(back to basics, vi fornisco il seguito di un post precedente – sotto capirete quale – anche se non me lo avete chiesto, anzi, soprattutto perché non me lo avete chiesto).
XIX
Nel frattempo il principe Andrea giaceva sempre nello stesso
posto, sulle colline di Pratzen, stringendo nelle sue mani un pezzo di asta
della bandiera, perdendo sangue ed emettendo, senza rendersene conto, dei
gemiti deboli e lamentosi come quelli di un bambino.
Verso sera i gemiti cessarono: aveva perso conoscenza.
Improvvisamente riaprì gli occhi, non rendendosi conto del tempo passato, e
sentendosi di nuovo vivo, e sofferente, per una ferita bruciante alla testa:
“Dov’è quel cielo infinito che ho visto questa mattina e che
prima non conoscevo?” fu il suo primo pensiero. “...e queste sofferenze,
anch’esse mi erano ignote! Sì, non sapevo niente, finora. Ma dove sono?”
Tese l’orecchio e avvertì il rumore di diversi cavalli e di
voci che si avvicinavano. Parlavano francese. Non girò la testa. Guardava
sempre questo cielo così alto sopra di lui, il cui azzurro insondabile
traspariva dalle nubi leggere.
I cavalieri erano Napoleone e due aiutanti di campo.
Bonaparte aveva fatto il giro del campo di battaglia e impartito ordini per
rinforzare le batterie puntate sulla diga di Auguest; ora esaminava i feriti e
i morti abbandonati sul terreno.
“Che begli uomini!” disse, vedendo un granatiere russo,
steso sul ventre, faccia a terra, con la nuca annerita e le braccia già
irrigidite dalla morte.
“Le munizioni dei pezzi in posizione sono terminate, sire!”
disse un aiutante di campo, spedito dalle batterie che mitragliavano Auguest.
“Fate avanzare quelle della riserva” rispose Napoleone
allontanandosi di qualche passo e fermandosi accanto al principe Andrea, che
stringeva sempre l’asta mutilata, la cui bandiera era stata presa dai Francesi
come trofeo.
“Che bella morte!”, disse Napoleone.
Il principe Andrea capì che si trattava di lui, e che era
Napoleone a parlare; ma queste parole ronzavano alle sue orecchie senza
presentare il minimo interesse, e le dimenticò subito. La sua testa bruciava,
le sue forze se ne andavano col suo sangue, e non vedeva davanti a sé che quel
cielo lontano ed eterno. Aveva riconosciuto Napoleone – il suo eroe; ma in
questo momento questo eroe gli sembrava così piccolo, così insignificante a
confronto di quanto stava accadendo fra la sua anima e quel cielo senza limiti!
Quanto dicevano, chi si era fermato vicino a lui, tutto gli era indifferente,
ma era contento si fossero fermati; sentiva confusamente che lo avrebbero
aiutato a rientrare in questa esistenza che trovava così bella, da quando
l’aveva vista diversamente. Raccolse tutte le sue forze per fare un movimento e
articolare un suono; mosse un piede e emise un debole gemito.
“Ah! Non è morto?” disse Napoleone. “Che si raccolga questo
giovane, e lo si porti all’ambulanza!”
E l’imperatore andò incontro al maresciallo Lannes che,
sorridendo, si scoprì il capo e lo felicitò della vittoria.
Bloccato dalla tormenta, questa mattina pensavo di
approfittarne per portare alla madre delle
sante i saluti di Correttore di Bozzi, come promesso su Twitter. Esco a
Solférino, e mi cade l’occhio su una giovane orientale, estremamente upper class ed estremamente indecisa. Un
attimo, cerca il mio sguardo, io capisco e benignamente interloquisco:
“Are you
looking for the Musée d’Orsay?”
“Yes.”
“It is near the river, over there...
Look, there is a brown indicator...”
“I can’t see it...”
“Follow me, I am going
to the Museum too.”
Traversiamo il bd. St. Germain, la metto sulla strada.
“Where are you from?”
“Korea. And you?”
“Italy. But I will not bother you any
longer: there is nothing better than being alone in Paris. Have a nice
day”.
Lasciando la splendida emergente al suo destino predeterminato
di turista upper class, con un gesto
che Simone Previti certamente mi rimprovererà, allungo il passo e mi allontano
con la testa fra le nuvole, come si conviene a un nano seduto sulle spalle di
giganti, tenendo però lo sguardo ben fisso a terra, per evitare le insidie del
ghiaccio. I sagittari, si sa, sono uomini sopra e cavalli sotto, cosa che, come
ognuno vede, torna utile in certe circostanze, in particolare quando venti
centimetri di neve e una bella gelata notturna rendono utile avere quattro
punti di appoggio. Sbuco davanti al Musée d’Orsay, e capisco at once che non è cosa: una fila di
giovani virgulte dell’agro redento impreziosisce della sua presenza la non
trascurabile fila d’attesa. Ora, capite che se uno vuole stare coi suoi
pensieri, la calligrafica coreana non va bene, ma le garrule Jessica e Samantha
vanno ancora peggio, quindi giro i tacchi e torno verso il boulevard.
Inevitabilmente incontro la giovane emergente, che avanza
con passo incerto (Parini avrebbe detto lubrico) sul verglas e mi guarda interdetta. La rassicuro: la direzione è
giusta, ma “just too many people for me. Have fun”.
La decisione è presto presa: quello che
ha afferrato la bandiera deve restituire la visita a quello a cavallo. Solo
che ora
è quello a cavallo a essere steso...
Prendo la rue St. Dominique, entro sotto la cupola dorata,
dove non ero mai stato. E mentre faccio due o tre vasche nella cripta, intorno
al sarcofago di porfido rosso (o forse era granito, lo chiediamo a Giorgio il
precisazionista), mi vengono in mente tante cose, penso a come Hugo racconta la
cerimonia del rimpatrio delle spoglie, penso a quella battaglia e a quella
vittoria, e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva,
e il suon di lei...
Ecco...
Il suono...
O anche il rumore, il noise...
Quanto chiacchiericcio, ci dicevamo
ieri con Alessandro su Twitter. E quanto rumore.
La decisione di aprire questo blog ha avuto un effetto che,
per quanto prevedibile e inevitabile, non era certo parte delle mie intenzioni:
quello di essere bombardato di informazioni. Dal
“guardachestasuccedendolì”, al “guardaquellocosahadettodite”, al
“professorechennepenza”. Ho dovuto fare quello che mi ero sempre rifiutato
di fare, essendo forse più economista di quanto io stesso non creda: ammettere
l’esistenza della realtà! Certo, quando ho lanciato il mio Mont Joye Saint Denis (non è un formaggio, lo dico per i
diversamente acculturati), assaltando all’arma bianca la cavalleria pesante dei baroni piddini, non potevo aspettarmi di restare nell’ombra.
Ma non pensavo che sarei cambiato così tanto.
Non mi riconosco più!
Sono ancora io? Sono veramente io? Sono sempre io me? Quello
che all’esame di Economia Politica I, richiesto dal prof. Tenenbaum di dare non
so più quale ordine di grandezza di una variabile macroeconomica (non so, forse
il rapporto debito/Pil) rispose che non ne aveva alcuna idea? E il prof.
Tenenbaum, un po’ seccato: “Ma insomma, Bagnai, queste sono cose che si leggono
su tutti i giornali”. E io, asciutto: “Mi dispiace, professore, ma a me
l’attualità non interessa”. “Ventisei”.
Dal che capirete che anche in posizione di debolezza, mai ho
rinunciato al sacro principio toscano: “Meglio perdere un amico che una buona
risposta”. D’altra parte, anche molti miei studenti, se avessero coraggio,
potrebbero rispondermi la stessa cosa, e io lo apprezzerei, ma ci sarebbe pur
sempre una differenza: a me non interessava il mondo nel quale vivevo, ma
vivevo in un mondo che mi interessava, il mondo che sto oggi usando per
aiutarvi a capire in quale mondo viviamo. Se non avessi vissuto nel mondo dei
libri senza figure, la mia parola non sarebbe altrettanto efficace.
Per i miei studenti, ahimè, i libri senza figure restano un hic sunt leones, e la mia sensazione è
che essi vivano nel deserto. Non è certo colpa loro: se devi accettare l’euro,
devi esser preparato bene, e la distruzione dell'università, condotta anche a botte di valutazioni "oggettive", a questo serve (forse non capite perché sono così astioso con certe persone, ma vi perdono l'eventuale ristrettezza dei vostri orizzonti, che vi impedisce di afferrare i vasti contorni del danno che stanno facendo)...
Comunque, mentre a vent’anni mi difendevo (dai giornali e da
Tenenbaum), ora, invece, posso dire di me quello che Arianna dice di sé: “non son quell’io che i fieri
detti sciolse”. Altro che il mio fiero ed aspro “l’attualità non mi
interessa!” Giornali, basi dati, blog, interviste, interventi in televisione:
un’overdose di attualità...
Noise, noise, noise...
...e di fronte al “cenere muto” di quello a cavallo, di
fronte alla tomba del re di Roma, del povero aiglon, tanto assorto da non esser nemmeno risucchiato dal vuoto
pneumatico delle inevitabili Ylenie e Vanesse d’ordinanza (“certo che però ne
ha fatte de cose quesso...” “’na cifra...”), improvvisamente capisco perché non
riesco ancora a leggere le poesie di Roberto, e perché non riesco più a sedermi di
fronte al clavicembalo. Il sacrificio più grave, se pure necessario, che ho
dovuto sostenere, afferrando l’asta della bandiera, è stato quello di perdere
il mio silenzio interiore. Senza silenzio non ci può essere musica, non ci può
essere poesia. Oltre ai famosi diciotto anni
buttati, vorrei presto indietro il mio silenzio, e sono sicuro che questo
vale anche per molti di voi (e molti potrei chiamarli per nome, e non
sbaglierei), per tutti quelli che avrebbero preferito non occuparsi di
economia, e soprattutto che l’economia non si occupasse di loro.
Vorrei sedermi su una spiaggia a leggere di un’altra guerra,
combattuta in esametri, una guerra che si può leggere solo in riva al mare
canuto, all’interminato mare, voi m’intendete, o magari sull’Appennino, davanti
a un caminetto, a leggere cose dilettose e nove, fra una tigella e l'altra, o chiuso in chiesa davanti a
un organo, una candela sul leggio, ed essere io il padrone della luce e
dell’ombra, del suono e del silenzio, invece di essere schiavo di questa
valanga di noise, tutto utile (e vi
ringrazio) e tutto inutile (e mi compiango).
Valgono le sagge parole di Rockapasso: “Ci riposeremo quando
saremo morti.”
Sì, allora indubbiamente ritroveremo il nostro silenzio.
Pare incredibile, ma riuscirò a star zitto perfino io. Gliel’ho anche detto:
“Il quarto brandeburghese l’ho suonato, ho detto a Fassina che mente, ora ne
trito un altro paio, poi devo solo suonare il secondo brandeburghese et nunc dimittis”. E lei: “E la parte
divertente per noi quando arriva?” E io: “Dopo: potrete fare quello che vi
pare!”
Poi non dite che vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto...
Il principe Andrea restava in piedi, esitando. La granata,
come una enorme trottola, girava su se stessa, fumando, sul bordo della
prateria, accanto a una siepe di assenzio, fra lui e l’aiutante di campo. “È
veramente la morte?” pensava, guardando con un sentimento indefinibile di
rimpianto il cespuglio di assenzio e quell’oggetto nero che turbinava: “Non
voglio morire, amo la vita, amo la Terra!” Se lo diceva, eppure comprendeva fin
troppo cosa aveva davanti agli occhi.
...
L’ultima tavola era circondata da molte persone: vi era
steso un uomo forte robusto, col capo riverso all’indietro; il colore dei suoi
capelli inanellati e la forma della sua testa non erano ignoti al principe
Andrea. Molti infermieri si erano gettati a corpo morto su di lui, per
impedirgli di muoversi. La sua gamba, bianca e grassa, era continuamente squassata
da convulsioni. Tutto il suo corpo era scosso da singhiozzi violenti, che lo
soffocavano. Due chirurghi, uno dei quali pallido e tremante, si occupavano
dell’altra gamba. Finito il suo compito col tartaro, che coprirono col suo
cappotto, il dottore dagli occhiali si frego le mani, si avvicinò al principe
Andrea, gli gettò un’occhiata e si volse rapidamente:
“Spogliatelo!... A cosa diavolo state pensando?” esclamò con
collera rivolgendosi a uno dei suoi assistenti.
Quando il principe Andrea si vide nelle mani dell’infermiere
che, con le maniche rimboccate, gli sbottonava in fretta l’uniforme, tutti i
ricordi della sua infanzia gli passarono come un lampo per la mente. Il
chirurgo si chinò sulla sua ferita, l’esaminò, ed emise un sospiro profondo.
Poi chiamò qualcuno, e il dolore spaventoso che il principe Andrea sentì,
all’improvviso, gli fece perdere conoscenza. Quando rinvenne, dei frammenti
delle sue costole fratturate erano stati estratti dalla ferita, circondata ancora
da lembi di carne tagliata, e la piaga era stata medicata. Apri gli occhi, il
dottore si chinò su di lui, lo baciò silenziosamente, e si allontanò senza
voltarsi.
Dopo questa terribile sofferenza, provò un sentimento di
benessere indicibile: i momenti più piacevoli della sua vita passarono davanti
ai suoi occhi, soprattutto le ore della sua infanzia nelle quali, dopo averlo
spogliato, lo mettevano nella sua culla, e la vecchia governante lo
addormentava cantando. Era felice di sentirsi vivere, e tutto questo passato
sembrava essere diventato presente.
I chirurghi continuavano ad agitarsi attorno al ferito che
aveva creduto di riconoscere. Lo sostenevano e cercavano di calmarlo.
“Fatemela vedere, fatemela vedere” gemeva lui, sopraffatto
dalla tortura.
Il principe Andrea, ascoltando queste grida, aveva, anche
lui, voglia di piangere. Era perché moriva senza gloria, perché rimpiangeva la
vita? Era a causa dei suoi ricordi d’infanzia? Era perché aveva anche lui
sofferto così tanto che, vedendo soffrire gli altri, sentiva i propri occhi
riempirsi di lacrime di tenerezza ? Mostrarono al ferito la sua gamba
tagliata, che portava ancora lo stivale, tutto macchiato di sangue.
“Oh!”, esclamò, piangendo come una donna.
A un movimento del medico, il principe Andrea riconobbe in
quello sventurato che singhiozzava esausto accanto a lui Anatolij Kuragin:
“Come? È lui?” si disse, vedendolo sostenuto da un infermiere che gli porgeva
un bicchiere d’acqua, del quale le sue labbra tremanti e enfiate non riuscivano
ad afferrare il bordo. “Sì, è lui, quest’uomo che quasi mi commuove, che è
legato a me da un ricordo doloroso, ma qual è questo legame?” si domandava,
senza trovare risposta, e all’improvviso, come una figura di questo mondo
ideale pieno di amore e purezza, Natascia si levò davanti a lui, come l’aveva
vista per la prima volta a quel ballo nel 1810, col suo collo e le sue mani
gracili, col suo viso radioso, intimorito, sempre pronto all’esaltazione... e
il suo amore e la sua tenerezza per lei si risvegliarono, più forti e vivi che
mai...
Si ricordò allora del legame che esisteva fra lui e
quest’uomo, i cui occhi, arrossati e intorbiditi dalle lacrime, si erano volti
verso di lui. Il principe Andrea si ricordò tutto, e una compassione affettuosa
penetrò il suo cuore inondato di gioia. Non poté dominarsi, e pianse lacrime di
tenerezza e pietà sull’umanità, su se stesso, sulle sue debolezze e su quelle
di quello sventurato. “Sì”, si diceva “ecco la pietà, l’amore del prossimo,
l’amore per quelli che ci amano come per quelli che ci detestano, quell’amore
che Dio predicava in Terra, e che Maria mi insegnava, e che non capivo,
allora... Ecco cosa mi restava ancora da imparare in questa esistenza, ed ecco
perché rimpiango la vita!... Ma adesso, lo sento, è troppo tardi.”
(e i sottotitoli a
pag. 777 dicono: non augurate il male ai vostri nemici. Inutile nasconderlo, le cose vanno chiamate col loro nome:
per il modo in cui ci aggrediscono – non tanto la violenza, quanto la slealtà –
alcuni nostri interlocutori non sono nostri avversari: sono - purtroppo - nostri nemici, nemici
delle nostre persone, che attaccano invece di attaccare i problemi, del nostro paese, che sistematicamente denigrano e ostentatamente disprezzano, quindi nemici dei nostri figli, e nemici, più
per ottusità che per cattiveria, più per incapacità di ammettere un errore che per volontà di commetterne altri, della pace e della prosperità di un intero
continente. Ma qualsiasi pena auguriate loro, sappiate che la vita ne ha in
serbo una più grave, alla quale potreste non aver pensato, e che magari potrebbe
farvi rivedere le vostre priorità... Del resto, per lo stesso
motivo per il quale mi fanno sorridere quelli che hanno la libidine del
contraddittorio – un contradditorio fra un copernicano e un tolemaico nel XXI
secolo, un po’ fuori tempo massimo – ritengo sia il caso di “stare sereni”,
come diceva quello. I casi sono due: o sono un grande economista (ma sapete che non è così: ho solo ottimi fornitori), o porto una
grande sfiga, ma comunque finora ha funzionato, e quindi è solo questione di
tempo! Inutile scaldarsi. Mi scaldo io, ma è solo un espediente letterario,
così, per creare un personaggio, sapete, io in realtà sono un pezzo di pane...)
(Daje a
rideeeeeeeeeeeeeee........)
(...comunque, Correttore,
io ti ho detto di non dirmi cosa devo fare, ma poi quando me lo dici lo faccio.
Dopo essere andato a vedere qualche cimelio di Stalingrado, ho mangiato al
vietnamita della rue Princesse – courtesy Gennaro Zezza – e poi son tornato
all’origine del mondo. Quanti amici in quel museo! E chi se l’aspettava! C’era
perfino Marcel. Il mio ideale femminile è decisamente accademico e borghese, una cosa
tipo “Naissance de Venus”, un po' Second Empire, e un po' Troisième République, hai presente? PPP, che non sta per Purchasing Power
Parity, ma per Pallida, Pienotta... e la terza “P” per cosa stava? Non mi
ricordo... Ma non aiutarmi! Ho comunque porto il tuo riverente e intimorito
omaggio alla madre di tutte le sorche, e me ne sono andato a piedi al Marais,
prima a place des Vosges, poi al mio restaurant de feu preferito, dove questa
volta, seguendo i saggi precetti di un giornalista col pollice opponibile, non
ho prenotato: sono entrato col mio più radioso sorriso, e mi hanno messo a
sedere davanti al caminetto. Certo che a furia di frequentare i politici,
questi giornalisti de magnate se ne intendono...)
(AB a XY 12/3/2013
19:48 “Bloccato a Parigi dalla tormenta. Sfiga!”
XY a AB 20:15 “È il
momento del bracione consolatorio al Marais. Daje...”
AB a XY: “No, me so’
fatto un couscous perché dopo due giorni in Belgio... Ma mi sa che rimango
anche domani per il bracione. Problema: devi prenotarlo una settimana prima...”
XY a AB: “Pessimista.
Io mi sono seduto una domenica a pranzo a luglio senza prenotare”
AB a XY 20:30: “Ma io
mica sono romano come te! Noi non abbiamo la faccia come il culo. Accetto il
tuo consiglio comunque. Il mio charme di cucciolo francofono en manque
d’affection potrebbe fare il miracolo. E domani me ne vado al Musée d’Orsay a
vedere la grande sorca (lei m’intende).
XY a AB: “Mi hanno
bandito da quei saloni. Non hanno capito bene la faccenda della produzione per
l’uso...”
AB a XY: “Per inciso:
ma perché quando parlo di pollice opponibile, voi giornalisti pensate sempre
alle seghe? Anche quello di ieri sera, il corrispondente dell’Unità.”
XY a AB: “È un caso.
Siamo due pipparoli, ma non puoi inferire che l’intera categoria disperda il
suo seme. Per inciso: io non sono romano, sono dell’agro redento (quanto alla
faccia come il culo, forse però...), da dove viene, tornando a Courbet, quella
sorca della Santarelli”
AB a XY 13/3/2013
13:14: “La sorca era in eccesso di domanda. Una frotta di Debborehhh dell’agro
redento impreziosiva la fila. Ho ripiegato su les Invalides, dove c’è sempre
qualcosa da imparare.”
XY a AB: “Il barocco e
i cannoni, le vere radici dell’Europa”
AB a XY: “Ma che dici,
a s. Lorenzo quanto mo ‘o mettono un bel sarcofago de porfido?”
XY a AB: “Dipende,
novo o usato? Se fanno affari coi morti scaduti sto periodo”
AB a XY 20:06: “Me sei
piaciuto cor pensiero positivo: sto seduto a capotavola vista bracione. Stasera
ti dedico un post”
XY a AB: “Il bracione
del Marais è come il pejote: è lui a trovare te quando sei pronto”
AB a XY: “Hai letto
pure Castaneda?”
XY a AB: “No, ho preso
il pejote”
AB a XY: “Questi
stanno avanti: macinano il pepe col macinino da caffè. Un capital deepening da
paura”
XY a AB: “Er papa è
argentino, daje co la svalutazione”
AB a XY: “Da quanto?”
XY a AB: “Un minuto.”
AB a XY: “Allora
stasera non pubblico, sarebbe sprecato!”
XY a AB: “Francesco I”
AB a XY: “Giura? Ma è
un nome da re!”
XY a AB: “Certo! È
gesuita, gli avrà fatto crede che era ‘na roba de poverello de Assisi, ma tra
un po’ tira fuori il trono. Godite la cena e pensa che mentre Roma è caput
mundi, tu stai alla provincia dell’Impero”
Cioè: io non ce l’ho
coi giornalisti: vedete: ci parlo pure, e, incredibile dictu, ogni tanto mi
rispondono...)
(sì, amore, ci
torniamo presto insieme. E grazie. Ti ringraziano tutti, with the possible
exception of Zonin...)
(ah, sì, e per
chiudere, last but not least, quando vivi nel mondo dei libri senza figure, ma
anche del contrappunto senza quinte e senza ottave, capisci che per quanto tu
possa scrivere bene, ci sarà sempre stato qualcuno che scriveva meglio di te.
E non c’è niente di meglio di questa consapevolezza per aiutarti a capire
quanto sia futile misurarselo. Dispersit superbos...)
(non era l’ultima
cosa: l’ultima è questa: spero che le anime belle siano rassicurate su qual è e quale è sempre
dichiaratamente stata l’etica di questo blog. È quella dei migliori libri senza
figure, ci avete fatto caso? Ma ovviamente, essendo esse persone dalla
limitata capacità di comprensione, non possiamo aspettarci che questi libri li
abbiano capiti, né che capiscano il sottoscritto, il quale cordialmente le
invita ad approvvigionarsi altrove. Si può dire "approvvigionarsi"? O è una parolaccia?)
(dedicato a chi
preferisce lasciare ai propri figli un esempio anziché un sogno)
Questo post è molto bello, e vorrei avere gli strumenti per comprenderne i dettagli. Preferisco questo al da tutti atteso "spargimento di sangue", che pure mi aspettavo per oggi.
RispondiEliminaMa scrivere romanzi quando tutto questo sarà finito, qualunque ne sarà stato l'esito?
In bocca al lupo.
Mio caro, quello che ho metaforicamente definito "spargimento di sangue", e che altri metaforicamente definiscono "asfaltatura", sarebbe poi la risposta nel merito tecnico, un po' come è accaduto nel caso dell'altro "in". Risposta che ci sarà, ma che avverrà con le modalità che io deciderò, perché anch'io, come l'uomo a cavallo, prima piazzo l'artiglieria, e poi attacco.
EliminaEra già tutto chiaro, grazie per la precisazione in ogni caso.
EliminaIl "mi aspettavo" non era un'esortazione ma una più o meno razionale aspettativa, felicemente disattesa.
PZ
Bello.
RispondiEliminaGrazie. Mi mancavi da un po'. Sono quasi sicuro di essere stato invitato dalle tue parti. Se è così, mi prendo un giorno in più per passare a trovarti. Un (silente) abbraccio.
EliminaSarebbe magnifico :-) ricambio l'abbraccio.
EliminaPer me uno dei suoi post più belli :)
RispondiEliminaV.
Condivido... e forse è più per queste cose (affinità?), che non per l'economia che seguo questo blog. Ovviamente è anche per l'economia, ma questa è talmente noiosa e lontana dalle mie convinzioni che preferirei leggere altro, quando posso.
EliminaIO NON CI HO CAPITO UNA SEGA...
RispondiEliminaSi vede che sei un po' Giovannone dentro.
EliminaPurtroppo x me faccio compagnia a Luigi....
EliminaTranquillo: son sicuro che in Italia siete la maggioranza!
EliminaMolte cose, troppe, di questo post non le ho capite.
EliminaSo solo che si parla del declassamento dell'Italia. Il resto, sembra una supercazzola, ma molto più elegante e raffinata.
Io non sono economista, non sono nemmeno ragioniere.
Professore, i puntini sono davanti a tutti, ma lei ha il merito di mostrare il disegno unendoli. Ma stavolta... mboooooo, de che stamo a parla`?
Non è campo mio, non mi occupo di economia, ma mi girano gli attributi che l'economia si stia occupando di me mettendomi le mani nel portafoglio.
C'è un modo per sapere come andrà a finire sto film? Diciamo nel prossimo anno, che succedera' dell'Italia, della Germania, dell'euro? Fino a quando continueranno a spendere per gli interessi sul debito anziche' per la spesa pubblica?
In ogni caso la ringrazio per il lavoro di divulgazione che sta facendo.
Caro Ciro,
Eliminanon preoccuparti, è tutto regolare. Fin dall'inizio ho chiarito che non volevo parlare a tutti. Guarda il contatore dei miei accessi e quelli di altri siti, e fai le tue considerazioni.
Con simpatia e gratitudine per l'incoraggiamento.
E' come la prima volta che ho ascoltato l'arte della fuga, non si può pretendere che un ragazzino percepisca distintamente tutte le voci, l'armonia e quant'altro... ma il senso generale si può capire e si può apprezzare.
EliminaNonostante sia da un po' che non seguo costantemente il blog, e non so bene in che percentuale ho capito il post, lo trovo a suo modo un opera d'arte.
prima o poi tanto ci arriviamo.
RispondiEliminaE tutto cedeva il posto ad una sola questione: come chiudere la porta. Si alzava e andava verso la porta per spingere il chiavistello e chiuderla. Dal riuscire o non riuscire a chiudere la porta dipendeva tutto. Egli andava, si affrettava, ma le sue gambe non si muovevano, ed egli sapeva che non sarebbe riuscito a chiudere la porta. ma pure tendeva disperatamente tutte le sue forze. E una tormentosa paura lo assaliva. Era la paura della morte:dietro alla porta stava quella cosa.
E però, anche
Know ye now, Bulkington? Glimpses do ye seem to see of that mortally intolerable truth; that all deep, earnest thinking is but the intrepid effort of the soul to keep the open independence of her sea; while the wildest winds of heaven and earth conspire to cast her on the treacherous, slavish shore?
But as in landlessness alone resides highest truth, shoreless, indefinite as God- so better is it to perish in that howling infinite, than be ingloriously dashed upon the lee, even if that were safety! For worm-like, then, oh! who would craven crawl to land! Terrors of the terrible! is all this agony so vain? Take heart, take heart, O Bulkington! Bear thee grimly, demigod! Up from the spray of thy ocean-perishing- straight up, leaps thy apotheosis!
Mi piace scatenare valanghe... Ma ora devo andare a fare la spesa!
EliminaOh grassy glades!
EliminaOh ever vernal endless landscapes in the soul...
In ye,
though long parched by the dead drought
of the earthly life,
in ye men yet may roll
like young horses in new morning clover
and for some few fleeting moments
feel the cool dew of life
immortal on them.
Would to God these blessed calms would last...
But the mingled, mingling threads of life
are woven by warp and woof...
Calms are crossed by storms,
a storm for every calm.
Where lies the final harbor
whence we unmoor no more?
In what rapt ether sails the world
of which the weariest will never weary?
Where is the foudling's father hidden?
Our souls are like those orphans
whose unwedded mothers die in bearing them...
The secret of our paternity lies in their grave.
And we must there to learn it.
Anch'io ho un debole per Melville...
mi farebbe piacere incontrarla, prof.
RispondiEliminaio a Parigi ci vivo, ma in un quartiere un po' diverso dal Marais.
purtroppo, sono inchiodato in casa a causa di una influenza che mi sta togliendo la salute di dosso!
oddio, non credo che lei accetterebbe un invito da parte di uno sconosciuto, ma il fatto che si trova attualmente a Parigi e non a Rouen... insomma: se stessi bene, ci proverei l'istesso.
"indi discese fulminando a Iuba"
EliminaSono a Rouen.
Ci riproverò.
EliminaIn fondo Rouen non è lontana da Parigi. E anche il quartiere delle Goutte d'or ha un suo fascino...
Chiudendo "Guerra e Pace" (troppo lungo per una sessione sola, o semplicemente troppo lungo... Tolstoj, lui sì che ce l'aveva lungo)e ritornando al D'Orsay, ha mai visto, Profe, "Les deux fillettes" di Van Gogh? Semplicemente inquietante. In quel piccolo quadro c'è tutto Van Gogh, il Male e il Bene seduti fianco a fianco, il Moi gomito a gomito con l'Autre, una sorta di origine de l'ame (col circonflesso che non so mettere).
RispondiEliminaPs.: ma c'è andato a piedi fino al Marais?
Ho saltato van Gogh, e anche gli impressionisti li ho visti molto di sfuggita, giusto per fare l'inventario, troppa gente, e qui a Rouen ne ho quanti ne voglio, e sono tutti per me. Avevo bisogno di aria. Sì, sono andato a piedi, ma ho le scarpe buone, sai, poi noi soldatini di piombo siamo abituati a marciare...
EliminaMi permetta: la prossima volta non se le perda, "Les deux fillettes". Forse, quel Autre (è la prima fillette) raffigurato in istantanea gomito a gomito col Moi, ha a che vedere (anche) con questo post.
EliminaChe belli questi due pezzi di Guerra e Pace così calzanti con la situazione e col mio pensiero che mi hai fatto quasi piangere.
RispondiEliminaVerrà il giorno Alberto che quando ci incontreremo riusciremo a non parlare di tutta questa tristezza?
Mi dispiace dover interrompere l’intermezzo letterario, straordinario e seducente,
RispondiEliminama la necessità incombe e la guerra continua, pacifica naturalmente,
senza spargimento di sangue, a differenza della battaglia di Austerlitz.
E’ una guerra collettiva, ma anche individuale, soprattutto per chi non ha la fortuna di essere a Parigi
(quindi grazie anche per le forti emozioni che ci consegna)
Münchau: Angelina ha qualche problemino
Wolfgang Münchau, nel suo ultimo commento su Der Spiegel, torna ad attaccare la Cancelliera sulle politiche europee e fa una (facile) previsione: Merkel fallirà. Da Der Spiegel
Angela Merkel fino alle elezioni federali vorrebbe evitare di prendere decisioni impopolari. Una strategia rischiosa. Perché la crisi Euro rischia di degenerare su quattro possibili scenari.
Fino a poco tempo fa alla Cancelliera andavano tutte bene. Il presidente della BCE Mario Draghi la scorsa estate sembrava aver messo fine alla Eurocrisi - il programma di acquisto dei titoli di stato aveva calmato i mercati. Merkel si proponeva come la salvatrice dell'Euro. Restavo sbalordito quando nei sondaggi leggevo l'approvazione del popolo tedesco verso la gestione della crisi Euro da parte di Merkel.
La crisi non è ancora tornata, ma dopo le elezioni italiane l'ottimismo è svanito. Siamo di nuovo ad un pericoloso punto di svolta. Io vedo quattro possibili sviluppi, che già prima delle elezioni federali del settembre 2009 potrebbero rivelarsi fatali per la Cancelliera.
Il primo e piu' grande pericolo al momento arriva dall'Italia. Il paese si trova in una recessione che si autoalimenta ed è paralizzato da una crisi politica. Per restare nell'Euro avrebbe bisogno di riforme interne che politicamente non è in grado di realizzare. E la Germania rifiuta di fare concessioni dall'esterno.
Secondo le conversazioni da me fatte nelle scorse settimane, la sola speranza di un governo stabile e moderno nei prossimi cinque anni è un cambio generazionale al vertice di entrambi i maggiori partiti. Il partito democratico al proprio interno è lacerato. Il leader del partito Bersani, che ora sta cercando disperatamente di formare un governo, e il suo giovane sfidante Matteo Renzi, sindaco di Firenze, sono acerrimi rivali. Renzi spinge per andare al potere. Tra i due c'è un divario di quasi due generazioni.
L'uscita dell'Italia è solo una questione di tempo?
C'è solo una piccola possibilità che questo cambio generazionale riesca. Ad oggi è piu' probabile un nuovo governo di tecnocrati non eletto democraticamente, che nel medio periodo finirà per rafforzare le forze radicali. In questo scenario si arriverebbe ad una maggioranza assoluta per il partito anti-establishment di Beppe Grillo.
I miei interlocutori in Italia considerano questo scenario come il piu' probabile nel medio periodo. Non è ancora chiaro se si arriverà al promesso referendum sull'Euro. Ma non è nemmeno importante. Dalla recessione attuale si arriverà alla depressione, chi vorrebbe investire sotto Grillo? In questo scenario un'uscita dell'Italia dall'Euro sarebbe solo una questione di tempo. …
"I sagittari, si sa, sono uomini sopra e cavalli sotto, cosa che, come ognuno vede, torna utile in certe circostanze"
RispondiEliminaCerto che associare questa frase all' incontro con una bella orientale "emergente" rischia di scatenare ambiguità e invidia in noi poveri mortali, l' uomo si sa non vive di sola economia.
Io oggi ho visto solo cavalli, tanti, troppi, sotto la pioggia e neanche una koreana upper class, mannaggia, devo aver sbagliato lavoro.
Nel frattempo mi chiama la commercialista, sempre molto carina, il nostro amato stato se n'è inventata un' altra per sfilarmi dalle tasche 1000 euri in un colpo solo adesso e 350 all' anno per il futuro, sempre perchè fare il libero professionista è tanto figo, e io dove li trovo visto che qui non si batte chiodo ? Vabbè, scusate per lo sfogo, immagino che non interessi a nessuno, ma quanno ce vo' ce vo'
ah come ti capisco, poi come se non bastasse veniamo additati un giorno si e l'altro pure come "evasori". Però c'è una speranza: pare che la germini (tunnel INFN Gran Sasso/ CERN Geneve) abbia dichiarato da qualche parte che la pressione fiscale deve scendere in questo benedetto paese. Forse questa l'avevo già sentita, deja vu?!?
EliminaMi piacerebbe sapere come vogliano "sbloccare" la politica fiscale senza riappropriarsi di quella monetaria. Dici che veramente non capiscono a cosa serve l'euro?
EliminaBe'...parlando della Gelmini...
EliminaNon ho mai letto guerra e pace di Tolstoj e me ne pento
RispondiEliminaChissà come sarebbe andata la mia vita se anzichè fare economia e commercio avessi fatto lettere e filosofia cosi come la mia insegnante di italiano si aspettava che lo facessi ....
Un post molto bello. Complimenti
Guerra e pace? Lo trovi in questa pagina, verso il basso. Il link diretto al pdf è questo.
EliminaIn realtà preferisco ancora l'odore della carta però ringrazio per il link mi mancava :)
EliminaBello prof.
RispondiEliminaDi solito preferisco i post tecnici, ma questa è una ventata di struggente nostalgia del futuro, per me che vivo una vita postuma è un'istigazione alla rinascita.
Fino a qualche mese fa venivo qui soprattutto a cercare dati da sbattere in faccia ai piddini.
RispondiEliminaOggi ci vengo per respirare. Perché la realtà è appestata dai miasmi della stupidità e della malafede.
Quando questa follia finirà, questa bolla d'aria mi mancherà parecchio. Perché purtroppo con l'euro non finiranno anche ottusità e menzogna.
Però una raccolta dei post di Goofynomics da conservare e rileggere quando sarò vecchio mi piacerebbe (non ti sto dicendo cosa fare, ho solo detto che mi piacerebbe)
Felice di averti conosciuto.
Spero arrivi il giorno in cui l'economia non si occupi più di noi, leggere solo post come questo, il più bello! Grazie, con animo perturbato e commosso.
RispondiEliminaGrazie prof.
RispondiEliminanon solo per tutte le cose che ci ha fatto capire ma soprattutto per post come questo.
Ma state sentendo Tito Boeri su Servizio pubblico?!?!?
RispondiEliminaMa Tito Boeri è un ECONOMISTA O UN POLITICO?
Voglio vede il curriculuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
Penso un politico. Al meetup di Firenza pare abbia risposto che non voleva incontrarsi in contraddittorio con me perché lavoce.info rispettava la neutralità della campagna elettorale. Non mi pare sia stato proprio così, ma le ambizioni sono evidenti, e del resto perfettamente lecite.
Elimina@ Alessandro Opromolla (14 marzo 2013 21:53)
EliminaBoeri è uno degli alfieri del neoliberismo in Italia, e fa parte di quell'esercito di parolai a tassametro che i media presentano come “opinionisti”, “politologi”, “economisti”, ecc. Ossia, i vari Gianfranco Pasquino, Miriam Mafai, Franco De Benedetti, Pietro Ichino, Antonio Polito – per citare i primi che mi vengono in mente -, vale a dire gli opinionisti dell’area di centrosinistra che nei momenti cruciali fanno il gioco dell’avversario.
Sempre pronto a contrastare ogni tentativo di adeguare i salari all’effettivo costo della vita perché secondo lui “ogni aumento collettivo dei salari frena l’economia e ne impedisce la crescita”. Nell’agosto 2007 Boeri scriveva su Repubblica che non c’è in vista nessuna crisi del ’29, con “l’economia mondiale che continua a crescere a tassi molto sostenuti e con le banche centrali che hanno finora assolto al loro ruolo”. Nel maggio dello stesso anno scriveva: «Siamo nel "sistema contributivo" spinto, la pensione te la devi sudare a suon di investimenti "rischiosi"».
Quest'ultima frase, ovviamente, vale sempre per gli altri...
Eliminafa parte di una famiglia predestinata al potere,
Eliminail fratello architetto nella giunta pisapia e' un fulgido esempio di come la professionalita' messa a disposizione della pubblica utilita'porti casualmente a rimpolpare le commesse del proprio studio associato....
sembrano fatti con lo stampino questi pseudo intellettuali onniscienti che tanto si sentono a loro agio sui divani catodici
il bello e' che non li sfiora minimamente il fatto che in questo momento sono importanti anche i minuti, per tutti noi e soprattutto per quelli che stanno meditando uscite premature dalla vita terrena a causa delle contingenze economiche
sono convinto che stiamo vivendo la prima rivoluzione italiana, da quando ci furono i primi moti carbonari, e che piu' il tempo passa, piu' si avvicina il momento di un qualche tipo di deflagrazione, economica o sociale
lo conferma il fatto che l'attuale situazione politica in tedeskia necessita per la merkel decisioni drastiche ben prima delle elezioni di settembre, pena sicura sconfitta, e vittoria del neonato partito antieuro
Dici che dovremmo fare un post storico su "La guerra di Boeri"?
EliminaIo dico di si.
EliminaSu la voce sostiene l'impossibilità di riconoscere il Reddito di Cittadinanza a causa dei suoi costi troppo elevati, basandosi implicitamente sull'assunto che si tratti di una spesa a fondo perduto ma senza mai dichiarlo con chiarezza.
Quando invece, prima ancora che un potente moltiplicatore keynesiano, è destinato a essere speso interalmente dai percettori. Pertanto rientrerebbe per il 57.6%, secondo gli ultimi dati sul carico fiscale, nelle casse dello stato.
Ho postato i miei quattro conti in croce da colf al mercatino rionale, più in là non vado, chiedendo anche di spiegare come mai per quale coincidenza sono proprio i paesi che non riconoscono il RdC i più colpiti dagli effetti della crisi.
Secondo voi ho avuto risposta?
“vale sempre per gli altri”
EliminaÇa va sans dire. Gli toccassero la sua, di pensione, la difenderebbe unguibus e rostris, rivaluterebbe il ruolo centrale dei sindacati, e lancerebbe strali quotidiani contro le riforme Fornero.
Piuttosto, uno dei motivi per cui ho apprezzato sin dall'inizio questo blog è che lei possiede indubbie doti letterarie, e questo suo articolo non fa che confermarlo. Tanto più che i russi li ho letti e riletti nel corso dei lunghi inverni qui, nell'umido nord-est, terra di broncopolmoniti e raucedini.
Le segnalo che mi sono fregato una sua battuta, quella rivolta a Cugliari durante la trasmissione Linea d'ombra dello scorso novembre, per rispondere ad un povero di spirito sul sito Sollevazione, a margine di una discussione incentrata sul successo elettorale del M5S.
Poi, non so, non possiedo doti divinatorie, ma a giudicare da quanto sta accadendo in mezza Europa ho la sensazione che quest'anno segnerà la fine dell'euro e, chissà, magari le sue fatiche saranno ricompensate. Vedremo.
Intanto in tedeschia si registra un crescente nervosismo nei confronti di Merkel, la cui testardaggine, in parallelo con le progressiva flessione dell'economia, sta irritando sempre più ogni singolo settore della società alemanna, e sta provocando significative mutazioni del quadro politico.
Gli attivisti di “Alternativa per la Germania”, ad esempio, «propongono o di tornare al vecchio marco, o di introdurre una valuta unica per Germania, Austria, Olanda e Finlandia che potrebbero diventare il baluardo di una rinnovata Ue.
[...]
Mentre la Lettonia e la Lituania sono pronte ad aderire alla valuta unica nel 2014-2015, la Polonia continua a rinviare questa decisione. Cipro starebbe pensando all’uscita dall’eurozona in quanto questa membership non l’aiuta ad affrontare la minaccia del default. Non deve quindi sorprendere che oggi sia piu’ realistica la contrazione dell’eurozona che il suo l’ampliamento.
[...]
Dice il professor Boris Rubzov, dell’Accademia finanziaria della Russia:
Gli attuali eventi dimostrano che in certi casi per un paese e’ meglio conservare la propria indipendenza nella politica finanziaria e creditizia. Perche’ questa e’ un’opzione migliore. Ogni caso di adesione all’eurozona deve essere studiato secondo le attuali condizioni.
Il professor Bernd Lucke, dell’Universita’ di Amburgo, uno dei fondatori del partito “Alternativa per la Germania” in un’intervista alla Deutsche Welle ha sintetizzato: “La valuta unica non solo non aiuta l’Europa ad uscire dalla crisi, ma gradualmente distrugge l’economia del continente”».
E infatti in Ungheria, Romania, Bulgaria, che non sono nemmeno entrate nell'EZ, ma sono soggette alle stesse cure da cavallo, si stanno facendo sempre più aspre le proteste contro l'austerità. Angie vorrebbe farle entrare nell'EZ per fargli lo stesso scherzetto che ha fatto all'Europa mediterranea. Ma, al punto in cui siamo, credo che non le convenga insistere.
prof.,
Eliminala sua cultura e' preoccupantemente troppo sconfinata, i casi sono due: o e' un rettiliano con microchip e quindi creatura aliena, oppure
alla nascita ha assunto tutti i neuroni che successivamente hanno tolto agli economisti liberisti e, in tempi recenti, a fassina e a tutti gli altri piddini...
nello specifico del boero preferisco il cioccolatino, almeno li' qualche volta si vince
Invito tutti ad essere buoni con Boeri. in fondo se esiste questo blog è anche per "merito" della Voce.info. Diamo a Tito quel che è di Tito.
Eliminahttp://usenet.it.rooar.com/showthread.php?t=1669743
EliminaSempre sulla famiglia Boeri..."il signorino non è in casa, è uscito per fare la rivoluzione"....
Gran bel post, mi colpisce in pieno. In questo momento ammetto di sentirmi in servizio volontario, obbligato a capire per non farmi ingannare, ed a condividere per non mandare al creatore il paese.
RispondiEliminaMa.... Ci sono migliaia di cose che preferirei fare, ad esempio perdermi nel bel mezzo di una città straniera come quella volta a Bruxelles. Sono stupende le visite non guidate.
Io non voglio solo uscire dall'euro,io non voglio solo che l'italia e tutta l'europa ritorni a prosperare.Adesso non mi basta piu,io voglio giustizia cazzo...GIUSTIZIA per chi ha sofferto inutilmente,soffre e soffrira ancora per far sopravvivere questa moneta di merda.Voglio vivere abbastanza per vedere tutti colpeveli puniti come meritano.Pretendo troppo? E chi se ne frega,la storia un giorno li marchiera a fuoco.
RispondiEliminaUno dei punti sui quali ho insistito coi piddini di Bruxelles è che, visto che pare che la cosa da fare fosse evidente (gli USE - pori fessi!), a me pare strano che nessuno si interroghi sulla profonda immoralità dell'aver lasciato andare in malora due paesi, quando la cosa da fare era evidente. O sbaglio?
EliminaMa il virtuosismo del piddino è tale che riesce ad avere torto due volte con un argomento solo: ha torto una prima volta quando non si indigna come me, come te, come chiunque abbia un minimo di anima; e ha torto una seconda volta perché il rimedio che propone non funzionerebbe.
Ma attenzione: il secondo torto NON cancella il primo. Perché questi sono veramente convinti che una soluzione ci sia, e veramente NON si chiedono perché non sia stata applicata prima e se è morale applicarla adesso!
Io non riesco a crederci...
Ecco, proprio per questo motivo mi ero incazzato un pocherello sul finire della cena post-Piola a Bruxelles.
EliminaTutte queste "innocenti" convinzioni (un po' come quella che poteva avere Er Mortazza, sul disciplinare la piccola impresa italiana, mandandola a ramengo) si stanno rendendo responsabili di troppe angosce, violenze che magari ci saremmo potuti risparmiare.
Temo non si insistita mai abbastanza su questo preciso punto coi piddinetti di Bruxelles. E dunque loro stagnano in questo loro torpore ignAVO, pieni di belle speranze.
Vorrei arrivare al giorno in cui potremo occuparci dei problemi dell'Italia, e non di quelli che l'Europa causa all'Italia.
Ma finché c'è chi pensa che questa sia una moralizzazione necessaria... stamo apposto.
E sereni, ovviamente.
Giacomo,
Eliminagrazie per la lettera, che pubblicherò a tradimento. Sulla cena di Bruxelles ci sarebbe un lavoro di esegesi da fare. Paolo ha fatto una buona cosa a invitarmi e questo credo dovresti apprezzarlo meglio (ti ricordo che gli ortotteri si sono accodati a un'iniziativa già esistente, cosa che mi ha comunque fatto molto piacere, anche per il sostegno che hanno dato, oltre che per l'ulteriore possibilità di confronto - molto acceso).
Ben venga il confronto, sono d'accordo.
EliminaStanotte tra l'altro ho quasi sognato un'intervista tra te e Funari (back from aldilà, con aureola).
Magari un giorno la realizziamo.
Il mio amico di Bruxelles (che piddinetto però non è) mi ha suggerito di non smettere di scrivere satira (cosa che ho smesso di fare per avvilimento costante), ma di prepararmi a satireggiare già ora, su figure che presto, si spera, verranno consegnate a un po' di lucida analisi storica, e giustamente esposte al publico ludibrio e pernacchio.
Mò inizio a scrivere.
La lettera `l'ho scritta cercando di comprimere in modo autentico, le sensazioni che in me si sono formate negli ultimi due anni, senza molti filtri, a costo di suonare un po' melenso.
Ma essendo assolutamente sincera e spontanea, sarò lieto che venga condivisa con tutti (però l'aceto 'o devono pagà s'oo vonno)
A tutti gli effetti, visti gli effetti e gli spunti ottenuti a parlare di corda a casa dell'impiccato, suggerirei un incontro a Francoforte nei prossimi tempi...
Però lì c'è da andare armati, pare sia una specie di Gotham City in quanto a micro-criminalità.
Una città a cui servirebbe un Cavaliere Oscuro... ma a me me basta quello Nero.
Vi prego, l'intervista con Funari non me la voglio perdere!
EliminaViceversa a Francoforte altro che il Cavaliere Oscuro: ci vuole l'elmetto e il giubbotto antiproiettile.
Generale, siamo pronti, per i nostri figli, per la nostra patria, per noi
RispondiEliminaCaro, di generali c'è ampia scelta: con le maniche rimboccate, con la barba, senza barba, coi capelli, con la Effe, ecc. Lasciamoli lavorare....
Elimina"Oltre ai famosi diciotto anni buttati, vorrei presto indietro il mio silenzio, e sono sicuro che questo vale anche per molti di voi (e molti potrei chiamarli per nome, e non sbaglierei), per tutti quelli che avrebbero preferito non occuparsi di economia, e soprattutto che l’economia non si occupasse di loro......" Quanto è vero, tutto cominciò perché a forza di voler capire ho capito che la questione era tutta in una disciplina che mi era in gran parte oscura, complicata, così incomprensibile che a un certo punto bisognava fermarsi. Andavo per intuizioni e constatazioni semplici (come che se tutti esportano, chi è che importa?) ma che non capivo come mai illustri egonomisti non spiegavano (e anzi, sconfessavano puntualmente). Poi venne il giorno che trovo quel famoso primo post, e poi tutti gli altri, che risultavano in certi casi così ostici, così lunghi, così difficili (cazzo, questo scrive solo per studenti di Economia, pensai) ma allo stesso tempo alla mia portata, bastava solo impegnarsi di più. Questo piccolo pilotto solo per dire ancora grazie di tutto, avrei preferito non dovermi occupare di Economia, ma visto che ho dovuto farlo per placare la mia fame di conoscenza, sono felicissimo di averlo fatto qui con te. Grazie prof, per tutti i post tecnici e per questi post così personali e artistici (per il dopo, non ci sono problemi, potremmo sempre parlare di buon cibo, buon vino e belle donne)
RispondiElimina"Egonomisti" credo sia intenzionale, ma se non lo è e ancora più bella e più vera.
EliminaNon solo economia, letteratura e musica... adesso ci si mette anche con i ristoranti. Sicuramente la genetica PIIG mi aiuta, ma lei e' proprio un attentato alla mia produttivita'.
RispondiEliminaIntanto penso di aver trovato sto "bracione" e il vietnamita e' dietro casa (chambre de bonne d'ordinanza).
Comunque... grazie di tutto.
Salut,
Stefano
Robert&Louise, 66 rue Vieille du Temple (non è che ci voglia molto).
EliminaHanno un sito web e una pagina su Facebook. Classico locale francese a comincare da vetrina e ingresso. Ecco qui il bracione e un bel pezzo di bestia da affettare per ricavarne bistecche. Mi è venuta fame alle 6:30 del mattino...
EliminaA questo punto i vegetariani stretti, con faccia schifata, ti fanno la classica domanda: «Ma vuoi mangiarti un cadavere?»
Perché? Secondo te farei un favore a sta povera bestia a mangiarmela viva? Mangia che devi essere mangiato!
"Ah, noi
RispondiEliminache volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili."
-----------------------------------------
A quelli nati dopo di noi
Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia.
Che tempi sono questi in cui
un discorso sugli alberi è quasi un reato
perché comprende il tacere su così tanti crimini!
Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
forse non è più raggiungibile per i suoi amici
che soffrono?
È vero: mi guadagno ancora da vivere
ma credetemi: è un puro caso. Niente
di ciò che faccio mi da il diritto di saziarmi.
Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)
Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere se
ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.
Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.
Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!
Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.
Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l'uomo è amico dell'uomo
ricordate noi
Con indulgenza.
Bertold Brecht
Cinque minuti di religioso silenzio e applausi interiori. Grazie.
RispondiEliminaLa "musica" che lei ci regala si distingue così prof-onda-mente dal "noise" che il clamore diffuso e indistinto sembra ormai essere silenzio. Grazie per donarci così tanto della sua grande umanità, competenza e cultura. Di lagrime mi Bagnai... (vabbè ho esagerato, ma mi piaceva e l'ho messa)
RispondiEliminaVeramente mi sono commosso molto anch'io traducendovi la storia del principe Andrea, che avevo solo in francese. Facciamo un crowd funding per finanziare ai diversamente francofoni un corso di lettura?
Eliminagrazie prof-onda-mente e il crowd founding facciamolo con qualunque cosa valutiamo giusta per aprire les consciences hic et nunc!
EliminaDa "diversamente francofono" quale io sono non posso che appoggiare l'idea del crowd funding, che favorirei volentieri anche per altre iniziative che possano portare valore e aumentare la consapevolezza critica dell'individuo.
Elimina“sarcofago di porfido rosso (o forse era granito, lo chiediamo a Giorgio il precisazionista)“
RispondiEliminaStavo giusto pensando: “ecco qui finalmente un bel porfido, rosso, magari portato dall’Egitto... mica come quel granito, nero, che la commozione e i lucciconi avevano impedito di riconoscere nella sua struttura olocristallina...” :-) “... ma... un attimo... ci sono delle venature!” :-)
Sembra infatti che non sia porfido ma quarzite, “en fait du quartzite aventuriné de Finlande, proche du porphyre” secondo Wikipedia.fr.
"Perché mai, Pannychis, la gente dice sempre verità approssimative, come se la verità non risiedesse soprattutto nei singoli dettagli? Forse perché gli uomini stessi sono soltanto qualcosa di approssimativo? Maledetta imprecisione.”
“There are more things in heauen and earth Horatio, Then are Dream’t of, in your philosophie,”
Quanto vorrei che le trote avessero la tua testa... A pollooooooooooooooo! ;)
Elimina:-))))
EliminaAho, 'mbè? Ma che è 'sta tristezza stasera? Tutti fiacchi, 'n po' melanconici, grigi... Già la vita è tant'amara: ce sta Dimitris che 'n sopporta più li fiji, Amaya che vole pija' er brevetto de volo come me, Silvia che se va a divertì...
RispondiEliminaOrmai forse 'n po' accecato, ho preso la caccia ar piddino come 'n sadico divertimento, 'no svago e più so' grossi e più fanno rumore quanno che cascano.
Però Prof 'n saa piji, ma pe' mme li metodi sua ormai so' 'n po' vetusti...
Ormai, circondato ovunque da piddini, c'è sta solo n'eroe che potrà ispirà le mie future gesta nella lotta contro i Mononeuronidi.
Bona serata...
Lo spirito di questo blog mi è sempre stato estremamente chiaro. Purtroppo tra le spiacevoli e inevitabili conseguenze di esporsi in questo modo c'è quella di poter essere malamente fraintesi (non certo da me) e quindi richiede una maggiore responsabilità in questo senso.
RispondiEliminaGrazie per il post molto bello e commovente, mi impressiona il numero di cose in cui mi ritrovo anche se il "mio" di Andréj, seppur di buon cuore, alla fine era un praticone, uno di quelli che oggi avrebbe letto solo libri con le figure.
Lei continua a leggere sistematicamente qualcos'altro. Mi dispiace. La mia responsabilità è, appunto, mia.
EliminaSulla responsabilità ha perfettamente ragione. Non capisco perché dice che leggo sistematicamente qualcos'altro però (non lo credo vero e, nel caso, dispiacerebbe anche a me).
EliminaLode dell'imparare
RispondiEliminaImpara quel che è più semplice! Per quelli
il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’abc; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.
Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Non avere paura di chiedere, compagno!
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.
Controlla il conto,
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.
Bertolt Brecht
Complimenti, sono disperatamente ignorante credo, ma grazie a quedto blog un po' sto migliorando.
RispondiEliminaAnch'io?
EliminaNon lo so, è possibile, lo spero profondamente.
EliminaDi certo questo immenso sbattimento qualche ritorno lo deve pur dare, oltre alla gratifica del crescente (immagino) seguito e alla senz'altro bella sensazione di aver fatto quel che più sembra giusto.
Io leggo, imparo, mi diverto, quando capita smonto piddini (mi viene sempre più facile, sono alla seconda lettura del libro e l'avanzare degli eventi rende tutto più chiaro)e aspetto con interesse il 6 Aprile...
Per aiutare il suo silenzio interiore le faccio questo regalo:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=-gv5McRNRoA
A chi non piace questo raffinato prodotto si tenga quelli che ci rifila la Merkel.
Bellissimo. Confesso che a me su questo blog mi ci hanno tenuta di più i post tipo questo (e Gadda, e Proust). Ma questo è proprio il più bello di tutti. (Sarà magari un po' anche che in fondo mi chiamo Natàlia). Che bello la neve, il silenzio, la storia, l'amore, la tenerezza, la compassione. Che belle tutte queste cose che non si comprano, né in euro, né in rubli, né in lire.
RispondiEliminaE pensa che sono proprio questi i post che urticano di più certi personaggi "de sinistra" diversamente economisti, che dall'alto della loro esperienza didattica e di ricerca (zero) mi accusano di essere una specie di Alberoni che non conosce la teoria delle AVO! A me viene un po' da ridere (mentre ai box rombano le asfaltatrici). Alberoni forse, ma questo, del quale il sinistro fesso de cuius sicuramente ignora l'esistenza...
EliminaMai versato una lacrima leggendo Alberoni (magari anche dal ridere, eh, qualche volta). Del resto, è una vecchia regola: dimmi che cosa ti urtica e ti dirò chi sei. Comunque, bizzarro, devo concludere che la teoria delle AVO e tutto il resto io l'ho scoperta grazie a Gadda (e Proust, e Tolstoj), che facevano da faro segnalatore. Per tornare al tema iniziale del post, le lascio in regalo questo brano di uno dei miei libri preferiti: "Ascolta il silenzio - diceva Margherita al maestro e la sabbia frusciava sotto i suoi piedi nudi - ascolta ed inebriati di ciò che in vita non ti è mai stato concesso, la quiete. Guarda là, davanti a te, l'eterna dimora che ti è stata concessa in premio. Io già scorgo una finestra a trifora e la vite che s'involge e sale fino al tetto. Ecco la tua casa, per l'eternità..."
EliminaMa vedi, se capimo... La "provincia", come categoria dello spirito tanto bene descritta da Flaiano, logora chi ce l'ha. E noi siamo decisamente gente da capitale. Per questo ho pregato altri di non riportarmi i miasmi che provengono da certi blog "de sinistra". Esiste anche un silenzio olfattivo!
EliminaProf:
RispondiEliminaGRAZIE (...di tutto...)
In effetti, non mi dispiace affatto occuparmi (da dilettante) di economia, ma non mi è molto piaciuto quando essa si è occupata di me forzandomi ad emigrare :(
RispondiEliminaQuando l'economia sublima in arte. Grazie Prof.
RispondiEliminaBellissimo e soprattutto dolorosamente vero: vorremmo noi, non addetti ai lavori, poterci dedicare, nel nostro poco tempo libero, alle buone letture, alla musica, ma siamo costretti, parafrasando Guzzanti, a "trovare l'economia prima che l'economia trovi noi".
RispondiEliminaIl suo merito professore è quello non solo di spiegare a noi profani gli inganni del luogocomunismo imperante, ma soprattutto di rendere interessante e gradevole questo compito con la sua cultura, tanto da non farci rimpiangere il tempo speso.
Ci ha appassionati all' economia perché lei, se lo lasci dire, non è un economista alla Manasse, tutto cv e distintivo, ma un umanista prestato alla (o capitato nella?) materia e questo post che è un grido di dolore di un' anima ne è la prova.
Se mai ricapiterà a Perugia o dintorni avrò il piacere di venirla a salutare e ringraziare di persona.
Boni... state boni... carma... (ke c'è il karma ;-))
RispondiElimina"...improvvisamente capisco perché non riesco a leggere le poesie di Roberto, e perché non riesco più a sedermi di fronte al clavicembalo. Il sacrificio più grave, se pure necessario, che ho dovuto sostenere, afferrando l’asta della bandiera, è stato quello di perdere il mio silenzio interiore. Senza silenzio non ci può essere musica, non ci può essere poesia."
RispondiEliminaE' vero, l'ho vissuto una volta. Questa, ho dovuto riprendere a pascermi d'altro, ben altro nutrimento. La abbraccio molto idealmente.
Sembra putroppo una guerra vera: si combatte solo nelle nostre e nelle loro menti, ma finora ha generato violenza...e morte... reali.
RispondiEliminaL'uniche armi a nostra disposizione, la conoscenza e la verità: devastanti, ma ardue da ottenere e difficili da maneggiare!
Chi potrebbe tirarsi indietro quando è in gioco il futuro nostro e delle nostre famiglie?
Non siamo speciali, non siamo forti ma non siamo soli e non abbiamo scelta.
E' bello però sapere che sul campo c'è un immenso Gigante che svetta sulle spalle di altri Giganti...
Esagerato! E pensa anche che sarebbe poco pratico: rischierei di schiacciare il gigante sotto il mio peso. Statura media, capelli brizzolati (o meglio assenti), segni particolari: me so' rotto er... Tutto qui!
EliminaL'ho incontrata un paio di settimane fa per caso, in TV..e daje di google per scoprire chi fosse, e poi questo blog, le ore di video per capire, con fatica e tigna. Io, una laurea in Filosofia dopo studi classici che ancora non so se l'ascissa va per alto o è quella sdraiata. Non faticavo così per capire qualcosa dai tempi di Spinoza. Ma che bella l'aria fresca, che bello imparare, e quindi capire, e allora disvelare tanta ipocrisia, tanta malafede, tanta cattiveria. Da una parte certo, era più facile prima, quando mi ritenevo certo informata e critica e "svéja", ma ancora che il problema era il debito pubblico e che sei matto?! usciamo dall'euro e che fàmo?! adesso ci si sente ancor più soli. Però poi leggo post come questo, e in tanta malinconia capisco che c'è ancora speranza. Ma mica per altro, mica perché sono così sicura che tutto andrà bene, ma perché mi sono ricordata che essere persone complete, ricche, curiose e innamorate della vita è una gran ficata, seppur tanto faticoso. Grazie, professore. Livia
RispondiEliminaLivia carissima, l'ascissa è sdraiata come la Venere di Cabanel. D'altra parte Cartesio (e soprattutto Pitagora, l'uomo che ci ha regalato la metrica - non nel senso dei versi) erano filosofi, quindi vedrai che presto ti sentirai a casa. Comunque in effetti, dovendo faticare, meglio farlo per essere fichi, su questo siamo d'accordo... ;)
EliminaProf., grazie.ancora una volta.
RispondiEliminacomunque very british quel " I will not bother you any longer" alla fanciulla upper class coreana
«comunque very british quel " I will not bother you any longer" alla fanciulla»
Eliminavisti i linkaggi del prof, secondo me, la coreana era magra magra secca secca...
Caro Gianni, devo dirti che di tutte le esegesi, la tua è quella veramente più pregnante. Sì, la giovane, calligrafica, splendida emergente era molto longilinea. Ma fosse anche stata Jeanne Moreau a 25 anni, io avevo voglia di starmene per i fatti miei. Avere 50 anni significa anche non sentirsi in dovere di provarci con ogni bipede implume che passa per la strada, no? Libertà vo cercando, ch'è si cara, come sa chi per lei fica rifiuta.
EliminaProf. la capisco benissimo, ho 57 anni...
EliminaL'aporia delle nostre vite: azione o contemplazione, interno o esterno, silenzio o rumore.
RispondiEliminaTommaso d'Aquino decretava che "Vita contemplativa simpliciter melior est quam activa"...e come dargli torto quando si è immersi nel fastidioso gracchiare delle superficiali opinioni (che, come diceva Tinto Brass, sono come i buchi di culo: tutti ne hanno una e tutte puzzano).
Ma poi pensi alla frase di meister Eckart: "Quello che si comprende con la contemplazione, lo si deve diffondere attraverso l'amore", e, a quel punto, viene fuori la famosa "abundantia cordis" che non ti fa più tacere, e quindi ti verrà in mente il generale Epancin che diceva che "contro il destino non si può combattere". Eccome se ti capisco, per pensre ci vuole silenzio e anche per scrivere...sintonizzare l'anima con "lo gran mare dell'essere". Però poi, accade anche che quando te tocca te tocca: diceva Nietzsche che bisogna parlare solo quando non è più lecito tacere, e ora non lo è più. Non sarai un grande economista (a tuo dire), ma non è questione di averlo lungo da quel punto di vista. Sono poche le persone che ragionano con logica (il buon vecchi stagirita ne avrebbe scacciati tanti dal Liceo, se vivesse oggi), ovvero che uniscono i puntini. E non sono tanti che pensano in termini di causa materiale, efficiente, finale e -oserei dire- persino formale. E poi vi è la questione dell'onestà intelletuale, merce assai rara in quest'epoca putrescente.
Sai, Chuang Tzu diceva che "chi esce dal proprio destino senza farvi ritorno, vedrà morta la propria anima". Ti capisco molto bene, ma, a volte, tocca sporcarsi le mani. In bocca al lupo
Io oggi ho ricevuto dall'Italia i due libri comandati:il tramonto dell'euro e la trappola dell'euro, e ho subito incominciato a leggere il secondo per essere più preparato a leggere il primo! A leggere questo post quasi per intero, mi sono rovinato la vista: viva i libri che almeno se non ti piacciono ti conciliano il sonno! Vorrei istruirmi un po'nella vostra materia anche se alla conclusione vostra c'ero arrivato da me: finalmente con l'euro la Germania ha vinto una guerra e noi che l'abbiamo persa tiriamoci fuori in fretta e furia !
RispondiEliminaAh come ho goduto. Come mi sono sentito vicino a te prof (nothing is better then...) ricordando quando ho mandato affanculo la mia lei per i suoi piedini stanchi del Louvre (trovero' mai una rockapasso? Mi trovera' lei quando saro' pronto, come il peyote?).
RispondiEliminaTanta roba, tanta roba...
Ma sara la coreana mi e rimasta qui sullo stomaco, co sto freddo e sta neve due chiacchere le avrei fatte fosse stata anche solo la curiosita!!!
RispondiEliminaLasciamo le donne belle agli uomini privi di immaginazione.
EliminaNeanche per contemplare il bello, per qualche istante, come si fa con un olio su tela o una scultura o una sinfonia?
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesto lo avevo da ieri sera, qualche tempo dopo aver letto "Il silenzio, la morte" e i commenti fino a quel momento pubblicati. Lo posto solo ora perchè ho poi preferito rendere omaggio fino in fondo alla bottiglia di Vin d'Alsace donatami da una coppia di Strasbourg ("la crisi si sente molto e forte, in Francia" ha detto Cyril quale tributo all'attualità).
RispondiEliminaPoi, stamattina mi sono alzato alle 5.30 pensando ad Howard Roark interpretato da Gary Cooper ne La Fonte Meravigliosa (ispirato all'omonimo romanzo di Ayn Rand), mentre l'architetto, svegliatasi per un attimo, mi 'guarda' e dice: "Che mazzo ti combini?" (se non si fosse ri-addormentata mentre pronunciava quelle parole, avrebbe aggiunto anche un "Ma ti xe imbriago?").
Allora accendo il pc e leggo nuovamente il post con i suoi commenti (nel frattempo, aumentati di numero). E mentre la mia attenzione torna sull'ultima frase ("Ma ovviamente, essendo esse persone dalla limitata capacità di comprensione, [...] il quale cordialmente le invita ad approvvigionarsi altrove.") mi dico che devo aprire le 'istruzioni per l'uso' perchè voglio mettere un link attivo su Gary Cooper.
Caro cavajere
RispondiEliminaper prima cosa apprezzo il quadro di Courbet non sò perchè,
ma forse anch'io ho il mio mondo.
Grazie di essere uscito dal tuo mondo.
E il fatto di avere degli ottimi fornitori
ti rende un ottimo grossista a cui noi ci riforniamo bellamente
di cultura(minchia come sono poetico)
Per la faccenda della sfiga che sarebbe la parte che mi piace di più
continua pure con gli anatemi e le maledizioni e i risultati non tarderanno come dici pure tu o cavajere fattucchiere !!
Ma volevo sapere in Grecia,
i tuoi colleghi stanno rintanati nel loro mondo
oppure qualcuno stà operando malignamente contro lo status quo ?
http://www.libreidee.org/2013/03/atene-tecnocrati-ue-nel-panico-vietato-farsi-riconoscere/
A quando da noi in Italia ??
Parca necat spatiosum vipera taurum...
C'ERA UNA VOLTA
RispondiEliminaQuota 141- 1 Agosto 1916
Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona
Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna
"Ave euro, morituri te salutant!"
RispondiElimina"[..] En fait, on mesure ici que le problème central est bien celui de l’euro : il organise, en mettant face à face dans les conditions d’une parité inchangeable des pays dont les conditions structurelles sont très différentes, un combat sans pitié dont les travailleurs sont les premières victimes. L’euro est une arène où sont sacrifiés des centaines de milliers, et même des millions d’emplois : « ave euro, morituri te salutant » peuvent dire les travailleurs que condamne au chômage la monnaie unique.[..]
J. Sapir, "un suicide politique, http://russeurope.hypotheses.org/1018
Comunque la terza P stava per "parca", ma forse c'è un errore di battitura. Vado a lavorare, have fun puro voi...
RispondiEliminae dopo tanta poesia la cruda realta ... dialogo vero tra un povero cristo e un nonorevole PDl.
RispondiElimina-- io sono il politico che ha scritto sul giornale questo ... paghiamo troppe tasse !!!
- ah lei è un politico ?
-- si del PDL
- mi risulta che per entrare in politica bisogna essere un po' ricattabili altrimenti ti fanno stare fuori ... almeno avevo sentito queste voci...
-- Io non sono ricattabile da nessuno e posso 'dire' tutto ciò che voglio
- senta lo sa che per togliere le tasse bisogna sostituire la cosa con altro o si esce dall'€ e li le cose cambiano .
-- Ma non scherziamo ... uscire dall'€ ? una catastrofe !! pagare poi il 20% degli interessi !! ma che fine facciamo ?siamo mica la grecia ?!
- scusi ma così ci avviciniamo sempre piu velocemente alla Grecia
-- Ma non scherziamo , lo sa lei che la Lombardia è una delle aree migliori d'europa
- Si , ma sta crollando e poi bisogna fare la media con il resto dell'Italia ...
-- In ogni caso abbassare le tasse , far ripartire il PIL , un serio sviluppo del sud e fare le riforme e siamo a posto.
- mi scusi ma sensa uscire dall'€ che messo così com'è viola una serie di regole macroeconomiche come si può fare ad avere risorse per far 'ripartire' il PIL ?
-- Semplicissimo , parte un italiano , un francese , uno spagnolo e un inglese con le palle e vanno su alla UE e dicono ai tedeschi " l'euro deve svalutare e andare a 1 = 1 dollaro " (potrebbe essere l'inizio di una barzelletta ma le parole sono state proprio queste 9
- Scusi a parte tutto , all'inglese dell'euro non gliene po' fregà di meno ...
-- No no interessa anche a loro e poi con la lira svalutata ? le compra lei le materie prime ? noi trasformiamo e dobbiamo comprare materie prime ,(ecc ecc)
- scusi ma con l'euro svalutato non sarebbe la stessa cosa ? e in piu non saremmo in ogni caso concorrenziali con gli stati europei come non lo siamo adesso
-- Ma no ( e pure una risatina .... ) basta fare le riforme, nel 2002 la germania che era alla fame le ha fatte e si vede come è adesso
- scusi sa, ma la germania nel 2002 proprio alla fame non era e nemmeno 10 anni prima lo era .
poi altri 2 o 3 ragionamenti del cavolo e arriva una telefonata riservata , ma essendo un politico puo rispondere tranquillamente alla telefonata e far sapere di un inghippo che sta perseguendo , ma qui è roba da magistratura (ndr ... )
ps . e questo è uno dei piu illuminati ,
Grazie.
RispondiEliminaPost come questi regalano dosi massicce di silenzio interiore.
...giusto per sdrammatizzare:
"Valgono le sagge parole di Rockapasso: “Ci riposeremo quando saremo morti.”
Sì, allora indubbiamente ritroveremo il nostro silenzio. Pare incredibile, ma riuscirò a star zitto perfino io."
Mi sono tornate in mente le parole di mia moglie quando si trasferi` con me dopo il matrimonio dalla Liguria a Bologna: "oddio... se muoio e mi seppelliscono alla Certosa come faccio? Non conosco nessuno..."
..... ...
RispondiEliminaFacendo il mio nome non sbaglierebbe professore; non mi è fregato una mazza di economia fino a quando l'economia non mi ha reso la vita impossibile, sarà perché mi trovo meglio con le query o con statement che con concetti macroeconomici ma tant'è. Sono stato costretto a capirci qualcosa perciò alla fine del giorno mi girano per due motivi: il primo è perché mi hanno costretto a interessarmi ad una materia che fondamentalmente mi annoia, il secondo è perché ho capito che me lo stanno dolcemente ammollando in quel posto.
Mi piace questo Bagnai parigino, un pò malinconico (saranno i paesaggi innevati) e leopardiano.
RispondiEliminaBella lettura, piena di spunti di riflessione.
Per esempio: cosa resterà dopo che un'unica granata (quella del fallimento dell'euro) colpirà tutti quanti amici e nemici? Anche allora ci sarà l'attesa? Un momento di sospensione del giudizio, dove osserare passivi il cielo dal basso del proprio fallimento?
E capire che mentre due uomini lottavamo per una donna, era già pronto qualcosa di più grande che li avrebbe travolti entrambi.
Solo che dei due uno è rimasto "integro", l'altro ha perso qualche pezzo...
La lettura di questo post mi dà anche l'impressione della quiete prima della tempesta
I nuvoloni ci sono tutti...
EliminaDiceva un certo F(r)ederico: "There are horrible people who, instead of solving a problem, tangle it up and make it harder to solve for anyone who wants to deal with it. Whoever does not know how to hit the nail on the head should be asked not to hit it at all."
RispondiEliminaGrazie, prof, per aver reso l'economia bella da leggere senza aver per questo abbandonato il rigore e la precisione.
E' davvero un piacere leggerla.
Oddio, professore non dica così che tremo in ogni dove (di solito ci prende sempre).
RispondiEliminaSul serio sono terrorizzato, ci dia una parola di conforto.
Buongiorno,
RispondiEliminaio non leggo spesso il blog ma ho una domanda per il proprietario, professor Bagnai. So che lei è molto amico del professor Borghi. Da poco mi è capitato di seguire un dibattito fra lui e un altro professor, il dottor Manasse. Quest'ultimo ha accennato al fatto che il dottor Borghi non fosse molto adatto a discutere di economia internazionale, ma sicuramente competente per consigliare al pubblico come investire nell'arte, e come allocare in maniera proficua i risparmi.
Ecco, siccome io sono molto interessato alla discussione sull'Euro, mi informo spesso io, tre giorni a settimana almeno e sempre con dedizione, volevo sapere dove potessi prima di tutto ritirare i miei risparmi derivanti da quello che il dottor Giannino chiama "il dividendo dell'Euro".
Sono andato alle poste ma allo sportello informativo mi hanno risposto "mi scusi, stiamo lavorando".
Per caso voi del blog sapete dove posso ritirare questi risparmi che mi spettano? Ho fatto un conto e sono circa 11.666 euro (700 miliardi/60 milioni). Ecco, successivamente vorrei chiedere dove posso trovare un contatto del Dottor Borghi per sapere come allocare i miei risparmi in maniera intelligente (me lo ha consigliato il Dottor Manasse, il jazzista, non so se lo conoscete).
Vi ringrazio.
PS: bel blog!
No, veramente come jazzista non lo conosco, ma siccome, come diceva la mi' mammma, si fa tutto con la stessa testa, preferisco, avendo tempo, dedicarmi al mio clavicembalo. Per il dividendo dell'euro credo si possa inoltrare domanda in carta semplice alla direzione di FARE. Loro ne parlano, loro sapranno cosa FARE.
EliminaAhimè, non li puoi ritirare......
EliminaQuesto perché per guadagnare 11.666 euro di dividendo, hai dovuto pagarne 33.000 (la quota personale del debitopubblicobrutto). Questa spesa rappresenta, a ben vedere, il costo del "processo di acquisizione della credibilità", condizione necessaria per beneficiare del dividendo e che ha imposto il divorzio tra tesoro e banca d'Italia e l'entrata nello SME, con esplosione degli interessi e del debito pubblico.
Insomma, anche a ragionare come i luogocomunisti, l'Euro è stato un vero "affare": paghi 33.000, ricevi 11.666. Un vero "pacco napoletano"! Mendella e Wanna Marchi non avrebbero saputo fare di meglio.....
Buongiorno Prof, le racconto un piccolo frammento della mia vita, se ritiene opportuno non pubblichi.
RispondiEliminaA fine 1986 avevo 29 anni subii un grave incidente sul lavoro, a causa del quale persi successivamente anche il lavoro. Ero felicemente coniugato e nell'attesa di trovare un altro posto di lavoro, m'iscrissi all'università di Padova a Scienze Politiche, primo esame Economia Politica, 26 nello scritto e amore a prima vista per la Macroeconomia, nonostante i miei limiti che non sono pochi.
Poi trovai un lavoro e la mia esperienza universitaria si chiuse li.
Perchè le ho raccontato questo , perchè nel 92 ci fu la crisi, l'uscita dallo Sme, la Svalutazione, ma nonostante avessi fatto quell'esame, io mica mi rendevo conto di cosa stesse accadendo di cosa volesse dire stare in un sistema di cambi fissi e cosa ne comportava. Il massimo della mia analisi era che Soros era Cattivo e che eravamo vittime delle speculazione finanziaria.
Poi l'incontro virtuale con lei grazie all'articolo MMT no Grazie, e intelletttualmente entrai subito in emapatia . Il lavoro divulgativo che lei ha fatto in rete è un qualcosa di grandioso, ha permesso ai tanti come me che l'hanno seguita di appropriarsi degli strumenti utili per leggere la realtà socio-economica-politica attuale. Nel 92 la mia mente viaggiava in mondi paralleli, nella crisi attuale, non più grazie al suo lavoro.
Spero un giorno di poterla ringraziare di persona.
Ti mando il mio IBAN con calma, nun te preoccupa'...
EliminaSe pubblica l'IBAN le faccio volentieri una piccola donazione per sostenere le spese relative a trasferte e attività divulgative (un 5 per mille lo invio sicuro!). Stefano Cianchetta
Elimina...mi chiedo se i nuvoloni neri possano avere origini da un vortice atlantico del genere...
RispondiEliminahttp://tempesta-perfetta.blogspot.it/2013/03/mentre-leurozona-e-nel-caos-lirlanda-si.html#more
A proposito di bandiere, solo per ricordare che domenica 17 marzo è la «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera», istituita "allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica."
RispondiEliminaLasciando perdere il fatto che lo stesso parlamento che ne ha approvato l'istituzione ha violato la costituzione, massacrato la didattica, irriso i valori della cittadinanza, sabotato la convivenza civile, operato per cancellare il ricordo e la memoria civica e, in buona parte, sabotato l'unità nazionale e oltraggiato l'inno e la bandiera, io domenica esporrò il tricolore.
Abitando a nord del Po, mi toccava farlo già da tempo, ad ogni occasione: essere a sud delle Alpi mi dà altre buone ragioni per farlo.
Il 17 marzo è anche purtroppo una giornata di lutto per tanti che hanno avuto la "sfortuna" di sapere per quali motivi e a quale prezzo è stata imposta la pezza a tre colori.
EliminaDietro ogni simbolo ognuno vede cose diverse.
EliminaLo stemma sabaudo ce lo siamo scrollati di dosso, anche questo non cancella certo la storia. Ma il tricolore dopo il 1945 è altra cosa.
[OT?]
RispondiElimina1999. "Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”.
After 14 years....
L’ex presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha lanciato l’allarme. Le politiche di austerity e rigidità dei paesi europei rischiano di peggiorare la situazione e aumentare le tensioni. “Non escluderei il rischio di una rivolta sociale” ha detto al suo arrivo al vertice europeo a Bruxelles.
Questi dopo 2000 anni non hanno capito che "il punto di non ritorno" esiste solo nella loro testolina bacata...
EU Careers: Economists specialised in financial or macro-economics
RispondiEliminaPotrebbe essere occasione per "infiltrare goofynomists nel cuore del nemico" ed iniziare a cambiar le cose dall'interno... :-)
Qualche candidato?
http://goo.gl/Xbrf9
Maremma scorporaha ho quasi finito il libro! "Dottò ma dopo?" (cit.)
RispondiEliminaLe faccio qui un riassunto dei miei pensieri, più consono agli spazi di questo blog:
RispondiElimina( Stanotte era tardi e mi sono arrangiato in fretta e capisco se non ha avuto la voglia il tempo o la pazienza di aprire il link che le avevo mandato, tra l'altro era graficamente arduo da affrontare )
Sono uno di quelli che segue il suo blog
Sono uno di quelli che vive
Sono uno di quelli che Hegel
Sono uno di quelli che non ha paura
Sono uno di quelli che si è letto tutti i commenti
Sono uno di quelli che i giganti come lei li guarda dal basso verso l’alto
Sono uno di quelli che professore la comunicazione
Sono uno di quelli che l’euro è sì “Il Problema”
Sono uno di quelli che crede
Sono solo uno di quelli che non conosce
Domani il problema non si chiamerà più euro, si chiamerà con un altro nome, e finché non estirperemo il marcio alla radice, l’unica cosa che riusciremo veramente a cambiare sarà solo il nome ai problemi, ma i problemi saranno sempre gli stessi!
Se mai dovessero interessarle le argomentazioni può leggerle in questa nota su facebook i pensieri in modo più ordinato e graficamente accettabile
https://www.facebook.com/notes/morris-anthony-vincent/sono-uno-di-quelli-che/10151505927623749
Questo post era ottimo! Mi ha dato una tale sensazione di quiete! (beh, c'è da dire che anche Tolstoj ha fatto la sua parte).
RispondiEliminaCome in economia, così in letteratura, e in cucina, il mio segreto è nella scelta dei fornitori e delle materie prime. Humilis servus in vinea Domini.
EliminaGiusto; ma scelga bene le materie prime le non sprechi! Chissà che prezzi dopo la svalutazione! (era ironico, sempre meglio specificare)
Eliminama lei oltre ad essere "stronzo e scortigiano" è anche e soprattutto "liri-sta". (ci vuole nulla ad aggiungere la desinenza "de" che evoca scudi inquartati e non -anche- "cervelli s/quartati"). la seguo da un mese in incognito, sono "tarda" e lenta a comprendere. ma esco allo scoperto e mi ri/velo che ha il significato opposto a quello che corrente- mente si crede. anzi l'adotto come signum di pre-senza. apprezzo la LETTURA e deprezzo l'informazione. che non serve a nulla tranne a chi crede di in/formare e invece s/forma. cervelli e realta'. c'è chi sostiene che chi ha la conoscenza non ha bisogno dell'informazione e chi ha l'informazione non avra' mai la conoscenza.
RispondiEliminama sono contro l'euro/phua'da quando si chiamava ecu. e lei ha fornito tabelle, grafici e letteratura scientifica a quello che era un mio semplice pensierino banale: come possono economie/paesi/culture/sistemi politici e fiscali diversissimi tra di loro -finanche nemici- usare la stessa moneta di carta del monopoli? e tralascio faccenducole come la "sovranita'monetaria" e giuridica.e neppure menziono quella stronzata storica -senza eguali- degli "statiunitid'euro/phua'" grazie per il contributo "cementizio" alla mia impalcatura. cemento ormai ce l'ho tralascio courbet/d'orsay/ etchiumm! fanno parte del mio bagagliomentale da troppi anni. vorrei depositarlo. e perdere lo scontrino
@porter (non riesco a rispondere sotto il tuo post).
RispondiEliminaSe, come tu affermi, "lo stemma sabaudo ce lo siamo scrollati di dosso (...) ma il tricolore dopo il 1945 è altra cosa", allora sarebbe meglio esporla il 25 aprile, o il 2 giugno, la bandiera italiana. Non il 17 marzo, data simbolo di un processo che per una parte d'Italia ha significato solo depauperamento, morte, emigrazione e altre belle cosette...l'inizio della fine, insomma. Sembra quasi che, mutatis mutandis, stiamo parlando dell'adozione dell'euro. Certo, oggi non assistiamo a invasioni manu militari di Stati sovrani - e meno male!- anche se, riflettendoci, altre analogie vengono in mente (da prendere, certo, cum grano salis): ad esempio, penso al fatto che la guerra dei Savoia non era neanche stata dichiarata, che i pretesti erano quelli di portare la "libertà" ai fratelli del Sud, che c'erano mercati da conquistare...
Certo che lo espongo, il tricolore, il 25 aprile ed il 2 giugno.
EliminaSenza retorica, la bandiera è il simbolo di tutto ciò che condividiamo e ci unisce come popolo, da nord a sud, perché alla fine questi 151 anni (e più) gli italiani li hanno fatti, mischiandoci da nord a sud (e io sono uno di questi), attraverso tutti gli orrori e gli errori della nostra storia.
E visto che in guerra ci siamo eccome, anche se non ci sono le bombe, ci aiuta a ricordarci chi siamo.
Se poi ci si vuole vedere solo quello che ci ha diviso, allora non c'è niente da dire...
Che forse ai Minosse ai Ginnazzieri alle desinenze ai Savonarola e ai collaborazionisti vari dovremmo riservare la compassione che Andrej mostra a colui che gli ha ciulato la moglie,invece di andarli a cercare casa per casa?
RispondiEliminaIo regalerei loro anche i candelieri d'argento visto che le posate le hanno già rubate nonostante abbiamo dato loro ospitalità per la notte.
Prima di passare da queste parti mi sentivo come il conte Pierre alla vigilia della battaglia di Borodino,poi passando da qui ho capito il perchè.......Spero un giorno si riesca a strappare quell'orrida bandiera con le dodici stelle al nemico(come il principe Andrej),se sarà non disdegni di considerare che in parte sarà stato merito suo!
Solo una parola: bellissimo.
RispondiElimina@ porter
RispondiEliminaForse non sono stato chiaro, o forse chiaro non sei tu.
Cosa significa che "questi 151 anni (e più) gli italiani li hanno fatti, mischiandoci da nord a sud"? Che forse prima non eravamo italiani, da nord a sud? Sai, quando sentivo (fine secolo scorso) che l'Italia rischiava di non entrare in Europa, o sento (oggidì) che la Grecia rischia di uscire dall'Europa, mi chiedevo allora, e mi chiedo oggi: e che possono inventarsi, per non farci (per farli) entrare(uscire) in (dall') Europa? Cancellarci dalle carte geografiche?? noi e i greci, che della "civiltà europea" siamo i progenitori?(ecco, ora lo corro io il rischio di essere retorico...). A me l'Italia piace tutta, da nord a sud, ma quanto a "mischiarci" (per usare la tua espressione), avrei preferito che a farlo fossero persone libere di scegliere, non le masse di emigranti costretti dalla fame (imposta loro dal nuovo Stato) a lasciare le loro contrade e città...ancora una volta mi vengono in mente analogie con l'adozione dell'euro: uno dei punti della teoria delle AVO prevede "una maggiore mobilità dei fattori di produzione, che consenta ai lavoratori dei Paesi in deficit resi disoccupati dalla stagdeflazione di trovare rapidamente impiego nei Paesi in surplus" (Bagnai, Il tramonto dell'euro,p.118. e attenzione: l'emigrazione interna- da sud a nord, raggiunge l'apice nel 2° dopoguerra, quando il re non c'è più. Il sud è visto come il serbatoio da cui attingere manodopera e come immenso mercato interno dell'industria nazionale, oramai quasi esclusivamente settentrionale). "Vedere solo ciò che ci ha diviso"? Cioè cosa? L'invasione militare sabauda? Quella, a dire il vero,non ci ha divisi, checché: anzi, ci ha uniti, e con le stesse modalità antidemocratiche e con le stesse finalità "di classe" dell'adozione (e dalli, lo so) dell'euro.
Insomma, come vedi, io di cose da dire ne avrei tante (ma non vorrei approfittare troppo della pazienza del cavaliere nero...), e se per te invece "non c'è niente da dire", pazienza, me ne farò una ragione. Sappi solo che io per sentirmi italiano, da napoletano, non ho bisogno di una bandiera (il 25 aprile o il 2 giugno, o quando vince la nazionale, si parva licet componere magnis, mi fa anche piacere veder garrire il tricolore: ma non il 17 marzo...). Mi sento italiano quando passeggio nella Reggia di Caserta, nei vicoli e sul lungomare di Napoli, sotto i portici di Torino e Bologna, quando nuoto nel mare della Sicilia o di Formia-Gaeta, quando ammiro il Duomo di Milano, quando resto senza fiato davanti a S. Maria del Fiore, quando mi sembra di vivere in un sogno nelle calli di Venezia, quando consumo qualche paio di scarpe per visitare la Città eterna, quando resto affascinato dagli affreschi di palazzo Té, dal Battistero di Parma, dalle mille e mille città, borghi, paesi, dall'Alpi alle Calabrie ...
Nei fatti, se non dichiaratamente, molti si sentono ancora Italiani "del nord" o "del sud" e non Italiani e basta. Altri addirittura dicono di non sentirsi nemmeno Italiani. Questo è quello che ancora ci divide, e anche tu mi pare ti senta più Italiano "del sud" che Italiano "e basta".
RispondiEliminaLa mobilità interna, forzata quanto vuoi, ha contribuito a colmare questo divario, e certo ora siamo più Italiani "e basta" di quanto non lo fossimo prima: le masse di emigranti, costrette dalla fame a spostarsi, purtroppo ci sono sempre state da quando è stata cancellata (di fatto, e non a parole) la servitù della gleba. Per le classi più umili questo processo è stato, tra l'altro, anche l'unico strumento di emancipazione sociale per molti che altrimenti avrebbero avuto, nella loro terra e nella loro società, un destino segnato. Non sto dicendo che questi processi non siano traumatici e dolorosi per chi li ha vissuti, ma non sono certo un prodotto esclusivo di come è stata fatta l'unità d'Italia.
Che poi tale unità sia stata fatta a discapito "del sud" e a favore di vincitori "del nord" è vero, ma è altrettanto vero che altri fenomeni, a partire dalla rivoluzione industriale, hanno introdotto o accentuato scompensi tra i territori, favorendo o meno lo sviluppo dell'industria in determinate regioni: se la politica delle classi dominanti ha sempre favorito i propri interessi, per quanto riguarda la popolazione la differenza tra il proletariato agricolo e urbano tra nord e sud Italia, pre- e post-unità, è stata solo nella necessità di spostarsi o meno dai propri luoghi di nascita per trovare lavoro. Il Veneto,ad esempio, è stata una regione di fortissima emigrazione, sia verso l'estero che verso i centri industriali di altre regioni del nord, e lo stesso vale per il Friuli, così come è stato per le regioni del sud.
Pur con tutti gli scompensi ancora presenti, il paragone con l'UEM non regge, perchè l'Italia è, con tutti i sacrifici di cui sopra, diventata un'AVO (ottimale più o meno...), perché oltre alla mobilità dei lavoratori, favorita dall'avere una lingua comune, un quadro normativo uniforme, un sistema educativo ed assistenziale uniforme (più o meno), ha un sistema ridistributivo di trasferimento fiscale gestito dallo stato per compensare le disomogeneità presenti all'interno del paese, come nel caso nord/sud, a differenza di quanto avviene nell'UEM. Il quadro normativo, il sistema educativo ed assistenziale, il trasferimento fiscale sono conquiste in buona parte del secondo dopoguerra, ma che hanno radici già nell'unità nazionale.
Con tutti i suoi difetti il trasferimento fiscale all'interno dell'Italia, almeno nel secondo dopoguerra, c'è stato e c'è ancora, nonostante negli ultimi anni si sia cercato di ridurlo il più possibile secondo logiche localistiche, quello all'interno dell'UEM non ci sarà mai.
http://www.youtube.com/watch?v=UFFS_aL6R60
RispondiEliminaSalve Prof.
Le posto questo film che non so se conosce..
Io l'ho guardato tempo fa, e da poco ho finito il suo libro (e spero di vederla presto ancora in tv a fare il culo a quelli del PUDE)..
Volevo chiederle (nel caso rivolgo la domanda a chiunque conosca il film) se secondo lei, alcuni dei paesi e delle situazioni menzionate nel film possono ricondursi in qualche modo ad un ciclo di Frenkel ( l'argentina penso sicuramente)..
Spero, come al solito che accolga la mia domanda e magari anche che la consideri interessante...
@Porter
RispondiEliminaAVO l'Italia? premesso che mi sento italiano prima di essere siciliano (seppure questo sentimento non è di tutti da me).
però prima si vive al sud e poi si parla.
io capisco i discorsi su lingua, tradizione romana e religiosa in comune, senso dell'arte.. però la distruzione del sud dove la mettiamo?
spesso discutiamo tanto per perché sappiamo ad esempio parlare.. ma il saper parlare appartiene alle nuove generazioni, non a quelle vecchie.
Significa che per un po' di tempo non abbiamo avuto nemmeno una lingua comune.
Ad ogni buon conto ne racconto una.
mi invitano ad Ancona per delle gare e sull'autobus la mia amica esce il portafoglio perché cercava delle monetine per il biglietto, e lo appoggia sul sedile.
Al che mi incavolo e guardandola in maniera sbigottita le ho preso il portafoglio.
E lei: "ehi, non siamo in Sicilia!"
Arrivati al palazzetto, ci prendiamo uno spazio per riscaldarci e lasciamo le nostre cose a terra ma io le controllavo sempre con la coda dell'occhio.
un mio amico ci ha raggiunto ma io ero concentrato per altro.
lui si è avvicinato ma non è venuto subito a salutarmi.
quindi io con un occhio guardavo la mia amica e le parlavo e con l'altro controllavo questo "intruso"... alla terza volta che l'ho visto vicino mi sono girato incazzato.. et voilà! non era una minaccia ma il mio amico.. e lui che è di Venezia (Venessia!) mi ha detto:
"si vede che sei siciliano!"
qua chiedono il riscatto delle auto rubate (sì, vi chiamano dopo che ve l'hanno rubata)
La mia valutazione in merito all'AVO deve essere intesa nel senso macroeconomico (e come se no?), non intendevo certo dire che l'Italia è perfettamente omogenea sotto tutti i punti di vista, nel bene e nel male....
Eliminapag. 1
RispondiEliminascusa, ma hai letto quello che ho scritto, o rispondi "a prescindere"? perché, vedi, mi pare di aver scritto chiaramente che mi sento italiano a Caserta, a Milano, a Venezia, a Napoli... quanto a sentirmi "italiano e basta", proprio non ti seguo: pensi che per sentirci italiani dovremmo rinunciare ai nostri dialetti, alle nostre tradizioni, alle nostre differenze, oppure dimenticare la nostra storia? spero che tu non intenda questo.
Però, vedi, mi sembra che tu insisti a voler mettere sullo stesso piano cose diversissime: l'Italia, dal punto di vista culturale, come tu sai, esiste da sempre, non l'hanno fatta né i Savoia, né la Repubblica, e ti posso assicurare che in tal senso non devo prendere lezioni di italianità da chicchessia: mi sono limitato a citare i nomi di alcune delle città che ho visitato, in alcune anche vissuto, che mi rendono orgoglioso - tutte, indistintamente - dell'Italia, ma avrei potuto aggiungere anche la letteratura (da Dante a De Giovanni, passando per Campanile e Trilussa, Alianiello e Goldoni, Camilleri e Fo, M.O.Natale e l'Ariosto e l'elenco potrebbe continuare ad libitum), le cucine regionali (non mi dirai che per te debba esistere una cucina "italiana e basta", voglio sperare...), e il cinema, ed è meglio che mi fermo, sennò faccio mattina...
ma tutto questo, cosa c'entra con un sentimento di appartenenza ad uno Stato nato nei modi che mi sembra tu riconosca? Se mi parli della Resistenza, non posso che essere d'accordo con te, sia chiaro: e infatti ti ho detto che veder sventolare il tricolore il 25 aprile o il 2 giugno ha un significato positivo anche per me (anche se ti ricordo che ai disastri cui quelle date hanno messo fine, ci aveva portati ancora una volta lo Stato sabaudo...), ma non il 17 marzo. Perché come in economia, anche nella Storia, sempre ci sono vincitori e vinti, e spesso i "colpevoli" non sono i secondi...Comunque, guarda, non per cattiva volontà, ma davvero addentrarmi in un'analisi approfondita della nostra storia, sarebbe troppo lungo, e mi pare che abbiamo abusato pure troppo dell'ospitalità (e sono le 2.00...), ma ti faccio sommessamente notare che, oltre a qualche "lieve imprecisione"- quando parli di trasferimenti che hanno radici al momento dell'unità nazionale, in realtà si tratta di trasferimenti di ricchezza dal sud al nord - tu invece ne fai una ricostruzione quasi "teleologica" in poche righe, mentre francamente la discussione meriterebbe ben altro spazio...per cui, se lo vorrai, mi permetterò di consigliarti qualche lettura sull'argomento (e ti prego di credermi: lo dico senza alcuna saccenteria polemica!), così come tu potresti consigliarmi (e anche qui: non lo dico per captatio benevolentiae, ma perché sono davvero spontanèo) delle letture, dei saggi (sono troppe le cose che vorrei studiare e troppo poche quelle che studio, ma mi piace trasmettere le poche che conosco e accetto volentieri le moltissime che ignoro: dobbiamo solo metterci d'accordo sugli argomenti).
pag.2
RispondiEliminaper concludere, torno un attimo alla questione dell' "italianità e basta".
allargando la prospettiva: da napoletano (per la precisione: di Caserta), non solo mi sento italiano e fiero di esserlo, ma mi sento anche europeo, e non è che in seguito a un'eventuale (quanto improbabile) costruzione degli SUE mi sentirei maggiormente europeo... mi sentivo europeo già a 17 anni, quando per la prima volta cominciavo a girare l'Europa in treno, e ancora prima, quando nella mia città andavo a comprare Le Monde, nell'unica edicola che riceveva un paio di copie dei maggiori quotidiani stranieri (quasi un secolo fa: internet non c'era ancora e manco i computer, tranne forse quelli mastodontici che si cominciavano a vedere nelle storie di Paperone). Insomma, mi sentivo europeo già allora...e poi, se proprio vuoi saperlo, in quei primi viaggi europei, cominciando a conoscere genti diverse, venute dall'est, ma anche dall'ovest, dalle lontane Americhe, dall'Indonesia e dal Madagascar e dal mondo intero, di quest'ultimo ho cominciato a sentirmi cittadino. Cittadino, sì, del mondo, ma non del mondo e basta, bensì anche cittadino europeo e soprattutto italiano... e non "italiano e basta"... un italianonapoletano, europeo e cittadino del mondo!
bonne nuit!
ah, dimenticavo: il fatto che tutto sommato siamo un'AVO, forse hai ragione tu, ma spiegaglielo a bossi e company...poi dice che uno deve essere "italiano e basta"... :)
Guarda, hai toccato il punto dolente, visto che io vivo da sempre nella sedicente "padania":
Eliminarispetto al tema dell'unità nazionale questo forse spiega sensibilità diverse.
Non disconosco la visione storica, che credo di condividere quasi completamente con te, ma ritengo che in qualche modo vada superata, visto quello che è successo negli ultimi 150 anni e rotti. Questo non vuol dire dimenticarla o cancellarla, e nemmeno cancellare la differenze che fanno anche la bellezza di questo Paese. Semplicemente per me vuol dire mettere prima almeno il fatto di condividere tante di quelle diversità che tu citavi.
Non siamo poi così lontani, non solo geograficamente....
Egregio Prof Bagnai,
RispondiEliminadue considerazioni:
1)La sua teoria si basa su alcuni assunti politici, in particolare che la germania non abbandonerà la sua politica mercantilistica. Quando Prodi dice che alla germania l euro è convenuto, non penso che stia gettando la maschera e confessando il suo complotto teso ad attaccare i diritti dei lavoratori, penso (e spero) volesse dire che la germania alla fine assumerà il ruolo che le compete all interno dell unione europea, abbandonando la sua politica mercantilistica
2)La cosidetta austerità non si coniuga necessariamente “con attacco ai diritti dei lavoratori”. La riforma delle pensioni della Fornero la si può vedere come attacco ai diritti ai lavoratori ma anche come logica conseguenza dell aumento della vita media,ecc. La riforma dell articolo 18 è già un punto più controverso, ma in fondo ha apportato una lieve diminuzione di un privilegio – posto di lavoro ipergarantito- che non mi pare sia presente in nessun altro paese al mondo. Monti oltre alle suddette riforme delle pensioni e dell articolo 18 ha anche autorizzato il fisco ad accedere ai conti correnti per lottare contro l evasione, ha anche fatto una legge per evitare incroci di consiglieri nei consigli di amministrazione delle aziende per evitare conflitti di interesse, ha fatto una legge contro la corruzione, aveva fatto una riduzione delle province che non è diventata legge perchè il PDL ha fatto cadere il governo proprio per evitare il taglio alle province ( regalo alla Lega necessario per averla alleata alle elezioni),ecc.
Tutto questo per dire che il vero bersaglio delle critiche non dovrebbero essere Prodi e Ciampi ( e in misura minore Monti) che mi pare di poter dire hanno seguito una loro visione di politica di più europa ( discutibile, magari sbagliata) il cui scopo finale non era un attentato ai diritti dei lavoratori ma (fra l altro) l implementazione di una austerità “giusta ” , ovvero lotta all evasione fiscale, ai privilegi, ecc, ma i veri bersagli dovrebbero essere quelli che si oppongono a questa austerità “giusta”, quelli che sono contro la legge anticorruzione, contro alle liberalizzazioni delle professioni, contro le verifiche di equitalia sui conti correnti e contro la riduzione all uso dei contanti ( lotta all evasione) , contro l abolizione delle province, ecc. Perchè la lotta per l austerità “giusta”, deve continuare, euro o non euro. Perchè il problema della competitività dell’Italia rimarrà, euro o non euro ( la svalutazione non è una panacea che risolve tutto). Perchè chi è contro l austerità “giusta” è furbo e senza scrupoli , dirà che è per l abolizione del finanziamento pubblico dei partiti (anche perchè questo favorisce chi è più ricco e può foraggiare i partiti che lo favoriscono ) , prenderà le parti del paladino dell italia contro la “cattiva culona” Merkel, per poi metterlo in quel posto ai lavoratori e ai cittadini lasciando tutto il resto ( lotta alla corruzione , evasione fiscale , ecc) esattamente com’è ora e forse peggio.
Morale: non facciamo come Bertinotti, che per essere puro e duro ha fatto la parte dell utile idiota favorendo di fatto la parte d Italia che bisogna sconfiggere. Non trattiamo da perfidi complottisti o da idioti i Prodi e i Ciampi e si, neppure Monti, neppure il PD
Poi certo, si porrà il problema della permananza nell euro, ma come lei ci ha insegnato, il problema si porrà da solo a breve, e vedremo se la germania assumerà il ruolo che le compete ( come credono i sostenitori dell euro) o lascerà dissolversi l’ euro (come anch’io credo).
Per concludere: la sua teoria economica mi pare corretta, ma i colpevoli da lei indicati ( chi ha voluto l euro) sono più meritevoli di rispetto di quanto lei non mostri di rispettare nei suoi scritti, il vero nemico è un altro
@Maximin24
RispondiEliminagli interventi alla Camera del 1978 testimoniano che la sua tesi è fallace.. Prodi, Ciampi e il resto della crombiccola sapevano.
anche perché nel frattempo sono andati a gambe all'aria un po' di paesi tra cui noi nel 1992.
detto questo, il loro comportamento è stato ed è inqualificabile..
la storia (insieme a Monti, Draghi, Padoa Schioppa, Visco) li ricorderà (mi rifaccio se non ho compreso male, a Claudio Borghi) come dei Nerone
Valsandra,
Eliminaconfesso di non essere così preparato...nessuna idea degli interventi di Prodi e C nel 1978...a parte il fatto che il 1978 mi pare un po' prestino per giudicare la decisione sull adesione all euro... o hai sbagliato data? in ogni caso hai qualche link ai loro interventi? vorrei capire meglio cosa intendi
Ma la tua tesi qual'è? Che Prodi e C sapevano che l euro sarebbe stato un disastro ma hanno comunque deciso di far aderire l'Italia all euro perchè in verità il loro scopo era attentare ai diritti dei lavoratori? La storia di Prodi (sempre accusato di aver portato i comunisti al governo) e Ciampi( ex partigiano e sempre accusato di essere troppo morbido con i sindacati, vedi politica di concertazione) mi pare escluda questa possibilità.
La mia tesi è che volevano passare alla storia come quelli che avevano partecipato alla creazione degli stati uniti d europa, e che abbiano sbagliato a credere che la germania sarebbe stata capace di assumere il ruolo che le competeva abbandonando le politiche mercantilistiche
La mia paura è che pur di avere qlc con cui incazzarsi (daglie a Nerone) alla fine si perda di vista il vero obiettivo, vivere in un paese civile ed efficiente ( euro o non euro)
La mia paura è che si finisca per fare come Bertinotti, che incazzandosi con Prodi ha fatto la parte dell utile idiota consegnando il paese per vent'anni a Berlusca
Un po' come i 5stelle che ora stanno - di nuovo!! - consegnando il paese a Berlusca quando potrebbero fare tanto ( legge anticorruzione, o portare Bagnai nella stanza dei bottoni...)
@maxmin24
RispondiEliminasu questo blog e su internet troverà gli interventi di Spaventa e Napolitano.
tolga la parola SME e la cambi con euro.
aggiunga il fatto che quello era lo SME potabile poi arrivò quello (in)credibile e infine l'euro.
si riguardi la curva di Phillips e collochi il concetto di deflazione e cosa comporti.
Oh, interventi illuminati.
sui capri espiatori il discorso nn regge mica visto che qui discutiamo di PUDE.
il problema è che poi ci sono personalmente le persone che fanno le scelte e ci mettono la faccia.
il raddoppio del debito pubblico via divorzio era ampiamente previsto al ministero salvo da Monti.
e non vogliamo dare la colpa a Ciampi ed Andreatta?
PS: il discorso sui sindacati e Ciampi alla fine non regge anche perché se Maometto non va alla montagna, questa andrà da lui.
questione di tempo e i sindacati sono stati asfaltati
Don't feed the troll!
EliminaNon si può frequentare questo blog e non sapere o fare finta di non sapere.
E se non c'è voglia o tempo di cercare nel blog, basta leggere "Il tramonto" a p. 238 per il discorso di Napolitano alla Camera, e bastano i riferimenti agli studi di James Meade, premio Nobel nel 1977 (1977!) per capire che chi ha spinto verso l'unione monetaria non poteva ignorare i rischi cui si andava incontro.
Tolomeo, Valsandra
RispondiEliminaconcordo con quanto dite , cioè che "che chi ha spinto verso l'unione monetaria non poteva ignorare i rischi cui si andava incontro." Ma, appunto , si parla di rischi e non di certezze.
Sono Napolitano, Prodi, Ciampi, Andreatta, ecc. colpevoli di aver spinto per l aadesione all euro? Certo che si.
Lo hanno fatto per attentare ai diritti dei lavoratori? Il comunista Napolitano? credo di no.
Lo hanno fatto perchè hanno un complesso di inferiorità e pensano che gli italiani non siano capaci di governarsi da soli? Mah, all euro hanno aderito anche i francesi che certo non soffrono di complessi di inferiorità
Perchè lo hanno fatto? Presumo si siano lasciati abbagliare dall idea degli stati uniti d'europa.
Potreste dirmi: ma chissenefrega del perchè lo hanno fatto. Sono colpevoli ( loro e chi ancora sostiene l adesione all euro) si tolgano dai coglioni e basta. Sul fatto che si debbano togliere dai coglioni concordo.
Ma portare avanti la tesi che tutti quelli che furono o sono pro euro fanno parte di un complotto per attentare ai diritti dei lavoratori o chissà che altro fa perdere credibilità a chi sostiene che la scelta euro fu ed è sbagliata, li declassa ai soliti complottoidi-dietrologhi, è controproducente, non serve, fa casino, sposta l attenzione dai problemi e dalle idee ai complotti e alla dietrologie
Caro maximin24,
Eliminacon estrema franchezza: leggi "Il tramonto", leggiti con pazienza il blog, e poi ne riparliamo.
Qui non mi pare che si gridi al complotto: si parla di evidenze, di scelte, di conseguenze delle scelte, di conseguenze che dovrebbero ragionevolmente essere tratte e di conseguenze che invece sembra che vengano tratte in concreto. Tutto questo sulla base di strumenti di conoscenza che è stato possibile acquisire da parte di chi magari non è fesso (e quindi si fa domande), ma non è neppure economista (e quindi non ha le competenze per darsi le risposte), grazie al lavoro (anzi, aggiungo, al gran lavoro) del prof. Bagnai, che per questo merita rispetto e riconoscenza.
E se ti guardi attorno un po' meglio, magari ti accorgi di un'altra cosa: pochi di quelli che frequentano questo blog sono alla ricerca di un guru. Ma molti sentono il bisogno di libertà e onestà intellettuale nell'informazione e nell'elaborazione del pensiero critico.
E qui la finisco, sennò fa a finire che predico bene (dando consigli a Valsandra) e razzolo male io.
@Maxim24
RispondiEliminaqueste persone sono indifendibili.
vuoi perché hanno stuprato la costituzione ovvero 59,5 ml di italiani (il 99%.. ).
quindi, questa è la colpa MAESTRA.
a rileggersi gli art. 1, 11 e 139 della Cost. non si trova il modo di ficcarci la UE e l'€. ma nemmeno con le interpretazioni più audaci.
figurarsi la creazione di un quarto potere dello Stato (indipendenza BdI) e per giunta indipendente dal popolo (cioè non del popolo)!
follia allo stato puro.
poi esistono riferimenti incrociati che non depongono a favore di questi tizi.
Ripeto: 1) se ammazzi il lavoro che soluzioni hai per far lavorare la gente?
abbassare il costo del lavoro! ovvero distruggi via via i diritti e la dignità del lavoro!
non credevano di ammazzare il lavoro? SI LEGGA QUEL STRAMALEDETTO INTERVENTO di Napolitano del 1978 in cui parla di deflazione.
C'è pure quello di Spaventa
2) cani e porci sapevano che l'Italia non poteva competere in termini di inflazione con la Germania.
e l'esperienza del 1992 doveva porre la questione tombale sulla questione.
dico, qua mica si è compiuto un errore, ma 3! SME potabile, SME (in)credibile e alla fine €.
quanto volte si deve ripetere la cosa per capire che l'euro non è caduto dal cielo?
3) per quanto riguarda la questione legata alla modalità di questo schifo e alle cattive intenzioni, basta rileggersi l'intervista di Mr Prodi al FT nel dicembre 2001 (ESEMPIO LAMPANTE DI SHOCK ECONOMY!) OPPURE quelle di Padoa Schioppa o Monti (recente) sulla "cessione di sovranità" o di "procedure non democratiche" (per la creazione della UE).
ricordo che parlare di "cessione di sovranità" è un abominio costituzionale visto che la costituzione parla di "limitazioni" per motivi di "pace e giustizia" (e non economici! ovvero ci possono essere limitazioni tipo meno o abolizione controlli alle frontiere per aumentare lo sviluppo e quindi pace e giustizia ma non cessioni!)
PS: avrei scritto un articolo ma non so de Orizzonte48 sarebbe disposto ancora a farmelo pubblicare nel suo blog! seguono risate
PPS: le ricordo che "la forma repubblicana" non è passibile di riforma costituzionale.. L'ITALIA PER DEFINIZIONE NON PUO' ESSERE Nè CONFEDERALE NE' CONFIDERATA.
a me discorsi eversivi e sovversivi non interessano.. per la masturbazione hanno inventato i bagni
caro Tolomeo,
RispondiEliminail "tramonto" l ho già letto, con il blog ci sto lavorando.
Mi associo al ringraziamento al Prog Bagnai, che ha fatto e sta facendo un gran lavoro, tanto di cappello, grazie.
Non mi pare di aver parlato di Guru e anzi, il fatto che scrivo confrontandomi dimostra che sono interessato al punto di vista e al ragionamento degli altri ( se ti considerassi un fanatico non cercherei il confronto)
Forse mi sono spiegato male: per complotto intendevo che per alcuni di quelli che hanno scelto l euro la scelta sia stata presa in buona fede, non per "complottare" ovvero per attentare ai diritti dei lavoratori. Se uno pur conscio dei rischi si prende una responsabilità e sbaglia è una cosa, se uno per mettermelo in quel posto mi racconta frottole è un 'altra. Non riesco a credere che Napolitano o Prodi o Ciampi abbiamo scelto l euro per metterlo in quel posto ai lavoratori e favorire i loro amici capitalisti ( il comunista Napolitano? il creatore della concertazione Ciampi? Prodi che ha portato "i comunisti" al governo?)
Comunque si, mi fermo anch'io qui, e continuo a leggermi il blog
Grazie del confronto
Grazie ancora al prof Bagnai
Carissimo, fattelo dire: sei un piddino quasi senza speranza. Tu credi che Napolitano, Prodi e Ciampi fossero di sinistra? Non sei in grado di valutarli dalle loro azioni e dalle loro esplicite dichiarazioni? Le conseguenze per i diritti dei lavoratori erano assolutamente chiare, e del resto la concertazione non è che li abbia fatti progredire di molto, sai?
EliminaIl giudizio si svolge su tre livelli: economico, storico, e, se ci sarà tempo, anche giuridico. La parola "complotto" lasciamola agli imbecilli e teniamoci per noi il concetto di "materialismo storico". Lasciamo anche agli imbecilli, come più volte detto in questo blog (oh, quanto sarebbe bello, se ognuno seguisse le regole) lo stantio dibattito sulla "buona" o "cattiva" fede.
Mi risulta che solo Dio possa accertarla (e lo farà, oh, se lo farà!), ma che nonostante questo continuino ad esistere storici che fanno il proprio lavoro.
Non so se è chiaro. Gira ancora un po' per il blog, di depiddinizzerà, o magari sceglierai di trovarti altre letture. Finché arrivano decine di lettori al giorno, posso elaborare il lutto!
Carissimo Prof Bagnai,
RispondiEliminaIl "quasi" mi riempe di speranza, magari quando avrò finito di leggere tutto il blog riuscirò anch'io ad elevarmi e a divenire un depiddinizzato...
comunque il mio grazie era sentito, mi ha aperto un mondo che non conoscevo, eppure leggo il giornale tutti i giorni, sono laureato...che incazzo
Oso farle una domanda: ma il "costo" dell inflazione qual'è? Nel "tramonto" ci sono grafici che dimostrano che nonostante la svalutazione del 92, nonostante l inflazione che ne segui ( si ho visto che l inflazione è stata solo del 7% dopo una svalutazione del 25% ) la produttività cresceva, i salari mantenevano il loro potere di acquisto...ma allora non ci si deve preoccupare di avere una inflazione superiore al resto del mondo, tanto poi si può svalutare e tutto prosegue al meglio?