martedì 10 settembre 2024

La prova del moribondo

Sì, so che il titolo vi lasciava presagire un post sull'UE, ma per chi come me ha una mentalità anticipante quella di "moribondo" non è una categoria applicabile a cotanto progetto politico! No, è solo una rapida comunicazione di servizio. La prova è questa qui e, per la cronaca, da quest'estate la supero in scioltezza. Merito di un po' di disciplina, quella richiesta dalla necessità di durare un giorno più dell'avversario per vedere come andrà a finire. Lo dico a beneficio chi ogni tanto si propone di accompagnarmi in montagna: siccome finora per un motivo o per un altro mi siete esplosi tutti (tranne uno, a dire il vero: ma è un trentenne), a me la compagnia fa senz'altro piacere, ma vi prego di pensarci prima, anche perché è sì vero che il nostro motto è quello dei marines, ma è altrettanto vero che non ci piace perdere tempo, soprattutto ora che le giornate si sono accorciate...


(...la settimana prossima si parte col click day, tenetevi connessi, sarà un bel convegno...)

(...l'UE non è moribonda: non è mai nata. Quindi come andrà a finire lo sappiamo: non è mai cominciata...)

10 commenti:

  1. un goofy in rifugio non sarebbe una brutta idea! io ci proverei a tenere il passo!

    RispondiElimina
  2. Almeno su questo campo posso competere: ho fatto anche una maratona sotto le 4h! Quest'anno, a Dio piacendo, vorrei riprendere con le mezze. Goofy al rifugio sarebbe strafigo: verrei anche soltanto per il lato fitness. Ma temo che passeremmo dagli happy few agli happy five.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maratona non credo che la correrò mai, è usurante per un sessantenne privo di esperienza specifica nel settore! Il problema di quel rifugio non è tanto lo spazio, quanto l'acqua. Non conosco benissimissimo la montagna, ma ho la sensazione che l'acqua più vicina sia ad almeno tre ore (almeno, lo è nelle due vie che ho fatto finora per la vetta), il che pone nella sgradevole necessità di accollarsi quattro o cinque chili extra, o di morire disidratati (e puzzolenti).

      Elimina
  3. OFF TOPIC

    Ho appena riletto un post del 2012, "Aste per tutti i gusti, quindi commentare sotto quel post avrebbe un utilità abbastanza marginale, sia per me, che probabilmente non verrei pubblicato e di conseguenza non avrei possibilità di ricevere una risposta, sia per gli altri che hanno il mio stesso dubbio.

    Marginale, esattamente come il meccanismo d'asta [marginale] che viene utilizzato dalle istituzioni per collocare i titoli di debito.
    Il dubbio è proprio in merito a questo meccanismo; il post non spiega il meccanismo con cui un istituzione emette i titoli di debito ma nei primi commenti l'autore reindirizza ad un link del fatto quotidiano che spiega per l'appunto il funzionamento del meccanismo d'asta.

    L'autore del fatto spiega molto bene suddetto sistema ma a mio avviso fallisce nello spiegare perchè il prezzo a cui la totalità dei titoli domandati e assegnati, secondo le modalità spiegate, sia uguale al prezzo minore( tasso maggiore) presentato da un istituzione in sede d'asta.
    Non ne comprendo il senso, se l'istituzione A presenta la volontà di acquistare 600 titoli ad un prezzo di 94.5, l'istituzione B di acquistare 200 titoli ad un prezzo 94 ed l'istituzione C domanda 200 titoli ad un prezzo pari a 93.5 non capisco perchè tutti i 1000 titoli vengano venduti ad un prezzo pari a 93.5, per l'appunto il minore [marginale] dei titoli assegnati all'asta.

    Logicamente chi presenta un prezzo d'acquisto minore(tasso di interesse maggiore) si assume il rischio di non poter acquistare la quantità richiesta al prezzo richiesto. Nel caso però riesca a spuntarla dovrebbe godere dei benefici collegati.

    Non ne capisco il senso soprattutto da un punto di vista del governo emissione, perché non beneficiare del prezzo maggiore(tasso minore) offerto dalla istituzione A?

    Oltre al fatto che le istituzioni si potrebbero, teoricamente, accordare e presentare un prezzo basso.

    Un altro scenario sarebbe potrebbe essere il seguente:un'istituzione "X" presenti una richiesta di 999 titoli a prezzo 99 e un'altra istituzione "Y" presenti ad esempio una domanda di 100 titoli a prezzo 95.
    Il risultato sarebbe il seguente: il prezzo marginale applicato sarebbe quello a cui è stato piazzato l'ultimo titolo [95]. L'istituzione "X" riceve di conseguenza 999 titoli ad un prezzo di 95. Mentre all'istituzione "Y" riceve 1 solo titolo ad un prezzo sempre pari a 95.

    Per cortesia chiunque abbia capito bene il funzionamento delle aste, se non l'ho capito, oppure la ratio del sistema, se ho capito il sistema ma non ne ho capito la ratio, mi spieghi dove il mio ragionamento è errato o parziale.

    Ringrazio tutti i lettori e chiaramente l'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potrei suggerire quanto riportato dal Dipartimento del Tesoro in merito alle aste dei titoli di stato:
      https://www.dt.mef.gov.it/it/debito_pubblico/titoli_di_stato/aste_titoli_di_stato/

      Elimina
  4. vero, l'unione dei popoli europei è poco più di uno slogan, quello che invece è vivo e vegeto è il Comitato d'affari ristretto ad inviti che verte attorno all'eurosistema

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, però questa non è un'assoluta novità né in termini di cronaca né in termini di storia, mi pare...

      Elimina
    2. certo, era solo a beneficio dei perplessi..la novità a me pare invece nel fuoco che cova sotto la cenere del rapporto di convenienza tra francia e germania; che arrivi un redde rationem ci credo poco ma pare evidente che la francia, forse con l'appoggio esterno, voglia conquistare definitivamente la leadership europea. La nomina dei commissari potrà forse darci qualche elemento in più. La UE a guida francese è da prima fila e pop corn :)

      Elimina
  5. Intanto i moribondi (tedeschi) li finanziamo noi. Oggi la ex Banca di interesse nazionale Unicredit (che grazie ai tromboni di allora Ciampi & Amato, ai dirigenti piddini ossessionati dalla balla dei bad loans, ed al non rimpianto fenomeno francese Mustier, oggi è controllata dagli asset manager globali) ha iniettato 1,4 miliardi di Euro (salvo rabbocchi, ovviamente!) per diventare junior partner del governo tedesco in Commerzbank. Il tutto in prospettiva di una fusione. E' la seconda volta dopo HVB (lì la liquidità italiana fu subtio dopo sequestrata in Germania dalla Bafin in barba alla moblitah dei capitalih leuropea) che soldi buoni italiani anziché venir prestati alla nostre industrie ("c'è l'EBA!" "Manca il cash flow a servizio del debito!" "Il rating non è abbastanza buono!" "Hai saltato una rata e sei segnalato!" "Mi assorbiresti troppo capitale!" e via mincheggiando) vengono usati per sostenere carrozzoni tedeschi infetti. Sempre nel plauso generale dei tromboni e dei trombini nostrani. https://www.reuters.com/business/finance/unicredit-buys-45-commerzbank-stake-german-government-2024-09-11/

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.