mercoledì 3 dicembre 2025

I negazionisti dell'austerità

Ogni genocidio ha i suoi negazionisti.

Poteva l'austerità mancare all'appello?

Mi sono imbattuto nella cloaca di Twitter in un didascalico e sussiegoso divulgatore:

il cui specifico ambito di expertise mi sfugge, ma che non manca di buona volontà. Egli desidera illuminarci sul nostro futuro e a questo scopo ha scritto un libro che vuole vendere. A servizio di questo lecito scopo, srotola thread dai toni protrettico-parenetici, ghirlande di riverite opinioni e di risaputi grafici che male non fanno, anzi!, pur non essendo sempre illuminanti come l'enfasi di chi ce li propone vorrebbe lasciarci supporre.

Uno degli ultimi è qui e riguarda un tema da noi spesso affrontato, quello della natalità. Me lo sono letto, mi suonava vuoto, pensandoci un attimo ho capito che cosa non mi convinceva e l'ho detto (si può, vero?):


Le querimonie sulla natalità che non tengano conto del più violento e protratto shock economico subito dal nostro Paese dall'Unità in poi mi lasciano in effetti se non freddo, tiepido. La risposta del Leonardi, a dire il vero non piccata e costruttiva (l'uomo ha un buon carattere, io no), mi lascia ulteriormente perplesso: mucho texto e una implicita accusa di cherry picking che però denotano solo una certa ignoranza dei fondamentali e la necessità di un supplemento di istruttoria.


Insomma, il nostro amico ci dice che l'economia non c'entra, che il problema è più complesso e guidato da i dettami della Modernità (con la maiuscola), dall'individualismo, dalla secolarizzazione (con o senza la prima "e"), dal benessere, e così via, in un affastellamento di cause spirituali tutte esteticamente plausibili, nobilitate come sono dall'essere platonicamente astratte dalle contingenze materiali.

Peccato che, nel far questo, l'amico mostri un grafico che evidenzia esattamente il problema che cercavo di fargli capire: come mai le nascite, che in Italia erano sostanzialmente stabili dal 1985 (pensa un po' le coincidenze: da quando l'inflazione tornò a una cifra!) crollano dal 2012 in poi? Per non rispondere a questa domanda il buon Leonardi usa un espediente dialettico furbesco: risponde a una domanda che non ci eravamo posti, cioè perché le nascite calino dal 1964 al 1984. Nice try! Al bar di Lettomanoppello (o di Macchia Scandona, o di Monticchiello...) potrebbe funzionare, ma questo bar, il nostro bar, è molto mal frequentato (da noi), e chi ci entra deve fare attenzione.

Vediamo perché, dividendo il problema in due...

Dal 1964 al 1984

Sui motivi che hanno determinato il calo demografico in questo periodo ci siamo già esercitati ad esempio qui, evidenziando come in particolare da noi, ma non solo da noi, appaia una correlazione piuttosto forte fra la diminuzione strutturale delle nascite e l'aumento strutturale della disoccupazione, legato come sapete al rafforzarsi dell'integrazione monetaria (la necessità di competere al ribasso sui salari è necessità di competere al rialzo sulla disoccupazione):


Ora, questa è naturalmente una delle spiegazioni possibili, che non pretende di essere esaustiva. In generale osservo che questo dibattito non è fra chi dice che solo una variabile economica spieghi tutta la varianza delle variabili demografiche, e chi più saggiamente afferma che il fenomeno è multifattoriale. No, funziona al contrario: il dibattito è fra chi strenuamente negaziona la rilevanza dei fondamentali economici, e chi invece desidererebbe che venissero considerati anch'essi, tanto più che molte spiegazioni asseritamente alternative (la modernità, la sociologia, l'individualismo...) in realtà sono anch'esse esprimibili e misurabili in termini macroeconomici.

Ad esempio, gli anni cui ci riferiamo sono stati anche anni di profondo cambiamento strutturale dell'economia:


ed è sufficientemente ovvio che nel periodo di cui trattasi il passaggio da un'economia rurale (con una diminuzione di oltre 8 punti percentuali della quota di Pil del settore primario) e la terziarizzazione dell'economia urbana (con un aumento di oltre 15 punti della quota di Pil dei servizi), che sono misurabili in termini di variabili macroeconomiche, sostanziavano appunto quel transito verso la modernità di cui parla il nostro nuovo amico. Io però non userei per la modernità la "M" maiuscola di Messia, ma la "m" minuscola di merda, perché alla fine questa modernità altro non è stato che il riuscito tentativo di convincere le donne a lavorare con l'illusione di emanciparsi, affinché un nucleo familiare potesse sopravvivere percependo due mezzi stipendi al posto di uno, in un'epoca in cui il potere d'acquisto dei salari smetteva di crescere:


(una cosa che secondo me ha più a che fare con la schiavitù che con l'emancipazione, ma io sono strano).

Dal 1985 in qua

Ora, cari amici, il punto qual è?

Che dato per riconosciuto e assodato ciò che è ovvio, ovvero che fino alla metà circa degli anni '80 il cambiamento strutturale è una concausa delle dinamiche demografiche, e quindi se volete un fattore confondente nella relazione causale fra alcuni fondamentali macroeconomici (come gli investimenti pubblici) e la demografia, a partire dagli anni '90 il cambiamento strutturale sostanzialmente è avvenuto: l'inurbamento e la terziarizzazione non dico si arrestino, ma procedono in modo sostanzialmente impercettibile, la crescita della produttività si arresta anch'essa, come quella dei salari, la configurazione degli altri fondamentali si stabilizza come sapete (se avete dubbi o domande siamo qui), e così si stabilizzano i nati vivi, fino al 2011:

Questo sostanzialmente significa che lo shock causato da Monti nel 2012 non solo è il più rilevante nella storia del Paese, ma è anche il primo a poter essere osservato "in purezza", come direbbe il nostro amico Riccardo, ovvero ceteris paribus, come diciamo noi economisti. Nel 2012 la modernità con la "m" di merda era già arrivata da un bel pezzo ed era quindi ampiamente scontata nelle aspettative di chi avesse voluto progettare una famiglia. Quello che nessuno poteva aspettarsi era quello che non c'era mai stato: il dimezzamento degli investimenti pubblici lordi con rovesciamento di segno degli investimenti pubblici netti!

Più in generale, visto che un gruppo di controllo può senz'altro aiutare a evidenziare il fenomeno, è difficile negazionare che l'austerità sia un problema se si confrontano le dinamiche demografiche dei Paesi che l'hanno implementata con quelle dei Paesi che glie l'hanno imposta, e farlo è facile, ad esempio usando i dati del grafico qua sopra:


Occorre commentare?

In Grecia, Italia e Spagna si partiva da un trend più o meno debolmente crescente, e dal 2011 il crollo è di circa un terzo dei nati vivi. In Austria, Germania, Olanda il trend invece era negativo e si inverte (come in Germania) o si arresta (come in Austria) o prosegue più o meno allo stesso ritmo (come in Olanda) ma da nessuna parte si accentua drammaticamente al ribasso come nei Paesi cui è stata imposta l'austerità.

Conclusioni

Vedo affacciarsi al Dibattito tanti giovani volenterosi, che vanno senz'altro incoraggiati nel tentativo di trasformare il loro dibattito in un Dibattito. Vanno però anche messi in guardia! Chi il Dibattito l'ha frequentato sa che uno dei punti di minore decenza è stato toccato qui:

Per anni abbiamo ritenuto che non si potesse andare oltre questo culmine di slealtà intellettuale deontologicamente raccapricciante, e non vorremmo pensare che invece lo zelo del neofita spinga alcuni a superare tanto orrore! Perché questa persona che non nomino, e che non ho nominato nemmeno in aula quando ho ricordato la sua prodezza nella mia dichiarazione di voto contrario al MES, per quanto sia non è arrivato fino al punto di negazionare che l'austerità abbia ucciso dei bambini. Il nostro nuovo amico, invece, sembrerebbe (ma sicuramente ho capito male io, e ora che mi sono spiegato meglio probabilmente mi aiuterà a cambiare idea) che voglia negazionare quello che perfino coso qua sopra non ha avuto il coraggio di negazionare. Ecco: facciamo attenzione, perché qui non c'è solo un problema che è oggettivamente serio per il futuro del Paese (e occuparmene è il mio lavoro, e su questo stiamo facendo un'indagine conoscitiva). Qui ci sono anche le sensibilità giustamente esasperate di chi sa riconoscere una strage degli innocenti quando la incontra.

La modernità con la "m" di merda non deve, o meglio non dovrebbe, obliterare l'umanità con la "u" di uomo.

(...and woman...)

40 commenti:

  1. La cosa interessante é che dopo una lunga disamina che a quanto pare ascrive le cause alla sfera culturale della sinistra lib-dem (l'amico da involontariamente ragione a chi sostiene che tutto ha avuto inizio col '68) ignorando le cause macroeconomiche realizzate dalla sinistra lib-dem e si voglia rispondere con una soluzione della sfera culturale lib-dem: i migranti che ci pagheranno le pensioni...

    Insomma, la sinistra non funziona? Ci vuole più sinistra....

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  2. Se di interesse: https://labdisia.disia.unifi.it/area01/pubblicazioni_DS/wp/2011/wp2011_04.pdf

    https://www.researchgate.net/journal/Population-Space-and-Place-1544-8452/publication/396866174_Housing_Expenditure_and_Births_in_Italy/links/68fbb1d302d6215259be667c/Housing-Expenditure-and-Births-in-Italy.pdf?_tp=eyJjb250ZXh0Ijp7ImZpcnN0UGFnZSI6InB1YmxpY2F0aW9uIiwicGFnZSI6InB1YmxpY2F0aW9uRG93bmxvYWQiLCJwcmV2aW91c1BhZ2UiOiJwdWJsaWNhdGlvbiJ9fQ

    Si tratta di studi che mettono in relazione la sicurezza abitativa con il tasso di fertilità e forniscono un po' di dati.
    Sicuramente (considerando le conclusioni del primo articolo) favorire gli affitti lunghi rispetto a quelli brevi aiuterebbe. Non capisco perchè la Lega si sia opposta in tal senso nella manovra.

    Qui (https://www.elibrary.imf.org/view/journals/002/2024/241/article-A001-en.xml) è possibile confrontare il tasso di fecondità italiano con quello delle altre nazioni negli anni.

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    1. La questione affitti brevi/lunghi è una conseguenza, non la causa del problema.
      Disincentivare l'affitto breve porterebbe i proprietari di quegli immobili a non affittare affatto.

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    2. Capisco il generoso tentativo “de sinistra” di sparare fumogeni per scrollarsi di dosso la responsabilità politica e morale di aver sostenuto politiche criminali, ma in tutta sincerità e serenità il tema abitativo non mi sembra così determinante. Vorrei anche capire che cosa significa che ci saremmo “opposti agli affitti lunghi”. Fra le non poche cose che la sinistra deve capire di questo Paese ce n’è una che per chi vuole essere di sinistra non dovrebbe essere un dettaglio: la sua struttura socioeconomica. In Italia, ma anche ovunque, il tema della sicurezza e in particolare quello della difesa dei diritti di proprietà, sono temi di sinistra. L’Italia è un paese di piccoli proprietari, che hanno investito nella proprietà immobiliare i loro risparmi, e che sono restii a dare in affitto le loro case in un Paese che esprime un europarlamentare che sostiene il diritto a espropriare la casa altrui. La sinistra della guerra fra poveri non ha futuro (ma non lo capisce).

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    3. Ma io sono di destra, non di sinistra. E la mia famiglia ha anche le case.

      Il punto è che aver trasformato le città in parco divertimenti per turisti non mi sembra sia stata una buona idea. Oltre a ciò, secondo lo studio, l'alto costo degli affitti incide negativamente sulla demografia.

      Oltre a questo, la piattaforma principalmente usata per gli affitti, si porta il malloppo delle commissioni all'estero.

      In ultimo: era nella bozza della manovra di destra la proposta di tassarli di più (e io ero d'accordo), non di sinistra.

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  3. Lo cherry picking è una specialità degli economisti per portare avanti teorie che a loro piacciono di più. Il tema della natalità c'è e occorrono delle soluzioni, fatte anche di incentivi economici.

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    1. Naah, Non è solo una questione "economicistica".
      Gli e' che ci vogliono "sostituiti" proprio, e che a questo, ovviamente e quantomeno finché non verrà ANCHE "la "guerra" , l' economia è l' arma più forte" ( semicit.)

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    2. Eh, quella della "sostituzione" non me la togliete dalla testa neanche a me.....

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  4. Per caso fra i tanti grafici postati dal Leonardi c'è anche quello dell'emigrazione della coorte dei "giovani"? Essendo io uno dei neolaureati che lasciarono l'Italia in quegli anni, mi chiedo se consideri il fenomeno che fu un'ovvia conseguenza della crisi economica montiana: economia va a rotoli -> neolaureati vanno all'estero -> neolaureati non generano figli in Italia.

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    1. Questa credo sia una delle false idee che hanno inculcato con tanta propaganda, cioè che il problema per il paese fossero gli high qualified che andavano a fare gli expat.
      L’istat dice
      “ i giovani fra i 25 e i 34 anni espatriati fra 2012 e 2021 sono circa 337mila, di cui oltre 120mila laureati.” ( https://www.istat.it/news-dati-alla-mano/italiani-che-rimpatriano-italiani-che-espatriano/ )

      Nello stesso periodo sono emigrate in totale circa 1 milione di persone ( https://www.istat.it/it/files/2024/05/Migrazioni-interne-e-internazionali-della-popolazione-residente.pdf )

      E in tutto questo non approfondiamo un tema che potrebbe essere caro a chi cerca cause morali nei processi economici, cioè il fatto che gli ingegneri siano inscopabili :) (davanti a tali tragedie a me non resta che ridere, scusate)

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    2. Grazie per aver fornito dei dati.

      Rileggendo il mio commento mi rendo conto di essere stato ambiguo, perché prima ho parlato di "giovani" e poi di "neolaureati". In realtà i secondi sono soltanto un sottoinsieme dei primi. Il problema cui volevo riferirmi non sono gli "ingegneri inscopabili" ma piuttosto i giovani tra 25 e 34 anni. 337 mila emigrati sono parecchi se consideriamo che provengono tutti da una coorte ben specifica: quella tra i 25 e i 34 anni, cioè quelli che dovrebbero mettere su famiglia e fare figli.

      Al tempo stesso, ammetto che credevo fossero ancora di più. Capisco che non è la variabile principale, ovviamente. Ma anche con questi numeri, il fenomeno non mi sembra irrilevante.

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    3. Forse un tema da approfondire potrebbe essere, anche in questo caso, che cosa è successo nel decennio precedente. Poi ci guardo.

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    4. La battuta sugli ingegneri era, appunto, una battuta, per rimarcare che i neolaureati emigrati forse non avrebbero figliato tanto, ma gli altri 200mila nella fascia 25-34 si, eccome.

      Rimane il problema che se ne vanno via tanti (e magari nella fascia 25-34 il 30% di laureati è proprio statisticamente irrilevante, nel senso che in quella fascia d’età il 30% degli italiani è laureato, indipendentemente dall’emigrare o meno), per cui l’identificazione emigrati=neolaureati è stata promossa per difendere il solito discorsetto autorazzista che l’Italia è governata da incompetenti e invece all’estero sono tutti donne bionde e competenti etcetc…

      Ps: le statistiche di emigrazione degli ultimi 2-3 anni danno la percentuale di neolaureati tra gli emigrati italiani giovani al 40-50%. Ma si fa notare come tanta emigrazione sia di “italiani nati all’estero”, ovvero persone che sono venute in Italia per prendersi un passaporto europeo. Magari sono argentini nipoti di gerarchi nazisti che studiano alla Bocconi, ma grazie ad un bisnonno del Cilento da parte materna possono prendere la cittadinanza … si scherza eh, la Bocconi ha tanti bias ma forse non questo.


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  5. Grazie per protrettico-parenetico, Guru.
    Con lei si impara ogni giorno qualcosa.

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  6. Il pensiero che le donne siano state usate come esercito industriale di riserva era un po' di tempo che lo avevo: oggi ho avuto la conferma che forse avevo visto giusto. Il capitale ha una naturale predisposizione a cavalcare nobili cause in funzione dei suoi molto meno nobili fini.

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    1. Ma è e era una cosa molto ovvia, si poteva pensare davvero che lo facessero per migliorare la condizione femminile? In casa lo sentivo dire dagli anni '70, così come le considerazioni sulle conseguenze che avrebbe avuto sulla famiglia e i figli. Se fai qualcosa per qualcuno, è quantomeno sospetto che tu glielo faccia desiderare come l'unica aspirazione possibile. Il marketing del benessere è, appunto, marketing, per il quale il benessere è un prodotto che si ha interesse a vendere a un prezzo più caro di quanto si mostri. E per quanto riguarda il Capitale e le nobili cause, non è da oggi che ogni serpente offre una mela e che accettandola si finisce per conoscere il Male.

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    2. Il capitale ha forte propensione a mercificare tutto, e la sinistra progressista raramente ha il buon gusto di non manifestare il proprio favorevole entusiasmo: si veda anche l'utero in affitto negli anni '00 e l'eutanasia negli anni '20. Tutti temi che andrebbero affrontati con il bilancino del farmacista etico, ma che il capitale ovviamente spinge e che la sinistra arcobalenata sposa a suon "e a te che toglie?" "l'importante è l'ammmore". Perchè nella coscienza sociale del ragazz* arcobaleno, quell* pront* a lottare contro i fascismi nostalgici, non si agitano mai pensieri angoscianti su un tecno-fascismo che sta diventando la cornice huxleyana (intendo Aldous Huxley, quello di Brave New World) del nostro quotidiano: coppie, se non ricche, benestanti, gay o etero, che si comprano la gestazione (o il figlio che non potrebbero avere); anziani soli in una società atomizzata che, una volta spremuti di ogni avere, possono essere tranquillamente e definitivamente rottamati, così che non diventino un "peso" economico per la società.
      Per loro, i ragazz* arcobaleno, è sempre progresso verso una società libera e realizzata, dove, in sintesi, loro pensano che ognuno potrà far il cazzo che vuole, senza alcun vincolo (qui è dove la Tatcher si bagnerebbe, scusate il francese); peccato che, nella realtà, sarà un mondo dove faranno senza rendersene conto quello che vogliono i pochi che avranno il controllo del capitale e della tecnologia.

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  7. Su X ha detto che "non daremo il pretesto per farci tirare giù con un golpe tecnico, come fecero con Berlusconi"
    Cosa significa? Il pretesto può essere anche solo esistere, fuori dal mondo PD, oppure una norma che afferma che l'oro è degli italiani.

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    1. Beh, direi di no. Lo spread sotto 70 significa che stiamo usando la forza dell’avversario…

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  8. Come sempre grazie Prof, un tema che mi sta molto a cuore...e che chi insegna lo vede chiaramente ,anno per anno.....

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  9. credo che la natalità sia dovuta al fatto che la globalizzazione cerca persone da sostituire con facilità non da tenere per più tempo che con l'entrata dell'unione monetaria non potendo salutare la moneta devi svalutare il salario lo stipendio quindi non puoi mantenere un figlio con uno stipendio basso o misero che con la narrazione che per emanciparsi la donna doveva lavorare quasi come un obbligo non una scelta poveta anche farlo ma i media mainstream i giornaloni parlavano di emancipazione con il risultato che le donne credono sia più importante pubblicare il lavorare che fare i figli che con l'austerità hanno distrutto il paese facendo tagli tasse quindi l'economia con la natalità c'entra eccome insieme a queste variabili chi dice che l'economia in queste variabili non c'entra o è ignorante o e in malafede #tuttoqua 😇

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  10. Certamente l’austerità ha inciso su tanti aspetti della nostra vita, natalità inclusa. Tuttavia vorrei rimarcare che dagli inizi degli anni 70 con l’istituzione del divorzio e la conseguente esplosione delle separazioni il mondo del consumo è cambiato radicalmente. Divisa la coppia, raddoppiata la necessità di appartamenti, lavatrici, TV, automobili (e chi più ne ha più ne metta). Conseguenza di un liberismo in via di sviluppo? Comunque già da allora la natalità calava sensibilmente. Certo che svalutato il lavoro e di fatto dimezzati gli stipendi fare figli è sempre più difficile. Monti ha le sue colpe, ma non è l’unico responsabile.

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    1. Sentite, io capisco che andiamo tutti di fretta, succede anche a me, tutto comprendere è tutto perdonare. Quindi senza incazzarmi e col sorriso sulle labbra ti faccio notare che stai commentando un altro post e un altro dibattito. Quello che stai commentando tu è il dibattito fra uno che dice che è solo colpa di Monti, e molti che approfondiscono la complessità delle cause. Il Dibattito, invece, vede molti che negano la rilevanza del più grande shock macroeconomico della nostra storia, che negano in generale l’importanza dei fattori economici, e uno (io) che senza ignorare ma anzi dettagliando le componenti sociali e culturali di lungo periodo (e declinandole nella loro dimensione economica come cambiamento strutturale) dice che se non si riflette ANCHE sul più importante shock macroeconomico dell’intera storia italiana difficilmente si capirà come risalire la china.

      Per la definizione di ANCHE suggerisco questo link:

      https://www.treccani.it/vocabolario/anche/

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  11. Da amante della filosofia della scienza, voglio notare delle caratteristiche molto interessanti dell’approccio del soggetto. Il primo: la deresponsabilizzazione. Dire che la denatalità sia un qualcosa di strutturale e quindi indipendente dalla politica economica ha la funzione di deresponsabilizzare l’Europa e la politica italiana, la quale può ritenersi aliena da dinamiche che, come lei ha ben spiegato, senza l’austerity sarebbero state più gestibili. Questo fenomeno, quello della deresponsabilizzazione, è stato usato anche quando si citava la crisi del 2008 per giustificare la stagnazione economica europea e italiana: essendo la crisi del 2008 una crisi di derivazione americana, si toglieva così qualsiasi responsabilità politica all’Europa, rappresentata come una vittima di fenomeni ineluttabili. Detto ciò, c’è un’altra dinamica importante: Sartre, parlando del modo in cui i comunisti descrivevano l’URSS, citava un atteggiamento che condividono con gli europeisti, ossia la tendenza a negare i fatti ( e quindi i dati ) sulla base del fatto che, visto che le teorie comuniste avevano predetto che l’URSS sarebbe stata un successo, allora bisognava distorcere (o perfino negare) le analisi sulle reali condizioni in cui riversava la popolazione dell’URSS solo per auto confermare le proprie tesi; allo stesso modo con cui gli europeisti non leggono i dati per trarne delle tesi, bensì distorcono (o negano) il dato per portare acqua al proprio mulino, spacciando per atteggiamento scientifico un atteggiamento idealista, romantico potremmo dire, ma non di certo scientifico. La scienza, in re ipsa, mette al primo posto la dimensione del dato al quale le tesi si devono piegare semmai i dati non concordino: loro invece distorcono i dati affinchè questi combacino costantemente col loro approccio, al prezzo anche di negare talvolta la dimensione fattuale. Insomma, sono vittime della loro stessa propaganda( che confondono con la realtà, proprio come i comunisti ).
    Un saluto

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    1. Concordo, bell'intervento. Deresponsabilizzazione attraverso l'astrattezza.

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    2. La denatalità, come ogni fenomeno sociale, è certamente dovuta ad un complesso di cause, in parte economiche e in parte legate alla visione di mondo dominante. In pratica ci sono diverse spinte che convergono: le ristrettezze economiche (alias austerità) che rendono più difficile sostenere il costo dei figli, l'individualismo edonista che induce ad evitare di sacrificare i propri interessi per i figli, la spinta a mettere i sessi l'uno contro l'altro che ovviamente rende meno facile la costruzione di una famiglia destinata ad avere figli e la demonizzazione delle strutture famigliari tradizionali (che sono state storicamente strutturate per tutelare i figli). Aggiungiamo anche la retorica decrescista e ecologista di matrice neo-malthusiana, che agisce a livello subliminale, fornendo la "scusa morale" per le scelte individuali. Il tutto, ovviamente, teso a creare il cittadino economico perfetto: individualista, consumatore in misura tale da non risparmiare, lavoratore pagato quanto serve per continuare a consumare nei termini di cui sopra e pagatore di tasse. Alla fine dei conti il meccanismo è evidente: le ristrettezze economiche che derivano dall'austerità (che a sua volta è figlia dello Zeitgeist liberal-liberista) forniscono alle persone la ragione concreta (e dunque, direi, il catalizzatore) che consente allo zeitgeist stesso di attuarsi. Sono due aspetti del medesimo fenomeno sociale-storico, dunque ha poco senso separarli e sostenere che le motivazioni della denatalità non siano economiche. Poi ovviamente se uno è marxsista nell'impostazione vedrà lo zeitgeists come sovrastruttura dei rapporti di classe, mentre se uno ha presupposti ideologici diversi, forse vedrà l'austerità come conseguenza di un certo zeitgeist, ma in ogni caso è evidente che la dimensione economica è, a livello concreto, una concausa del fenomeno della denatalità.

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    3. Insomma: se i dati e le teorie non si trasformano in realtà..... tanto peggio per la realtà!

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  12. Interessante ,come sempre ; curioso che anche Monti inizi con la m; addirittura sinonimo di montagne...

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  13. ***una cosa che secondo me ha più a che fare con la schiavitù che con l'emancipazione,***
    In effetti anche "il capitalismo" de l' impero romano aveva questo problema che quei bastardi di schiavi non figliavano abbastanza , ragion per cui bisognavano sempre di procurarsene di nuovi altrove con " decreti flussi" ante litteram
    Poi smisero di figliare anche i romani e fu la fine

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  14. e intanto, mentre parliamo, la Spagna "rinuncia" ad una fetta sostanziosa dei prestiti PNRR perchè "non convenienti" o perlomeno, a fronte del risparmio di "du spicci" almeno li spendono come cazzo pare a loro (probabilmente sbagliando investimenti come credo, ma sono comunque liberi di sbagliare).

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  15. In un infimo bar dello sport di Cisternetto del cammino sul Nembro pare abbiano esclamato : "porcapupazza, la Virtus cerretese ha sfidato il Real Madrid e ne è uscita asfaltata" !
    Mario M. (NON monti però !)

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  16. Questo è uno dei suoi post più amari da digerire, professore. Tanto vero, quanto amaro. Disumanità pura.

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  17. Gentile professor Bagnai, sono una sua (recente lettrice), da ben più a lungo ascoltatrice (YouTube). Ieri ero, casualmente, ad una lezione fatta dal Presidente della BC Olandese. Egli era tutto contento di come la "cura austerità" avesse messo apposto i conti di Grecia, Spagna ed Italia... . A suo favore però devo riconoscere di come almeno abbia capito quanto ha fatto comodo al suo paese ed alla Germania la moneta unica indebolita da paesi come il nostro. Lo considero un enorme passo avanti all'unico Presidente olandese della BCE.
    Riconosco inoltre al professore (è pure quello) una grande cortesia e disponibilità, grazie alla quale ho potuto porre la domanda se : "Invece di toccare solo il tasso di interessi, la BCE non avesse intenzione di fare un acquisto di debito pubblico, in quantità molto inferiori al QE di Draghi. Allo scopo di diminuire la pressione in Belgio e Francia, dare alla Germania la possibilità di investire in infrastrutture, far rientrare dall'estero un po' di debito pubblico spagnolo, infine, anche a noi Italiani non sarebbe esattamente dispiaciuto avere più liquidità da investire." La risposta è stata: "La BCE non può fare politiche di acquisto di quantità importanti di titoli di Stato a meno ché, il mercato non abbia enormi distorsioni che non consentono il normale collocamento di tali titoli." Io l'ho inteso come un educato e disponibile "non siamo qui per chiudere gli spread". Da qui penso che anche Francesi e Tedeschi vedranno un bel punto di flesso nei nati vivi.
    Cordiali Saluti

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    1. Interessante. Ma sarà difficile che non intervengano per chiudere lo spread della Francia, e si dice che lo stiano già facendo.

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  18. Pensavo di scrivere un piccolo inciso sul lavoro femminile, ma vedo che non sono il solo (@maurizio_59). Vedendo sempre piu' donne anelare a un lavoro, spinte da una propagandata emancipazione, ho pensato che gli stipendi dovessero per forza scendere per "troppa offerta". Ci sarebbe da discuterne molto, per non essere banali, ma questo e' stato sempre un mio pensiero da quando ho imparato che esistono domanda e offerta.

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    1. Che poi, è peggio di così. Non solo "due lavori a mezzo stipendio", ma soprattutto un lavoro che di stipendi ne meriterebbe due senza più nessuno che lo faccia. Vita domestica e cura dei figli, sotto tutti gli aspetti, sono un lavoro duro che nessuno può fare più a dovere. O lo fai come viene nei ritagli di tempo, o lo subappalti se te lo puoi permettere (ma vale il principio di quel classista di mio padre: "nel migliore dei casi tuo figlio verrà su come quello della domestica"), o ne diminuisci il peso eliminando a monte la prole, che è la soluzione più semplice e il tema del post. Pochi figli e quei pochi poco seguiti, decisamente più proni alle lusinghe di realizzazione lavorativa prima che familiare di modelli efficientisti e produttivisti, un mix diabolico che si autorinforza in assenza di agio economico: se tiri la carretta verso un miraggio non hai tempo per pensare che sei uno schiavo. Crisi demografica, crisi dei valori, decadenza sociale e culturale hanno radici comuni e non è strano che figli "arrivati" (il figlio magistrato è tanta roba!) di questo contesto vedano come fumo negli occhi il desiderio di qualcuno di un vecchio assetto delle cose da ritrovare, magari nei boschi.

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  19. Intanto la leuropa dei figli e dei figliastri, con la (patetica) scusa di una guerra imminente con la Russia, chiude gli occhi sul deficit tedesco.
    Ma questo può sorprendere un lettore storico di Goofynomics? Assolutamente no! Visto che la nota sfiga che porta Alberto.

    "L'UE ESONERA LA GERMANIA DALLE REGOLE SUL DEFICIT PER LE SPESE PER LA DIFESA.
    La Commissione europea ha annunciato martedì che la Germania eviterà sanzioni per aver superato la soglia del disavanzo di bilancio del blocco, citando un'esenzione per le spese di difesa mentre le tensioni sulla guerra della Russia in Ucraina spingono i leader europei a dare priorità agli investimenti militari.
    Il disavanzo pubblico della Germania dovrebbe raggiungere il 3,1% del suo prodotto interno lordo nel 2025 e il 4,0% nel 2026, superando il tetto del 3% dell'Unione Europea. Tuttavia, la Commissione ha stabilito che l'eccesso "è interamente spiegato da un aumento della spesa per la difesa" dal 2021, secondo i documenti ufficiali pubblicati martedì.
    La decisione arriva mentre la spesa per la difesa della Germania dovrebbe salire dall'1,1% del PIL nel 2021 all'1,6% nel 2025 e all'1,9% nel 2026. A marzo, la Germania ha modificato il suo freno costituzionale al debito per esentare permanentemente le spese di difesa superiori all'1% del PIL dalle restrizioni sull'indebitamento e ha creato un fondo infrastrutturale da 500 miliardi di euro.

    Mentre la Germania ha evitato sanzioni, la Commissione ha raccomandato l'avvio di una procedura per disavanzo eccessivo contro la Finlandia, il cui deficit previsto del 4,5% nel 2025 non può essere attribuito interamente agli aumenti della difesa. Il Commissario europeo per l'Economia Valdis Dombrovskis ha dichiarato ai giornalisti a Strasburgo che il deficit della Finlandia "non può essere attribuito esclusivamente all'aumento delle spese per la difesa".
    Otto paesi dell'UE—tra cui Bulgaria, Ungheria, Malta e Paesi Bassi—hanno ricevuto avvertimenti che le loro spese potrebbero violare le regole fiscali. Altre nove nazioni, tra cui Francia, Italia e Polonia, rimangono sotto procedure per disavanzo eccessivo già esistenti.
    FONTE: https://www.perplexity.ai/page/eu-exempts-germany-from-defici-GRjNbrkJRjaYvLHE9p1ceg

    Dopo questo anche i più gnucchi dovrebbero aver capito come funzionano le cose in europa e perché la manovra economica del governo è stata realizzata in un determinato modo.
    Ma per europeisti e piddini la cura non esiste, perché oramai le loro convinzioni sono di tipo dogmatico-religiso.

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    1. Sta finendo _esattamente_ come gli On. Bagnai e Borghi stanno dicendo sarebbe finita da 15 anni a questa parte. Il che, mettendomi nei loro panni, immagino sia da un lato "rassicurante" (ma a questo punto forse addirittura noioso!) nel vedere ormai da un decennio conferme continue, e dall'altro lato frustrante nel non poter fare di più di quello che già possono e fanno!

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    2. E non finisce qui:

      "L'UE VALUTA LA RIMOZIONE DEI DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE WW PRODOTTE IN CINA
      La Commissione Europea ha avviato la sua prima revisione formale delle tariffe anti-sovvenzione sui veicoli elettrici prodotti in Cina, aprendo potenzialmente una via affinché Volkswagen possa evitare i dazi attraverso un accordo sui prezzi minimi. La mossa segna un cambiamento significativo nell'approccio del blocco alle importazioni di veicoli elettrici cinesi e potrebbe costituire un precedente per altri produttori che cercano sollievo dai dazi che hanno messo sotto pressione le relazioni commerciali UE-Cina.

      Secondo il giornale ufficiale dell'UE pubblicato giovedì, la Commissione ha ricevuto una proposta di impegno sui prezzi da VW Anhui, una joint venture tra Volkswagen e la casa automobilistica cinese JAC Motors. La revisione, che dovrebbe durare dai 12 ai 15 mesi, valuterà se l'azienda possa sostituire i suoi dazi compensativi con un sistema di prezzi gestiti.
      Si ritiene che VW Anhui abbia iniziato a spedire il suo SUV elettrico Cupra Tavascan in Europa solo dopo la conclusione dell'indagine anti-sovvenzioni della Commissione, qualificando potenzialmente il veicolo per una dispensa speciale. La joint venture, in cui Volkswagen detiene una partecipazione del 75%, ha sede a Hefei, nella provincia di Anhui.
      FONTE: https://www.perplexity.ai/page/eu-reviews-removing-tariffs-on-paybQiRwQNyyWiOhjeqKgw

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