martedì 14 ottobre 2014

Sappia la sinistra ciò che fa la sinistra

"Oggi, dopo la lezione della grande crisi globale, può sembrare un’amenità, ma fino a qualche anno fa era piuttosto diffusa l’idea che lo smantellamento dei poteri di intervento e lo svuotamento della sovranità degli Stati nazionali potesse racchiudere in sé nuove potenzialità partecipative ed emancipative per il cittadino globale.

Questa visione, che in realtà celava un preciso apparato ideologico, ha segnato in profondità la costruzione dell’Unione Europea e il discorso pubblico sui caratteri che essa avrebbe dovuto assumere... In questo quadro, l’euro, la prima moneta senza Stato, appariva come il progetto più ardito e paradigmatico dell’Europa come potenza post-statuale.

L’esplosione della crisi globale nel 2008 segna il brusco risveglio da queste illusioni. Dappertutto l’uscita dal collasso finanziario avviene per effetto dell’azione decisiva degli Stati sovrani e delle loro banche centrali, attraverso le quali si esercita uno degli elementi fondanti della sovranità, il controllo della moneta. Laddove questo non avviene per effetto dei caratteri peculiari e ‘post-moderni’ della costruzione europea, ovvero nell’area dell’euro, l’esplosione della bolla finanziaria si trasforma in una lunga recessione di cui ancora oggi non si vede la fine...

L’esperienza di questi anni ci dice che, in realtà, il tramonto della statualità, di cui si è parlato e scritto per un trentennio sotto l’interessato impulso dell’egemonia culturale liberista e globalista (e sarebbe forse il caso di riflettere sulle neppure troppo nascoste affinità elettive tra questi due indirizzi), si riduce sul piano storico concreto a una ben più determinata crisi degli Stati nazionali europei, in particolare di quelli che si sono vincolati al progetto dell’euro. Una crisi che deriva da una drastica auto-limitazione delle prerogative sovrane, a partire da quelle decisive della moneta e del bilancio, con tutte con le conseguenze che ciò ha prodotto in termini di svuotamento della decisione democratica."





Se vi interessa sapere chi l'ha detto, lo trovate qui.

70 commenti:

  1. «sarebbe davvero destinata a consegnare definitivamente non solo i ceti popolari (come già in larga parte avvenuto), ma la bandiera stessa della sovranità popolare alla destra populista. D’altra parte, se oggi la qualificazione di populista è diventata l’opposto di un certo europeismo edificante, fatto di buone intenzioni ma pure di una sostanziale difesa dell’attuale assetto europeo (e, quindi, più o meno consapevolmente, degli interessi finanziari che da esso ricevono protezione), allora forse è giunto il tempo di un sano populismo non regressivo di ispirazione democratica, che faccia del rifiuto del paternalismo tecnocratico e della neutralizzazione della sovranità popolare il suo presupposto irrinunciabile.»

    a parte destra populista no, ma populismo di sinistra si, così manteniamo la bandiera, come devo interpretare

    «che faccia ... della neutralizzazione della sovranità popolare il suo presupposto irrinunciabile» ?

    lapsus froidianesco o no?

    Ciao

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    1. Rifiuto della neutralizzazione, mi pare chiaro. Non cerchiamo fantasmi dove non ci sono. Il lapsus poi e' freudiano al limite!

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    2. "del rifiuto .. della neutralizzazione", equivoci della lingua.
      Per questo Flaubert odiava il doppio genitivo, penso.

      P.S.
      Che sia l'ultima volta che difendo un PD :)

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    3. Interessante... è lo stesso che ha dichiarato il 24 luglio: "Andare al voto con il Consultellum, la legge elettorale uscita dalla sentenza della Consulta, non va bene né per il paese, né per il Pd, né per Renzi. Noi Democratici saremmo i più danneggiati da un voto anticipato con il proporzionale puro, con una preferenza singola e con circoscrizioni di ampiezza regionale".?

      Il sano populismo non regressivo di ispirazione Democratica mi pare abbia un nome e un cognome... :)

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    4. Giusto per amor di polemica, io, la frase, per come è scritta, la leggo così:

      «che faccia, (virgola) del rifiuto del paternalismo tecnocratico e della neutralizzazione della sovranità popolare, (virgola) il suo presupposto irrinunciabile.»

      ma d'altronde, non avendo fatto le scuole alte, mi rimetto al giudizio altrui, se motivato giusto...

      P.S.: scritto, giustamente, senza acrimonia alcuna (si scherza, è a gratis...)

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    5. Io la leggo così:

      "è giunto il tempo di un sano populismo non regressivo di ispirazione democratica, che faccia del rifiuto
      - del paternalismo tecnocratico e
      - della neutralizzazione della sovranità popolare
      il suo presupposto irrinunciabile"

      Dopo di che, mi pare, sostiene una proposta di legge elettorale che neutralizza la sovranità popolare, e un populismo che è l'altra faccia del paternalismo tecnocratico.

      O almeno così mi sembra.

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  2. C'è solo morte con questa sinistra da 30 anni a questa parte.......................

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    1. Fassina è molto consapevole dei risvolti economici del problema. Come vedete, sta maturando anche una consapevolezza dei risvolti politici (il documento è di giugno).

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    2. Nel mio piccolo ho avuto la stessa percezione. Tra tutti i possibili gestori del "dopo" lui è probabilmente quello che preferirei

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    3. Non voglio essere troppo cattivo ma direi che Fassina, che è sempre stato consapevole dei risvolti economici del problema, è sempre stato consapevole anche di quelli politici. Solo che fino a un po' di tempo fa, e soprattutto quando era nel governo Letta, non gli conveniva tirare a mano questi ultimi. Adesso invece farli notare può essere molto utile anche per la sua carriera.

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  4. Avrei giurato Mimmo Porcaro! Meglio ancora. Una rondine non fa primavera purtroppo, ma la mia giornata ha preso una piega molto migliore.

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    1. Caro Paperoga, purtroppo ti accontenti di troppo poco!

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  5. http://www.asimmetrie.org/opinions/leuro-la-democrazia-e-la-rappresentanza-impossibile/

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  6. Bene così, qualcuno si sta svegliando.
    Io penso, o forse spero, che aldilà della facciata che arriva a noi la discussione sia molto più avanti anche a sinistra.
    Staremo a vedere.

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  7. Che sia questa la luce in fondo al tunnel?

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  8. Forse D'Attorre dovrebbe fare una chiacchierata con Vincenzo Visco, uno di coloro che fece il lavoro sporco, per farci entrare nell'euro (è una sua dichiarazione al Fatto del 2012). Il sotto indicato articolo del Sole mi sembra un mixtum compositum di mezze verità, falsità e dimenticanze. Come noto, io condivido totalmente la visione di Alberto: ci vorrà un fronte ampio, e politicamente diversificato (piaccia o non piaccia, fa lo stesso, perché così si fa nelle grandi emergenze epocali), di persone intelligenti, competenti e coraggiose. Ma ci vorrà anche altro: non violare ECCESSIVAMENTE (sono comprensivo, no?) la verità storica di quanto accaduto. A me non interessa il destino futuro dei vari Prodi, Visco, Amato, Bersani ecc., cioè di coloro che negli anni '90 hanno governato MOLTO PIù di Silvio Berlusconi (che governò 6 mesi 6): che si godano pure la meritata pensione costruita sulle macerie. Ma desidererei che non intervenissero troppo nel dibattito; potrebbe essere una turbativa. Forse bisognerà spiegare a Bersani che non si può più dire, gongolando, "siamo noi che abbiamo portato questo paese in Europa" (cioè nell'euro). E forse dovrà essere fatta chiarezza in un partito che ormai sembra annoverare persone che riconoscono l'errore storico commesso e persone che in quell'errore perseverano. E ci vorrà molta umiltà personale e intellettuale da parte di tutti, perché si possa guardare con comprensione e indulgenza ai molti errori che la maggior pare di noi ha fatti.

    http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2014-10-11/la-riforma-contratti-e-priorita-081537.shtml?uuid=ABxVID2B

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    1. Alla fine secondo me una certa continuità storica fa male, soprattutto ai bambini.
      A gente come Prodi bisognerebbe erigere statue in tutte le grandi Città d'italia, Con scritto "Propalatore di menzogne. Traditore della patria. Ingannatore degli ingenui. Bambini fate attenzione, guardatevi da simili individui, e da grandi non diventate come lui".

      C'è scritto qualcosa da qualche parte, a proposito dei lupi rapaci che si presentano al pubblico con miti vesti d'agnello.

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    2. "ci vorrà un fronte ampio, e politicamente diversificato"
      "non violare ECCESSIVAMENTE la verità storica di quanto accaduto"
      "molta umiltà personale e intellettuale da parte di tutti"
      Straquoto perché è l'unico modo di uscirne (è come camminare su un filo..).

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    3. La cosa che mi ha fatto più ridere è questa: ...e la bilancia dei pagamenti era in equilibrio, il tasso di cambio lira/euro inoltre - checchè se ne dica - fu a noi favorevole.
      No, non parlo delle stupidaggini che si sentono ancora oggi, per cui l' euro doveva valere 1000 lire e non 1936,27; la famosa questione del favorevole cambio ottenuto da Ciampi, dopo ore di defatigante discussione, si ridusse a perdere quella partita, addirittura. La cosa che mi fa ridere, è che si parli di cambio favorevole, dopo che per 40 anni, la lira aveva svalutato del 635/35 = 18,13% annuo medio, sul marco tedesco, passando da 156 lire (era il 1963) per marco appunto a 989,99 (era il 1998, a prezzi di saldo, Prodi dice 990 lire per euro/marco). Ma la domanda fondamentale è: Visco ci fa o ci è? Ai posteri l' ardua sentenza, ma io un' idea ce l' ho, sia su Visco, sia su Prodi e Ciampi!

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    4. Con il senno del poi tutti sono bravi a criticare. L'errore commesso da Prodi ed altri ,è lo stesso commesso da altri leader europei dell'epoca.Come statisti hanno fatto errori,ma l'euro è una scelta di politica economica presa nel rispetto del processo democratico.

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    5. No. L'euro non è una scelta di politica economica. L'euro è una scelta esplicita e deliberata di compressione della democrazia. Qualcuno vuole ricordare all'ultimo arrivato le mille e una dichiarazioni in tal senso dei "padri della Patria"? Grazie. Le più salienti sono comunque nel prossimo testo, a futura memoria. Non si può adottare democraticamente una dittatura, questo andrebbe chiarito.

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    6. @under quale processo democratico scusa, ma per caso ce lo hanno chiesto se volevamo intraprendere questa strada e le DIFFICOLTA' che avremmo dovuto incontrare? A me non sembra e poi vai in rete e sentiti tutti gli interventi di Prodi, sembra un politico tedesco, si interessa di più della Germania che del proprio paese http://www.youtube.com/watch?v=nDorzPkYtTU. Guardati quello che dice alla giornalista greca e dimmi se non ti viene voglia di bucare lo schermo e prenderlo a calci http://www.finanzaonline.com/forum/arena-politica/1455417-prodi-si-rallegra-del-fatto-che-leuro-favorisce-la-germania.html. Non mi difendere Prodi un cattocomunista con i difetti peggiori delle due componenti politiche. Io vivo a Terni ed i guai delle nostre acciaierie vengono tutte dalle sue decisioni e dalla sua voglia di sentirsi europeo quasi che vivere nel bel mezzo del Mediterraneo ti faccia ritenere di essere australiano. Ma come si fa ancora a dire certe cose, hai per caso la seconda casa su Marte?

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    7. @Under,
      nel mio post focalizzavo il senno di ora, quello di Visco. Ma se per fare questa porcata antidemocratica, abbiamo avuto bisogno di fior di professori (che per inciso oggi si pentono) e banchieri (che per inciso oggi auto-criticano quelle scelte e allora, 1992, ci costrinsero ad una botta memorabile, ma evidentemente non bastò quella lezione), allora potevamo mandare dei maniscalchi, forse era meglio. Che l' Italia non potesse reggere la botta, indipendentemente da tutte le teorie economiche già definite sulla questione delle AVO, ma dipendentemente da quanto già accaduto durante lo SME, non era necessariamente un fatto imprevisto per gente che aveva la pretesa di fare buon governo, ma forse questi supposti e supponenti buoni governanti pensavano di proteggere i redditi fissi dall' inflazione, è l' unica spiegazione plausibile, a meno di pensare che fossero dei malvagi stronzi, ma meglio uno stronzo che un imbecille, diceva un mio professore di Macchine II; come ricorderai Napolitano, che non era propriamente un economista, nel '77, 13 dicembre pagina 24992 del resoconto stenografico C.D. ci arrivò da solo, chissà come, chissà perchè?

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    8. In effetti non si può (rectius, non si potrebbe, Costituzione alla mano).

      Costituzione della Repubblica Italiana:

      art. 139 "La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale"

      art. 11 "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo"

      back to basic

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    9. Le responsabilità storiche sono agli atti, come una inequivocabile rivendicazione di Bersani all'inizio dell'ultima campagna elettorale. L'ha detto lui, il significato è inequivocabile. Dopo di che, prima si passa oltre meglio è.
      Nella peggiore delle ipotesi alle presidenziali francesi manca solo un paio di anni.

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    10. Mi permetto un breve commento a quanto riportato e che a me pare lapalissiano nella sua stretta logica politica. La fine del "fogno" è alle porte, ed è certa. Mentre una parte del PD (Renzi & Co.) è ancora impegnata a lavorare per "terminare" ciò che andava terminato (affossamento, o meglio, ridimensionamento del ruolo, non politico, ma economico dello Stato, con relativa e conseguenti emersione di sussidiarietà varie, terzi, quarti, quinti settori, ecc.), un'altra parte già sta lavorando per gestire il dopo "politico", ridando quel ruolo di arbitro e di attore politico allo Stato, a questo punto per forza e per definizione "sovrano", che non vogliono e non possono abbandonare, mica sono scemi.

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    11. @Under caro,

      "Con il senno di poi"? Due mesi prima di morire (giugno 1989) Paolo Baffi, già governatore della Banca d'Italia, scrive su La Stampa un articolo, per mettere in guardia contro l'unione monetaria. Paolo Savona, personaggio di spicco dell'establishment politico-economico, litiga con Guido Carli, che firmerà il trattato di Maastricht, perché trova dissennato firmarlo senza includervi la clausola d'uscita (come Inghilterra e Danimarca). Ancora nel 1997 Alberto Alesina firma per il Corriere della Sera un articolo dal titolo "I quattro bluff della moneta unica". Sempre nello stesso anno 200 economisti europei firmano un appello ai politici, perché non facciano l'euro come lo stanno facendo. Negli anni '90 tutti, ma proprio tutti, i grandi economisti angloamericani predicono sventura per questa impresa monetaria che sarebbe meglio lasciar perdere. "Col senno di poi"? (Tralascio di entrare in dettagli imbarazzanti, come quello rivelatoci da Vincenzo Visco nell'intervista al Fatto 2012: i rapporti con i Tedeschi li ha intrattenuti da solo Carlo Azeglio Ciampi, che infatti fu poi insignito di un qualche premio Carlo Magno ad Aquisgrana. Forse i destini di 60 milioni di individui potevano trovare maggior risonanza democratica)

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  9. Questo D'Attorre comincia bene ma chiude maluccio. Dice e non dice, sembra aver afferrato qualche elemento di criticità nella Unione, ma poi si perde. (Dal tempo 10':00") "L' Europa ha agito da vincolo esterno positivo negli anni '90. La novità di questa fase politica, è che la dimensione europea è diventata costituente della politica interna. Non è più un fuori rispetto alla politica interna, è costitutiva rispetto. Dopo questa trasformazione non si tornerà indietro..."
    Insomma dove sono le analisi critiche delle politiche di "Destroy of domestic demand?" solo per dirne una di cosa ed eravamo già a febbraio 2012!
    Prima Fassina, adesso D' Attorre, c' è sicuramente una riflessione nel PD, ma mi sembra un po' tardiva, sembrerebbe uno spostamento furbo e tattico per salvarsi il culo. Ma il dubbio mi assale, il dubbio è sempre cosa positiva perchè fa riflettere.

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    1. Sarà anche una riflessione tardiva, ma lor signori continuano a votare un governo che fa da zerbino alle decisioni di Bruxelles e BCE, continuando una politica che ormai ha ampiamente dimostrato essere distruttiva per l'Italia.
      Quindi forse qualche neurone nel PD da segni vitali e riflettono, ma continuano a razzolare male come negli ultimi 20 anni...

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    2. Oltre ai tempi politici, occorre considerare anche certe tempistiche e opzioni istituzionali. La cosa importante è che il disegno politico che deve catalizzare il consenso sia coerente ed efficace.

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  10. E' ciò che rimane del retaggio culturale della sinistra storica, ormai persa dal post Berlinguer nelle sterili diatribe sindacali. Ma almeno sappiamo che e' una sinistra ancora in vita, per cui spero ancora nel risorgimento. Della lira

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  11. Dopo aver letto l'intero documento su asimmetrie risulta ancora più chiaro come l'indicazione "carini e coccolosi" del Prof. sia l'unica arma che possiamo sperare di usare per venirne a capo.
    E il fatto che quei concetti vengano elaborati da un "giovane quarantenne" rappresenta una speranza.

    Viene da chiedersi quale sia la permeabilità alle idee dell'On. D'Attorre in persone quali ad esempio l'On. Bersani.

    Se D'Attorre scrive in modo così chiaro ed esaustivo che esiste un problema di recupero di democrazia e sovranità, come è possibile che chi gli è così vicino invece non sappia e non dica nulla?
    Ah, è vero... la risposta è "Carini e coccolosi" (che però non significa "abelinati").

    Io vivo a Genova e mai come in questi giorni è evidente a tutti che l'impotenza della macchina pubblica a prendersi cura dei propri cittadini è una cosa premeditata; cosa gliene può fregare ai mercati di concedere risorse finanziarie per mettere in sicurezza il territorio della città di Genova?

    Io non sono stato in Giappone, ma lì hanno avuto ben altro che una alluvione e sembra che lo stato qualcosina abbia fatto per rimettere in piedi la situazione, o no? O saranno stati i mercati a ricostruire le città?

    Perché non è possibile mettere in sicurezza il territorio? Cosa avrebbe detto Keynes?
    Non ci sono le ruspe? Non c'è il cemento? Non ci sono gli ingegneri e le maestranze specializzate?

    Ah, dite che non ci sono i soldi....

    E quindi, siccome non ci sono i soldi, ci giriamo di là, ce ne battiamo il belino sugli scogli e aspettiamo che arrivi la prossima (cfr il Sindaco Doria che dice: "Se servisse a qualcosa mi dimetterei").

    Ma povero Xy@xyyzy, ad esempio alzati più che puoi e denuda il re! Di' chiaramente che è criminale e omicida chi sostiene che lo stato deve dipendere dai mercati per soddisfare le proprie necessità.

    Parafrasando qualcuno che non voglio nominare si potrebbe dire "Doria, di' qualcosa di sinistra!"

    Mi unisco al Prof. nel compiangere la mancanza di uno come Gianfranco Funari che magari qualcosina sull'argomento avrebbe potuto dirla.

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  12. Siamo ancora alla diagnosi... Mia madre, 80 anni con la licenza elemtare ci ha messo un quarto d'ora a capire.
    Dio mio quanto sono lenti!

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  13. Risposte
    1. Il 4 dicembre 2011, nel discorso di apertura al Congresso SPD a Berlino, Helmut Schmidt, diceva tra l' altro:

      " Tuttavia, qualche giorno fa io non sono riuscito a dare una risposta univoca a una domanda molto semplice che Wolfgang Thierse mi ha rivolo: «Quando la Germania diventerà un paese normale?» "

      Ed ancora:

      " Lo stesso è accaduto soprattutto con la seconda guerra dei trent’anni dal 1914 al 1945. È accaduto, in particolare, con l’espansione di Hitler fino a Capo Nord, al Caucaso, a Creta, alla Francia meridionale e addirittura fino a Tobruk nei pressi del confine libico-egiziano. La catastrofe dell’Europa, provocata dalla Germania, ha portato con sé la catastrofe degli ebrei europei e dello Stato nazionale tedesco."

      Prosegue poi:
      " Quanto più nel corso degli anni ’60, ’70 e ’80 l’allora Repubblica federale tedesca ha acquistato peso economico, militare e politico, tanto più l’integrazione europea diventava agli occhi dei governanti dell’Europa occidentale un’assicurazione di fronte a una preponderanza della potenza tedesca. Le resistenze iniziali nel 1989-90, ad esempio, di Margaret Thatcher o di Mitterand e Andreotti rispetto alla riunificazione dei due Stati tedeschi del dopoguerra erano chiaramente fondate sul timore di una Germania forte al centro di questo piccolo continente europeo."

      Infine pone correttamente il problema fondamentale dell' area euro:
      Infatti tutti i nostri avanzi sono in realtà i deficit degli altri. I crediti, che noi abbiamo nei confronti degli altri, sono i loro debiti. Si tratta di una seria lesione dell’equilibrio dell’economia internazionale, finora da noi elevato a ideale normativo. Questa violazione non può non inquietare i nostri partner. E quando ci sono voci straniere, per lo più americane –anche se vengono da diverse parti- che chiedono alla Germania di assumere un ruolo di guida in Europa, tutto ciò suscita nei nostri vicini un’ulteriore diffidenza. E suscita cattivi ricordi.

      Ma in Germania chi Governa, da quasi 10 anni, ignora di allineare i comportamenti e le dichiarazioni di sé stessa e dei suoi uomini di maggiore spicco alle memorie nefaste che ricordava Helmut Schmidt ai suoi connazionali ed ignora anche di limitare la voglia di egemonia economica senza freni, ben descritta dal vecchio Cancelliere.

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  14. Quoto Achille:
    C'è vita sul pianeta rosa.
    Ora vediamo se si tratta solo di batteri anaerobi o di forme più strutturate.

    Che tale coscienza fosse già sviluppata mesi fa e abbiano mandato al macello il simpatico toscano?
    E che la manovra annunciata sia il pannicello, in attesa di un'uscita dall'Euro già prevista e concordata (o non prevista ma subodorata)?

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    1. Mi affido ai ragionamenti logico culturali del Professore fatti circa la bella e bionda signora Germania.
      Sulla stessa linea di pensiero, credo non si possa parlare di batteri anaerobi, così come sarebbe sbagliato credere che la sinistra tutta pecchi di orgasmo da Fogno collettivo: ci sono, se non parti, ma elementi sani, dal pensiero vivace e sempre vigile che sapevano sin dall'inizio ma non avevano coraggio, o che hanno capito dopo ed hanno atteso un po' per convenienza o per tattica. Insomma non esiste il conformismo stolto totale, se non altro per la legge dei grandi numeri.
      Ora la seconda questione. Il giullare fiorentino (ovviamente sostantivo ed aggettivo non sono perfetti complementi, sempre per la legge di prima e, se non bastasse, almeno per la diversa natura grammaticale delle due parole), a mio modestissimo avviso, è stato messo li per un motivo: evitare che Grillo vincesse ad scopa d'assi, dal momento che il suo elettorato mostrava tendenze in forte crescita.
      La logica che ha prevalso è giocarsi la "carta migliore", lo Yes man che da sempre mancava alla sinistra per poter vincere con una certa certezza, anche grazie ai grulli buggerati dalle note doti del treccartaro.
      Se avessero voluto mandare qualcuno a sbattere, di certo avrebbero dato la palla ad un nemico politico che non sappiamo chi possa essere, ma immaginiamo che fosse Grillo (Berlusconi ce lo si era appena giocati).
      Invece si è mandato il saltimbanco perché davvero fiduciosi che continuando nell'asservimento ai diktat europei "la signora di prima avrebbe agito d'astuzia per non segare il ramo sul quale è seduta".
      Terza questione.
      Di Piano B ho sentito parlare Tremonti (si, quel Tvemonti) ma non posso fare a meno di tenere ben presente quanto ha detto il Prof. Savona poco tempo fa, e lui è uno che con gli ambienti istituzionali ha una certa dimestichezza.
      Sostanzialmente, tutto è esattamente come sembra.

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  15. Impreviste cellule eversive all'interno del PD...

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  16. Se ne stanno accorgendo anche certi Tedeschi, basti leggere le parole (tardive) di Joschka Fischer:

    http://www.wallstreetitalia.com/article/1752970/l-avvertimento-del-tedesco-fischer-merkel-sta-distruggendo-l-europa.aspx

    Parole condivisibili, ma in questi anni non li ho mai sentiti opporsi seriamente alle politiche folli di Weidmann % C.

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  17. "...la sinistra, se vorrà ricostruire un rapporto con gli interessi dei ceti popolari, non potrà sottrarsi al tema di una ri-nazionalizzazione di parte consistente delle politiche oggi trasferite a livello europeo, compresa la riappropriazione a livello statuale della sovranità monetaria e di bilancio. "

    La prova che non solo sapevano, ma aveva chiare tutte le dinamiche; quelle che abbiamo imparato su questo blog.

    C'è tutto: cessione di sovranità, paternalismo, squilibri economici tra i paesi, la differenza della risposta alla crisi dei paesi dentro e fuori dall'euro e, naturalmente, la critica al "fogno" che, finalmente lo si ammette, diventa sogno (con la esse)

    Un' altra cosa da notare (ma che non mi colpisce) è la differenza di linguaggio tra i protagonisti mediatici del PD (Renzi, Moretti, Serracchiani,De Micheli) e quelli che, come D'Attorre, sono dietro le quinte.

    Sembra un partito fatto di attori e registi/sceneggiatori.
    E qui mi fermo se no poi passo per complottista.

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    1. Mi permetto di dissentire: il PD è stato sin dalla sua nascita un partito affetto da identità multiple; l’amalgama non è riuscito; c’è stata invece una difficile convivenza, e infine uno scontro, che ha segnato, a mio avviso, l’entrata in scena di una “anima” in parte nuova ed estranea: Bersani, Cuperlo & C. (che hanno votato il pareggio di bilancio ecc. ecc. – nessuna delle anime è senza colpa) sono stati sconfitti da Renzi, non sono “dietro le quinte”.
      Non so cosa succederà adesso, ma pensare che ci sia una sostanziale unità nel PD, con sotterranee complicità, temo che non ci aiuti a capirlo, e che sia anzi fuorviante.

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    2. Non lo penso affatto. Nel Pd ci sono diverse anime ma su un punto sono tutti d'accordo da almeno 20 anni: il potere e le poltrone vengono prima di ogni altra cosa ed esse te le garantiscono (cosa che Berlusconi non aveva capito con altrettanta chiarezza, illudendosi di poter governare con il voto della piccola e media borghesia) solo i padroni del vapore, cioè la destra finanziaria che dell'euro è il grande sponsor. Anche perché sono i padroni del vapore a detenere e controllare i media, e quindi l'opinione pubblica e il voto. Questo nel Pd lo sanno e lo accettano tutti, senza eccezioni. Su questo l'amalgama tra le varie componenti è riuscita perfettamente. Tanto è vero che al momento decisivo (quello dei voti di fiducia) anche i dissidenti si ricompattano. Certo, prima e dopo ciascuno entro certi limiti può anche mettere in discussione euro ed eurozona (qui sì che le diverse componenti si rivelano) ma nella migliore delle ipotesi è solo uno sfogo estemporaneo - da fare tra l'altro in ambienti elitari o ristretti, non certo nei talk show nazionali - cui poi non viene dato seguito al momento delle decisioni e nella peggiore è un risibile teatrino a uso e consumo dei gonzi. D'Attorre per caso ha votato la sfiducia sul Job Act?

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    3. @Francesco Colonna.
      Quindi non c’è differenza tra Renzi e Cuperlo, o D’Attorre? Sono tutti attaccati alla poltrona e la cosa finisce lì? Secondo me, a pensarla così ci perdiamo qualcosa.
      Oltretutto, il potere e le poltrone non sono cose brutte: se non le hai, come fai ad attuare la tua linea politica? Devi avere dirigenti nel partito ed eletti nelle istituzioni, c’è poco da fare; devi avere voti, dentro (iscritti) e fuori (elettori) il partito. E qui, appunto, c’è chi ha vinto, e c’è chi ha perso.

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    4. Sul lato pratico, può darsi che sia opportuno avvalersi anche dei Cuperlo, dei D'Attorre e magari anche di Renzi, non siamo qui per fare epurazioni. Però, sul piano politio e morale, mi spieghi per cortesia che differenza c'è tra Renzi e Cuperlo o Civati (mister penultimatum) o D'Attorre, visto che al momento del dunque da anni e nonostante le enormi sofferenze subite dal Paese si sono sempre ritrovati tutte assieme a votare per l'euro, per l'austerità e per tutte quelle belle cose di cui discutiamo e che ci hanno fatto a pezzi? E non solo a votarlo, ma a celebrarlo, permettendosi al massimo qualche piccola critica secondaria. Le differenze di pensiero o erano e sono teatrini o sono, più semplicemente, questioni secondarie rispetto alla convenienza personale. Con costoro posso collaborare e discutere ma - in assenza di un mea culpa cosciente e concreto - continuerò a ritenerli dei quaraquaqua. Ah, a casa mia se tu militi in un partito e la tua linea perde (ma poi la linea di chi? Non mi risulta che Bersani o Cuperlo abbiano mai criticato l'euro in modo incisivo, ma proprio mai!), o fai opposizione sul serio e non voti certi provvedimenti o cambi partito. Sennò giustifichiamo pure Vichy.

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    5. Colonna, tu ritieni quello che ti pare. Io, per esempio, ti ritengo un perdente. Sai spiegarmi perché?




























      Appunto...

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    6. No, Alberto, non l'ho capito, e mi piacerebbe che me lo spiegassi. Come (forse) ricordi, due anni fa cercai di raccontare, su un giornale tanto "importante" quanto chiuso (oggi ma soprattutto allora) a certe riflessioni, le analisi che stavi portando avanti. E tu riconoscesti che l'avevo fatto in modo efficace e corretto. Evidentemente il tema mi stava (e mi sta) a cuore. Ci credevo e ci credo. Per questo vorrei capire dove sbaglio e dove il mio ragionamento sarebbe "perdente": è un peccato rovinare un percorso giusto con una strategia o un atteggiamento sbagliato. Perdente, appunto.

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    7. Perdonami Francesco ma non ricordo. Se mi dai i riferimenti, magari in privato, provo a ricostruire. In questo momento però la mia priorità non è convincere gli altri. Se non riesce a convincerli il mio percorso, non può convincerli la mia dialettica, quindi pace e bene.

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  18. peccato che finisca con "più europa" e non "fine dell'euro".

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  19. Non ho potuto fare a meno di vederne una metafora.
    I personaggi: Spartaco (Prof. Bagnai), Armando (i governanti[politicanti] europei), Margherita (l'Europa, politica ), il dottore (Draghi), la serva ([e non poteva essere altrimenti] le classi sociali operaie, dipendenti e piccoli imprenditori).
    http://m.youtube.com/watch?v=SPecsq51ELs

    Mitico Proietti.

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  20. i piddini mi stupiscono. visto che l'euro l'hanno voluto loro, mi sarei aspettato che ne avessero per sempre celato la responsabilità del fallimento, perchè fare il mea culpa equivale a dire:"ragazzi ci siamo sbagliati, abbiamo causato deindustrializzazione, disoccupazione, miseria generalizzata".
    equivale cioè a commettere un suicidio politico.

    qua invece gatta ci cova.

    se anche i piddini iniziano a dire che l'euro è un progetto fallimentare neoliberista e antidemocratico, vuol dire che:

    A) sanno che l'euro ha vita breve e tentano una riverginazione saltando sul carro giusto della storia, piuttosto che difenderlo ad oltranza
    B) non vogliono gestire il post-euro, che sarebbe più gravoso dell'ammettere che si sono sbagliati a voler l'euro
    C) al massimo possono scaricare la colpa sui vecchi piddins

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  21. inoltre mi sa che i piddini hanno iniziato a leggere Bagnai.. quel Bagnai che si augurava la barca piddina a tutta forza contro l'iceberg, con lo spinnaker gonfio con la scritta "ce lo chiede mario"...
    quelli han mangiato la foglia e stanno occupando le scialuppe di salvataggio

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    1. Sì, in effetti qualcuno ogni tanto mi dice che leggendo "Il tramonto dell'euro" ha capito. Capire ovviamente è facoltativo, ma può succedere. E allora? Evidentemente ci sono idee che riescono a cambiare la storia, e ragli che non ci riescono. Che dite, facciamo un bel piazzale Loreto, o pensiamo a come uscire da questa merda?

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    2. Imbocchiamo la strada per uscire dal merdaio, con un passaggio rapido in Piazzale Loreto per fare le foto di gruppo... ;-))

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    3. ho paura prof che grazie ai suoi consigli, i virioni piddini riescano a mutare e a fare il salto di specie.. per garantirsi una nuova specie da succhiare.

      io invece li preferirei al comando del timone a gestirsi l'impatto con l'iceberg

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    4. Per uscire dalla merda non si usa la merda. Sarebbe un controsenso, oltre a sporcarci di merda.
      Chiedo scusa per aver usato troppa...merda.

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  22. Mi sono augurato che D'Attorre fosse, almeno, parlamentare europeo. E invece ha votato anche lui la delega in bianco al Senato, certo, precisando: "Dovendo sce­gliere fra Renzi e la Troika sarebbe da irre­spon­sa­bili far sal­tare il governo. Detto que­sto, il nostro voto al senato non è un sì alla delega in bianco ma alla fidu­cia". http://ilmanifesto.info/in-europa-renzi-ha-fallito-doveva-far-cambiare-le-regole/
    Ci sarebbe da discutere moltisimo se Renzi sia qualcosa di diverso dalla Troika o solo un'interposta persona, cmq, accontentiamoci, se son rose fioriranno, ma quando? Però, un: D'Attorre chi? ci può stare.

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    1. Ma per carità, certo, come del resto ci sta benissimo un Bagnai chi?, non so se ve ne rendete conto (io sì, ed è SOLO per questo che ogni giorno siamo di più). D'altra parte, anche nel 5 stelle, per fare un esempio, quelli che lavorano di più sono quelli che vedete di meno in televisione. Però, fermo restando che nel lungo periodo ecc., io farei una riflessione meno estemporanea...

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  23. Mettiamola così. La situazione sta diventando critica, la sinistra ha finalmente capito che non può farsi superare dalla destra (quale?. Meglio dire a destra). Bagnai, il suo blog, a/simmetrie, rappresentano una straordinaria opportunità per allargare il dibattito, raccogliere informazioni utili e soprattutto per definire una strategia per uscirne e per ripartire. Certo che questo percorso non è gratis, sia per i danni fin qui arrecati al paese, ma soprattutto per i tanti bastoni tra le ruote che via via vengono messi in casa soprattutto da coloro che teoricamente si richiamano a certi valori denominati progressisti (che parola il cui significato mi sfugge sempre più). Lo scopo non è certo di chi potrà dire avevo ragione (anche se è vero) ma di uscirne. Intanto al #Goofy3 misuriamo sia Cuperlo che Bertinotti su quanta distanza ancora li separa dalla consapevolezza di quello che occorre fare al di la dei refrain fin qui sentiti a sinistra.

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  24. “In poche parole, ero troppo codardo per fare ciò che sapevo esser giusto, come ero stato troppo codardo per astenermi dal fare ciò che sapevo esser sbagliato. A quel tempo non avevo ancora intrattenuto relazioni col mondo e non imitavo nessuno dei suoi numerosi abitanti che agiscono in questo modo. Con genialità del tutto innata, scoprii da me la linea da seguire.”

    Grandi speranze, Dickens

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  25. Renzi tra poco fa il botto, i più intelligenti stanno già lavorando per il dopo.....Fassina, Cuperlo, D'Attorre sono loro il dopo pd

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  26. beh, vuol dire che a Salerno non produciamo solo sottospecie di sindaci come Vincenzo De Luca, grazie a Dio.

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  27. Che meraviglia!

    Non vediamo l'ora che la sinistra, con le sue fila nuovamente ricompattate, torni a venderci un sogno di cui da tempo sentivamo la mancanza, a indicarci la via per un mondo migliore, a gestire nell'interesse comune il trionfo degli ignavi.

    (non capiscono, in quegli ambienti intellettuali, che c'è un limite oltre il quale le vittime troppo consapevoli del proprio stato iniziano a sottomettersi per il piacere della degradazione?)

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    1. Mi hai fatto sbudellare dalle risate poi, apri la parentesi, e mi trovo nuovamente immerso nella m..., pardon nel Fogno! Mi piacciono le sensazioni forti, grazie.
      Ecco perchè Celso ha ragione: è indispensabile che tutte le forze politiche che aderiscano collaborativamente ad un disegno coerente ed efficace di uscita abbiano la garanzia (per quanto possibile, non prevedo chi sarà al Colle e come si comporterà) di una legittimazione politica per il post (quindi il contrario di un piazzale Loreto o Norimberga che sia. Onere loro il chiarimento interno).
      Detto questo cito Celso: "Ma ci vorrà anche altro: non violare ECCESSIVAMENTE (sono comprensivo, no?) la verità storica di quanto accaduto."
      L' interpretazione di una storia che abbiamo vissuto, deve tendere ad essere condivisa e non rimossa. Altrimenti inizieremmo a ricostruire un Paese consapevoli di non aver scavato adeguate fondamenta. Consapevoli che la stessa dinamica si ripeterà, come in effetti si è ripetuta in Germania e in Italia. Necessita una interpretazione condivisa della storia. Vista l' emergenza, con le dovute garanzie.
      Prof., al di là dei suoi meriti di esorcista, psicoterapeuta e PdR in nero, sui quali non mi soffermo, sta organizzando un Goofy3...non ho l' aggettivo da metterci.
      Milioni di persone sono in debito con lei, qualsiasi cosa accada.
      Ovviamente, un giorno, ci rideremo su: Bagnai chi? Un anticorpo infallibile, per la nostra democrazia, sarebbe la certezza che la tua "termodidattica" penetrasse in ogni scuola e università (per quanto possibile).

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  28. Una rondine non fa primavera. Vedremo se si moltiplicheranno e faranno pace col cervello...

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