sabato 9 gennaio 2016

Il buono, il brutto e l'azero

L'Azerbaijan...

Siete sicuri di sapere dov'è? Perché è un pochino passato di moda, per sua fortuna. Ne sentivamo spesso parlare quando c'era la guerra (sapete, quel problemino col Nagorno-Karabakh?). Comunque, per rinfrescarvi la memoria (ma non l'alito) c'è sempre Wikipedia. Sì, è quello stato che sta (in effetti, se è uno stato, a ben pensarci cos'altro dovrebbe fare?...), aspetta: diciamo così: è quello stato posto a sud del Caucaso, cioè in quel posto, sul Caspio, non si capisce bene se in Europa o in Asia (diciamo che sta in Eurasia, così son tutti contenti).

Oh, beninteso: per quanto io possa essere enciclopedico, tutte queste cose in effetti le so per caso. Un mio amico ha scritto questo (e io me lo sono anche letto. Peraltro, non vi farebbe male, anche se capisco che possiate avere altre priorità). Poi mi è capitato di assegnare una tesi sui gasdotti a una giovine tanto bella quanto brava (quanto dissoltasi nel nulla: ma son sicuro che avrà trovato la sua strada perché meritava). Poi, come dire, sono uomo di mondo, ho fatto il militare a Torricola, quindi sono in grado di  bluff my way in geography (ma quando c'è il mio ex-direttore di dipartimento in giro se posso evito, perché lui geografo lo nacque - e se vede che mi allargo, mi restringe subito...).

Ciò posto: a noi di un paese cosa interessa?

Ma, ad esempio, se vogliamo capire come butta, i saldi settoriali, no? (Li abbiamo visti migliaia di volte: per la Grecia, per la Francia, per la Slovenia, ecc.).

Ecco, quelli azeri fanno così:


Eh, voi ormai avete l'occhietto esperto (anche se qualcuno qui ha detto qualche lieve imprecisione, ma passons...). Non devo quindi spiegarvi la feature, o meglio, l'"er fatto stilizzato" più evidente del grafico! Non avete certo bisogno di me per notare il current account reversal, cioè il cambiamento di segno nell'indebitamento/accreditamento estero. Quando si verifica? Nel 2005, quando la linea verde, che rappresenta il saldo finanziario del resto del mondo verso l'Azerbaijan, da positivo diventa negativo. Attenzione: quello è il saldo del resto del mondo verso l'Azerbaijan. Significa quindi che il resto del mondo passa da una situazione di surplus verso l'Azerbaijan a una di deficit, cioè che l'Azerbaijan passa da una posizione di deficit verso il resto del mondo a una di surplus, cioè che il mondo smette di prestare soldi all'Azerbaijan, ovvero che l'Azerbaijan smette di indebitarsi col resto del mondo.

Ce semo?

Per i feticisti del debitopubblico: notate la linea rossa (saldo di bilancio pubblico). Per buona parte del periodo considerato l'Azerbaijan è stato "close to balance or in surplus", come Europa comanda.

Ce ri-semo?

Ovviamente queste configurazioni dei flussi si rifletteranno sugli stock. Cosa ci aspettiamo di trovare? Un rapporto debitopubblico/Pil basso, e un rapporto fra posizione netta sull'estero e PIL che prima si deteriora pesantemente (nel periodo in cui il mondo presta e gli azeri si indebitano, cioè fino al 2005) e poi migliora rapidamente, nel periodo in cui gli azeri restituiscono (vanno in surplus) e poi prestano.

E infatti:


Il debito pubblico, quando è majala ma di molto, a stento arriva alla metà della soglia di Maastricht (in effetti, è praticamente sempre sotto al 30%). La posizione finanziaria sull'estero va da una situazione debitoria netta di oltre il 100% nel 2004, a una situazione creditoria netta di quasi il 100% intorno al 2011 (data alla quale terminano i miei dati, che vengono da qui e successivi aggiornamenti).

E voi direte: ciclo di Frenkel!

Bè, no, non proprio. Diciamo che il manat ha avuto una storia burrascosa, ma in effetti in un intorno sinistro del 2004 (cioè, per i diversamente differenziali: prima del 2004) era stato piuttosto stabile e anzi si era rafforzato, andando nel 2005 a 4591 vecchi manat sul dollaro (cioè a 4591/5000 = 0.9182 nuovi manat), e il disegnino qua sotto:

(tratto da qui) ci mostra che nel 2006 era ancora lì, e dal 2007 al 2015 si era andato rafforzando (occhio, lo dico nel caso passino da qui Bisin o altri influencer minori: la quotazione è ovviamente incerto per certo, cioè Local Currency Units (LCU) per USD, cioè manat per un dollaro, e quindi se scende vuol dire che ci vogliono meno manat per un dollaro, cioè che il manat si rivaluta. Lo specifico, così evitate di fare figuracce come questa).

E quindi?

E quindi questi fatti mal si sposano con la narraFFione del ciclo di Frenkel, che è quel particolare tipo di ciclo minskyano che si presenta quando un paese si trova ad avere un cambio reale sopravvalutato perché ha "peggato" il proprio cambio nominale su una valuta forte (sarebbe "agganciare a", ma i fighi dicono "peggare su": lo dico per far partire un embolo a Fausto, lui sa chi è, lui sa cos'è, lui sa perché), e gli afflussi di capitale estero (incoraggiati dalla credibilità del cambio fisso) gonfiano l'economia del paese facendo crescere i prezzi e quindi deteriorare la competitività.

In questo caso, che, come sapete, è il nostro, normalmente la soluzione è quella di sganciarsi, e normalmente in seguito allo sganciamento il cambio si svaluta, il che riporta in equilibrio i conti con l'estero (perché ripartono le esportazioni e sono scoraggiate le importazioni, secondo un meccanismo che abbiamo descritto in dettaglio ad esempio qui).

Ma...

Ma...

Ma...

Ma nel caso dell'Azerbaijan vediamo che il reversal dei conti con l'estero si manifesta in concomitanza con un rafforzamento, non con un indebolimento, della valuta...

Com'è possibile che i conti esteri migliorino se il cambio nominale si rafforza?

Aspettate, buoni, calmi, non ditelo, no, fermi, non ditelo, non fate come quelli fighi, quelli che per fare i professionisti usano parole che non capiscono, dai, almeno voi, resistete, vi prego, no...

Ecco.

Lo sapevo.

L'avete detto.





Ma io vi avevo avvertito! Non parlate di tasso di cambio reale se siete beati, geometri quasi economisti...

Sì, lo so, qualcuno ha pensato: vabbè, il cambio nominale si è apprezzato, ma quello che conta è il cambio reale, e quindi può benissimo darsi che quest'ultimo si sia deprezzato, magari perché l'inflazione altrui è cresciuta molto, o perché l'Azerbaijan ha moderato salari e prezzi (se non capite è perché non vi leggete tutti i link, quindi fondamentalmente sono cazzi vostri ma io sono gentile e vi ricordo che la spiegazione è qui).

Ah sì?

E allora vi faccio vedere anche il cambio reale, volete?

(robba bbona, viene da qui).

"Come come? Durante il reversal, nel periodo in cui i conti esteri drasticamente migliorano, e il paese rientra di un debito estero pari al 100% del PIL, fra il 2004 e il 2008, il tasso di cambio reale si sarebbe apprezzato del 78%? Ma è follia! Allora ci hai sempre mentito, allora la rivalutazione fa bene ai conti esteri e all'economia, come diceva Fubini, e infatti guarda in Svizzera!"

Ops...

No, in Svizzera no.

Allora, ve la piantate di ragliare (e, in nome di Dio, di perder tempo con i reietti raglianti su Twitter, che non fanno ridere), e mi state a sentire, che è meglio?

Perché qui continuiamo a ragionare come se la Svizzera fosse uguale all'Azerbaijan. Ma qualche differenza c'è. Ad esempio, in Svizzera le montagne sono più alte. Ma in Azerbaijan c'è più petrolio.

Dai, che ci state arrivando...

Per memoria, questo è il grafico del prezzo del petrolio negli ultimi anni:


Guarda un po', fra 2004 e 2008 passa da 37 a 97 dollari al barile (quella che vedete è la media di Dubai Fateh, Brent, e Western Texas Intermediate). Ora, voi capirete che se siete un paese piccolo, le cui esportazioni per il 90% constano di petrolio, un aumento del 160% del prezzo di quello che esportate tanto male non vi fa.

"Ma come! E la legge della domanda e dell'offerta!? Ma se una cosa costa di più, se ne domanda di meno....".

E chi l'ha detto?

La storia dell'umanità è piena di cose che continuiamo a domandare quale che ne sia il prezzo: una è appunto il petrolio, e l'altra ha una storia più lunga e non la nomino per pudore. Si dice in questi casi che la domanda è rigida, ma non nel senso che pensate voi: nel senso che non è elastica al prezzo.

Ne consegue un fenomeno interessante, ma noto agli specialisti, e per loro non particolarmente sorprendente. Siccome la domanda del prodotto che esportano è rigida al prezzo, nei paesi petroliferi le condizioni di Marshall-Lerner tipicamente non valgono (nell'aggregato), cioè (nell'aggregato) una rivalutazione del cambio reale fa migliorare anziché peggiorare i loro conti esteri.

Un esempio? Bè, ci sarebbe la produzione scientifica del guru. Guardate come si comportano i paesi dell'Africa sub-sahariana (che se non esportano petrolio, sono comunque prevalentemente esportatori di prodotti del settore primario, non manufatti):

Vedete?

Le elasticità ai prezzi relativi (tasso di cambio reale) sono piuttosto piccole sia per l'import che per l'export. Ad esempio, se consideriamo quelle verso i paesi emergenti asiatici (DA, Developing Asia), vediamo che la somma delle elasticità import ed export (in valore assoluto) è 0.06+0.56 =0.62<1, per cui le condizioni di Marshall-Lerner non sono rispettate e una svalutazione del cambio reale fa peggiorare la bilancia dei pagamenti.

È strano? No. È petrolio. Tant'è vero che, se ci fate caso, in questi paesi normalmente si divide l'analisi fra settore oil e non-oil (come feci anch'io quando me ne andai in CEMAC), e il settore non-oil di solito si comporta normalmente. Basta tornare alla Figura cortesemente fornita dai nostri amici di Washington (il box 1 qua sopra). Le esportazioni "non-oil" sono la linea nera, e guarda caso precipitano quando il cambio reale (spezzata rossa) si impenna (cioè si rivaluta, perché il cambio reale è sempre certo per incerto: prezzi nazionali su prezzi esteri).

Solo che...

L'Azerbaijan ha il male olandese, che non è, nonostante le recenti vicende, la stronzaggine. Le materie prime energetiche fanno quasi il 90% delle esportazioni. Quindi, anche se gli studi ci dicono che:


(le elasticità export del non-oil sono maggiori di uno, e quindi il commercio non-oil rispetta per definizione le condizioni di Marshall-Lerner), però sappiamo anche che:


cioè l'elasticità delle esportazioni di petrolio al cambio nominale è negativa (quando il manat svaluta, azn_usd cresce, e il rapporto oilexct/azn_usd scende, con un impatto (negativo, visto che scende!) di 0.894 nel breve e 0.888 nel lungo periodo).

Sì, lo so, non è semplice. Mi rendo conto, è il primo ECM che vedete...

Ma è il mio lavoro e siete voi che mi chiedete di parlarne. Io mi ben guardo di reciprocare...

Capisci che se sul 90% dell'export succede una cosa simile, evidentemente il fatto che sul 10% dell'export succeda il contrario non cambia molto il risultato aggregato.

In un paese petrolifero Marshall-Lerner non funziona punto.

Ne consegue, quindi, che un apprezzamento del cambio reale indotto da un aumento del prezzo dei beni esportati (petrolio) porterà in surplus le partite correnti e quindi farà apprezzare anche il cambio nominale, mentre un deprezzamento del cambio reale indotto da un calo del prezzo dei beni esportati (petrolio) porterà in deficit le partite correnti e quindi farà deprezzare anche il cambio nominale.

Questo è quello che è successo quest'anno: nei due grafici sopra vedete il tuffo del prezzo del petrolio, vedete che quindi il surplus verso l'estero (deficit dell'estero) sta convergendo a zero (si sta riducendo), e vedete anche che quindi nell'ultimo anno il manat ha ceduto due volte.

È una cosa del tutto fisiologica, per quanto, ovviamente, traumatica (per capirci: anche un parto è fisiologico ma traumatico - spesso tanto più quanto più è fisiologico), e viene a valle di una catena causale innescata da un evento esogeno (perché il prezzo del petrolio non lo fa un paese solo, né tanto meno un paese piccolo come l'Azerbaijan...).

E qui arriva Tuco Scacciavillani. Leggetevi questo suo tweet:

No, direi proprio di no. Io ho scritto un paper in fascia A per ricordare che i paesi petroliferi vanno in merda quando il prezzo del petrolio scende! (per i curiosi: lo Zambia ha problemi - ricorrenti - col prezzo del rame, ma il Khazakistan è un paese petrolifero...). Quindi cazzo c'entro io?

Però, come dire, anche se sicuramente le cose non stanno come le mette la propaganda di regime, ovviamente non stanno nemmeno come le mette la propaganda di regime, che Tuco ecolalicamente ci pedissequava nel suo tweet acidulo come il gesso sulla lavagna, tant'è vero che:


Mica male per un paese che secondo Tuco sarebbe in dissesto!

Povero Tuco...

Tu pensavi che gli azeri fossero sudisti, ma poi loro si sono scrollati la sabbia dalle uniformi, e si sono comprati un pezzo di Milano da bere.

Certo, loro non devono essere dei gran fulmini. Fare un investimento immobiliare in Italia proprio ora, col casino che sta per succedere, è una cosa che non pensavo potesse venire in mente nemmeno al loro vicino di casa...

Però, anche tu, caro Tuco Scacciatestesso!....

Non so come dirtelo...

Il tuo Dio, il mercato è visibilmente con noi, perché quelli come te se li magna e se li ricaca nel breve volgere di quattro giorni: quelli che passano dal tuo tweet strafottente verso gli azeri, alla notizia che questi du' spicci da parte ce li hanno. Perché ce li hanno, e tu dovresti saperlo: non sei nel settore oil? Ma certo che se di paesi petroliferi sai così poco, i tuoi datori di lavoro rischiano di essere presto scontenti di te.

Tuco, lo dico per te. Io, in fondo, ti voglio bene, anche se tu non mi stai mai a sentire quando ti spiego i fondamentali:


Il Signore, Tuco, facendo comprare al fondo sovrano azero il prestigioso immobile meneghino, ti ha mandato un avvertimento. Smettila di dire stronzate. Torna sui libri, studiati non dico il Blanchard-Fischer, ma almeno il Dornbusch-Fischer. E soprattutto, quando scrivi, non arrischiarti sul registro ironico. Sei lassativo, scusami se te lo faccio notare, tanto più che dici un fracco di castronerie! Guarda qui, ad esempio, cosa scrivevi lordando la stessa pagina che io impreziosivo del verbo fidelis ac verum:

"La Federal Reserve al posto della rete elastica ha piazzato vasche di liquidità"... "Gli investitori trapezisti..." "Trascurare i rischi delle acrobazie non significa esorcizzarne la materializzazione..."

Ussignùr...

Che rigoglio di acrobazie stilistiche! Che florilegio di ardite metafore!

Non c'è che dire!

Scrivi come proprio Proust, ma come Proust quando vuole asfaltare gli intellettuali di secondo rango, quelli che aspirerebbero al bello scrivere, ma, come te, non ce la fanno proprio, perché pretenziosi, autocentrati, e sostanzialmente stitici. Non te la prendere: sei solo un economista. Non omnes possumus omnia.

Certo, anche come economista talora dici un sacco di minchiate: non offenderti, è un dato di fatto.

Esempio: per te il Brent a un quarto del prezzo del 2014 (cioè intorno ai 30 dollari, più o meno dove tende adesso) avrebbe dato "uno stimolo 3 o 4 volte maggiore" (non si sa né di cosa né a cosa, perché la tua sintassi non è smagliante come il tuo sorriso, ma passons...). Ma allora com'è che tutti si lamentano del fatto che il prezzo del petrolio troppo basso crea problemi? E quando dico tutti, non mi riferisco al gemello diversamente intelligente di Robin Williams (uno che come te sull'inflazione non ha le idee chiare, e infatti si sta coprendo di guano), ma a decine di imprenditori che conosco (perché io non vivo, come te, nel mondo dell'alta finanza, ma nel mondo dell'economia reale, sai, di quell'economia italiana di provincia dove ci sono ancora tante aziende che fanno il culo al resto del mondo...).

Perché forse, leggendo questo post, caro Tuco, una cosa l'avrai capita, che potrebbe esserti utile nel tuo lavoro: un paese petrolifero, quando il prezzo del petrolio scende, si trova in difficoltà. Non ci avevi mai pensato, eh? Bè, non è mai troppo tardi, lo spirito di questo blog è questo. E ora fai un altro sforzettino. Da quando noi abbiamo deciso di suicidarci con l'euro che tanto piace ai dilettanti di economia, dove vendiamo? Nei paesi emergenti, che, se non esportano petrolio, campano comunque su altre commodities (come dite voi fighi), i cui prezzi sono tirati giù dal calo della domanda (e dal calo del prezzo del petrolio). In quei paesi, quindi, le cose non vanno bene quando il prezzo del petrolio e delle commodities scende. Insomma, siccome non c'è solo la Cina, ma c'è (anzi, c'era) la Libia, c'è (ancora per poco) l'Ucraina, c'è il Venezuela, ecc., ti assicuro che nei posti dove si lavora (scusa se ho detto questa parolaccia) ci sono fior di imprenditori che preferirebbero pagare la benzina dieci, ma anche cinquanta centesimi in più al litro, pur di veder pagate dall'estero le loro fatture.

So che questo per te non è un problema: tu non fai impresa, ti limiti a smerdare (e disinformare) chi la fa, dandogli dell'improduttivo, dell'incapace di innovare, del retrogrado: insomma, il mantra della cordata voce.info-Bocconi-Sole24Ore-Confindustria. Finché agli imprenditori andrà di farsi insultare, e di tener su coi loro soldi la baracca di chi li dileggia...

Ma credimi, Tuco, tiratene fuori da quel brutto giro. Noi qui ti vogliamo tutti bene, perché di risate ce ne hai fatte fare tante.

Il segno che il Signore ti ha mandato accettalo, e regolati di conseguenza. Se vuoi fare lo spiritoso, prosegui pure. Ritenta, sarai più fortunato, ma lascia in pace la mia università. Sai, la pacchia non durerà per sempre. Le cose andranno come dico io, e non posso credere che tu non lo sappia. Resta il fatto che se io sono il buono, tu, purtroppo, sei il brutto: un po' perché ti ci dipingi, e un po' perché è andata così. Quando le cose andranno come dico io, per chi mi ha insultato gratuitamente la situazione oggettivamente peggiorerà (per quanto sia forte e determinata la mia volontà soggettiva di restare sereno e indifferente). Certo, tu te ne stai... dov'è che stai? Insomma, giù al caldo, non so bene dove. Ma è un posto pericoloso! Metti che l'Iran si fa rodere il chiccherone contro l'Arabia? Non capita, ma se capita? Poi ti tocca tornare qui, dove tutti ti riderebbero dietro, ricordandosi quante ne hai dette...

Io, fossi in te, accoglierei con animo pio lo stop loss che il Padreterno ti ha inviato, e inizierei a darmi una calmata. Hai visto Plateroti? Ecco, fai come lui. Una faccia, una razza. Sta cominciando a dire cose sensate. Pensa! Oggi ha detto perfino "sovranità"! Non è difficile. Provaci.

Ma prima scava...

69 commenti:

  1. Con sta quantità di asfalto si pavimenterebbe la Salerno - Adelaide, altro che Salerno - Reggio Calabria

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  2. Praticamente in Azerbaijan il petrolio fa da moneta!
    Ma in caso di calo del prezzo del petrolio come in questo periodo, un'eventuale rivalutazione del dollaro gli darebbe comunque una mano a livello economico?

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    1. Questa la so. Il dollaro è tendenzialmente ininfluente e nel caso specifico negativo perché è la moneta di scambio dell'export ma anche dell'import (ininfluente). Negativo perché se le partite correnti vanno in passivo il dollaro alto peggiora il risultato.

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    2. Dio santo! Uno si logora la salute per spiegarvi le cose e voi duri come il diamante. Qualcuno mi spiega come fa il dollaro a rivalutarsi sul manat senza che il manat si svaluti sul dollaro? E in tutto il post di cosa ho parlato?

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    3. Hai solo una cosa di valore da scambiare e non ne determini il prezzo. Se il prezzo cala troppo, sei morto. Non c'è moneta che tenga.

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    4. @Enrico Pesce
      Ed infatti:
      http://www.zerohedge.com/news/2016-01-08/death-canadian-oil-dream-firsthand-account

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    5. Io la faccio più semplice, se col petrolio non guadagni più niente quale merce usi per fare commercio col resto del mondo?
      Appunto! Quindi gli tocca produrre più .... che caaaaaaa...volo produce l'azzerbaigian?
      Ah, degli ottimi Shirvan.

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    6. E' la differenza tra Paesi oil (cioe' che commercializzano prevalentemente petrolio) e i paesi manifatturieri, dove la moneta conta eccome.
      ne conosci uno grande in mezzo ad un mare?

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    7. Se il petrolio sale, hai messo in pancia ciccia da digerire.
      La linea verde si sta approssimando all'azero, che significa che ad oggi va verso uno squilibrio negativo di partite correnti. Ma vale anche per un Paese che in sostanza, può decidere, in una certa misura il prezzo? O entrano in gioco altre commodities (leggi: Uranio 238)?

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    8. Effettivamente le dinamiche economiche dell'Azerbaijan mi sembrano più difficili da capire rispetto alle nostre, anche perché non sono un Economista QUINDI... Certe cose le devo imparare.
      Provo ad ampliare il mio precedente commento, che effettivamente è stato sintetico e superficiale.
      Il prezzo del petrolio è determinato fondamentale dall'OPEC, di cui gli Azeri non fanno parte e anche dalla domanda mondiale, che in questo periodo è bassa (causa crisi e follie €uropee). Essendo le due variabili esogene per l'Azerbaijan e visto che il 90% del suo export è dato dal petrolio, la mia prima affermazione (che in realtà era una battuta), voleva sottolineare il fatto che i conti esteri del paese sono influenzati in maniera determinante dal prezzo del greggio.
      Sul secondo punto credo di aver omesso un pezzo. Se L'AZERBAIJAN dovesse decidere di agganciare il suo cambio al dollaro (ammesso che abbia la forza economica per farlo), un calo del prezzo del petrolio sarebbe eventualmente compensato anche solo in parte da una eventuale rivalutazione del dollaro?
      Spero di essere stato più chiaro, intanto studio meglio ;)

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  3. Mi piace l`odore del Napalm la mattina,
    stessa cosa per le asfaltate, le care, vecchie, rassicuranti asfaltate di una volta...

    E col prezzo del greggio in picchiata le danno via quasi gratis!!

    YEAAAAHHHHHH

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  4. Ma tanto per stare nell'area... il Pakistan?

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  5. Dai e dai è riuscito a far incazzare il crotalo... 'azzi sua. E io che credevo che guidare una betoniera fosse noioso...

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  6. Professore, correndo il rischio di incorrere nella sua μῆνιν, le ricordo cordialmente che, nel pieno rispetto della più ortodossa filologia cinematografica, il buon Biondo è anche "figlio di una grandissima putt-".

    Comunque, quello che io considero il più grande film della storia del cinema occidentale è un IDE statunitense con dirigenza italiana delocalizzata per l'occasione nella Spagna franchista. #DAR

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  7. Forse il mitico Scacciasestesso potrebbe venire a farsi un giro tra Bretagna e Normandia... Vero, qui piove, il panorama è piatto come l'eletroencefalogramma del sullodato, e non c'è una goccia di petrolio.

    Però ci sono un sacco di maiali (non, non quelli a cui state pensando). Che sono, in pratica, la sola cosa esportabile (i formaggi no; sono di latte crudo e l'Europa non vuole) in massa.

    Che accade ai maiali? Ce lo dice L’indice si trova al livello del 1974, ovvero sono 42 anni che le materie prime non costavano così poco. Le materie prima che rientrano nell’indice sono aluminio, cacao, caffè, rame, mais, cotone, petrolio, oro, heating oil, maiali, bovini, gas naturale, nichel, succo d’arancio, argento, soia, zucchero, benzina, grano. I petroliferi pesano per il 33%.

    Ah, anche lo zucchero qui conta niente male...

    E, infatti, buona parte dell'economia della Bretagna è disastrata, con le imprese di allevamento che chiudono una dopo l'altra: Au mois de juin dernier, le gouvernement avait décidé de revaloriser le prix du porc pour endiguer la crise qui frappe le secteur : 1,40 euro le kilo. Trop cher par rapport aux prix que pratiquent nos voisins européens, estiment aujourd’hui les industriels.

    Così, giusto per capire se si può applicare il ragionamento del Suo post anche ad altri settori (non necessariamente legati alle materie prime... mi sto chiedendo quali siano i prodotti locali esportati a bassa elasticità di risposta alla domanda. Non si sa mai che abbia in mente di cambiare settore di lavoro).

    Buona vita

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    1. I beni a domanda rigida, sono quelli che tendono ad essere monopolizzati.

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    2. I beni a domanda rigida, sono quelli che tendono ad essere monopolizzati!

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  8. Ma il "Compagno Scacciavillani" sa da dove arrivano i Dollari dei suoi datori di lavoro ?

    Estratto dal profilo di Fabio Scacciavillani sul Fatto Quotidiano
    “Chief Economist Fondo d'investimenti dell'Oman"

    Sono nato a Campobasso nell’ormai lontano 1961. Finito il corso di laurea in Economia e commercio alla Luiss di Roma, sono stato ammesso al programma di Ph.D. in Economia all’Università di Chicago, dove ho anche insegnato alcuni corsi al College e alla Business School. Dopo aver preso il Ph.D. ho lavorato al Fondo monetario internazionale a Washington, alla Banca centrale europea a Francoforte (nel periodo pioneristico in cui è partita l’unione monetaria), a Goldman Sachs a Londra e da qualche anno mi sono trasferito nella Penisola Arabica, approdando prima in Qatar alla Gulf Organization for Industrial Consulting (un’organizzazione internazionale tra paesi del Golfo), poi negli Emirati Arabi Uniti come direttore della Ricerca macroeconomica e statistica al Centro finanziario internazionale di Dubai e infine a Muscat per lavorare al fondo sovrano dell’Oman”.

    “Chief Economist Fondo d'investimenti dell'Oman" CERCA LAVORO

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    1. Deve essere un vero patriota, della finanza speculativa.

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    2. i fondi d'investimento arabi non speculano dato che sono fondi d'investimento. La speculazione poi nei paesi islamici è contro il corano
      https://it.wikipedia.org/wiki/Finanza_islamica

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    3. Ammazza che curriculum. ...ora si spiega l'acredine contro la scienza economica tutta e l'università pescarese in particolare...

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  9. Pur non sapendo un tubo degli Azeri avevo intuito che tutto girava intorno al prezzo di un'unica materia prima che costituiva la quasi totalità dell'export. A fine lettura quindi ho avuto la stessa soddisfazione quando risolvo il quesito della Susy sulla Settimana. La prossima volta che "purtroppo" rivisitero' palazzo Turati di certo mi scappera' una risata. Saluti

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  10. Tuco, ricorda il consiglio del Biondo: "se risparmi il fiato uno come te ce la può fare".
    Comincia subito.

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  11. Io, dormirò tranquillo. Perché so che il mio peggior nemico veglia su di me…

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  12. Risposte
    1. E va bene, il link non funziona:

      https://www.youtube.com/watch?v=hSTr7gPFbC4

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  13. il 1938 è finito prepariamoci all 1939 e tutto quello che ne consegue come evitarlo lo sapevano e hanno fatto il contrario non ci resta che sperare che a pagarne le conseguenze siano anche loro e non solo noi.

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  14. Bellissimo post.
    Scacciasestesso, mi fa piacere avere l'occasione di ricordarlo, è una delle poche persone che - necessitando di un insulto da rivolgermi (e solo perché gli avevo eccepito che fare un peana della deflazione mi pareva da idioti) - hanno scelto di affibbiarmi di accolita del mestiere più vecchio (ma non più bello) del mondo.
    Un attimo dopo l'ho bloccato e dimenticato: perché, contrariamente alle mandrie di paranoici che seguono ossessivamente il prof per cercare ridicolmente di confutarlo (tre avverbi in -mente, olè), tra cui Scacciavillani stesso si inscrive, se una persona non la stimo (o così sostengo), me ne disinteresso.
    Mi colmano sempre di stupore misto di orrore i poveracci che sostengono che il prof sbaglia tutto, ma intanto non fanno altro che seguirlo e parlarne. Dico il peccato e non il peccatore: l'altro giorno uno di questi, pubblicando una foto del figlioletto alla tastiera, ha scritto "Un altro Bagnai".
    Non fanno tenerezza, quasi?
    È per questo, prof, che la valle dei castori non avrà mai il mio scalpo, qualsiasi angheria (dio liberi) io debba ancora da lei patire: perché ho un sacco di lacune, è vero e ne soffro, ma il senso del ridicolo, quello ce l'ho.

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    1. Guarda @Nat, mi hai ricordato una cosa che mi commuove un sacco, che fa parte del patrimonio che mi hanno lasciato gli Scout (evidentemente, eravamo altri scout; a noi hanno insegnato il valore, e il piacere, della condivisione); e dato che siamo in tema western, questa canzone, in una versione un po' brutta, un po' "irochese", con un fiato di "Pan" (o un piffero, non si capisce bene, dalla modulazione delle note direi uno strumento vero, però...boh...) e una voce registrata male:
      Terra di betulla, casa del castoro, là dove errando va, il lupo ancora, sulle lucenti vie del grande fiume. Vorrei tornare ancor, sul mio bel lago blu .
      Indovina chi è il lupo.
      Si, fanno tenerezza. Meglio non accanirsi; anche i più teneri, se messi all'angolo, cacciano i denti. Meglio lasciar loro sempre una via di riscatto individuale.

      Speriamo di tornare il prima possibile al bel lago blu, ché questa melma, col passare degli anni, si fa sempre più densa e puzzolente.

      (Non ho mai donato ad a/simmetrie, tranne lo scorso anno, di questi tempi, per interposta persona. A breve dovrei potermelo permettere, e prometto che sarà sostanziosa, nei limiti delle mie capacità. Spero "coordinata e continuativa" Laggi:RID).

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    2. @Emilio Dai, sei uno scout? Bella questa canzone, la cantano ancora, però, scusa, che versione terribile hai linkato? Comunque sono bellissime le immagini, merita anche solo per la foto del lupo (mio animale preferito dopo la tigre). In ogni caso la valle dei castori cui alludevo io non è un luogo ameno. Assomiglia più a un girone del purgatorio (il mio buonismo indefettibile mi impedisce di attribuirlo all'inferno tout court).

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    3. Fidati, il fondovalle (a quelle latitudini, le betulle crescono solo a fondovalle; è il Vermont, credo...), beh, il fondovalle intercetta tutto quello che viene lanciato da chi sta sopra agli Appalachi. Salvo poi, noi mangiarci chi se ne nutre, ma solo un po', senza esagerare (poi i castori, ci stanno anche simpatici in fondo, c'hanno un musetto da Pinscher...cariniiiii...).
      No Scout lo fui, e mi dissociai (nel 1999, quando mi costrinsero a fare giuramento di fede eterna, al servizio, e Nostro Signore). A cosa? Mastica, ad allevare quattro regazzini viziati? ma anche no. Non mi renderò mai responsabile di produrre futuri presidenti del consiglio. Ma soprattutto già sapevo (per portato familiare), che nessuno deve essere costretto, quale che ne sia la causa, sia essa un senso di colpa o un condizionamento sociale, e sia essa verso i cuccioli della specie, o verso gli adulti di altre specie, a prestare la propria opera a gratis. Dove il mercato non arriva, deve arrivare lo Stato (sempre portati i limiti della benevolenza comune, che non è MAI, esclusa dal ragionamento).
      E qui mi fermo, perché, per un OT così, ho visto gente appesa, su questo blog.
      Non ancora appeso, vostro, Emilio.

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  15. Questa volta caro Prof. ci è cascato lei nel trappolone.
    Niente a che fare con le cognizioni economiche, no, il problema è che il nostro amico Scacciamosche è abituato ad essere sfanculato nel suo blog del Fatto (ad ogni azione corrisponde una...)ma per lui è tutta pubblicità visto che non se lo caga nessuno (secondo me neanche in Oman)e lui campa di questo, perchè la condizione sine qua non per ottenere la mancetta dai suoi amiconi è quella di essere visibile.
    Un post tutto per lui, già abituato ad essere cosparso di pece e piume, su uno dei blog più letti d'Italia, è una bella conquista...

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    1. anch'io penso che scacciacazzi, tirato dal suo io bambino sempre avido di forti emozioni,sia andato in cerca di gloria , tanto di coglioni in ascolto ce abbondanza e ha scelto di fare il fighetto con "i pescaresi" per far vedere che lui non caga nessuno ; purtroppo uno che parla come lui capisci subito chè nidiota anche senza sapere na sega di economia ; comunque dobbiamo ringraziarlo; le sue sparate anno portato ad un altro studio molto interessante e centrato sull'argomento d'attualità ossia il calo vertiginoso dei prezzi delle materie prime, e hanno dato lo spunto e la spinta al prof per scrivere nel suo stile ,ironico, approfondito , tecnico; certo il metch non ha storia e per chi è appassionato di boxe allego un vecchio incontro fra larry holmes e alfredo evangelista https://www.youtube.com/watch?v=Fp2ZpPtAvzk

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  16. “(perché io non vivo, come te, nel mondo dell'alta finanza, ma nel mondo dell'economia reale, sai, di quell'economia italiana di provincia dove ci sono ancora tante aziende che fanno il culo al resto del mondo...).

    il mantra della cordata voce.info-Bocconi-Sole24Ore-Confindustria. Finché agli imprenditori andrà di farsi insultare, e di tener su coi loro soldi la baracca di chi li dileggia...

    Hai visto Plateroti? Ecco, fai come lui. Una faccia, una razza. Sta cominciando a dire cose sensate. Pensa! Oggi ha detto perfino "sovranità"!”

    Ecco, solo questi 3 passaggi valgono l’intera lettura del post. Un post tecnico, peraltro, chiaro, scolastico, ineccepibile, oltre che, come al solito, rivelatore.

    Grande Bagnai
    vedo che il 2016 è iniziato nel migliore dei modi. Chapeau.

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  17. ma il giovine Truzzi che fine ha fatto?

    Ho trovato pure io OFFENSIVO l'attacco ingiustificato ai "pescaresi" (come se fossero una band come i bocconians).
    Tanto che gli ho risposto e lui intellottoiladamente ha linkato un paper.
    Al che gli ho chiesto di fornirci allora le elasticità di export e import per verificare la condizione di Marshall-Lerner.
    Silenzio assoluto, ovviamente.
    Asfaltato live.
    Dico, sapessi di cosa parli e allora potresti (nel limite della civiltà ma obiettivamente siamo in guerra e quindi che civiltà possiamo aspettarci?) permetterti di insultare ma è come se un nerd pensasse di provocare Mike Tyson sperando di difendersi a pugni..

    Ma secondo voi dopo tutti questi anni bisogna perdere tempo a capire perché queste persone hanno scelto di farsi asfaltare nella vita?

    PS: e cmq sono pur sempre un po' pericolosette perché qualcuno li segue e producono in generale confusione

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  18. "The Commonwealth of Independent States region is
    projected to slide into recession in 2015. For oil exporters,
    sharply lower oil prices and the significant contraction
    in Russia imply a much weaker outlook. [...] Faced with adverse spillovers from Russia, countries
    in the Caucasus and Central Asia should implement
    countercyclical fiscal policy if fiscal space, available
    financing, and the external position permit. These
    countries should generally allow greater exchange rate
    flexibility supported by appropriate macroeconomic and
    structural policies and, if necessary, further depreciation
    to minimize loss of reserves and the erosion of competitiveness.
    Increased exchange rate flexibility over time
    would also help economies adjust to adverse shocks." Questo è quanto dalla più classica delle fonti (http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2015/01/pdf/text.pdf, p. 59 e p. 61). Tra l' altro, la stessa fonte distingue gli Stati del CSI in "oil-exporters" e "oil-importers" (e, se lo fa, ci sarà un perché, mi verrebbe da pensare).
    Non mi permetto mai di intervenire in materia tecnica, per la mia enorme ignoranza, ma questo è noto anche a una modestissima ex-insegnante di Geografia (purtroppo, quindi, neanche tanto aggiornata).
    Ringrazio sempre il prof. Bagnai per il suo insegnamento agli ignoranti (cosa che è opera di misericordia).

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  19. nell'arte di prendere per il cosiddetto lei prof Bagnai è maestro indiscusso mi ha fatto morire dal ridere

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    1. Sono d'accordo! I docenti bravi e competenti sanno sempre come "intrattenere" gli studenti durante le lezioni. Quindi, oltre che onesto e generoso, un buon insegnante è anche simpatico. La trinità ;)

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  20. Poraccio, ha fatto il passo più lungo della gamba. Speriamo venga folgorato...sulla via di Damasco, s'intende.

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  21. Sono purtroppo uno dei diversamente differenziali cui allude nel post: ho fatto il classico negli anni 60 e ci si fermava proprio sulla soglia di derivate e integrali quindi quando si va a parare li' capisco appena appena di che si tratta. Non potrebbe fare lei, qui sul blog, un piccolo corso di recupero, nello spazio di un post, per i ritardatari come me? Sono certo che potrebbe.
    Grazie comunque: il senso dei suoi discorsi risulta sempre chiaro ugualmente.

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    1. Anche gli aspetti tecnici vengono spiegati in modo comprensibile, senza la necessità di conoscere il calcolo differenziale.
      Qui per esempio.

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  22. salve, ho capito che e' "un a zero"; ma chi ha vinto? :)

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  23. Ma guarda che strano caso: farò il percorso della Via della Seta questa prossima estate. Bello il libro del professore pescarese: cercherò di procurarmelo in qualche modo.

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    1. Se la conoscessi personalmente, le chiederei una banconota di ogni paese che andrà a visitare. Ho cominciato nel 97 con le pesetas.
      Un amore inconscio per il cambio flessibile da sempre.
      Buon viaggio Sua somma erudizione :)

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    2. Infatti, porto sempre con me qualche rappresentativo di currency dei vari paesi che visito; certe volte li tocco e ricordo dove sono stato, quasi fosse un'azione psicometrica su me stesso. Sono comunque molto legato ai dollari e, ovviamente, ai franchi svizzeri: amicus amico (Satyricon 43, 4), multum multis (Martinetus).
      Grazie per l'augurio.

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  24. Sono contento della bitumata a Scacciavillani che ironizza sempre sui Rettiliani e quando gli ricordi la sovranità monetaria e le sue regole,improvvisamente tace.

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  25. Certo che sappiamo dov'è l'azerbaijan. Sta nella sfilata delle olimpiadi. Dopo l'Austria e prima delle bahamas.
    Oh, qui siamo gente struita.

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  26. A me fa sempre un certo effetto quando il Prof afferma "andrà come dico io", per due motivi: il primo, mi piace perché penso a quanto il sistema presto collasserà. Il secondo, non mi piace perché spesso sembra che solo una guerra su vasta scala rimetterà le cose ad un certo livello. Si ride amaro, ecco. Molto amaro.

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  27. Io, dopo aver letto (per errore) un paio di volte l'amante del conglomerato bituminoso, sono diventato stitico e non l'ho più cacato (come Nat). Tornerò a farlo domani stesso salvo eventualmente farmi nuovamente due risate alla prossima sparata.

    Per quanto mi riguarda può passare l'eternità nel luogo da cui proviene ma materia prima pricipale azera... nelle viscere della terra cioè... all'Inferno.

    Ciononostante è stato un immenso piacere leggere questo post che, tra l'altro, mi ha chiarito una intuizione che già avevo ma non sapevo interpretare in modo corretto e logico.

    Il fatto poi che gente del genere trovi ancora chi la paga è la prova provata che il mercato non è infallibile ma forse non è vero neanche questo, perchè c'è, evidentemente, che sta fuori dalle leggi del mercato. -_-

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    1. Mercato tutt'altro che infallibile. Distorsione dei prezzi e asimmetria d'informazione, imperano. Ma altri 6 mesi di petrolio a 32$ e lo rimandano a casa...e in cattle class. Tranquillo...

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    2. Lo so,l'accento va sulla "a",però:

      No Oman,no cryyyyyyyyy
      No Oman,no cryyyyyyyyy

      I remember when Tuco was used to sit
      In a government yard in Mascate

      Tutti insieme:

      No Oman,no cryyyyyyyyy

      https://m.youtube.com/watch?v=o5vMP3VGTFw

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  28. E poi qualcuno osa dire e votare che Bagnai sia cattivo. Ma come si fa, pure NSGC si ruppe le palle ad un certo punto e cacciò la feccia mercanteggiante (spero che sia almeno un mercante Scaccianonsochecosa, più che un semplice pirla, pure pagato per farlo), dal Tempio. No, Alberto mi sorprende sempre, per come sono fatto io, che ieri ho mandato a cagare amici d' infanzia sempre sul tema di cui qui si tratta; lui non è di questa terra, fa parte della stirpe dei GIGANTI.

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    1. Il mio più profondo insuccesso! Ci tenevo così tanto! Ma per fortuna ho schiacciato Adinolfo.

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    2. Scherzi o dici sul serio? No perchè ero io che ci tenevo e te l' ho detto pure a proposito di MIA 2014 (proprio sul cafone che non sopporto, lo incontro spesso sull' autobus e debbo dirti che mi fa un certo effetto), anche se mi hai "consigliato" di votare altro è andata bene lo stesso.

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  29. Si è shittato da solo quando ha postato un grafico di paesi che hanno svalutato e rivalutato. Il fatto che paesi con strutture produttive e con composizione dell'export diversissime, non sono affatto da porre a confronto, pare non lo abbia proprio sfiorato. E lo dice in pubblico pure!
    Grazie per il post e per il libro da leggere/studiare.

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  30. Perchè non trovo più i suoi articoli sul fattaccio ? Mi sono rotto di leggere le fregnacce Scacciare !

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  31. Prof, Dio non voglia che salga il prezzo dell'asfalto!

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  32. La cosa che mi lascia perplesso è che nonostante l'immensa popolarità in rete, i Macchia Nera Awards, due libri di successo, un blog frequentatissimo, il Goofy 1,2,3,4, la miriade di follower su Twitter, un numero di visualizzazioni su youtube da far invidia, varie pubblicazioni, bene, dopo tutto questo c'è ancora gente che continua a liquidare il prof. con due slogan ipersemplificati ("Bagnai è quello che la svalutazione fa i miracoli!" - ma per Giove, se proprio vuoi mettere in discussione le tesi di qualcuno, almeno sapevale!).

    Certo, avere avversari che ti sottovalutano ha i suoi lati positivi, però alla lunga può irritare leggermente.

    Buona serata a tutti!

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  33. Più che una lezione di economia il prof. ce ne da una di stile: risposta per asfaltatura multipla a colori.

    Un possibile motivo di tanta ostinazione a ragionar per paradossi simil Tuco (che equivale poi ad una insistente ostentazione di ignoranza crassa) ce lo da Kalecki

    "Among the opposers of this doctrine there are prominent so-called 'economic experts' closely connected with banking and industry (o fondi d'investimento vari, al servizio del regnante di turno). This suggests that there is a political background in the opposition to the full standard doctrine, even though the arguments advanced are economic.
    That is not to say that people who advance them do not believe in their economics (questa mi pare la parte più tragica, se almeno lo facessero solo per soldi capiremmo,senza perdonare ovvio!), poor though this is. But obstinate ignorance is usually a manifestation of underlying political motives."

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