martedì 3 settembre 2024

Costi e benefici del teloavevodettismo

Torno lasso e di contraggenio a svolgere l'ingrato ruolo di ecclesiarca: è uno sporco lavoro, ma... siamo proprio sicuri che qualcuno debba farlo?

Una cosa è certa: a me non va più tantissimo, e per lo stesso motivo per cui mi ci sono dedicato toto corde quando mi andava di farlo, non vedo perché dovrei forzarmi ora che non mi va. La vita è troppo breve per viverla di controvoglia, e alla mia età passeggiare per i boschi è attività indubbiamente più salutare dell'incollarsi a un monitor per lavare la testa agli asini.

Già questo basterebbe a spiegare perché la frequenza dei miei interventi si è diradata, ma qualche domanda ulteriore sulle ragioni del mio disamoramento per questo progetto, che ha avuto una sua importanza non solo nella vita politica del Paese:


ma anche nella mia vita personale, me la sono posta, e qualche motivo l'ho trovato, di natura oggettiva e soggettiva.

Il motivo oggettivo è ovvio, il vincolo di tempo, determinato da due elementi: l'opportunità di pensare alla salute (ho rimesso un po' di attività fisica e sto rimettendo un po' di attività musicale nella mia vita), e la necessità di svolgere i miei compiti istituzionali. L'impegno politico, che in questa legislatura sto vivendo anche e soprattutto nel mio collegio, per motivi su cui tornerò qua sotto, assorbe tempo. Non me ne resta quindi per condurre il Dibattito, come non me ne resta per alimentarlo con la mia ricerca, di cui il Dibattito, questo blog, era sostanzialmente uno spin-off. Quello che volevo dire dell'Eurozona l'ho comunque detto in particolare qui, qui, e qui, ce n'è più che abbastanza per sostanziare dal punto di vista scientifico la tesi dell'insostenibilità dell'Eurozona e per mettere a fuoco le aporie politiche dell'Unione Europea. Di questo nella mia attività politica tengo conto, cerco di aiutare gli altri a farlo, senza essere petulante, ovviamente ci sarebbero tanti punti di dettaglio da approfondire, ma il mio contributo sento di averlo dato e la ricerca scientifica non mi manca particolarmente.

Quindi se non sto qui più spesso è oggettivamente perché non posso starci: devo essere altrove.

D'altra parte, nihil difficile volenti: se veramente volessi stare qui, il modo lo troverei, come ho trovato modo di riempire la mia vita di tante cose oltre a questa (i concerti, i paper, i figli, la montagna, ecc.). Vi devo quindi qualche riflessione sul perché, in effetti, non son più tanto vago di stare in vostra compagnia, in questo luogo che ho creato e che vi ha creato come community, fornendovi un bagaglio culturale, dandovi un'arena di confronto, un lessico, un senso di appartenenza...

Vediamone qualcuno, in no particular order.

Intanto, ad aprile avete deciso di rompere il patto, disertando un evento importante. Ne ho preso atto con dignità, come avrete notato, non potendo però eludere una domanda, la domanda fondamentale: ma chi me lo fa fare di sbattermi tanto per persone che evidentemente non lo apprezzano? La risposta la immaginate.

Poi c'è il fatto, in qualche modo complementare, che l'attività politica territoriale mi dà accesso a un pubblico nuovo rispetto a quello che mi sono creato con la divulgazione scientifica, un pubblico che mi mostra apprezzamento, e che comunque mi sollecita su temi nuovi, su cose che mi divertono più del ripetere l'ovvio, cose che a modo loro mi arricchiscono culturalmente, e che comunque fanno parte dei miei doveri istituzionali. Un arricchimento culturale, ve lo concedo, fatto per lo più di acronimi (BIM, CIG, PNIISSI, PNIEC, CER, FSE, SNAI... devo continuare?); un divertimento, lo ammetto, fatto anche di infinite rotture di coglioni, di contatti con persone che mai e poi mai avrei incontrato né voluto incontrare se fossi rimasto nel mondo incantato della mia narrazione, quella che tanto vi affascinava e alla quale loro sarebbero assolutamente impermeabili; un dovere istituzionale del quale molti colleghi fanno allegramente a meno (e in effetti nei ministeri si stupiscono nell'incontrare un parlamentare che si occupa del territorio a un simile livello di consapevole granularità) e che continuamente mi espone al rischio di essere incriminato da quelli che aspirano a essere, e nei fatti sono, i gelosi detentori unici e soli dell'indirizzo politico. Fatto sta che la vita vera è fatta anche di altro: io che conosco e vi ho descritto i principi primi, provo un sottile e divertito compiacimento nello scoprire in quanti infiniti e inesauribili rivoli si declini il primo dei principi primi: Europa = PD = cose che non si nominano a tavola. Mi diverte molto più scoprire la centomillesima cosa ovvia e utile che non si può fare perché c'è l'UE di traverso, e provare a girarle intorno, che non ripetere inutilmente per la centomillesima volta che finché ci sarà l'UE di traverso non si potrà fare nulla (anche perché il ripeterlo non porta a grandi risultati: vedi al capoverso precedente). È più utile far riparare un chilometro di strada che sta franando a valle, è più utile inseguire e sbloccare presso un ministero i fondi per l'adeguamento sismico di una scuola, è più utile far parlare due amministrazioni che hanno deciso entrambe di fare una cosa ma continuano a inciampare l'una sull'altra, o dare all'ennesimo cucciolotto uterino e narcisista l'illusione di aver capito che cosa sia la bilancia dei pagamenti e perché essa domini la nostra esistenza terrena? E anche in questo caso la risposta la immaginate.

Incidentalmente, e mi sovviene in questo momento, ascoltando il suono del silenzio che mi circonda nel luogo in cui mi arrocco durante le mie permanenze in Abruzzo, luogo che fino a pochi giorni fa era villeggiatura di popolazioni particolarmente estroverse (ora resta solo il brontolio del cielo in lontananza e i campanacci delle marchigiane al pascolo fra le case abbandonate dai loro chiassosi inquilini), incidentalmente un altro motivo di disamoramento è che non solo la vita politica ti sottrae tempo, ma ti impedisce, nei brandelli di tempo che ti lascia, di ritrovare quel silenzio interiore da cui solo può scaturire una prosa, o una musica. In questo senso, fra i motivi che mi hanno allontanato dalla scrittura c'è anche quello che mi ha allontanato dalla musica: l'impossibilità, nel frullatore quotidiano, di ritrovare qualche momento di stasi, di vuoto, di silenzio, appunto, da cui far scaturire un qualche logos. Me ne rendo conto mentre torno indietro a rileggere e rendere più (o meno!) scorrevoli certe frasi.

Ma c'è un ulteriore, e forse più decisivo e irrisolvibile, elemento soggettivo del mio scoramento. Il tema lo ha posto un raffinato intellettuale di sinistra, che non a caso era particolarmente caro al nostro Marco Basilisco (principe degli zerovirgolisti frazionisti):


Certo, il teloavevodettismo ha nobili origini, ma è altrettanto incontestabile che esso sia uggioso e iettatorio (basta pensare alla povera Cassandra)!

Questo mi pone davanti a un dilemma di non facile soluzione, né in termini pedagogici, né in termini letterari. Potrei argomentare facilmente (e alcuni di voi, quattro o cinque, possono farlo meglio di me e quotidianamente lo fanno su Twitter) che tutto ciò cui assistiamo in questi giorni (Sharon Verzeni compresa) sia una conseguenza diretta, esplicitata e annunciata, di quanto affermato e prefigurato nei lunghi anni in cui mi andava di scrivere (ma in realtà di quanto chiarito nell'articolo del 24 agosto 2011 sul manifesto e nella mia prima apparizione televisiva del 20 giugno 2012: il resto sono state 2448 - con questa 2449 - variazioni sul tema). Il dilemma che si pone, in termini sostanziali e in termini narrativi, è quindi questo: insistere sul fatto che quanto accade è conseguenza annunciata di fenomeni già analizzati (il "teloavevodettismo"), o riproporre ogni volta ex novo una spiegazione autocontenuta di questi fenomeni? Cassandra, o Il giorno della marmotta? Enfatizzare che, appunto, qui non c'è nulla da aggiungere se non una interminabile serie di QED, o riscoprire ogni giorno l'acqua calda, come mi sembra auspichi Claudio, spiegando l'ovvio ai nuovi avventori, in un conato per certi versi comprensibile, ma per altri insensato, di allargare la base del consenso da zero virgola a zero virgola?

Un dilemma fra due alternative entrambe poco allettanti.

Il "teloavevodettismo" è, indubbiamente, un registro espressivo che questo blog ha fatto consapevolmente proprio, come hanno notato anche i sociologi che se ne sono occupati. Lo attestano i 104 QED: post scritti per attestare che un determinato accadimento (esempio: il fallimento di Hollande) qui era stato previsto perché era prevedibile sulla base di fatti stilizzati o di teorie economiche (esempio: l'analisi dei saldi settoriali). Il vantaggio di questa scelta narrativa è chiaro: per quanto il predittivismo sia lecitamente oggetto di disputa in epistemologia, la capacità di una teoria di anticipare gli eventi resta un elemento ragionevole e comprensibile di valutazione della sua affidabilità intrinseca, e in qualche modo contribuisce alla reputazione di chi, applicando quella teoria, ha tratto per tempo conclusioni che, pur essendo all'epoca contrarie alla communis opinio, si sono poi rivelate corrette alla prova dei fatti. Ma il "teloavevodettismo" può anche suscitare un effetto paradosso: per apprezzare la capacità predittiva di una teoria bisogna essere in grado di comprenderla, cioè di ragionare in termini astratti, facoltà preclusa alla melma piddogrillina che continua a lordare il dibattito social. A questi figli di un'ortografia, di una sociologia, e di un'antropologia minore, il fatto che uno rivendichi la correttezza di certe previsioni appare come l'esternazione estemporanea di un guru squinternato. Certo, di questa feccia possiamo anche non occuparci: se il mio scopo non era convincere voi, figuriamoci convincere loro, considerando anche che sono minoritari! Resta il punto che il "teloavevodettismo" è petulante e letterariamente pone nella spiacevole alternativa fra annoiare chi ha già capito (o crede di aver capito), e stare sui coglioni a chi non ha capito, con l'aggravante che questa, forse, non è nemmeno un'alternativa: il conseguimento simultaneo di questi due obiettivi è infatti a portata di mano, tanto che il primo a rompersi i coglioni sono stato io!

Va da sé che i rimedi ci sono.

Intanto, la bussola che ci ha condotto fino a qui, cioè fino al punto in cui la Germania ha segato il ramo su cui è seduta (come prefigurato nel 2011 sul manifesto), può essere usata per guardare oltre l'orizzonte. Ma vogliamo veramente farlo? Quello che sappiamo è che unioni monetarie che non siano un'area valutaria ottimale non sono sostenibili, e che la loro fine è generalmente decretata da un conflitto. Sappiamo anche (QED!) che l'UE che non voleva spendere per scuole e ospedali vuole spendere per armarsi. Questo ci conduce a una scomoda conclusione, che non vi ho mai nascosto, che certamente non vi sorprende, ma sulla quale mi chiedo se veramente vogliamo esercitarci. E anche qui la risposta la lascio a voi: fra guardare un TG e finirci dentro la differenza è un attimo. Sappiamo che presto dentro lo schermo ci saremo noi: è lì che ci condurrà l'ottuso negazionismo, la pervicace volontà di negare l'evidente fallimento di un progetto che andrebbe (e andrà) solo liquidato. Ma esplicitare questa conseguenza inevitabile che cosa ci dà in cambio, se non lo scherno dei negazionisti, che, non dimentichiamolo, pur essendo minoritari, hanno il controllo manu militari di tutti gli strumenti di distruzione della reputazione altrui (redazioni, social e procure). Meglio che questa resti una consapevolezza circoscritta, e se c'è una cosa che mi ripaga della fatica dedicata a questo progetto è la certezza di aver indotto persone che se lo meritavano a precostituirsi una via di fuga dall'orrore che ci attende.

Certo, nel frattempo le conseguenze pratiche dei principi teorici possono presentare un interesse concreto: i tanti di voi che mi ringraziano per non aver contratto mutui a tasso variabile nel 2020 (quando vi avevo spiegato che l'inflazione era dietro l'angolo, mentre tutti si preoccupavano della deflazione!) sono un buon esempio di quanto intendo dire. Ma questo blog nasce con altre finalità, sostanzialmente frustrate dalla impossibilità di far nascere una coscienza dei problemi reali in una sinistra antifascista in assenza di fascismo, e di convivere coi simmetrici riflessi pavloviani di una destra anticomunista in assenza di comunismo.

D'altra parte, con buona pace di Claudio e col massimo rispetto per la sua saggezza tattica e strategica, non credo sia molto più efficace e certamente è ancor meno divertente ricominciare ex novo il discorso ogni volta, scoprendo nel 2024 le aporie dell'Unione Europea come un Caracciolo qualsiasi! La forza di questo blog, la forza del Dibattito, è stata di essere anticipatore. Cantare in coro coi conformisti di sistema, con chi fino allo stremo ha negazionato non solo l'esistenza di rilevanti criticità di ordine economico (l'unione monetaria), ma l'idea stessa che l'economia potesse offrire chiavi di lettura valide e feconde, sinceramente lo eviterei, non tanto perché non mi va proprio di assimilarmi a questa compagnia di opportunisti ritardatari, quanto perché essi hanno con sé tutti i media di regime, che gli riservano lo spazio di antagonisti "nobili", di rango e di qualità, quando nel loro lavoro non c'è né la qualità, né il rango (credenziali accademiche in alcuni casi sul gianniniano andante), né la nobiltà, che presuppone il coraggio, qualità incompatibile col conformismo.

Non avrebbe quindi particolare senso, sotto nessun profilo, né quello del divertimento, né quello dell'efficacia, abiurare totalmente al "telavevodettismo": ci si ritroverebbe in compagnia di menti deboli assistite da un apparato mediatico forte, con l'ulteriore svantaggio tattico di essere derubricati a voce poco credibile perché partitica. Il fatto che l'articolo genetico sia stato pubblicato sul "manifesto", invece, mette in difficoltà chi lo constata.

Come sempre, quindi, con buona pace della desinenza in "etta", la soluzione sta, o meglio starebbe, in un compromesso, ma questo compromesso è faticoso e dispendioso in termini di tempo, e così la voglia, inevitabilmente, inesorabilmente, passa. Meglio cercare di evitare che una provinciale se ne cali a valle (i simpatici sindaci e amministratori locali non lo sanno, ahiloro!, che quanto dico inevitabilmente accade - qui un esempio - ma impareranno a darmi retta).

Concludo con un'informazione di servizio (volevo parlarvi di altro, ma tant'è): il convegno annuale comunque si farà, nel weekend del 26-27 ottobre (e già qui ci sarebbe molto da dire, o anzi niente, perché il fatto che alcuni di voi stiano pittimando lo staff per avere un'informazione che è pubblicata da tempo dove deve essere pubblicata dice tutto).

Sarà un'edizione nazionale, non internazionale, per due ordini di motivi: intanto, perché per quanto possa essere prestigiosa la loro presenza, forse anche no di buttare soldi per viaggi e traduzione simultanea di ospiti internazionali che nel migliore dei casi dicono un po' peggio e un po' dopo quello che noi abbiamo detto meglio e prima. Per carità: la loro presenza  agli occhi degli stolti accresce il prestigio delle nostre iniziative. Ma a noi basta la coscienza di quello che siamo e abbiamo capito per tempo. L'altro motivo è semplice: dopo la rottura del patto, al convegno potreste essere in 400, come lo scorso anno e come dieci anni fa, come 100, come 600. Non ne ho idea. Il mio scenario è 100, quello dell'ultimo incontro, e su uno scenario 100 non si raggiunge il break even per una traduzione simultanea decente, quindi vi attaccate.

Sarà al Serena Majestic, come è é stato in tutti gli anni, tranne che nell'ultimo. Sarà anche l'ultima edizione, in tutta probabilità, perché sinceramente di assumermi da solo il carico di tutta questa sbatta ne ho anche le tasche piene. L'anno prossimo se vorrete farete voi: metteremo così alla prova le magnifiche sorti e progressive del "movimento dal basso", il movimento intestinale sul quale tanti fini politologi si sono esercitati nei commenti a questo blog.

Quest'anno avremo con noi Carlo Galli, Savino Balzano, Vladimiro Giacché, Carlo Magnani, Gianandrea Gaiani, e altri, per una riflessione sull'Europa: l'Europa può farcela?

E anche qui, che barba, che noia...

La risposta è dentro di noi ed è giusta: tralasciando una rumorosa minoranza di imbecilli vulnerabili alla pacchiana propaganda di regime, la maggioranza silenziosa delle persone senzienti ha ormai chiaro che in Inferno nulla est raedemptio. Il problema si sposta su un altro piano: quello di influenzare i colleghi convinti che nelle sterminate praterie del centro pascoli il 50% di astenuti. Noi sappiamo che quel tipo di animale alligna sulle alture, non nella Palude, sulla Montagna. Ma è difficile, per un politico che ritiene di doversi sottoporre al giudizio degli operatori informativi (cioè, sostanzialmente, per tutti), sottrarsi alle lusinghe della Weltanschauung che gli operatori informativi impongono. Uscire dal frame, ahimè, si sa, è anche uscire dall'occhio della telecamera. E questo per molti è un grande sacrificio (non per chi non ha avuto bisogno di un ruolo per attirare su di sé l'attenzione).

L'anno prossimo vedremo. Io un'idea ce l'avrei, e una decina di voi credo la immagini: sì, andremo lì...

E per oggi è tutto: ora mi aspetta Zapping (altra cosa che faccio di malavoglia, ma quel lavoro, ahimè, sono certo che qualcuno debba farlo...).

72 commenti:

  1. Buongiorno, da qualche mese sto leggendo e rileggendo il Tao Te Ching di Lao Tzu.

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    1. Mi sono fatto sempre una colpa di essere un praticante naturale del Wu Wei. Una saggezza purtroppo piena di rimorsi per un occidentale. Ma tant'è.

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    2. Interessanti il 46, il 53 e il 63 perché scritti ca. 2.500 anni addietro.

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  2. Seguo il blog dall'estate del 2013 e non ho mai commentato nessun post pubblicamente, ma ora mi sento in dovere di farlo. Negli anno ho sostenuto Asimmetrie e frequentato i convegni e, a un certo punto, ho capito che era arrivato pure per me il momento di sottopormi al giudizio dei miei concittadini ed eventualmente cimentarmi nell'amministrazione locale. Ho preso la tessera della Lega (sono sempre stato "di destra") e mi sono candidato al consiglio comunale del piccolo, ma non insignificante, paese in cui vivo - che usciva da ripetuti commissariamenti per infiltrazioni mafiose e quindi andava a elezioni nella tornata straordinaria di novembre 2019: sono stato eletto in una lista civica e nominato vicesindaco. In primavera, salvo che non accada qualche catastrofe, saremo la prima amministrazione a completare il mandato dal 2005! Il mio impegno politico-amministrativo mi è costato tempo - sottratto alle cose che mi piacciono e mi interessano (esattamente come sopra spiega il Prof.) - denaro - perché spendo per il Comune più di quanto mi danno di indennità - e serenità - perché non si può staccare un attimo, soprattutto quando una distrazione può costarti molto, a cominciare dal rischio di guai giudiziari... Ma non sono affatto pentito, anzi! Penso di avere fatto qualcosa di bello e utile per gli altri (ma su questo giudicheranno loro), ma soprattutto per me: ho capito alcune cose. Un amico scomparso ci ha consegnato l'hashtag #combattere, che per me lega la lotta per la verità sull'Euro ("non è una moneta, ma una forma di governo"), che era sin dall'inizio soprattutto una lotta per la libertà di parola e di opinione, come oggi abbiamo ben compreso, con la lotta contro le mille assurdità kafkiane di fronte a cui chiunque si occupi quotidianamente di amministrazione (ai miei livelli) o di politica (ai livelli del Prof.) si trova a causa della burocrazia ottusa, dell'UE ecc. ecc., e con molte altre lotte. Non si tratta di #combattere in un improbabile scontro del bene contro il male (che semmai è esistito ha già visto contrapporsi vittoriosamente Gesù a Satana), ma di impegnarsi a favore di cose apparentemente banali: la ragionevolezza, fatta di esperienza comune e logica elementare; la nostra storia, grande e piccola, europea e locale, fatta di usi, parlate, lingue vive e morte, letteratura, scienza, tecnica e purtroppo anche di grandi orrori (che forse ci troveremo a breve a rivivere); infine, il desiderio di fare una vita normale, con una casa, una famiglia, cibo sulla tavola e parenti e amici intorno, un vicinato di gente non ignota e ovviamente un lavoro, possibilmente sufficiente a garantire tutto il resto. Si #combatte per questo, quindi la lotta per noi ha una linea rossa che i nostri avversari non hanno: noi non possiamo sacrificare queste cose nella foga della contrapposizione. Non possiamo essere irragionevoli, cialtroni, antistorici e fanatici, distruggendo la vita nosta e di chi ci sta intorno. Quindi a volte il nostro #combattimento è più simile a una testimonianza che a una battaglia campale: non è quasi mai epico, spesso fortunatamente non è tragico, a volte è involontariamente comico e comunque non è definitivo. Mettiamocelo in testa e facciamo la nostra parte: questo è il senso di quanto che ho capito leggendo il blog e facendo il vicesindaco. E questo penso che sia un insegnamento utile per chi, appassionatosi al tema dell'Euro senza essere un economista, ma, essendo un odontoiatra, si ritrova a occuparsi di strade, serizio idrico, rifiuti e scuole, ma anche per chi, non cercando cause a cui sacrificare la propria vita (ma soprattutto quella degli altri) per sentirsi importante, vuole fare politica iniziando da qualche altra parte, che si tratti della condizione degli animali o del disagio delle periferie o della disabilità... Concludo questo commento spropositatamente lungo, ringraziando Alberto e tutti voi per questi anni, in cui ho letto, ascoltato e appreso tantissimo. Sicuramente tutto questo continuerà (io, almeno, ci conto), ma se finisse domani, secondo me, ne sarebbe valsa la pena.

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    1. Buonasera Vincenzo, Professore, Tutti,
      sottoscrivo in pieno il commento nel quale mi riconosco, sia nei temi di merito che nella "scaletta" delle attivita' intraprese nell'impegno politico, solo sono qualche passo indietro, ma conto di andare avanti grazie anche al buon accoglimento ed al sostegno della sezione cittadina/provinciale della LEGA in cui milito; ricordo un altro commento (non l'autore, purtroppo) che si poneva il problema di come trasferire i temi discussi qui (l'infinitamente grande) a livello locale (l'infinitamente piccolo), e sto cercando di operare anche in questo senso, con l'obiettivo di riuscire a portare un voto in piu' alla LEGA, perche' "votare serve" (cit.), oltre al mio voto, al 2x1000 alla LEGA, ai FIN DAY, al 5x1000 ad a/simmetrie, ai Goofycompleanno dal 2017... "Mettiamocelo in testa e facciamo la nostra parte".
      Sempre grazie infinite al Professore

      Ennio "Dark Brown" Mandrone... quello col borsello

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    2. Continuo a difendere l'idea che questo spazio dovrebbe fornire strumenti di militanza a chiunque, in qualsiasi contesto, voglia impegnarsi per l'unico obiettivo politico nobile e meritevole di dedizione: la difesa della democrazia e quindi della libertà del Paese. In altri termini, non mi interessa se il gatto è verde, nero o rosso, purché prenda il topo. Sicuramente non può essere azzurro, giallo o fucsia, questo lo abbiamo capito quasi tutti. Va da sé però che quando si passa da questa astratta posizione di principio alla concretezza delle scelte, il dato resta che solo nella Lega ci sono persone che hanno capito i termini del problema, ed è per questo che solo la Lega è soggetta a un continuo fuoco di interdizione da parte degli operatori informativi "domestici" (si dice dei cani) e 'ndernescional. Alla luce di questo dato portare un voto in più alla Lega probabilmente avvicina all'obiettivo più di qualsiasi altro gesto politico. Forse dovremmo dedicare più tempo a chiarire come muoversi nei contesti politici, ma la verità è che l'uomo è zoòn politikòn. Se uno è uomo, sa fare politica. Se non è uomo, o si dimentica di essere uomo, non c'è lezioncina che possa trasformarlo o rieducarlo. Siate voi stessi e avrete i risultati che vi meritate: la prima lezione del Dibattito è questa.

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    3. Influenzare il "cognitive miser" è opera nobile e difficilissima. E' anche una attività oggetto di studio. Qui si può forse trovare qualche spunto: https://www.nature.com/articles/s41599-017-0046-8 ("How to communicate effectively with policymakers: combine insights from psychology and policy studies")

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    4. Ho guardato l'abstract e mi sembra che evidenzi dati di buonsenso, a partire dal primo: non bombardare di informazioni. Forse non tutti sanno che esistono i filtri. Appena parte un mailbombing, io evidenzio le due o tre parole chiave e filtro al cesso tutte le email che arrivano. Bisogna essere molto ma molto coglioni per non capire non solo che messaggi correlati forniscono informazione nulla, non solo che 600 email in una popolazione di 60 milioni di abitanti sono il segnale che una certa battaglia è minoritaria, non maggioritaria, ma anche per non capire che esistono semplici strumenti tecnici per togliersi dagli zenzeri gli imbecilli. Anche le due altre osservazioni sono centrate.

      Tutte però riguardano il vostro rapporto con me, non tanto il mio rapporto coi miei colleghi, che si arricchisce di ulteriori livelli di complessità inaccessibili a gliScienziati.

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    5. https://www.amazon.it/Luomo-una-dimensione-Filosofia-pratica-ebook/dp/B09SSB1K3X?ref_=ast_author_mpb Un evergreen sicuramente già ben noto ad Alberto ma utile come punto di partenza per la community nel prendere coscienza de "l'univers fermé du discours" . Universo che piano piano va aperto in modo non violento ... nella speranza che gli eventi non lo aprano in modo tanto violento da accopparci.

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    6. Ti deluderò ma... non l'ho letto. Lo porterò con me nella mia piramide: è uno di quei tanti libri che sono certo di non aver letto ma non escludo di aver scritto!

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  3. “L'anno prossimo vedremo. Io un'idea ce l'avrei, e una decina di voi credo la immagini: sì, andremo lì...“

    Aveva promesso Pizzoferrato se non ricordo male.
    Con gli arrosticini ne varrebbe la pena…

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    1. Sul Monte Amaro sarebbe ancora più bello, ma in autunno è sconsigliata la salita oltre i 2000 metri.

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    2. Ma assolutamente no! Vuoi vedere che ti mando una foto dal Pelino una settimana prima del goofy? Ormai non nevica più. Lo svantaggio è che ad agosto razionano l'acqua, il vantaggio è che... mi hai dato un'idea!

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    3. Che nevichi poco o niente è evidente, più che altro mi riferivo al maltempo in generale. Comunque 10/15 pesone nella "cupola rossa" di Monte Amaro ci stanno tranquillamente 😁

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    4. Sì, in effetti sarebbe un'esperienza! Il problema principale è il freddo, non so se sono attrezzato (devo vedere). Anche sul maltempo concordo, ma non è da escludere che con l'autunno, livellandosi il gradiente termico fra mare e montagna, ci possano essere giornate stabili. Quest'anno a partire dalla terza settimana di agosto è stato un susseguirsi di temporali.

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    5. @Leo Io l'ho intesa senz'altro più in senso tragico. Quindi rilancio con l'Ucraina.

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  4. Post che, se mi si permette la saccenza di cui altrove discettavasi, comprendo perfettamente. Lo stato d'animo, intendo. Nell'infinita gratitudine per ciò che è stato finora e per ciò che spero sarà, mi chiedo da anni come sia possibile tanta dedizione a fronte della consapevolezza che non si cambia il mondo in modo sufficientemente percettibile da goderne il risultato. Praticamente mai. Perché sono grato? Perché il mio, di mondo, l'ha cambiato.

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  5. Non è perché mi piace fare la solita pecora nera , però una persona che è distante centinaia di chilometri se ha anche difficoltà personali può anche fare fatica a seguirla oltre che nel diggggitttal world nel real world , per cui scrivere tradimento mi sembra eccessivo...

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  6. Quest'anno avevo pre-annunciato a mia moglie che sarei sceso a Pescara con o senza il suo consenso. L'anticipo ad ottobre mi viene di aiuto in questo e non escludo di portare con me nuovi avventori.
    Solo in un'altra occasione la ricordo altrettanto deluso: quando il blog non vinse il premio di miglior sito di politica, dopo che la categoria economia era stata eliminata. Ecco, c'erano delle ragioni per quell'insuccesso come altresì c'erano ragioni ben precise per i successi precedenti. Per questo le dico che quando il blog avrà bisogno di lei, il mondo avrà bisogno del blog. Fino ad allora la invito a non sentirsi in alcun modo obbligato verso di noi perché ha già fatto più di quanto vede.

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    1. Diciamo che a quella sconfitta, ovviamente pilotata (come ti spieghi altrimenti l'eliminazione della categoria "economia" in un momento in cui il tema attirava un grandissimo interesse?), ho risposto con una presidenza di commissione permanente nella XVIII legislatura e con una presidenza di commissione bilaterale nella XIX. Sulla XX stiamo lavorando. Lo sguardo lungo, quello di Giano bifronte, consente anche di relativizzare. Quando dico che non mi va di forzarmi, sostanzio questo atteggiamento con la consapevolezza che il tempo è galantuomo. Se sono arrivato qui facendo quello che volevo come mi pareva, vuol dire che il metodo è giusto. Mi andava di condividere il metodo con voi e l'ho fatto. Anche questo è giusto. L'incontro di aprile era strategico per tanti motivi, ma nessuna vittoria, quindi nessuna sconfitta, è mai definitiva, come la "Festa della Piddorete" ci ha insegnato...

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  7. buongiorno Professore leggo il blog dal 2013 e devo ringraziarla per avermi cambiato. Incidere è complicato e snervante: praticamente non posso più parlare da anni di nessun tema politico con i miei amici del liceo e mi è quindi facile immaginare cosa abbia voluto dire per lei. Partecipare di persona, oltre che con il voto, ancora di più. Condividendo l'amore per la montagna le auguro quindi di godere della fatica e dei silenzi. Apprezzerò quindi qualsiasi sua scelta futura. Con grandissima stima

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    1. Era da circa il 2006 che io non potevo più parlare non solo coi miei colleghi, ma anche (per dire) con i piddoamici di famiglia e consimili genie di semicolti. Ci ho messo quattro anni ad esprimermi (sul Centro e su sbilanciamoci) e dodici anni a prendere una decisione (affidarmi a Salvini). So che cosa si prova a essere nel limbo. Si dorme male. Unica accortezza: se a una persona tieni, per qualsiasi motivo, non parlarle di politica.

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    2. Applicato dolorosamente da oramai 10 anni e più.
      Poi ci sono quelle persone cui vuoi bene, che sono loro che vogliono parlare di politica (e qui ho sviluppato l'arte dello svicolo). Cmq. 'na faticaccia.

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    3. So bene che questa esperienza è costata molto anche a te, posso solo sperare che ti abbia anche dato qualcosa.

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  8. Vorrei proporre delle riflessioni ma sono troppo amareggiato e depresso e punto.

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  9. Ho letto il Tramonto dell'Euro nel 2016, è stato come prendere la pillola rossa di Matrix. Gli unici altri libri che m'avevano altrettanto sconvolto l'esistenza erano stati La Nascita della Tragedia, Cime Tempestose e i Canti di Leopardi.
    La consapevolezza di esser parte di un processo ineluttabile -verso l'abisso- è poi cresciuta nel tempo. Da febbraio 2022 è diventata granitica certezza. E ho paura. Sto cercando "riparo" in scritti pre-guerra mondiale, per capire cosa pensasse la gente di allora, se avesse sentore dell'apocalisse in arrivo (qualcuno l'aveva, e fu inascoltato).
    Buona fortuna a tutti noi.
    Ma, soprattutto: grazie per averci donato così tanta vita (che non meritiamo).
    Luca

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    1. Due considerazioni: intanto grazie per avermi messo in così onorevole e buona compagnia. Poi, il rifugio (antiatomico) che stai cercando l'ho idealmente cercato anch'io. Non dimentichiamoci che la democrazia è un miracolo che si rinnova ogni giorno: funziona, nonostante che la maggioranza sia oggettivamente costituita da imbecilli! Una imbecillità fatta non necessariamente di un deficit cognitivo, per carità, ma da un surplus di altre occupazioni e preoccupazioni congiunta a una fatale incapacità di astrarre e prioritizzare. Io sono certo che prima dello sparo di Princip, ma anche e soprattutto dopo, pressoché nessuno in Europa né altrove fosse consapevole di quanto sarebbe successo. Non lo erano neanche quando la guerra fu dichiarata! Bisogna rassegnarsi. Esattamente come sappiamo di dover morire, ma il nostro istinto di conservazione ci persuade quotidianamente di essere immortali, ci fa vivere ogni giorno come fosse il primo, e non l'ultimo, lo stesso istinto ci comanda di rimuovere l'orrore quand'anche, come oggi, i suoi presupposti siano tutti squadernati di fronte ai nostri occhi, impossibili da non riconoscere. Il keynesismo bellico come ultimo rifugio delle canaglie europeiste, asserragliate nella ridotta di un progetto insensato di distruzione del benessere e della civiltà di un lembo di continente che, per colpa di questa ostinazione (in effetti, risalendo alle cause meno prossime, per colpa della sconfitta nella Seconda guerra mondiale) non potrà più fregiarsi di essere un faro di civiltà (non a caso, proprio le scelte più autodistruttive e irrazionali che ci stanno condannando, come quella sull'elettrico, vengono imposte in nome di esattamente quella leadership morale che abbiamo ormai irrimediabilmente perso).

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    2. Esistette almeno “un Bagnai” anche allora. Era il ministro degli esteri inglese Grey, che si adoperò molto dopo Sarajevo per evitare la guerra e che il 23 luglio 1914 pre-vedeva, parlando con l’ambasciatore italiano a Londra Imperiali: “Tutto ciò potrebbe condurre fatalmente ad una guerra europea la quale per gli immensi danni economici provocati e data l'agitazione latente esistente nelle classi lavoratrici di tutta Europa, sarebbe, …, a scadenza più o meno breve seguita dovunque da serie ... di rivoluzioni che farebbero impallidire quella del 1848”. E aggiungeva che “disgraziatamente né in Russia né in Austria né in Germania stessa vi sono oggi alla direzione degli affari personaggi aventi nei rispettivi paesi energia ed autorità sufficiente per dominare pericolosa corrente bellicosa” [I DOCUMENTI
      DIPLOMATICI ITALIANI, IV Serie, Vol. XII, (28 giugno - 2 agosto 1914), Relazione di Imperiali a Roma, messaggio n. 452].
      Purtroppo, si ha oggi la sensazione di assistere sotto tanti profili a qualcosa di già visto e che tende a scivolare dove comunque deve andare (ciò non significa, voglio sperare, che vedremo necessariamente il fungo, ma qualcosa che farà impallidire altri rivolgimenti, sì).

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  10. Con tutto il rispetto per le sedi che ha scelto fino ad ora, lo facesse a Milano avrebbe solo il problema di dove farceli stare tutti....

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    1. Con tutto il rispetto per Milano, semplicemente non è così. Si palesino, questi sostenitori invisibili, sostengano a/simmetrie, e avremo il budget per spostare l'evento a New York (dove certamente avremmo ancor più pubblico)! La verità è che voi avete una autopercezione irrimediabilmente distorta da una frequentazione troppo compiaciuta col più lurido dei pronomi.

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    2. Mammamia che tono incazzoso. La prima parte della risposta ci sta ma -La verità è che voi (voi chi?)avete una autopercezione irrimediabilmente distorta da una frequentazione troppo compiaciuta col più lurido dei pronomi- è davvero fuori luogo.

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  11. In sostanza essendo Lei passato dalla "accademia" alla "politica" anche se le "finalità restano le stesse sono cambiate "le priorità" e le "metodologie".
    Tutto questo è ampiamente comprensibile salvo un dubbio: anche per il "politico" ha senso chiudere la sua "tribuna" o le converrebbe riorganizzare il suo seguito da "accademico" a " politica" ?
    In altre parole può un politico prosperare senza una SUA "corrente"?

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    1. A leggere i giornali pare che una mia corrente ci sia e sia stata sconfitta. A leggere i manifesti elettorali pare che la linea del partito nelle elezioni europee sia stata quella di questo convegno. A leggere le mie chat... ma no: per leggere quelle dovete aspettare ancora un po', e molti di voi (me ne dolgo) non le leggeranno mai...

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  12. Ricorderò questo post con un detto che il blog mi ha fatto scoprire: "non si può stare in paradiso a dispetto dei santi".

    Seppur insultato più volte, apprezzo moltissimo il lavoro fatto in questi anni e capisco che le circostanze attuali possano essere demotivanti.

    Panta rei.

    Peace!

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    1. Ma ringrazia Dio che col poco tempo che ho non sei ancora stato ricoperto dalla meritata e salvifica colata di asfalto! Tutti i tuoi commenti sono in coda e appena ho tempo ci tornerò sopra: sarà un tassello essenziale dell'apprezzabile lavoro fatto in questi anni...

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    2. Avevo capito che avesse di meglio da fare nella vita. Ad ogni modo, un pò miserabile ingaggiare una battaglia del genere, vista la disparità di forze, la differenza di ruoli e la censura sistematica ai commenti, non trova?

      Quando vorrà sottopormi al pubblico dileggio, sarò disponibile e divertito nel leggere quanto impegno avrà messo nell'esercizio del suo ego.

      A bientôt !

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  13. Una cosa solo mi giunge a dirle.

    Grazie di tutto

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  14. "L'anno prossimo vedremo. Io un'idea ce l'avrei, e una decina di voi credo la immagini: sì, andremo lì..."
    Quando su X rispose a Ljubocka di portarsi le taniche di gasolio ho pensato che lo sarebbe stato già da quest'anno. :-)

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    1. Ho fatto sopralluoghi anche lì e la situazione della ricettività era piuttosto desolante. L'amministrazione ha difficoltà a far rilevare l'unica struttura della zona da un imprenditore che la riqualifichi, e da quando ho fatto il sopralluogo si è aggiunto solo un B&B molto carino e centrale (di fronte al bar), che però ha solo sette stanze. In paese se ci sono venti stanze è molto, l'altro albergo più vicino è in fondo valle e non credo che molti di voi siano abituati a quel tipo di strade. Sappiamo di essere cento, ma a Pizzo ancora non ci entrate. Dall'anno prossimo probabilmente sì, e allora qualcuno si chiederà se non sarebbe stato meglio pensarci prima. Io non sono vendicativo: ho solo una buona memoria (disgraziatamente limitata alle cose di cui non me ne frega un cazzo...).

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    2. Il convegno perfetto lo immaginerei qui. Fossi un ricco imprenditore del turismo, lo restaurerei solo per regalarlo alle nostre iniziative. Una Gargonza de destra.
      Sognare non costa nulla.

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    3. Sai che non conoscevo questo posto? Ci passo una delle prossime volte.

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    4. Quando ci sono passato, qualche anno fa, era abbandonato dopo un primo tentativo di ristrutturazione. Le murature erano state ricostruite, ma ormai tutte le grondaie in rame e le finiture erano state predate. Non era visitabile se non saltando le precarie recinzioni, a proprio rischio e pericolo, e incontrammo personale della Protezione Civile che stava effettuando sopralluoghi che ce ne raccontò in parte le disavventure (progetti di recupero, terremoto 2009, abbandono). L'insieme era spettrale e fantastico, ma con enormi potenzialità di recupero. Lì vicino anche l'interessante sito archeologico di Peltuinum, antica città dei Vestini. Più tardi, in paese, incontrammo il sindaco di Prata d'Ansedonia da cui dipende Castel Camponeschi. Ci raccontò ancora e ci disse che stava trattando per il recupero con una società interessata a farne un centro di ospitalità turistica, proprio come Gargonza. Credo che non se ne sia fatto niente perché il sito non è stato ancora recuperato, anche se si parla di investirci fondi PNRR...
      Sarebbe una meravigliosa "Cittadella Asimmetrie", tra l'altro in posizione isolata ma raggiungibile con facilità. Facciamo una colletta? :-)

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  15. " L''anno prossimo vedremo. Io un'idea ce l'avrei, e una decina di voi credo la immagini: sì, andremo lì.."
    Provo ad indovinare: Un Team Building sui Sibillini della durata di un weekend senza cibo ma solo armi bianche.
    Fatta la "selezione" mandiamo a Bruxxelles solo i meritevoli con le dovute skills.
    Ops... usare l'inglisch e' un Marker! ;)

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    1. Il vero marker è usare il femminile per i termini inglesi. Il primo cui l'ho sentito fare si è poi rivelato un campione di conformismo opportunista!

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  16. Che dire? Comprendo le sue difficoltà a coniugare e comprimere entro le quotidiane 24 ore tutte le attività e gli impegni che caratterizzano il suo lavoro.
    Comprendo anche la stanchezza per le fatiche enormi sostenute in questi anni prima per un'opera infaticabile di divulgazione costante e poi di impegno politico-parlamentare.
    Noi le siamo grati per questo, per averci consentito di acquisire l'embrione di quella consapevolezza che per anni era sfuggita alla nostra analisi critica della realtà.
    Ma voglio assicurarla che anche per molti di noi sono stati anni molto difficili e faticosi.
    La fatica del telavevodettismo la comprendiamo perché la viviamo anche noi nei nostri quotidiani rapporti personali con familiari, amici e conoscenti: restituisce un senso profondo di frustrazione e di impotenza.
    La seguo dal 2013 su questo blog e seguo asimmetrie da anni, ma solo nel 2023 ho potuto partecipare di persona al mio primo goofy: un'esperienza che mi porterò dentro per sempre.
    Voglio rinnovarle la gratitudine per il suo lavoro e per tutto quello che ci ha regalato in questi anni.
    Spero di poterle stringere la mano al goofy di quest'anno.

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  17. Premetto che dove sei tu verrei sempre, cosa ci sarebbe di più intelligente da fare? Ma non me lo posso permettere per gravi motivi di salute e gravi motivi familiari.
    Ciò premesso, pensavo proprio oggi al film che ho seguito fin dal novembre 2011, riguardante questo blog e ai libri che ne sono seguiti che personalmente mi hanno introdotto (forse troppo) alla comprensione delle tantissime nefandezze attuate contro il popolo italiano dal momento della introduzione dell'euro; purtroppo, per come sono fatto io, ciò mi ha peggiorato l'esistenza anche se da qualche anno ho metabolizzato il rancore e azzerato le reazioni verso i carnefici e verso i loro seguaci.
    Capisco perfettamente ciò che provi oggi e ciò che hai descritto qui e quindi le tue scelte di oggi, il ritorno alla musica, il volerti immergere nel tuo territorio e nelle sue necessità (credo che la deriva della situazione, anche nella politica spesso fasulla e deludente degli ultimi anni) abbia influito moltissimo.
    Certo ti sei preso belle soddisfazioni negli ultimi 4 anni e forse ce ne saranno di nuove e più importanti. Purtroppo i carnefici di allora (quelli ancora in vita, anche se invecchiati male) ed i nuovi che si sono aggiunti, ancora proseguono ostinatamente a perseguire le loro strategie senza vie d'uscita con l'aggravante delle follie del bellicismo e dell'ambientalismo insensato.

    Auguri a te e famiglia ed a tutti voi presenti qui sul blog e soprattutto alle nuove generazioni.



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    1. Conosco bene la tua situazione, mi è stata chiara da alcuni incontri casuali fatti in centro. Ovviamente non mi riferisco a te. Questo blog ha 5397 iscritti, dei quali non so nemmeno se ricevano le notifiche dei post (perché Google sta visibilmente oscurando il sito: me ne accorgo ogni volta che cerco un vecchio post). L'1,8% di cotanta platea ha mosso le proprie riverite natiche l'ultima volta. Tutti "assaltoallabaionettisti", tutti arditi dal fiato corto. Va bene così. Io continuo.

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    2. Grazie per ciò che scrivi, incontri sempre piacevoli.
      Lo spero, il tempo ti ha dato ragione.
      Dopodiche contro la stupidità e la voglia di suicidio non c'è nulla da fare, si è detto qui tante volte. Si cambia solo dopo essere stati personalmente colpiti (e spesso non basta).

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  18. Grazie dell'avvertimento, Professore.
    Ne approfitto per ringraziarla anche per tutto il resto.
    Non so se è un arrivederci o un addio, ma come le ho già detto in altra occasione, io non la mollo.
    Le auguro possa fare tutto quello che potrà ricordare con gioia nel cuore.


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  19. Leggendola sì capiscono sempre tante cose interessanti. "...influenzare i colleghi convinti che nelle sterminate praterie del centro pascoli il 50% di astenuti."
    Quindi è così, la ritengo un'informazione degna di nota, mi fa riflettere molto. Spero in un suo approfondimento sia sulle cause, sia sulle conseguenze.

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    1. Le cause sono molto semplici: quello che oggettivamente è il nostro nemico di classe, cioè il complesso mediatico-giudiziario (dall'affare dossieraggio in poi è impossibile considerare disgiuntamente queste due importanti istituzioni di una democrazia liberale) diffonde a reti unificate l'idea che gli italiani bramino la moderazione (contro ogni evidenza nazionale e internazionale), e per subalternità, per una sorta di quieto vivere ideologico, tutti, ma veramente tutti i miei colleghi, ad eccezione di una minoranza non esigua ma pur sempre irrilevante, aderiscono a questo credo, semplicemente perché non hanno avuto il tempo o la voglia di fare quel lavoro di verifica della credibilità di certi figuri (un lavoro che qui abbiamo fatto con enorme dispendio di tempo e di energie: capisco quindi che non tutti abbiano le risorse per farlo). Le motivazioni del nostro nemico di classe sono evidenti: sterilizzare il dissenso, che si disperde nell'astensione non appena l'asta della bandiera cade, e nessuno si china a raccoglierla.

      Le conseguenze sono altrettanto evidenti e sono nella premessa: l'astensione di chi non riesce a vedere segni tangibili di cambiamento, non riesce a leggere la volontà di lavorare per un cambiamento, in chi al posto della bandiera della libertà sfodera quella della moderazzione e della conpetenza. Ci siamo capiti, no? Occorre altro?

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    2. Ormai quando sento le parole "moderazione", "moderati" in un contesto politico mi si rizzano i peli. Prima di leggere Goofynomics le trovavo rassicuranti e cercavo sempre partiti "moderati" da votare. Grazie per avermi aperto gli occhi, anche se forse vorrei non vedere l'orrore di cui parla in questo post. Temo di non avere affatto una strategia per evitarlo? Temo che non ce ne siano.

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    3. Non occorre altro. Tuttavia questo porta ad una serie di altre conclusioni poco rassicuranti.
      Una volta compromesso il potere mediatico e giudiziario, una volta (quasi totalmente) compromesso quello esecutivo, a meno di spoil system più o meno efficiente e più o meno profondo, sapere che anche quello legislativo (parlo di parlamento e consigli regionali) non gode di buona salute porta ad una sola conclusione: l'elettorato viene rappresentato poco e male nelle istituzioni.
      E' come un contenitore chiuso in cui la pressione aumenta ma senza sbocchi per sfiatare, prima o poi la pressione dovrà liberarsi in qualche modo, violentemente.
      Ma sto dicendo cose che Lei sa già. Quello che non so, ma che forse (spero) Lei già sa, è questo: c'è un beneamato piano d'azione che si potrebbe intraprendere per provare a invertire la rotta?

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  20. Grazie Professore. In questi pochi anni mi ha fornito gli strumenti per ricostruire dei pezzi della mia storia personale; pezzi che hanno a che fare con un rapporto doloroso con il denaro e il suo impatto sui rapporti umani. Le mie accresciute integrità e consapevolezza si trasferiscono anche indirettamente all'ambiente che mi circonda. In questo il suo sapere si tramanda. Banalmente, la gentilezza che Lei ha avuto nei miei (nostri) confronti, nello spiegare, nel fami crescere, verrà restituita nel mondo, magari ad altri. Per ringraziare Lei non ci sono parole adatte.
    Ormai superati gli stretti vincoli dei doveri familiari, ero pronta a organizzare le mie trasferte per seguirla. Ero a Roma, al convegno sulla scuola, ma di passaggio, e non ho potuto fermarmi per salutarLa. Spero di avere modo in futuro. CP

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  21. Buongiorno Prof, anch'io sono qui dall`intervista con Claudio Messora (estate 2012) e sono a ringraziarla per tutto quello che ci ha insegnato.

    Capisco le sue ragioni e le rispetto. Il suo tempo - come per tutti - è di 24 ore al giorno e deve farci stare dentro tutto, ma vorrei fare un passo ulteriore di riflessione.

    Ho ascoltato stamani la sua "semina" di ieri sera - dalla Prima Internazionale al dumping salariale, energetico ed etnico fino a Sharon Verzeni.

    Secondo me, questi appuntamenti sono diventati la naturale prosecuzione dei post di questo blog. Lei ha trovato un modo diverso di fare la stessa cosa, offrire il suo punto di vista, la sua chiave interpretativa di ciò che accade.

    Certo, mancano i numeri, i grafici e le tabelle. Ma l'efficacia del discorso ed il livello delle riflessioni che suscita è di assoluto pregio.
    Stia bene e grazie sempre.

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    1. Naturalmente quello è un modo alternativo di portare avanti il discorso nei ritagli di tempo, sicuramente a qualcuno torna gradito, ma è altrettanto certo che ai vantaggi dati dal non costringere a quella attività così desueta e defatigante che è la lettura, unisce due svantaggi: quello che tu evidenzi, di non poter allegare un apparato probatorio (quello che gli scemi chiamano "evidenze"), e un altro: un inevitabile sfilacciamento del discorso, con la connaturata difficoltà di reperire interventi, di classificarli ("taggarli") per tema, ecc.

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  22. concordo su tutto, lei ha esaurito il suo compito predittivo-divulgativo e ha chiarito le idee a molti, grazie per questo. Spiace perchè non siete riusciti, e non riuscirete, a toccare palla, nè lei nè Borghi, ma vi riconosco lo stesso grandi capacità e forza d'animo. In questo caso i mulini a vento erano veramente troppi e hanno vinto per stancheggio. Buon lavoro e buona vita..e buona fortuna a noi italiani, nati fortunati ma resi sfigati da un leviatano troppo furbo per la brava gente come noi, e troppo grande per chiunque. Onore al merito comunque per averci provato, magari un giorno ci incroceremo sulle "mie" montagne abruzzesi. Con affetto e stima, Mauro

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    1. Due cose, una importante e comprensibile, l'altra evidentemente incomprensibile e quindi non particolarmente importante.

      Importante è ricordare che si scrive "né", con l'accento acuto. Da questi segnali, come dal nodo della cravatta, si riconoscono e solidarizzano i portatori di una civiltà antica, travalicando le barriere delle proprie posizioni ideologiche.

      Quella trascurabile è che la posizione del partito sul MES e in generale sui temi europei è quella elaborata e propugnata da questo blog. Diciamo che molti, a partire da alcuni colleghi di partito (presumo), vorrebbero essere sconfitti in questo modo. Il leviatano è sì troppo grande, ma questo significa solo che farà troppo rumore quando cadrà.

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    2. non ho dimenticato la vittoria sul Mes, perciò ho parlato di stancheggio e di leviatano. E' stata comunque una bella impresa, che non mi fa sperare per il futuro ma che mi ricorda comunque un fatto indubitabile: gli italiani sono il popolo più tenace tra gli europei, più difficile da soggiogare, più faticoso da piegare, e che venderà cara la pelle fino alla fine. Sulla Ue e la sua caduta, ricordo che è nata per volere dei padroni del mondo e quando cadrà, vorrà dire che loro avranno già creato un'altra Unione con la forza e l'inganno, dalle parti di Gerusalemme

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    3. Sul fatto che l'UE sia una creazione dei padroni pro tempore del mondo (gli USA) nulla questio: sai bene quanto qui abbiamo insistito a evidenziare che quello che gli euroscemi vivono e propongono che momento supremo di emancipazione delle genti europee in realtà e in tutta evidenza è il più infimo momento di subalternità a un franchising (gli Stati Uniti di...) che qui in Europa è destinato ad avere lo stesso successo di Starbucks. Tuttavia, vedo in questo commento, oltre a un velo di antisemitismo, anche un eccesso di razionalismo, à la Mussò, per capirci. Non è assolutamente detto che quando un piano fallisce lo si faccia fallire perché ce n'è pronto un altro, anche perché i piani falliscono principalmente se e in quanto non ci si rende conto che potrebbero fallire!

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  23. Buongiorno onorovelo,

    Lei sicuramente non mi conosce nemmeno di nome, ma per me lei è stato importantissimo. Sono un giovane adulto di 23 anni, studente universitario, che ha scoperto questo blog nel 2018, quando ormai il Dibattito era già ad uno stadio avanzato. Non ho mai avuto l'ardore di interagire all'interno di una community così speciale, ma oggi sento la necessità di rompere gli indugi. La necessità nasce dalla volontà di ringraziarla per l'enorme lavoro che ha svolto in questi anni, nell'aprire un varco nel tempo per offrirci uno sguardo nel futuro senza soffermarsi sulla stretta attualità. In 5 anni ho visto accadere quello che era stato previsto nel decennio precedente, sentendomi un po' come un millenarista seguace di qualche guru. Ma la realtà è che la forza del suo messaggio, sta proprio nell'essere fondato su teorie scientifiche e confermato inesorabilmente dai fatti. Per me leggere i primi post "per cominciare" a 18 anni è stato come una rivelazione, scoprire le cause profonde degli avvenimenti degli anni prima, intuirne grazie al Dibattito i prinicìpi e poi intravedere lo stesso pattern ripetere nei singoli eventi capitati successivamente. Come imparare a leggere, una volta svelato da lei il meccanismo (Europa=PD=cose che non si nominano a tavola), è stato impossibile non riconoscerlo in ogni sua nuova manifestazione. Perciò nuovamente le sono grato e pur riconoscendo di fare parte della schiera di quelli "che credono di aver capito", le voglio comunque rivolgere un forte sostegno attraverso il mio voto, la mia riconoscenza e nel mio piccolo provando a diffondere il pensiero nato e sviluppato nel blog, per mano sua. Si prenda il tempo per ciò che negli anni è stato costretto a tralasciare e ciò che il suo attuale incarico richiede, conscio che però il suo messaggio ha saputo lasciare tracce profonde anche in una silenziosa minoranza, alla quale appartengo.

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  24. Prof ? Sono tornato da un'anno in Italia dopo 25 anni vissuti in Messico , lì ho fatto famiglia , sono quì con figlie( moglie messicana è rimasta la) volevo conoscessero il paese del loro papà visto che c'erano venute solo una volta quando erano piccoline.....i soldi non sono mai stati sufficienti per viaggiare in tre .Ero lontano però ho sempre seguito le vicende italiane( almeno da quando esistono gli smartfhone) , ammetto di essere forse il piu "rustico" dei suoi seguitori percui non mi ero mai azzardato a commentare le sue pubblicazioni, volevo solamente ringraziarla per avermi aiutato "ad unire i puntini" da solo non sarei mai stato capace anche se sentivo che nelle spiegazioni date dai media sui problemi dell'Italia qualcosa non mi tornava,forse inconsciamente anch'io riconosco i macrocaratteri delle balle quando le incontro, e questa scuola mi aiuta , adesso, a riconoscerle in tanti altri campi fuori dall'economia. Non credo potrò venire al convegno di assimmetrie nemmeno sta volta, lavoro a turno e organizzare un viaggio in Abruzzo mi risulta complicato e non so se avro nemmeno la disponibilità, percui mi perderò anche l'ultima( spero di no) edizione, pazienza....mi accontenterò di seguire i video su youtube donde sarà presente lei è continuare a godere dell'ironia e la pacatezza con cui disarma tutti i suoi "antagonisti" , le assicuro che per uno tradito dalla sinistra,come anch'io mi sento,. anche se non servisse aa niente, rappresenta sempre un'autentica goduria .
    Grazie mille Prof

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  25. Caro Onorevole, questa fase rappresenta forse il momento in cui Norma, ascoltate le rivelazioni di Adalgisa, si sente tradita ed umiliata e decide di porre fine ai frutti del suo amore con Pollione? Spero che il lavoro ed il tempo che dedica hai contenuti di questo blog permetta ad Oroveso di salvarli.

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  26. Tre anni fa avevo cominciato una lettura integrale del blog dall'inizio, per gli anni che non ho seguito in diretta. Mi sono arenato (anche) in questa impresa, ma vorrei ricominciare, ero comunque arrivato un pezzo avanti

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  27. Davvero grazie per l' emancipazione politico-sociale a cui ci ha portati. Un' illusione me l' ero fatta sul jackpot ma pazienza. Sentendola così deluso a Pescara non verrò ad ottobre. Se dobbiamo mettercela via lo faremo. Aveva ragione come quasi sempre mia moglie: Bagnai il jackpot non c'è lo darà.

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  28. Grazie professore! ci vediamo ad Ottobre. un cordiale saluto

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  29. A leggere questo post mi sovviene il titolo di una canzone di Leonard Cohen, Dance me to the end of love. La ringrazio per il tempo e le risorse che ha dedicato a questo blog. Anche se i futuri contributi saranno nulli o sporadici, c'è tantissimo materiale, il cui approfondimento mi impegnerà proficuamente per lungo tempo. Mi dispiace se questa comunità di utenti l'ha in qualche modo delusa ma gli amori finiscono, è nella loro natura.
    Grazie ancora

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