Sento dire da molti che questo Governo starebbe varando una manovra improntata all'austerità. Anch'io avrei preferito una manovra diversa, è sufficientemente ovvio e noto. Ad esempio, avrei preferito che l'innalzamento del tetto al reddito da lavoro dipendente oltre al quale non si può accedere ai benefici della flat tax fosse reso strutturale, anziché prorogato di un solo anno, e magari portato a 40.000 euro, anziché a 35.000. Però chi parla di austerità a proposito di questa manovra semplicemente non sa, o non ricorda, che cosa sia stata l'austerità, o, peggio ancora, vuole fare della scadente propaganda politica.
Vediamo insieme perché: i numeri ci aiuteranno, la loro voce è molto nitida.
Per tutto il dopoguerra fino al 2007, anno della crisi dei subprime, il Pil italiano è andato crescendo secondo una tendenza più o meno lineare:
dalla quale si è discostato di molto poco, nonostante che questo periodo sia stato caratterizzato da conflitti (dalla Corea al Vietnam all'Afghanistan alla Jugoslavia all'Iraq, ecc.), da crisi finanziarie (nei Paesi asiatici, in Argentina, negli Stati Uniti con la bolla delle dot com, ecc.), da crisi delle materie prime (come le due crisi petrolifere degli anni '70...), da sommovimenti sociali (come l'autunno caldo o gli anni di piombo...), e via dicendo.
Poi è arrivata la Grande crisi finanziaria del 2008-2009:
e mentre stavamo ripartendo, in corrispondenza del puntino rosso, è arrivato Monti con la vera austerità. Il risultato è stato che lo scarto fra effettivo e tendenziale aperto dalla grande crisi, che già era di per sé rilevante in termini storici, si è allargato a dismisura e non si è sostanzialmente più richiuso (né è prevedibile che si richiuderà nel prossimo secolo).
Come è potuta succedere una cosa simile?
Così:
A partire dal Governo Monti, e per tutti i successivi Governi, incluso quello gialloverde (che nel 2018 fece la manovra più restrittiva degli ultimi undici anni, con un rapporto deficit/Pil pari a 1.45% nel 2019, superiore solo all'1.32% del Governo Prodi nel 2007), gli investimenti pubblici italiani al netto del deperimento delle infrastrutture furono costantemente negativi. Undici anni di distruzione di infrastrutture pubbliche che hanno rappresentato un freno drammatico alla crescita del Paese e da cui solo il Governo attuale ci ha riscattato, riportando gli investimenti netti in terreno positivo.
La differenza la situazione attuale e l'austerità, quella praticata da Monti su istigazione della lettera di Draghi, emerge bene se si considerano i risultati in termini di crescita dei due trienni 2011-2013 e 2022-2024:
Nei primi tre anni dall'inizio del Governo Monti l'Italia perse il 5% del Pil, nonostante che il contesto internazionale fosse di ripresa, con una Germania che realizzava una crescita cumulata del 3%. Nei primi tre anni del Governo Meloni l'Italia ha realizzato una crescita cumulata di oltre il 2%, con un contesto internazionale estremamente sfavorevole, caratterizzato da tensioni belliche e sul mercato dell'energia e da una Germania in caduta libera con una crescita cumulata inferiore al -1%.
Credo si capisca che non è la stessa cosa. Eppure:
l'idea che Monti abbia salvato il Paese è ancora egemone sui media, nonostante che un confronto fra i dati del Governo Monti e di quello Meloni sia impietoso:
Quale che sia la dimensione scelta (quella della crescita cumulata, della variazione della disoccupazione, o della povertà, o del debito pubblico, o del rating sul debito sovrano) il Governo Monti esce stracciato da questo confronto. Se si considerano i dati, e in particolare la ripresa degli investimenti pubblici netti col Governo attuale, questo risultato non è strano. Quello che è strano è che gli italiani ancora continuino a ritenere che Monti abbia sì distrutto benessere ma almeno risanato le finanze pubbliche, quando invece i dati dicono che le ha compromesse:
(perché distruggendo Pil ha fatto aumentare il rapporto debito/Pil), oppure che Monti ci abbia resi credibili, quando invece ci ha fatto passare per sei declassamenti del debito sovrano da parte di Moody's:
(e analoghi declassamenti da parte di tutte le altre agenzie di rating), cosa non strana, se si pensa che i mercati guardano ai risultati, e dodici trimestri di recessione non sono un ottimo risultato.
Quindi: la quarta manovra di questo Governo è senz'altro criticabile, sono io il primo a non esserne perfettamente contento, ma se non vogliamo sembrare dei faziosi propagandisti spudoratamente ignari di economia per cortesia non parliamo di austerità: l'austerità è stata un'altra cosa, e chi ne parla a vanvera dimostra solo di non aver realmente capito che cosa sia stata e quanto male abbia fatto al Paese.(...questo breve discorso, con queste slides, è stato tenuto il 28 novembre scorso a Chieti, all'incontro "Lavori in corso", in cui abbiamo presentato la manovra di bilancio alle categorie produttive della provincia. Io mi sono occupato di questo inquadramento complessivo, e Gusmeroli da par suo ha evidenziato quali sono i principali provvedimenti e il loro ruolo. Apprezzerete il fatto che si cerca, con delicatezza, di smontare alcuni luoghi comuni. Certo che essere politici espone alla critica di essere in conflitto di interessi: non ci si aspetta che un parlamentare di maggioranza parli male del suo Governo! Tuttavia, i dati hanno una loro voce squillante e nitida, e portarli in sedi simili secondo me qualcosa fa, qualche seme di dubbio lo getta, che magari potrà germogliare. In ogni caso, a me di fare l'ennesimo discorso a base di "valori della Lega", cioè di colla, veniva male, e quindi ho cominciato a fare quello che voi avreste voluto che facessi fin dall'inizio, e che invece secondo me si può cominciare a fare solo ora. Se volete, ho anche la controprova: il discorso molto pedagogico che feci a suo tempo a San Salvo nelle mie intenzioni voleva aprire gli occhi agli astanti, ma nei risultati lasciò scontenti tutti: gli operai che volevano "la soluzione" - non essendo più disponibile la più ovvia, cioè quella di aprire gli occhi prima di entrare nella tonnara!, gli amministratori locali cui sembrava strumentale la politicizzazione di un tema simile, e i colleghi di altri partiti, cui era facile liquidare le mie parole come rigurgito propagandistico di un dilettante della politica paracadutato in un territorio di cui ignorava l'essenza. Non erano quelle le cose che andavano dette, non lì, non allora. Per essere ascoltati in certi contesti bisogna non solo aspettare qu'il arrive beaucoup de choses et de bien cruelles al cortese interlocutore, ma bisogna anche essersi creati una reputazione e un'autorevolezza con la presenza e col rispetto. Altrimenti, hai voglia a trombetteggiare o a Thelmo&Louiseggiare! Sui social funziona, ma nella vita vera no. Ecco, da qualche tempo a questa parte ho la sensazione che si possa cominciare a far aprire gli occhi alla gente, e naturalmente, come vedremo più avanti - nel discorso numero tre - un pezzo di questa apertura a nuove possibilità dipende dal fatto che Uva e er Piroetta ci hanno sorpassato a sinistra, per cui ora possiamo presentare le nostre idee come se fossero loro, sfruttando la reputazione -cioè la forza - dell'avversario. Chiaro, no?...)
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