Una cosa è chiara. Le persone che incontriamo, per lo più, non hanno ben presente quale sia la posta in gioco. Aiutatemi a farglielo capire dando massima diffusione a queste citazioni. Vengono da un vecchio post che forse ricorderete.
Grazie in anticipo. Tempus mutationis advenit...
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
E pensare che alla maggior parte delle persone a cui parlo del problema che, come al solito, ha magistralmente racchiuso in poche righe, pensano che ve ne sia troppa (sic).
RispondiEliminaRicorderei anche il famoso: "abbiamo distrutto la domanda interna" di monti.
RispondiEliminaAltro che massonerie che lavorano in gran segreto. Questi ci massacrano e ci tolgono diritti palesemente.
Sulla mia pagina Fb e in due gruppi.
RispondiEliminaMa per l'attuale trionfante R. ti sparano davanti il risultato delle europee come fa lui, e sono di solito quelli che sostengono che in GRECIA c'era e c'è una democrazia, col corollario che lì chi si ribella ha torto, mentre in Ucraina quelli di piazza Maidan avevano ragione perché là "c'era una dittatura" e che l'allora presidente era "corrotto" - come mi si rispose in uno dei gruppi dove ho appena "condiviso".
Immagino, dunque, l'esultanza per gli sviluppi fino ad ora.
GRECIA e GRECI maiuscolo, come faccio da quando tu e Zezza e poi Panagiotis Grigoriou avete presentata la situazione attuale.
Buona domenica a tutti.
Dieux reconnaitra les siens.
EliminaGli illuminati europeisti alla Monti .....verranno ricordati così e archiviati come dei maneggioni antidemocratici ......intanto, oggi pagina 99 titola " sindrome tedesca" e sottotitola "Ma quale locomotiva, la Germania è in panne e ci sta affondando" ; l'articolo di Francesco Saraceno non esplora la prospettiva di uscita dall'euro e non aggiunge nulla a quello che sa chi frequenta il blog, ma ha un pregio: verrà letto da molti di coloro che da queste parti, vuoi per pregiudizio vuoi perchè purtroppo la disgraziata campagna denigratoria contro il prof. è stata pressante e pervasiva, soprattutto a sinistra, non ci passano.
RispondiEliminaRibadisco: Dieux reconnaitra les siens. Quello che viene prima lo sapete o lo googlate, non lo approvo, ma se lo sono cercato, e nessuno può opporsi alla SStoria.
EliminaProf,
RispondiEliminaio ce la metto tutta per diffondere queste ed altre cose ma purtroppo i progressi sono scarsi.
Dove mi giro mi giro il mantra che sento ripetere è che bisogna essere più competitivi, lavoare di più, la colpa della crisi è degli assenteisti/lavativi/politici, bisogna "fare come in America".
Apro il Giornale di oggi e l'articolo di fondo che dice ? Bisogna eliminare l'Articolo 18 per cacciare gli assenteisti del lunedì.... etc. etc.
Ora voglio dire: se le opinioni dominanti sono queste, come facciamo ?
Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna. (da "Case of Voluntary Ignorance", in Collected Essays).
RispondiEliminaProf,mi ha letto nel pensiero,non ho dormito tutta notte e comincio a farneticare.
RispondiEliminaTutti questi progressisti(o presunti tali) de sinistra mi sembrano dei partigiani su una collina circondata dalle SS che discorrono di BCE tipo FED,USE tipo USA,euro bond e follie varie TRA UN PROIETTILE E L'ALTRO.
Ma porca di una puttana,indicatemi un metodo qualsiasi per zittirli e ci penso io....
Scusate il linguaggio,e se ho sparato una cazzata,prof,me spiani pure!
È a furia di gente che si fa indicare la strada dagli altri che ci siamo ritrovati qui
Elimina"L’economia esiste perché esiste lo scambio ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più", da qualche parte l'ho letto, ergo diventare più competitivi è COMUNQUE indispensabile, euro o non euro. Quanto all'auspicato ulteriore intervento dello stato (oops, Stato) in economia come elemento di perequazione e di razionalizzazione etc. etc. faccio notare che il bilancio pubblico già assorbe il 55% del PIL. Bah.
RispondiEliminaDal fatto che l'uomo sia un animale sociale non discende che siano tollerabili politiche di dumping sociale in violazione dei trattati. Sul discorso della spesa pubblica la vedo perfettamente allineato col dottor Giannino. Sarete stati compagni di studi, che le devo dire? Bah...
EliminaProfessore, lasci perdere il dottor Giannino o le ricordo che "più spesa pubblica" l'assimila al sor Nutella. In realtà sono un agronomo ed ora torno nei miei campi a dissodare la terra. PS Comunque grazie di cuore per la sua opera di divulgazione. Davvero.
EliminaCaro Gianni(no) (de)Benedetti,noi ci riprendiamo la sovranità monetaria,un parlamento democraticamente eletto,facciamo la spesa pubblica che decidiamo,il mondo è grande e tu puoi andare a fare....un giro fuori dall'Italia che tanto schifi
EliminaCaro, sono contento che le tue braccia non siano state strappate all'agricoltura, anche se temo che questo possa avere effetti nefasti sul territorio, dato il cervello cui sono collegate. Dove avrei detto che occorre più spesa pubblica? Cerca, e torna SOLO se hai trovato. Grazie.
EliminaP.s.: col link, così parliamo di qualcosa con un dato e non delle opinioni del primo che passa: è così che ho costruito la mia opera di divulgazione.
Caro Gianni,
EliminaLei riesce a distinguere tra ciò che è strutturale e ciò che non lo è? Riesce a fare un discorso di sistema? Se Arnold Schwarzeneger l'ha afferrata per il collo e la sta strangolando, lei che cosa fa? Me lo dica, per favore. Quando lei usa di sfuggita l'espressione "euro o non euro" sta scherzando vero? È IL PROBLEMA l'euro. Non se ne è accorto? Allora se lo lasci dire da uno che se ne intende, da Vincenzo Visco, un uomo che ha lavorato alacremente per metterci nell'euro. Legga la sua intervista al Fatto Quotidiano del 2012. È molto eloquente, anche se non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Mi permetta un'ultima considerazione: in questo luogo ce ne freghiamo (scusi il termine) della competitività, questo è un comitato di liberazione, dovrebbe essersene accorto. Non siamo minimamente preoccupati di risolvere questioni tecniche ora, perché sarebbe fare il gioco dei nostri aguzzini. Ha letto bene: aguzzini, quelli che vogliono far lavorare la gente a 800/900€ con precarizzazione interminabile, con pensioni degne di un contributo pennini (come si diceva una volta) e con ospedali poco accoglienti (per riprendere un tema caro al senatore Monti). Per non parlare dei pensionati, come me, il vero cancro del paese. Ecco, caro Gianni, ripassi di qui DOPO la liberazione: il comitato si sarà sciolto, ognuno di noi andrà per la sua strada e rifletteremo su come riorganizzare questo tartassato paese, che prima della cura euro era il secondo paese manifatturiero di Europa (già, secondo dietro a chi?)
http://www.youtube.com/watch?v=jUXsthI_-Dg#t=88 minuto 1:20, auspicio di riequilibrio dell'economia a favore del settore pubblico. Non è sinonimo di "più spesa pubblica", ma se non è zuppa è pan bagnato. Lasci stare il sarcasmo fuori luogo, grazie. Svilla: le consiglio un buon sonno ristoratore, ne ha bisogno. Celso: "euro o non euro" si può leggere (e in questo senso l'ho scritto) "indipendentemente dall'uscita dall'euro, cosa buona e giusta". Tranquillo. Comunque grazie per il suo tono civile.
EliminaCarissimo, lei è semplicemente un provocatore non particolarmente scaltro, oppure una persona incapace di afferrare il significato della lingua italiana. Se le piace il liberismo selvaggio, se lo tenga e ci crepi con dignità. Personalmente preferisco una società democratica e dotata di un welfare state. Suggerisco come destinazioni la Somalia o la Repubblica Democratica del Congo. Qui questi discorsi li abbiamo fatti due anni fa e siamo cresciuti cacciando chiunque ricominciasse a farne. Non è e non vuole essere un blog per tutti. Su Noise from Amerika troverà solidarietà. Poca, perché hanno meno lettori di noi, ma intensa. Se la faccia bastare e buona zappa.
EliminaAlberto Bagnai05 ottobre 2014 17:05
EliminaPresso' un diavoletto mi suggerisce un pensiero molesto dopo aver letto questo scambio di battute: sopprimere i coglioni aumenterebbe o no la competitititititititittitititititititititititititititititititititiititititititivitaaaaaaa (mannaggia all'alzheimer!) der Paese?!? La prego, lei che ha il carisma dell'esorcismo mi aiuti a scacciarlo!
P.s.: è l'aratro che traccia il solco, ma è la spada (der cavajere nero) che lo difende [questo per il black shirt moment]
Euro o non euro.
EliminaL'euro è la principale causa del EURO-crisi.
Senza l'euro non ci sarebbero stati trasferimenti di capitale pazzesci verso Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia che causarono un indebitamento estero fuori controllo. E' quei paesi adesso non sarebbero pieni di debiti che non sanno più come risquotere verso i loro principali creditori, francia è germania. L'export tedesco verso i PIGS si gonfiò massiciamente e andò a sostituire il crollo della domanda interna causata da Schröder con l'Agenda 2010. Chi pensa che francia è italia OGGI possano fare la stessa cosa, con mettà del euro-zona in deflazione è 3/4 con un PIL al zero-virgola sono dei deficienti, sorry.
Senza l'euro in Grecia, Spagna, Portogallo è Italia non ci sarebbero così tanti suicidi per disperazione.
Senza l'euro nel 2011 in Italia non ci sarebbe stato un golpe.
Senza l'euro Mario Monti sarebbe ancora alla bocconi è Goldman Sachs
è avrebbe sfogato lì la sua paranoia ultra liberista.
Una moneta sovrana è una banca nazionale sovrana sono gli instrumenti di protezione più potenti (non belliceranti) che una nazione sovrana possa avere.
Egregio Benedetti, ma siete tutti uguali....non capite che la troppa spesa pubblica che lei denuncia (55%) nasce (oltre che dall'aver accettato la truffa dell'euro, moneta in affitto da privati, e dal pagamento del fondo salva banche tedesche-vera royalties per loro- impostoci con piiiiccolo colpo di stato) proprio dai rattoppi (cassa integrazione ecc.) provocati dall'aver voluto cercare di abbassare la spesa pubblica, eliminando istituzioni fondamentali come l'iri, l'imi http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CCwQFjAA&url=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FBanche_di_interesse_nazionale&ei=i4cxVPXZAqTj7QbW7YDIDQ&usg=AFQjCNGL2KChWdoG_4XLjhhnloG_sLnbVw&sig2=-qhK3Z3yYg-8Gb6YgaV5Bg&bvm=bv.76802529,d.ZGU
Eliminanaturalmente erano in mala fede (i politici di allora, che sono quelli di ora), la spesa pubblica era una scusa volevano solo venderci, infatti le banche ora sono in mani straniere.... l'iri , con le sottoholding come finmeccanica(per quel che resta ancora, in quanto "casualmente" attaccata dalla magistratura) aveva aziende con i centri di ricerca, fondamentali, di cui hanno beneficiato le pmi che hanno fatto diventare grande il nostro paese. Siamo attaccati dai nostri falsi amici, siamo nelle mani del bildelberg. E voi non avete capito nulla. Zappi meno, e si informi meglio con le fonti giuste, o senno' zappi solamente e non si preoccupi piu' di economia......
Credo peggiorerà ancora di questo passo, sa, se ora è al 55% del Pil, va da sé che uccidendo ancora un po' i consumi o tagliando la spesa (con quel maledetto moltiplicatore all'1,7 punti di pil persi per punto dipil di spesa tagliata), essendo spesa pubblica su pil, grazie all'effetto denominatore aarriveremo anche ben oltre il rapporto attuale.
EliminaPoi Monti insegna che ammazzare di tasse per diminuire i consumi è la strada maestra per il recupero di competitività (nell' euro).
Scommettiamo che la spesa pubblica diminuirà ma lei venderà meno pomodori? Vuole davvero tirarsi la zappa sui piedi?
Mi sembra evidente che l'alternativa alla spesa pubblica è la spesa privata. Dove sono questi privati che dovrebbero spendere?
EliminaO forse, dal momento che i privati italiani hanno portato i capitali all'estero, dovremmo aspettare che vengano a investire gli stranieri?
L'alternativa che lei propone e che in effetti, a ben vedere, non propone solo lei, prevede:
1) Arrivo di stranieri che si comprano +/- tutto (ad esempio, fondo Blak Rock, che oramai ha il pacchetto di maggioranza del sistema bancario italiano) o anche di finti stranieri, perchè no, di italo-svizzeri alla Debenedetti e Marchionne, che vivono in italia ma introitano i profitti all'estero.
2) Aumento della competitività sulla pelle dei lavoratori
3) Profitti accresciuti che fuggono all'estero
4) Riduzione delle vendite e del Prodotto interno conseguenti alla fuga all'estero dei profitti (carenza di Euri...)
5) Necessità di ridurre la spesa pubblica
6) Contrazione del PIL, aumento del debito pubblico, decollo del rapporto debito/ pil
7) Necessità di ridurre ulteriormente la spesa e, contestualmente, di aumentare le tasse
8) Lagne degli investitori, che lamentano un calo dei profitti
9) Ritorno al punto 1) fino all'insolvibilità, poi:
a) Default
o
b) Uscita dall'Euro
o
c) Entrambe
In conclusione, non mi pare una prospettiva molto allettante. Per vederci qualcosa di buono e positivo bisognerebbe credere che ci sia gente disposta ad investire per far crescere il paese a prescindere dal ritorno dell'investimento. E' un'idea alquanto strampalata. E' anni che ci proviamo. Non funziona.
Ti insegno un trucco per portare la spesa pubblica italiana dal 55% al 38% del PIL senza far fallire il paese. Basta raddoppiare gli investimenti privati. Io purtroppo, da dipendente pubblico, non pochi risparmi, e i pochi che ho non li investirò certamente in Italia fintantochè ci sarà l'Euro, perchè va bene il bene pubblico e va bene tutto, ma io non sono il capitano e non intendo colare a picco col resto dei Somari di cui è carico il bastimento. Ma se tu hai risparmi (e se ne hai, è solo grazie ai finanziamenti pubblici all'agricoltura) investili, e convinci a investire anche i tuoi amici...
Competitivi de che? Guardi, gli unici competitivi autentici li puo' trovare la domenica mattina alle corse campestri. E sa perche'? Perche' di fatto si gareggia solo contro se stessi. Perche' ci sia competizione, banalmente serve un complesso di regole ed arbitri. Regole ed arbitri possono risiedere solo nello Stato, ovviamente non e' l'ottimo, ma, come la democrazia stessa, il meno peggio. Tutto il resto e' giungla, e per carita', ciascuno ha i propri gusti ed inclinazioni.
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RispondiEliminaParole sante, come sempre, Alberto. Difficile farsi capire e convincere. Ma meno di prima. Fu interrotta una cena, cui partecipavo, quando definii Monti un quisling di periferia. Oggi sono un po' più cauti i miei amici progressivi. Non ancora convinti, ma più cauti (e non mi dicono più che leggo troppo Il Foglio, senza sapere che aveva preso posizione a favore di Monti e senza sapere che il Fatto Quotidiano ha la stessa linea economica del Foglio, escluso Alberto naturalmente; lo scontro su Berlusconi è solo aneddoto). Mi dice un amico che gli danno per certa una futura proposta della sinistra PD di uscire dall'€. Non so se sia vero oppure semplice fantasia. Vedremo. Ma ciò che continua a stupirmi enormemente è il clima culturale ormaidiffuso nelle nostre società, che ha decretato la sconfitta della politica da parte dell'economia. Ho ascoltato letteralmente allibito gli interventi di Riccardo Puglisi a Firenze. È l'ipostasi del tecnicismo aproblematico e incosciente, la negazione della politica e dell'esperienza storica; le sue teorie epistemologiche provocano in me un sentimento di ilarità misto a sconcerto. È la ressurezione del più bieco positivismo al servizio della distruzione della società in cui siamo cresciuti e abbiamo vissuto. Trovo semplicemente ridicolo che un economista mi risponda che, parlando di economia, non trova opportuno esprimere che idea di società ha in mente. Eppure egli rappresenta perfettamente il mondo attuale: un mondo fatto di inconsapevolezza, di approssimazione, di superficialità camuffate, però, abilmente da tecnica superiore. È la distruzione della memoria e dell'esperienza storica: che cosa dire dello straordinario aut-aut kirgegaardiano postoci da Puglisi? Disuguagliana o povertà? Già, che cosa preferite: guadagnare 800€ al mese, arrivando tra mille difficoltà alla fine del mese, senza prospettive di miglioramento, senza pensioni adeguate (roba da bolscevichi ça va sans dire) e magari anche con solo uno strapontino all'ospedale, perché il lettino sarebbe troppo, oppure essere proprio poveri nella periferia di Calcutta? Avevo già sentito porre questo simpatico aut-aut, ma pensavo fosse scherzo, invece era follia (per dirla col Verdi del Ballo in Maschera). Mi spiace solo non poter mandare per un anno sabbatico in certe parti dell'India l'amico Ric. Che certamente non ha tempo di ubriacarsi, chiuso il locale, pensando a Ingrid Bergman. Non sarebbe scientificamente opportuno. È un imperativo categorico cercare di incrinare l'attuale clima culturale, per risvegliare un minimo di senso della realtà nelle persone. Distrutte da decenni di propaganda degne di Goebbels e dei suoi amici.
RispondiEliminaQuesto imbarbarimento dell'io, il privarlo di ogni sostanza che non sia una forma esteriore e un dover essere estranei all'umanità profonda, appresi da una accademia - oh sì, di virtuosismi, di intellettualismi, ma in fondo - di appartenenze, lo si vuole fare passare come perfezionamento e purezza del metodo, crisma dell'attendibilità. Il pathos è un difetto detestabile, un coinvolgimento non richiesto.
EliminaMa a che serve essere figli di questa nostra meravigliosa cultura se una demenziale algebra di lezioncine si reputa sufficiente a reggere il governo di milioni di persone (ripeto persone)!
Poi ci sono forme di dover essere ancora più subdole, ispirate a principi di apparente giustizia e umanità, di coloro per i quali le nostre colpe di occidentali giustificano (sic) le nostre disgrazie: è triste ma inevitabile che periamo, i consumi che si sono contratti erano il superfluo, la crisi ci fa dimagrire ma sempre meno di quanto lo siano già altri.
E le categorie di libertà, giustizia, dignità e autodeterminazione, a fortiori possono cadere per noi, che siamo in parte responsabili delle loro carenze nel resto del mondo.
Io non ce la posso fare, se chi pensa cosi è dotato di intelligenza, ed è ciò che constato, allora tutto ciò che vedo è davvero funzionale all'evoluzione dell'uomo nella sua più alta, attuale espressione (nel senso di Homo sapiens sapiens, intendiamoci, non di Homo sapiens bruxellensis).
La cultura come prodotto umano e il suo essere disattesa, è un fatto biologico. Sarà normale, o necessaria, mi dico, l'accettazione del male, della pochezza, della barbarie.
Sono davvero un ingenuo. Crisma dell'attendibilità è per me proprio l'umanità dei visceri, l'eccesso di pathos, l'infantile onestà, l'incapacità di non essere altri che se stessi.
[...]Usciremo anche dalla terza guerra mondiale,quella dell’euro,combattuta subdolamente e ipocritamente in nome di ideali di pace,e del ripudio di un passato vergognoso,che forse sarebbe stato meglio tenere ben presente,per evitare che si ripetesse.[...]
RispondiElimina[...]il passato ha una lezione molto importante da insegnarci,che dovremo tener ben presente:gestire una vittoria è più difficile che gestire una sconfitta.Chi perde ha una missione chiara da compiere: piangere le proprie vittime e ricostruire il proprio Paese.Sul piano economico,spesso questa è
un’ opportunità.Ma chi vince deve resistere alla più funesta delle tentazioni:quella di stravincere.[...]
Riporto questi passi del suo libro in quanto la gran parte degli italiani non hanno capito che si sta combattendo una guerra: le elites contro i popoli.Ho condiviso(tramite l'account FB di mia moglie) tantissimo materiale e solo su un articolo di Icbergfinanza c'è stato un like.Uno su decine e decine di articoli.Su G+ zero assoluto (tanto che ci ho rinunciato).Invece a tu per tu è andata meglio (una sera ho alzato i tacchi velocemente perchè i miei interlocutori erano molto contrariati dalla mia insistenza.Errore da non commettere).
Siamo in una fase 3 di un disegno politico (Monti,Letta e Renzi)molto ben mistificato dai media.Sappiamo a cosa puntano ma non sappiamo se ci sarà una fase 4 (altri trattati in vista?)
Le mie speranze sono legate ai francesi,oppure sarà un evento shock esterno o interno a far saltare il banco.Chissà?
È necessario perseverare e crederci ed è quello che faccio anche se alle volte sono sopraffatto dal pessimismo.
Caro Prof. Alberto,
RispondiEliminacondivido con lei che è in gioco la libertà. L'amarezza mi è compagna ormai da molto tempo.
In questi anni ho perduto per strada (oltre al lavoro degno di chiamarsi tale) amiche ed amici (de sinistra, sic!), a niente è valso parlare, mostrare...mi hanno guardata, alcuni come fossi marziana, altri come Cassandra, altri ancora come il Grillo parlante (il solo ed unico).
Ho maggiori soddisfazioni ed epifanie in compagnia degli altri animali e dei piccoli umani di quante non ne abbia quando sono con i miei pari.
Anyway, non mi avranno.
Testarda.
(Alessandra da Firenze. A tutti, in bocca al lupo, Viva, il lupo)
A proposito di posta in gioco...
RispondiEliminaA policy of mass destruction
http://www.cam.ac.uk/research/news/a-policy-of-mass-destruction
[…]Scrivendo sul nuovo numero di aprile dell’American Sociological Review, Lawrence King e David Stuckler dell’Università di Cambridge e Patrick Hamm della Harvard University, esaminano per la prima volta l’idea che l’attuazione della privatizzazione “spinta” fosse collegata al peggioramento dei risultati economici, sia per le imprese individuali che per le intere economie. Più fedelmente i paesi hanno adottato tale politica, tanto più hanno sopportato criminalità economica, corruzione e fallimento economico. Questo è accaduto, sostiene lo studio, perché la stessa politica [economica] ha minato il funzionamento dello Stato e ha esposto fasce dell’economia alla corruzione.
Il rapporto reca anche un avvertimento per l’età moderna: “una privatizzazione rapida ed estesa è stata promossa da alcuni economisti per risolvere le crisi del debito in corso in Occidente e per contribuire a realizzare una riforma nelle economie del Medio Oriente e del Nord Africa“, ha detto ancora King. “Questo studio dimostra che il programma di privatizzazione più radicale della storia ha fatto fallire i paesi che si riprometteva di aiutare. Le lezioni delle conseguenze non volute in Russia suggeriscono che dovremmo procedere con grande cautela in sede di attuazione di riforme economiche non testate“. […]
Per verificare questa ipotesi, King, Stuckler e Hamm hanno comparato le sorti tra il 1990 e il 2000 di 25 paesi ex-comunisti, tra i quali, stati che hanno massicciamente privatizzato e altri che non lo hanno fatto. Sono stati anche esaminati i dati di rilevati della Banca Mondiale provenienti da oltre 3.500 imprese in 24 paesi post-comunisti.I risultati mostrano un legame diretto e coerente tra privatizzazione “spinta”, calo delle entrate fiscali dello Stato e peggiore crescita economica. […]
Nota di Zeroconsensus
[…] In controluce inoltre, con questo studio, si può rileggere la storia italiana. Anche in Italia in quegli anni vi fu una rivoluzione dove una classe politica venne spazzata via. Non solo, il “nuovo” intraprese una massiccia politica di privatizzazioni che smantellò la via italiana al socialismo: lo Stato Imprenditore. Inutile negare che da allora la nostra nazione è entrata in una fase di decadenza che pare irrefrenabile. Un altro aspetto interessante è che in Italia, proprio con lo smantellamento dello Stato Imprenditore e con l’instaurazione della Seconda Repubblica non solo è rimasta la piaga della corruzione ma vi è stato un aumento della medesima (aggiungerei anche del nepotismo). Forse, anche in Italia come fu in Russia, privatizzazione fa rima con corruzione?
Un ultima cosa che questo studio ci segnala è che le politiche “market friendly” implementate dal governo tecnico ultraliberista attualmente in sella, non sono la panacea di tutti i mali. Anzi, sono dannose: l’idea che le privatizzazioni generano ricchezza che può essere tassata e quindi utilizzata dallo Stato è una favola che è stata smentita in Russia
http://zeroconsensus.wordpress.com/2012/04/18/una-politica-di-distruzione-di-massa/
Interessante ma.... il cancro da estirpare oggi è in Ungheria (la prossima Ucraina?).
EliminaLeggere x credere http://m.state.gov/md232444.htm
Da non credere, appunto. Ormai sono sfacciati oltre ogni pudore. Magari l'Ungheria se la cava, viste le dimensioni (<10 milioni di abitanti). Certo che fra i Russi che mandavano i carroarmati, e gli Americani che mandano... i carroarmati, povera Europa, proprio non esisti, e le due superguerre non sono servite a nulla, siamo ancora divisi ed in competizione/conflitto. La Grande Illusione.
EliminaDel resto sempre Monti ha detto che bisognava educare i Parlamenti.
RispondiEliminaSempre la stessa idea fissa.
E lo stanno facendo. L'attuale governo sta esattamente facendo di tutto per ripararsi dal processo elettorale.
Con grandi pernacchie dei giornali tedeschi. Evidentemente il banchiere si riferiva ai parlamenti delle subdemocrazie del sud europa.
Eliminahttp://www.frontnational.com/2014/10/budget-2015-la-france-au-bord-de-lhumiliation/
RispondiEliminaCommuniqué de Presse de Florian Philippot, Vice-président du Front National
"Par les traités qu’ils ont signés et ratifiés, depuis le Pacte de stabilité de 1997 au scandaleux TSCG de 2012, les partis de l’UMPS ont achevé de livrer à Bruxelles notre souveraineté budgétaire et économique.
Les mécanismes de sanction qui pourraient aujourd’hui se mettre en œuvre contre notre pays pour déficit excessif, sont de la responsabilité directe de François Hollande et de ses prédécesseurs. Affecter l’orgueil national pour s’en émouvoir, quand on s’est soumis aussi minutieusement et institutionnellement à l’Union européenne depuis tant d’années, est une fumisterie de plus du pouvoir.
Aujourd’hui, la France est au bord d’une humiliation historique.
Si le Front National conteste en tout point le budget 2015 du gouvernement, qui en soi est déjà un budget de soumission à l’Union européenne, il n’acceptera pas le principe d’une sanction financière bruxelloise dont le montant pourrait s’élever à plusieurs milliards d’euros !
Les Français doivent réaliser toute l’incurie de l’UMPS et de sa politique de soumission totale à l’Union européenne. Tous ces sacrifices, toutes ces humiliations, cette décennie entière de déclin économique et social, sont en grande partie la conséquence de cette folie qu’est la monnaie unique, l’euro. C’est pour elle qu’ils ont livré notre souveraineté budgétaire à des gens non-élus, c’est par elle que nombre de peuples de l’Europe du Sud et nous aujourd’hui sommes saignés aux quatre veines.
Nous mettons donc solennellement en garde les autorités européennes et françaises : si de telles sanctions devaient advenir, le Front National considèrerait qu’un point de rupture démocratique irréversible aurait été atteint, aux conséquences politiques incalculables."
Le dichiarazioni di Monti sono in linea con quelle di altri eurocrati come Barroso o Junker. Ora con il mio cellulare di merda non ci riesco ma appena posso ve ne posto qualcuna come esempio
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-05/la-svolta-visco-europa-ha-sbagliato-2010-e-ora-banchieri-centrali-pensino-benessere-gente-e-non-parametri-152936.shtml?uuid=ABH0pD0B
RispondiEliminaSecondo me pochi, anche qui, hanno capito la vera posta in gioco.
RispondiEliminaQuando Chomsky "citava" Bagnai e non lo sapeva.
RispondiElimina"Negli ultimi tempi, l'ideologia del laissez faire è stata rispolverata ed è di nuovo un arma della lotta di classe. I principi dell'economia classica sono ancora in voga: non credo infatti che siano molto diversi da quello che oggi si insegna nel dipartimento di economia dell'università di Chicago, ovvero la teoria denominata neoliberismo [fondata sui tagli ai servizi sociali, LA STABILITA' DELLA MONETA E IL PAREGGIO DEL BILANCIO]. Il neoliberismo di oggi non ha maggior valore di quello del primo ottocento semmai ne ha meno. Le idee di Ricardo e Malthus avevano infatti qualche attinenza con la realtà di allora; oggi quelle idee non ne hanno nessuna." Cit. dal libro Capire il Potere di Noam Chomsky.
Sto leggendo questo libro e non ho potuto fare a meno di riportarle questa frase.
Saluti