lunedì 25 gennaio 2016

La Germania e la crisi

Buongiorno Prof.,

scusi se scrivo qui. Sarei rimasto tranquillo nella mia caverna dei commenti bloccati, MA spero possa essere un'utile aggiunta al post sul grafico dei rapporti pil pro-capite ITA e GER contro media EU.




Tagli/cestini come crede: la parte interessante, perche' meno presente nel dibatto, e' che persino la Germania fa 'sto gran casino e NON vince..

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Con tutto il rispetto, a me 'sto grafico e' piaciuto.

A parte che si vede che (PIL pro-capite ->) l'italiano medio si era infilato in una brutta situazione (e #sesapeva e #fattoapposta, vedi Prodi nel 2001), e' pure chiaro che il tedesco medio, a detta di tutti grande vincitore e piu' meritorio, in 30 anni non ci ha guadagnato NIENTE. Dopo 30 e passa anni e' al livello del 1980. Peggio, il declino del salario tedesco e' compensato quando svaluta o la moneta o il lavoro.

Come aggregato, ovvio.

Chi ci ha guadagnato anche in Germania e' palese, specie durante le riforme Hartz.

Cordialmente, e Grazie per quello che fa e mostra,

Christian A.


(...e gnente, ma proprio gnente... Allora: intanto non ci siamo con la lettura del grafico. La Germania non è "al livello del 1980". Il rapporto fra reddito pro-capite tedesco e europeo è a quel livello, ma naturalmente siccome il mondo è cresciuto, i tedeschi di oggi stanno - in media - meglio di quelli del 1980. Il dato veramente interessante del grafico è che le politiche di austerità hanno interrotto il vigoroso recupero tedesco - in termini relativi, cioè rispetto alla media europea. Per questo io, prima che questo grafico fosse possibile disegnarlo - cioè nel 2011 - parlavo di segare il ramo. Oggi, poi, che la Germania possa essere un modello sostenibile sono veramente pochi a sostenerlo. Lo scandalo VW ci ha dato una mano, e i media stanno sdoganando un pezzo di verità, con calma. Piano piano ci sono arrivati i bocconiani, e poi, buon ultimi, i piddini di rango - tipo il patetico Wren-Lewis, quello che parla di elicotteri.

Peraltro, ci sarebbe da discutere anche sul "vigoroso balzo" della Germania a inizio crisi. Certo, la Germania ha gestito la crisi da una posizione già dominante, ma il suo balzo verso l'alto nel 2008 è molto anche un balzo verso il basso della media dell'Eurozona. Insomma: i rapporti vanno letti come rapporti, e un loro aumento può essere tanto un aumento del numeratore, quanto una diminuzione del denominatore. Sono sempre #lebbasi, sulle quali tanto non c'è nulla da fare: credo che siano come il coraggio, che chi non ce l'ha non se lo può dare.

Anche la morale della favola, sul fatto che in Germania le classi subalterne se la passino male, sì, capisco che possa avere un qualche valore ricordarlo nel dibattito, ricordarlo sempre, ma non è mica una cosa originale! Basta leggere le pag. 222 e seguenti, e 262 e seguenti, del Tramonto dell'euro. Sta tutto scritto lì. Quindi?

Paradossalmente, questa che voleva essere un'opera di divulgazione si sta rivelando ogni giorno di più come un lavoro utile per chi le cose le sa già - e con questo righello per unire  puntini fa anche bei soldi, all'occorrenza, e ogni tanto mi ringrazia (alcuni ringraziamenti sono particolarmente lusinghieri). Un lavoro per iniziati, insomma, che è una cosa diversa da un lavoro di élite - intesa come élite culturale. Io miravo a quest'ultima, ma evidentemente ho sbagliato obiettivo, credo perché l'obiettivo cui miravo non esiste più. Il fottuto XIX secolo ha distrutto qualsiasi residuo di uomo rinascimentale - o almeno enciclopedista/enciclopedico - popolasse questo pianeta. E ora siamo rimasti con quelli che la cultura sono le belle poesie, o la bella musica (quella elencata dai giornali piddini), ma naturalmente di fare due più due non se ne parla, e tanto meno, Dio non voglia!, di fare due diviso due, o magari due virgola cinque diviso due virgola cinque - vedete: ve lo scrivo in lettere, perché se usassi cifre vi metterei in difficoltà (siamo pur sempre quelli che dicono: "parlare arabo", per dire parlare oscuro, e alla fine le cifre sono arabe, cioè, per molti di voi, arabo). Leggere un fottuto grafico? Mission impossible. Eppure siete qui perché vi ho dato quest'opportunità. Ci sarebbero molte riflessioni da fare, sul fenomeno contraddittorio che questo blog rappresenta. Fatele voi. Vi sblocco i commenti fino alle 20. Dite quel cazzo che vi pare, basta che mi lasciate lavorare in pace...)

77 commenti:

  1. E ora occhio: la moderazione la fate voi...

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    1. In poche parole siamo come il XIX secoloe il grafico. FOTTUTI

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  2. meglio che non dico nulla va.....il gioco è bello quando dura poco.

    PS Specchio riflesso.

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  3. Prof, ha ragione, me ne sono accorto pure io. Sebbene nell'ambito in cui studio non ho difficoltà ad interpretare grafici e dati in generale, più volte ho avuto difficoltà a farlo in ambito economico, per ultimo il caso qui riportato.
    Poiché è un po' che ci penso (spinto pure dalla frustrazione di sbagliare su un tema che mi interessa), sono arrivato alla conclusione che questa mancanza è indice di scarsa conoscenza e studio della materia: il quadro generale, ("a parole")leggendo un po' qui e soprattutto su twitter, l'ho capito (e per me è già un traguardo) ma dai risultati avuti evidentemente non basta.
    Soluzione, almeno per me, e quella di incominciare a studiare(compatibilmente con gli impegni di studio primari) per poter aver padronanza della materia e.. del mio futuro

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  4. Professore,lasci perdere questi grafici, troppo complicati per un paese in cui solo il 20% della popolazione è in grado di comprendere un testo di media difficoltà e di eseguire operazioni elementari. Nella mia piccola attività di divulgazione personale, uso i grafici che confrontano la dinamica nei vari paesi europei di grandezze come la produzione industriale o il saldo delle partite correnti. Sono più comprensibili, almeno credo, perchè si comprende facilmente quelli (o quello) che crescono e quelli che declinano. Insomma, così si capisce meglio che la Germania ha fregato tutti.

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    1. Ma l'unico punto corretto sollevato dall'autore del post è che la Germania ha fregato anche se stessa, in effetti (rectius: una parte - maggioritaria - della sua popolazione). E quello come lo fai vedere?

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    2. Però un momento: che la materia sia complicata per i non addetti ai lavori credo che sia corretto, ma da qui a "semplificare" il discorso credo che ce ne passi. Purtroppo il messaggio semplice non può spiegare un problema complesso come è quello dell'euro. Anche dire che "la Germania ha fregato tutti" credo che sia troppo semplicistico. Se è vero che il regime di cambi fissi ha senz'altro avvantaggiato chi aveva una moneta forte e la propensione all'export, è anche vero che questi vantaggi non sono andati "alla Germania", ma a una parte ben precisa, che di certo non sono stati i lavoratori tedeschi. Nel mio minuscolo, credo di aver capito una cosa che mi ha fatto cambiare personalmente il mio approccio all'interpretazione di eventi socio-economici: non esiste la Germania come insieme di interessi comuni a tutti i tedeschi, così come non esiste nessun Paese così. In ciascun Paese ci sono forze in gioco che a volte sono in contrasto le une con le altre, e semplificare troppo un messaggio (come per esempio "la Germania ha fregato tutti") temo che porti a conclusioni sbagliate, non tanto diverse peraltro da quelle a cui è arrivata l'opinione pubblica becera sui greci. Vorrei essere in grado di poter contribuire con i miei commenti ai post di questo blog, ma personalmente il mio limite è questo: il mio difficile percorso di studi è ancora all'inizio, e se credo di essere in grado di comprendere le cose alla mia portata (e solo dopo molte riletture o ascolti), temo di non avere ancora la sicurezza per esporle in modo da aiutare il dibattito (o confutare l'occasionale troll che dovesse arrivare).

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    3. Le mie sono valutazioni politiche. Gli italiani, mediamente, credono di essere furbi e non c'è nulla che li fa più inviperire dello scoprire che qualcuno li sta fregando, soprattutto se questo qualcuno ha l'accento tedesco. Mi pare che abbia fatto molto bene alla causa proprio la vicenda della crisi bancaria, in cui appare sempre più evidente da parte della Germania l'uso strumentale ai propri interessi delle normative europee. Il fatto che lo Stato tedesco abbia salvato con centinaia di miliardi le proprie decrepite banche (e i crediti delle proprie banche con i fondi pubblici salva stati) e pretenda ora che siano i risparmiatori italiani a pagare le sofferenze bancarie, lo capiscono tutti, ma proprio tutti.

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    4. "che la Germania ha fregato anche se stessa, in effetti (rectius: una parte - maggioritaria - della sua popolazione). E quello come lo fai vedere?"

      Umm... GINI e Household disposable income 1990-2015?


      sul tema http://inequalitywatch.eu/spip.php?article114&lang=fr (del 2010, sarebbe curioso vedere gli ultimi 5 anni, se ho tempo do un'occhiata)

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    5. @Prof,
      azzardo una risposta: si mostra con i grafici di salari reali e produttività media del lavoro.
      Non con la quota salari, perché questa appare sostenuta del calo della produttività dovuta ai minori investimenti -scoraggiati dal vantaggio del "marco debole".

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    6. Scusa, mica solo gli italiani sono stati fregati. Che dire di greci spagnoli francesi portoghesi finlandesi, loro invece non si credono più furbi? E i tedeschi? La questione non credersi furbi, a nessuno in nessun paese piace avere torto o sentirsi stupido per essere stato fregato.

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    7. Il politico diffida della ragione perché è capitato semplicemente che chi aveva ragione avesse il potere di affermarla

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  5. Il messaggio di fondo deve essere accessibile anche a chi ha una semplice maturità scientifica e fortunatamente lo è quasi sempre. E quando non lo è ci pensano i cazziatoni del professore a renderlo intelligibile. Ovviamente io non avendo gli strumenti mi guardo bene dal commentare onde evitare i suddetti cazziatoni. Quello che mi sento di dire è che il lavoro del professore ha un valore incalcolabile e lo ringrazio. Se non fossi disoccupato contribuirei volentieri alla fondazione. Spero di poterlo fare quanto prima.

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  6. Buonasera Professore.

    forse sono le sue politiche di austerity sui commenti che hanno provocato la deflazione nel post incriminato.

    Io mi sto impegnando. Sto leggendo il suo secondo libro, ho iniziato a sostenere con quello che posso asimmetrie, leggo ogni suo post con il tentativo di capirli fino in fondo.
    All'inizio sicuramente ho mandato un commento ingenuo che non ha avuto risposta o ha provocato il mio ban non avendo poi visto pubblicato un secondo commento. Da allora non ho osato commentare altro rimanendo ad ascoltare in silenzio.
    Credo che la gente che la segue abbia capito che nei suoi post c'è molto da capire e da imparare ma forse manca ancora qualcosa da parte sua perché il processo di apprendimento sia completo.
    Forse il grafico andava affiancato anche dalla version non rapportato alla media euro ma con i valori assoluti dei due paesi (questo serviva per contestualizzare meglio il primo).

    Cordiali saluti

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    1. Caro, però tu i libri li hai letti? Lo sai che non voglio essere capito da tutti, perché non ha senso. Il problema è lievemente diverso: è che a me pare che qui non capisca nulla nessuno! Sarebbe, in effetti, da parte mia un overshooting... Sentiamo parlare tutti i giorni di rapporti. La nostra vita, quella delle nostre famiglie, è governata da rapporti (i parametri di Maastricht). Se la gente non capisce cos'è un rapporto, credo che tu possa convenire con me che quello che è in gioco non è tanto la mia capacità didattica (che ovviamente può essere messa in discussione rapportandola agli obiettivi a suo tempo dichiarati), ma il concetto stesso di democrazia. Ci siamo?

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    2. Per quanto riguarda il "non voglio essere capito da tutti" io la vedo così da "esterno" che legge sempre e non commenta mai:

      Twitter - livello difficolta base

      Il tramonto dell'euro/L'Italia può farcela - livello difficolta medio

      goofynomics - livello difficoltà alto

      La concentrazione e la voglia di leggerli va di pari passo...

      Ma sono un perito meccanico ex piddottero.

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    3. Non capisco perché pensi che qui non capisca nulla nessuno, naturalmente dobbiamo considerare diversi livelli di comprensioni che ognuno di noi può raggiungere.
      Lo deduce dal scarso numero di commenti intelligenti in rapporto agli altri ?
      Forse da troppo peso hai commenti che passano per il blog, internet è un po diverso dall'aula di una università. Immagini se ad una sua lezione oltre ad i suoi studenti arrivassero altre migliaia di curiosi che iniziano a fare domande stupide. Lei sottostimerebbe le domande dai suoi studenti.
      Sul resto della sua risposta concordo pienamente e mi sento di dire che sono cose che ho capito.

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    4. Dà ai. Anche se non siamo in classe.

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    5. Caro professore ha torto . Posso affermare con assoluta convinzione che agli alunni a partire dalle elementari fino all'università non gli è stato MAI INSEGNATO il concetto di rapporto .
      Ragionare con i rapporti e divisioni richiede come primo passo la capacità di interpretare VERBALMENTE
      il significato di un numero che è ottenuto da una particolare divisione .
      Nel caso di due numeri puri 465/23 la frase il 23 sta nel 465 viene memorizzata senza metterla in relazione
      con altre operazioni matematiche più semplici . A NESSUNO STUDENTE è stata mai fornita l’ occasione di capire che la divisione è un metodo di calcolo veloce per vedere quante volte è possibile SOTTRARRE il 23 dal 465
      La frase “ sta nel “ viene memorizzata senza metterla in relazione con altri contenuti matematici
      più elementari . A coloro che non hanno sviluppato questa prospettiva dovrebbe essere data l’opportunità di contare le sottrazioni successive e di cominciare a riconoscere ciò che stanno facendo quando utilizzano l’algoritmo memorizzato .
      Ma io mi ci gioco i coglioni che neanche gli insegnanti sappiano che cazzo stanno insegnando .
      Procedendo oltre si incontrano rapporti fra grandezze omogenee L/M esempio il rapporto fra le misure
      di due segmenti . Qui il risultato della divisione ci dice quanto una delle lunghezze è MAGGIORE O MINORE dell’altra Quanti sono i professori che dicono : Dimmi un po’ caro discepolo ma M quante vote è più piccolo o più grande di L ?
      Procedendo oltre incontriamo la divisione fra grandezze non omogenee tipo metri / secondo oppure KG/VOLUME .
      A quale studente è mai stato spiegato che il risultato della divisione in questo caso ci dice quanto del numeratore è associato con UNA UNITA’ DEL DENOMINATORE ?
      Esempio un corpo ha una massa di 340 gr e la dividiamo per un volume di 120 cmc cosa otteniamo ?
      Vi assicuro che anche nelle università ad indirizzo scientifico ben pochi risponderanno : si è ottenuto
      il numero di grammi per UN CENTIMETRO CUBO DI MATERIALE .
      E perché non sanno rispondere ‘?
      NON GLI E’ STATO MAI INSEGNATO A DARE UNA SPIEGAZIONE
      IN TERMINI VERBALI SEMPLICI del significato sofisticato dl termine rapporto ( meglio dire divisione )
      Pertanto se abbiamo un problema di democrazia i traditori sono i chierici .
      Bisogna vedere se i mastri sono dei MAGISTER . Ovviamente alle medie e alle superiori nessuno ha l'umiltà o la competenza di fornire delle spiegazioni ovvero insegnare le
      basi . Un popolo di asini ha sempre come colpevoli maestri
      incompetenti o svogliati .Alle medie non tolgono le lacune
      delle elementari ,alle superiori idem alle università i titolari dico come cazzo ci siete arrivati qui ?
      Quindi una lezioncina di spiegazioni non sarebbe male come premesBisogna vedere se i mastri sono dei MAGISTER . Ovviamente alle medie e alle superiori nessuno ha l'umiltà o la competenza di fornire delle spiegazioni ovvero insegnare le
      basi . Un popolo di asini ha sempre come colpevoli maestri
      incompetenti o svogliati .Alle medie non tolgono le lacune
      delle elementari ,alle superiori idem alle università i titolari dico come cazzo ci siete arrivati qui ?
      Quindi una lezioncina di spiegazioni non sarebbe male come premessa di una vera comprensione .
      Spero che qualche lettore si sia avvantaggiato da questa mia indiretta lezione sulle divisioni . BUONA SERATA .

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    6. Io accetto in cambio lezioni per inviare una risposta decente .Neanche con il copia incolla ci sono riuscito .
      Chiedo scusa e mi conforto che il senso del testo è chiaro .

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    7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    8. Qui stiamo parlando veramente di basi e il discorso di Gianni ha sicuramente un senso.
      Tuttavia io ho un ricordo particolare dell'universita' (Ingegneria aeronautica): ricordo che i professori facevano la loro lezione enunciando i concetti nel modo piu' rigoroso possibile, poi all'esame ti chiedevano di applicarli.
      Il passo intermedio, cioe' capirli, era tutto sulle spalle degli studenti. Chi capiva per conto proprio andava avanti, chi non capiva andava a fondo. Non amo certo la selezione darwiniana ma, diavolo, se era formativo!

      Roberto Seven

      PS. Ricordo ancora un prof. che al 95% delle domande rispondeva "Pensaci che lo sai gia'" e troncava li'.

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    9. Pure un po', con l'apostrofo. Sì che siamo in classe! È il suo bello!

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    10. @Gianni
      Carissimo, ho un figlio alle elementari, in terza, e ti assicuro che quel che scrivi è verissimo! Ma la colpa non è delle povere maestre (povero incolpevole Eichmann). Loro per la maggior parte (non tutte) ubbidiscono banalmente e supinamente alle indicazioni che arrivano da "chi ne sa di più!".
      Perché è senso comune e ovvia verità sulla quale nemmeno discutere, che di didattica ne sappiano più gli psicologi, gli psicanalisti e soprattutto gli psichiatri, no?

      Ad esempio in un D.M. del MIUR (scritto da eminenti psichiatri) si consiglia caldamente ciò che la letteratura scientifica giudica per la maggior parte sbagliato (o, in rari casi, irrilevante). Di insegnare per primo lo stampatello maiuscolo (aspettando anni prima di introdurre il corsivo) ai bimbi di prima (forse, ma non credo, son io ignorante e incapace di trovare articoli scientifici che sostengano la posizione a pag. 18 del D.M. in questione; io per parte mia ho trovato questi articoli: se qualcuno mi segnala articoli che sostengono la posizione del MIUR sarei felice di ricredermi).

      Per non parlare dei master e dei corsi di formazione per insegnanti dove si spiegano metodologie didattiche mai testate scientificamente che però aggravano di lavoro inutile i poveri insegnanti.

      O, per tornare ai tuoi esempi sulla divisione, la scheda di matematica "somministrata" (si dice così, come per le medicine... ormai se vai male a scuola si va dal medico!) alla classe di mio figlio pochi giorni fa, dove si chiedeva di riconoscere, in problemi di divisione, se stavi "raggruppando" per calcolare "quante volte una quantità è contenuta in un'altra", oppure "distribuzioni" per suddividere "una quantità in parti uguali". Fatto sta che mio figlio, non un esperto pedagogista o un Gauss in erba, mi faceva notare che a seconda di come lo vedi un problema di "distribuzione" in parti uguali può essere visto come un problema di "raggruppamenti" uguali. La riflessione gli è nata perché neppure le maestra ci saltavano fuori!

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  7. Forse bisogna aver fatto il classico per capire che nell'ordinata c'è un rapporto ad un numero che negli anni cresce (più o meno) e che una linea pressoché retta implica comunque una crescita.
    E' solo una bieca rivincita di un umanista non pentito :)

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    1. Mi sento di poter condividere questa riflessione. In altre parole, è la sconfitta degli ingengngnieri.

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    2. Gli ingegneri sono come gli economisti. Ce ne sono di buoni e di cattivi. Purtroppo non sarei capace di essere ingegnere senza i numeri, anche se spesso penso a come sarebbe il mondo senza. Forse basterebbe il buon senso.

      I Romani hanno costruito il Colosseo e il Pantheon con le X e con le V, oggi noi abbiamo la teoria della trave e delle strutture intelaiate (equazioni differenziali ed algebra lineare) e facciamo questo.

      Magari ci faccio un blog.....

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    3. Sì dargen, però i Romani avevano fatto pure la Suburra; e se Roma è andata a fuoco, Nerone o non Nerone, è andata a fuoco perché prima sarebbe potuta andare a fuoco, e poi infatti ha preso fuoco più volte. L'efficienza è fatta di tante cose, ma tu una ne dimentichi: la buona volontà, che da sola non basta (perché di buone intenzioni è lastricata la strada dell'Inferno) come non bastano numeri e buon senso. Però cazzo, a chi ha abbattuto quei "tramezzi" non fregava niente degli inquilini del piano di sotto, a chi ha lasciato che la Suburra diventasse ciò che era non fregava niente dell'arrosto di sottoproletario. L'entropia, il lasciare che tutto vada come va, è il male perché è ozioso.

      Questo, la volontà, secondo me è un aspetto che precede il buon senso quanto la professione, ai quali fattori risulta ortogonale, il che implica che buon senso e professione o siano dipendenti o siano anch'essi ortogonali fra loro. Il che lo lascerei decidere agli umanisti che hanno capito cos'è un'ordinata.

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  8. Per la serie “Storia su goofynomics” un numero speciale per una ricorrenza speciale.

    Napoleone fu imperatore sanguinario, è vero (ma chi non lo fu?). Era tuttavia uomo dai molteplici interessi. Un tempo si sarebbe detto semplicemente istruito. A lui si deve l’intuizione che poi prese il nome, appunto, di teorema di Napoleone, il quale notevolissimo afferma che se sui lati di un triangolo qualunque costruiamo tre triangoli equilateri, allora il baricentro dei tre compone un triangolo equilatero. Non si sa bene chi furono i primi con cui ne discusse, quel che si sa è che ne discusse con i due matematici forse più influenti del suo tempo, i quali esclamarono divertiti “Tutto ci saremmo aspettati da lei meno che una lezione di matematica!”: Laplace e Lagrange.

    Lagrange era italiano, di Torino. Nonostante ciò è uno dei tanti matematici che si nominano quando ci si deve ricordare di quanti siano bravi i francesi. Stando al resoconto biografico che ne fa l’Università di Torino, nacque nella capitale del Regno nel 1736, vi visse 30 anni, poi 21 a Berlino e 26 a Parigi. Il suo nome inizia a circolare per il continente già dal 1754, senza Schengen, perché si sa che “le idee sono a prova di trattato”, parola di “E per Europa”. Come primo incarico fu chiamato a sostituire il Maestro di Matematica alla Scuola di Artiglieria, nel frattempo fondò con degli amici una società privata che poi diventerà la Reale Accademia delle Scienze di Torino. Era un uomo schivo, amante del proprio lavoro, evitava le feste perché ad eccitarlo e distrarlo probabilmente gli bastava che facesse ciò che più gli piaceva: essere sé stesso. Da piccolo studiava con grande passione il greco e il latino, quest’ultima sua materia di studio preferita; ma il suo insegnante di fisica, tal padre Beccaria (la chiesa è nemica da sempre della scienza, si sa), gli fece capire che come mestiere avrebbero potuto certamente dargli più soddisfazioni la fisica e la matematica. Seguono alcune considerazioni personali.

    Lungi da me, giovine quasi statistico con diploma di liceo classico, asserire che è meglio la scienza delle lettere, che mamma è più buona di papà, che le lingue le sai solo se le parli, e tutta una serie di fesserie Pdiote. La storia di Lagrange dimostra che lo studio vero e proprio si fa su un libro che non ha figure, non ha schemi, ma fatto in modo che l’uomo, perché apprenda, ne debba estrarre il sapere con fatica e sacrifico: è il libro del mondo, che non è scritto necessariamente di triangoli e numeri. È un libro fatto ANCHE di libri che insegnano, che si insegnano, e che vanno studiati, ma non solo. È fatto di persone, è fatto di vicende tristi e felici, è fatto di fallimenti da saper gestire. Un libro che Lagrange contribuì a scrivere per il solo fatto di averlo studiato meglio di altri (grazie alla sua meccanica oggi gli aeroplani volano), e che studiò vivendo a contatto con persone diverse da lui, i militari, apprendendo quasi da solo tutto ciò che ebbe da insegnare loro e al resto del mondo (pare che i libri di Eulero se li fosse fatti prestare e poi li abbia studiati per conto suo, ma su questo vi invito a non fidarvi troppo).

    Voltaire e Lagrange si incontrarono alla corte di Prussia. Con ogni probabilità si videro poco, considerando che Lagrange si dedicava allo studio, all’insegnamento e alla scrittura, mentre il simpatico pamphlettista francese aveva come hobby l’intrigo di palazzo. Infatti di chi si ricorda di più il mondo? Secondo voi dei due chi è l’idolo dei piddini? Per carità, anche a me ha divertito il Candido, ma ripeto: giudicate voi.

    Lasciata Berlino finì a Parigi, dove terminò la Meccanica Analitica, di cui l’1% di coloro che hanno dato Fisica I conoscono l’esistenza. È come chi si definisce dramaturg senza aver mai letto nulla di Eschilo, e vi garantisco che succede anche questo. Morì ovviamente amato, stimato, e soprattutto mantenendo la sua cittadinanza, cosa che gli causò molti problemi.

    Scritto di fretta nell’anniversario della sua nascita.

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    1. In questo blog mi è capito spesso di leggere commenti e interventi come il suo, che per la mia straripante ignoranza reputo dei tesori.

      Anche questa volta, lo ammetto, ho letto a bocca aperta riga dopo riga appassionato, la storia di questo Lagrange, che mancandomi #lebbasi in ogni ambito, non conoscevo affatto.

      La ringrazio per avermi regalato qualche minuto di pura emozione.

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    2. Grazie a lei. Aggiungo una piccola nota a margine del fatto che siamo autorazzisti quindi Lagrange è francese; poco tempo fa parlando di Euler con la mia ragazza (la persona meno razzista e meno autorazzista che conosco) e della sua profonda religiosità scandita da una routine giornaliera di preghiere con la partecipazione (forzata?) dei suoi familiari, lei ebbe a dirmi: "Si sa, questi tedeschi sono sempre così rigidi...". Non è cattiveria, ma ormai è diventato naturale dire che i tedeschi sono quelli più bravi, oltre che quelli più rigidi, al punto da non sapere che il più grande scienziato della storia era in realtà svizzero.

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  9. Prof, se stasera non taglia alcun commento m'intrufolo per ringraziarla. I suoi post necessitano di concentrazione ma sono fruibilissimi. Del resto il suo mestiere è far comprendere e a me pare ci riesca. Certo che se si pensa di poter capire tutto con la leggerezza con cui si legge Donna Moderna o Men's Health sarebbe meglio rinunciare. Claudia

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  10. eh ... ho capito, ho capito ... tutti contenti ... ah, è proprio vero, e sa/sai che a me è capitato ... Condivido! ... ho capito, ho capito ... e alla fine nessuno aveva capito una fava. Credo che anche tu abbia problemi con i numeri, dicevi che solo l'uno per cento ti capiva. Magari!

    Più seriamente e fattivamente, pur annoverandomi tra quelli che non hanno capito un cazzo, il tuo lavoro è stato per me, ed è ancora, estremamente importante. Ho imparato tanto e spero di continuare, anche da taluni commenti/commentatori. A partire da confutatis maledictis... quindi calma, respirazione, sangue freddo, e avanti fino alla vittoria! o comunque fino alla fine! La resa non è contemplata da questo progetto.

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  11. Grazie professore io so di non sapere

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  12. Grazie professore io so di non sapere

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    1. Beato te! Io per sicurezza neppure quello!
      P.s. reperita... :-)

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  13. "Tedeschi sono come tedeschi, montenegrini come montenegrini" V.Boskov

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  14. Profe, avevo pronti da spedirle per posta ordinaria i miei 150 commenti ai suoi post precedenti... Ma almeno su uno dei temi di fondo di questo post vorrei, se possibile, intervenire, ossia sulla specializzazione (un male necessario, a mio avviso), quella cosa che fa dire a uno studioso, poniamo, di balani di fronte a un saggio sulla Commedia di Dante: "Questo a me non compete". Però qui non abbiamo a che fare coi balani né con Dante (anche se spesso viene in soccorso anche qui), ma si tratta né più o né meno delle nostre vite, del futuro dei nostri figli, della sopravvivenza della nostra nazione, per cui anche uno studioso di balani, o di Dante, si sente coinvolto, non già come studioso, ma come cittadino, come appartenente alla Polis in lotta per la verità. Dunque, che l'euro non è solo una moneta, ma un metodo (fascista) di governo l'ho capito, che la Germania non è una signora bionda dagli occhi azzurri l'ho capito, che l'UE non è un monolite, ma è corsa da contraddizioni e il suo destino si gioca sui rapporti di forza l'ho capito. E mi batto, a mio modo, nel mio infimo, contro questo delirio eurista. Però, per questo grafico, lo ammetto: No sum dignus.

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  15. Prof. In base a tutte le variabili di cui lei é a conoscenza , secondo lei quante sono(mas o meno) le persone che hanno capito che l'euro é una tragedia (comprendendo i diversamenti intelligenti come me che fanno fatica a seguirla sui dettagli) ?

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    1. http://www.termometropolitico.it/1204694_sondaggi-politici-italiani-vorrebbero-lasciare-leuro-per-gallup.html

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  16. ἦλθ’, ἦλθε χελιδὼν
    καλὰς ὧρας ἄγουσα,
    καλοὺς ἐνιαυτούς,
    ἐπὶ γαστέρα λευκά,
    ἐπὶ νῶτα μέλαινα.
    παλάθαν σὺ προκύκλει
    ἐκ πίονος οἴκου
    οἴνου τε δέπαστρον
    τυροῦ τε κάνυστρον.
    καὶ πυρῶν
    ἁ χελιδὼν καὶ λεκιθίταν
    οὐκ ἀπωθεῖται. πότερ’ ἀπίωμες ἢ λαβώμεθα;
    εἰ μέν τι δώσεις· εἰ δὲ μή, οὐκ ἐάσομεν,
    ἢ τὰν θύραν φέρωμες ἢ θοὐπέρθυρον
    ἢ τὰν γυναῖκα τὰν ἔσω καθημέναν·
    μικρὰ μέν ἐστι, ῥᾳδίως νιν οἴσομες.
    ἂν δὴ φέρῃς τι,
    μέγα δή τι φέροιο.
    ἄνοιγ’ ἄνοιγε τὰν θύραν χελιδόνι·
    οὐ γὰρ γέροντές ἐσμεν, ἀλλὰ παιδία.

    Ateneo, Deipnosophistai VII, 60, 27

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  17. Hanno tolto l'Articolo 18, privatizzato la scuola, tagliato ospedali e presidi sanitari, fatto il Jobs Act.
    Piazze deserte.

    Precarietà dilagante. Liberta di licenziamento a discrezione dei padroni. Delocalizzazioni all'estero. Ondate di suicidi di gente che non arriva a fine mese. 47% di disoccupazione giovanile.
    Nessuno in piazza.

    Guerre imperialiste spacciate per "missioni di pace" che ci costano miliardi e dissanguano la nostra economia. Il nostro territorio occupato da 113 basi militari di una potenza straniera chiamata USA con tanto di ordigni nucleari.
    Piazze vuote.

    Matrimoni Gay e Adozioni alle coppie omosessuali.
    In tutta Italia piazze invase da centinaia di migliaia di invasati.

    "Le idee dominanti della società equivalgono alle idee delle classi dominanti." (Karl Marx) cit. "Scintilla Rossa"

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    1. La ricreazione è finita, anche se ancora molti non se ne sono accorti: lasciamo al tempo il tempo di fare il suo lavoro.

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    2. Il tuo commento lo stampo e lo appendici in sala insegnanti (i grafici del prof li ho appesi per un po', poi ho rinunciato: non li capivano!).

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  18. Je suis le modérateur de l'ecole de Corviale. Le premier qui l'accueillit et le dernier qui l'a saluè.

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    1. Cazzo ci fai con gli ortotteri? Tu sei meglio.

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    2. Quando chiudiamo per organizzare l'evento con Cesare (Pozzi), faremo le dovute considerazioni :-)
      almeno per capire insieme che non può essere tutto turismo, sole, mare e "pensiero meridiano" (Franco Cassano) ma anche e direi soprattutto manifattura.

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  19. Pag. 222 e seguenti del Tramonto dell’euro:

    “Ora, cerchiamo di capirci: la regola del 3 per cento è assurda, e nessun economista serio ha mai ritenuto di poterla avallare in qualche modo. Quello che preoccupa, in questa storia, non è che la Germania abbia violato una regola assurda, ma il perché l’ha fatto, e il come l’ha fatto.
    Il perché è semplice. Ricordate il discorso delle patate? Fra 2002 e 2003 la Germania aveva avuto una crescita economica praticamente nulla, con disoccupazione in crescita fin quasi al 10 per cento, in controtendenza rispetto a molti altri Paesi europei. La risposta fu una crescita della spesa pubblica (quella che gli altri non potevano fare perché “non stava bene”), destinata in massima parte a finanziare le famose riforme Hartz del mercato del lavoro, che a botte di precarietà, sottoccupazione e sussidi mascherati permisero alle imprese tedesche di incassare un calo del salario reale di circa il 6 per cento. Niente male, no?
    Ricordiamo i fatti:
    – fra 2000 e 2003 il deficit pubblico tedesco aumenta di 5.4 punti di Pil, e ricordiamo che la Germania era già sul filo del rasoio in termini di debito pubblico (61 per cento del Pil nel 1999);
    – questo aumento è dovuto a maggiori spese (da 923 a 1043 miliardi di euro), non a minori entrate (le entrate aumentano da 946 a 969 miliardi; fonte: Ocse, 2012);
    – queste maggiori spese, pari a circa 120 miliardi di euro, sono spiegate per più di due terzi da politiche di sostegno indiretto all’economia attraverso sussidi alle imprese e politiche “attive” del mercato del lavoro (per circa 90 miliardi complessivi), mentre, ad esempio, le spese per l’istruzione sono aumentate di 8 miliardi e quelle per l’edilizia popolare di 3 miliardi.”

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  20. Chi è in grado di capire è già stato preso dall'altra squadra (vedi il commento da Banca d'Italia di qualche post fa).

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  21. Pag. 262 e seguenti del Tramonto dell’euro:
    “La sconfitta

    Sì, perché in fondo diciamocelo: il ciclo di deregulation iniziato nel 1981, nel cui grande solco “globale” si inseriscono la vicenda europea e quella italiana, non è che sia proprio stato un enorme successo. L’attacco sferrato dalle élite transnazionali è riuscito a orientare a vantaggio di queste la distribuzione del reddito. Ma per farlo ha dovuto imporre un ben preciso modello di sviluppo, che, come tutti ormai vedono, è sostanzialmente fallito perché basato sulle logiche della finanza, logiche intrinsecamente di breve respiro, razionalmente “disinteressate” al lungo termine, come Keynes ci ha limpidamente spiegato nel XII libro della Teoria generale.
    È la miopia di questo modello a renderlo insostenibile finanziariamente, economicamente, socialmente, politicamente, ed ecologicamente. Questa insostenibilità si è palesata nella crisi più violenta da quella del 1929, una crisi dalla quale non siamo ancora usciti, della quale l’euro è un elemento amplificatore (pur non essendo quello scatenante), sia su scala regionale che su scala globale, e il cui superamento, evidentemente, non può essere demandato alle iniziative di un singolo Stato nazionale, ma richiede un coordinamento e una cooperazione internazionali. Esattamente quel tipo di coordinamento e di cooperazione pragmatica e non ideologica che l’Unione europea, come abbiamo cercato di mostrare nelle pagine precedenti, ha impedito in seno al continente europeo, dove ha invece promosso la legge del più forte e la filosofia del “tutti contro tutti”.
    Come alla fine della seconda guerra mondiale, ci ritroviamo oggi con un cumulo di macerie: le macerie delle nostre istituzioni sociali, del nostro ambiente, delle nostre conquiste economiche. Come alla fine della seconda guerra mondiale, ci ritroviamo oggi con una montagna di debiti: debiti pubblici, ma, in questo caso, anche e soprattutto privati, destinati però a diventare direttamente o indirettamente pubblici; debiti, comunque, da gestire, se possibile non alla maniera europea, cioè come strumento di oppressione e colonizzazione, perché questo aprirebbe semplicemente la strada ad altri conflitti, di non minore ma più esplicita violenza. Come alla fine della seconda guerra mondiale, è necessario oggi un armistizio, che aprirà un nuovo fronte, più sottile e insidioso, con il più importante dei nostri alleati: esattamente come i sovietici, dopo aver contribuito in modo decisivo alla sconfitta del nazismo, diventarono nostri avversari nella Guerra Fredda, oggi i Paesi emergenti, e in particolare la Cina, dopo aver combattuto a fianco di noi e con maggior successo la battaglia per la crescita economica, vengono proposti all’opinione pubblica come il nemico da combattere per difendere il nostro stile di vita (difesa da impostare, ci viene detto, rovinando il nostro stile di vita con improbabili e inefficaci “svalutazioni interne”).””

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  22. Gentile Prof.,

    La ringrazio per la Sua opera di divulgazione e mi rendo conto che parlare, scrivere con il dubbio (e forse la consapevolezza) che molti non capiscano è un dramma sia sotto il profilo intellettuale che peggio ancora quello divulgativo. Il punto della questione, come giustamente dice Lei, è nella totale mancanza di conoscenza della aritmentica ma anche della logica e della storia. Molte persone faticano a comprendere la differenza concettuale fra guerra di posizione e guerra di movimento. Molte persone non capiscono nemmeno il concetto di vincolo, figurarsi capire che cosa sia l'effetto lock in. Lei ha provato a spiegare in maniera chiara, con i numeri, io avrei utilizzato degli esempi:
    Discutere del tasso di cambio lira/euro e sulla sua congruità è come:

    - discutere della grandezza di un leone quando siamo chiusi dentro una gabbia con esso.
    - discutere del materiale con cui è fatta la nostra simpatica palla al piede.
    - discettare sull'altezza delle fiamme quando la nostra casa va a fuoco.
    - discutere del numero di chiodi quando si è dentro una bara.

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  23. Come sempre autodefinendomi ignorante della materia economica vorrei dire la mia sui commenti che hanno causato il temporaneo blocco degli stessi su questo blog; ormai si dovrebbe aver capito che l'impianto di euro ed eurozona è una follia dal punto di vista economico (almeno per il 99% della popolazione europea, qualcuno che ci guadagna c'è...) quindi sostenere che un cambio di ingresso diverso avrebbe cambiato qualcosa è come parlare del sesso degli angeli. Di mio quel che ho capito non dai commenti ma dalle risposte del Professore è che il cambio "pomicino" avrebbe semplicemente accelerato il crack del Paese e forse (dico forse con la consapevolezza che l'errore è probabile) sarebbe stato meglio in quanto ora saremmo già usciti e parleremmo di ricostruzione, resta da vedere però se ci sarebbe ancora qualcosa da cui partire.

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  24. "qualsiasi residuo di uomo rinascimentale - o almeno enciclopedista/enciclopedico"

    Prof., lei però lo sa che l'uomo rinascimentale enciclopedico rappresentava lo 0,00001% (forse) dell'umanità del rinascimento e probabilmente anche del XIX secolo. Il resto coltivava la gleba o smazzava in fabbria senza saper scrivere più del il suo nome (se già saeva quello) e seguiva gli ordini del podestà o del re senza stare a discutere, volesse lo scudo o il fiorino, la pace o la guerra.

    Anche la borghesia col cavolo che si interessava di cose fuori dallo stretto necessario all'industria di famiglia. Bisognava diventare veramente qualcuno per interessarsi di arte e letteratura nel proprio tempo libero (e le cronache rinascimentali sono piene di signori che sponsorizzavano l'arte ma che erano ciononostane ignoranti come cucuzze, a volte con orgoglio).

    Il punto è che ad essere enciclopedici ci vuole tempo, impegno e fortuna. Tempo da distrarre alle occupazoni mondane, impegno perchè ogni campo per vlerlo padroneggiare un minimo oltre la pittura di facciata ce ne vuole e fortuna ad incontrare qualcuno che ti faccia interessare e magari ti spieghi le basi e ti indirizzi. Io ho fatto matematica al liceo con vero odio, a giurisprudenza mi ricordo il corso di microeconomia come una serie di concettiinsignificanti spiegati da un professore annoiato di fronte a 600 facce anonime e mi ci è voluto un master e forse i due migliori professori che abbia mai avuto in vita mia per farmi capire che la macroeconomia e la statistica non sono (solo) matematica, ma linguaggi ed modi per strutturare il pensiero ed interpretare il mondo, nè più nè meno che il greco antico... ed ancora ne capisco molto meno di quanto non dovrei e non avrei potuto se non avessi voluto fare altre cose nelle decadi passate.

    Insomma, ci si prova.

    Ciò detto, lei a chi parla in effetti? Io non lo so per certo e le mie impressioni sono dovute ovviamente alla mia cerchia d conoscenze (e quindi soggetto a tutte le distorsioni statistiche possibili ed immaginabili) è che la maggior parte (non tutti, ovviamente) dei suoi estimatori sia gente che ha completato gli studi universitari, probabilmente in materie scientifiche, e siano piccoli imprenditori o impiegati più o meno statali, età media 40-50 anni. Insomma, gente che ha un bagaglio culturale (specifico quanto si vuole) medio alto, un minimo di tempo libero, che ha toccato con mano la catastrofe del vituperato ceto medio e che magari ha figli di cui guarda con orrore il futuro... ma che non ha avuto l'occasione di impratichirsi dei concetti base di macro e che, piano piano, li scopre leggendo i suoi libri ed il blog. Poi capita che nella foga del convertito uno apra la bocca, o muova le dita, e dica o scriva delle castronerie terrificanti (io per primo). Capitava anche ai discepoli scelti uno per uno dall'onniscente figlio dell'onnipotente...

    PS
    Curiosità, ha mai fatto uno studio sui seguaci, che so, magari usando come campione i CV allegati alle domande di iscrizione a a/simmetrie?

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  25. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  26. Prof io faccio l'operaio ho letto i suoi libri e il blog e cerco di capire e divulgare ai miei colleghi.
    Tempo perso a nessuno sembra interessare , forse le cose gli vanno bene o forse hanno perso ogni speranza.
    Grazie ancora per quello che fa'

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    1. o forse non capiscono.... anche io cerco di fare divulgazione. Mi trovo di fronte un muro di gomma. La gente non sa fare altro che citarmi a memoria quello che dice la TV sull'euro. Quando poi smonti questi "frame" tipo: "l'euro ci ha salvato" (da chi?), l'inflazione (C'era quando si stava bene e ora che si sta male non c'e'), il gelo e il silenzio, nessuno parla più, qualcuno inveisce, ma non sa cosa obiettare....

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    2. Gli interessera' quando perderanno il lavoro (forse). Altrimenti ha ragione il Professore: e' meglio che Darwin pensi a loro

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  27. Questi ultimi post e commenti mi pongono interrogativi. E' tutto inutile?

    NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO ne sono certo.

    L'atto e l'azione ......

    Correva l'anno 1995 e Carmelo Bene già diceva: "sono un classico, eterno, non ho contemporanei ... e voi siete una platea di morti, condannati a una informazione che informa i fatti non sui fatti" e poi alcune considerazioni sull'alfabetizzazione degli italiani e sulle qualità di chi ci governava https://youtu.be/I-Q44ybs13I?t=2114

    poi si sono succeduti 20 lunghi anni di "ci vuole più Europa" e le relative menzogne, il degrado dell'ignoranza e l'avvento della flavocrazia.

    Adesso stiamo ricostruendo, qui abbiamo la possibilità di riconoscere il vero, di allargare i nostri limiti, ma dobbiamo sforzarci di conoscere noi stessi e poi di cambiare ... guardiamoci allo specchio "If you wanna make the world a better place .Take a look at yourself, and then make a change" https://youtu.be/PivWY9wn5ps?list=RDPivWY9wn5ps&t=6

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  28. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  29. Purtroppo gli uomini rinascimentali sono rari, lo sono sempre stati penso. Non credo sarebbero mai stati sufficienti a tener su un blog, al massimo un salotto. Ma nei salotti, solo alcuni erano ammessi (e anche facilmente espulsi, immagino).

    Da fisico "rinascimentale" - con tutte le mie lacune - di questo mi "accusano" i miei colleghi, ultraspecializzati peccato per loro - so moltiplocare per 2 e fare i rapporti. Ma sinceramente non vorrei dedicare tempo a rispondere sulle divisioni. [Sinceramente sbalordito, non posso pensare che Pollicino abbia detto metà, forse avrebbe voluto dire doppio, pur nella pari assurdità storica.. In ogni modo, verso quelli che poi non hanno capito, mi sarei aspettato un "non ragioniam di lor, ma guarda e passa", coerente con l'idea di salotto.]
    Io da parte mia, aspetto con fervore qualche post che continui dopo la beta convergenza con qualcosa di più realistico. Vorrei capire fin dove la politica si può/deve spingere e dove la matematica in macroeconomia pone un limite quantitativo in termini di predizioni (mi fido solo dei numeri). Sarebbe un servizio alla società, ed è sicuramente un'idea ingenua o, come spesso succede, anche la domanda delle domande.
    Poi lo so: non si può chiedere, c'è già infinito materiale qui, e quindi ormai sogno solo di avere il tempo, invece che star dietro a studenti e postdoc, di studiarmi da Acocella in poi o whatever. Arriverà prima l'economia da me che io da lei, lo so.

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  30. L'uomo rinascimentale é un intelletto che aspira ad aprire le sue prospettive e come tale diviene specie in via di estinzione in epoche in cui le prospettive si fa di tutto per chiuderle: vedo qua e la sorgere, e concordo appieno, l'espressioni come "neofeudalesimo".
    Siamo nell'epoca in cui tutti vogliono lo "specialista".
    Vanno dal "loro" cardiologo. Non dal loro medico.
    E magari ci hanno attacchi di panico e dovrebbero andare da uno psichiatra semmai.
    Gli appartenenti alle elite intellettuali sono spinti, anche dalla necessitá di essere "competitivi" ( usando terminologie alla moda ) a focarsi in aree di interesse sempre piú ristrette e specifiche.
    Correndo quindi il rischio di diventare miopi pezzi di un ingranaggio la cui complessitá gli sfugge.
    Rimane frustrata la possibilitá di aspirare al Sapere a 360º universale, enciclopedico.
    Un Sapere che non puó peró rimanere fine a se stesso ( le belle poesia etc...di cui parla lei, stimato Professore ) ma volto al crescimento dell'individuo stesso come membro attivo all'interno della sua comunitá, della Polis che partecipa in questo modo al crescimento della Polis stessa.
    Il sogno democratico "ateniese" che il XXº secolo ha tradito e il XXIº secolo sta affossando.
    Domani intanto faccio la 1ª donazione a asimmetrie.
    La libertá ( quale che sia il suo prezzo ) ho paura di averla giá persa. Chissá se la recupereró e chissá a che prezzo.
    Mi rimane peró l'onore.
    E qui su goofynomics sto imparando cose che mi aiutano a difenderlo.
    grazie ancora

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  31. Nessuno ha notato l'impennata del dopo '89? E meno male che con l'unificazione l'ovest "si è fatta carico del fardello ex comunista"!

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  32. Galeotto fu il commento, e il post su cui ho trovato il crotalo...

    Sul Dibattito non mi son permesso di dir niente: nonholebasi. Il dibattito di cui parlavo, in piccolo, era quello nei commenti del post incriminato. Era pura meraviglia, _quindi_ mi son permesso di scrivere un commento da accodare nonostante i commenti bloccati, e me la son cercata.

    Lo so che son serie temporali, e son rapporti... Non s'e' capito che avevo capito, e peggio ancora che non stavo suggerendo cosa fare e dire? Colpa mia, della natura matrigna, e dell'impatto di vedere che non ne e' valsa la pena. Mai, nemmeno per un anno. L'apokalypsis di sentirmi Europeo.

    Cioe', se il grafico e' una serie di torte, e li' vediamo anno per anno (torta per torta) quanto son grandi di volta in volta le fette dell'uno e dell'altro, la domanda spontanea e': se al tuo concorrente diretto arrivan fette sempre piu' piccole, com'e' che non ne approfitti neanche per sbaglio? Forse sei sempre meno libero anche tu...


    (no, non e' un lavoro inutile: se adesso perfino io trascino la famiglia a sentire concerti per organo, questo blog e i suoi frequentatori sono taumaturgici)


    Ps: e non menatemela con "e daje che non li leggi i grafici: magari crescono le fette degli altri" o "la Cina": non combacia con il Target2, le dimensioni dei mercati di sbocco, e non so quanti post e pagine di libri e quotidiani

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    1. Christian...non son proprio sicuro che rappresenterei le serie mostrate nel grafico per un dato anno con un grafico a torta (neppure se avessi i valori per tutti i paesi dell'EZ). Ma forse ho inteso male io il tuo commento.

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  33. Non si lamenti del livello, lei ha lasciato fuori gli Ingegneri (v.o. naturalmente).

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  34. Sto grafico mi ha fatto sentire una merda.
    Perché con rapporti,percentuali e variazioni ci lavoro tutti i santi giorni, e su excell me la cavo abbastanza bene.
    Eppure ho twittato una cazzata: un rapporto è diverso da una variazione. Anche se un variazione percentuale è comunque un rapporto, ma su una differenza.

    Quali erano le variabili in gioco del grafico? Scena muta su twitter. Pochi la sapevamo, evidentemente, e non la sapevamo perché era semplice (la fottuta domanda semplice)

    Il tweet della discordia di venerdì mi ha fatto riflettere su come sia facile prenderci per il culo, anche se hai superato la scuola dell'obbligo e sai le tabelline.

    C'è chi l'ha messa sul piano dell'educazione: il prof che mette alla gogna gli studenti (la pagliuzza)! Trascurando il fatto che ci hanno fregato proprio perché abbiamo pensato un po' troppo alla buone maniere, in tutte questi anni, e nel frattempo con due numerelli più o meno coerenti, almeno all'apparenza, ci toglievano le mutande (la trave)

    Potrei dire: ok, torno a studiare, starò più attento, non dirò le parolacce, non mi toccherò più.. Però… però...però...mi dispiace, non basta.
    lo scrivo per quelli che "scolarizziamosullamacrotutterpopolo". Ehm..no, non funziona così.

    Perché su quello che noi impieghiamo un giorno a capire (nel mio caso, due, ho dovuto aspettare lunedì avendo il portatile in ufficio e estrarmi i dati dal WEO),
    un cravattaro ci mette tre secondi , perché è roba che magari mastica da trent’anni. È come guidare la macchina: sai di non saperla guidare fino a quando non ti metti al
    volante la prima volta; ed un cravattaro usa certi dati come chi guida la macchina da trent’anni: non si accorge di saperla guidare, la guida e basta, non ha nemmeno bisogno di riflettere.
    Spero sia chiaro come esempio.

    Per finire: se ne esce se ci scegliamo bene chi ci rappresenta, poche storie.
    L’alternativa è la rivoluzione, e, con tutto il rispetto, io di rivoluzionari all’orizzonte non ne vedo.

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    1. Credo proprio tu abbia ragione.
      Roby mi dice: "Guarda che quando si passa dal sistema decimale alle misure frazionarie in pollici, vanno tutti in palla". E va precisato che "tutti" sono progettisti meccanici e montatori, di quelli "molto" bravi...
      Poi, naturalmente, riflettere bene aiuta, ma avere già le macro pronte fa una sostanziosa differenza, oh se la fa.

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  35. Un professionista del dilettantismo spagnolo ci spiega perchè bisogna INSIEME sapere, e sapere di non sapere; ovvero, perchè il sapere di non sapere è il coronamento del sapere: ciò che bene sapevano gli uomini rinascimentali, o più semplicemente completi, di cui si parla più sopra.

    "Nella preoccupazione di fare le cose come si deve — è questa la moralità— c’è una linea, oltre la quale cominciamo a sentire come dovere quello che è pura voglia o smania personale. Cadiamo,quindi, in un altro genere di immoralità, nella peggiore di tutte, che consiste nel disconoscere le condizioni medesime, senza le quali le cose non possono stare. Questo è l’orgoglio supremo e devastatore dell’uomo, che propende a non accettare limiti alla sua volontà e immagina che il reale manchi completamente di una sua struttura capace di opporsi al suo arbitrio.
    È il peccato piú grave, tanto che davanti ad esso perde valore del tutto la questione se il contenuto di questa volontà, per parte sua, era buono o cattivo. Se credi di poter realizzare quello che vuoi, per esempio il sommo bene, sei, senza rimedio, un malvagio. La preoccupazione
    per ciò che deve essere è degna di stima solo quando ha esaurito il rispetto per ciò che è."
    Ortega y Gasset, Discorso sulla caccia.

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  36. Tutti abbiamo accettato senza fiatare, alle scuole medie, il ragionamento di Euclide sulla costruzione dell'omonimo spazio tridimensionale.
    Isometrico ed isomorfo.Ragionamento che è manifestamente assurdo.Sommare infinite nullità non crea una sola unità.
    Come può infatti un punto senza dimensione creare una linea, o retta come la si voglia chiamare, e che sia dritta mi raccomando, solo perchè ne mettiamo infiniti in fila?
    E poi ancora di assurdità in assurdità, creare piani e volumi?
    Però, Euclide non era mica un fesso.
    Ma,un punto, se avesse una dimensione, quindi estensione, indurrebbe il chiedersi questa quale sarebbe. E se anche il punto stesso non possa avere una forma, e ciò implicherebbe che un punto é gia spazio, almeno bidimensionale.
    Come si esce allora da questa assurdità?.
    Forse pensando che già due punti senza dimensione sono una linea, ovviamente retta, ma tre generano un problema,
    perchè potrebbero essere su un piano.
    E pensare ulteriormente che due punti senza dimensioni, necessariamente non possono e non devono essere la stessa cosa,quindi la loro stessa distinzione e presenza é la sostanza dello spazio, proprio quello che sta cominciando a mancare sulla Terra.Almeno per noi umani.
    Sembrano questi ragionamenti futili, ma provare a farli apre un mondo di utilissime visioni della realtà.
    Come ciliegina sulla torta, invito a pensare come mai zero virgola nove periodico cioè 0,99999 ed infiniti nove, è lo stesso numero uno, "1" ed anche 1,000000000 ed infiniti zeri.
    Tanto ormai non ci resta che divertirci ( da divertere, cioè "volgere altrove" ).

    Marco Sclarandis.

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  37. Una curiosità, i dati tedeschi prima dell'89 sono solo della rft o sono la media di rft e ddr?

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  38. la Germania fa sempre una gran "gazzara", ma non vince mai.... l'unico problema è che fa casino in casa altrui...

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  39. Commento sulla conferenza di Parigi della sinistra Europea di Hans-Rüdiger Minow: IL PIANO B della sinistra Europea

    È l'obiettivo sia di Schäuble sia di Habermas è QUESTO La cartina fa vedere gli stati uniti d'europa che sognano Habermas è Schäuble.

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  40. Caro Professore,

    Riporto le sue parole: "Paradossalmente, questa che voleva essere un'opera di divulgazione si sta rivelando ogni giorno di più come un lavoro utile per chi le cose le sa già - e con questo righello per unire puntini fa anche bei soldi, all'occorrenza, e ogni tanto mi ringrazia...".

    Io sono uno di quelli a cui l'"opera", cioè Il Tramonto Dell'Euro è servita. Sono anche uno che prima di leggere Il Tramonto Dell'Euro non sapeva una mazza.
    Ma proprio una mazza.
    Siccome poi Il Tramonto Dell'Euro l'ho comperato usato da un tizio che nell'inserzione scrisse di averne letto soltanto 50 pagine (quindi saranno state al massimo dieci), il piacere dell'erudizione ne è risultato vieppiù accresciuto dal risparmio economico rispetto al prezzo di copertina.
    Chiamami scemo.
    Nonostante il mio diplomino da ragioniere, adavede come dite voi a Roma che razza di diplomino! datosi che mi hanno congedato dall'istituto per ragionieri con un liberatorio calcio nel deretano, liberatorio per loro intendo, e conseguente voto finale in deficit, ma molto molto in deficit, nonostante il sullodato diplomino dicevo, ho trovato il suo libro scorrevole e comprensibile al 99 per cento. Virgola 99. Periodico.
    Questo per dire che in matematica ero un asino, perchè asino ero asino matricolato, ma qualcosa ancora ricordo.
    Mi è rimasta giusto una curiosità, sorta durante la lettura delle prime pagine, quando lei parla del Gold Standard.
    Ma siccome è cretina, mi guardo bene dal chiederle come si fa a sapere quanto oro hanno gli stati e come si può essere certi che non barino nel dichiararne di più di quanto ne possiedono.
    Una curiosità cretina appunto.
    Se posso, vorrei soltanto pregarla di non esagerare con le citazioni in Latino. Alla ragioneria non si studia Latino, e non le dico i salti mortali ogni volta per capire cosa cavolo vi è scritto in quelle citazioni. Utilizzo anche il traduttore di Google, a volte, con i comici risultati che può ben immaginare.
    Se può evitare pure le citazioni in tedesco, sebbene quest'ultime siano già più facili da decrittare.
    Grazie.

    Alberto.

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