mercoledì 22 ottobre 2014

Trecientoquaranta

(ricevo da un anonimo)

Dibattito alla Camera sulla legge di stabilità, alla radio, in macchina.

Tutti i piddini e i parapiddini citano il documento dei 340 con raffinati toni elegiaci.

I contenuti, le espressioni, le pause (e talora l'assenza degli opportuni congiuntivi) certificano la complicità di oratori ed economisti nell'orgia della menzogna.

La sinistra italiana è composta da servi e criminali in misura maggiore della destra.

Ne prendo dolorosamente atto.





(ma è così grave? Mi toccherà leggerlo...)

23 commenti:

  1. Eran trecientoquaranta, eran giovani e forti, e .....sono MORTI.

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  2. “Parecchie animatissime schermaglie si stavano svolgendo, quando un gran grido attrasse l'attenzione anche dei belligeranti; e allora si versò verso la piattaforma, da una porta laterale, una lunga schiera di signori, che col cappello tra mano e gli occhi vôlti all'indietro, cacciavano sonori evviva. La cagion di tutto fu sufficientemente spiegata quando il baronetto Matteo Pupker e gli altri membri veri e reali del Parlamento fecero il loro ingresso in mezzo a grida assordanti, e si dissero l'un l'altro coi cenni, che non avevan mai veduto, nell'intero corso della loro carriera pubblica, uno spettacolo più bello.
    Finalmente l'assemblea cessò dal gridare, ma dopo che la votazione ebbe richiamato alla presidenza il baronetto Matteo Pupker, le acclamazioni ripigliarono per altri cinque minuti. Cessate le quali, il baronetto Matteo Pupker prese a dire quali fossero i suoi sentimenti in quella grande occasione e che dovesse significare quell'occasione agli occhi del mondo, e quale dovesse essere l'intelligenza dei connazionali dinanzi a lui, e quale dovesse essere la ricchezza e la rispettabilità dei suoi onorevoli amici dietro di lui, e infine, di quanta importanza dovesse essere per la ricchezza, la felicità, il comodo, la libertà, la stessa esistenza d'un grande popolo libero, un'istituzione come la Compagnia metropolitana per la pronta consegna a domicilio dei panini caldi e dei biscotti perfezionati!”

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  3. Scusa, ma per i diversamente letterati, perchè non citi mai la fonte? Io per protesta non leggo il virgolettato.

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    1. Sarebbe davvero un peccato, Erik, perdersi i virgolettati di Dragan... :-) Quando poi nel testo c'è un nome proprio, Google ti dà la risposta in un minuto.

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    2. Finalmente un contatto diretto con NAT. Sono un tuo inconfessato ammiratore.
      Dragan è disposto a trattare e interrompo immediatamente lo sciopero.

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    3. Ci sono due principali ragioni per non citare una fonte:
      - Per attribuirsene il merito (ma non è questo il caso, date le virgolette. E l'autore del post);
      - Per stimolare una sana curiosità nel lettore/interlocutore, affinché questi, tentando di saziare la propria sete di conoscenza, intraprenda autonomamente un viaggio di crescita personale.

      Nel 2014 il governo americano non riesce a nascondere le e-mail dei propri dipendenti, non esistono informazioni irreperibili per un uomo (nel senso della specie) sufficientemente motivato.

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    4. Caro Nicola, io preferisco condividere abbassando l' asticella e non alzandola. Mi guardo dentro e do per scontata la sete di conoscenza.
      Citando LESSING (L' EDUCAZIONE DEL GENERE UMANO) il tuo discorso vale, non per mettere alla prova la sete di conoscenza altrui, (peraltro controproducente), bensì per non comprometterne i risultati.

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    5. @ERIK BABINI

      Poiché mi sono trovato più d'una volta a condividere il senso dei suoi interventi, mi permetto di osservare che il solo abbassamento dell'asticella risulta essere, alla fine, auspicato e funzionale proprio per l'attuale status delle cose ed è la strategia messa in atto per ridurre verso il basso (da cui, ad esempio, l'egualitarismo in loco dell'eguaglianza, il liberismo in loco della libertà, e tutte le parodie dei vari "ismi"). L'abbassarsi è sempre necessario per comprendere, ma poi occorre saper innalzare, meglio se insieme al proprio interlocutore, altrimenti nel tempo il verso del movimento stesso è rivolto inesorabilmente a ridurre e non ampliare (anche perché la casistica insegna che talora si funge da elemento innalzante, talaltra da elemento che può innalzarsi). Se questo era il senso del suo intervento, allora perdoni la mia incomprensione. Se non lo era, voglia non considerare il mio come una critica nei suoi confronti.

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    6. Caro Erik, concordo con quanto ha scritto, qui sopra, Nicola Strada, ma visto che già seconda volta è stata posta attenzione sulla mancata citazione delle fonti, cerco di riparare in qualche modo e ti do gli autori che finora ho citato in questo blog (vado a memoria): Cervantes, Stendhal, Balzac, Proust, Hugo, Dumas figlio, Ariosto, Trilussa, Mann, Swift, Thackeray, Orwell, Dickens, Gogol', Dostoevskij e Tolstoj.

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    7. Dammi del tu per piacere, m' imbarazzo altrimenti. (Io, come mia abitudine, mi sono preso la libertà, rischiando).
      Ti ringrazio della precisazione pertinente. Ho posto l' accento sull' esigenza di agevolare la condivisione ma, ovviamente, è altrettanto sentita l' esigenza di non ostruire la consapevolezza e la crescita dell' interlocutore, sia fornendo elementi che al momento non risulterebbero comprensibili, sia non fornendo gli stimoli appropriati appena se ne presenti l' opportunità.
      Questo peraltro è ben precisato nel testo di Lessing.
      Se non citare la fonte del testo virgolettato includeva una sorta di gioco stimolante mi dispiace. Chiedo al gentilissimo Dragan di non considerare la mia uscita e seguirò l' utile suggerimento di Nat e Nicola.

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    8. @ ERIK BABINI
      Non è un rischio convergere sull’uso del più confidenziale “tu”, sicché lo adotto anch’io. Vedo con piacere che possa ancora esercitarsi la dialettica nel senso inteso da Platone, e non dei semplici parolai. La mia precisazione nasceva proprio per cercare di sgomberare il campo dagli “angoli ciechi”, che la ridotta comunicazione attuale fa fiorire e spesso fruttare per scopi ben poco comunicativi. Concordo dunque con la tua replica; del resto, la voluta tendenza al ribasso ha prodotto quel controsenso, spesso aberrante, ch’è la cosiddetta cultura di massa; non che la cultura debba restare arroccata in luoghi inaccessibili, peggio se centri di potere, pur tuttavia occorre sia resa accessibile, o meglio assimilabile, attraverso itinerari che rispettino ciò che la cultura stessa tenta d’esprimere o rappresentare, ove ogni semplificazione non fa che renderla monca e suscettibile di distorsione a fini d’indottrinamento, da qualsivoglia parte soggiunga l’intento. Meglio restar perplessi e stimolati innanzi a ciò che ancora non si comprende, piuttosto che l’operare una “comprensione” addotta con lo stampo. Mi sembra che tuttora il metodo più ricco sia quello di offrire al meno preparato la possibilità di salire, attraverso la “digestione” che deriva dal lavoro individuale, piuttosto che abbassar la cima della vetta, con tutti i conseguenti depauperamenti (che poi, si arriva a conoscere se stessi, mica si giunge in chissà quale luogo di prestigio discriminante). L’intento di questo blog mi pare un ottimo esempio di come sviluppare un simile itinerario: laddove sia fornito l’elemento conoscitivo, è correttamente richiesto il lavoro di comprensione e riflessione, se ancora non presente. In ambito più ampio, abbiamo tutti assistito a due atteggiamenti deplorevoli al merito, peraltro provenire da aree politiche e culturali differenti, almeno nella forma, ma equiparabili nella sostanza: quello di chi, i testi, li brucia, e quello di chi li seleziona “intellettualmente”, col pretesto di divulgare il restante, ovvero il solo “giusto”, ai meno preparati (e se non è populismo questo…). E, in un modo o nell’altro, continuiamo a subirne le tristi conseguenze…

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  4. Scusa Erik, qualche volta cito la fonte.
    Le avventure di Nicola Nickleby, Dickens

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  5. Ho seguito per un po' anch'io,poi ho pensato che si trattasse di Tre uomini in barca....e pure senza cane, che avrebbe comunque dato un tocco di dignità alla discussione...

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  6. Un nuovo caso Mattei?! Quanto ancora dovremo sopportare questa virulenza, questa tracotanza?…..:
    Tre mesi fa, l'amministratore delegato di Total, Christophe de Margerie, ha osato pronunciare una frase che era riecheggiata in tutto il mondo dei petrodollari: 
     "Non c'è ragione di pagare il petrolio in dollari” 

    http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9098

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  7. Stamattina mi sono imbattuto in due interviste della Treccani sull'euro.
    Mi sono davvero schifato, sono solo falsità e propaganda.
    Glie la segnalo se non l'avesse ancora vista, sperando di non farla arrabbiare:

    http://m.youtube.com/watch?v=82ai6e-5ubo

    Buona giornata (?)

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  8. "La sinistra italiana è composta da servi e criminali in misura maggiore della destra."

    Il sottoscritto è tra coloro che ancora considerano una sana, sincera e leale "scazzottata" come una possibilità per approfondire realmente una questione ed instaurare ottime relazioni umane, se non addirittura vere e proprie amicizie (nell'accezione più elevata del termine) a cui portar costante e impegnativo rispetto; trent'anni almeno di pratica d'arte marziale ne danno la conferma, nonché il senso recondito della frase che l'assistente dell'Oracolo indirizza a Neo, in un'occasione della trilogia di Matrix: "Non si conosce mai davvero un individuo, finché non si combatte con lui.". Viceversa, questo buonismo ipocrita o aggressività dialettica di prassi rivelano essere spesso funzionali soltanto a far emergere servilismo e, alla lunga, atteggiamento criminale corresponsabile.

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  9. Scusate ma questa era troppo bella...



    14 maggio 2012

    Vegas: «C'è il rischio dittatura dello spread». E lancia l'allerta derivati dopo il maxi buco JpMorgan

    ll rischio per la democrazia
    «In molti Paesi europei - dice il presidente [della Consob] - va crescendo l'insofferenza nei confronti della "dittatura dello spread", vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli, e affidare il nostro futuro a un numero costituisce anche un modo di abdicare ai nostri doveri» che discendono «da un fondamentale diritto: quello di partecipare democraticamente all'assunzione delle decisioni che ci riguardano». Un diritto messo in pericolo dallo spread «che dipende in sostanza da dalle scelte di un soggetto invisibile, il mercato» e che «attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale».


    12 giugno 1997

    "Il senatore VEGAS ritiene che le ipotizzate turbolenze del mercato per il prossimo autunno potrebbero costituire uno stimolo per anticipare le procedure per l’avvio dell’Unione economica e monetaria. Egli richiama altresì l’attenzione sul rischio che l’armonizzazione fiscale possa indebolire la leva fiscale utilizzabile da ogni singolo paese a sostegno dell’economia.

    ll professor MONTI fa presente che la mancata utilizzazione dei fondi strutturali non può essere imputata semplicemente alla complessità delle procedure burocratiche, in quanto in questo settore emergono ritardi e mancanze strutturali da parte dell’Italia.
    Rispondendo alla deputata Carazzi, il Commissario Monti ribadisce la necessità di affiancare al processo di convergenza verso i parametri monetari – condizione non eliminabile dell’integrazione europea – la definizione di strumenti volti a sostenere lo sviluppo e l’occupazione. Per quanto riguarda la tenuta dello stato sociale, non vi è dubbio che le attuali condizioni di sviluppo dell’economia italiana non consentono la sostenibilità di un sistema di garanzie sociali così ampio e diffuso, mentre solo una iniezione di flessibilità nei mercati e che coinvolga tutti i fattori produttivi può creare condizioni durature e stabili di sviluppo economico. Il Commissario europeo fa quindi presente che personalmente auspica una progressiva riduzione della pressione fiscale, ma che al momento ritiene ineludibile un rigoroso controllo della spesa pubblica...

    (15a seduta congiunta commissioni "Programmazione economica, bilancio" del Senato della Repubblica e "Bilancio, tesoro e programmazione" della Camera dei Deputati - 12 giugno 1997)

    Volevi 'a bici, emmò pedala (occhio al sellino però)! Nei prossimi mesi le benefiche "turbolenze del mercato" ti daranno lo stimolo per lavorare con una rinnovata carica rivoluzionaria: ricordati delle aspirazioni del popolo, non degli amici. Daje compagno Vegas, facce sogna'!

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  10. Prof, nel solco della conversione professionale del blog, suggerirei al prossimo Goofy ( ma anche a questo sarebbe bello ) di invitare Fulvio Abbate. Grande sarebbe l'apporto scenico e culturale dell'evento.

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  11. Va be', ma avete visto reazioni "de sinistra" alle dichiarazioni un poco ( :D ) spaccone dell'amato premier in risposta alla letterina di BruXXXelles e ai lamenti di violata privacy barrosi?

    Pensate solo se una risposta simile "BASTA LETTERE SEGRETE. PUBBLICHEREMO DATI ECONOMICI DI QUANTO SI SPENDE A BRUXELLES. SARÀ MOLTO DIVERTENTE" l'avesse data il Reprobo o tremendino Tremonti… Dai, che questi sian sempre stati "paraculissimi" lo si intuiva, ma ora non c'è più nessun ritegno… o tempora, o mores! XD

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  12. Déjà vu.
    "Ecco perché, anche nella riforma della giustizia civile, deve prevalere un’idea progressiva della crisi, per cui, se c’è la crisi, si cambia, anzi, addirittura la si utilizza per fare quelle riforme così profonde che nella storia del Paese non sono mai state fatte, perché la crisi può diventare una risorsa ed un’opportunità per cambiare."
    (Lumia, aula del Senato, 23 ottobre 2014)

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