e bilancia dei pagamenti. Quanto agli obiettivi ideali e "utopistici": regolazione della mobilità dei capitali? Glass Steagall act in salsa auropea?
      "Indicare un’orizzonte di utopia e farlo diventare realtà": col pluricitato sogno europeo la cosa si è rivelata una apocalisse che coinvolge ad ora mezzo continente.
      Vengono da rimpiangere i comunisti di una volta, quelli che avevano ben presente la realtà su cui dovevano intervenere e i mezzi che avevano per farlo. La facile profezia, che qui è stata ripetuta più volte: tra due anni il motivo degli obiettivi utopistici sarà liquidato dalla vittoria della Le Pen in Francia, che, senza offesa, renderà irrilevanti le sue posizioni.

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    7. @al senso di umanità,
      ringraziando Diego Fusaro (se non fosse il suo film preferito chissà quando lo avrei visto).
      Al Tramonto è probabile che un Prof. intervenga: "Un momento! Lasciatelo a me. Ci penso io." 1h 34m fino alla fine.

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    8. @anto

      Sei completamente fuori. Ora mi rileggo lo storico dei tuoi commenti, perché è evidente che sei un troll. Caro poveraccio, il giochino di equipararmi a Donald non è riuscito a Bisin, e vuoi riuscirci tu?

      I casi sono due, e sono sempre quelli: o sei imbecille, o sei in malafede. La risposta non la sai nemmeno tu e non ci interessa.

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    9. Sinceramente è stupefacente tutto quello che lei scrive.
      “Io penso che con le spalle al muro, ed ora che è palese che tutti violano gli accordi, che l’Europa possa arrivare ad un accordo diverso”
      Ma che razza di Europa è questa che per arrivare ad un accordo ha bisogno di violarli gli accordi? Si sapeva fin dall’inizio che questi accordi non sarebbero stati attuabili però si è tirata la corda affinché una serie di violazioni ne possano attivare degli altri. Questo comportamento se fosse stato messo in campo da singole persone avrebbe avuto bisogno dell’intervento di uno psichiatra. Tutto questo nell’ottica di “un orizzonte di utopia che diventi realtà” e se dentro questo orizzonte ci sono poi innumerevoli tragedie? Pazienza.
      Scusi ma “l’incubo di un paese costretto ad affrontare i mercati” si allontana dando di nuovo allo Stato quello che gli è stato tolto con il raggiro cioè la sovranità monetaria, ritornando ad una BC subordinata al tesoro e riportando i Parlamenti degli Stati a fare il proprio mestiere: legiferare affinché le norme prima esistenti vengano ripristinate (vedi ad esempio il glass steagall act). Le ricordo che nel corso di una intervista G. Soros a chi gli chiedeva se non si sentiva a disagio nel suo “lavoro” di speculatore, rispose che solo gli Stati avrebbero dovuto sentire questo disagio perché avevano rinunciato ai propri strumenti legislativi per riportare, utilizzo la sua metafora, i mercati dal mare aperto a zone di bonaccia.
      “Siamo entrati nell’euro per costruirci una reputazione che nessuno ci riconosce” Ma si rende conto di quello che scrive? Il fatto è che siete proprio voi a non credere nel vostro Paese. Vi vergognate di essere italiani e parlate di reputazione quando proprio restando nell’eurozona la nostra reputazione si è andata a farsi benedire, per il semplice fatto che voi economisti pro-euro che continuate con le vostre becere utopie fate da sponda ai quei politici assolutamente subalterni ai voleri dei paesi del nord, che hanno annientato, loro si, la reputazione dell’Italia e degli italiani ed intanto che lei prova testardamente a credere nella sua chimera i giovani vanno all’estero e non per libera scelta ma per necessità, i piccoli imprenditori in preda alla disperazione si tolgono la vita, le persone come me sessantenni che potevano finalmente andare in pensione, lasciando il posto ai più giovani, devono restare a lavorare oltre 40 anni e potrei continuare all’infinito. Sa cosa mi ricorda lei? Una scena del film amici miei, non ricordo se il secondo o il terzo, quando Gastone Moschin che sta finalmente per fare all’amore con la donna che da tempo corteggiava non riesce nel suo intento perché si ritrova nel bel mezzo dell’alluvione di Firenze e la donna che stava per abbandonarsi al desiderio esclama “ringrazio la Madonna per avermi salvato”(più o meno) e Moschin gli risponde “Oh è la Madonna per salvare te che fa allaga tutta Firenze?” ecco questo Paese per permettere a lei e ai suoi amici di andare dietro alle vostre illusioni che fa si autodistrugge?

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    10. @Becchetti. Mi permetto di intervenire: qui il discorso su questa fantomatica contrattazione fa acqua da tutte le parti!
      Se vuole trovare le fallacie del suo ragionamento, Le consiglio la lettura di un banalissimo manuale di Psicologia delle Decisioni (fino a 2 anni fa lo si studiava al 2° anno di Psicologia, ora al 5°...) e le faccio alcuni esempi: sunk cost, ancoraggio, biases ed euristiche vari. Ma soprattutto, bisognerebbe sfogliare un certo manuale di Tattica e Strategia: L'arte della Guerra. Non sarà stato scritto oggi da qualche super credibbbbile illustrissimo professore, ma nonostante ciò fa piuttosto bene il suo lavoro: se si costringe il nemico spalle al muro, questo reagirà con furore e spendendo ogni briciolo di energia spinto dalla pulsione a sopravvivere; invece bisogna lasciargli l'illusione di una via di fuga, così perderà determinazione e sarà più facile da annientare. Ecco, visto che anche secondo Lei i nostri nemici sono i nostri partners (interessante, vero? e nel frattempo le elites se la ridono e vanno d'amore e d'accordo) allora non dobbiamo metterli spalle al muro, ma lasciare un'uscita, che tradotto si dice: "io mi faccio gli affari miei, se vuoi troviamo un punto d'incontro, altrimenti sii pronto alle conseguenze". Ma ovviamente si possono anche invertire gli attori, e allora saremmo noi plebaglia a vedere un'illusione di via d'uscita dove non c'è, mentre le elites se la ridono e si preparano a finirci. Visto che quest'ultima mi sembra la spiegazione più probabile, forse dovremmo capire di avere le spalle al muro e reagire.
      Cordialmente, da un ragazzo di 25 anni che vorrebbe avere un futuro e che non ha nessuna voglia di sentirsi dire "armiamoci e partite".

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    11. @Andrea Caputi
      sono d'accordo con te che la "strategia"( piuttosto cazz..a ) di mettere la germania con le spalle al muro sia suicida, che solo un ingenuo o idi.spezzante del pericolo, può pensare di sposare.
      In effetti rileggere quanto scrive Becchetti, non mi sembra all'altezza del suo ranking ( dovrei essere retorico ), per cui la domanda ( a 'sto punto retorica ) è:
      ci è o ci fa (con tutto il rispetto) ?
      Ovviamente penso di conoscere la risposta.

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  47. Ha parlato ancora di Ucraina, in un certo senso lo fa dall'inizio della sua divulgazione.
    Seguendola da allora temo di aver capito che l'€ una è moneta da"guerra".
    Non solo perché ottiene in via economica quei risultati (asservimento, sfruttamento ect.) che si otterrebbero con un'invasione in senso classico.
    Ma è quello strumento monetario necessario ad un superstato impegnato in un confitto generale e simmetrico di lunga durata, che prevede uno sforzo produttivo straordinario governato da rigidi processi di pianificazione economica che solo la moneta unica può strutturare.
    Perché "agire sul lato dell'offerta...e riempire i magazzini", perché durante una guerra i magazzini si svuotano rapidamente.
    Ora spero di essere in errore in quanto è dimostrabile che la superUE impegnata nella III Guerra Mondiale la affronterebbe comunque meglio in regime di tassi di cambi variabili, ma non sono in grado di farlo.
    Un saluto.

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  48. Segnalo questo articolo su "le Monde", un giornale transalpidino, se ho ben capito.
    Prima o poi tutti dovranno accettarlo.

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    1. E' io segnalo questo articolo del "Die Welt"

      Con il titolo "I francesi sono incapaci a risparmiare".
      (Speriamo che i francesi non capiscano il tedesco)

      http://www.welt.de/wirtschaft/article132121908/Frankreich-schafft-es-einfach-nicht-zu-sparen.html

      Sembra che i tedesci incomicino a tirare fuori la loro *Dicke Berta" mediatica nei confronti della francia.

      Se poi uno si azzardasse a criticare il Surplus tedesco o anche i salari dei maccellai di 4-5 € al ora, in Germania scopperebbe il putriferio,

      Siamo decisamente al Wilhelm II, 2.0

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    2. Gianni,
      fantastica trouvaille come si dice tra collezionisti di antico.
      Ma l' articolo più importante e che consiglio di leggere a tutti è quello sotto linkato nell' articolo di Le Monde che però non si apre sul tuo post. Si dice in particolare:

      En effet, si la réaction des intérêts payés par les entreprises au taux d'intérêt à 3 mois est forte aux Etats-Unis, au Royaume-Uni, en Italie, en Espagne, en Australie, elle est faible dans les autres pays (notamment en France, où le lien, comme nous venons de le voir est quasiment inexistant). Ceci révèle les pays où la dette à taux variable prédomine.

      Le constat fait par Natixis ne s’applique donc pas à la France. A supposer que l’ensemble de la dette publique et privée soit reconverti en nouvelle monnaie nationale (selon la parité 1 franc = 1 euro), les intérêts privés versés n’augmenteraient pas à court terme.

      Concernant la dette publique

      Pour la dette publique, il est vrai que les taux d’intérêt seraient vraisemblablement plus élevés (sans politique monétaire expansionniste et donc monétisation de la dette) (graphique 7)


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    3. @Paolo Corrado
      si incazzano per il 4,3% francese ma non per il previsto 6% spagnolo. Se uno fa lo scemo, dovrebbe farlo con tutti, non solo con chi gli è antipatico.

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    4. Il clima in Germania è dicisamente cambiato, dal " La Germania si auto distrucce"(Deutschland schafft sich ab) al "Deutschland über alles".

      Spagnoli, francesi, italiani, russi, americani, inglesi, uguale, quai sè uno si azzarda solo minimamente a criticare la Germania, si incazzano subito. Mi sembra che è mera tattica psycologica. fare l'incazzato per fare distogliere da se stessi.

      questo almeno la mia osservazione, esce sempre la solita stronzata, è ma noi pagiamo per tutti, voi state zitti, chi paga commanda eccecc.
      abbiamo fatto le riforme, si fare le riforme in un europa che cresce tra il 2-3%, l'irlanda ha avuto dei picchi fino al 7% non è la stessa cosa, oggi siamo al zerovirgola.
      Poi le riforme se lo fà un paese solo ê una cosa, se lo fanno tutti è tutta un altra cosa, sè tutti vogliono esportare chi cazzo importa?




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    5. Alberto i Tedeschi si incazzano con i Francesi per due motivi:

      1)dovevano essere i loro compagni di merende ma....non ce l'hanno fatta ad essere ...come loro, e mai ce la faranno (fortuna loro);

      2)i Tedeschi sono MOLTO esposti sulla Spagna, che io ne sappia, e ...gli concederebbero anche un deficit al 20% o 40%, crepi l'avarizia (loro), pur di "rientrare dall'investimento". E' il famoso detto che gli Spagnoli sono debitori che "devono troppo", e quindi non possono matarli come fatto con noi.

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    6. Caro Persil, mi ero appunto riferito alla Spagna per quel problemino che tu accenni, qui trattato spesso ma qui siamo davanti a cose surreali.
      -H.W.Sinn, il caro rapace che vorrebbe sbatterci fuori, diceva a maggio che Eurostat trucca i conti per motivi politici e OECD certifica il -12,7% per il 2013, quest' anno la Grecia da come forecast il - 2,5%; vogliamo scommettere che quel dato è truccato per dimostrare che la Grecia è il più grande risultato dell' euro e sarà peggiore di quello del 2013? Lo dico perchè la spesa pubblica passa dal 53,4% sul PIL di gennaio 2013 al 58,5% di gennaio 2014, il deficit di bilancio era a luglio 2014 pari a - 2415 (siamo al 10% ma seguendo lo storico peggiora a fine anno) MLD su un PIL in calo pari a 241 MLD (ultimo 2014) contro 248 MLD (2013). I conti truccati in UEM danno conto di un fenomeno inquietante, molto inquietante a mio avviso.
      - Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia dimostrano inequivocabilmente il fallimento delle politiche fin qui applicate, ma non è che siano una novità solo europea, basterebbe leggere "La Globalizzazione ed i suoi oppositori" (2002) di Joseph Stiglitz che già esponeva i fallimenti generalizzati di tali politiche da parte di FMI.
      Persil, mio caro, quando leggo questi discorsi del tipo di quelli che fa Becchetti, ma debbo essere sincero, c' è di molto peggio, da ingegnere laureato molto tempo fa alla Sapienza, mi chiedo a quale livello di degrado sia giunta l' Università italiana e la Bocconi e la Luiss in particolare (purtroppo gli economisti possono fare e fanno indubbiamente più danni dei medici e degli ingegneri); almeno si leggesse e si capisse la storia (Bretton Woods Zimmermann), saremmo un pezzo avanti e certe cazzate potrebbero essere evitate sant' Iddio!

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    7. Perfettamente d'accordo, e da Fisico penso di intuire cosa hai affermato; il massimo del danno che posso provocare e' far inc...qualche cliente (finche' ce ne saranno ovviamente).

      A me la gente come questo Becchetti sta immensamente antipatica (sorry Prof. Becchetti) perche' vive in una torre d'avorio (SICURA E BEN PAGATA) e si permette di teorizzare (ci sarebbe un verbo piu' appropriato ma volgare, e non sia mai che esca dalla mia boccuccia) e di
      "fare politica" (maddeche, la politica seria e' un'altra cosa andiamo, mica lla robaccia di Mister Anellino al naso del SEL) mentre tanta gente volenterosa non riesce a dormire nemmeno con i sonniferi e ha pensieri GRAVI. Questi pensano all'amore fraterno e al volemose bene mentre ci ammazzano.

      Caro Becchetti, lei, in teoria, dovrebbe far parte dell'intelligenza, in senso Russo, della Nazione (con la lettera N maiuscola) ma purtroppo lei si e' schierato con chi la vuole morta e schiava; la realta', non la indoriamo, e' questa. Purtroppo les intello' sono quasi sempre funzionali al potere, lo dice la Storia.

      A che e' servita la scienza sua, di Ciampi, di Padoa quello senza n finale, di Padoa(n), quella di Monti (a proposito, ha mai pubblicato qualcosa di significativo voi che grufolate tutti i guiorni nei DB dei papers, ecc.? Se si, postate il link? Vorrei allietarmi la giornata....) che non aveva bisogno, per diritto di nascita, di lavorare? A cosa? A far fessi quelli che lavorano o aspirano a lavorare? Cosa volete fare: distruggere l'imprenditoria privata per lasciar posto al deserto a stelle (e forse striscie mediante strani trattati transoceanici)? Volete un posto a Harvard passando sui nostri cadaveri? Lei sa che a partire da quest'autunno partira' la scarica di tasse che il pischello a Palazzo Chigi ha gia' pianificato perche' solo i NON GUFI sanno che l'Italia e' gia' in ripresa?
      Chi le paghera' e come signor Arcobaleno?

      A proposito, gli Arcobaleni dove sono finiti?





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    8. Persil17 settembre 2014 10:38

      A che e' servita la scienza sua, di Ciampi, di Padoa quello senza n finale, di Padoa(n), quella di Monti…

      Sugli altri nulla quaestio ma, per la precisione o meglio l'acribia a cui è aduso il nostro molto riverito ospite (che il Signore ce lo conservi!), nel suo elenco il nome di Carlo Azeglio Ciampi, CAC in breve, non c'entra una beata fava.

      Scienza del CAC ? Suvvia il grande CAC, o CACone, ha fatto la carriera che ha fatto - e tutto il bene che è riuscito a fare in questa carriera - grazie a ben altri meriti che non quelli di una purchessia produzione scientifica… se non capisce le posso prestare righello e matita, anzi squadra e compasso, per unire i puntini.

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    9. Questo articolo credo serva meglio di altre cose a dare conto di alcune questioni che riguardano alcune università private, alcuni loro esponenti ed il livello delle loro professonalità.
      In altro blog avevo sparato a zero contro la Bocconi, con una mia analisi, ma non riesco a recuperarlo. Su Mario Monti, dico che non meritava assolutamente la carica di Senatore a vita; quali siano i suoi altissimi meriti, lo sa solo Gorgio Napolitano, cui poi, povero vecchio, il distruttore diede una grande delusione, entrando in campo, e col senno di poi dico, meno male perchè ha smesso di fare danni drettamente.

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  49. Prof, non la interpreti come la solita piaggeria, ma voglio scolpire questa sua frase per rileggerla il giorno dello showdown. FAVOLOSA!

    L'ovvia conseguenza è che quando la "sintesi" arriverà, quando ci si deciderà a dire che il cielo è celeste, chi lo dirà non verrà preso sul serio e non riuscirà a creare un consenso se non rilanciando sul tavolo del populismo. (cit. Bagnai 15/9/2014)

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    1. Dal cognome mi pare che tu sia sardo. Abiti ancora in Sardegna? Io studio a Cagliari

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  50. Prof, oggi voglio commentare con qualcosa che non è farina del mio sacco. A dire il vero, ripensando alle scelte e ai tweet di Leonardo Becchetti (notare che giudico il comportamento e NON la persona, come insegnano agli stracazzo di corsi per manager) mi è venuto in mente un versetto del Vangelo "siate prudenti come i serpenti e candidi come le colombe". Sicuramente un comportamento come quello di Becchetti (che oltre a essere, come abbiamo ripetuto fino alla nausea, un valido economista, sembra e sicuramente è anche una brava persona) è pieno del candore delle colombe: lui, quello che fa, lo fa sicuramente a fin di bene. Ma la prudenza (o, secondo altre traduzioni, l'astuzia) dei serpenti?
    Quando poi, per controllare la citazione, sono andata a guardare il Vangelo (Matteo, 10, 16), ho verificato però che non mi ricordavo tutto il versetto, ma avevo dimenticato la prima metà. Che recita: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi: siate dunque prudenti...". Ed ecco che cosa ho pensato: che forse una propensione fin eccessiva per il candore indica una visione sfuocata della nostra situazione. Priva, soprattutto, di un vero senso del pericolo. E cioè - e qui non mi riferisco più a Becchetti, ma parlo in generale - una visione che non coglie che qui non c'è in ballo una scampagnata, un'allegra merenda per cui tirare fuori i tavolini pieghevoli, no: qui ci sono lupi, qui ci sono pecore. Qui c'è un vero rischio, soprattutto per chi perde il lavoro e non ne trova un altro (rischio che obiettivamente non tocca particolarmente da vicino ordinari, bocconiani et similia), ma anche per l'intero paese, che diventa un paese-pecora pronto per finire in bocca al lupo, Un rischio che giustifica l'allarme che lei, prof, da tempo abbastanza disperatamente lancia. Ecco, prof, a me sembra che la differenza forse maggiore tra lei e "gli altri" è in fondo questa: che lei percepisce ed esprime come la situazione sia molto grave, molto più grave di quanto la dipingano gli altri, e vede, soprattutto, che le pecore rischiano di essere sbranate dai lupi (e qualcuna è già morta).
    A me, nella sua concitazione, a volte nella sua esasperazione, sembra di cogliere proprio questo: un diverso senso della gravità.
    Ma chi la crisi la vive sostanzialmente perché la commenta sui giornali e negli studi tv, facilmente farà fatica a cogliere la drammaticità del momento; così come Manzoni racconta che a Milano, nel 1630, i medici iniziarono finalmente ad accettare che era arrivata la peste bubbonica e comportarsi di conseguenza (combattendo il contagio) solo quando la malattia iniziò a diffondersi al di fuori delle case dei poveri, dove fino a un certo momento era rimasta confinata. Ma ormai era tardi e i morti iniziarono presto ad accumularsi sui carri dei monatti,
    In realtà, comunque, non volevo scrivere di questo. In realtà, dato che personalmente ho qualche perplessità sugli effetti di Twitter sulle relazioni umane, volevo ricordare invece una volta in cui Twitter ha generato tutt'altro. Quella volta, cioè, che copincollando per non so quale ispirazione un suo enigmatico post in tedesco nella finestrella di ricerca di You Tube mi sono trovata di fronte
    a questa meraviglia. (Ho cercato in tutti i modi di far funzionare il link attivo, ho controllato e ricontrollato gli stramaledetti tag, ma niente: nell'anteprima non funziona. Fate così, se non dovesse funzionare: andate su YouTube e scrivete "Der Herr ist mit mir" nella casella di ricerca e scoprite da soli che cosa succede: ne vale la pena.)

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    1. Quoto Nat:
      “In realtà, comunque, non volevo scrivere di questo”

      Invece, secondo me, proprio di questo si tratta, e hai descritto benissimo la sostanza del problema
      La differenza sostanziale è fra chi:
      - ha il cuBo al caldo, e sempre ce lo avrà = si può permettere tranquillamente di sperare e aspettare;
      - ha una spada di Damocle perenne intorno al cuBo = spera in una soluzione al più presto;
      - ha il cuBo già all’addiaccio = in balia dell’onde, fra questi la differenza sta in chi ha comunque mezzi di sopravvivenza e chi no.

      Ma non tutti hanno interesse a capirlo.

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    2. Hai risparmiato tre euro e aiutato molti altri a capire.

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    3. Vabbe', lo confesso: in realtà avevo scritto esattamente anche io "chi ha il culo al caldo fatica a cogliere la drammaticità della situazione", ma poi me ne sono pentita e ho cambiato.
      Perché devo dire la verità: a me è da anni, che quando vedo tutti quei bei culoni assisi sulle varie seggiole, cadreghe e poltrone da tolcsciò, che pontificano di tagli, sacrifici e riforme strutturali, sempre, sempre mi viene da dirlo: "facile, col culo al caldo".

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  51. Ma questi illusi che vogliono questo referendum, o altri che ipotizzano altre invenzioni altrettanto strampalate, oltre che avere il buonsenso di capire le cose semplici sottostanti alle Istituzioni europee e quelle tedesche, ogni giorno e da anni ci mostrano, nelle parole, nei documenti, nei comportamenti, fanno mai un giro sotto casa o nelle aree industriali e commerciali della loro città per fare un bagno di umiltà e di realismo? Hanno mai parlato con qualche artigiano o qualche imprenditore, hanno mai fatto, tanto per esemplificare, un giro sulla Laurentina fino a Pomezia con puntate sulla Pontina Vecchia o hanno mai girato in piccoli centri laziali o a Latina, per capire che qui non servono più i referendum ma semplicemente una virata di 180°? Capisco questi imbecilli di politici che hanno perduto da un pezzo il senso della realtà e del ridicolo, ma loro, gli economisti come questo Becchetti, uno dei tanti o i giornalisti che conosciamo, dovrebbero ancora avere un minimo di cuore e di capacità di vedere ciò che è sotto i nostri occhi; un vulcano che sta esplodendo e il tempo è quasi scaduto.

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  52. Caro Professore

    Vorrei, se me lo permette, citare un passo tratto da un libro che sto leggendo (il neretto é mio, la fonte è: Susan L. Woodward, “Balkan Tragedy: Chaos and
    Dissolution after the Cold War,” Washington: The Brookings Institution ,1995)
    « The real cause of the Yugoslav conflict is the disintegration of the governmental authority and the breakdown of a political and civil order. This process occurred over a prolonged period. The conflict is not a result of historical animosities and it is not a return to the pre-communist past; it is the result of the politics of transforming a socialist society to a market economy and democracy. A critical element of the failure was economic decline, caused largely by a program intended to resolve a foreign debt crisis. More than a decade of austerity and declining living standards corroded social fabric and the rights and securities that individuals and families come to rely on »

    Della stessa autrice un testo che ho già ordinato su Amazon e che leggerò avidamente : Socialist Unemployment: The Political Economy of Yugoslavia, 1945-1990. Princeton, New Jersey: Princeton University Press (1995).

    La Jugoslavia, nei dieci anni precedenti la sua dissoluzione ha applicato le ricette del FMI. In particolare, negli ultimi anni prima della guerra hanno applicato una terapia d’urto che sarebbe il sogno proibito dei Chicago boys di casa nostra e la disoccupazione è schizzata alle stelle (70% in Kosovo, i primi moti di protesta non sono stati di nazionalisti, ma di minatori rimasti disoccupati). La massa di disoccupati è facile preda del discorso nazionalista. Ironicamente, Milosevic era l’uomo del FMI a Belgrado.

    Inter alia, chissà se tra le repubbliche della federazione si era innescato un ciclo di Frenkel. Condividevano la stessa moneta e avevano economie diverse (diverse specializzazioni, diversi mercati di sbocco, diverse produttività). Di sicuro il sistema è andato in pezzi quando il FMI ha imposto al governo centrale di sospendere le redistribiuzioni dalle repubbliche in surplus a quelle in deficit. Ho letto qualche dato sugli scambi commerciali tra le repubbliche e delle repubbliche con l’estero, ma non ho le competenze per valutare quanto i differenziali siano “significativi”.

    Studiare queste cose mi fa stare male, perchè più capisco e più mi rendo conto che noi italiani non ne siamo immuni (nihil umano a me alienum puto, lo so…).

    I media europei hanno affrontato la dissoluzione della Jugoslavia adottando la chiave dl lettura dell’odio etnico storicamente mai sopito. Era mai sopito come negli stessi anni poteva essere mai sopito quello tra francesi e tedeschi. Forse era un modo di dire, educatamente, «si scannano perchè sono rimasti dei barbari », che mutatis mutandis è quello che i liberisti pensano dei poveri « sono poveri perchè se lo meritano .

    Saluti
    Nemo

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  53. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  54. Condivido appieno l'utopia. Troveremo un nuovo equilibrio fondato sulla cooperazione e lo sviluppo. La soluzione è nell'unione POLITICA dell'Europa. Sto parlando di un permier eletto [.cit]. La Storia è dalla nostra parte. Già.

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  55. Era notte, l'acqua era fredda ed i soccorsi lontani.
    Il capitano Edward Smith Becchetti fece un referendum chiedendo ai passeggeri se volessero affogare o meno.

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  56. "A great deal of intelligence can be invested in ignorance when the need for illusion is deep."

    Saul Bellow


    In effetti c'era bisogno di MOLTA illusione per inculare interi popoli col Fogno dell'euro...



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  57. @Becchetti

    In questo blog è giustamente vietato offendere gli ospiti.
    Ciononostante si consideri offeso.

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  58. Beh, rimane il fatto che il Fiscal Compact in costituzione, proprio perchè è una swronzawa (istruzioni: sostiture w con t.) pazzesca, svilisce e umilia l'intero documento, che è (era) molto prezioso in quanto frutto di una covergenza tra Cattolici e Comunisti nel dopoguerra, cioè tra Don Camillo e Peppone, che poi rappresentano con diversi abiti l'anima unica del paese, e per questo va assolutamente abolito.
    A prescindere dallle opinioni di merito (tipo, io avrei preferito una Repubblica basata sul divertimento...)

    Poi, se I Piddini non fossero sè stessi, le firme le raccoglierebbero i costituzionalisti, un economista serio non penserebbe di risolvere i problemi ritornando all'era preMonti, per la semplicissima ragione che le problematiche di oggi nell'era preMonti c'erano già tutte.

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  59. Non sono d’accordo. Anche io non conosco Becchetti se non per gli articoli divulgativi che periodicamente ci offre e per la cortesia che esprime nelle sue manifestazioni pubbliche. Ad oggi - mi pare - indiscutibile.
    Secondo anto, la cortesia che è associata alla pratica di perpetuare il massacro, dovrebbe impedirci di reagire adeguatamente. Ma dopo i modi cortesi di Mario Monti e le lagrime della Fornero, non ci sono più alibi, la misura è colma e noi dobbamo essere incazzati, sempre e senza sconti verso nessuno, ed io lo sono perchè vivo in mezzo da anni a chi soffre ed ha sofferto per questo sconcio della moneta unica. L' esperimento va solo abbattuto senza se e senza ma. Chiunque si metta in mezzo tra me e questo esito sarà oggetto di mia risposta incazzata e disinibita, sia per i danni già compiuti dall' euro e sia perchè la ragione scientifica e la storia precedente ne testimoniano la mostruosità.

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  60. @ Becchetti.

    Solo due esempi del valore degli "Stati Uniti d'Europa" che comunque lei auspica:

    quanto pensa che varrebbe una Ferrari "Made in Europe"?

    o un Veuve Cliquot "Made in Europe"?

    (perchè non so se ci ha mai fatto caso, impegnato com'è a elucubrare di cose inesistenti e insostenibili, ma un prodotto Made in Idaho o made in Carolina non esiste)

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  61. Puff puff, pant pant. Dopo due giorni passati a scaricare, tagliare e montare nei ritagli di tempo ho finalmente pubblicato l'estratto con gli interventi del solo prof. Becchetti alla trasmissione Omnibus del 9 sett. 2014 al meglio che ho potuto.
    Scusate per la qualità non eccelsa ma almeno bastano 32 minuti al posto delle 2 ore della trasmissione completa.
    Trattandosi di spezzoni video di una trasmissione pubblica spero non ci siano problemi, se dovessero esserci contestazioni contattatemi e provvederò a revocarne la pubblicazione.
    Ecco i link:
    parte 1
    parte 2
    parte 3

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  62. Caro Bagnai
    IL professore Becchetti ha surclassato perfino l’ indimenticabile ‘’ fognatore ‘’ .
    Se la religione è l’oppio dei popoli , a maggior regione la first best può essere
    l’oppio di Becchetti .
    Io capisco l’ importanza di avere dalla nostra parte docenti qualificati nell’ ambito
    della scienza economica , ma sono anche fermamente convinto che al dunque è il
    carattere di un uomo quello che decide le sorti in una guerra .
    E noi siamo in guerra .
    Becchetti deve assolutamente essere abbandonato a se stesso .
    Egli appartiene a quel tipo d ‘uomo che il Machiavelli chiama i profeti senza spada .
    Non si rende minimamente conto che le utopie in politica fanno macelli di uomini
    e di economie .
    La politica per definizione è l’arte del reale e del possibile che non lascia alcuna speranza al sogno .
    Si può essere utopistici in filosofia , nell’ arte , e persino nella scienza ,in genere in tutto l’ ambito intellettuale , e la guerra si svolge nel recinto della personale visione della vita .
    Per sua stessa ammissione il professore Becchetti dice che l’ uscita dall’euro è l’ultima risorsa che prenderebbe in considerazione . In questo caso è lui a trovarsi con le spalle al muro .
    Ma se lo può permettere , perché non rischia il posto di lavoro , e neanche la pelle se le economie vanno in malora .
    Non voglio entrare nemmeno nel merito della first best , ma per farmene almeno una rudimentale idea ho trovato questa descrizione nel Dizionario dell’ Economia e dellaFinanza della Treccani
    ‘’ first best Situazione che corrisponde all’ottimo di Pareto .
    ( ……… ) Tali condizioni difficilmente sono realizzate nella realtà.
    Quando una o più di queste non sono soddisfatte, si pone il problema di stabilire se sia meglio che le altre condizioni – ove possibile – siano rispettate, o se risulti preferibile violare alcune di esse.
    Il raggiungimento del f. b. può essere impedito da varie circostanze e, in particolare, dalla presenza di problemi di asimmetria informativa e di incentivi distorti, che non vengono considerati nell’analisi tradizionale del first best. Tali problemi, se gravano sul funzionamento dello Stato, possono limitare anche le possibilità di correggere le inefficienze del mercato attraverso l’intervento pubblico. Più in generale, il f. b. può risultare irraggiungibile, poiché occorre destinare risorse non solo alla produzione, ma anche all’organizzazione dell’attività economica.
    Mi chiedo può tutto ciò competere con le solide basi teoriche e pratiche della Macroeconomia ?
    Personalmente non credo ( mio atto di fede ) . Sicuramente non so .
    Buona serata .

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