sabato 4 ottobre 2014

Buonsensonomics

Se volete, è un QED, ma l'ho postato su Facebook.

43 commenti:

  1. Ottima idea quella di faccialibro. Vedrai quanti ggggiovani ...

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  2. Sa che sono proprio contento che è anche su FB ?
    Condividere direttamente lo stato è molto più efficace della condivisione di un link, inoltre la sua è una fonte super attendibile.
    Come vede mi accontento di cose semplici.
    Appena ho un attimo lo leggo con calma.
    Buon fine settimana

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  3. Profe, bello il grafico, ma la scala è giusta? C'è una raffica di 0.3-0.4-0.5...

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  4. Per fortuna i contenuti sono visibili ai non iscritti a Faccialibro.
    Oggi Krugman ha scritto questo.

    O.T.
    "Anche Fassina è simpatico, eh, comunque. Dice spesso cose divertenti. [risatina] Dice spesso cose divertenti."
    Ride solo lei, ma sembra molto autocompiaciuta.
    Chissà quanto troverebbe esilarante Goofynomics (solo le parti serie).

    "So che abbiamo un grande presidente della repubblica [...] sì, io mi considero di sinistra, assolutamente. I valori della sinistra di oggi sono quelli del cambiamento; essere di sinistra significa non tanto essere custodi del passato, della memoria, ma in qualche modo anticipare il futuro, costruire il futuro, quindi essere riformisti, per l'appunto."

    Poveretta! Dovrebbe rimpiangere i tempi in cui avrebbe potuto fare bella figura come valletta (muta) di Mike Bongiorno.

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    1. A me i link che hai messo non funzionano.
      Comunque mi interessava soprattutto quello di krugman. L'altro ne faccio anche a meno. Sentire la boschi o la bonafe' che fanno risatine ironiche su fassina lo evito volentieri.
      Chissa' fassina che ne pensa? E se pensa, fara' mai qualcosa?
      Visto cosi' sembra che lo vogliano far passare per il giullare del PD, un po' come il parente un po' svitato che dice cose imbarazzanti e che va sopportato basta che non esageri.

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    2. Krugman
      http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2014-10-03/danaroso-quasi-mai-e-sinonimo-modesto-201736.shtml?uuid=AB2nSqzB%22

      Boschi
      http://video.repubblica.it/politica/ballaro-io-sono-di-sinistra-il-boschi-pensiero-in-3-minuti-videoblob/178782/177545

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  5. Interessante e acuto come sempre. Facebook invece è orribile (corpo del testo troppo piccolo e di difficile lettura).

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    1. ctrl + per ingrandire il testo

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    2. (è anche sconsigliata la lettura di certi post, o delle loro autrici).

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    3. Passi le autrici, ma i post manco ctrl------

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    4. prof, ma quando ti trovi di passaggio a parigi?
      la mia porta è sempre aperta (anche se è dura arrivarci).

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  6. Facebook l'ho abbondonato nel 2010 si potrebbe postarlo anche qui?
    Grazie

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    1. Il profilo del prof è pubblico, puoi leggere il post anche senza essere iscritto

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  7. Non mi sembra chiara la scala delle ordinate, mancano forse i centesimi?
    Giusto per rompere i cosidetti...

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  8. Ho notato anch'io una diversa attenzione da parte dei media di massa, anche prima dell'avvento del picchietto francese, riguardo il discorso sulla disuguaglianza:

    * chi lo lega a quello sulla democrazia, nello spirito di On the US democracy (for dummies) e Disuguaglianza e sviluppo, riceve scarsa attenzione.

    * Chi invoca la tassazione come strumento distributivo invece riceve tutte le attenzioni da parte dei media di massa.

    Come scrive Palley, che potete leggere in italiano grazie alla traduzione di Voci dall'estero:
    «Il carattere convenzionale del pensiero teorico di Piketty si manifesta particolarmente nelle sue prescrizioni di politica economica. Il suo quadro neoclassico della crescita lo porta a concentrarsi sulla tassazione come rimedio. C'è poca attenzione ai problemi delle istituzioni economiche e delle strutture del potere economico, perché questi non sono parte del quadro neoclassico. Questo spiega sostanzialmente l'atteggiamento diffidente degli economisti progressisti nei confronti del libro. Inoltre, anche se tecnicamente fattibili, le prescrizioni fiscali di Piketty sono politicamente ingenue, dato il crescente controllo del capitale sul processo politico.» (leggete fra le righe: ha scritto ingenue ma voleva usare qualche espressione più colorita...)

    In sostanza tutta questa improvvisa attenzione sulla disuguaglianza puzza di fregatura. Finirà che tasseranno i patrimoni del famoso 99% della popolazione (in Italia significa soprattutto la casa) e quelli dell'1% più ricco resteranno indisturbati nei paradisi fiscali.

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    1. Non avevo letto questa cosa di Palley ma mi ci riconosco al 100% (e normalmente è un autore che mi piace, lo trovo intellettualmente libero).

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    2. Te lo avevo segnalato su Twitter, quando in una conversazione con tuoi colleghi (se po di'?), chiedevi qualche parere informato sul libro di Piketty, ma in quel simpatico bordello deve esserti sfuggito.

      Comunque approfitto per ringraziare chi contribuisce a Voci dall'estero, Carmen in prima istanza, per le interessanti segnalazioni.

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    3. Mi associo. Quanto a Piketty, credo che qualsiasi persona di buon senso intuisca dove e perché vuole andare a parare. Significativo il fatto che quella bolscevica della Circe del Gennargentu, ex donaldiana di ferro, nota su Twitter per i post seriali a base di Lenin, a quanto mi dicono ne sia una ardente supporter! Come dire: io non sono complottista, ma grazie a quel collante universale che è la stupidità, alla fine tout se tient!

      Colgo l'occasione anche per rinnovarvi il mio pressante invito a lasciare che io ignori le cose che desidero ignorare perché non ho bisogno di saperle (non mi riferisco al buon Tom, mi riferisco alla sullodata Circe...).

      Poi, se parte il blocco, non prendetevela...

      Ah, sempre per la serie "tout se tient", Palley è anche autore di una delle più limpide e convincenti confutazioni di Memmeta. Vedi che i torni contano sempre?

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    4. Grazie a Correttore di Bozzi e al Prof. per l'apprezzamento.

      Il buonsensonomics sembrerebbe facile, ma in realtà ci vuole un lungo training per annusare l'esca che si nasconde dietro teorie apparentemente progressiste, come quella di Piketty, e questo è indubbiamente il posto giusto per allenarsi. Naturalmente il fatto che siano così ben propagandate mette ancora di più la pulce nell'orecchio.

      Scovare l'articolo di Palley (nascosto in un mare di consensi) non è stato semplicissimo e ora fa piacere sapere che er Cavajere conferma e approva...

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  9. Fassina ieri twitta:
    Stefano Fassina ‏@StefanoFassina 3 ott
    Invito per incontro con prof. Piketty per la presentazione de “Il Capitale nel XXI secolo” - http://www.stefanofassina.it/lavoroeliberta/2014/10/03/invito-per-incontro-con-prof-piketty-per-la-presentazione-de-il-capitale-nel-xxi-secolo/ …

    Su twitter gli ho chiesto se avrebbe dichiarato quanto detto alla Camera dopo l' intervento di Stiglitz. Su webtv della Camera non ho trovato niente. Qualcuno ha notizie?

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  10. Trovo una certa analogia tra il "tassiamo i ricchi" di Piketty e il "famo er partito" degli amici astiosi.
    La stessa analogia che passa tra verificare e correggere il funzionamento delle regole scritte e non scritte (istituzioni) economiche, il sistema di incentivi e disincentivi che ne consegue e l' impatto sull' aumento delle disuguaglianze e l' individuare nel deficit dell' informazione il declino delle democrazie rappresentative, cercando di colmarlo cominciando dal ripristino della credibilità scientifica della scienza economica.

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  11. 1. Faccia Buco num me piace...
    2 ... robba pe gggiovani e sgalletate.
    3. Giusto giusto Buonsensonomics...
    4. ... e basta. Però.

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  12. Ma qualcuno ha "affettato" quel 99% per classi sociali in modo da capire,con margini di errore accettabili,chi si avvantaggerebbe di più dall'uscita dall'euro?
    (Ricordo che sul suo libro affermava che sarebbero le famiglie a goderne i maggior benefici in quanto creditori netti sull'estero e dando per scontato che ne beneficeremmo quasi tutti anche se in tempi e modalità diverse).

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    1. Domanda mal riposta...non classi sociali ma di reddito.
      Margini di errore: mediane attendibili su dei grafici.
      Esempio: redditi fino a 50.000 euro comprensivi di tutte le categorie sociali.
      Non so,forse questo frazionamento è oneroso in termini di tempo ma,visto che alcune percentuali son state già state descritte,renderle visibili tramite grafici aiuterebbe la comprensione ad alcuni di quanto la diseguaglianza potrebbe diminuire nel breve e nel lungo periodo uscendo dall'euro.
      Ma se ho scritto una fesseria mi scuso in anticipo.

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  13. Tutto il post è più che condivisibile, ma la maggior soddisfazione è vedere qualcuno che non si ferma al solito 1%. Non essendo un'economista ogni volta che ponevo la domanda in altri contesti mi si faceva un'alzata di spalle come se l'osservazione non meritasse commenti. Felice di sapere che era una domanda più che sensata.
    P.S.: faccio mia anche la domanda di Davide Berolani.

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  14. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa....Bagnai ci sostuisice con media di dubbia utilità.

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  15. Aldous Huxley, in "Ritorno al mondo nuovo", capitolo Superorganizzazione, scrive così: "...Ma la crescente pressione del
    numero sulle risorse disponibili non è la sola forza che ci spinge
    verso il totalitarismo. Questo cieco nemico biologico della libertà si
    allea ad altre forze potentissime, generate dai progressi tecnologici
    di cui più andiamo orgogliosi. Orgogliosi a buon diritto, potremmo
    aggiungere; infatti tali progressi sono frutto di intelligenza, di
    lavoro continuo e difficile, di logica, di fantasia, di sacrificio: in
    una parola derivano dalle virtù, morali e intellettuali, che noi non
    possiamo non ammirare. Ma la Natura delle Cose è tale che a questo
    mondo nessuno ottiene mai nulla per nulla. Questi progressi
    ammirevoli, stupendi, si scontano. (...)
    Storici, sociologi, psicologi hanno scritto molto, e con
    molto impegno, sul prezzo che l'uomo d'Occidente ha pagato e sta
    pagando per il progresso tecnologico. Affermano, per esempio, che
    difficilmente può sperarsi che fiorisca la democrazia nelle società in
    cui il potere economico si concentra e si centralizza sempre di più.
    Ma il progresso della tecnologia ha portato, e sta portando, proprio a
    questa centralizzazione del potere. L'apparato della produzione di
    massa, migliorando la sua efficienza, tende a farsi sempre più
    complesso e costoso, meno accessibile quindi all'imprenditore che
    abbia mezzi limitati. Non solo: la produzione di massa non sta in
    piedi senza distribuzione di massa, e la distribuzione di massa crea
    problemi che soltanto i grossi produttori possono risolvere
    adeguatamente. Dove la produzione e la distribuzione divengono
    fenomeni di massa, grave è lo svantaggio dell'Uomo Piccolo, che non
    possiede una sufficiente riserva di capitale operante. Se entra in
    concorrenza con l'Uomo Grosso, perde prima i quattrini, e poi anche la
    qualità sua medesima di produttore indipendente; l'Uomo Grosso lo ha
    ingoiato. E scomparendo l'Uomo Piccolo, una quantità sempre maggiore
    di potere economico si riduce nelle mani di un numero sempre minore di
    individui. Sotto la dittatura la Grande Impresa, resa possibile dal
    progresso tecnologico e dalla conseguente rovina della Piccola
    Impresa, cade sotto il controllo dello Stato; cioè, di un piccolo
    gruppo di dirigenti politici e militari, di poliziotti, di funzionari
    che eseguono certi ordini. In una democrazia capitalista, come gli
    Stati Uniti, la Grande Impresa cade sotto il controllo di quella che
    il professor C. Wright Mills definisce 'élite al potere'. Questa élite
    impiega direttamente la forza lavorativa di milioni di cittadini nelle
    sue fabbriche, nei suoi uffici, nei suoi negozi, altri milioni
    controlla, e anche meglio, prestando loro i soldi perché comprino i
    suoi prodotti; ed essendo proprietaria dei mezzi della comunicazione
    di massa, influenza pensieri, sentimenti e azioni di tutti, in
    pratica. (...) Siamo assai lontani dall'ideale jeffersoniano di una
    società veramente libera, composta da una gerarchia di unità capaci di
    autogovernarsi, «l'embrionale repubblica del quartiere, la repubblica
    della contea, la repubblica dello Stato e la repubblica dell'Unione,
    che formano una gradazione di autorità». Noi vediamo dunque che la
    tecnologia moderna ha portato alla concentrazione del potere economico
    e politico, e alla formazione di una società controllata
    (spietatamente negli stati totalitari, pulitamente, nascostamente
    nelle democrazie) dalla Grande Impresa e dal Gran Governo".

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  16. Dal mio punto di vista, se forzare a far parte di un'area a moneta comune e cambi fissi stati diversi, ognuno dei quali è caratterizzato da fondamentali economici differenti da tutti gli altri porta ad asimmetrie che divengono sempre più insostenibili, così i progressi del settore industriale e tecnologico devono andare di pari passo al progresso sociale. In caso contrario tra quei progressi si generano asimmetrie tali da far si che essi non producano un miglioramento, bensì un peggioramento sociale. Sia dal punto di vista del benessere generale che da quello della democrazia e dell'ordinamento sociale.

    Mi scuso infine se il mio commento ha avuto bisogno di due post consecutivi ma il sistema non lo ha accettato poiché eccederebbe i 4096 caratteri, anche se il word processor del mio pc ne ha contati solo 4007

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    1. Carissimo, ti ringrazio per aver condiviso con noi questa citazione di un autore che secondo molti di noi è stato uno dei più lungimiranti nel capire dove stavamo andando a parare. Lui pensava di descrivere l'URSS, e descriveva l'UE, come abbiamo capito. Solo una cosa non mi è chiara: in che cosa la tua opinione differisce, secondo te, da quella che ho espresso io?

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  17. Più che a trovare una differenza tra le rispettive opinioni, a me premeva sottolineare il concetto riguardante la necessità che il campo tecnologico e quello sociale progrediscano di pari passo.
    A mio avviso, infatti, ci troviamo nelle condizioni note anche perché mentre la tecnologia va avanti, sia pure a macchia di leopardo, nell'ambito sociale il regresso è innegabile e di grandi proporzioni. E proprio il progresso tecnologico contribuisce a fornire a chi ne vuole approfittare armi sempre più efficaci per realizzare il regresso che desidera in campo sociale, dal quale trarre poter un sostanzioso tornaconto economico.
    Quindi la citazione da Huxley mi sembrava confacente al riguardo, perché in caso contrario sono proprio quelle descritte da lui le conseguenze che ne derivano.

    Approfitterei dell'occasione per un'ulteriore riflessione che potrebbe essere OT ma fino a un certo punto.
    Se l'UE e l'eurozona non funzionano perché non sono una AVO e malgrado ciò tra i loro membri non sono previste compensazioni tra le differenze per i fondamentali economici, ho provato a vedere se e dove rintracciare una.
    Pensando che forse, provando a eseguire una ricerca su una base di dimensioni via via minori, prima o poi ne avrei incontrata una.
    Se UE ed eurozona non sono una AVO non lo è neppure l'Italia, stanti le differenze tra nord, centro e sud, che neppure compensazioni protrattesi per decenni sono riuscite a colmare, ma anzi sono aumentate. Non lo è la mia regione, il Lazio, per le differenze tra Roma, l'agro pontino semi-deindustrializzato e la Tuscia, dall'arretratezza irredimibile, non solo a livello economico.
    Non lo è Roma, per le differenze tra la ricchezza e i profitti di chi risiede all'EUR, alla Collina Fleming o in Prati, la produttività del polo industriale della Via Tiburtina e la realtà sottoproletaria e di emarginazione di Primavalle o Tor Bella Monaca.
    Riducendo ancora le dimensioni, non lo è neppure una sua circoscrizione come ad esempio quella che racchiude le zone di Acilia, Casal Palocco e Ostia, date le differenze stridenti tra di esse e forse non lo è neppure casa mia, dato che la diversa temperatura del piano superiore rispetto a quello sottostante, privilegiante l'uno o l'altro a seconda delle stagioni, richiede a sua volta continue compensazioni che una Merkel di formato domestico potrebbe negare opponendo le solite argomentazioni pretestuose. Prime fra tutte quelle di ordine economico che riguardano il riscaldamento invernale e il condizionamento estivo.
    Stando così le cose mi chiedo: questa benedetta AVO è qualcosa di esistente al mondo oppure è una teoria pretestuosa confezionata su misura per fungere quale ennesimo tavolino su cui si possa fare all'occorrenza il gioco delle tre carte?
    Grazie dell'attenzione.

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    1. Io ti voglio bene, ma devo anche dirti che stare su CDC ti fa oggettivamente male. La reductio ad condominium no, ti prego! Perché parli di politica se poi ti sfuggono i termini politici del problema? Eppure io qui ne ho parlato. Comunque, ti ho ringraziato nel prossimo libro (come ho ringraziato altri lettori) e lascio che un'anima pietosa ti risponda.

      In ogni caso, io sto ai Parioli e di Ostia me ne batto. Comunista sì, ma (ovviamente) aristocratico.

      Stammi bene e salutami istwine!

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    2. Se non altro la citazione è buona, soprattutto per uno che ha aperto un blog dal nome Goofytrolling.

      La risposta è già stata data in One (labour) market, one money:
      «Perché se questa è l’unica cosa giusta, allora nell’articolo dei tre moschettieri c’è un’altra cosa sbagliata. Il titolo. Che non avrebbe dovuto essere “One market, one money”, ma “One labour market, one money”. Ovvero: visto che con una unione monetaria gli shock si scaricano sul mercato del lavoro, la dimensione ottimale di un’area che adotta una moneta unica è quella che corrisponde a un mercato del lavoro omogeneo. In questo modo, quando lo shock arriva, il lavoratore può spostarsi, a parità di contratti di lavoro, di tutele, ecc. da una regione all’altra, e lo shock viene assorbito. Nei confronti del resto del mondo occorrerà però mantenere i meccanismi di aggiustamento tradizionali: politica monetaria, politica valutaria (flessibilità del cambio).
      ...
      La dimensione ottimale delle aree valutarie è evidentemente dettata dalla segmentazione (legislativa, previdenziale, linguistica, culturale) dei rispettivi mercati del lavoro. Che poi coincide, più o meno, con quella degli Stati nazionali.
      »

      Riguardo il nostro Stato nazionale e il persistente divario Nord-Sud, integrare con, per esempio, Moneta forte, paese debole, e la dimensione dello Stato (se n'è parlato anche altrove, ma questo credo sia il post più recente sul tema).

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    3. Si, ho intitolato un blog Goofytrolling. E allora?
      Vedersi dare del troll da Goofynomics, dopo aver combattuto tante battaglie uno contro tutti per difendere i post di Bagnai e la causa della sovranità, sul fascio quotidiano e altrove, merita di essere celebrato.
      Essermi schierato non significa che abbia rinunciato a ragionare con la mia testa, molto probabilmente sbagliando, ma almeno non ripetendo a pappagallo malcomprese tesi altrui. E neppure che possa pensare ad autocensurarmi riguardo a impressioni che evidentemente devono avere colto nel segno, data l'animosità che traspare dalle risposte che continuo a ricevere, sia pure dopo tanto tempo.
      Questione riguardo alla quale ci si dovrà pur chiarire, prima o poi. O meglio continuare a farne strumento di polarizzazione?

      Magari però, oltre alla citazione in sé, non sarebbe male dire che dopo essere intitolato così, il blog non ha avuto seguito.
      Tanto per completezza.
      E soprattutto per non passare per chi della notizia dà solo la parte che gli fa comodo, per delegittimare un interlocutore evidentemente scomodo.
      Altrimenti non ve ne sarebbe bisogno.
      E anzi, essendo il blog rimasto senza seguito, aprire in quel modo è alquanto pretestuoso. A quale scopo?

      Viceversa, se si agisce, e non è la prima volta, astenendosi rigorosamente dal replicare nel merito delle questioni poste ma anzi affidandosi al sillogismo o anche sollevandosi ostentatamente di un gradino, proprio come Re Pippetto quando faceva nobile il conte tacchia perché si battesse in duello con lo spadaccino che nessun nobile "vero" aveva il coraggio di fronteggiare, i motivi ci devono essere.
      Ma soprattutto, agendo così ci si rende intercambiabili con quelli che eseguono le politiche di destra finanziaria sventolando le bandiere che magari non sono più rosse, ma senz'altro progressiste. E una volta che si vedono scoperti negano risolutamente oppure fingono di essersi sbagliati.
      Non sono gli atteggiamenti, le teorie o le magliette che si indossano a fare la differenza, ma i fatti.

      Quanto alla risposta citata, ha un tono Padoa-Schioppesco. Dato che non si vede motivo al mondo per cui alfine di ripararsi dagli effetti dello shock il lavoratore, che non è una merce, dovrebbe essere sradicato dalle proprie radici e dai propri affetti per trasferirsi altrove, affinché continui a contribuire al processo di accumulazione capitalistica. Oltretutto nella realtà del mondo del lavoro nazionale, dove se non trovi lavoro grazie alla spintarella lo hai per mezzo di conoscenze.
      Dunque lo shock è assorbito, ma sempre scaricandone gli effetti sul lavoratore, chiamato a sobbarcarseli in maniera cinica.
      Quanto alla dimensione ottimale della AVO, la definizione data pare appartenere a un ambito puramente teorico e quindi non attinente alla realtà.
      A me interessa il lato pratico delle questioni, quello che si verifica nel mondo reale. In cui riesce difficile immaginare che il lavoratore di Primavalle possa aspirare al medesimo trattamento di quello dell'eur. Il quale già per proprio conto si trova in un segmento culturale, linguistico ma soprattutto esistenziale diverso. Dunque parlare di “risposta pietosa” è fuori luogo e ancora una volta pretestuoso e paternalistico.
      Quanto alle mie pretese carenze riguardanti i termini politici delle questioni, vorrei capire perché quando ho scritto che dall'euro un ceto sociale ha tratto vantaggi enormi ai quali non intenderà rinunciare nel ritorno alla moneta nazionale, cercando anzi di trarne di ulteriori, e li è la vera battaglia, il commento non è passato.
      La mia scarsa esperienza politica mi ha comunque insegnato che le élite storicamente hanno badato ai propri interessi e che al momento del bisogno si sono sempre messe d'accordo tra loro, piuttosto che interessarsi alla crescita e al benessere delle collettività.
      Quanto è lunga la strada che separa da un pensiero e da un comportamento davvero democratico e maturo.

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    4. Clack, non sei un interlocutore scomodo. Sei solo, come la tua risposta documenta, un interlocutore insulso, che continua a ripetere quello che impara su siti cialtroni, senza afferrare la natura dei problemi, e abbandonandosi a un livore giovanile del quale i romanzi di Dostojevskij offrono tanti esempi. Sì, fai pietà, e non è paternalismo. Non hai gli strumenti intellettuali per afferrare i termini del dibattito, fra i quali, ad esempio, l'uso che faccio nella mia opera di divulgazione della teoria delle AVO (e la critica che ne faccio). Ti lasci strumentalizzare dal primo imbecille che passa, ma sei convinto di essere un maturo democratico. Mi spiace per te: continui a sopravvalutarti. Non ti ho chiesto di difendermi, e devo dirti che dato il grado di presunzione e inconsapevolezza che dimostri, preferisco proprio che tu non lo faccia! Già il fatto che tu non capisca che il problema non è "difendere" Bagnai è eloquente. Povera Italia...

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    5. Clack era un mezzo complimento: il livello del trollame che si affaccia da queste parti di solito è del genere che puoi leggere in questo commento e seguenti, cioè per questi qui il fine ultimo dell'esistenza è essere produttivi, qualsiasi cosa significhi nelle loro capocce (in genere massimizzare il profitto a breve termine). Prendo atto che tale auto-definizione è ironica.

      Riguardo la teorie delle AVO ti segnalavo il secondo post (Moneta forte, paese debole, e la dimensione dello Stato) proprio per attirare la tua attenzione sull'uso strumentale che se ne è fatto qui: non so se l'autore è d'accordo con questa caratterizzazione, ma a me è sembrato un rivolgere un'arma del nemico contro il nemico stesso.

      Ti faccio inoltre notare che in almeno un incontro, ripreso in video (purtroppo non ricordo quale — se qualcuno lo segnala fa cosa gradita), Alberto affronta proprio questo tema, che non sta a cuore solo a te (fra i commentatori ci sono emigranti, sia di emigrazione interna da Sud verso Nord, che verso l'estero), e afferma qualcosa del tipo … ma perché l'abitante del paesino, che dal paesino non si è mai mosso e parla soprattutto il dialetto, deve essere costretto a spostarsi anche solo nella regione vicina per poter campare? Non lo trovo giusto… (non sono le esatte parole, ma il concetto espresso dovrebbe essere questo).

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    6. Corretto', hai a che fare con un giovincello presuntuoso che mischia merda con cioccolata e poi decide con la sua lingua. La sua linea argomentativa deriva in modo palese dar Melanzana e dall'uomo che sussurrava ai trulli. Se uno ascolta roba simile, lo possiamo dare per perso. Tu non hai nulla di rimproverarti.

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    7. Non ho mai ritenuto un A.V.O. un obiettivo realistico ed auspicabile, ma un semplice strumento di misura.
      E non esistono A.V.O.
      Compito della politica è quello di tenere in considerazione l'aspetto sociale ed umano in qualunque decisione di politica economica.
      In altre parole, nessuno dovrebbe essere costretto a lavorare in altra città o regione, se non lo desidera.
      Compito di uno Stato "abbastanza" democratico è quello di rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono ad un esistenza libera e dignitosa.

      Alla fine non è poi così difficile...

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    8. Ad essere sincero non mi stavo rimproverando qualcosa: gli spiegavo che ha frainteso, gli ho risposto seriamente nonostante il suo biglietto da visita consigliasse di desistere. Poi che se invece di leggere o ascoltare ciò che gli altri pensano (o fanno finta di pensare) tu scriva/dica, leggesse e ascoltasse ciò che veramente scrivi e dici certi dubbi probabilmente non sorgerebbero.

      Anzi forse arriverebbe a porsi una domanda, che penso si siano posti tutti quelli che nel corso del tempo hanno notato discrepanze o persino stravolgimenti fra ciò che gli altri riportano e il senso di ciò che scrivi: che interesse hanno questi soggetti a distorcere il tuo pensiero e la presentazione didattica che fai del sapere economico?

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    9. Caro correttore,

      ma i fini politici alla clack, educati al complottismo nel letamaio di CDC, non sono in grado di porsi domande semplici...

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    10. Credevo di essere stato chiaro: ho dato battaglia perché credo in certe idee. Quelle ho difeso, dai lanzichenecchi della destra finanziaria e dal collaborazionismo degli strumenti politici da essa utilizzati. Non so se profittare dell'argomento per dimostrare la propria villania sia il modo migliore di mettersi dalla parte della ragione.
      Ciò detto, è proprio il tono e il livello delle risposte che ho ricevuto la conferma per la fondatezza sostanziale delle mie valutazioni
      Altrimenti non vi sarebbe stata una reazione che è ulteriore riprova della statura di chi si abbandona a comportamenti simili e dei problemi irrisolti che si trascina.
      Inutile dire che l'insulto non offende chi lo riceve ma qualifica chi lo usa, non avendo di meglio.
      Quel tono dimostra poi l'uso dell'intolleranza quale primo e improprio strumento di prevalenza nei confronti altrui, che evidentemente si ritiene necessario.

      Riguardo la sedicente sinistra, per me è il nemico peggiore. Perché pur pretendendo di essere a salvaguardia della propria base sostiene nei fatti le politiche della destra finanziaria, esente da qualunque sensibilità per le istanze di origine sociale.
      In quanto tale è peggiore delle più truci dittature del secolo scorso, che in qualche modo di quelle istanze tenevano conto.
      Ma soprattutto riconoscevano la propria natura e la rendevano visibile, dimodoché chi vi era assoggettato poteva almeno capire cosa si trovava di fronte.
      Viceversa quelli di oggi vorrebbero passare pure per democratici
      Anche queste sono cose che ho scritto, qui e altrove. Qui non le si è fatte passare mentre dell'altrove si tiene conto solo ciò che permette una contrapposizione. Facendo proprio il mussoliniano “molti nemici, molto onore” nell'accezione più puerile.
      Diversamente si sarebbe presa una cantonata in meno tra le tante di cui è infarcito il commento cui sto rispondendo.
      E si riuscirebbe a inquadrare meglio le intenzioni e le posizioni delle persone cui ci si rivolge, risparmiandosi ulteriori, plateali, cadute di stile.
      D'altronde se per via delle proprie idiosincrasie non si arriva neppure a capire che certi discorsi non sono tentativi di attacco ma richieste di spiegazione...
      Pur non arrivando neppure a questo non ci si trattiene dal distribuire patenti di scarso comprendonio, coazione inveterata del cattedratico bilioso, sofferente di allergia acuta alla discussione paritetica, più che mai in assenza di uno scranno dietro cui trovare conforto. Metodo spiccio atto alla ricerca delle conferme di cui si è in debito, che si vorrebbero affermare accusando gli altri di livore, proiettando su di loro le contraddizioni del proprio ego.
      Inoltre, questo continuo ostinarsi a voler vedere avversari e attacchi dappertutto nei confronti della propria persona, da un lato è un tentativo, patetico, di acquisire visibilità mettendosi al centro delle situazioni, soprattutto di quelle inesistenti. Dall'altro è definito dagli specialisti in modo che lascio immaginare solo per non scendere al livello del mio interlocutore, ed è un comodo rifugio dell'immaturità necessaria a rifiutare l'offerta esplicita di un gesto chiarificatore e di pacificazione. Lasciato cadere sdegnosamente, altrimenti crollerebbe tutta la propria costruzione mentale, e neppure ci si potrebbe issare su un piano di superiorità secondo la menzionata Sindrome di Re Pippetto.
      Continuare a insultare i lettori del proprio sito non so se sia il modo migliore per arrivare ai propri fini. Ma è un sistema ottimo per alimentare ulteriormente la polarizzazione di cui si ostenta la ricerca forsennata. Atta ad imporre il proprio personaggio, in mancanza di meglio.
      Ci sarebbe ancora molto da dire, ma i caratteri ammessi sono quelli che sono. E soprattutto non essendo avvezzo al confronto su livelli talmente bassi, ai quali non sono stato certo io a voler scendere, confesso che mi dà una certa nausea.
      Ma già, lo zotico prima ti trascina sul suo piano e poi ti batte con l'esperienza.

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  18. L'argomento di Clack e' molto comune.
    La risposta e' che l'AVO ideale non esiste.
    Una AVO diventa tale nel momento in cui esistono uno stato ed una volonta' politica di compiere gli investimenti compensativi che attenuano o annullano le asimmetrie che non possono non esistere. E questa volonta' si crea solo ove vi siano legami culturali e storici molto piu' forti di quelli che abbiamo in UE.
    Da lombardo, non ho mai obiettato a che parte delle mie tasse potesse finanziare il sud del paese, perche' e' come pagare per sistemare il giardino anche se si vive prevalentemente in mansarda.
    Poi, un po' di umorismo da caserma lo ho fatto anche io, ma e', appunto, solo umorismo da caserma.

    Cordialita'

    Roberto Seven

    PS: scusate la tastiera UK

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