mercoledì 10 maggio 2023

Tirare la cinghia

Nei commenti a un post precedente Marco, il nostro amico paradigma dell'idiot savant (non è un insulto: è un neologismo), personaggio che in questo blog regolarmente si ripresenta sotto le spoglie dell'ingengngniere piddino che pensa di argomentare in ambito economico facendo un magro e scombiccherato cherry picking su Wikipedia di teorie che a lui sembrano assistite dal principio di autorità, ci raccontava, in buona sostanza, che i francesi stanno meglio di noi (nota bene: nessuno aveva detto il contrario! Il commento dell'idiot savant si inseriva a seguito di una subordinata concessiva di idivev: "La Francia sarà pur sempre ecc.", cioè: ammesso e non concesso che la Francia sia... Ma gli idiots savants, come vedremo meglio nel caso climatico, sono a disagio con la grammatica elementare...). Comunque: Marco ci raccontava che i francesi stanno meglio di noi perché "lo stipendio netto medio a Parigi rimane un 30% maggiore che a Milano" (rigorosamente senza fonte, senza considerare che la Francia non è Parigi e l'Italia è ancor meno Milano, ecc. Ma la caratteristica dell'idiot savant è appunto che lui sa: bastandogli le sue certezze, non ritiene opportuno suffragare con la citazione delle fonti le verità che magnanimamente dispensa).

Vabbè, questa era una delle due premesse del discorso che volevo farvi oggi. Veniamo all'altra.

Poco fa il presidente di a/simmetrie, Benedetto Ponti, ha rilanciato su Twitter un grafico di Nicolas Goetzmann (che non so chi sia), a sua volta rilanciato da Philipp Heimberger, che invece sappiamo chi sia: è stato relatore a un nostro evento sulle regole europee):


Il messaggio è che i consumi alimentari dei francesi (dati mensili in milioni di euro a prezzi costanti) sono tornati al livello del 2007. Visto che a Parigi gli stipendi sono del 30% più alti perché ce l'ha detto sucuggino (cioè il cuggino di Marco), non ci resta che una linea interpretativa di questo dato: evidentemente i francesi sono molto preoccupati dalla prova costume, e quindi, pur navigando nell'oro, preferiscono accumularlo per farci il bagno come Paperon de Paperoni, anziché spenderlo in Bourgogne e Camembert (che rovinano la linea e tra l'altro dovrebbero avere il Nutriscore rosso, o almeno spero...).

Anche qui, come nel caso degli idiots savants, manca la fonte, e mi sono dannato l'anima per reperirla (con l'occasione, vi ricordo, se credete, di sostenere col vostro 5x1000 a/simmetrie, un think tank che le fonti le cita). Verosimilmente saranno fonti nazionali, perché né su Eurostat né su OCSE ho trovato una ripartizione delle spese per consumi delle famiglie a questo grado di granularità: su Eurostat e OCSE, ad esempio, ci sono le spese per consumi alimentari, ma annuali, mentre quelle trimestrali sono distinte solo fra beni non durevoli, semidurevoli e durevoli (e quelle mensili non ci sono).

Non escludo che cercando meglio si trovi qualcosa (magari voi ci riuscirete), ma a me interessava fare un confronto internazionale rapido, e l'ho fatto con quello che ho trovato, cioè questo:


Ora, a beneficio degli idiots savants, segnalo che quello riportato qua sopra è un indice, che quindi ci informa sulla dinamica, non sul livello del fenomeno: ma, se interessa, c'è anche il dato in volume (milioni di euro a prezzi costanti:

sul quale, se qui ci appassionasse il tema sollevato dal "cuggino de sucuggino" (cioè da Marco), ovvero "sono più ricchi i francesi o gli italiani?", andrebbero fatti almeno due aggiustamenti: la conversione in termini pro capite, e la correzione per la parità dei poteri d'acquisto (perché credo sia arduo ipotizzare che al Giambellino la vita costi quanto al faubourg Saint Honoré). Un vero economista, però, tenderà a essere più appassionato dalla dinamica che dalla statica. Del resto, anche per un politico, le tendenze in atto sono molto più rilevanti dei punti di partenza, per il semplice motivo che quale che sia il punto di partenza, il mandato che il politico riceve è quello di migliorarlo, per cui la domanda più rilevante diventa: stiamo migliorando o peggiorando, e di quanto? Una domanda dinamica, non statica: dove stiamo andando?, non: dove siamo?

Comunque: per quanto riguarda la dinamica, i due grafici dicono sostanzialmente la stessa cosa.

In particolare, partendo dalla fine: è confermato che la spesa per consumi non durevoli (che includono quindi anche il tabacco, il vestiario, ecc.) delle famiglie francesi è fortemente arretrata, coerentemente con l'andamento del suo sottoinsieme (le spese alimentari, quelle mostrate nel grafico dell'amico dell'amico dell'amico). L'ultimo dato trimestrale del 2022 è 83 miliardi, cugino degli 83,1 del terzo trimestre 2001 (un bel balzo indietro).

Interessa l'Italia?

Con la stessa logica, l'ultimo dato trimestrale del 2022 è 78,9 miliardi, cugino del 78,4 del primo trimestre 2015. Quindi si può raccontare, senza dire il falso, che per noi il balzo indietro indotto dalla crisi energetica, con annesso scenario inflattivo, è di soli sette anni, mentre per i francesi di oltre 20. In virtù di questa dinamica, a oggi, se misuriamo il benessere in termini di capacità di spesa per consumi non durevoli (escluse automobili, elettrodomestici, ecc., che comunque un po' di benessere contribuiscono a procurarlo), parametrando i volumi di spesa alla popolazione abbiamo che in Francia la spesa pro capite è 83 miliardi diviso 67,8 milioni, cioè 1225,5 euro al trimestre, mentre in Italia è 78,9 miliardi diviso ahimè solo 59,1 milioni, cioè 1334,9 euro al trimestre. Il cuggino di Marco non avrebbe difficoltà a dimostrarci con un modello peer reviewed che, anche se non sembra, la spesa pro capite francese è superiore del 30% a quella italiana (perché a Parigi ecc.). Viceversa i dati (ma i dati, si sa, non servono a chi detiene la Verità) stabiliscono che la spesa pro capite delle famiglie francesi in consumi non durevoli è dell'8,1% inferiore a quella delle famiglie italiane. Se vi rivolgete ai dati, anziché agli idioti revisionati da idioti (cioè dai loro peer), capite perché la gente va per strada in Francia e non qui (e torno a dire che a me dispiace che la gente debba andare per strada e non sono contento che questo succeda in un Paese che amo: sono però contento quando certi fenomeni possono essere ricondotti nell'alveo di una razionalità economica: mi aiuta a pensare che non ho sprecato il mio primo mezzo secolo).

Dopo di che, forse bisognerebbe allargare lo zoom, e possiamo farlo in due modi: con gli indici o con i valori assoluti. Conviene farlo in entrambi i modi anche per aiutarvi a capire una cosa che agli idiots savants (sì, lo avete capito: è il termine colto per indicare i piddini antropologici) normalmente sfugge: quali informazioni forniscano gli indici.

In effetti, se osserviamo il primo grafico, notiamo che fatto 100 il 2005, nell'ultimo trimestre del 2022 i consumi non durevoli delle famiglie italiane sono a 85 e quelli delle famiglie francesi a 98 (quindi quelli italiani sono diminuiti del 15% e quelli delle famiglie francesi del 2%). Sorge quindi spontanea la domanda: ma se la diminuzione dei nostri consumi è sette volte quella dei consumi francesi, come mai non siamo andati in piazza noi?

Non è così strano, o, per l'esattezza: non è strano che non stiamo andando in piazza adesso (visto che, come già detto, in termini assoluti stiamo meglio noi dei francesi, dopo il loro ultimo tonfo).

Il punto è che, come potete vedere dal secondo grafico, nel 2005 (in effetti, dal 2000 al 2009) i consumi in beni non durevoli delle nostre famiglie erano superiori, e non di poco, a quelli delle famiglie francesi. Insomma: conducevamo una vita più agiata, come qualcuno ricorderà (certo non gli "scienziati" awanagana che vengono a scassarmi gli zenzeri su Twitter col mento ancora imbrattato dalla ricottina del rigurgitino, povere stelline...). In numeri, considerando i valori della popolazione al primo gennaio 2005, nel primo trimestre del 2005 in Francia la spesa pro capite delle famiglie in consumi non durevoli era di 84,7 miliardi diviso 62,7 milioni, cioè 1350,7 euro a trimestre (più o meno dove siamo noi ora), mentre in Italia era di 92,8 miliardi diviso 57,8 milioni, cioè 1605,6 euro a trimestre. Insomma: nel primo trimestre del 2005 (anno che scelgo solo perché è il riferimento degli indici Eurostat) gli italiani spendevano (pro capite) il 18,9% in più dei francesi in consumi durevoli, ma soprattutto spendevano il 20,2% in più di quanto gli stessi italiani spendono oggi.

Insomma: è vero che abbiamo fatto un bel tonfo da prima della crisi globale, ma è anche vero che stavamo molto meglio dei francesi, per cui oggi continuiamo a stare un po' meglio di loro, e in termini dinamici oggi l'impoverimento causato dall'ultima crisi è molto meno drammatico di quello che stanno sperimentando, purtroppo, le famiglie francesi.

Non è quindi strano che adesso in piazza ci vadano loro, come dicevo.

Quello che è strano è che mentre venivamo macellati dall'austerità (e non ditemi che non si vede quando è successo) in piazza non ci siamo scesi noi. Ma anche questo tanto strano non è: il macellaretto dell'epoca ci ha spiegato bene com'è andata, e il clima di quel periodo è riassunto da questa immagine diventata a giusto titolo iconica:


Non c'è nulla di male nel mantenere rapporti distesi con gli avversari: l'ho fatto anch'io con la Camusso quando l'ho incontrata (forse anche perché ero distratto da altro). Nel non combatterli, e nelle motivazioni per cui non li si è combattuti, però, qualcosa di male gli elettori potrebbero vederlo, e lo hanno visto.

Ora, come allora, io sono all'opposizione di questa roba qui, ora come allora dandovi i numeri e le ragioni della mia opposizione, ma ora, a differenza di allora, con qualche minimo margine di manovra in più per eradicare la malapianta che ci ha infestato, compromettendo in modo difficilmente rimarginabile il nostro benessere. Ci si sta lavorando, ma intanto, lo ribadisco: l'irrazionalità, dopo aver danneggiato chi l'ha subita, si sta rivoltando contro chi l'ha voluta. Non è Schadenfreude. Lo definirei piuttosto usare la forza dell'avversario: l'unica risorsa di chi ingaggia un combattimento in condizioni di inferiorità.

Tanto vi dovevo (o meglio, tanto dovevo al cuggino di Marco, che ora tornerà petulantemente alla riscossa...).

39 commenti:

  1. Il macellaretto dell'epoca aveva le spalle ben coperte da tanti lati, istituzioni, stampa, magistratura.

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    1. Ma soprattutto iMercati, quelli che se ora gliene parli ti dicono: "Ma chi lo conosce!?"

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  2. Vorrei precisare che quel Marco non sono io (marco, con la m minuscola).

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    1. Infatti uso rigorosamente la maiuscola per evitare una querela per diffamazione!

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  3. L’ Idiot savant si può definire anche come discepolo di etarcos?

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    1. Certo, è lui; il piddino antropologico.

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    2. Quante amiche, amici persi. Tutti.
      Non sono dinamiche storiche.
      È narcisismo.

      Ma va definito meglio sulla base dell' "Anatonomia del narcisismo" di Mauro Scardovelli e delle lezioni di filosofia moderna di Alberto Burgio. Per cominciare. Abbiamo tanto lavoro da svolgere.

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  4. "Although an entertaining and often sarcastic writer, Bagnai emphasised the importance of rigour and accuracy in making the case against the euro, citing academic sources and using datasets from trusted sources such as the IMF or national statistical agencies.
    Several of his blog posts are longer than many academic articles in economic journals".
    Qui la p.r. è stata sicuramente corretta e oggettiva.
    È sempre un piacere leggerla.

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    1. Ciò non toglie che il torpido e insidioso fiume del divenire prima o poi trascinerà il suo autore nel raggio dell’ingannevole indifferenza del mio sguardo… 🤗

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  5. Il vero grande vantaggio dei francesi é rappresentato dal livello del welfare nettamente superiore al nostro.
    Questo ha consentito di avere un tasso di fecondità invidiabile (anche per ragioni culturali) oltre che un livello di servizi alla persona da Paese civile.
    Basti pensare che se l’Italia avesse oggi lo stesso numero di dipendenti pubblici della Francia (in rapporto alla popolazione) la nostra disoccupazione sarebbe quasi nulla.
    Ovviamente, questo livello di assistenza non é gratis ed ecco che si spiegano l’alta pressione fiscale e l’alto livello di indebitamento pubblico (come l’Onorevole evidenziava in una precedente analisi).
    Alla faccia delle regole europee dovremmo proprio ripartire da qui, aumentare la spesa pubblica corrente (in particolare nella sanità e nell’Amministrazione in senso stretto) per poter tornare a fare cose normali come avere famiglie e organizzare investimenti sul territorio (cose letteralmente distrutte e rimosse durante il decennio del Pd).
    Ma credo che anche su questo, almeno credo, che il vero ostacolo non siano tanto (e soprattutto) le regole di bilancio quanto quell’altra cosa per cui é nato il blog.

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    1. Pensa te che idee del cazzo! La disoccupazione zero a colpi di posti pubblici! Semplicemente ilare. A sto punto diamogli un sussidio e basta al posto di fare gli fare roba inutile e dannosa. Qualche altra sovraintendenza del pomodoro Pachino servirebbe proprio in effetti

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    2. Ma lo vedi che non sai e non capisci un cazzo (scusa, ma se la usi te questa parola la uso anch'io)! Ma lo stai seguendo il dibattito sul PNRR, che non riesce a decollare (come da noi puntualmente previsto) perché le amministrazioni locali mancano di professionalità essenziali: geometri, ingegneri, ecc. Altro che "Sovraintendenza del pomodoro Pachino"! Io credevo che di relitti tardoliberisti come te in giro dopo l'ignominiosa figura fatta da Giannino non ce ne fossero più, invece vedo che siete veramente difficili da estirpare...

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    3. So bene che non varrebbe la pena replicare, lo faccio solo per pietà nei confronti del personale ospedaliero (medici e infermieri) ecc.
      Mi è capitato di essere ricoverato per iperglicemia, e trovavo assurdi i sacrifici del personale, sempre impeccabile, nel mantenersi costanti a ritmi di lavoro insostenibili, sistematicamente sottorganico.
      Colgo l'occasione per ringraziarli di cuore.
      Mi hanno salvato la vita, letteralmente.

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  6. Se non interpreto male il trend stava già invertendo dal 2018. Poi quel picco fuori statistica ad inizio 2020, immagino dovuto al COVID, ha solo ritardato quanto sta succedendo oggi. A dimostrazione, caso mai ce ne fosse bisogno, che la pandemia ha permesso ai governi di dare “un calcio al barattolo” ( come amano dire gli americani ).

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    1. In maniera sorprendente Il trend ha cominciato ad invertire dal 2018 in concomitanza dell' aumento dei costi energetici francesi, con l' energia per le famiglie che ha iniziato a superare il prezzo finale di 0,15 €/kWh e quello industriale > 0,10 €/kWh.(https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=Electricity_price_statistics). La Francia ha da sempre potuto usufruire di costi energetici molto bassi grazie al proprio programma nucleare; forse può esserci una correlazione con quanto sta accadendo in questi ultimi anni.

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  7. Se non ricordo male, "Marco" disse di essere treider a aMilano, o una cosa così. Se non ricordo male, quindi, mi vengono tre domande:
    1. può Marco capire tutto ciò, dato che il suo stipendio dipende dal non capirlo?
    2. perché Marco non aumenta il suo stipendio andando a vivere a Parigi?
    3. se oggi come allora stiamo meglio dai francesi, perché legioni di miei coetanei e non, dopo anni a ciucciare spesa sociale, vanno a pagare le tasse a Parigi?
    Delle tre, solo la terza mi preoccupa davvero.

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    1. Se è un treider, aspetteremo che compri dei bitcoin. Se è un ingengngniere, abbiamo uno spettro più ampio di possibilità.

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    2. 1. Non faccio il treider
      2. Perché tutti gli Italiani non sono in UK, Germania, Olanda, Lussemburgo ecc? L'emigrazione intanto c'è, chissà perché!?
      3. Non stiamo meglio dei francesi infatti. Se Bagnai mi pubblicasse il primo commento di risposta avresti qualche fonte, anche se basterebbe cercare su Google per 15 minuti

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    3. Maledetti numeri!
      Viene così bene parlare per sentito dire, nel flusso dell'andar comune, e quelli si mettono di traverso a rovinar la festa. Sono o non sono dispettosi?!

      Ma che bella foto!
      La stampo in gigantografia e me la metto nello studio sulla parete di fronte, in modo che se per caso dovesse capitarmi di dimenticarmi del tradimento per più di 2 decimi di secondo, basterà alzare un attimo lo sguardo per risentire nuovamente ribollirmi il sangue dentro ogni capillare. Ma che bella foto; ah, quando si dice del sincero amore per il popolo! È che ci devi essere nato, evidentemente, per provare così tanta gioia, quanto te lo trovi di fronte.
      Non posso non ricordare quando si votò con lo stesso amore e trasporto, compatti e massicci, la legge Fornero, e solo due partitini si misero di traverso. Dopo di che, ma tu guarda la combinazione, Report, diretto dalla giornalista che ora coerentemente milita al Sole, orchestrò una bella campagna di disboscamento, da cui la Lega riuscì a salvarsi perché la fortuna gli fece trovare l'uomo giusto, mentre Di Pietro è in quel di Montenero ad arare campi. E, mi sembra, che proprio allora, colei che se ne intestò e se ne intesta tuttavia orgogliosamente il merito, e lo fa tutte le sere alla Menzogna Illustrata della tv numero 7, che presidia oramai da 10 anni buoni (chissà, forse pensano che a forza di ripetere scemenze qualche cosa entra e rimane), ebbene mi sembra che proprio costei, dopo aver stangato per bene la produttività italiana precludendo qualunque via al ringiovanimento della forza lavoro, accompagnava ministri d'oltralpe in giro per le facoltà italiane a convincer giovani che all'estero, eufemismo di Francia e Germania, si sta tanto bene, signora mia!, e tanto meglio che qui, in questo brutto paese corrotto.
      Serva questo a tracciare un motivo che aiuti @Palo_Giusti a intuire perché “i suoi coetanei” amano Parigi, e soprattutto quale livello di perfidia si nasconde dietro questi gustosi sorrisi nella foto qui su riportata.
      E serva a me per rammentarmi che, infine, non tutto il male viene per nuocere se, proprio per questo tradimento, allora conobbi un oscuro professore di università di provincia che allineava puntini, e ancora dura.

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    4. Car.mo @Matteo, abbiamo la stessa diagnosi.
      Per la terapia, propongo inascoltato da anni di richiedere indietro la spesa sociale agli emigranti ad es. tassando i pensionati in Portogallo alla fonte e applicando il metodo australiano alle tasse universitarie. E questo solo perché il Muro di Berlino era esteticamente brutto.
      Si: sono notoriamente e orgogliosamente una bruttissima persona.

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    5. @Paolo Giusti, cioè far pagare di più gli studenti stranieri?

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    6. Ah beh @Palo_Giusti lo siamo tutti. Diventare brutte persone è l'esito scontato di chi insiste a venire qui.
      Riconfesso che anche io avevo deciso d'andarmene subito dopo un discorso, apparentemente innocuo, di Padoa Schioppa, fatto mesi prima che diventasse ministro. La “sinistra”, che lo aveva già designato, evidentemente era rimasta senza fiato dall'emozione, dopo aver letto il suo “programma completo di riforme strutturali” che “dev’essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere” e deve consistere nel: “lasciar funzionare le leggi del mercato, limitando l’intervento pubblico a quanto strettamente richiesto dal loro funzionamento e dalla pubblica compassione.”, come il mercante Legendre dei tempi di D'Artagnan, i quattro moschettieri e il cardinale cattivo. Tipico pensiero di sinistra, dunque dopo aver pronunciato un sì tante volte detto; lo ripetè, e fu ministro di sinistra per sempre. Bene, sentendolo proferir nuovamente giaculatorie di simil pelle, a metà sproloquio, neanche mi si mobilitò il pensiero critico o l'indignazione, m'apparve solo in mente, contemporaneamente ai fonemi generosamente elargiti da questo cavaliere senza macchia, l'espressione: “Va beh, me ne vado, non c'è più speranza”, una folgorazione, un'intuizione immediata, e non aveva ancora finito e forse era solo all'introduzione. La prima ambasciata da cui presi i moduli per la domanda di ingresso fu proprio quella australiana. Poi però m'accorsi, leggendo la guida allegata, che quello è probabilmente il paese più razzista dell'universo. Li volevano solo giovani e straricchi gli stranieri che desideravano conoscere le loro “meraviglie”, così se le chiamano. Un anno dopo compresi che sono le merci ad essere libere e globalizzate, e solo a volte anche i giovani ma, possibilmente, molto molto ricchi. Dunque non avevo proprio alcun requisito per circolare come le merci, e però questo sito dopo mi salvò dallo sconforto. Ora penso che vada il massimo rispetto a chi è costretto ad emigrare, e braccia aperte quando decide di tornare e può tornare, ma chi vuole andarsene di suo, perché all'estero “sono più seri”, quello è meglio che se ne vada, e magari non torni neanche più, e si tenga pure i soldi che abbiamo speso perché si potesse ben collocare, sono soldi spesi bene. Come si vede sono diventato una persona ancora più brutta. Per chi rimane, invece, il motto è: Hic Rhodus hic salta.

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    7. @Marco: alle tue scemenze ho risposto qui, quindi è abbastanza inutile, oltre che ridicolo, fare il "piangina". Tu continui a dirmi che il Pil dei francesi è più alto del nostro (e lo so, e so anche perché) ma non capisci, a questo punto devo pensare per deficit intellettuale anziché culturale, che qui sto parlando di un'altra cosa, di una componente del Pil, dei consumi, che sono poi quelli in cui più direttamente si traduce il tenore di vita di una popolazione. Ma va bene così, tanto con gli incompetenti che si nutrono di escrementi giornalistici non credo valga la pena di perdere molto tempo. Hai ragione, bravo, e salutaci Giannino e Boldrin!

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  8. C'hai raggione prof., siamo più sul 20%, anche se lavorando un -10% di ore stiamo lì.

    Lavoro in una multinazionale a Milano e ho colleghi francesi con cui si parla del più, del meno e anche de sordi. Oltre all'esperienza personale però, alcuni dati proxy ci sono.

    Riporto i rapporti Francia su Italia:
    PIL pro capite in $ correnti: +22%
    PIL per ora lavorata: +20%
    Average wages nel 2021 in $: +20% [https://data.oecd.org/lprdty/gdp-per-hour-worked.htm][https://data.oecd.org/earnwage/average-wages.htm]
    Average annual wages in € correnti: +35%
    Average annual wages in 2021 PPP: +21% [https://stats.oecd.org/index.aspx?DataSetCode=AV_AN_WAGE#]
    ore lavorate all'anno per lavoratore: -10% [https://stats.oecd.org/index.aspx?DataSetCode=ANHRS#]
    Mondiali di calcio vinti: -50%. [https://it.wikipedia.org/wiki/Campionato_mondiale_di_calcio#:~:text=Questo%20l'albo%20d'oro,)%3B%201%20vittoria%20l'Inghilterra%20(]. Forse ci si riferiva a questo con "peggiori"?

    Per ultimo segnalo anche questo: +50% [https://www.numbeo.com/cost-of-living/compare_cities.jsp?country1=Italy&country2=France&city1=Milan&city2=Paris&tracking=getDispatchComparison]

    PS: La comparazione Milano-Parigi sono comunque mele con mele.
    PPS: correndo il rischio di non veder pubblicato il commento ho risparmiato un pochino e non sono stato lì a mettere i link.

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    1. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi. Sto parlando dei consumi.

      Hai capito?

      Non credo.

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. https://www.insee.fr/fr/statistiques/fichier/6795076/27_IR_Biens.xlsx

    Credo che la fonte dei dati di quel grafico possa essere questa.

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  11. il mio 5permille ha finalmente trovato una collocazione proficua. Detto questo...ritengo che la stirpe italica sia di gran lunga più creativa e fattivamente adattiva di quella dei cuggini (appunto) d'oltralpe se non altro perchè quando protesta all'aperto (la schiatta italica), si munisce di comode tende per farlo (adattività e creatività risolutive nel merito dell'oggetto della protesta stessa), anche se in tutta onestà non saprei dove collocare nei termini dei grafici sopra proposti l'acquisto di tali strutture, se nei beni durevoli o in quelli di prima necessità. (p.s. mi sa che tutti quelli delle tende sono iscritti a ingnennieria....)

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  12. Avendo vissuto 30 anni e lavorato 20 in Francia, à Dijon, ho cercato di spiegare agli italiani esterofili che i francesi stanno molto peggio di noi, su base puramente empirica ma non ci credono, in quanto professore del secondario ho perso circa il 40% del mio potere d'acquisto in meno di 20 anni, di cui 3 in piazza con Gilets Jaunes et antipass 😬

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  13. Una curiosità...
    Esiste un motivo per cui le curve (sia degli indici che dei valori assoluti) dei nostri due amati vicini sembrino essere più "nervose" della nostra anche sul breve periodo?

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  14. "Quello che è strano è che mentre venivamo macellati dall'austerità (e non ditemi che non si vede quando è successo)" , dipende , se una persona aveva coltivato bene i suoi frutti anche all'epoca aveva il suo bel raccolto e un poco di serenità per i suoi figli e per sé stesso.
    Quello che mi meraviglia è (già scritto) nonostante ci sia ancora una % che ha un potenziale potere "$" di domanda ( beni, servizi ) non ci sia un offerta sufficiente.

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  15. Più che di tirare la cinghia, parlerei di tirare le cuoia dato l'aumento di malori improvvisi.

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  16. Magari in piazza ci siamo anche andati ma i media avranno visto bene di silenziare il tutto. :-D

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  17. Basta andare a cercare il PIL per ora lavorata e cose tipo "salary France" o "wages France" su Google. Anche le ore lavorate all'anno per lavoratore danno un'indicazione.
    Numbeo cost of living ho notato essere decisamente preciso.
    Mi sembra abbastanza patetico questo tentativo di dimostrare quanto siamo ricchi. Ci sono posti più ricchi dell'Italia. Amen. Ce ne sono molti di più di più poveri.

    Poi al massimo possiamo fare qualche minibot e pem! Ricchezza to the moon.

    Però, si sa, da uno che sostiene che la produttività non è correlata alla dimensione d'impresa ci si può aspettare di tutto tranne che riesca a guardare in faccia la realtà.

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    1. Marco, a me non risulta, che nessuno qui, abbia mai sostenuto che la produttività non sia correlata alla dimensione d' impresa.
      Qui, si è sempre sostenuto che fino al blocco definitivo del tasso di cambio lira-marco nel 1997, la produttività di Italia e Germania, seppur differenti in valore assoluto (in economia guardiamo le dinamiche), le due produttività crescevano insieme.
      Dal 1997 quella italiana si ferma.
      "Cos' è accaduto nel 1997? Abbiamo messo tutte le imprese in centrifuga?" (cit.)

      O sei stato distratto o sei intellettualmente disonesto.

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  18. Si potrebbe fare una battuta di puro spirito e chiamarla ironicamente la Senatrice MontUsso 😁.
    P. S. Credo ci sia un piccolo Re-Fuso in questa fase: ..."gli italiani spendevano (pro capite) il 18,9% in più dei francesi in consumi durevoli..." consumi NON durevoli.

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