domenica 8 settembre 2024

I cretini e il saprofita d'Europa

Ogni tanto in questo blog ci siamo dovuti occupare del cretino, quell'essere sulla cui nefasta prevalenza Fruttero&Lucentini ci avevano ammonito nel 1985, e dalla cui tendenza alla specializzazione Flaiano ci aveva messo in guardia nel lontano 1956, nel prefigurare l'avvento del "medioevo degli specialisti" (ma era solo uno sconosciuto scrittore di provincia, no? Eppure, col senno di poi...).

Sulla prevalenza ci siamo esercitati anche noi e l'argomento pare stia tornando di moda. Dei cretini invece ci siamo occupati l'ultima volta un annetto fa a proposito della Brexit, ma credo sia d'uopo un supplemento, per sostanziare, o meglio, risostanziare, il contenuto di questa diretta breve ma intensa:


Dico: risostanziare, perché del tema (la pretesa funzione di "traino" esercitata dalla Germania sull'Eurozona) ci eravamo già occupati in modo tombale nel febbraio 2012, cioè oltre dodici (12) anni fa, in due post che suggerisco di rileggere (perché va bene "il giorno della marmotta", ma credo sia vostro interesse crescere culturalmente):

1) Reichlin vs tutti, ovvero Germany vs Eurozone;

2) La locomotiva d'Europa e le locomotive della Germania

Bene. Quindi ora rileggeteli, visto che stamattina ho perso una mezz'oretta a restaurarli reinserendo grafici e tabelle originali (ho deciso di non combattere la battaglia con gli informatici del mio ateneo: perché affrontare un ostacolo quando gli si può girare intorno?). Buona lettura.












































































Avete fatto?

















































































No?












































































Sentite: io mi sono rotto i coglioni di ripetere sempre le stesse cose, per cui quando vedete un link, cioè una porzione di testo evidenziata in questo modo, dovete farmi il cazzo di favore di cliccarci sopra e leggere, perché il Dibattito non è un testo: è un ipertesto, e a chi non lo ha capito verranno le doppie punte, l'alitosi, e ogni notte apparirà in sogno un Padre fondatore per ricordargli quanto sia dolce e decoroso morire per Maastricht. Va bene così? Adesso rileggete quei due cazzo di post e andiamo avanti.



























































Bene. So che a molti non era chiaro che il Dibattito è ipertestuale, ma sono lieto di avere avuto un'occasione per chiarirlo pacatamente, e altrettanto pacatamente ve ne illustro i vantaggi, che poi sono ovvi: non ricominciare sempre da zero, e quindi procedere più avanti sulla strada della conoscenza.

Perché vedete: il fatto che un Paese che ha fatto del mercantilismo, cioè del vivere di esportazioni, cioè di campare sulla domanda (capacità di spesa) altrui, cioè del sottrarre ai propri partner commerciali domanda interna per rivolgerla verso i propri beni (indebolendo la crescita dei suddetti partner), non possa essere una "locomotiva" dei Paesi cui sottrae domanda, cui vende beni, da cui non compra beni, è piuttosto semplice da capire (e infatti chi non lo capisce è un cretino, e ogni tanto questo gli andrebbe detto, per mera carità cristiana, cioè per evitare che si faccia delle illusioni). Non può essere una "locomotiva" (non può trainare i Paesi dei quali non sostiene la produzione, mi sembra ovvio: non sono così tanto cretino!), e non può nemmeno essere, conseguentemente, una credibile potenza imperiale. Lo sono gli Stati Uniti, che infatti sono strutturalmente compratori netti dei beni altrui, anziché venditori netti dei beni propri, anche perché questo, come spiegato in innumerevoli sedi, comprese quelle scientifiche, è il modo più ovvio per far circolare nella propria area di influenza la propria moneta (scambiarla con gli altrui beni). Ma dei risvolti finanziari potremo parlare (cioè riparlare, da brave marmotte) più diffusamente quando ci saremo scrollati di dosso i fastidiosi cretini!

Tuttavia (e qui si vedono i benefici dell'ipertestualità - per chi vuole approfittarne - e del riprendere i discorsi da dove si erano lasciati, anziché cominciare ogni volta da capo), nonostante che questo dato sia ovvio (un Paese mercantilista esporta deflazione, non crescita), nei dodici anni da cui abbiamo affrontato l'argomento qualcosa potrebbe in effetti essere cambiato. Che so? Magari la Germania potrebbe essere andata in deficit nei riguardi dell'Eurozona, sostanziando così il proprio ruolo di "locomotiva", cioè di acquirente netto? Oppure potrebbe essere andata in surplus nei riguardi della Cina (scemenza sostenuta autorevolmente in uno dei due post che vi ho chiesto di rileggere e che senz'altro avete riletto), avvalorando la tesi di quelli secondo cui grazie all'elevato livello dei suoi investimenti e della sua ricerca la Germania è in grado di competere con la Cina, e di riflesso consente, esportando in quel Paese lontano, a tutti noi di beneficiare dello sbocco su un mercato così importante?

Ecco: a distanza di dodici anni un tagliando a quei due  post può valere la pena di farlo, aggiornando gli stessi grafici e le stesse tabelle. Ci servirà a vedere se magari siamo diventati noi cretini, grazie alla nostra proverbiale adorabile supponenza, o se i cretini sono rimasti tali, a causa della loro proverbiale disprezzabile ottusità. La risposta penso di saperla, perché dell'andamento dei surplus tedesco abbiamo già parlato in lungo e in largo (una delle ultime volte nel post sui banchieri filantropi), ma mi dispongo con animo sereno e laico a riscoprirla con voi.

Partirei quindi dal grafico su cui Lucrezia Reichlin aveva spudoratamente costruito una fake news: quella secondo cui "il suo surplus commerciale [della Germania, NdCN] si è accresciuto soprattutto grazie all’export verso i paesi extra Unione: Cina, Paesi del Centro ed Est Europa e Paesi Produttori di Petrolio":


La fonte della Reichlin era il Fmi (che poi vuol dire tutto e niente: nel WEO ad esempio non ci sono i dati per origine e destinazione). All'epoca verificammo sul Data Explorer dell'OCSE, che nel frattempo ha cambiato struttura, diventando meno intuitivo da usare, ma nel frattempo è diventato più intuitivo da usare (ed è espresso in euro) il Data Browser dell'Eurostat, quindi utilizzo lui.

Per prima cosa vediamo se replicando oggi il grafico che sputtanava sbugiardava l'esimia collega, cioè questo:


dodici anni dopo e su un diverso database otteniamo cose diverse:


e no, spiaze (poco), ma quella della Reichlin si dimostra, con poca sorpresa, una fesseria assolutamente resistente alla prova del tempo: si conferma che il suo ponzoso editoriale confondeva le esportazioni extra-Eurozona con quelle mondiali, e che nel periodo da lei considerato le esportazioni verso l'Eurozona erano state sistematicamente superiori a quelle verso l'esterno dell'Eurozona, confutando l'assunto che la Germania crescesse prevalentemente a spese altrui: cresceva invece prevalentemente a spese nostre! Era il noto gioco di prestare (via banche franco-tedesche) ai PIIGS i soldi con cui comprare le automobili e i sommergibili tedeschi (e quest'ultimo dettaglio mi sa che non ve lo ricordavate: pensa che risate si sono fatti i turchi!).

Possiamo quindi fiduciosamente estendere il grafico per vedere se poi le cose sono cambiate in qualche modo e come, cioè se la Germania abbia smesso di crescere a spese nostre, e se magari abbia addirittura contribuito alla nostra crescita, diventando un importatore netto dall'Eurozona per sostenerne le economie, come più o meno in quegli anni chiedeva tanto appassionato quanto inascoltato il partigiano Joe!

Il grafico esteso è qui:


(non si riesce ad andare oltre al 2021), e ci dice quello che già sappiamo e che avevamo visto, ad esempio, qui (dove però consideravamo il saldo delle partite correnti, quindi non esattamente gli stessi dati):

Dopo aver assassinato i suoi mercati di sbocco interni, la Germania è stata costretta a rivolgersi a mercati di sbocco esteri, da cui una esplosione del surplus merci extra-zona e un relativo smorzamento del surplus merci intra-zona.

Ma... vuol dire che la Germania ha cominciato a sostenerci con la sua crescita?

Prima di rispondere togliamoci subito un altro sassolino-ino-ino dalla scarpa. Sarà veramente vero, come dicono i cretini, che la Germania è in surplus con la Cina a causa della sua leadership tecnologica? Ci eravamo esercitati anche su questo, facendo vedere all'epoca che no, non era proprio così:


La Germania era (abbastanza ovviamente) in deficit con la Cina, in quanto principale hub di smercio, via Amburgo, di quella che all'epoca era paccottiglia cinese (magari ribrandizzata Made in Germany) e che oggi sono prodotti a sempre maggior valore aggiunto. Ma le cose sono cambiate? Cerrrrrto che no! In effetti, replicando quel grafico coi dati Eurostat otteniamo questo:


I numeri sono drammaticamente gli stessi, per cui rinvio al commento che feci qui, e prolungando il grafico approdiamo su un #sevedeva:


I tedeschi hanno sì provato a diventare esportatori netti verso la Cina, ma non ci sono mai riusciti, e la greendemia che ci hanno inflitto ha dato loro una bella botta dalla quale difficilmente si riprenderanno, con un decollo delle importazioni associato a un declino delle esportazioni.

Chiara la lezione?

Ma torniamo sull'idea che la Germania ci sostenga con la sua crescita.

Intanto: quale crescita?

Forse conviene aggiornare anche questa tabella:


cioè quella che chiariva qui (cioè in uno dei due post che avete riletto, vero!?) come la Germania avesse sostanzialmente sottoperformato a partire dal Trattato di Maastricht fino al 2010 (quindi locomotiva de che, se andava più lenta dei vagoni?).

Utilizzando i World Development Indicators (cambiati anche loro, ma relativamente agevoli da consultare per chi sa che cosa cerca) la situazione è questa:


I dati medi annui sul sottoperiodo 1992-2010 confermano (e anzi accentuano) il fatto che nel post-Maastricht la Germania ha corso meno del resto dell'Eurozona, e quelli sul sottoperiodo 2011-2023 (da Monti in poi) sostanzialmente non smentiscono. Possiamo immaginare che con le prossime rettifiche della contabilità nazionale quell'1.3% di crescita media annua fra 2011 e 2023, sostanzialmente identico all'1.2% del resto dell'Eurozona, diventi un 1.2% piuttosto che un 1.4%! Non è la prima volta che la Germania evita di dichiarare una recessione truccando le carte, come qui abbiamo evidenziato (chi se lo ricorda)?

Quindi, la Germania non può aver sostenuto l'Eurozona con la sua crescita perché al più è cresciuta quanto l'Eurozona (quando non l'ha ostacolata), cioè perché... non è cresciuta! Vedete che chi parla di locomotiva tedesca è un cretino? Come fa a "tirare" una macchina che non cammina? Ma i dati li guardano, questi imbesuiti, o no?

Indipendentemente dalla sua crescita, che resta asfittica, la Germania non può comunque aver sostenuto l'Eurozona perché è stata venditore, non acquirente, netto dei prodotti dei suoi partner. Ce lo dice il fatto che la Germania è rimasta comunque in surplus nei riguardi dell'Eurozona, anche dopo averla devastata con l'austerità, e per avere un'idea più accurata possiamo spacchettare questo surplus nelle sue principali componenti:


Sopra a tutto avete la linea rossa della Figura 1 e successivi aggiornamenti (cioè il saldo commerciale della Germania verso l'Eurozona) e sotto avete i saldi dei principali Paesi. Non sarete sorpresi di constatare che mentre Spagna, Italia, e tutti gli altri hanno ridotto dopo il 2008-2009 il loro deficit verso la Germania (qui lo vedete come riduzione del surplus della Germania nei loro confronti, che tuttavia resta positivo!), la Francia se n'è andata dritta per la sua strada: il surplus tedesco nei confronti della Francia (deficit francese nei confronti della Germania) lo vedete in grigio, e in effetti... la vedrei grigia (se fossi in loro, come per fortuna non sono)...

Sintesi in dieci minuti, perché tanti ne ho.

1) la Germania non ha mai avuto una performance di crescita tale da giustificare per lei l'appellativo di locomotiva;

2) ove mai l'avesse avuta (ma non l'ha avuta) dal nostro punto di vista avrebbe tirato nella direzione sbagliata, come diceva De Nardis anni prima del partigiano Joe, perché è sempre stata venditrice, non acquirente netta dei nostri beni, e questo vale in particolar modo per la Padania, come abbiamo avuto modo di approfondire in altra sede;

3) l'aggiustamento macroeconomico determinato dall'aver segato il ramo su cui sedeva (la domanda interna dei paesi dell'Eurozona) non ha cambiato in nulla queste circostanze: la Germania ha tentato di campare per un po' sui soldi dei Paesi extra-Eurozona (lo si vede dall'esplosione del surplus merci e anche di quello delle partite correnti nei riguardi dell'extra-Eurozona) ma questo periodo è terminato, perché gli USA si sono seccati (vedi Dieselgate e esplosione dei gasdotti), la Russia è diventato un mercato precluso per motivi geopolitici, la Cina non è mai stato un mercato di sbocco, e gli altri emergenti guardano altrove;

4) più in generale, la Germania ha campato sempre e solo di dumping: fece dumping energetico negli anni '70, quando in risposta allo shock petrolifero si buttò sul proprio carbone, causando un grave danno ambientale a sé e agli altri (ricordate le piogge acide? Ricordate la fiatella tedesca?) ma evitando le conseguenze inflattive dell'aumento dei prezzi del petrolio; fece dumping salariale con le riforme Hartz a inizio secolo, senza che questo la aiutasse a crescere né a farci crescere; ha fatto dumping valutario con l'euro, con l'unico risultato di far incazzare gli Stati Uniti (vedi Dieselgate); ha rifatto dumping energetico concludendo una pace separata con la Russia, senza voler vedere o capire quale strategia l'Alleanza Atlantica stesse perseguendo (eppure non era difficile: l'avevano capito tutti!), e trascinandoci nelle conseguenze della sua hybris.

Questo paese saprofita ci è stato dipinto per decenni da coorti di pisciapenne prezzolati come una potenza che investiva in ricerca e tecnologia (solo qui avevate potuto vedere i dati) e che in quanto tale aveva un vantaggio competitivo che le permetteva di crescere più degli altri (?) grazie al rilevante flusso di esportazioni, quando in realtà il vantaggio competitivo era determinato esclusivamente da una riforma del mercato del lavoro che le consentiva di tenere il tasso di crescita dei salari reali sotto quello della produttività, come altresì vi avevo fatto vedere qui, nel post su Lampredotto:


(l'analisi della tabella la trovate qui).

E quindi, cari amici, di che cosa vogliamo parlare? Con cotanta locomotiva è ovvio che non andremo da nessuna parte. L'euro è irreversibile? Certamente, e chi ha mai detto il contrario!? La prima volta che andai in televisione dissi che non saremmo usciti noi da lui, ma lui da noi, perché il suo essere irreversibile non oblitera, ma anzi rafforza, il suo essere insostenibile!

Quindi calma: ora noi siamo in relativa sicurezza: lasciamo che si divertano fra loro i carolingi, i lotaringi, e i germani (o quel che ne resta).

Il nostro problema non sono loro. Il nostro problema sono i cretini, e quello sì che, come avrete capito, è un problema irrisolvibile, ma meno grave di quanto possa apparire, perché per quanto vogliano ripetersi che la Terra è piatta e la Germania è una locomotiva, la curvatura si vede a occhio nudo, a differenza della crescita tedesca (che non c'è mai stata). I fatti hanno la testa dura, e possiamo tranquillamente lasciare che i cretini li prendano a capocciate. Noi teniamo la barra dritta e non lasciamoci distrarre.



(...la prossima settimana vi annuncio il click day: Giacché, Balzano, Borghi, Galli, Gaiani, ecc....)

(...ah, lo so che tu, che ti credi più fregno degli altri, non hai riletto i due post del febbraio 2012: questa notte ti apparirà in sogno Canne, cioè, scusa: Spinelli! Io ti avevo avvertito...)

31 commenti:

  1. Concordo sul problema irrisolvibile. Ne ebbi sentore quando a gennaio 2024 il MEF pubblicò i dati del 2 per 1000: non ci potevo credere! E infatti l'8 e il 9 giugno...

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  2. Grazie per questo ripasso e approfondimento che mi ha tenuto ottima compagnia in questa piovosa (da me) domenica

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    1. Siamo qui per aiutarci ad arrivare in buona salute e non troppo annoiati all'inevitabile epilogo.

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  3. Confesso che stavo per peccare, cioè non rileggere i due post di febbraio 2012, prima di proseguire nella lettura, ma la minaccia dell'alitosi mi ha ricondotto sulla retta via. Rileggere "l' ellissoide" mi ha ammazzato dalle risate...Attendo con ansia notizie sul click day. Grazie e buona domenica.

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    1. Diciamo che il concetto di ellissoide andrebbe reintrodotto nel Dibattito.

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  4. Oltre ai tuoi due famosi post sul vagone zavorra tedesco, volevo segnalare anche questo post del 2006 di Adam Posen ( https://www.piie.com/commentary/op-eds/faddish-export-promotion-heavy-burden-any-economy?ResearchID=653 ) che parla del peso dell'ossessione delle esportazioni, prendendo come esempio proprio la Germania.

    P. S. Se mi permetti una marchetta, sono tornato su twitter (nel frattempo diventato X) come @A_P_IT.

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  5. Io ho visto Spinelli che come una sacra Sindone mi e' apparsa sullo schermo mentre, incurante delle raccomandazioni, scrollavo giù la pagina per leggere oltre.
    Immediatamente ho riparato.

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  6. Mi sono sempre chiesto, ma de preciso dove vanno a finire i mostruosi surplus tedeschi, olandesi e nel loro piccolo quelli irlandesi che appaiono qui ? a parte prestare senza rischio di cambio in euro area(vedo che stanno continuando a farne almeno '23 su '22 pare che stiano riprendendosi). E anche l'Olanda che cosa ci fa con i suoi surplus enormi in termini di pil ? (MOLTO PIù mostruosi che in termini assoluti.
    La Germania fa nel '23, 262 miliardi di $ circa e l'eurozona più o meno la stessa cosa, 259 mld di $ nel suo complesso, L'Olanda 112 mld di $ Germania e Olanda. Ma non ci doveva essere un limite nei surplus negli accordi di Maastricht.

    Sempre dai dati che fornisce la WB nel link di cui sopra, a spanne risultano in totale surplus dei paesi dell'EZ verso EZ e resto del mondo, pari 505 mld di $ di cui come detto 262 sono tedeschi e 113 olandesi il resto dei paesi eurozona ammontano a 130 mld. Sempre a spanne la somma dei deficit dei paesi in deficit in EZ ammonta a soli 57 mld verso EZ e resto del mondo .

    Allora mi sorge spontanea la domanda se l'EZ in totale fa oltre 500mld di surplus dalla somma che esplicitavo prima e la WB dice che EZ ha nel complesso un surplus di 260 mld mentre i deficit sono 57 mld cosa c'è che mi sfugge? O magari sono errati i dati WB? E ancora, non è che gnente gnente abbiamo altri saprofiti in EZ oltre la Germania (che ovviamente come noto fanno dumping di varia natura) e può reggere ancora una baracca evidentemente fatta e dai comportamenti abominevoli che non dovrebbe funzionare sia per i motivi da te qui esposti e sia perchè dovrebbe essere buttata a mare dai paesi in deficit per i noti motivi???
    Chiudo dicendo, ma tutti coloro che parlano in Italia di EZ come grande famiglia e non di un comitato di interessi privati e nazionali, non dovrebbero mostrare un po' di vergogna?

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  7. Acqua passata. Oggi è arrivato Marione l'arrotinone con il suo ideone di spesone pere investimentoni di 800 miliardi l'annone così l'unione con l'eurone e l'eurobondone diventa un bloccone competivone. Dopo tanta trepidante attesa il virtuoso della balle lancia il suo inarrivabile acuto avanti le folle adoranti e rconoscenti: https://commission.europa.eu/topics/strengthening-european-competitiveness/eu-competitiveness-looking-ahead_en

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    1. Marione il tromb(at)one. E comunque non riuscire a diventare presidente nemmeno della Commissione ma riuscire comunque a dettarne l'agenda politica è tanta roba! Difficile pensare che sia tutto merito suo, ma resta tanta roba!

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  8. Egregio Onorevole,
    sono ovviamente d'accordo con la sua analisi.

    Mi permetto, però, di riportare un dettaglio, che riguarda l'Est Europa.
    Esiste, infatti, un insieme di paesi EU (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovacchia) aventi una bilancia commerciale positiva con la Germania:
    https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/bop_c6_a__custom_12813832/default/table?lang=en

    L'export verso la Germania rappresenta per queste nazioni più del 20% del totale (contro il 12% dell'Italia). Si veda, ad esempio:
    https://tradingeconomics.com/czech-republic/exports-by-country

    Da notare che alcune di queste nazioni sono state tra le maggiori beneficiarie dei fondi del bilancio EU, di cui la Germania è il maggior contribuente netto.

    Bisogna però dire che l'Est Europa è servito alla Germania (e non solo) come bacino in cui le proprie aziende potevano reperire manodopera a basso costo.

    Un saluto,
    Fabio

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    1. Tre paesi dei citati non adottano l'euro ne fanno parte degli AEC II.
      Sostanzialmente beneficiano di trasferimenti netti positivi dall Unione Europea, che idealmente trovo una cosa positiva in quanto in ossequio al principio di solidarietà di cui abbiamo goduto anche noi nei primi anni delle Comunità Europee, senza però "giocare" con le nostre stesse regole, ovvero avere un cambio fisso e dover trasferire gli aggiustamenti macroeconomici sul fattore lavoro.
      In merito alle proporzioni di export credo che per la maggior parte siano spiegate da una maggiore vicinanza geografica e soprattutto dal maggior reddito aggregato.

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    2. Eccomi, scusate! Sto facendo una cosa noiosissima che per vostra fortuna non posso dirvi. Concordo con l'analisi di Marco sia sotto il profilo istituzionale (la Germania ha fatto entrare i suoi ascari lasciando loro le mani libere e questo non è piacevole: quando il distretto della Val di Sangro sarà delocalizzato in Polonia non sarà un bel momento per la mia regione), sia sotto quello macro (gravity model of trade). Aggiungo che il grado di apertura di un Paese è inversamente proporzionale alle sue dimensioni (gli Stati Uniti sono un Paese molto più chiuso di Singapore), per motivi che dovrebbero essere intuitivi, quindi, pur apprezzando come sempre il precisazionismo di Fabio, direi che in questo caso aggiunge meno del solito. La direzione dei flussi va vista fra i quattro grandi player (al limite aggiungerei l'Olanda): gli altri nel bene e nel male aggiungono poco al quadro complessivo dei nostri squilibri macro (pur potendo azzerare un terzo del Pil dell'Abruzzo con relativa facilità, come ricordavo sopra...). Grazie a tutti!

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    3. Il quarto player chi sarebbe di grazia: la Spagna o la Polonia?

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  9. Nel secondo post che ha indicato di leggere, il link non è più funzionante http://www.ulrich-fritsche.net/blog/labour-productivity-growth-in-good-old-germany-is-germany-falling-further-behind 😇

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    1. Secondo me lo hanno fatto sparire...

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    2. Comunque è un tedesco che diceva quello che dicevo io, cioè che dicevano i dati: la competitività tedesca non era dovuta a una superiore produttività ma a una inferiore dinamica salariale. Ti credo che non si trova più il suo articolo! Ma la Wayback macine può aiutarti.

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    3. Oh ❤️‍🔥 interessante, grazie 😊

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  10. Forse, dico forse, potrebbe essere proficua una campagna moralizzatrice da una parte e divulgativa sotto il profilo anticoncezionale dall'altra nei confronti delle madri dei cretini visto che è risaputa la loro tendenza a rimanere incinte...

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    1. Questo ci porterebbe alla proposta innovativa ma politicamente scorrettissima del "reddito di estinzione" propugnata dal violoncellista neoborbonico. Solo che lui è partenopeo e può formularla, io no e quindi taccio.

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  11. A me sembra che "saprofita" sia piuttosto il cretino "azionista" tedesco che esporta gli "utili" a wall street ( comprando la monsanto o finanziando "mutui subprime" ) piuttosto de ( l' altrettanto cretino) "operaio" tedesco fiero di "esportare" vivendo "frugalmente".
    Comunque si, in questo comune "cretinismo" c' è il "carattere nazionale" già descritto dal machiavelli nel suo "viaggio in germania". Che è poi la ragione sostanziale per cui la germania ha mancato 3 volte ( e dico TRE in un solo secolo! ) l' occasione di prendere la guida del continente e ( peggio ancora )provocando ai suoi vicini guai sempre peggiori.

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    1. Io sinceramente i cretini li vedo a casa mia: sono quelli che parlano di "locomotiva d'Europa". I tedeschi fanno i tedeschi e non è certo colpa loro! Noi saremmo stati creati un po' meno ottusi: quando ci rendiamo subalterni ai luoghi comuni è colpa nostra.

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  12. questo articolo definitivo e chiarificatore, a cui è impossibile controbattere se non sei cretino, tuttavia non mi rasserena anzi..mi rafforza nell'idea che la Germania è dotata di sette vite e, come quando si è accordata sotto banco prima con la Russia e poi con la Cina, oppure quando ha mestolato nel torbido con la Turchia per i migranti, sono sicuro che riuscirà a cavarsela anche questa volta. A livello mondiale si stanno scoprendo piano piano tutti gli altarini ma non ci sarà nessun tribunale galattico che sancirà il ristoro per i paesi danneggiati da cotanta protervia, e sono pronto a scommettere che i tedeschi gireranno a loro favore (invece di essere cacciati a male parole) gli studi di Letta e Draghi sulla competitività e sullo stato dell'Unione

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  13. Tra l'altro la "locomotiva" ha deciso di fermarsi alla frontiera, reintroducendo i controlli e dando il benservito all'accordo di Schengen. Un bel modo per rendere l'economia tedesca ancora più "trainante" di prima per i vicini europei!

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    1. Diciamo che il principale attrattore dei disperati sono stati loro, con le loro politiche ambigue, da cui riescono a districarsi senza che nessuno glielo contesti. Ricordate la Siria? Per loro i lavoratori qualificati o qualificabili, per noi le esternalità negative, per la Francia i tagliagole. Perfetto (per loro)!

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  14. La Germania ha due ossessioni tossiche. Quella dell'inflazione e quella del debito che hanno portato a questo mercantilismo spinto. Dalle relazioni tossiche si deve uscire o meglio è il soggetto tossico a dover uscire

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  15. Si può dire almeno che la Germania abbia tentato, con l'orizzonte temporale di un pesce rosso, di fare il proprio interesse al contrario di noi (o meglio essi) che abbiamo fatto l'interesse altrui?

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    1. Ecco se "Germania" fosse una persona e non un aggregato, si potrebbe dire che ha pensato di fare i propri interessi, noti che ho scritto "di fare" non "a fare", nel senso che qualcuno, dotato di una prospettiva corta, si è riempito le tasche fino a scoppiare, mentre la maggior parte della popolazione ha tirato la cinghia. Dopo di che, arrivati a oggi, si arriva alla recessione. Che la razionalità degli operatori economici (e politici, mi permetto di aggiungere), sia una leggenda, dovrebbe essere noto: perseguono un interesse immediato, salvo poi sorprendersi quando Berlino è sorvolata dai bombardieri nemici. Per quello che riguarda gli italiani, è tradizione antica quella di un fazione che si allea con il potente straniero di turno per raggiungere meschini obiettivi interni.

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  16. Siamo a settembre, il caldo ci sta lasciando...preparo pop-corn , plaid e ci godiamo lo spettacolo che sta per iniziare?
    Con stima e gratitudine!!!!

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