domenica 6 aprile 2014

Troll e produttività: Minosse vs Daveri (e Travaglini)

anto ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Hanno capito che non possono più dire la qualunque...":

Gentile sig. Bagnai, faccio riferimento al suo post dal titolo "Declino, produttività, flessibilità, euro: il mio primo maggio" in cui si riportano le conclusioni dello studio Daveri, F. e Parisi, M.L. (“Temporary workers and seasoned managers as causes of low productivity”, secondo cui la maggiore flessibilità del lavoro determinerebbe una diminuzione della produttività perché scoraggerebbe la “capacità innovativa” degli imprenditori (tesi confermate anche da Travaglini, in “Alcune riflessioni sulle cause reali della crisi finanziaria”¸ Quale Stato n. 1/2, 2009).

Però la lettura di Manfredi/Manasse suggerisce anche una ipotesi diversa.

In sostanza qui si dice che la flessibilità del lavoro NON è necessariamente cattiva; lo è però nel sistema italiano dove manca una reale contrattazione a livello aziendale ( nonostante art. 8 dl 138) e individuale (calusole opting out) per cui i salari crescono (addirittura) nei settori dove la produttività cresce di meno. Quindi :

MAGGIORE FLESSIBILITA’  MINORE PRODUTTIVITà perché la forza lavoro si sposta più facilmente nei settori più protetti ( e meno produttivi) e non, come negli studi di cui sopra, perché:

MAGGIORE FLESSIBILITA’ - MINORE CAPACITA’ INNOVATIVA perché l’imprenditore preferisce puntare su attività a basso valore aggiunto (sostenute da forza lavoro a basso salario) piuttosto che investire.

A me sembra che la prima interpretazione – a naso – sia migliore.
Ma lei che ne pensa?


Postato da anto in Goofynomics alle 05 aprile 2014 06:55



Penso che sei un simpatico troll, come evidenzia la tua linea di argomentazione. Vorrei intanto chiarirti che Manasse, che ho sempre citato con rispetto per i suoi lavori, prima del suo squallido attacco personale che gli ha valso questa bella ripassata, nei suoi 14 articoli scientifici non si è mai occupato del problema del declino dell'economia italiana, a differenza di Francesco Daveri, che invece lo ha fatto.

Come tanti "new trolls", Minosse è stato costretto a occuparsi del tema della produttività dal mio post, nello strenuo tentativo di negare quello che è di palmare evidenza: il modello di Dixon-Thirlwall spiega meglio di tanti altri quello che è successo all'economia italiana, e quindi la rigidità del cambio ha avuto un ruolo indubbio, anche se certamente non esclusivo, nel metterci in difficoltà.

La sua presunta risposta può sembrare tale solo a te, che ragioni col naso, accostandolo, fra l'altro, a materiale non sempre olezzante, e questo per diversi motivi che succintamente ti elenco.

1) il suo studio, condotto col simpatico e bravo Manfredi, evita accuratamente di spiegare questo fatto stilizzato:

 
e si limita, chissà perché, a considerare solo dati dal 2000 al 2013. Questo evita loro di dare una risposta alla vera domanda: cosa è successo nel 1996? Tralascio il fatto che, come qualsiasi professionista sa, 13 anni per un'analisi di cointegrazione possono essere un po' pochini, perché quello che conta è la lunghezza del campione in termini di calendario (se vuoi parlare del lungo periodo, venti dati annuali vanno meglio di quaranta dati trimestrali), ma va bene così.

2) come accade spesso quando entra in campi che non conosce, Manasse ignora la letteratura di riferimento. Daveri, che considera un campione più esteso, chiarisce esplicitamente che il problema dell'arresto della produttività nel 1997 non è dovuto a effetti riallocativi (between) fra settori, ma a un crollo della produttività del manufacturing, cioè, guarda caso, nel settore tradable nel quale eravamo in diretta concorrenza con le economie del Nord (soprattutto i durable goods, i macchinari, nei quali le nostre PMI, che non producono solo ciabatte, hanno discreti vantaggi comparati). Quindi, per me, Manasse se la deve vedere con Daveri, se crede. Io vedo nei dati quello che vede Daveri, che ha l'onestà di usare un campione che comprende i due fenomeni che ci interessano: la rottura del trend della produttività (e del reddito), e l'introduzione delle riforme del mercato del lavoro. Manasse usa di fatto dati posteriori a entrambi questi cambiamenti di struttura, quindi il suo studio non ci dice nulla, per definizione e per sua scelta, su quello che il mio blog ha portato all'attenzione del grande pubblico come il fatto stilizzato principe della storia economica italiana degli ultimi trenta anni (e infatti lo studio che tu citi è stato pubblikato da Linkiesta, mika dal Giornale degli ekonomisti, kome kuello di Francesko).

3) al di là di queste due ovvie considerazioni, che stranamente ti sono sfuggite (il diavolo si annida nei dettagli), vale anche il fatto che se pure dopo fossero emersi effetti between (cioè il passaggio di lavoratori verso settori a bassa produttività), come è praticamente certo che sia successo dopo, questo è però accaduto in diretta conseguenza dell'adozione di una moneta unica, perché, come ci ha spiegato molto bene Joao Ferreira do Amaral a Pescara, la rigidità del cambio ha effetti distorsivi che favoriscono lo spostamento delle risorse verso settori non tradable. Che poi possano esistere anche le dinamiche evidenziate dall'onesto Manfredi e dallo spiacevole Manasse io non lo escludo. Ma che queste dinamiche, misurate dopo il 2000, siano l'unica causa di quanto è successo nel 1997, questo lo escludo e credo anche di poterlo provare coi dati (mi hai dato una buona idea: dal letame può nascere un fiore e dal troll può nascere un paper).

Più in generale, ti esorto a considerare una cosa: io non nego che le dinamiche del mercato del lavoro abbiano avuto un ruolo nell'accentuare il declino e nel renderlo persistente. Sono gli altri che negano che il tasso di cambio abbia comunque svolto un ruolo. I negazionisti sono loro, questo vorrei fosse chiaro. La visione riduttiva, strumentale, supportata dai dati solo dopo adeguata selezione ad hoc del campione di riferimento, ideologica, è la loro, non la mia.

Nella mia visione c'è posto per tutti gli elementi, e tutti rientrano in un quadro coerente, a partire dal fatto che a differenza dei miei colleghi io vedo che la riforma del mercato del lavoro nel senso della flessibilità è stata anch'essa introdotta in conseguenza della rigidità determinata dall'adozione dell'euro. Agli imprenditori è stato offerto un allentamento del vincolo interno (costo del lavoro) in cambio di un irrigidimento del vincolo esterno (valuta forte). Loro hanno accettato questo cambiamento del patto sociale italiano, perché hanno una visione intrinsecamente di breve periodo e non sistemica (e a noi piace ricordarli così), e il risultato è stato il crollo del mercato interno, del quale loro adesso si lamentano.

Peraltro, Travaglini, che comunque è stato fra i primi al mondo a capire dove avrebbe portato la flessibilità (un altro potrebbe essere Leonello Tronti del quale devo leggere alcuni paper degli anni '90), ha qualche difficoltà a chiarirci come mai un break che si verifica dopo la rivalutazione del '95 sarebbe determinato solo da una riforma del mercato del lavoro posteriore, e come mai la produttività rallenta anche nello SME credibile (si vede dal grafico nel mio post che tu citi), quando il cambio era rigido, ma lo era anche il mercato del lavoro (seppur meno che nel dopo-Treu). Se invece la sua visione è, come spero, più aperta, allora dovrebbe far notare a certa gente che derubricare a populismo la critica all'euro è un'operazione disonesta e pericolosa. Va anche detto che ha ragione Daveri quando mi ammonisce circa il fatto che i test statistici per l'individuazione dei break strutturali hanno scarsa potenza, e quindi sarà sempre difficile portare a casa l'evidenza conclusiva sulla datazione di questo fatto stilizzato (ma ci proverò). Chi lavora e produce, però, cosa è successo lo ha vissuto sulla propria pelle e se lo ricorda, nonostante i tentativi della stampa di regime di negare la realtà storica.

Quindi no, mi dispiace, non ci siamo, non ci siamo su tutta la linea, e non ci siamo a destra (Manasse) come (purtroppo) a sinistra (Travaglini). Se vogliamo far ripartire il paese bisogna che il dibattito al quale questo blog ha dato visibilità (costringendo anche specialisti di altri settori ad occuparsene) sia affrontato in modo serio. Negare il ruolo del cambio rigido non serve a nulla, o meglio, a una cosa serve: ad arrivare impreparati all'inevitabile epilogo. Cosa che noi cerchiamo di scongiurare col convegno del 12 aprile.

Sintesi: il tuo naso ragiona peggio della mia testa, che pure ragiona non benissimo, ma prima di ragionare fa una cosa molto semplice: si documenta, e guarda i dati. Non col naso, con gli occhi.

Provaci. Potresti avere delle sorprese: magari potresti scoprire che anche la tua testa ragiona meglio del tuo naso.

Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu.

Se non sei un troll, dimostralo, usando aristotelicamente i sensi giusti. L'olfatto è utilissimo in cucina e a letto, può essere determinante se c'è una fuga di gas, in strada può aiutarti a non mettere il piede nel posto sbagliato.

In economia serve a poco.

Stammi bene e torna a trovarci.

80 commenti:

  1. Letto e riletto. Credo, nel complesso, di aver afferrato il senso del post perché la questione lavoro-flessibilità mi sta particolarmente a cuore e quindi faccio continua opera di lettura e di appunti.

    Quello che voglio afferrare ancora bene è quando lei dice "non ci siamo a destra come a sinistra". La "destra" l'ho capito, la "sinistra" ancora non come vorrei.

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    1. Eppure è chiaro, e da lì che ho cominciato la mia opera di divulgazione. La sinistra è negazionista, semplicemente perché è responsabile del problema. Nel caso in specie, il negazionismo si sostanzia nelle affermazioni tsipriote del tipo "l'euro è solo una moneta", e nel voler spiegare una cosa successa prima (il sudden stop della produttività) con una cosa successa dopo (le riforme del mercato del lavoro).

      Ecco, secondo me qui non ci siamo. E secondo te?

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    2. "L'euro è solo una moneta" me l'hanno sbattuto in faccia proprio pochi giorni fa sul sito del Fatto dove ogni tanto commento gli articoli che parlano dell'euro (che poi in realtà spesso sbeffeggiano chi, dall'euro, vorrebbe uscire). In realtà conosco la storia del manifesto, di sbilanciamoci, ero presente all'incontro con Emiliano Brancaccio e altri ancora ne ho visti in rete...Se mi permette di riformulare, stiamo a cavallo.
      "Ho capito, ma non voglio accettarlo".

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    3. Certo, l'euro è solo una moneta, come la schiavitù è solo una disposizione legale.

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  2. Scacciavillani sul sito de Fatto.
    Senza ritegno...
    Riscaldate le mascelle per le risate

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    1. Ma noi combatteremo casa per casa:

      The Central Bank of Oman acts as the depository agency for the Government of the Sultanate of Oman.

      It manages loans on behalf of the Government.

      It determines discount and rediscount rates.

      It issues the national currency, supervises its circulation, preserves its value and manages foreign assets.

      The CBO is empowered to make advances to the government to cover temporary deficiencies in current revenues; to purchase government treasury notes and securities with a maximum maturity of ten years

      http://www.cbo-oman.org/

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  3. L'olfatto è determinante quando se non senti puzza di bruciato sei morto. Per esempio, Renzi sulla faccenda F35 ha sentito puzza di bruciato, e si è ben guardato dal togliere una virgola dalla commessa. Un altro politico, l'olandese Pym Fortuyns, non aveva il naso altrettanto sensibile e ha provato ad annullare la commessa degli F35. E' subito morto ammazzato. Qui c'è la storia: http://www.conflittiestrategie.it/cose-che-succedono-solo-in-italia-di-roberto-buffagni

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    1. Fortuyns era uno che oggi chiameremmo "euroscettico", come lo erano i fratelli Kaczynski e Haider. All' epoca della loro PREMATURA scomparsa erano tutti "populisti/nazisti/fascisti" (un po' come la Le Pen oggi) per i nostri media. A mia memoria questi sono gli unici leader politici (realmente) "euroscettici" capaci di mettere su una forza politica capace di prendere il potere nei loro paesi (Orban, le Pen e Farage* a parte, che sono venuti, però, dopo).

      *Farage ha avuto, mi pare un annetto fà un incidente aereo.

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    2. Ora, collegare la morte di Fortuyn con gli F35 mi pare un tantino azzardato...

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    3. Magari questi eventi non sono collegati con gli F35 ma comunque anche queste morti appaiono altamente sospette....
      http://www.zerohedge.com/news/2014-04-05/abn-amro-ex-ceo-found-dead

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    1. Non c'è. Questo è uno spazio serio, mica un pollaio ;)

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    2. Questa risposta merita un "Mi piace".

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  5. in una situazione di domanda calante (minor export e/o minor domanda interna e adesso non guardo alle cause per semplicità) la struttura produttiva, organizzata su certi volumi, subisce immediatamente una riduzione di produttività. Successivamente ci potrà essere un adeguamento ai livelli di produttività precedenti o superiori. Nel breve periodo se l'imprenditore rimane in quel settore con dismissioni di impianti e riduzione di occupati, nel lungo periodo se l'imprenditore fa un salto ad un settore con una produttività superiore. In questo secondo caso occorrono competenze (che non sono mai immediate) e ROI accettabili. Nel caso che l'imprenditore sbagli salto sotto ci sono pali appuntiti. Non è facile aumentare la produttività con volumi di domanda calanti.

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  6. Il lato positivo è che (sui giornali) siamo passati alla fase 2: l'attacco feroce. Come diceva quello ogni idea prima viene ignorata/derisa poi contrastata e poi alla fine accettata. Quindi qualche altro anno di gratuite sofferenze e arriveremo alla fase "lo sapevano tutti che non funzionava ma era politicamente scorretto dirlo". Infami!

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  7. Buona domenica. Arriva la risacca?
    Credo di aver capito che chi non approfondisce il rapporto fra svalutazione ed esportazione evidentemente ha buone ragioni per glissare. Ora comincio a sospettare che chi alterna l'elogio della "verità senza mezzi termini" alla par condicio stia solo tirando un colpo al cerchio e uno alla botte... (E aggiungerei, se non sei capace, scrivi come mangi.)
    Ad ogni modo, pare che l'unico argomento per negare i complotti, ormai, sia credere che semplicemente non esistano, come gli alieni e i padani.
    Quindi (ben protetto dall'anonimato) chiedo: (1, qui la scrivo e qui la nego) il sistema-euro sarà mica l'unico motivo per il quale alla Germania interessa il progetto UE? In fondo il contraltare é "poveri tedeschi, li abbiamo imbrogliati e manipolati per unirci a loro", cioé un complotto nostro ai loro danni; (2) stiamo correndo il rischio di uscire dall'euro con una lentezza tale che della svalutazione beneficeranno le nuove proprietà tedesche, francesi etc. delle nostre aziende? (Come sa di sale lo pane altrui... Anche se, da quando vivo a Pisa...)

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    1. Puoi star certo che, qualunque cosa accada, noi, i francesi, i tedeschi e chiunque altro su questo continente abbandonato da Dio e saccheggiato dagli uomini faremo esattamente ciò che abbiamo sempre fatto, ovvero gli affaracci nostri. Ed ecco perché l'€ crollerà trascinandosi dietro (senza un opportuno cambio d'atteggiamento) l'intera Unione. I tedeschi non vogliono l'€ perché sono stronzi, ma solo perché a loro conviene più che agli altri. Noi (loro) lo volevamo (volevano) perché avrebbe aiutato la nostra classe politica a farci digerire sottrazioni progressive degli strumenti di controllo ("Ce lo chiede l'Europa!" embé? E tu lasciali chiedere!), ecc. ecc.
      Quindi sì, è altamente probabile che quando tutto andrà a rotoli si comporteranno e ci comporteremo esattamente come hanno e abbiamo sempre fatto, ovvero cercando di cavarci il massimo profitto fottendocene/sene di quanto il nostro massimo profitto minimizzi quello altrui.
      Più che un Unione sembra la Gilda dei Furfanti: sai già che i tuoi colleghi cercheranno di fotterti, è solo questione di come e quando. Come diavolo gli sia venuto in mente di creare un Unione in cui tutti sono costretti a guardarsi nervosamente le spalle, per me, rimane un insondabile mistero degli abissi dell'incoscienza umana

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    2. Sono abbastanza d'accordo su questo. Mi chiedevo se, aspettando ancora e ancora, un domani sputeremo sangue per un'uscita che farà gli interessi esteri più che nostri.

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  8. Un altro pessimo esempio di uso distorto dei dati per dimostrare quello che fa comodo, ce lo regala la coppia A&G sul sito del corrierone a questo link

    http://www.corriere.it/editoriali/14_aprile_06/tre-scelte-dure-avete-coraggio-af81c7aa-bd50-11e3-b2d0-9e36fa632dc6.shtml

    Nel post viene elogiata la diminuzione della spesa pubblica in % di PIL della Germania, ma gli autori dimenticano di dire ad esempio che Spagna e Irlanda fino al 2007/2008 avevano la spesa pubblica e il debito pubblico più bassi dell'UEM ma sono state fra le prime nazioni a scoppiare dopo Lehman. E soprattutto per l'Irlanda non si può parlare nemmeno di una tassazione elevata, visto che è a tutti gli effetti un paradiso fiscale.
    Per fortuna che c'è Goofynomics.

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  9. La ringrazio della risposta.

    L'argomento è degno di ulteriori approfondimenti (naturalmente non con il naso :-) ... il mio riferimento al naso era solo una boutade in un flash- pensiero buttato lì in ore antelucane ...). Anzi ulteriori riferimenti bibliografici oltre quelli già forniti sarebbero oltremodo graditi (compatibilmente con il suo limitatissimo tempo).

    Sono peraltro lieto di averle suggerito una (eventuale) idea da sviluppare in un paper. Le vie del Signore, come quelle della conoscenza, sono davvero infinite.
    E comunque si tranquillizzi: non sono un troll (non conosco peraltro il significato di questo termine e l'unico ricordo che mi suggerisce è ad una simpatica band di qualche annetto fa).

    La segue sempre con grande piacere.

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  10. Ieri sera mi trovavo con amici e sono stato provocato, come spesso accade, sul tema dell'euro. Ho iniziato a parlare zittendo le solite obiezioni del tipo "se uscissimo pagheremmo il petrolio 4 volte di più" o i soliti luoghi comuni sul modello "castacriccacorruzione" e ben presto nessuno ha saputo obiettare nulla. Mi piace vincere facile, lo so, d'altronde è la forza della verità che mi aiuta...ma ora mi stampo questo grafico e me lo metto in tasca, così la prossima volta che qualcuno mi provoca glielo mostro e posso evitarmi anche di dover sprecare troppe parole...

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    1. il grafico lo abbiamo stampato qualche mese fa (era già uscito ad esempio qui ) e lo abbiamo appeso in ufficio insieme a quello della forbice fra aumento della produttività e aumento dei salari reali (che è qui )...un'immagine vale 1000 parole... queste due insieme fanno un breve saggio... a volte i libri con figure non sono poi male.

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    2. Secondo me dovresti stampare anche quei due della disoccupazione e della produttività, così sei a posto.

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  11. Sicuramente dico cose note, ma si parlava di potenza e serie storiche :)
    Cambiamenti di struttura in un modello, specie se improvvisi, possono venire individuati in fisica, finanza e altre scienze dure e sociali con reti di Markov e modelli HMM. Meglio ancora, con reti dinamiche Bayesiane, cugine piu' potenti e di piu' generale applicazione.
    Se proprio va male e il modello cambia totalmente (ma non capita quasi mai), il reversible jump Markov chain Monte Carlo e' stato inventato apposta. E magari si puo' anche vedere qualcosa di interessante.

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  12. Se allo stesso tempo mi diminuisci la retribuzione e precarizzi il contratto, cosa diavolo consiglio ai miei figli? Pubblico impiego o espatrio. Ah mettiamo che mio figlio/a sia davvero brillante, pronto a fornire contributi rilevanti all'industria... fosse anche vero, quanti sono quelli brillanti? E senza collaboratori fedeli e motivati (lievemente differente da terrorizzati), il brillante solitario... appunto espatria.

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    1. per la fine che spetta ai giovani brillanti guarda cosa succede alla società Micron Technology

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  13. Si, vabbè. Ormai...insomma, financo Ignazio Visco, custode della "religione di Bankitalia" ("vincolo interno" cattivo, "vincolo esterno" buono) ammette questa evidenza palmare, nota ad almeno il 95% del volgo italico da almeno qualche decennio (per non dire da sempre)....insomma, mia madre (65 anni, V elementare) aveva contezza di codesto fenomeno (se posso pagare di meno gli operai, chi me lo fa a fare di investire, e quindi RISCHIARE, sbattermi, per innovare i miei processi produttivi e i miei prodotti?)

    Insomma;

    DE CHE STAMO A PARLA'?

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  14. Prof ci dia uno sgoop ( alla Aldo Biscardi) sul modello del 12 aprile, si basa su qualche funzione di produzione a rendimenti costanti?

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  15. Va a finì che quanno che anderanno in Germagna a sbatte li pugnetti sur tavolo... Nun ce o troveranno er tavolo... E nun ce troveranno ppiù manco 'a Germagna!

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  16. PER I PALADINI DELLA FLESSIBILITA'
    Chi giustamente vuole maggiore flessibilità, purtroppo sta sbagliando ricetta.
    La ricetta giusta è questa:
    Alzare il tasso di occupazione fino al 96-98% della popolazione attiva.
    In questo modo, chiunque voglia assumere un lavoratore un minimo preparato deve rivolgersi ai "cacciatori di teste" e andare a pescare tra gli occupati, offrendo loro i giusti incentivi per cambiare lavoro (maggior retribuzione, orari FLESSIBILI, rimborsi, lavoro vicino a casa, etc...).

    Con questo sistema, vi assicuro che centinaia di migliaia di italiani cambierebbero lavoro tutti gli anni.

    Proporre maggire flessibilità in un mercato del lavoro che non c'è è come cercare un Pivot senza avere una squadra di basket in cuiu farlo giocare è... come dire... un pochino stupidotto?

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  17. Campagna elettorale, tecnica di disinformazione del M5S. Segnalo queste cialtronerie solo perchè attualmente, il principale avversario delle forze antieuro è proprio il M5S, la quinta colonna del PUDE.

    1) "Referendum sull'euro, Grillo: «È legittimo». Il leader M5s: «Tornare alla lira per essere competitivi su export». [http://www.lettera43.it/politica/referendum-sull-euro-grillo-e-legittimo_43675126160.htm]
    2) Benetazzo, "economista indipendente": in un video manipolato sul sito di Grillo(basta guardarlo per accorgersene, ci sono trecento taglia e cuci a sproposito) il luminare sostiene che l'establishment europeo se la fa sotto al pensiero del M5S al 35%, risultato sufficiente a distruggere UE ed euro [http://www.beppegrillo.it/videos/0_n81c6jbc.php]
    3) Sempre Benetazzo, sul suo sito, sostiene che a) dall'introduzione dell'euro, la nazione che è cresciuta di più è stata la Spagna, la seconda la Grecia, quella che è cresciuta di meno la Germania b) uscendo dall'euro, chi ha mutui in euro sarà rovinato perchè dovrà pagare il 30% in più. [http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=48084]
    Nil inultum remanebit, ma nel frattempo questi alzano un polverone, o meglio una "nebbia della guerra" davvero fitta e tossica.

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  18. ... mistero a Kazzenger: come mai è possibile che euronews italia dice che premier finlandese preannuncia le dimissioni 'per dare spazio a volti nuovi in politica', mentre il sole 24 ore da una visione più inquietante? Che grande QED prof!

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  19. Avendo vissuto gli effetti del cambio fisso e sopravvalutato, segnalo un notevole sforzo in materia di neostoria. Aldo Bonomi (avete presente di che club fa parte?) l'ho sentito ieri (puntata di "12 idee per la crescita") sparare a casaccio in materia di proposte per il rilancio della PMI manifatturiera, ma sopratutto riscrivere vergognosamente la storia. Parlava guarda caso del manufatturiero tradizionale e del suo ristagno negli anni duemila, mentre il segmento degli esportatori continuava ad andare fino alla metà del decennio quando (sic) hanno risentito della crisi finanziaria USA iniziata nel 2007. Affermazione quanto meno singolare, perché gli effetti della crisi dei subprime si sono visti tangibilmente nel 2008, mentre alla fine del 2006 l'euro sfonda la fatidica soglia di 1.30 su USD.
    Ovvero, agli esportatori secondo Bonomi l'effetto del cambio sopravvalutato non lo hanno proprio visto, mentre hanno visto subito i problemi finanziari dei clienti a stelle e strisce. Complimenti vivissimi. Chi c'era se lo ricorda com'e' andata, e spero tolga all'egregio Bonomi qualsiasi incarico consortile o politico o associazionistico, quando sarà il momento, visto che avuto la faccia tosta di citare l'ondata di imprenditori suicidi in Veneto (che non hanno niente a che fare con euro o €uropa, ma con globalizzazione e subprime, pensa un po').

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  20. Sempre sull’argomento, interessante l’interpretazione di L.Tronti sul “crollo” della produttività verificatosi a metà anni ’90 (link http://www.quaderniartigianato.com/wp-content/uploads/2011/05/06_L.Tronti_Produttivit%C3%A0-del-lavoro-e-crescita-N.50.pdf).

    Tronti propone una rivisitazione del modello di crescita della produttività e del lavoro di Sylos Labini (effetto Smith + effetto Ricardo).In sostanza secondo Tronti ci sarebbe stata una riforma del mercato del lavoro PRIMA della riforma del mercato del prodotto e quindi SENZA una adeguata pressione concorrenziale sui prezzi.

    Gli effetti sono:
    a – declino quota di lavoro nel reddito (causa riforma merc lavoro: protocollo ’93, Treu ’97 e Biagi ‘03)
    b – impoverimento relativo dei dipendenti e loro famiglie (fig 7)
    c – rallentamento dei consumi
    c1- prezzi elevati (mancata riforma del mercato del prodotto); v. figura 6
    d – con prezzi elevati ( causa mancata riforma mercato del prodotto) si VERIFICA perdita di competitività internazionale
    e – sempre con prezzi elevati e in presenza di maggiore competitività internazionale questo porta ad un crollo delle esportazioni ( che si aggiunge a effetto sub c) )

    Quindi si blocca EFFETTO SMITH, ovvero la capacità della dimensione del mercato di sostenere la divisione e specializzazione del lavoro ( e quindi l’incremento della produttività secondo l’effetto RICARDO): vedi figura 9, su modello Blanchard-Giavazzi

    Interessante la evidenza dei dati rielaborati da Tronti (vedi figure 4 e 5) circa le rendite da assenza di concorrenza.

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    1. Mi fa piacere che ti sia piaciuto. Ho rivisto Leonello dopo 10 anni a un seminario promosso da Luigi Paganetto dove ho sollevato il problema di questo post e lui mi ha inviato sue pubblicazioni degli anni '90 che conto di leggere subito dopo il 12 (fino ad allora sarà durissima). Sono sicuro che ci sono spunti interessanti.

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    2. Effettivamente sono numeri preoccupanti a dir poco.
      Manica di pazzi incompetenti, i ns. "sgovernanti".

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    3. x Daniele Pellegrini: potresti postarmi il link ? mi sta venendo una certa ideuzza circa gli effetti della flessibilità metà anni '90 ...

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  21. ci fosse un modo per condividerle anche tra chi non dispone di biblio uni on line... ma so di chiedere troppo.

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  22. @Daniele Buffa
    Pare che in questo periodo esista un' altra categoria, quella dei superespertoni. Quelli che dopo essersi, abbeverati ad una fonte, vanno dalla fonte a dire lei la fa facile. E giù di: ma hai considerato questo, quello ecc. Devono dimostrare a chissà chi che la sanno lunga, che ci sarebbero arrivati da soli. Poi spiegano senza aver capito cose che hanno letto, chissà dove la prima volta, magari su quel libro con Volta in copertina. O magari che siamo qui convinti che l' uscita sia gratis e che l' illustrissimo paghi ogni Sabato. DAR

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    1. I famosi ANALISI/RICETTISTI : "No perché Bagnai fa un'analisi in buona parte condivisibile ma è la ricetta che poi è sbagliata perché oggi [segue argomento luogocomunista estratto a sorte]"

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  23. Scusate se non è pertinente al post, ma vorrei domandarvi se anche a voi la Pubblicità ... Regresso pro-UE ha fatto la stessa impressione che ha fatto a me. Cioè da brivido. Chissà quali menti diaboliche (a proposito di Inferno) ci sono dietro questo progetto nazi-fascista, o meglio esperimento, come ammette lo stesso spot. Il superstato totalitario temo sia già nato, speriamo sia ancora possibile fermarlo.

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    1. Se i disoccupati potessero mangiare propaganda ci sarebbe un concreto pericolo ma non mi sembra questa la situazione.

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    2. Il superstato totalitario è già nato, se può aiutarti a decidere. Sul treno parlavo con un simpatico parà della Folgore sulla cinquantina (e io sono un kombagno), e quando sono entrato in argomento Eurogendfor, i nostri occhi si sono incrociati e lui ha detto: "eh, quelli sono fuori controllo". Ci siamo salutati in rinnovata amicizia.

      Con il receptionist dell'albergo (ex Brigata Julia) scene analoghe. Fate vobis...

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    3. confesso che a me fa più paura la pubblicità di poltrone&sofà con la ferilli, con i poveri "artigiani della qualità" messi nella condizione di ingoiare il perenne sotto costo dei loro prodotti...

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  24. 00,04 Giordano dice la verità , 10 secondi, interrotto da Mentana . Ora renzi .....
    REGIME

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  25. ma vogliamo parlare di Boeri oggi su Repubblica?

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  26. Proprio in merito a Boeri, chiederei al Prof. di farci una breve panoramica di quali sono le Banche Centrali che operano attualmente in regime "pre-divorzio".
    Giusto per far notare agli esegeti dell'Euro che la realtà è un po' diversa da come la dipingono....

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  27. Debito pubblico: quelli che “la monetizzazione si fa coi miniassegni…”
    di Alberto Bagnai | 8 aprile 2014
    Nel 2005 Barry Marshall, dell’Università di Perth (Australia), ha preso il premio Nobel per aver scoperto che l’ulcera non è causata dallo stress, ma dall’Helicobapter Pylori. Domanda: se voi aveste un ascesso a un dente, prendereste un aereo per Perth, o vi accontentereste del dentista di fiducia? Del dentista!? Sicuri!? Anche se non ha un Nobel?
    Sono d’accordo con voi, e non solo perché da qui a Perth c’è più o meno un giorno di volo, ma anche perché si dà per scontato che un illustre gastroenterologo, di denti, non ne sappia un granché, e state ben certi che sarebbe lui il primo ad ammetterlo.
    Nel 2011 Tito Boeri, dell’Università Bocconi di Milano, ha scritto un capitolo nel prestigioso Handbook of Labour Economics della Elsevier. Degno riconoscimento di una carriera scientifica di altissimo profilo interamente dedicata all’economia del lavoro. Domanda: se voi aveste un dubbio di economia monetaria, leggereste un fondo di Boeri, o un manuale di economia monetaria?
    Qui la risposta è più difficile. Intanto, se un cardiologo va in televisione nel sottopancia c’è scritto “cardiologo”, e se ci va un dermatologo c’è scritto “dermatologo”. Se va in televisione un economista del lavoro, o industriale, o monetario, c’è scritto “economista”: todos economistas! Le qualifiche non ci aiutano, e allora analizziamo gli argomenti, partendo dal contributo del prof. Boeri apparso su La Repubblica del 7 aprile. Un’autentica miniera di perle che vale la pena di porre nel giusto risalto, incastonandole nella letteratura scientifica, questa sconosciuta (a Boeri).
    L’argomento di Boeri pare sia che dall’euro si può uscire solo unilateralmente (almeno, lui non considera altri possibili scenari), ma questo sarebbe un disastro per le famiglie in quanto l’uscita farebbe aumentare sia il debito, che i relativi interessi. La conseguenza sarebbe un incremento del carico fiscale (per chi le tasse le paga, come Boeri ricorda). Tutto questo, naturalmente, dopo aver premesso che per mancanza di precedenti storici su uno scenario simile si può dire “tutto e il contrario di tutto senza timore che qualcuno dal pubblico alzi la mano contraddicendo”, facoltà della quale il prof. Boeri usa ed abusa largamente.
    Cominciamo proprio da qui. Non è vero che manchino precedenti storici: anzi, come sanno gli specialisti, ce ne sono a iosa. Li trovate elencati ad esempio da Andrew Rose e da Volker Nitsch. Nitsch ci ricorda che le rotture di unioni monetarie non sono infrequenti, e Rose che non sono associate a particolare volatilità macroeconomica: i paesi che escono hanno sì un po’ più di inflazione (che oggi non pare sia un problema), ma generalmente sono più ricchi e più democratici.
    È invece vero che se la valuta nazionale si svalutasse, il debito definito in valuta estera (dollari) o disciplinato dal diritto estero si rivaluterebbe. Ma, si sa, de minimis non curat praetor, e quindi casualmente Boeri trascura di dirvi la percentuale di debito interessata. Rimedio io: la trovate nei bollettini trimestrali del Tesoro, ed è circa il 3%. Una sua rivalutazione del 30% equivarrebbe quindi a una rivalutazione dello 0.9% del debito complessivo. Impressionante? Non direi.

    continua...

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    1. gran bel pezzo, prof.
      Sa che il motivo per cui mi fido, in economia, di lei, e non di Boeri, è perché lei è un musicista e l'altro no, e credo che non arrivi a ricordare nemmeno 8 versi di Dante a memoria, ma questa è una mia tara...
      Ora, noi non siamo ortotteri, e s'è capito, ma la verità ed il sano ragionamento ci premono sempre e comunque.
      Ebbene, sentii il nostro che in tv - Report - parlava del famoso reddito di cittadinanza grillino: "se consideriamo 500 euro al mese, dato che in italia siamo 60 milioni, ci vorrebbero 300 miliardi al mese, quindi è cosa impossibile per non dire una sciocchezza".
      geniale, il famoso reddito, lo vuole dare anche al presidente della repubblica, ai neonati, ai banchieri, ai parlamentari, ai giornalisti, ecc. ecc. ecc.
      Ecco, questa a casa mia si chiama in un modo semplice: malafede.
      E se sei in malafede una volta, non dico che non mi fiderò mai e mai più di te (anche se così poi faccio), ma certo prima di crederti... mi guardo intorno, sicuro che da qualche parte c'è la fregatura.
      Un punto certo resta, che quelli di Repubblica continuano a pensare che la perdita furibonda di copie che hanno avuto è dovuta al fatto che "la carta è morta", mai a "ma che c..o pubblichiamo?".

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    2. vedo che nei commenti non manca mai il nostro amico preferito: Peter :) Prof, lo pubblichi ogni tanto che almeno mi faccio 2 risate :)

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    3. @alflig

      Boeri non è in malafede: è semplicemente antidemocratico. Il fulcro del suo argomento è che gli italiani non sono meritevoli di governarsi da soli. Ottimo. Se e quando torneranno a farlo, decideranno da soli cosa fare di chi pensa questa cosa.

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  28. Nel manifesto del convegno del 12 c'è un piccolo errore nel cognome d'uno dei partecipanti alla tavola rotonda: Borghetta (Ugo), non Boghetta.
    Ps.: Per nutrire lo spirito è mooolto meglio la lettura dello scapigliato Iginio Tarchetti che quella del "vociano" Boeri

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    1. Mi fate il cazzo di favore di darmi un link? Che significa "il manifesto"?

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    2. http://www.asimmetrie.org/wp-content/uploads/2014/04/Programma_Roma_6.3.pdf

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  29. Stamattina puntata della città di radiotre con Claudio Borghi,Giordano e Revelli figlio lo tsipriota;chiusa da un Fubini lisergico,in cui la furia mistificatoria travalica l'amor proprio.Aspetto il podcast per riascoltarlo,perché il cervello si è rifiutato di ritenere,ma si parlava di autarchia,di surrogato di caffè.

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    1. Scusate il doppio post,ho trovato il podcast e trascrivo,perché scripta manent.Dopo aver quantificato il dividendo dell'€ in 100 mld,pronosticato il default immediato in caso di uscita,il nostro conclude:
      "(...)questi argomenti contro l'€ non sono niente di nuovo:nel 1957,quando si è formata per la prima volta la comunità europea,furono mosse questo tipo di critiche,ma da confindustria,cioè dai produttori italiani che temevano la concorrenza internazionale(...)"
      "In realtà il 1957 era,come dire,venivamo dall'epoca dell'autarchia,in cui il regime aveva fatto quello che Borghi sta proponendo in questo momento(...);cioè,Borghi l'ha detto,tagliamo i contatti con l'estero,con i finanziamenti dall'estero,e isoliamoci;dunque,penso,(...) chi è abbastanza vecchio per ricordare quel tempo ricorda il surrogato del caffè,il Lanital...
      dunque quello che stiamo sentendo oggi non è niente di nuovo,è una presunta nostalgia di un isolamento dell'Italia dal mondo che-la storia dimostra-non può funzionare."

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    2. Per la precisione, di autarchia, di lanital e di fascismo. Essendo sempre meno credibile la teodicea economica, "euro migliore delle monete possibili, UE migliore dei mondi possibili" si passa direttamente alla teodicea politico-ideologica: chi vuole uscire dall'euro è un fascista, ergo a favore dello sterminio dei popoli, della miseria, del medioevo, dei righi, delle estrazioni dentarie senza anestesia, etc. Avanti il prossimo.

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    3. Non riesco a postare il link, e non so perché.
      Comunque, l'ho ascoltato e ci vuole stomaco.....
      Di fubini se ne è già parlato. Ci vuole molta pazienza.
      Secondo me è meglio non ascoltare qualsiasi trasmissione, si evitano incazzature. D'altronde il regime è all'opera con tutti i suoi elementi.

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  30. Asfaltato anche BOERI , avanti un altro .

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  31. ieri sera ho fatto un errore... tornato da lavoro mi sono messo un po alla televisione, che vado a guardare?? piazzapulita! Vabbé, mi sono detto.... magari c'è il Prof. Borghi. Invece c'era Giordano, e dopo un suo intervento Mentana che dice: "è che non vorrei che si scambiasse la responabilità dell'euro, che comunque c'è su alcune cose, con il fatto che è la globalizzazione che ci ha portato a questo. Non centra niente l'euro con il fatto che la gente va in Serbia a delocalizzare..."
    (https://www.youtube.com/watch?v=r30kxpeq1kM&hd=1, al minuto 2:30:40).
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! RABBIAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  32. mah, io so' ignorante, ma secondo me per la FLESSIBILITA' la cosa migliore non so' le diciottomila riforme del lavoro.
    E' lo yoga.

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  33. In Ungheria confetmato presidente eurocritico.
    Queste elezioni son molto importanti. Deve suonare le campane a morto per questi pazzi che vogliono un europa per pochi.

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  34. Gentile Prof. Bagnai,

    con riferimento al grafico molto interessante da lei postato, mi è venuta la curiosità di vedere dati più nel dettaglio e ho trovato una cosa curiosa:

    http://knoema.com/IMFWEO2013Oct/imf-world-economic-outlook-october-2013

    Confrontando la crescita del PIL pro capire (a valori costanti) tra Italia, Germania e Spagna all'85 ad oggi:

    1) NON si nota alcuna flessione della crescita pro capite italiana rispetto alla Germania nel 96, ma le due sembrano andare più o meno di pari passo fino al 2003. Non sembra notarsi quindi un effetto negativo dell'Euro per l'Italia rispetto alla Germania (il presunto "vincitore" dell'Euro).

    2) A partire proprio dal 96, invece, la Spagna accelera molto performando anche MEGLIO della Germania: eppure anche la Spagna si suppone sia uno dei “perdenti” dell’Euro.

    Come ritiene si spieghino questi dati?
    Grazie per la sua disponibilità.

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    1. Carissimo, io ho usato i dati AMECO. Mi fai una cortesia? Mi riposti questo commento dopo il 13 se me ne dimentico, che ti passo il foglio Excel e vediamo se c'è qualcosa di sbagliato?

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  35. OT - Ultime dal Fondo Monetario Internazionale:

    http://www.ilgiornale.it/news/economia/fmi-vede-nero-sullitalia-nel-2015-peggio-atene-allarme-1008702.html

    Forse proprio perche' il tema del post e' "l'olfatto economico" mi e' tornato in mente il ritornello della nota canzone di Zucchero:

    Vedo nero
    e non capisco cos'è
    C'è un odore di femmina quaggiù
    e un profumo di sandalo e bambù
    Vedo nero
    coi miei occhi
    come disse la marchesa camminando sugli specchi:
    me la vedo nera
    ma nera nera!
    Ma non mi arrendo
    alzabandiera!
    Vedo nero
    sai perché?



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    1. Ovviamente l'IMF non va preso troppo sul serio, da diversi anni presentano sempre le stesse ottimistiche previsioni, che risultano poi largamente disattese nei fatti.

      http://www.zerohedge.com/news/2014-04-08/comedy-forecast-errors-here-are-imfs-latest-projections-economic-growth

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    2. Il lato peggiore della questione è che questi asini inizieranno a ragliare che la grecia va meglio di noi perchè ha fatto più riforme.
      E sono serio, accadrà, perchè ormai siamo alla fantascienza più sfrenata per quanto riguarda l'informazione giornalistica.

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    3. @euresia e tutti
      Anche per questo motivo bisogna assolutamente diffondere il documentario sulla Grecia, in parziale anteprima il 12 p.v. al convegno di Roma.

      Prof, come sono andata? ;-)

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    4. si sta avvicinando l'ora fatidica?
      http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/4/8/TASSE-E-STATALI-Luttwak-cosi-Renzi-puo-fare-un-taglio-alla-Cameron-/489159/ta avvicinando il momento fatidico?

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  36. Reforms for dummy journalists:

    1) More flexibility.

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    1. Salutiamo pure De Bortoli, in partenza dall'aereoporto di Pudinia. Destinazione sconosciuta.

      Eeeee, quanto è che ha perso RCS nel 2013? Ah, si! 218 Milioni, a cui aggiungere i 507 milioni del 2012.

      Certo che le lievi imprecisioni hanno effetti collaterali piuttosto fastidiosi; chissà se fischiano le orecchie stasera ai vari Napoletano, Mauro, Chiocci....

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  37. A Surplus of Controversy

    by Kenneth Rogoff APR 8, 2014

    http://www.project-syndicate.org/commentary/kenneth-rogoff-calls-for-more-facts-and-less-populism-in-the-debate-about-germany-s-large-trade-surpluses

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  38. Timori ucraini:
    non è che tutto questo difendere lo status quo contro ogni evidenza abbia le sue radici nel fatto che se non si fanno certe cose si finisce con le manifestazioni di piazza cecchinate e governi legittimamente eletti mandati in esilio come se fossero dittatori sanguinari e sostituiti da esecutivi NERISSIMI ma filo €?

    Ultimamente ho la sensazione che la cupola PUDE possa aver capito più cose di quante ne abbiamo capite noi...

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  39. visto il piano economico...
    l'italia dalla croce di pasqua , grida 'tutto è compiuto'
    la svendita finale è iniziata , inchiodati alla croce possiamo solo pensare ad uscire dallo stato fintanto che potremmo farlo , poi quando il pil invece di crescere dello 0.8% ( forse pensano alla sorpresa nell'uovo di pasqua ... ) continuerà la sua stabile discesa , vedremo profilarsi lo scottadito

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  40. Prof ma chi è gianfelice rocca che spara cazzate alla velocità della luce ...

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  41. Avete sentito la Undiemi a otto e mezzo? Da dargli un bacio. Tra l'altro cita seri economisti che divulgano in Italia, Borghi e Alberto Bagnai. Daje Lidia!!!

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  42. Prof, una richiesta.
    Mi sono iscritta al convegno quasi alla scadenza, causa incertezza circa una faccenda seria e complessa che sto seguendo.
    Se non partecipo, spero sia possibile il dirottamento della quota ad a/simmetrie come acconto sul versamento annuale all'associazione.
    Che idea da str(at)ega, ho avuto, eh eh.
    Non mi aspetta il sabba ma una specie di cena.
    'Notte.


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