Ieri su Twitter il sagace "Torny" Guerani ha fatto una bella rassegna stampa che merita di essere consegnata all'eternità digitale su un supporto meno effimero. Diciamo che non sono proprio le ultime notizie su Cipro, sono le penultime, ma il tempo passa in fretta, e proprio per questo ogni tanto conviene guardarsi alle spalle.
16 luglio 2004: un'isola da conquistare
Consigli per gli acquisti agli oligarchi... de noantri!5 dicembre 2007: l'euro non fa paura al fisco
"L'offshore non tramonta e salgono i profitti..." (quindi va tutto bene, no? Un modello vincente, giusto?)Adesione di Malta e Cipro all'euro
Che speranze, che cori, o Cipro mia...- Cipro e Malta soddisfano i requisiti stabiliti dai criteri di convergenza: la stabilità dei prezzi, la situazione delle finanze pubbliche, la partecipazione al meccanismo di cambio del sistema monetario europeo, l’esistenza di un tasso d’interesse a lungo termine soddisfacente;
- Cipro e Malta dispongono di una legislazione nazionale compatibile con l’introduzione dell’euro.
1° gennaio 2008: Cipro e Malta adottano l'euro
Bonino "Si rafforza la fiducia verso la moneta unica" (ecco, brava...)22 giugno 2009: gli ultimi arrivati sono un esempio da seguire
Ma guarda un po'! Cipro, la Bulgaria e l'Irlanda hanno la tassazione più favorevole sui redditi da capitali. (che bell'ambiente business friendly... Poi c'è quel dettaglio che le banche saltano per aria, ma finché dura fa verdura, come dicono a Roma...)(Un grazie a Alessandro per la sua infaticabile opera di ricerca. Speriamo che la crisi non finisca, altrimenti tornerebbe a fare il suo lavoro, che gli riesce peggio del mio...).
Il presidente dell’Eurogruppo: il programma di salvataggio messo a punto per le banche cipriote rappresenta un nuovo modello da utilizzare per la risoluzione dei problemi del sistema finanziario di altri paesi della zona euro.
RispondiEliminaNmamo bene!!!!
"A rescue programme agreed for Cyprus on Monday represents a new template for resolving euro zone banking problems and other countries may have to restructure their banking sectors, the head of the region's finance ministers said."
RispondiEliminahttp://uk.reuters.com/article/2013/03/25/uk-eurogroup-cyprus-dijsselbloem-idUKBRE92O0IL20130325
P.S. se fossi un correntista di MPS domattina andrei subito in banca
Professore, quando si fa la prova scritta sul ciclo di Frenkel? So che era programma dello scorso anno, ma ci siamo preparati così bene...
RispondiEliminatranquilli ciprioti, è successo questo
RispondiEliminagrazie a Tony Guera(ni) per la panoramica dell'euro-percorso dell'isola.
RispondiEliminaFaccio solo notare che il premier maltese al momento dell'entrata, era il sig. Gonzi, quindi
non venite a dire che non avevamo avvistato.
Prof,se i russi si incazzano,l'europa la comprano,e di cipro,ne fan uno sgabuzzino
RispondiEliminaAppena terminata la visione su SkyTg24.
RispondiEliminaLa migliore trasmissione sull'argomento cui abbia assistito.
Bravo Rampini, impeccabile il Prof.
E sulla Slovenia non c'è nulla? Perché quando salterà tra pochi [giorni, settimane?] non penso che vedremo le rubiconde facce degli imprenditori leghisti transfughi da questo paese che impedisce la libera impresa. Quando ci sarà il prelievo forzoso anche lì...
RispondiEliminama la verdura più non dura, come dicevano gli skiantos.
RispondiEliminaCerto che un'isola così piccola, se non avessero avuto l'euro forte, che li tiene ancorati, a quest'ora sarebbero alla deriva nel mediterraneo...forse in vista delle colonne d'ercole.
Segnalo poco fa un surreale dialogo a Focus economia (radio24) tra il finanziere Serra che ovviamente dice "non c'è proprio niente di sbagliato nell'euro" e horror vacui che si arrampica sugli specchi per contraddirlo senza dire in realtà nulla.
ihihihi i capitali che affluiscono, il credito facile, le bolle che si gonfiano e poi...prima tutti virtuosi, dopo tutti zozzono PIGS-style.
RispondiEliminaLa comparsata è stata molto interessante.
RispondiEliminaVuol dire che non la chiamano solo perchè è bello...
che goofypost... uno spettacolo, purtroppo.
RispondiEliminaBuonasera. Può interessare questo articolo dello SPIEGEL ?
RispondiEliminahttp://m.spiegel.de/international/europe/a-890848.html#spRedirectedFrom=www&referrrer=http://t.co/iRoveHI8Hp
Most of Europe has tired of German leadership.
The drama over Cyprus has made clear that the euro-zone crisis is developing into a struggle over German hegemony in Europe. On the surface, Merkel and Schäuble seem to be working to stabilize the economy. In actuality, they're binding other nations with the shackles of debt.
Macchevvedevoddì Albè e Alessandro...
RispondiEliminaEconomia o non economia ormai penso che anche un neonato cieco dalla nascita certe cose dovrebbe vederle chiaramente.
Epperò, purtroppo, dicevano lo stesso anche prima di Danzica e... a voler pignolare, pure Archidamo re di Sparta ne "La guerra del Peloponneso" si tramanda facesse tentativi per convincere i piddini d'allora ad evitare certi eccessi coglioneschi.
Purtroppo senza successo :o((((
Vabbè insomma qualcosa è rimasto. Non granché ma ci si contenta. ;o))))
Ciao!
carlo (quello del flauto)
Già che siamo in argomento professore, le piacerà la puntata odierna di "Hart aber Fair", andato in onda fino a pochi secondi fa sul primo canale tedesco (Das Erste):
RispondiEliminahttp://www.wdr.de/tv/hartaberfair/sendungen/2013/0325/index.php5
(purtroppo) è in tedesco, ma vale la pena di ascoltare questi tre ospiti: l'editorialista dell'Handelsblatt Hans Olaf Henkel e la giornalista televisiva Anja Kohl, oltre che un Suo collega tedesco che insegna alla Università di ...Nicosia, professor Hubert Faustmann, molto coraggioso vista la sua situazione personale (io stravedo -professionalmente, s'intende- per la Kohl <3) mentre da censurare sono i due politici CDU e SPD due "vecchie mutande destinate a scomparire"...
Ad ascoltarli sembra di sentire i piddini e PDini nostrani.
Ossequi
Se penso che solo l'anno scorso eravamo descritti come complottisti o peggio.. però, davanti a quello che ormai è certo (fine dell'euro)e per cui mi sono battuto, non riesco ad esultare..
RispondiEliminapercipio quaedam divina voluptas atque horror.
Lungi da me dall´avvicinarmi all’opera del Guerani, per la quale nutro profondo rispetto, sará anche per l’omonimia,
RispondiEliminama nelle mie personali ricerche oggi ho letto questo: Bernd Lucke
Mi sa che qui c’é un alterego de Er Cavajere Nero!!!
Non avendo ancora imparato a inserire link attivi nonostante i ragguagli ricevuti qui tempo fa, trascrivo testualmente da
RispondiEliminaaffaritaliani.it, 25 marzo 12:46:00,
sommario a firma @andreadeugeni premesso all'intervista dello stesso leggibile per esteso con vari click
[qui i clic o click "aprono" l'intervista e non creano moneta. Mah]
(Titolo)
"L'economia di Cipro è morta e la Russia divorzierà dall'euro"
(Testo)
"L'economista Marco Deaglio, intervistato da Affaritalini.it sulla risoluzione della crisi di Nicosia, non ha dubbi: - Con questo nuovo accordo sembra di essere tornati a fare chirurgia senza l'anestesia:
[Evvai con una bella botta di letteratura nel senso peggiore, perché quando mai l'abbiamo fatta codesta operazione lui e noi, suoi contemporanei? Ma tant'è, se uno ha l'animo metaforico, non puoi stigmatizzare la sua espressività]
l'intesa definitiva ha aggiustato un po' il tiro [metaforina anche qui] rispetto alla proposta iniziale, ma c'è una buona possibilità di ammazzare definitivamente l'economia di Cipro -, spiega l'economista piemontese".
[E qui, che forse voleva essere ironia contro il provvedimento, finisce che sembra proprio e invece l'espressione di un di lui desiderio, chissà se in metafora].
- Toglie la liquidità a un'economia piccola che si basa prevalentemente sui servizi finanziari nei confronti dei grandi capitali
[eccolo tutto sollecito difensore dei "piccoli"]
e c'è il pericolo che i russi rivedano completamente la loro posizione di investitori nei confronti dell'euro -, conclude".
[Ah, ecco: non sia mai che un economista (piemontese) si prenda a cuore le sorti di un paesucolo, così, per disinteresse, cioè per sollecitudine ai suoi abitanti.
Ma perché paventare tanto la caduta di investimento in tutti i sensi - e questa è anche espressione psicanalitica (variante: ritiro di investimento) - dei russi, se si è appena detto, nel mainstream nazionale, che Cipro sta male perché il denaro russo è di gente poco raccomandabile? Non si dovrebbe, invece, augurarci, lui e noi, di non avere nulla a che fare gente infrequentabile, cioè col suo soldo, per non rischiare quella tale operazione senza anestesia?
E, ops, che cosa si rischia di tagliare, asportare e mutilare con quella famosa operazione detta in alto? Stiamo attenti che nella suddetta psicanalisi, l'alto, spesso, "sta" al posto del basso e il basso a cui di solito la psicanalisi pensa è davvero molto personale; in realtà, dice che ci pensa l'inconscio, ma non tanto, di quell'uno che parla, che ohimé ci nomina consorti quando dice "sembra di essere tornati". Oppure è lui il chirurgo col coltellaccio e ci chiama a correi?].
Notare, dentro e fuor di metafora, chirurgia senza anestesia e ammazzare, dette in poche frasi.
Marco Deaglio: un nome, una famiglia, un programma.
C'est tout ?
RispondiEliminaOui, anche considerato che è marito della Fornero, entrambi molto molto PUD€CI, cioè del PUD€
EliminaGià, anche la Bce sapeva, pure i padroni del WC sapevano. Oh, gli unici che non sanno mai una minchia sono i tedeschi: poveri ingenui (ipocriti)!
RispondiEliminaA proposito di "new entry". Allievo prediletto di Commissione, Bce e Tea Parties nemici dello "Stato illiberale", quest'uomo sta per vendere il suo paese al regime eurista: sentite come. Non è un discorso nuovo, sono i soliti luoghi comuni che hanno venduto anche a noi.
"Euronews: “La maggior parte delle persone in Lettonia sono contrarie all’euro. Perché avete deciso di introdurlo in contrasto con la maggioranza della popolazione?”
Valdis Dombrovskis: “Per prima cosa, ci aiuterà ad attrarre investimenti stranieri, perché ridurrà alcuni dei rischi sul tasso di cambio valutario che ci potrebbero essere e che devono ancora essere in qualche modo calcolati. Per la stessa ragione, pensiamo che l’euro contribuirà ad abbassare i tassi di interesse, sia per il debito pubblico che per l’economia nel suo insieme. Inoltre ridurremmo i costi di conversione della valuta a carico dell’economia: oggi spendiamo centinaia di milioni di euro solo per convertire il lats in euro e viceversa, perché la nostra economia è già abbastanza “eurizzata”. L’80% dei nostri prestiti sono in euro. Quasi metà dei depositi sono in euro. E la nostra valuta, il lats, è appesa comunque all’Euro. Insomma, qualsiasi cosa succeda all’euro, succederà comunque anche al lats.”
La volontà popolare? E che volete che sia! Benvenuti nel mondo libero, amici lettoni, dove il Grande Orso non potrà più nuocervi...
È strano come l'€ visto da oggi somigli ad una sôla...
RispondiEliminaSquinzi qualche giorno fa ha detto che in possesso di una ricerca del loro centro studi che dimostrerebbe che una uscita dall'euro da parte dell'Italia produrrebe un crollo del PIL del 40%... sul sito tuttavia l'unico documento che esplicitamente affronta la questione è datato 14/07/2012... che dite si potrà recuperare per affrontarlo nel merito??
RispondiEliminaProfessore,
RispondiEliminaquello che ho capito della crisi di Cipro è quanto segue.
1) Cipro (le banche cipriote) ha iniziato ad attrarre capitali stranieri, russi in particolare, garantendo discrezione e rendimenti favorevoli.
2) I rendimenti favorevoli erano garantiti attraverso investimenti piuttosto rischiosi, ad esempio i bond greci.
3) Finché le cose sono andate bene le ricche cedole dei bond greci hanno provveduto ricchi flussi sia agli stranieri che avevano depositato i loro soldi a Cipro che ai ciprioti stessi che ovviamente ne stornavano una parte come commissione.
4) A un certo punto gli investimenti rischiosi si sono rivelati per quello che effettivamente erano, cioè rischiosi, e sono saltati per aria (lasciamo perdere il motivo per cui sono saltati per aria che altrimenti c'è da scriverci un libro).
5) A questo punto le banche si sono trovate a fronteggiare perdite colossali; in pratica avevano perso i soldi dei depositanti.
Se non ho sbagliato nulla in questa ricostruzione sommaria (e potrei averlo fatto visto che l'informazione che viene data dai media non è certo chiara) ne sorgono due ovvie conseguenze.
1) Le banche sono state scellerate nel garantire alti rendimenti oltre alla discrezione. La discrezione è infatti solo dipendente da loro e dalla legislazione cipriota, i rendimenti dipendono dalla solidità dell'investimento.
2) I depositanti sono stati degli allocchi nel lasciarsi attrarre da un alto rendimento "garantito". Tra l'altro uno che porta in banca cifre sostanziose dovrebbe sarepre che non esistono "pasti gratis".
Per quanto io ne sappia, anche se non sono un esperto, le banche svizzere, che hanno una giusta fama consolidata nei secoli, operano in modo del tutto differente. Se uno vuole giusto "salvaguardare" il capitale si fanno profumatamente pagare per il conto corrente. Se uno vuole invece cercare un rendimento, offrono un servizio professionale di gestione, lautamente remunerato, ma con tutti i rischi a carico del depositante.
Se ciò che ho capito è corretto, cosa c'è di sbagliato nell'haircut? Al limite sono più sbagliati i 10 mld che vengono dai dell'Unione Europea, visto che la responsabilità del disastro è equamente attribuibile a banche e depositanti
Volevo portare a conoscenza del Prof. e dei lettori questo fantastico articolo di repubblica del 25/03/2013:
RispondiEliminahttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/strozzini-internazionali-obama-merkel-lagarde-per-cipro-purgare-i-russi-per-salvare-i-loro-52970.htm
da notare che: dove l'America si chiede se il caso Cipro sia compatibile con le regole di una unione monetaria, è nel ricorso ai controlli sui movimenti di capitali (inclusi i limiti ai ritiri di contanti). Anche in questo caso fa testo l'Islanda. Dopo il crac delle sue maggiori banche, il governo islandese introdusse restrizioni alle uscite di capitali.(ma dai!ndr)
MA L'ISLANDA NON FA PARTE DELL'EURO, dopo la crisi del 2008 svalutò la krona del 35%, E QUESTO CONTRIBUI'ALLA RIPRESA(oggi il suo Pil è in crescita e la disoccupazione cala). Per Cipro la svalutazione non è contemplata, a meno dell'uscita dall'euro che creerebbe un precedente dalle conseguenze incalcolabili. Non per la dimensione della sua economia (0,2% del Pil Ue) ma per lo "strappo" istituzionale.
Qualcuno avvisi i ciprioti che sfortunatamente hanno un conto in una banca con clienti russi, che subiranno un taglio del patrimonio solo per evitare uno strappo istituzionale in(N)EUROLANDIA.
Auguri
A proposito di paradisi fiscali
RispondiEliminaDa ormai sei anni in Europa si replica quella che potrebbe intitolarsi “EZ, la tragedia di una moneta ridicola”; una tragedia che mostra l'assurdità di un'unione monetaria destinata al fallimento, la sconfortante pochezza degli uomini che dovrebbero reggerne le sorti, e che non manca mai di offrire un lato comico. E Cipro non fa eccezione.
L’isola è attualmente descritta come il "paradiso fiscale degli oligarchi russi" che approfittano delle maglie lasche del sistema bancario cipriota, e quindi – è l'opinione diffusa dai media - i ciprioti se la sono andata a cercare.
Ma se le cose stanno così, che dire di uno dei paradisi fiscali più efficienti, e per di più situato all’interno dell’EZ, che in virtù di una legislazione compiacente permette alle grandi multinazionali di eludere il fisco, ossia l’Olanda?
«Tra gli Stati-falchi che impongono l’austerità all’Unione Europea ce n’è uno che sembra schizofrenico. È l’Olanda, nazione tanto severa nel tassare i propri cittadini ed esigere il rigore dagli altri governi quanto tollerante con le multinazionali che la usano come base di partenza europea per trasferire in esotici paradisi fiscali i miliardi di euro incassati in Europa.
[...]
Tra le tante multinazionali che hanno scelto Amsterdam come sede della propria attività europea ci sono Nike [...], Sun Microsystem, Ikea, Boeing, Disney, Prada, Gucci. È olandese anche Oilinvest, il fondo che raccoglieva i soldi della famiglia Gheddafi, e sarà olandese la nuova Fiat Industrial, dopo la fusione con la controllata Cnh.
[...] Per prima cosa le società olandesi non devono pagare tasse sui dividendi o sui profitti di capitale ottenuti all’estero da società controllate. Poi Amsterdam ha firmato una straordinaria quantità di patti fiscali con altre nazioni (circa un centinaio) per ridurre le ritenute alla fonte su dividendi, interessi e royalties (cioè diritti di proprietà intellettuale) incassati dall’estero.
[…] negli anni Ottanta andava di moda il cosiddetto “Dutch Sandwich” dei Gruppi nordamericani, che consisteva nel far girare i soldi dall’Olanda alle Antille Olandesi per schivare gli occhi del fisco. Quel panino troppo goloso è stato eliminato da Amsterdam - su pressione internazionale - negli anni Novanta. Ma quasi 15 anni dopo i “severi” Paesi Bassi sono ancora il porto franco che permette a tante multinazionali di mandare ai Caraibi i loro profitti europei lasciando a bocca asciutta gli agenti del fisco».
E per non farci mancare nulla: «Anche i depositi non assicurati (sopra i centomila euro) potranno "se necessario" essere usati per fronteggiare crisi bancarie insieme con azionisti e obbligazionisti. Lo ha indicato in una intervista al Financial Times e a Reuters il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem secondo il quale l'accordo sul salvataggio di Cipro può essere considerato un modello da questo punto di vista».
P.S.
qui
le opinioni di Bagnai sono popolari.
Senza dimenticare il Lussemburgo di Juncker... altro che Cipro!
EliminaBuonasera,
Eliminaho trovato interessante il link segnalato da kthrcds (quello in fondo nel P.S., dove le opinioni del professor Bagnai sono popolari).
Capisco che questa non sia una gran notizia per voi, ma dentro quell'articolo c'è un altro link che rimanda ad un altro articolo che parla di cose di cui io... ehm... non sono in grado di capire le eventuali implicazioni :) Però il mio sesto senso mi dice qualcosa... come che sia un puntino da unire agli altri (per chi sa come si uniscono i puntini)... siccome assai mi fido del mio sesto senso, è qui:
http://www.globalresearch.ca/the-u-s-eu-free-trade-deal-foundation-for-a-new-global-economic-order/5324509
...e dato che qui vi vedo sempre molto ma molto avanti, penso sia possibile ed anche probabile che il mio sesto senso mi abbia detto una minkiata, nel qual caso spero vivamente nel "cestinamento" di questo mio commento... ;)
Grazie assai, grazie a tutti, grazie di tutto :)
Buona continuazione.
@Brainzolo
EliminaSe può interessare, un mio piccolo contributo sul tema, un po' datato però:
http://vocidallestero.blogspot.it/2012/04/mentre-si-diffonde-la-rivolta-bruxelles.html?showComment=1336105944435#c3700003329957738921
Anche qui le lobby transatlantiche lavorano...
è olandese anche tutta la catena di comando di WIND, oggi posseduta dai "russi" con diverse scatole finanziarie domiciliate in Amsterdam. Olè !
RispondiElimina@ porter (26 marzo 2013 16:49)
RispondiEliminaIn effetti, possiamo considerare il Lussemburgo il campione europeo dei paradisi fiscali, grazie anche al suo primo ministro Jean Claude Juncker che, pur essendo stato presidente dell’Eurogruppo dal 2005 fino al gennaio 2013, si è sempre battuto leoninamente per evitare un irrigidimento della normativa in materia di paradisi fiscali.
Con una superficie di 2586 km² (2/3 circa della Val d'Aosta), una popolazione di 511.840 persone, in larga parte composta da rentiers ed evasori fiscali, e un'economia sostanzialmente irrilevante, il Lussemburgo giganteggia tra gli altri numerosi paradisi fiscali d'Europa, tra cui figurano Monte-Carlo, Svizzera, San Marino, Malta, Andorra e Liechtenstein. Poi c'è l'Europa dell'est: Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, ecc., dove le «tasse su aziende e privati pesano un 15-25%. […] Per le aziende, invece, gli eldorado restano Irlanda, Gran Bretagna, e Austria, a cui si aggiungono Turchia e soprattutto Emirati Arabi Uniti e Barhain, dove residenti e alcune categorie di aziende scontano tasse zero. Poco “collaborativi” in caso di indagini, invece, Hong Kong, Singapore e i Caraibi, paradisi vecchi e nuovi sempre gettonatissimi per l’esportazione di capitali».
Nicholas Shaxson, «autore del libro Treasure Island – tax haven and the man who stole the world, nella sua analisi feroce dei paradisi fiscali del pianeta sostiene che “metà del commercio mondiale passa attraverso essi”.
[...]
Dal punto di vista legale si è tentato di contenere questo fenomeno, ma la legge quadro relativa ai capitali ‘latitanti’ in Svizzera purtroppo non ha mai funzionato. Esiste infatti una Direttiva europea del 2003, entrata in vigore nel 2005, che prevede l’accordo sull’applicazione di una ritenuta alla fonte del 35% sui capitali versati da cittadini europei, con successivo versamento agli Stati di appartenenza del 75% di tale gettito».
La direttiva, però non ha mai funzionato perché quando si parla di tassare i grossi capitali un conto è dirlo, un altro è farlo. De Benedetti e Marchionne, ad esempio, lavorano in Italia e pagano le tasse in Svizzera. E se domani la Svizzera adottasse una legislazione più rigida, andrebbero a pagarle altrove.
Così Merkel, che si aspetta che i capitali in fuga da Cipro affluiscano «nei buchi e nelle voragini con le banche intorno» della tedeschia, può farsi un'idea sulla effettiva destinazione dei capitali medesimi.
Bravo keith! E questa dedichiamola a quelli che "ma la white list dell'Ocse dice che..." (poracci...).
EliminaHai fatto benissimo a citare Nicholas Shaxson, uno dei giornalisti d'inchiesta (uno degli ultimi) più informati e tenaci sul tema cruciale delle giurisdizioni segrete (*) e l'eversione insita nei movimenti illeciti di capitale.
Il suo ultimo libro è fondamentale anche per chi vuole capire come la controriforma neoliberale pensata all'indomani della reale applicazione degli accordi di Bretton Woods (messa in campo dalle banche centrali svizzera e inglese con il contributo di famosi ideologi prezzolati riuniti nella Mont Pelerin Society) abbia successivamente portato la teoria quantitativa della moneta ad assurgere a caposaldo giustificativo della "indipendenza" delle banche centrali (con relativi golpe), a crisi finanziarie su scala locale e globale con una frequenza mai vista in precedenza, al gigantismo delle corporations grazie al sistema finanziario offshore, a truffe sistematiche alle fiscalità dei paesi di provenienza e di destinazione dei capitali, e in definitiva all'esplosione di diseguaglianze intollerabili e la fine della democrazia per come ci è stata insegnata dai migliori maestri.
E da ultimo, ma non meno importante, nel testo segnalato si ritrovano le stesse analisi macroeconomiche (supportate da fonti ufficiali di alto livello) delle frequenti crisi finanziarie che il prof ha così strenuamente divulgato in questi mesi di duro lavoro. La tesi di fondo è nota alla comunità di Goofynomics: i movimenti di capitale vanno posti sotto la stretta supervisione di un'autorità riconducibile a un reale controllo democratico. Il mondo del dopo immagino...
(*) "L’offshore è essenzialmente una zona di evasione situata altrove, e i servizi offshore sono riservati ai non residenti. Pertanto un paradiso fiscale potrebbe offrire, per esempio, un’aliquota d’imposta nulla ai non residenti che trasferiscono i loro capitali nel suo territorio, ma tassare regolarmente i residenti. Questa separazione tra residenti e non residenti è un’ammissione implicita del danno che può essere provocato dalle operazioni dei paradisi fiscali. Un altro modo per individuare una giurisdizione segreta è scoprire se la sua industria dei servizi finanziari sia sovradimensionata rispetto all’economia locale. Utilizzando questo strumento, nel 2007 l’Fmi ha correttamente individuato nella Gran Bretagna una giurisdizione segreta. Un altro, ben più ameno segnale rivelatore di un paradiso fiscale è l’ostinazione con cui i suoi portavoce periodicamente affermano “non siamo un paradiso fiscale”, e lo strenuo impegno profuso per screditare i critici che, secondo loro, utilizzano “stereotipi mediatici datati” che non corrispondono alla realtà oggettiva. Ma la caratteristica più importante di una giurisdizione segreta – un vero e proprio aspetto qualificante – è l’assoggettamento della politica locale agli interessi dei servizi finanziari (o della criminalità o di entrambi) e l’eliminazione di qualsiasi opposizione degna di questo nome al modello operativo dell’offshore. Ecco perché ho incluso nella mia definizione l’attributo “politicamente stabile”: in queste giurisdizioni non vi è quasi alcun rischio che la politica democratica intervenga a ostacolare l’attività del guadagnare (o appropriarsi dei) soldi. Questo sviamento della politica produce uno dei grandi paradossi dell’offshore: queste zone di ultraliberismo sono spesso luoghi fortemente repressivi, dove il dissenso non è tollerato."
(Nicholas Shaxson - "Le isole del tesoro. Viaggio nei paradisi fiscali dove è nascosto il tesoro della globalizzazione" - Serie Bianca Feltrinelli)
Maestro,
RispondiEliminariguardo il post,ho trovato un articolo molto interessante con dati alla mano(credo)
svalutazionecompetitivainternariformantestrutturata
http://www.testosteronepit.com/home/2013/3/27/the-stunning-differences-in-european-costs-of-labor-or-why-c.html
"Posso dire una cosa?"
RispondiElimina"Se fosse giusta sarebbe meglio!"
Professore lei è un genio! Le voglio veramente bene!
Che poi Adinolfi che mi vota il fiscal-COMPACT!!!