Approfitto di una serena e ordinata digestione per soddisfare delle curiosità rimaste insoddisfatte in alcuni post precedenti, in particolare questo e questo, che avevano ad oggetto la dinamica dei salari e la distribuzione del reddito (tema centrale delle nostre riflessioni). Col vostro permesso, parto da una curiosità venuta a me, e poi passo alle vostre.
La quota salari al tempo dei colonnelli
Nel post precedente abbiamo visto che in Grecia la quota salari calò drasticamente al tempo dei colonnelli. Siamo abituati in effetti a pensare che lo scopo del fascismo sia questo: sovvertire la distribuzione dei redditi a vantaggio del capitale, e non importa se chi lo fa sia il Mussolini che piaceva a Churchill o il PD che piaceva a l'Europa: sempre quella roba lì è. La fenomenologia quindi non ci stupisce (con buona pace per chi ancora crede al mito dell'asinistra o della destr'asociale), ma mi era rimasta una curiosità: il crollo della quota salari era dipeso da una repressione del numeratore (salari) o da un'esplosione del denominatore (Pil)? Intendiamoci: se un rapporto diminuisce, è chiaro che la dinamica del numeratore è meno sostenuta di quella del denominatore. La domanda quindi è se si riesca a intravedere nei dati un chiaro cambiamento di struttura in uno (e solo o prevalentemente uno) di questi due elementi.
La formula della quota salari nel database AMECO è questa:
ALCD0 = [(UWCD:NWTD):(UVGD:NETD)]x100
dove UWCD sono i redditi da lavoro dipendente, NWTD sono gli occupati dipendenti, UVGD il Pil (nominale) e NETD gli occupati totali, le variabili sono queste:
(ho evidenziato in azzurro le date corrispondenti al periodo dei colonnelli) e sì, si vede che la crescita del numeratore è stata inferiore a quella del denominatore, ma non si vedono cambiamenti di struttura particolarmente apparenti nelle due serie:
Per razionalizzarlo secondo le nostre categorie ho anche calcolato l'andamento della quota salari come rapporto fra salario reale e produttività:
dove RWGD è il salario reale calcolato come (UWCD/NWTD)/PVGD e PVGD è il deflatore del Pil (nota: noi usiamo invece il deflatore dei consumi), e RVGDE è il prodotto per occupato, calcolato come OVGD/NETD e OVGD è il Pil reale. Il rapporto fra queste due serie ha esattamente la stessa dinamica della quota salari ALCD0:
anche se non le stesse unità di misura (differisce di un fattore di scala costante che dipende dalla scelta delle basi dei prezzi, non vi annoio con inutili dettagli), ma insomma il punto è che se vogliamo riassumere la storia della crescita di salari reali e produttività in Grecia suddividendola per periodi storici non troppo arbitrari quello che otteniamo è una roba simile:
che è come dire che si vede quando i colonnelli se ne sono andati (dal 1975 al 1981 il salario reale recupera sulla produttività, e quindi la quota salari cresce) ma, a differenza di quanto si poteva pensare, non si vede quando sono arrivati (nel periodo precedente al loro arrivo il salario reale cresceva di circa tre punti meno della produttività, più o meno come durante la dittatura, e quindi la quota salari scendeva a un ritmo sostanzialmente analogo a quello che avrebbe manifestato durante la dittatura).
Incidentalmente, l'altro periodo di recupero dei salari reali è stato il 2002-2007, dall'ingresso nell'euro alla crisi, e il nesso credo lo vediate (sia con l'ingresso che con la crisi).
Questa però era una curiosità mia, vengo alle pregiate curiosità vostre.
L'incidenza delle ore di straordinario
marcellocamaioni ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "I salari reali: un aggiornamento":
Una curiosità. Da circa 3 anni si assiste ad un incremento delle ore lavorate marcatamente maggiore rispetto a quello degli occupati, percui durante questo periodo in media ciascun lavoratore lavora più ore all'anno rispetto ai periodi precedenti (qualcosa di simile si vede anche megli anni precedenti l Covid). E' presumibile che ciò sia dovuto ad un aumento delle ore di straordinario, che pur prevedendo un incremento della retribuzione oraria per il lavoratore, probabilmente costa globalmente meno all'impresa (nel computo non si tiene conto di 13°, TFR e vi è uno sgravio dei contributi sociali). E' questo uno dei modi in cui si tenta di aumentare i salari reali per occupato senza compromettere la competitività aziendale? Qual è l'andamento nel tempo del salario medio orario reale o delle unità di lavoro equivalenti?
Pubblicato da marcellocamaioni su Goofynomics il giorno 24 dic 2025, 20:10
Ne abbiamo già parlato quando abbiamo affrontato il tema della scelta dell'input di lavoro nel calcolo del salario reale. Il fenomeno è descritto da questo grafico:
e in effetti, visto che l'andamento delle ore lavorate è più prociclico di quello degli occupati (per il semplice motivo che quando l'attività rallenta, può essere razionale fare labour hoarding anziché affrontare i costi di un licenziamento, e quindi le ore lavorate scendono più rapidamente degli occupati, mentre quando l'attività accelera può essere razionale aumentare le ore lavorate anziché affrontare i costi di una assunzione, e quindi le ore lavorate aumentano più degli occupati), ci aspettiamo che se rapportato all'ora lavorata il salario reale cresca meno nelle fasi di espansione dell'economia (dato che in questo caso il suo denominatore cresce di più).
Anche questo lo avevamo constatato a suo tempo:
ma vi ripropongo le due misure del salario reale (per addetto e per ora lavorata) aggiornate e in modo confrontabile.
Intanto, può essere utile vedere come si sono mosse le tre misure dell'input di lavoro, sia in migliaia:
che sotto forma di numero indice:
Si constata che l'accelerazione delle ore lavorate rispetto agli occupati negli ultimi anni in realtà tende a chiudere il divario che si è aperto con la recessione di inizio secolo ma soprattutto con la Grande crisi globale del 2008 (e successiva austerità), un divario determinato verosimilmente dalla diffusione di lavoro part-time (mentre ovviamente la dinamica delle ore lavorate è fortemente correlata a quella delle unità di lavoro equivalente).
Possiamo poi replicare i calcoli sulla retribuzione in termini reali riferendoli all'ora lavorata:
e confrontare l'andamento delle due misure ottenute:
dove ovviamente siccome al tempo del COVID molti dipendenti erano pagati per non lavorare (e quindi il picco verso il basso delle ore lavorate è molto più pronunciato di quello degli occupati) si assiste al paradosso statistico secondo cui nel Governo Conte II si sarebbe registrato un picco inusitato delle retribuzioni medie orarie, il che influisce anche sulla graduatoria dei Governi, che cambia in questo modo:
sempre con Draghi in ultima posizione, per il cumulo della sorpresa inflazionistica e dell'artefatto statistico che porta il Conte II in prima posizione.
Quindi sì, ci sono ovviamente delle differenze nel profilo del salario reale commisurato all'ora lavorata o agli occupati, ma queste non alterano sostanzialmente le conclusioni del nostro discorso, secondo cui il Governo attuale è quello che ha registrato la migliore dinamica salariale in termini reali (escludendo l'esperienza estrema del Conte II, che operò in condizioni eccezionali a causa dei lockdown).
...e la Spagna?
Omar ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "La quota salari al tempo del fascismo":
A me è venuta la curiosità di vedere l'andamento della mitologica Spagna.
Pubblicato da Omar su Goofynomics il giorno 26 dic 2025, 16:42
La risposta potrebbe essere: "E allora vattela a guardare, visto che ti ho dato tutti i riferimenti per poterlo fare!", ma Omar è un lettore attento e quindi eseguo:
Le dinamiche della Spagna sono simili a quelle dell'Italia ma più accentuate: più accentuata la discesa dopo la crisi del 2009, più accentuata la risalita durante il COVID, con un'unica eccezione: la ripresa della quota salari nell'ultimo triennio è meno accentuata (ma la Spagna dal 2020 si trova su un livello superiore al nostro).Mi sembra di non aver dimenticato nulla, ma se ci sono altre curiosità potete esprimerle e cercheremo di soddisfarle (la quota salari di Russia e Cina no, non sono riuscito a trovarla da nessuna parte...).
Lei soddisfa le curiosità, ma Claudio ne crea di altre... Una la creata nella diretta di mezzanotte, ma si è fermato prima di fare una rivelazione ai limiti del consentito 😆
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