Visto che ora se ne parlerà (come sono prevedibili...), ve lo ripropongo, e nel caso siate interessati a monitorarlo vi ricordo che potete farlo ad esempio qui.
Un po' meno a portata di mano, ma sempre facilmente reperibili, sono i dati sugli acquisti di titoli di Stato da parte della BCE. Li trovate qui. Vi ho spiegato qui perché quando il prezzo di un titolo sale il suo tasso di interesse scende, e viceversa perché quando il prezzo di un titolo scende il suo tasso di interesse sale. Ovviamente anche il prezzo dei titoli, come quello di qualsiasi altro bene, dipende dalla domanda e dall'offerta. Dobbiamo quindi aspettarci che se la domanda di titoli italiani cala, il prezzo dei titoli italiani scenda, e quindi il tasso di interesse dei titoli italiani cresca, ovvero lo spread salga.
I dati dello spread raccontano proprio questa storia:
Si vede molto bene che l'impennata dello spread da metà 2018 è legata alla decisione (puramente tecnica, ça va sans dire) del presidente della Bce di ridurre fortemente gli acquisti netti di titoli italiani nel contesto del programma PSPP (Public Sector Purchase Programme, sarebbe il quantitative easing, per gli amici). Meno domanda, cala il prezzo, salgono i tassi di interesse, e i giornali se la prendono coi populisti (cioè con voi, sia ben chiaro: io ho tradito e quindi non vi conosco)!
Ora vediamo come si comporterà la presidenta...
(...il perfido Borghi ve lo ha detto più volte in diretta, ma anche se di lui mi fido mi sembrava giusto darvi gli strumenti per verificare...)
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