domenica 25 maggio 2025

Breve ma veridica storia dei salari italiani

La storia che ci racconta il PD dopo, cioè che in Italia la crisi salariale è stata causata dal fasheesmo (inteso come Governo di destra) è in fondo quella che raccontavamo noi prima, cioè che in Italia la crisi salariale sarebbe stata causata dal fascismo, inteso come PD, cioè come comitato d'affari del grande capitale internazionale, con annesso squadrone di mazzieri "tennici". Nell'articolo "genetico" di questo blog, quello pubblicato sul manifesto ad agosto 2011, specificavo appunto che:

"Berlusconi se ne andrà: dieci anni di euro hanno creato tensioni tali per cui la macelleria sociale deve ora lavorare a pieno regime. E gli schizzi di sangue stonano meno sul grembiule rosso. Sarà ancora una volta concesso alla sinistra della Realpolitik di gestire la situazione, perché esiste un’altra illusione della politica economica, quella che rende più accettabili politiche di destra se chi le attua dice di essere di sinistra."

Come vedremo, le cose sono andate esattamente così. Va da sé che non tanto i colpevoli, quanto le vittime di questo sviluppo storico così banale, così prevedibile, non ammetteranno mai di essere stati traditi e mazziati da quell'asinistra cui avevano affidato la rappresentanza dei loro interessi. Appunto in questo risiede l'illusione della politica economica che descrivevo quattordici anni or sono, prima che la vedessimo così apertamente all'opera: alla sinistra tutto è concesso non solo e non tanto perché nel corso dei decenni ha saputo egemonizzare stampa e magistratura (questo è un altro discorso, fondato e forse più rilevante, che però ci porterebbe su un altro livello di analisi), quanto perché si dà per scontato che la sinistra i lavoratori li difenda (?), e che quindi anche quando somministra una medicina amara lo faccia per il bene del paziente. Il paziente, a sua volta, per mantenere un minimo di considerazione di sé, per mantenere coeso e coalescente il proprio io o il proprio ego, tutto può fare tranne che ammettere di essere stato platealmente preso in giro, e quindi a tutto darà la colpa (a abberluscone, a #acoruzzzzzione, a #erdebbitopubblico, ecc.) tranne che a se stesso per il fatto di aver votato chi ha voluto, e gestito con spregiudicatezza, un sistema economico in cui l'aggiustamento degli squilibri esterni (il reperimento di valuta pregiata con cui rimborsare i creditori esteri) può avvenire solo in un modo: abbattendo i salari per promuovere le esportazioni (e quindi accumulare valuta pregiata con cui rimborsare i creditori esteri).

La vera sostituzione etnica è infatti la svalutazione interna, il cui esito (non necessariamente intenzionale né consapevole) è sostituire la platea di consumatori residenti con una platea di consumatori non residenti, i cui consumi sono quindi, per definizione, esportazioni, e in quanto tali provocano un surplus negli scambi con l'estero. Il produttore residente può rinunciare a conferire potere d'acquisto al lavoratore residente, e quindi può pagarlo di meno, solo perché e in quanto che così facendo può sostituirlo con un consumatore estero. Naturalmente, finché dura. Il consumatore residente ha un difetto: se non lo paghi abbastanza, non può consumare abbastanza. Da qui in giù mi capiterà di parlare di "potere d'acquisto delle retribuzioni", ma sarebbe finalmente ora di fare chiarezza e chiamarlo "potere di fatturazione delle imprese", perché quello è. Il consumatore non residente ha un difetto: risiede in altri Paesi, soggetti all'insicurezza dei rispettivi cicli politici. Ribadisco: chi esporta beni importa problemi, i problemi dei Paesi che acquistano i beni esportati. Nota bene: lo dico da prima che il conflitto ucraino (o meglio, il suo acutizzarsi) rendesse il concetto sufficientemente chiaro a chi voglia capirlo.

Questo, naturalmente, non significa "autarchia unica via"! Ci mancherebbe altro! Significa solo che articolare un progetto di crescita sull'eccesso strutturale di esportazioni significa articolarlo sulla sopraffazione e la creazione di squilibri. Non è una buona base su cui costruire, e tutto il dibattito sui dazi andrebbe letto in questa ottica.

Tuttavia, qui ci occupiamo di un unico aspetto di questo vasto quadro: la dinamica della variabile che sostiene il peso dell'aggiustamento: i salari reali.

In questo post faccio un'operazione molto semplice: ripercorro con voi la storia del salari reali italiani, datando i principali fatti politici intercorsi dal 1999 a oggi (diciamo, dalla tredicesima legislatura ad oggi), in modo da attestare quando è successo cosa e possibilmente perché. Ovviamente per fare questo partirò da una succinta illustrazione delle fonti, e altrettanto ovviamente terrò da parte per il momento i vari fattori "confondenti" emersi nel dibattito avuto sotto ai post precedenti (potremo tornarci con calma), come il ruolo della fiscalità (nelle sue varie forme: il fiscal drag, il calcolo del reddito netto delle famiglie, ecc.).

Nel dibattito pubblico si parla di salari, abbiamo iniziato il blog parlando di salari, poi se volete parliamo di altro, ma intanto concludiamo questo discorso, anche per tacitare la pletora di imbecilli negazionisti che su Twitter continuano a voltare le spalle ai dati.

Una verifica delle fonti

Nei post precedenti abbiamo utilizzato come base dati l'Eurostat, perché facilita i confronti internazionali. Abbiamo però anche visto che la qualità dei dati non è sempre eccellente, che spesso non ne è chiaro il trattamento (grezzi? Destagionalizzati?), e soprattutto consideriamo che la polemica italiana si concentra sui dati Istat, per cui è meglio riferirsi a questi ultimi per evitare di essere accusati di "svicolare" utilizzando dati meno consueti al grande pubblico. Ho quindi rifatto rapidamente tutti i calcoli utilizzando il conto economico delle risorse e degli impieghi trimestrale (per estrarre le retribuzioni lorde e i deflatori dei consumi) e i dati sull'occupazione di contabilità nazionale per estrarre i lavoratori dipendenti:

L'impianto dei calcoli è questo:


(potete verificare e replicare scaricando i dati da qui) e il risultato è questo:

Storia dei salari

Per darvi un'idea, il momento in cui ho detto che il PD avrebbe tagliato i salari è evidenziato qui:


(terzo trimestre 2011) e sì, per evitare una lagna ricorrente vi dico che so benissimo che sotto Berlusconi già stavano calando (era anche scoppiata la crisi finanziaria globale, peraltro). Oscillazioni simili però, come quella dal picco precedente fino al puntino rosso, c'erano già state nella storia precedente, ad esempio fra 2002 e 2003. Un tuffo come quello causato da Monti subito a destra del puntino rosso, però, non si era mai visto (e in seguito si sarebbe visto solo fra 2021 e 2022 a causa di un imprevisto e del tutto eccezionale picco dell'inflazione).

Per aiutarvi nella lettura politica, di cui voi tanti siete vaghi, ho costruito questo specchietto cronologico:


(spero di non aver sbagliato le date), dove l'inizio di ogni Governo viene associato ovviamente al trimestre in cui il relativo primo ministro prestò giuramento al Quirinale. Nella seconda colonna vedete quindi il livello a cui si trovava il salario medio trimestrale (ai prezzi del 2020) quando i vari Governi hanno iniziato la loro avventura, mentre nella quarta colonna la variazione totale del salario medio trimestrale fra il primo e l'ultimo trimestre del rispettivo Governo, e nella quinta la variazione media (calcolata linearizzando, cioè dividendo la variazione complessiva per il numero di trimestri in cui il Governo è stato in carica). Quest'ultima operazione è indispensabile perché siccome Governi diversi hanno avuto diversa durata, una variazione complessiva anche importante può essere stata irrilevante in termini medi perché spalmata su diversi anni, così come può succedere il contrario.

Se ordiniamo i Governi secondo quest'ultimo criterio (la variazione media del salario reale trimestrale) otteniamo questa classifica:


da cui si riscontra facilmente che i due Governi che dentro l'euro sono riusciti a far crescere più rapidamente i salari sono il Meloni I e il Berlusconi III. Il governo Prodi I ha fatto bene, ma l'euro era di là da venire. I due killer invece sono stati, di gran lunga, Monti e LVI (Draghi), anche se va detto, a discolpa di quest'ultimo, che non era facile gestire una sorpresa inflazionistica come quella occorsa durante il suo mandato (ma era relativamente facile prevederla, come sapete).

Conclusioni

Non ve la faccio tanto lunga: la spiegazione che diedi ad agosto 2011, secondo cui si sarebbe dovuto ricorrere al PD per comprimere ulteriormente i salari, risulta completamente validata dai dati. La spiegazione del PD secondo cui la crisi salariale andrebbe attribuita al Governo di centrodestra è frontalmente smentita dai dati. Quando si spiega che nessuno può rimediare in un batter d'occhio a undici anni di politiche di deliberata compressione salariale (chieste da Draghi e attuate dal PD) la lagnetta è sempre la solita: "Ma ormai siete al Governo da tre anni, dovete fare qualcosa, la colpa non può essere sempre di quelli che c'erano prima!"

Il governo Meloni ha fatto qualcosa: ha realizzato l'incremento medio trimestrale del salario reale più alto di quelli registrati dal 1996 in qua. Non è abbastanza, naturalmente: performances come quelle dei governi Draghi e Monti sono difficili da compensare in un attimo. Ma la direzione è intrapresa, e, come ci dicevamo in una discussione precedente, lo stato deliquescente delle economie nemiche ci aiuta a mantenerla (giocherellare con lo spread gli farebbe esplodere il Paese sotto al sedere, quindi ora ci pensano due volte).

Va tutto bene?

No, naturalmente, né mi interessa dimostrarvelo in alcun modo. Vi ho solo fornito dei dati riproducibili, e vi posso anche dire un piccolo segreto: non andrà mai tutto bene! Le querimonie del PD in ogni parterre televisivo, da Porta a Porta a Rete 8, secondo cui "siete inzenzibbili, laggente stanno male e voi nun fate ggnente!" hanno rotto i coglioni perché sono pura demagogia! Che la gente stia male lo sappiamo meglio noi di loro, perché noi frequentiamo i nostri elettori (e questo blog ne è una dimostrazione), ma è altrettanto indubbio che dal 2022 in poi ogni giorno la gente sta meglio, e se contrastare la sorpresa inflazionistica era una priorità, il PD poteva metterci i soldi che desiderava finché era al governo con "the best one" (Draghi). Ora è un po' tardi per dire agli altri che cosa va fatto, e soprattutto per dirlo a uno che come me gli aveva detto prima perché quello che da utili idioti del capitale volevano fare sarebbe stato meglio non farlo.

Era chiaro ex ante (a me), spero sia limpido ex post (per qualcuno in più).

Buona domenica!

26 commenti:

  1. Il grafico a barre orizzontali evidenzia chiaramente la sottomissione delle forze centriste ed il tradimento degli infami grillini prima del governo Meloni.

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  2. Grazie per questo approfondimento a puntate sulla storia dei salari italiani: la rileggerò al mare il prossimo 8 Giugno, pensando a coloro che hanno appoggiato chi ha contribuito a scriverne le parti più infami, e che propongono oggi di rimettere "il gettone nell'iPhone", per rivendicarne il merito proprio alla parte politica che l'ha abolito. Spettacolo indecoroso, quello di chi finge di poter offrire la rivincita in una battaglia sulla quale ha scommesso che avremmo perso.

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  3. Nel settore pubblico la mancata difesa dei salari è ugualmente passata inosservata proprio perché portata avanti dalla sinistra. Ora si vedono aumentare gli stipendi dal governo di destra e vanno in piazza a scioperare.
    Considerarsi dei privilegiati perché col posto fisso ha illuso molti, gli stessi che hanno sempre ritenuto le partite iva letteralmente ladri, ma solo ora si rendono conto che lo stipendio non basta. Forse perché ora mancano i nonni con la pensione messa in famiglia e d’ altro canto le nuove leve trovano lavoro con salari molto bassi: credo che questa generazione che ha ignorato ciò che stava accadendo ed ha permesso e favorito col proprio voto la carneficina sociale sia la responsabile delle difficoltà dei propri figli e non sia stata riconoscente per ciò che i propri padri avevano costruito per loro.

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    1. *** Forse perché ora mancano i nonni ***
      Mancano i nonni perché mancano i nipoti. E i nipoti mancano perché i giovani non trovano un lavoro adeguato "per tempo" e quando lo trovano ( e ammesso che allora vogliano ancora"riprodursi") i (possibili) nonni sono ormai troppo vecchi e logori per supplire alle mancanze del sistema educativo nazionale.
      In pratica in "occidente" ( ed in Italia in particolare) è stata rotta "la catena sociale". Non è stato un caso ma una precisa direttiva delle "nostre" elites predatorie inebriate dalla " fine della storia" che hanno creduto di vedere nel crollo de l' URSS.
      Purtroppo noi "di nostro" ci abbiamo messo il fatto che siamo intrinsecamente "piddini" , e i "piddini" , dopo la fine de l' URSS erano "sul mercato" e a "poco prezzo".😡

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  4. Buonasera Prof. È tardi, non dormo. Come si fa a dormire dopo un post come questo… La conferma a base di dannati, maledetti, ma inconfutabili DATI, che conferma la percezione quotidiana che, da anni, stavamo perdendo il nostro potere d’acquisto. Ma i sindacati (quelli normali) non dovevano “difendere” “ l’occupazione” e il “potere d’acquisto” dei lavoratori? Mi sa che da qualche parte hanno modificato il loro Statuto… e pochi se ne sono accorti.
    Oggi per combattere tutto questo ho messo mano al portafoglio e sono andato fuori a pranzo con la famiglia (tre generazioni). Ho deciso di far ripartire l’economia: quella spicciola, quella di tutti i giorni, quella sotto casa mia. Quella della mia città. Il locale (piccola trattoria) era stracolmo di gente (età media sui 65, così a spanna). Quelli che i risparmi se li sono sudati lavorando duro e tanto (diciamo dieci ore al giorno in fabbrica dagli anni Sessanta agli anni Novanta?). Non so se ho dato un esempio buono o cattivo. Ho pensato nella mia ingenuità che era meglio far girare l’economia domestica di quella internazionale, visti i tempi (un proverbio siciliano dice “Augura bene al tuo vicino”). Mi sembrava giusto farlo. E siamo stati tutti bene.
    P.S. la trattoria ha offerto materie prime di nicchia di eccellente qualità. La scelta di non dare sòle alla gente ripaga. È per quello mi confermava il titolare, mentre pagavo il conto: lui da mesi (ma lavora da trent’anni nella ristorazione) ha il tutto esaurito.
    Mi sembra che certe lezioni le dovrebbero imparare alcuni partiti, ma sono ancora così pieni di sé che non se ne accorgeranno nemmeno quando il tribunale fallimentare della Storia gli chiederà i libri contabili :-). D'altronde un altro proverbio siciliano dice “Chi nasce tondo non può morir quadrato”. Buonanotte.

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  5. Se avete delle mollette da bucato, mettetevele sul naso e andate a leggere i commenti nella cloaca. Qui, nonostante tutto, anche i troll aiutano a mandare avanti il discorso. Lì, in assenza di moderazione, domina una specie di italiano medio macchiettistico creato dal PD per buttare in vacca qualsiasi Tentativo di approfondimento. Il problema è che le persone abboccano. Basti dire che uno presenta un grafico in termini reali e la domanda è: ma hai tenuto conto dell’inflazione? L’ignoranza profusa resta un grosso problema, e il fatto che gli operatori informativi ci giochino per amplificarla è effettivamente la tomba della democrazia.

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  6. Il post ha rettificato in meno le rivalutazioni dei salari, sostanzialmente stabili dal 1995. Se poi a questo aggiungiamo l’effetto del fiscal drag allora scopriremo per i redditi più bassi una loro riduzione di almeno il 10%. Per onestà intellettuale si dovrebbe dire che la Meloni più che cercare di rimediare ad una ingiustizia ha subito il rinnovo dei contratti. A riprova il fatto che nelle sue modifiche delle aliquote fiscali non ha adeguato come doveva il reddito minimo non tassabile. D’altra parte però una opposizione che denuncia è l’apoteosi della ipocrisia, visto che nel 2022 la situazione era talmente grave (inflazione tendenziale 1/1-31/12, quella che conta, all’11,5%, ben superiore all’inflazione media considerata) che almeno in quel caso un adeguamento degli scaglioni e delle detrazioni andava fatto.
    Però è troppo semplicistico dire che la colpa è dell’Euro e poi non avremo mai un politico, nemmeno della Lega, che abbia il coraggio di uscirne; anche perché gli effetti nel breve periodo sarebbero devastanti.
    Le stime della rivalutazione dei salari sono tutt’altro che semplici e me ne sono accorto vedendo come sono andati in crisi sia Grok che Meta (AI). Per loro la perdita dagli anni 70 è di oltre il 50% (il 63% per meta) e il più grosso danno si è avuto nel decennio 1970-1980 (30% circa). Stime che lasciano il tempo che trovano ma probabilmente per i salari dell’epoca la crescita non è stata idilliaca nonostante quella del PIL non fosse proprio da disprezzare. Più che fare le stime con fonti probabilmente inattendibili occorre cercare un nonno ragioniere ancora sveglio che si occupava di paghe e che ricordi gli stipendi netti dell’epoca e quanto veniva data fuori busta (all’epoca fenomeno diffuso), sia per gli straordinari, sia per compensare abilità particolari. Non è una battuta. Calcolare la rivalutazione degli anni ’70 è particolarmente importante perché ci permette di testare un periodo in cui eravamo fuori sia dall’Euro che dallo SME, con gli effetti sull’inflazione, che a detta degli economisti antagonisti è la causa principale della riduzione reale degli stipendi.
    Credo che l’Euro sia stato un danno ma nel punto in cui siamo occorre una fase intermedia che potrebbe diventare anche definitiva. Infatti il danno non è tanto una concorrenza sleale, che semmai è una conseguenza del fattore principale: una discrepanza sugli interessi reali sui titoli di Stato. In effetti le difficoltà nel gestire il bilancio nel Governo Meloni è dovuto anche al fatto di avere avuto un ulteriore spread da differenza inflazione, che è stata più bassa in Italia (io considero l’inflazione del periodo 1/1-31/12 anziché quella media, che rileva più tempestivamente le variazioni). Occorre quindi una modifica dei trattati che tenga conto del salasso che abbiamo avuto per i continui quanto inutili avanzi primari. C’è una soluzione che non ha costi: QE mirati ad acquistare titoli di Stato con gli interessi più elevati al fine di avere un livellamento dei tassi di interesse, e successivo annullamento del debito sottoposto a condizioni. Condizioni che più che imporre austerità è imporre una razionalizzazione delle spese tagliando i rami secchi (ce ne sono eccome) e destinando le risorse liberate, oltre quelle liberate dai minori interessi, a investimenti più proficui e indirizzare fondi anche nelle risorse dove siamo più carenti (esempio medici di famiglia più presenti che ci evitino ricoveri non necessari). Questo ci garantirà un moltiplicatore fiscale più elevato e una inflazione che cresce meno.
    Poi il passo successivo è una armonizzazione fiscale partendo proprio dagli scaglioni, troppo bassi per il nostro Paese e troppo penalizzanti per quelli più poveri.
    Come non si può essere d’accordo, economisti filo-Euro e Euro scettici?

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    1. Gentile Onorevole,
      non ho ben capito cosa tu intenda per “so di sapere”. Forse ironicamente si sottintendeva che non so di non sapere? Allora ti correggo: lo so di non sapere e per questo cerco il confronto entrando nel merito. Devo cercare di informarmi perché sono proprio gli economisti che non sanno di non sapere e arrivano a osannare l’Euro (la maggior parte per la verità) o a considerarlo il male assoluto, senza che vi siano posizioni che imparzialmente ne evidenzino i pregi e difetti. Io che l’Euro fosse una fregatura l’ho capito con i dati sugli avanzi primari del periodo 1990-2019, di gran lunga superiori alla media UE e a quelli della virtuosa Germania, con contestuale aumento del debito pubblico. Da “ragioniere” di quelli di un tempo, veramente bravi, volevo capire perché i conti non tornano e le risposte (o meglio non risposte) le ho avute anche tramite questi confronti, iniziati prima con i vari adulatori dell’Euro, tipo Boldrin e De Blasi. “Il mercato” non mi convince, soprattutto se parliamo di un periodo di ben 30 anni.
      Da comune cittadino cerco di capire quale potrebbe essere la soluzione per uscire da questo stillicidio di riduzioni di stipendi, oltre che di continui tagli a servizi essenziali quali la sanità.
      Non contesto ovviamente i dati dell’Istat, solo che più che cercare un governo colpevole credo sia utile trovare i motivi che hanno portato a tale situazione prima e le soluzioni poi. Per questo oltre che snocciolare le date dei governi sarebbe utile spiegare nel dettaglio cosa si sia sbagliato (austerità ok), ma cosa è stato fatto di buono, visto che gli stipendi sono cresciuti anche con l’Euro. A questo proposito poi è molto utile sapere quando gli stipendi siano cresciuti nel periodo 01/01/1970 – 31/12/1980, perché quello dovrebbe essere una sorta di paradiso in cui non vi era né Euro, né SME. Utile farlo anche perché all’epoca l’inflazione era elevata, considerata male assoluto dai pro Euro. Utile farlo considerando gli stipendi netti, perché il fiscal drag in quel periodo era molto elevato per ogni anno. Ecco perché in mancanza dei tuoi dati (se ce ne sono di quel periodo ti sarei grato mi fornissi il link) il nonno ragioniere, di quelli svegli, che si occupava di buste paga, che si ricordi lo stipendio netto nel 1970 e nel 1980 potrebbe anche non essere una utopia e sicuramente fornirebbe un dato più attendibile dell’AI. Poi calcolando l’inflazione il gioco è fatto. Non era una battuta! Purtroppo il nonno (che poi per la mia età sarebbe solo uno zio) ragioniere non ce l’ho. Sarei molto curioso di avere questi dati ma temo per te che siano deludenti. A riprova forse che l’uscita senza se e senza ma dall’Euro potrebbe non portarci al paradiso promesso, nonostante i danni che finora ci ha combinato.
      Comunque la soluzione l’ho menzionata nel commento precedente. Poi puoi anche dirmi che è una fesseria e così posso anche entrare nel merito e perfino ammettere, se ci sono i presupposti, che effettivamente lo era.
      Sono stato fazioso nel vedere la causa dell’aumento degli stipendi nel rinnovo dei contratti? Non ho dati precisi e quella mi sembrava la spiegazione più logica. Qualche contratto sarà pur stato rinnovato e quindi avrà avuto i suoi effetti nell’aumento degli stipendi. Poi, constatato l’aumento dell’occupazione, mi dovrai spiegare perché a fronte di questo non abbiamo un aumento del PIL significativo. Forse i nuovi occupati vanno in settori a basso valore aggiunto e quindi bassi stipendi? In tal caso il contributo all’aumento degli stipendi sarebbe minimo e il fazioso saresti tu. Poi ti ricordo che la mia convinzione era dettata dal fatto che l’aumento del reddito non tassabile, nella recente revisione delle aliquote, non è stato adeguato all’inflazione. Ti ricordo anche che la propensione al consumo dei poveri è molto elevata, quindi un tale adeguamento avrebbe avuto effetti significativi sul PIL. Perché non è stato fatto? Dove è questa propensione a tutelare gli stipendi medio bassi, sempre più bassi, di questo Governo?

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    2. Che faccia tosta!
      E dico “tosta” perché parlo bene.

      Consigli di aggiunte varie, per gatekeepers in erba:
      …. eeeeh il riscaldamento globalle allora?....
      …. e er debbbbito pubbbblico? …..
      …. e la Cina? …
      ….. e i gaz serra? …
      ….. e a' corrruzzzione? …
      …. Putin! …
      …. i fasci! …
      …. gli italiani, ecco il problema! ….
      ….. gli ufo forse esistono ma la terra non è piatta! …
      …. o partiggggiano portami via! …
      …. i mercati sconteranno e ci disciplineranno!…
      …. alla Roma manca un centravanti!…
      …. nel minestrone non ci va il pepe! O forse sì, pure quello? …

      Dimenticavo:
      .… Trump! ...

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    3. Calma, non diamogli idee! A noi piace la sua freschezza!

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    4. Comunque alla fine il "nonno ragioniere" l'ho trovato:
      https://www.storiologia.it/tabelle/popolazione06.htm
      basta calcolare gli indici di rivalutazione Istat (FOI) e il gioco è fatto. Però non dà dati molto confortanti per il periodo 1970-1980 e quindi forse la mia soluzione in un commento precedente potrebbe non essere del tutto sballata. Occorre solo una compattezza degli economisti italiani nel chiederla.

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    5. ...Che in effetti i nobel 2024 in un certo senso hanno rivalutato anche la figura del nonno saggio

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  7. La situazione è nota e, ora, anche descritta numericamente per filo e per segno. Il tema, purtroppo, è però sempre quello: finché abbiamo la camicia di forza UE come se ne esce? E la camicia di forza UE non la toglieremo mai, a causa non solo dell'informazione inquinata (è la credenza e non la verità a spostare i voti), ma, credo, soprattutto del fatto che l'UE ha tante risorse da distribuire e dunque, quanto meno per alcuni, fa comodo in ogni settore e schieramento. La brutta verità è che ogni euro in più nel bilancio UE è una piccola fetta di libertà in meno per i cittadini degli stati membri. Non è dunque certo un caso che vogliano aumentare le dotazioni di quel bilancio: sanno che la maggioranza dei politici nazionali può opporsi a tante cose, ma difficilmente, specie se governa, andrà contro ad un potenziale aumento di risorse disponibili.

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    1. Sì, il problema è esattamente quello, cercare di circoscrivere la quantità di spesa pubblica intermediata da Bruxelles, cioè il potere di ricatto di Bruxelles sui nostri bilanci. Non è cosa semplice e il PNRR rappresenta un precedente pericolosissimo.

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  8. Buon giorno Bagnai... Allora mancano 2 annetti... Ma lei che è a Roma davvero i palazzi tentano le elezioni ora? O è solo la schlein che dice "ehy guardatemi sono qui" per non essere dimenticata? E in questi due anni che rimangono si riesce a portare a casa ancora di più?

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  9. avendo capito la causa della compressione salariale come unico strumento di aggiustamento, in un contesto di austerità non utile e peraltro confutata dai dati macroeconomici, non sarebbe necessario e sufficiente appellarsi ai diritti costituzionalmente garantiti, e ridurre il potere ricattatorio del fiscal compact di montiana memoria? Infatti questa triste vicenda della storia recente italiana rimane uno dei più insondabili misteri cosmologici, alla stregua dell' Hajar al-Aswad della Mecca, con cui condivide un'ineffabile storia di venerazione umana

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  10. Al tempo del governo Monti (che sorrideva a pranzo con la Camusso), della macelleria sociale in Grecia, ad uno del PD, come io ero allora, sarebbe potuto venire il dubbio che ci fosse qualcosa di sbagliato nel racconto che veniva fatto della realtà dai progressisti. Come si potevano giustificare, da sinistra, quelle politiche che mortificavano i lavoratori?Quel dubbio trovò, in questo blog, delle risposte rigorose ed esaustive, che mi costrinse a guardarmi allo specchio e dirmi che non avevo capito niente.
    Il problema, forse, è che dover ammettere di non aver capito nulla, di essersi fatti prendere per i fondelli, è difficile.
    È più semplice vivere in una menzogna? Probabilmente per molti è così.
    Vivere nella menzogna non ti fa domandare perchè, quando c'era Monti, la CGIL non faceva manifestazioni di piazza, non ti fa domandare da dove proviene il problema dei salari, ma ti consente di guardare con soddisfazione i cortei della CGIL, che difende i lavoratori solo quando al governo c’è il centrodestra.

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  11. Si potrebbe quindi dire che la questione dazi si possa inserire nella stessa dinamica descritta nel post 'genetico' del blog allargata a livello globale?

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  12. Domanda da ignorante: perché in questo grafico ora saremmo ai livelli del '96, mentre nel grafico di qualche settimana fa eravamo appena tornati ai livelli del 2007? È solo dovuto all'uso del database ISTAT? Chiedo scusa in anticipo se la risposta è ovvia.

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    1. No, la domanda è ben posta. Ci sono sì delle differenze fra Eurostat e ISTAT (ne abbiamo vista una sui deflatori nei post precedenti, a titolo di esempio) ma la principale differenza fra questo grafico e Il precedente è che nel precedente utilizzavo (scorrettamente) gli occupati totali, mentre qui utilizzo (correttamente) i lavoratori (cioè gli occupati) dipendenti. Il motivo per cui bisogna utilizzare i dipendenti è che i salari sono la loro retribuzione. Negli occupati totali ci sono anche gli autonomi, la cui retribuzione non è un salario. Il fatto che qui, A parità di numeratore, si raggiunga un punto di arrivo più basso (e sostanzialmente pari al punto di partenza) significa ovviamente che il denominatore, cioè gli occupati dipendenti, ha avuto una dinamica più sostenuta che nel grafico precedente, cioè più sostenuta rispetto agli occupati totali.Questo ha un senso, perché in particolare dal COVID in poi (ma già in precedenza) i lavoratori autonomi erano in lieve flessione. Se ci fai caso, un’altra conseguenza dell’usare un denominatore più ristretto (perché è più corretto) è anche che il rapporto sia più alto. Qui i salari partono da 6800 (e ci tornano) mentre nell’altro grafico i salari partivano da 5500 (E finivano un po’ più in alto). Ricordo che si tratta di valori mensili lordi, quindi per avere l’idea di cosa significhi in termini di mensile bisognerebbe intanto dividerli per tre e poi sottrarre il gettito fiscale (abbiamo parlato in un posto precedente delle difficoltà relative a quest’ultima operazione).

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    2. Certo, molto chiaro grazie. Mi intristisce soltanto che i danni fatti dai vari governi a trazione PD siano quindi ben più gravi di quello che credevo. Non solo non siamo tornati ai livelli di prima della crisi, ma siamo ancora fermi ai livelli precedenti all'entrata nell' Euro! Una generazione perduta, 25 anni, come diceva in precedente post.

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  13. Buongiorno onorevole. La seguo felicemente da davvero tanto tempo, comprese le interessanti dirette fb, dai tempi della censura sull'unità e dall'apertura del blog che non esiste. Una riflessione: come può questa destra al governo in generale, e la Lega in particolare, a definirsi *conservatrice*, in contrapposizione ad una sinistra "progressista", se in realtà la sinistra, che ha governato per decenni, si industria per mantenere il sistema di potere di Bruxelles, mentre la destra ha una direzione che (vivaddio!) mi sembra voler costruire un nuovo importante capitolo nel quale prendere le distanze dalla UE che tutto mi sembra fuorchè "il vento di novità"?
    Come si fa a definire "progressista" un sistema ideologico che relega i "ggiovani" alla scelta tra emigrare o rimanere a fare la cat race con gli scienziati importati dall'africa? Lavoro precario, instabile, disumanizzazione dell'avversario politico, vincolo esterno, e battipugnismo.... praticamente come nel secolo scorso! Come fa ad essere questo il "progresso" e la sua negazione "ideologia conservatrice"?
    Grazie per quello che ha fatto e che sta facendo.

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  14. Un articolo prezioso basato su dati oggettivi. Altrettanto oggettivo è che i governi tecnici Monti e Draghi non erano sostenuti solo dal Pd, ma da maggioranze composte da quasi tutti i partiti (si veda Wikipedia per chi non ricorda dettagli)

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    1. Con tutto il rispetto (e oltre), quelli che "a loro non la si fa perché sono fuuuuuuuurbi" mi avevano rotto i coglioni già prima di cominciare (ci sono svariati post a loro dedicati), quindi magari tronchiamola qui, vuoi?

      All'opposizione di Monti ci furono solo la Lega Nord e l'Italia dei Valori, e all'opposizione di Draghi ci fu solo Fratelli d'Italia.

      Quindi diciamo che siamo pari: noi ci siamo opposti all'esecutore e loro al mandante, ma con due differenze. La prima furono le condizioni in cui la Lega Salvini Premier, contro il mio parere, decise di dare la fiducia a Draghi: in piena pandemia, con il Paese nelle mani di un pazzo traditore che eravamo riusciti a stento a fermare sul MES, e che per rappresaglia cannoneggiava le Regioni del Nord, lasciando presagire una spaccatura del partito se non si fosse fatta qualsiasi cosa per togliercelo di torno. La seconda fu il modo in cui gestimmo la situazione: mandandolo a sbattere contro il Quirinale nel modo che descrive Claudio nel suo libro (in sintesi: lunga promessa con l'attender corto), e congedandolo col meraviglioso discorso di Massimiliano Romeo.

      E quindi?

      L'istigatore delle politiche di austerità è stato il PD da sempre, da quando una parte di esso era il PCI di Berlinguer. Questo dice la storia. Le polemicucce non mi interessano particolarmente, ma oggi è festa e posso anche partecipare...

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