mercoledì 30 aprile 2014

Alberto vs. Alberto: la moralità di Maastricht...

Il 29/04/2014 23:50, Marco Basilisco ha scritto:
L'hai detto tu e io lo confermo: noi non siamo amici.
In effetti non può esserci amicizia dove regna il timore, la paura, il terrore.
Tu mi spaventi.
Ma come cazzo si è ridotto Bisin?
E quel farlocco dei "Giovani per Fare" che pensava di fargli un assist! Ma costituite i "Giovani per Farsi", rincoglioniti!
Ma forse era già ubriaco ...
Alberto, se invecchiando mi riduco così sparami, ti scongiuro.





Il 29/04/2014 19:46, Simone Curini ha scritto:
Sbobinarlo è stato uno spasso , quasi meglio di Trapattoni
Alcuni punti si sentono male è ho aggiunto un punto interrogativo , magari te riesci a distinguerli meglio

G : Tornando invece , tornando invece all'Europa le faccio venire in po' di orticaria , parliamo di Bagnai ( ghigno del giovane implume ) , cosa ne pensa della sua tesi riguardo all'assurdità dei criteri di Maastricht che secondo l'economista impongono rigidità innaturali e catastrofiche addirittura alle economie di mercato ? ( sospiro e sorrisino di chi la sa lunga )

B: si dunque , cerco di moderare

G : Siamo in fascia protetta ci sono i bambini ( ride ..  )

B : per rispondere , esatto , un tentativo di autocontrollo , dunque , NO , io ho l'opinione esattamente opposta. Ehmmm cioè ,

Quando , diciamo , primo punto ehmmm
Bagnai spesso argomenta che l'entrata nell'euro è stato un errore.

Io sono convinto che questo non sia vero , ma comunque ma ma è discutibilissimo cioè è un argomento solido è è è , no non è un argomento solido , è un una questione rilevante che non è assolutamente ovvia , e' perfettamente possibile che abbia ragione .

Il fatto che entrare nell'euro sia stato un errore non significa assolutamente ehmm , che sia cosa buona uscirne adesso, questa è la prima cosa che voglio dire.
Per quanto riguarda Maastricht credo che il punto fosse questo , sia questo ,cioè ,ahhh è chiaro che nel momento in cui siamo entrati nell'euro, paesi come l'Italia hanno comprato …. era chiaro era ovvio era esplicito era diretto , lo dicevano tutti , abbiamo comprato la reputazione di , come dire , serietà monetaria della Bundesbank .
Questo è la ragione per cui siamo entrati nell'Euro , abbiamo avuto il timore , avevamo il timore che continuando ad avere una moneta indipendente l'avremo utilizzata , avremmo stampato moneta e svalutato a ogni situazione , situazione di problema , ad ogni problema , ok? Che è esattamente quello che Bagnai vorrebbe fare oggi , ok ? Abbiamo , siamo entrai nell'euro esattamente per legarci le mani e non fare così . Ora .Quando siamo entrati nell'Euro sapevano benissimo che , tutti quanti sapevano benissimo che , questa la situazione , la differenza diciamo , di politiche fiscali fra il sud ,in quel particolare dell'Italia , parliamo pure dell'Italia e la Germania era tale per cui l'Euro non sarebbe stato sostenibile o sarebbe stato difficilmente sostenibile senza un riaggiustamento fiscale . La questione monetaria era , come dire , risolta nel senso che legavamo (?) le mani gli davamo le chiavi essenzialmente alla Bundesbank , OK ?

La questione fiscale no , per cui , li è dove è entrato Maastricht. L'idea è , il fatto che voi abbiate che noi abbiamo , prima dato le chiavi della politica monetaria alla Bundesbank , ci ha permesso ci permetteva , questo era l'ultimo ragionamento , ci avrebbe permesso di far rientrare da un punto di vista fiscale in maniera più semplice perché non avremmo avuto attacchi alla moneta , attacchi all'( ? sarà colpa mia che ho soltanto un orecchio ) … questo è esattamente quello che è che è avvenuto, si possono fare discussioni su quanto della diminuzione dei tassi interesse dall'entrata nell'euro a prima della crisi sia dovuta all'euro o sia dovuta invece ad un trend generale che c'era e che c'è (? ) , Si può discutere su questo , ma indiscutibilmente non ci sono stati attacchi ai titoli fino a quando ci sono stati , due anni fa quando è stato..?! Ok ? Quindi questo ci ha permesso di rientrare fiscalmente , cioè ci ha dato lo spazio di poterlo fare . Non lo abbiamo fatto , non lo abbiamo fatto per tante ragioni .
Una è che in generale per non per un paese come l'Italia (?) è difficile era difficile farlo , questa è la ragione per cui abbiamo dovuto fare tutto questo meccanismo di entrata nell'Euro .
La seconda ragione è stato che Maastricht , al contrario di quello che dice Bagnai , non era troppo rigida era troppo flessibile , nel senso che ha permesso o comunque lo è diventato ex post perché Germania e Francia in particolare si sono auto permessi di uscirne ,cioè di sforare di sforare i parametri e una volta che l'hanno fatto loro noi non ci siamo sentiti in dovere di farlo e loro non hanno più avuto la forza di dirci :” dovete farlo “, in un certo senso o di dircelo con sufficiente . Quindi una volta sforato si è sforato ed è stata una danza generale .

Quindi il vero problema è stato che non abbiamo , non abbiamo , non abbiamo sentito i vincoli dei parametri o li abbiamo sentiti molto poco . Questo è il vero problema . Quindi in questo contesto siamo arrivati a al alla crisi mondiale con una situazione fiscale finanziaria in cui il rientro non era per nulla avvenuto tutt'altro , quindi ovviamente siamo stati ci siamo , come dire , ci siamo presentati a petto nudo alla speculazione e questo ci ha massacrato. Quindi la mia idea è esattamente l'opposto. Il problema era che non era sufficientemente (?) o non lo è stato , naturalmente scusami , attualmente Bagnai anche argomenta avevamo capito tutto .

E' chiaro qui se se se noi diciamo noi abbiamo capito tutti che Maastricht non valeva , allora certo abbiamo fatto molto male ad entrare nell'Euro . Cioè sotto la sotto se ex ante avevamo le aspettative che ma Maastricht non sarebbe funzionato , entrare nell'euro era un suicidio, ok? Quindi però , non lo so .

G:cioè il suo ragionamento si basa sul fatto che Maastricht avesse una parvenza di serietà insomma , va bene (?).

B: il meccanismo era molto chiaro ci leghiamo le mani monetariamente così che abbiamo spazio fiscale , non ci non dobbiamo pagare il 10% di interessi , una volta che non dobbiamo pagare il 10% di interesse sul debito , riduciamo il debito e rimettiamo in ordine il paese , non lo abbiamo fatto , ci siamo trovati , siamo ritornati a pagare non il 10% ma a pagare lo spread
 


E ora i documenti. La botta:




...e la risposta, basata su un argomento che sviluppo nel mio articolo odierno sul Fatto Quotidiano (riportato da Bortoletto nei commenti al post precedente):




Alberto, seriamente, ora, lasciando da parte il giovane FARlocco che ti ha intervistato (detto con affetto: non è colpa sua se non ha studiato economia, anzi, magari è un merito): che ci fossero tonnellate di problemi di moral hazard nella costruzione di Maastricht, paradossalmente introdotti proprio dalle regole che volevano risolverli, è cosa nota in letteratura. Se tu fossi esperto nel mio campo la metà di quanto sei esperto nel tuo (e nel tuo sei il top), saresti tu a spiegarlo a me e io ti ascolterei estasiato. Ti ricordi, ad esempio, Feldstein,M. (2005) “The euro and the stability pact”, Journal of Policy Modeling, 27, 421-426? Spiegava che avere i tassi "calmierati" dalla "credibilità" crea enormi problemi di free riding. E soprattutto, fondamentale, ricordi Tornell,A., Velasco, A. (2000) "Fixed versus flexible exchange rates: Whichprovides more fiscal discipline?," Journalof Monetary Economics, vol. 45(2), pages 399-436? Spiega che se ai mercati manca il segnale dato dal deprezzamento del cambio, poi si finisce nell'overlending. Ricordi cosa ha detto l'amico Constancio a Atene? Quello che non ha funzionato, nel mercato del credito, non è il lato della domanda (i debitori) ma quello dell'offerta (i creditori), che non hanno saputo prezzare il rischio. E non lo ha detto perché altrimenti lo avrebbero linciato: era protetto dalla polizia. Lo ha detto perché è vero, e in questo la rigidità del cambio un ruolo ce l'ha, come avevano anticipato Tornelle e Velasco.

Il fatto che abolire un mercato (quello del cambio) che dà un segnale essenziale sulla salute del sistema paese possa essere considerato positivo contraddice la tua fede nel mercato, che è sicuramente maggiore della mia. Per favore, parliamone sul serio. Tu non sei uno dei compassati e permalosi Goebbels del gruppo De Benedetti che disinformano dalle colonne di "prestigiosi" organi (fallici) di stampa, ripetendo menzogne nel pietoso tentativo di trasformarle in verità. Tu sei, come me, una persona sanguigna, certo, ma spiritosa e intellettualmente onesta. Io questo lo so, anche se ora tutti mi perculeranno per aver fatto questa ammissione. Tu vuoi, come me, riformare questo paese (anche se certo vogliamo riformare cose diverse, in tempi diversi, e soprattutto con modalità diverse: io sono all'antica, credo nella democrazia).

Allora, per favore, Dio santo, se te lo dicono i giornali della American Economic Association stacce, come si dice a Roma: l'euro non aiuta a riformare un bel cazzo di niente. C'è una letteratura infinita, che ha radici in
Alesina, A., Drazen, A. (1991). “Why Are Stabilizations Delayed?” American Economic Review 81(5), 1170-1188. Capisco che il giovane FARlocco la ignori, ma tu, ti prego, non dirmi che non ci hai mai gettato un occhio! Per i governi del CAF, e poi per Berlusconi, la possibilità di indebitarsi a buon mercato sui mercati internazionali è stato l'esatto equivalente di quello che per le élite locali dei paesi in via di sviluppo erano certe forme di aiuto internazionale: un modo per tirare a campare mantenendo lo statu quo. E di queste élite facevano parte tanto Bettino "tangente" Craxi quanto Tommaso "durezza del vivere" Padoa Schioppa.

Ma porca puttana, ci vuole così tanto a unire due puntini? Dai, vieni a Pescara, facciamo un bel dibattito, e il righello te lo presto io.

Un abbraccio e molta simpatia.


Alberto (con la B di Bagnai)


P.s.: a proposito: dall'analisi precedente si evince che questa frase di Zingy:  «Avere la flessibilità di usare il cambio solo in alcuni momenti, è un grande vantaggio; è un grande vantaggio che noi abbiamo dato via, ma abbiamo dato via a ragione perché l’abbiamo usato male, e non avevamo la credibilità di usarlo solo bene», oltre ad essere lievemente criptofascista, denota anche una certa ignoranza della letteratura rilevante. Ma tu che sei un esperto, di cosa si occupa Zingy esattamente? Non di economia monetaria internazionale, vero? Altrimenti staremmo messi male!

69 commenti:

  1. Mi viene da commentare: "He barely speaks italian .."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, è la prima cosa che si nota, sai l'America ti dà tanto, ma qualcosa ti toglie

      Elimina
    2. @Celso
      But it did not give him even a second language:(or first, according to Pablo72)
      http://www.ratemyprofessors.com/ShowRatings.jsp?tid=549908
      (see comment 19)

      Elimina
    3. Caro velo di Mayala, ma lo sai che sei proprio pettegolo? Guarda che all'Espresso cercano un giornalista economico...

      Elimina
    4. "He barely speaks italian .."

      I'd say he barely THINKS...

      Elimina
    5. Ma che coincidenza, avevo appena visto che al Fainascial Taims cercavano un esperto di cronaca rosa (non participio passato femminile del verbo "rodere")

      Eppoi, nella guerra dei cv, se ti siedi sulla riva del fiume, ne vedi passare delle belle (vicende, non gnocche)

      Elimina
  2. E' strano come un Alberto visto di fronte non corrisponda ad un Alberto visto all' opposto . Forse è per evidenziare la simmetria dell'economia che, se ancora non perfettamente convergente nel caso de quo, può sempre trovare un punto di contatto.(Fareyoung ad escludendum)

    RispondiElimina
  3. Sembra che a livello inconscio tutti questi mainstreamers sappiano la verità ma che non riescano ad esprimerla in modo razionale. Appare come una forma di istintuale autodifesa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' come quando si ha la stitichezza, i primi momenti sono quelli più brutti, ma poi tutto va giù liscio.. poverini, sono ancora nella fase di sofferenza, ma cominciano a liberarsi di un peso.

      Elimina
  4. Ottima la strategia di cercare di convincere gli attori piu' noti a cambiare teatro...
    http://2.bp.blogspot.com/_ix1qRsD71DE/TE8zb9xVjgI/AAAAAAAAC7g/sSZDp9LweUQ/s1600/an-inconvenient-truth.jpg
    Ma con oltre otto milioni e mezzo di contatti direi che la fila al botteghino delle 'verita' scomode' sta gia' superando quella delle 'bugie rassicuranti'.

    RispondiElimina
  5. Comunque buon segno, fino a poco tempo fa i media mainstream la ignoravano o facevano apparire come un simpatico buontempone http://www.youtube.com/watch?v=i-RjCB57SwQ ora gli attacchi si fanno sempre più fitti, feroci e arrivano da tutte le parti

    RispondiElimina
  6. Quella di Bisin pare la classica paralisi da scarica di adrenalina: pietrificazione del corpo, salivazione azzerata, balbettamento, frasi sconnesse. Tipica razione mal gestita alla paura. E' la fase del "combatti o fuggi". Io consiglierei a Bisin una rapida fuga.
    Vedono i sorci verdi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me Bisin, lombrosianamente parlando, propende di più per la confessione come atto liberatorio.
      Va un attimo preparato psicologicamente, senza farglielo pesare, accoglierlo con un sorriso, in un ambiente tranquillizzante in cui non si senta sotto processo.. e poi sarà un fiume in piena.

      Elimina
  7. Riscrivo dopo aver usato lo smart, che fa scherzi come far sparire il commento alla partenza; se, invece arriva doppio, sospetto uno smart PUDE, anzi lo sospetto comunque, per buon peso.

    Ma come parla, il primo AB, come parla? Calco lontano ma evidente, il Moretti giornalista di "Palombella rossa".
    Detto senza polemica, come direi, con notevole sorpresa, anche si trattasse del "nostro" AB, ipotizzando però in primo luogo una "scelta d'autore" e solo successivamente preoccupandomi.
    Un plauso al prof che ci ha insegnato, tra l'altro, come si combatte una buona battaglia anche fuori di qua.

    RispondiElimina
  8. L'intervista all'oste mi ha fatto schiantare!
    (Pure io vòjo morì felice!). :))))))))))))))))

    RispondiElimina
  9. I primi secondi con lei a testa sotto sono fantastici! Se non fosse per il (mio) peso mi sarei messo anch'io a testa sotto per vedermeli... Notevole anche il colore del marsala...

    RispondiElimina
  10. Qualcuno ha il link dell'articolo sul fatto quotidiano?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non una, ma ben due versioni de Le contraddizioni insanabili dell'euro:

      1) come immagine acquisita con scanner su Twitter (un click sull'immagine per ingrandirla) grazie a Stefano Garavaglia;

      2) come testo, in un commento sul precedente post, grazie a Davide Bortoletto.

      Elimina
  11. Alberto , lo sai cosa mi colpisce di più ? Il PS che aggiungono alla fine :

    "Il contenuto di questo articolo, pubblicato da L'Espresso - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente" .

    Evidentemente divulgano articoli a loro insaputa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' veramente un articolo triste e umiliante per chi l'ha scritto, un po' come il tizio che intervistava Bisin. Non c'e' cosa peggiore dell'arroganza combinata all'ignoranza. Sono curioso invece di sapere il parere del prof sull'articolo (sempre arrogante ma almeno con un potenziale punto di dibattito) dell'espresso che critica un grafico del libro (a che si sono ridotti comunque)

      Elimina
    2. Caro Antonio, penso che se loro finiscono in "ini" è perché sono meschini, e se io finisco in "ai" è perché chi mi attacca si fa del male, come presto avrò modo di dimostrarti. Tranquilli, all'Espresso non glie ne passo nemmeno una. Voi segnalatemele. Poverini, hanno bisogno di pubblicità: cercherò di scongiurare il loro fallimento facendogliela!

      Elimina
  12. Riguardo alla facilità di indebitarsi, stamane mi chiama la banca " Salve, visto che lei ha due finanziamenti in corso perché non ne accende un altro che racchiuda gli altri due così da avere una rata unica e magari anche un po di liquidità? " " No guardi non mi interessa " " Mi scusi possiamo offrirle un ottimo tasso e poi il vantaggio di avere una rata unica " "Guardi sono attualmente disoccupato da un mese visto che la mia ditta ha licenziato tutti i dipendenti " " Ah, ok allora, salve e buongiorno "....

    RispondiElimina
  13. "Per i governi del CAF, e poi per Berlusconi, la possibilità di indebitarsi a buon mercato sui mercati internazionali è stato l'esatto equivalente di quello che per le élite locali dei paesi in via di sviluppo erano certe forme di aiuto internazionale: un modo per tirare a campare mantenendo lo statu quo". Verissimo, se posso dire, ma a quel tempo c'erano altri attori in gioco - come il CA (Ciampi-Andreatta), la cui relativa autonomia di ruoli non saprei dire, e, semmai questa autonomia c'era (come l'asse Kohl-Andreatta), era comunque una contraddizione all'interno delle élite dominanti. Il CAF, che allotra vedevo come fumo negli occhi, qualche merito mi tocca riconoscere che l'ha avuto. Come, per esemplificare, Sigonella, e la nostra politica mediorientale che direi fosse buona, e che in piccola parte ha portato avanti Berlusconi fino all'accordo con Gheddafi. O la posizione di Andreotti sulla Germania, a cui voleva così bene che avrebbe preferito fosse rimasta divisa (e forse con una Germania divisa non ci sarebbe stato l'euro, chissà).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma posso dire che "le riforme quelle giuste", (quelle per intendersi che ha scritto Draghi con la penna di Trichet sul tacquino di Tremonti, regalateci da Monti firmandole con la lacrimuccia di Fornero, incise sulle chiappe dei lavoratori e rese indelebili dalle slide di Renzi), le stava facendo Berlusconi nel 2002? E le stava facendo al momento giusto (c'era un minimo di crescita e nessuna voragine recessiva alle spalle) e forse anche un po' prima dei tedeschi, il che, forse, non ci avrebbe messo almeno strategicamente nella posizione di debolezza estrema in cui siamo nei loro confronti.
      Ma chi è quel partito che le ha contrastate con tutti i mezzi? CHI ha portato più di 2 milioni di persone al Circo Massimo contro questa riforma?

      Quella riforma è quel che oggi come nel 2002 "ci chiede l'Europa" (leggasi sostenibilità dell'euro, almeno in parte), giusto o sbagliato che sia, perchè non gliele hanno lasciate fare a tempo debito a Berlusconi che peraltro ne avrebbe pagato il prezzo? Che cazzo voleva allora e vuole oggi sta gente?

      Forse solo una poltrona in Italia da usare come trampolino per una poltrona in Europa e niente di più, così, squallidamente, solo la continuazione di una carriera politica sulle spalle dei nostri cadaveri.
      Se arriverà il momento Raphael convertirò in spicci e fionda metà dei miei risparmi, che sono sempre meno ma a un kg ci arrivo, promesso.

      Elimina
  14. ...e fallo nero..
    http://ruffini.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/30/euro-e-lira-se-bagnai-sbaglia-un-grafico/#comments

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggendo l'articolo un po' mi si è stretto il cu...ore, dico la verità.
      Bagnai ha scazzato un grafico? Oh noooo...

      Epperò, se uno ha un attimo di calma e lucidità:

      1) I dati parrebbero giusti, la linea correttamente tracciata, così come le scale dei due assi e le grandezze ivi rappresentate.

      2) Ruffini parla di "primo sbaglio già a pag. 36 delle 400"... gli altri sbagli dove sono/sarebbero? Con tutta la mole di dati portati, anche se fosse sbagliato 1 cazzo di grafico, questo inficerebbe nel suo complesso il lavoro?

      3) Le motivazioni con cui sostiene che l'analisi è sbagliata non stanno in piedi, perché il periodo considerato non si limita (ovviamente) al 95-98.

      4) Commette un errore di coerenza logica, perché nell'attribuire al Prof la foga di darsi ragione, incappa nello stesso errore, almeno a giudicare dalle motivazioni portate a supporto di un incipit così impegnativo e compromettente ("se Bagnai sbaglia un grafico" son parole FORTI!)

      Poi ci sarebbe da entrare nel merito dei numeri, ma non sta a me l'ingrato compito.. eheheh.

      Commento finale: fiuuuuuuuuuuuuuu, tanto rumore per nulla..

      Elimina
    2. In quel grafico un errore concettuale c'è, che venne rilevato a suo tempo dall'utente Mincuo di CDC (dal letame può nascere un fiore), che è un professionista, e del quale il dilettante di turno non si è accorto. Questo errore però non inficia il mio argomento, come vi farò notare in un post separato, mentre dimostra quanto poco l'"ini" di turno sappia di economia internazionale. A proposito, ma chi è? Non ho tempo di googlare tutti i dilettanti livorosi che nessuno legge...

      Elimina
    3. (P.s.: nel giorno in cui Bisin sostanzialmente mi dice che ho ragione - e Bisin, che siate d'accordo o meno, è un signor economista - ricevere la critica di un Ruffini, già discussa, fra l'altro, su questo blog, se non ricordo male, "me fa curiculum...", co' du ere...)

      Elimina
    4. Ruffini è il tragico esempio della forza propagandistica del capitale finanziario organizzato in Pud€: di qualsiasi cosa si occupi dimostra un'incompetenza totale solitamente disvelata nel giro i qualche ora (a suo onore bisogna dire che pubblica i post che gli fanno fare la figura dell'asino), ha un blog che perfino sua moglie si rifiuterà di leggere (media 3 commenti a settimana), eppure continua ad occupare uno spazio mediatico che altri si sognano

      Elimina
    5. ... e dopo Fu(r)bini è la volta di Ruffi(a)ni. Tutti rigorosamente .... PUDE? .... no "ini"! #unpopiudifantasiadifantasiaplease

      Elimina
    6. Senza entrare nel merito (c'è chi può;io non può) c'è da pensare che a differenza di altri quest'uomo,per trovare l'errore,il tramonto se lo sia letto una dozzina di volte,con lo spirito analitico della persona incaricata di scovare la contribuzione della baby sitter non pagata dal candidato quindici anni or sono.Delle due l'una:a)Alberto ha deciso di correre per la presidenza USA,senza dirci niente;b)si stanno cominciando a preoccupare sul serio.

      Elimina
    7. Ernesto Maria Ruffini

      Sono nato a Palermo il 21 giugno 1969, quinto di cinque figli, da una mamma agrigentina e da un padre mantovano, ma ho sempre vissuto a Roma.
      Sono i miei genitori e la mia tata spezzina ad avermi insegnato i fondamentali: non attaccare briga con gli altri, provare ad aiutare chi è in difficoltà, mangiare a bocca chiusa, non gettare le cartacce per terra e fare pipì in piedi.
      Di quei luoghi e delle persone che vi ho incontrato ho impressi nella memoria colori, sapori e suoni. Sono quei luoghi e quelle persone che mi hanno formato.
      Ho una figlia nata in un millennio diverso dal mio e per quanto io mi possa affannare ogni giorno, lei è e rimarrà certamente la parte migliore e più bella di me e della mia vita.
      Finite le scuole medie, avrei voluto frequentare il liceo artistico per coltivare la passione per il disegno e la pittura, ma ho scelto il liceo classico consigliato da pittori e scultori che avevo conosciuto. L’arte è rimasta la mia passione e il mio rifugio per molto tempo. E dall’arte ho imparato la pazienza e l’attesa, perché i colori e i materiali hanno i loro tempi e che occorre sempre rispettare, e perché è la stessa attesa a riservare spesso sorprese inaspettate.
      Al liceo classico ho imparato come la storia si ripeta e come anche le emozioni degli uomini siano sempre le stesse, anche se narrate con voci e parole diverse a seconda delle epoche e delle sensibilità. Grazie alla mia professoressa di latino e greco ho imparato che non bisogna mai guardare l’orologio di fronte ad una signora: quando guardavo l’ora con impazienza sperando nel suono della campanella venivo puntualmente interrogato, perché non bisogna mai guardare l’orologio di fronte ad una signora. Lei era la mamma di Nanni Moretti.
      Mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma. Erano gli anni di Tangentopoli e sembrava che tutti dovessimo diventare avvocati o giudici. E’ in quegli anni che mi sono innamorato del diritto, ovvero delle regole che gli uomini si danno liberamente per vivere insieme; della Costituzione, che rappresenta il fondamento di tutte le leggi che ci siamo date; e delle parole che furono pronunciate in Assemblea Costituente, di cui ho letto tutti i verbali, regalo del quale non sarò mai abbastanza grato a mio padre.

      continua...

      Elimina
    8. …continua
      Svolgo a Roma la professione di avvocato tributarista e ho imparato l’importanza di una legislazione chiara e comprensibile. Perché le tasse, belle o brutte che siano, sono il mezzo più onesto e trasparente che abbiamo per contribuire bene comune del nostro paese, di tutti noi. Ed è per questo che è arrivato il momento di stipulare un nuovo patto fiscale che non tolleri più l’evasione fiscale, perché è un furto che ci impedisce di realizzare il paese che abbiamo in mente e nel cuore, di avere asili nido, scuole, posti letto negli ospedali, insegnanti di sostegno, strade, autobus, biblioteche, musei. Ci serve un patto fiscale che però non tolleri neppure uno Stato cieco esattore, avaro dei servizi necessari per fare dei cittadini dei buoni contribuenti. Uno Stato che ci costringe a ricorrere a un commercialista per capire quante tasse pagare: in Italia ne abbiamo 112.000, mentre in Francia solo 17.000, eppure le tasse le pagano anche lì. Uno Stato che, secondo un studio della Banca Mondiale, ci richiede ogni anno 36 giorni di tempo per una miriade di adempimenti fiscali, sottraendo tempo al nostro lavoro, alla famiglia, alla nostra vita. Un patto fiscale che consenta così finalmente anche la riduzione della pressione fiscale.
      Negli ultimi anni ho conosciuto l’associazione “A Buon Diritto”, che si dedica alla tutela dei diritti civili dei più deboli; deboli come le persone che dovendo affrontare l’ultima parte della propria vita vorrebbero sapere rispettata la propria volontà, espressa nel testamento biologico; deboli come gli immigrati, che si vedono negati i più elementari diritti; deboli come i carcerati, troppo spesso dimenticati come qualcosa di cui non è opportuno occuparsi. Occuparsi di queste persone e di questi temi non ha nulla a che vedere con la solidarietà, ma con il diritto, anzi con i diritti che sono loro negati e che, per il bene di tutti, occorre difendere e rivendicare, senza alcuna forma di pietismo o di buonismo. I loro diritti, come i miei e i vostri, devono essere rispettati e rivendicare il loro rispetto non ci deve fare sentire più buoni come persone, ma solo buoni cittadini.
      Dedico buona parte del mio tempo libero alla politica ed ho conosciuto donne e uomini straordinari che ogni giorno si danno da fare per restituire agli Italiani dignità e senso di appartenenza ad una comunità solidale. Con loro ho condiviso battaglie e piazze al fianco di persone che hanno tutto il diritto di aspettarsi e trovare delle risposte dalla politica.

      Elimina
    9. Tentativo stolto di cancellare le proprie fesserie dalla rete?

      "LA PAGINA CHE STAI CERCANDO NON È STATA TROVATA

      Spiacenti, per una strana ragione (indirizzo scritto male, link sbagliato, link sbagliato su un motore di ricerca o cancellazione della pagina) la pagina richiesta non è qui."

      http://ruffini.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/04/30/euro-e-lira-se-bagnai-sbaglia-un-grafico/

      Elimina
    10. Ruffini può far cancellare le sue cazzate dal sito del Corretto Grappa, ma cancellare le tracce in rete non è così facile. Qui c'è copia del suo articolo:

      * Euro e Lira: se Bagnai sbaglia un grafico

      Sul disco del mio computer ce n'è un'altra e immagino di non essere l'unico a tenere copia della miglior produzione della religione/associazione a delinquere eurista.

      N.B.: un servizietto oggi, un servizietto domani... e ti ritrovi a.d. di Equitalia:

      * Equitalia, il renziano Ernesto Maria Ruffini nuovo ad di Equitalia. Aspettando la rivoluzione Cdp Renzi prenota un'altra casella (15/06/2015)

      Il prossimo che me la mena con la buona fede... [autocensura]

      Elimina
  15. Si!!! Fallo nero nero! Sapere che un soggetto simile scriverà la prossima "riforma tributaria" MI TERRORIZZA!!!! Se non lo si ferma questo fa danni irreversibili!
    E poi è plurirecidivo, insomma ... se le va cercando!!!
    Pensaci TUUUUUUUUUU!

    RispondiElimina
  16. Anche Lui in tempi non sospetti ha parlato di Moral Hazard (a modo Suo) "https://www.youtube.com/watch?v=59EfZmSGzxY". Peccato che se ne riparlerà, lo farà non da Roma ma da Cesano Boscone.

    RispondiElimina
  17. Sicuramente sono limitato, lo ammetto. Quindi è possibilissimo che, non essendo capace di apprezzare le sfumature, qualcosa mi sfugga.
    Qualche giorno fa ho visto il filmato di Boldrin che si confrontava con Borghi sulla questione euro.
    Nell'occasione, Boldrin ha tirato fuori l'identità EURO=SALUTE. Sbugiardato dall'andamento del PIL pro capite italiano (espresso in PPA - il dato è quello Eurostat)
    Poi Boldrin ha tirato fuori M/P, che DEVE diminuire nel caso in cui la nuova lira si svalutasse (immagino rispetto al dollaro, visto che nel discorso di Boldrin ci azzeccano le materie prime). Boldrin viene clamorosamente sbugiardato dai fatti storici: negli anni 70 e 80, con la liretta che si svalutava e l'inflazione a due cifre, in Italia i salari reali AUMENTAVANO.
    Adesso vedo Bisin dire che, secondo lui, entrare nell'euro NON è stato un errore. Ma 5 secondi dopo dice che Bagnai potrebbe avere ragione: l'euro potrebbe essere un errore. In fondo è quello che hanno detto un plotoncino di Nobel (e quasi Nobel) per l'economia. Secondo me, Bisin fa bene a non pronunciare sentenza definitiva sulla questione.
    Inoltre Bisin dice che non abbiamo fatto i compiti a casa e per questo ci siamo trovati, in tempi di grave crisi economica, nudi di fronte alla speculazione finanziaria.
    Se non ho capito male, in terra di Spagna, dove prima della grande recessione il rapporto debito pubblico/PIL era intorno al 35% , Sant'ESM ha provveduto a intercedere con una QUARANTINA DI MILIARDI di euro.
    Indizio evidente che i parametri di Maastricht saranno anche sacri, daranno anche taaaaaaaanta credibilità, ma danno anche poche garanzie contro la speculazione. Che il vero problema sia la troppa libertà di movimento dei capitali?
    Lascio stare la questione del rapporto deficit/PIL non superiore al 3% , senza particolare valore macroeconomico (infatti in Francia e in Germania nessuno si è posto grandi problemi quando è stato necessario sforare questo limite).
    Sinceramente: siamo certi che discorsi dei vari -IN (e -ONI di complemento) siano discorsi da osteria e non siano invece discorsi fatti da chi vive BEATO (e non poco)in un universo parallelo?
    Quasi dimenticavo: dal momento che i vari -IN (e -ONI di complemento) intendono occuparsi di politica, possibile che sfugga loro che in varie parti di Euro-pa (ho scritto Euro-pa, non Europa) sta tornando di moda il best seller "La mia lotta" ?

    RispondiElimina
  18. N'zomma, è er discorzo de Modigliani: se la medicina non funziona ci vuole più medicina. Con un' aggiunta di speculazionebrutta, che non è stata cattiva finché non è stata cattiva. Ma il problema è stato che mentre la speculazionebrutta attendeva come un avvoltoio, noi non ci siamo legati abbastanza le mani, anzi dovevamo legarci anche i piedi Maastricht che avrebbe dovuto renderci come bancari, o banchieri francofortesi, non era una cosa seria. Perché? Perché quelli credibbbbbili hanno deciso di renderlo non credibile... :0
    Non ho notato i soliti teorie di Bagnai, scuola pescarese, non sono d' accordo ma argomenta, e in questo c'è molta più onestà che nei vari lettori di sottotitoli. Così i perculati saremo in due. :)

    PS: c'è qualche lettore che sarà Lunedì alla tappa del bastaeurotour a Lamezia Terme? Così almeno ci si conosce.

    RispondiElimina
  19. Sul capovolto so' rotolato dalla sedia.

    E nel frattempo coi "SIV", la si sfrecciava beati ad HazZard... e tutti vissero felici e stra-indeBBitati.

    RispondiElimina
  20. minchia, questa gliela passo quasi in diretta ed è meravigliosa. Tajani a tgcom 24, ora!!!, ci fa sapere che si può uscire dalla UE ma non si può uscire dall'euro.
    capisco ora i tagli alla sanità: per togliere di mezzo le ambulanze.

    RispondiElimina
  21. Questo passo del tuo video pone, incidentalmente, una questione interessante:

    “Che ci fosse qualcosa che non andava in quelle regole era abbastanza chiaro fin dall’inizio. E tu sei un professionista come me: lo sai, lo sai benissimo. Adesso non so perché — diciamo così — vuoi fare finta che non lo sapessimo: noi lo sapevamo.

    Sul perché non lo abbiamo detto, non ci siamo esposti nel dibattito pubblico a spiegarlo, a spiegarlo ai nostri studenti, ai nostri vicini di casa, agli elettori, eh qui non ti so rispondere. Io non so neanche perché ho cominciato io a farlo.” (Da 6'12" a 6'41")

    Come mai gli economisti, in generale, non sono intervenuti pubblicamente, né allora né in seguito? Forse perché in fondo non pensavano che le cose sarebbero andate a finire così male anni dopo? Erano insomma degli ottimisti? Che magari allora pensavano che le regole sarebbero state man mano alleggerite, attenuate, accantonate? O ritenevano che se avessero parlato la loro voce non sarebbe stata ascoltata?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, oltre ai noti esempi di persone che SONO intervenute, potrei farti esempi meno noti, certo minoritari, di persone che sono state sostanzialmente censurate (nel senso che non trovavano un editore per i loro libri, o che non riuscivano a far passare i loro paper in riviste scientifiche). Per il resto, rimane il fatto che la professione economica è lievemente incline a un certo conformismo intellettuale, e anche a un minimo di illusione ottica. Ad esempio, molti hanno scambiato, e tuttora scambiano, il calo dei tassi per un effetto dell'euro, anziché della "oculata" gestione di Greenspan...

      Elimina
    2. Professore sono sicuro che lei non abbia molto tempo, perciò chiedo al blog: qualcuno può spiegarmi come ha funzionato la gestione di greenspan per abbassare i tassi? Cosi quando mi trovo davanti a qualcuno che mi dice che è grazie all'euro so come rispondere (se la spiegazione c'è già in un post del blog, basta il link che me lo studio).

      Elimina
    3. Forse (forse) ho capito: se la politica monetaria espansiva della Federal Reserve (il Q.E. di Greenspan) e anche quella della Banca centrale giapponese (con l'Abenomics) hanno reso appetibile il loro denaro coi bassi tassi d'interesse, "noi", per rendere appetibile il "nostro", bisogna a nostra volta abbassare i tassi.
      Profe, posso concorrere per una cattedra d'economia monetaria alla Bocconi?
      (Qui invece Zingy parla delle sua "prospettiva americana" e della sua visione di political economy:
      http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Economia%20e%20Lavoro/2009/lezioni-per-il-futuro/zingales/zingales-zio-sam-licenzia-paperone.shtml?uuid=0852b97a-3f84-11de-90ea-b2fde6cbe3ba

      Elimina
    4. Quindi se ho capito bene la bce tenendo il costo del denaro allo 0,25%, da la possibilità alle banche di finanziarsi ad un costo vicino allo zero e investire nei titoli di stato.. cosi facendo scendono i tassi dei vari stati grazie alla alta domanda delle banche.. per questo non c'entra niente la moneta euro?!
      Potete dirmi se ho capito bene o no??

      Elimina
    5. No, a mio avviso l'euro c'entra eccome. Il QE della Fed e l'emissione di denaro della Banca nipponica non sono la stessa cosa del LTRO di Draghi. I vincoli della Bce sono dettati dall'architetura dell'euro, e il Ltro di Draghi è stato in pratica un trasferimento di liquidità alle banche con cui hanno comprato i titoli di stato tenendo chiusi i rubinetti per imprese e famiglie.

      Elimina
    6. Ma se i tassi sono bassi perché li comprano le banche grazie ai tassi della bce quasi a zero o LTRO di Draghi, come fa ad entrarci l'euro??
      Eppure l'euro c'era anche quando i tassi salirono dopo il novembre 2011, c'era anche per la Grecia, per la Spagna, ecc.. e non scesero fino alla famosa frase di Draghi. Perciò la moneta euro in se per se non garantisce che un paese possa ripagare il proprio debito, anche perché è una valuta che non appartiene a nessuno dei paesi aderenti.
      La percezione che ho nel parlare con le persone è che viene fatta confusione, nel senso che nella loro testa avviene una equazione "valuta forte = tassi bassi" perché la valuta forte da la credibilità al paese che la adotta, peccato che per ripagare un debito non si debba avere una valuta forte verso altre valute (cosa che invece interessa l'andamento della bilancia commerciale), ma si deve avere i soldi per ripagare il debito fatto con la valuta in corso. Perciò se un paese emette titoli con una valuta di cui abbia sovranità nazionale, la può sempre ripagare essendo lui che la crea (come potevamo fare fino al 1981).
      Quindi l'euro dovrebbe essere la causa per la quale un paese può fallire sul serio. E quando va sui mercati a offrire titoli dovrà riuscire a venderli, ma lo farà se i mercati avranno la fiducia che qualsiasi cosa succeda, i soldi prestati gli ritorneranno indietro, ma non potendo emettere moneta come può fare?? semplice, tassando i cittadini e abbassando la spesa pubblica (sanità, istruzione, pensioni, ecc.); e forse è proprio da qui che nascono i vincoli, nel senso che in teoria i vincoli servono per dare un margine tra entrate (tasse) e uscite (spesa pubblica) in modo che lo stato possa ripagare i propri titoli emessi (debito pubblico) dando la "credibilità" al paese verso i mercati. E da quello che ho capito sentendo il Prof.Borghi, si stanno attrezzando con l'ERF, così o prendono i soldi o, quando non ce ne sono più, prendono il patrimonio nazionale.. e magari ce la fanno passare come cosa buona, perché: "chi non vuole privatizzare scagli la prima pietra"..
      Io ho 28 anni e forse sono troppo giovane per ricordare che si diceva ai tempi della Lira, ma il termine "credibilità" se fossimo uno stato con sovranità nazionale non dovrebbe esistere. Perciò già solo il fatto che lo si usa fa capire che o si è credibili o si muore....


      E' da quando ho comprato il libro del Professor Bagnai che seguo il blog, seguo i suoi interventi vari su youtube. E seguo anche il Professor Borghi. In base alle nozioni che ho letto e sentito, mi sembra di aver capito queste cose. Ma ciò non fa di me una persona che si può ritenere di aver inteso. Allora Vi chiedo (e logicamente chiedo al Professor Bagnai) se mi potete aiutare a capire e correggermi.

      Elimina
  22. Si potrebbe iniziare una rubrica "mai dire....e la desinenza del caso", con sottotitoli per udenti ma diversamente pirla.

    Io, nel frattempo mi sono sbobinato qualche pezzo di "A capitalism for People" -titolo italiiano "Manifesto capitalista- (by Zingy Shitdust) , così, per curiosità, (lo so, a volte so' un po' masochista, come quelli che passano il pomeriggio a darsi martellate sui testicoli, perchè si divertono tanto quando sbagliano mira) e posterò, quanto prima qualche distillato di saggezza (siamo tra Vito Crimi e quel giovane pirletto dei tea party de noantri).
    Dico, cioè, al limite, ma davero siamo messi così? Cioè, cazzo, sono questi i pensatori? (proprio da Cato Institute).
    Era già abbastanza fesso von Hayek, ma almeno aveva un po' di spessore (asssaiii sopravvvvvalutato, però), ma questo...pare Julian Simon

    "Povere umane menti, animi privi d'ogni lume di ragion, o quanta, quanta disgrazia è quella che v'offende"

    RispondiElimina
  23. Questo post merita solo .... APPLAUSIIIIIiiiiii !!!!!

    PS: Bisin lo vedo messo male, Zingy poi con 'sta patacca della mancata rivoluzione digitale mi pare pure peggio.

    RispondiElimina
  24. Buonasera.

    Pur nel delirio tra i Paradisi Artificiali di Baudelaire e Le Bateau Ivre di Rimbaud (e pazienza per lo stile, non si può pretendere che profonde verità filosofiche si adornino anche delle sgargianti vesti del bello stile), un certo miglioramento, un certo progresso si nota, rispetto, per esempio, a Gobineau che classificava gli esseri umani per razze, con relative gerarchie, o ai darwinisti sociali, che supponevano fossero i Carnegie e i Vanderbildt il vertice dell'evoluzione umana.

    Insomma, i parametri di giudizio non sono più la razza, l'angolo dell'occipite o il pigmento, ma elementi meramente culturali: ovvero la capacità, o no, di usare il cambio che poi, mi pare, è il leitmotiv, per certuni, alla base della differenza tra i superiori e gli inferiori. ...

    Lisergico, ma splendido: è sempre bello vedere esemplari delle specie umana mettere a frutto quelle doti di razionalità e comprensione che, più o meno, la natura ha elargito a tutti. Meglio tardi che mai. Per aspera ad astra...

    Certo, sarebbe ancora più splendido se fossimo nel 1896 o nel 1904 o nel 1942...ma non si può avere tutto. Di questo passo, forse per il 2129 o il 3456 cominceranno a capire l'abc della democrazia, un pilastro della quale è la deliberazione comune - anche se per via mediata - in quanto il concetto di eguaglianza è un tantinello consustanziale a questa forma politica, e si basa sulla comune natura umana. Se, poi, certuni credono che esistono dei superuomini piùmiglioriassai degli altri, va bene. Ce lo dimostrino però. Basta poco: una Sistina dipinta in due giorni, una Recherche scritta in una notte, le piramidi edificate in un week end...No, non è possibile? E allora, benedetti ragazzi...

    Temo però che tale argomentazione sia, come dire, un po' prematura per chi ancora ritiene che ci siano esseri umani ontologicamente superiori, ontologicamente inferiori e in mezzo un deserto non percorribile.

    Lo shock potrebbe essergli fatale. E, poi, è anche giusto che il deserto provino ad attraversarlo da soli. Se altri li guidassero, dubito imparerebbero qualcosa.

    Saluti.

    RispondiElimina
  25. Caaaaaaaazzzo non mi toccate Trapattoni!

    Adesso si ci vorrebbe proprio Trapattoni!

    Lui si che saprebbe come battere i pugni sul tavolo con i tedeschi!

    RispondiElimina
  26. Mi è bastato arrivare a 00:39 del secondo (cronologicamente) Alberto per considerare che: se circolasse un maggior numero di persone intelligenti - e non nel senso misurato dal QI - , dotate di sana autoironia, prive di valvoletta che li contraddistingue come palloni gonfiati da un ego ipertrofico, il cui guasto è sostanzialmente quello d'essere spesso monotono e banalmente narcisistico, e quindi disponibili a non prendersi sempre e comunque troppo sul serio, se le suddette persone fossero dotate inoltre d'una maggior capacità recettiva (la quale giace precipuamente tra le caratteristiche dei soggetti dotati d’attenzione, creatività, umanità non retorica, capacità artistica e perché no, genio), se le stesse persone fossero più inclini a considerare i propri talenti come una autentica benedizione per se stessi e per chiunque altro (perfino il più remoto sconosciuto), invece che armi cariche i cui effetti potrebbero mostrarsi maggiormente distruttivi dei missili transcontinentali affastellati entri i silos di lancio, ebbene SE esistessero più esemplari di siffatti individui, essi stessi comprenderebbero come il confronto, seppur antagonistico, coi soggetti simili all’Alberto del secondo video sia auspicabile, fruttuoso, interessante e molto molto più civile, anche quando parte il lazzo o sferza la bacchettata: la signorilità è un’arte discreta ed educata anche quando emette una pernacchia e chiede e merita d’essere sempre coltivata (ed ora mi godo il resto dell’allegra osteria…).

    RispondiElimina
  27. La ringrazio Prof. per avermi illuminato la mente,elegantemente sfilato le enormi fette di salame che coprivano i miei occhi.Ora dopo avere fatto incetta del suo libro,che ho donato ad amici parenti,solo per uno le ho chiesto la dedica quando venne alla camere di commercio a Milano per il figlio di miei due cari amici Bocconiani, sperando di instillare in lui almeno il dubbio.Sostenuto la sua associazione a/simmetrie,auspicando che il denaro venisse usato per querelare qualche pirla.Mi accingo convintamente a seguire la sua indicazione di voto ,in realtà in cuor mio ho sempre sperato che il Prof Borghi si presentasse alle elezioni,sapendo per certo che lei come più volte ripetuto non l'avrebbe mai fatto.Ovviamente come tutti sappiamo,votiamo la persona, quindi non ho nulla a che spartire con la lega.
    Però oggi leggo un tweet che mi ha messo profondamente in crisi etica,si tratta della tristissima vicenda Aldrovandi.Salvini sostiene i poliziotti coinvolti e chi li ha applauditi.Dico problema di Salvini,qualcuno coinvolge il Prof Borghi che testuali parole risponde"Non ho mai seguito il caso non ho un opinione in merito".Ok la battaglia è contro l'euro, ma ciò significa che mettiamo in soffitta tutto, l'empatia e la solidarietà verso una famiglia,basta leggersi l'autopsia del Prof Thiene per capire come sono andate le cose quella sera( come tanti che hanno meno lavoro,ho più tempo per leggere) un ematoma nel fascio di His da trauma.Vorrei anche ricordare che l'unica testimone era una donna camerunense, che un opinione nel merito se l'era fatta testimoniando.Capisco che nella campagna elettorale ci siano tranelli ovunque,ma i click non risolvono le contraddizioni.

    RispondiElimina
  28. Questa dolorosa vicenda dell'euro, sul piano personale, mi ha dato l'occasione di mettere a fuoco l'intelligenza di alcune persone che conosco, che sanno di sapere. Quelli della cultura. Quelli che il resto non conta nulla. Adesso ho la totale certezza che non capiscono un cazzo, prima della vicenda dell'euro solo il vago e sfocato sospetto, una sorta di intuizione non del tutto chiarita. Adesso invece questo sentimento é chiaro come il cielo blu di una giornata d'estate (il prato é verde come abbiamo avuto modo di appurare).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tiziano, lo sai perché non capiscono? Perché non li licenziano.

      Elimina
  29. A me sta simpatico ma lo lascerei abbracciare a qualcun altro (ne servirebbero almeno due in veritas...).

    Inoltre non dimentichiamo che l'attuale ciclo solare è al suo picco massimo. Questo è quello che accadeva mentre i neuroni di Bisin viaggiavano sul calcinculo. Abbiate pazienza, le radiazioni elettromagnetiche possono provocare scompensi notevoli sugli organismi sensibili al Campari (si escludano i presenti, tranne me si intende).

    PS_Sbaglio o sono "solo" vent'anni che in questo dannato paese non si fanno altro che manovre di "risanamento fiscale" sulle spalle dei ceti subalterni? Quanti tributi all'ideologia dominante dovremo ancora versare, quanti redditi dovremo ancora distruggere prima di dire "ORA BASTA, IT DOESN'T WORK"? Che ripetesse come tutti gli altri cloni: tagliamo la spesa pubblica a livelli somali e svendiamo i rimanenti asset dello Stato a qualche "efficiente" sciacalletto. Più chiaro di sta morale del cavolo (e della pecora e del lupo).

    RispondiElimina
  30. Il video dall'Osteria è magistrale. Dovresti inaugurare una nuova serie di interventi video: "Ad argomenti da Osteria risposte dall'Osteria". :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. un bel match, gli etilisti (minoranza combattiva e preparata) contro gli avvinazzati (zombies di varia provenienza)

      Elimina
    2. Il mitico "Ciccia bomba"!! Quanti romantici sabati sera ci abbiamo passato io e mio marito quando ancora ce lo potevamo permettere....
      Alla sua salute Prof.e a un futuro migliore per tutti!

      Elimina
  31. Potrebbe interessare, in caso contrario cestini pure.


    Un fatto

    "Je suis Renzi!" ha fatto scuola. Martedì il neopremier francese Manuel Valls ha presentato all'Assemblée nationale français un piano lacrime&sangue che, a detta degli aspiranti suicidi in grembiule rosa, dovrebbe permettere alla Francia di riportare il deficit/Pil al 3% entro il 2015, mantenendolo al di sotto nel medio termine (e vabbè...), e al contempo sottrarre voti a destra in vista delle europee (daje...): il Programma di stabilità (o Def che dir si voglia) è stato approvato con 265 voti a favore e 243 contrari, maggioranza variegata con 41 deputati del Pd che si astengono e addirittura due frontisti "de gauche ultramarins" che votano a favore.

    Il menù del "risanamento fiscale" prevede 50 mld € di tagli entro il 2017 (naturalmente per ridurre le tasse su lavoro e impresa...), nel mirino l'"insostenibile" stato sociale francese, la burocrazia statalista, gli sprechi della politica e gli insopportabili privilegi del pubblico impiego (presente gli scatti di anzianità congelati e il blocco del turn over, sì?). Incartato con la medesima propaganda elettorale, nella corsa alla svalutazione interna di prezzi e salari è impossibile non trovare analogie con il programma renziano (ma anche berlusconian-montian-lettiano) di tagli per 32 mld entro il 2016.

    Meno Stato, più Mercato. Finalmente è nato l'asse italo-francese!


    ... e una notizia.

    Durante il talk show politico "Des paroles et des actes" del 10 aprile (en passant, stesso frame in cui inevitabilmente verrà sempre infilato Salvini), davanti al sarcasmo di un piddino che le chiedeva con quale bacchetta magica intendesse eliminare l'euro, Marine Le pen ha dichiarato che se fosse presidente della repubblica indirebbe un referendum sulla permanenza della Francia nell'Eurozona.

    Non una novità assoluta quella di un referendum, a dire il vero, ma perlomeno i francesi saprebbero bene su quale fronte sono schierati i promotori. E non è poco, è il minimo.

    PS_Chi ignora i segnali può incolpare solo sé stesso, tuttavia assistere da contemporaneo al suicidio storico di ciò che è stata una parte importante della sinistra europea è disturbante. Alle urne sarà un bagno di sangue.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riccardo, capisco ciò che dici, ma ho letto cinque minuti fa le dichiarazioni di van Rompuy sull'allargamento territoriale dell'Europa fino a includere tutto tranne la Russia (sai, quelli opporrebbero un po' di resistenza perché sono antistorici); poi aggiunge che non sa se i popoli siano d'accordo, ma lo faranno lo stesso. Ecco: io spero che sia un bagno di sangue questo passaggio elettorale

      Elimina
    2. Guarda, su questo ci tengo a non essere frainteso, e spero che una semplice analisi basata sui fatti non venga confusa con un pregiudizio politico o un auspicio personale.

      Di istinto mi fa godere come un riccio l'idea che questa caterva di traditori, che qualche gattopardo si attarda ancora a definire "gli eredi dellla gloriosa tradizione del movimento operaio", sparisca in un prefisso telefonico. Devono pagare per tutte le loro menzogne, e a CHIUNQUE le smascheri va la mia gratitudine (fuori da ogni logica piddina). E' una questione di sopravvivenza ormai, di giustizia terrena, e razionalmente è necessario affinché il buonsenso rinasca dalle ceneri di una sinistra che ha perso (o si è venduta) la sua ragion d'essere. A chi interessi la cosa, si intende.

      Essendo però contemporaneo agli eventi storici a cui stiamo assistendo, ho anche paura di cosa potrà riempire le sconfinate praterie lasciate libere da questi inutili idioti. D'altronde i vuoti in politica vengono sempre riempiti, in un modo o nell'altro. Speriamo che i bagni di sangue si limitino alle urne e che questa crisi di civiltà non trascini con sé anche il resto.

      Elimina
  32. Onore a un altro caduto
    http://www.ilgiornale.it/news/economia/silenzio-chiude-agnesi-colussi-abbandona-pasta-1015409.html

    RispondiElimina
  33. Prof., sto rileggendo alcuni tuoi posts e noto con dispiacere il processo di occultazione delle voci fuori dal coro; ad esempio sul manifesto è in indice l'articolo “L’uscita dall’euro prossima ventura”, però la pagina è 'sparita', mentre sul fatto quotidiano non appare l'articolo di Giacchè "I GRECI SONO TUTTI COSI’ PIGRI COME DICONO?", reperibile però tramite CDC ed altri

    RispondiElimina
  34. Egregio prof. Bagnai,

    in primo luogo la voglio ringrazia per la straordinaria ed efficace opera di divulgazione che sta facendo.

    Le scrivo dalla Germania, paese in cui lavoro ormai da più di 10 anni, a proposito di un articolo pubblicato sul Journal of Economic Perspectives nell’inverno 2014.
    Come lei può bene immaginare, anche qui come Italia, i lavoratori e cittadini tutti sono sottoposti al lavaggio del cervello quotidianamente con gli stereotipi e le informazioni più distorte e false: quelli del Sud sono die lavativi, adesso ci tocca mantenerli, i nostri prodotti sono i migliori perché dovremmo non vendere all’estero ecc…

    Io credo che, come Lei, per l’Italia e soprattutto per i lavoratori italiani e quelli che un lavoro non l’hanno, l’Euro sia stato un pessimo affare. Però mi sono sempre chiesto come mai i lavoratori tedeschi si siano siano fatti anch’essi abbindolare. Perché, come lei giustamente sottolinea, anche qui i lavoratori non se la passano benissimo. Lei cita giustamente il coefficiente Gini, salito rapidamente con l’introduzione delle riforme del 2003-2004.

    Detto questo avrei sempre voluto sapere come sia stato possibile che in Germania non sia successo nulla, a livello di proteste per aumenti di produttiva notevolissimi, senza adeguamento nei salari reali. L’articolo che cito sopra, e che vorrei sottoporre alla sua attenzione (consultabile qui http://www.cream-migration.org/publ_uploads/CDP_06_14.pdf), arriva alla conclusione che la chiave di volta per capire come ciò sia successo, ovvero perché ‚nessuno ha detto nulla‘, è da ricondurre al presunto ottimo sistema delle relazioni industriali tedesche: meno rigido di quello di Italia e Francia e quindi più efficace nell’affrontare momenti di shock, come quello dell’unificazione tedesca, quello dell’introduzione dell’Euro e quello della crisi del 2007-2008.

    Di qui a dire che in Germania l’introduzione dell‘€ e le riforme Harz sono sono aspetti secondari (citazione dall’articolo: We therefore believe that while the Hartz reforms have contributed to the e therefore believe that while the Hartz reforms have contributed to the recent decline in long-term unemployment and to the continued increase in wage tecent decline in long-term unemployment and to the continued increase in wage inequality at the lower end of the wage distribution, they were not central or nequality at the lower end of the wage distribution, they were not central or
    eessential in the process of improving the competitiveness of German industry. ssential in the process of improving the competitiveness of German industry. Fine della citazione), il passo è breve nell'asserire, secondo gli autori dell’articolo, l’aumento della produttività e quindi la competitività tedesca.


    La mia seconda domanda è invece. Secondo lei un aumento de salari reali dell’ordine del 4,5% su base annua in Germania, (lo so che che non avverrà mai), ceteris paribus, potrebbe impedire la deflagrazione dell‘€ come sostiene l’economista tedesco Heiner Flassbeck?

    Grazie per l’attenzione

    RispondiElimina
  35. Sbobino Bagnai e l'Oste e me lo rileggo ogni sera al posto delle preghierine..

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.