mercoledì 13 gennaio 2016

La sovranità monetaria in tre tweet

Da Il tramonto dell'euro, p. 262 e quarta di copertina:

"Se accettiamo questo metodo, non ci sono limiti a quello che ci potrà essere imposto. E l'unico metodo per opporci è rifiutare l'euro, il segno più tangibile di questa politica e dei suoi fallimenti".

Quattro anni dopo forse preciserei meglio: oltre a essere un simbolo (il che ne fa un obiettivo politico), l'euro è anche, ovviamente, uno strumento di oppressione. Per capire perché, vi propongo un disegnino sufficientemente espressivo:


Chiaro, no?

Se non hai l'euro, Draghi (il quarto potere di cui al post precedente, quello che chi per lavoro studia i poteri dello Stato non vede) non può chiuderti il rubinetto degli euro. Per chiudere quello degli zloty deve entrare coi carri armati, come ai bei tempi. 

Ma finché i carri armati non sono entrati, puoi permetterti quello che Renzi non potrebbe permettersi nemmeno se volesse (e a marzo vorrà). Questo:



(http://www.eunews.it/2016/01/12/polonia-ue-timmermans-lettera/47964).



88 commenti:

  1. Risposte
    1. Per come lo conoscevo io, la strategia politica che si cela dietro il progetto economico è proprio quella esplicitata all'interno delle premesse..."La questione centrale è che questa proposta rappresenta nella UE il primo tentativo concreto di togliere alle banche il potere esclusivo di creare denaro in varie forme, per restituirlo almeno in parte allo stato".

      La conseguenza logica di questo principio risiede nella previsione che l'Europa, cioè il potere finanziario, non potrà mai accettare un simile progetto, che di fatto gli sfila dalle mani la pistola fumante, e ciò potrebbe anche portare ad un euro-exit forzosa.

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    2. "rispettando comunque le regole e i vincoli (peraltro iniqui e suicidi) dell'Europa"

      La domanda è: si può scrivere un libro partendo da queste premesse?
      Ce lo ha forse ordinato il medico di accettare quelle regole "inique e suicide"?

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    3. Puoi usare la moneta fiscale per uccidere gradualmente l'euro e salvare gli europei, oppure puoi usarla per salvare l'euro e uccidere gradualmente gli europei. Il problema é la collocazione politica dello strumento, non lo strumento.

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    4. Emilio, sebbene sia retorica, alla tua domanda risponderei che su questa premessa tanto paradossale quanto eticamente sbagliata, non solo si può scrivere un libro (infatti lo hanno scritto) ma anche fondare un'Unione (e infatti l'hanno fatto) senza che (quasi) nessuno noti l'assurdità dell'idea e si ribelli.

      Non è la prima volta che er mejo dell'intellighenzia de sinistra avalla il concetto che le norme, per quanto inique e suicide, vanno rispettate: mica vogliamo fare sempre la figura degli italiani imbroglioni, cialtroni e inaffidabili?

      La novità è che questi non fingono neanche più di volerle cambiare con i famosi pugni sul tavolo, scusa ormai non più spendibile. Le norme hanno comunque valenza morale positiva - semplicemente in forza del loro essere norme? o forse in virtù del fatto che permettono agli intellettuali de sinistra di sembrare intelligenti nel trovare soluzioni palliative a problemi che non esisterebbero se loro stessi non li avessero inventati? - pertanto vanno rispettate (e di conseguenza mantenute).

      ps
      "Per una moneta fiscale gratuita" più che un titolo sembra phishing... proporrei:
      "Come farsi togliere tutti i denti sani per mangiare il torrone con la dentiera".

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  2. Prof. non so così bene l'Inglese!! Lo so è una cosa indegna, assurda e incomprensibile ma...ma.. (La prego non mi insulti o peggio non mi blocchi..)
    Un saluto

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    1. E allora leggiti il riassunto nel link a eunews.

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    2. Io invece, non so se è il tablet, non riesco a visualizzarla chiaramente neanche se la scarico; è come se fosse tutto sfocato...

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    3. Non è questione di inglese. L'immagine non si legge, dove si trova la lettera?

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    4. Trovato
      https://twitter.com/ZiobroPL/status/686833269913026560

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  3. I certificati fiscali risolverebbero problemi con la BdP?

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  4. La nobile arte della pernacchia.....

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  5. A voler essere pignoli avevi già precisato all'inizio di quest'opera di divulgazione con una frase che a molti di noi è rimasta scolpita nella memoria: «l'euro non è una moneta, è un metodo di governo», concetto ribadito dallo stesso Draghi quando parlò di "pilota automatico".

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  6. Mi permetto di intervenire perché ho notato che gli ultimi fatti di Polonia sono stati largamente omessi dalla stampa italiana, mentre a me capita di seguirli per motivi familiari. Per inciso, non credo sia troppo maligno parlare di imbarazzo della stampa europea per essere stata spettacolarmente sbugiardata dagli elettori polacchi: hanno presentato per anni la Polonia come la success story per eccellenza della UE. Il successo creato dal partito liberale europeista in carica per 7 anni era evidentemente tanto e tale che i polacchi hanno preferito rischiare (riuscendoci) di mettersi nelle mani di un partito discutibilissimo piuttosto che riconfermare gli incensati predecessori.
    Ritornando ai fatti odierni della politica polacca, qualora non fossero noti vorrei riassumere alcuni punti e suggerire che il nuovo governo polacco presta il fianco molto seriamente ad accuse di anti-democraticità. Resta vero in ogni caso il senso di questo post (e di altri in precedenza): la UE non può dare lezioni di democrazia, visto che la viola più o meno indirettamente sia usando la rigidità monetaria, sia attraverso la propria agghiacciante architettura istituzionale. Ed è evidente che quando non c'è di mezzo l'Euro può pateticamente poco (e quando c'è, disgustosamente troppo).
    D'altra parta però un torto non giustifica un altro torto. Si è sottolineato tante volte qui che l'Euro è stato ed è un progetto fascista. Ecco, questo non rende meno fascista il progetto anti-democratico del nuovo governo polacco per come si è presentato nei suoi primi due mesi di vita.
    Fino al giorno delle lezioni il partito PiS aveva legittimamente (e forse strumentalmente) cavalcato il disgusto del popolo polacco per i propri predecessori, ingiustificabilmente allineati per anni alle politiche di austerità e moderazione salariale 'ispirate' dai vicini tedeschi (mai troppo amati da quelle parti). Alla fine PiS è riuscito nell'impresa di guadagnare una maggioranza parlamentare con solo il 20% dell'elettorato (sono andati a votare solo la metà degli aventi diritto, quindi hanno fatto il 40%).
    Nei successivi 2 mesi hanno legiferato come se non ci fosse un domani, per lo più notte tempo, e il contenuto di alcune nuove leggi attacca i principi democratici in maniera abbastanza diretta e inequivocabile. La Corte Costituzionale non solo è stata modificata nella sua composizione ben oltre la misura di una semplice riparazione dei misfatti dei predecessori (al contrario di quanto lasciato intuire dalla lettera a Timmermans), ma è stata anche messa in condizione di non operare efficacemente con due semplici clausole:
    - nessuna decisione avrà valore con meno di 13 su 15 presenti alle votazioni (e 5 su 15 li hanno appena rimpiazzati di forza, 3 dei quali in modo incostituzionale, come giudicato dalla stessa Corte in un cortocircuito istituzionale pazzesco. Dunque basterà che 3 dei nuovi si assentino per vanificare qualsiasi decisione)
    - nessuna discussione potrà avere luogo se non in modo cronologico, ossia senza possibilità di procedure di urgenza (questo vuol dire che se si fa una legge elettorale a rischio di incostituzionalità poco prima delle elezioni, la Corte ne potrà discutere a legislatura ampiamente cominciata, se tre non si assentano...).
    Fra le altre iniziative: epurazioni di massa nei CDA pubblici, TV di stato trasformata dichiaratamente in TV di governo, sostituzione lampo dei generali dell'esercito, ecc.. Se non si conosce il polacco (come me, che però vengo aiutato da mia moglie) i fatti sono ben coperti dalla stampa inglese e tedesca (l'ultima credibile in questo caso quanto Tommaso 'o Pallonaro, ne convengo).
    La tentazione di adottare il nuovo governo polacco come feticcio anti-euro e anti-UE (come mi pare Salvini abbia già cominciato a fare) è forte, ma è opportuno valutarlo e pensarci bene. Il rischio è che nello sforzo (immane) di liberarsi dal giogo del sofisticato fascismo europeista si apra la strada a piccoli fascismi nazionalisti.

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    1. Gesù, un partito al 15% dei consensi, che opera come se non ci fosse un domani, ed avesse il 60% dei seggi? Possibile una cosa del genere in un paese democratico?
      La Tv di Stato trasformata in Tv di Governo?
      E dove mai si vide un simile scempio? La corte costituzionale strizzata e stirata ad uso del Capo Di Turnoo? Orrore! Mai si potrebbe ammettere!
      A parte l'ironia, caro Giuda, della quale mi scuso, e ti ringrazio per le preziose informazioni, abbi pazienza: è esattamente quel che succede qua, e da quel che so non siamo gli unici a goderci questa bella scorciata alle palle, nel totale silenzio dell'amico Timmermans!

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    2. @Giuda

      I polacchi di problemi ne avranno tanti. Ma perchè la UE dovrebbe saperli risolvere meglio di loro? Lasciamo che se li sbrighino come meglio possono e credono. Di un intervento esterno ne riparliamo quando arriva la notizia, con tanto di prove inequivocabili, che la Polonia sta per invadere la Germania con le divisioni corazzate.

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    3. Non credo fosse questo quello che voleva dire Giuda. Credo piuttosto volesse dire che non bisogna correre il richio di sostiuire l'American way for life con la Polish way for life

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    4. Luca, mi hai restituito fiducia nell'umanità.

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    5. E però, caro Giuda, tu mi confermi la tua imbecillità, perché se ritieni che il senso del mio post fosse quello diciamo che imbelli molto. D'altra parte, perché sei intervenuto? Perché sei "de sinistra" e loro "de destra". Quindi, purtroppo per l'umanità che apprezzi quando la pensa cone te, al 95% sarai stato pro-euro, e penso che sarai contento, come lo sono stati qui da noi quelli come te, di sapere che S&P ha declassato da A a BBB il governo polacco perché "preoccupato per la tenuta delle istituzioni democratiche". Avrai accolto con soddisfazione questo gesto violento, pensando che ti dava ragione, e senza nemmeno renderti conto di quanto esso confermi la preoccupazione e il senso del mio post, che non è, come ho spiegato amplius su Facebook, di stabilire se l'attuale governo polacco sia "buono" o "cattivo" (cosa per me irrilevante in quanto NON DEVO VOTARLI IO), quanto di ribadire che la scelta del governo polacco (rectius: della maggioranza parlamentare) compete ai polacchi e solo ai polacchi, e che qualsiasi tenterà di ingerenza estera NECESSARIAMENTE FAVORIRÀ L'AVVENTO DI GOVERNI "CATTIVI". Ma voi piddini del cazzo vedete solo gli effetti e solo quando vi fa comodo. Le cause mai. E la causa qui l'ho spiegata cinque anni fa SUL MANIFESTO, CAZZO! "Le politiche di destra avvantaggiano solo la destra". Lo capite ora cosa significa? Permettere a un lobbistello da wuattro soldi espressione di un simpatico paradiso fiscale marcio di debiti privati di dar pagelline a un governo altrui è cosa intrinsecamente autoritaria e quindi, per me, di destra (se pure meno grave di quanto ha fatto Draghi, che a te non interessa).

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    6. P.s.: non ti meriti nemmeno un'ortografia corretta. Tanto se non capisci quello che sta succedendo, non farai certo caso a questi dettagli.

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    7. @Giuda
      Penso ti sfugga il senso di quel che è questa disunione europea.
      Quando la sinistra si mette ad imitare scompostamente la destra, quest'ultima prima o poi va al potere. Ed infatti questo sta succedendo ( in Polonia ) e non solo.
      Poi,che siamo i polacchi a decidere da chi vogliono essere governati, non Bruxelles o berlino.
      Mi sa che la gravità della situazione non l'hai affatto intesa.

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    8. Il ragionamento di Giuda mi ricorda da vicino quello dei seguaci della pseudo sinistra Italiana -- leggere Diego Fusaro per capire come capitalismo e "sinistra", dagli anni 60, si siano alleati per schiacciare la classe media, e il lavoro -- ai tempi del Caimano.
      Agitando falsi spauracchi e gettando fango o spingendo per leggi contro la persona o facendo leva sull'autorazzismo genetico italiota (poenitaentiam agite), o sull'antinazionalismo tout court, la "sinistra" confondeva le acque, e si alleava DI FATTO con il grande capitale transnazionale tanto caro al furbo beone del paradiso fiscale e al lugubre paralitico, sostituendo la finanza a governi LIBERAMENTE eletti (orrore!).

      Altro che Polonia; del resto caro Giuda (spero che nomen non sia omen), tra i migliori compagni di merende del nostro Conducator ci sono: Davide Serra, Blackrock, Goldman, Marchionne, e innumerevoli altri potentati (le stranamente silenti agenzie del rating, pardon, del crimine).
      Se una persona come lei, che immagino si senta orgogliosamente di sinistra, APPOGGIA questo pur di liberarsi dei nemici ideologici (i tristi Nazionalisti)....beh, mi cadono i quattro arti per terra.

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    9. Buongiorno Professore,
      ero consapevole di aver postato, da sconosciuto e in una comunità dove non è sempre apprezzabile, un commento per lo più fuori tema. E sapevo di aggiungere informazioni solo accessorie rispetto al messaggio principale del post. Ciononostante le ho giudicate di sufficiente interesse e attinenza da condividerle anche a rischio di fraintendimenti e reazioni meno che pacate. Non che mi faccia piacere farmi dare dell’imbecille, illetterato e simili, ma accetto sempre le conseguenze delle mie scelte e per questo sono ancora qui.
      Me lo sarei evitato volentieri, però. Forse anche per questo nel commento avevo menzionato esplicitamente una cosa che pure mi pareva ovvia, ossia che le informazioni che condividevo non confutano “il senso di questo post (e di altri in precedenza): la UE non può dare lezioni di democrazia, visto che la viola più o meno indirettamente sia usando la rigidità monetaria, sia attraverso la propria agghiacciante architettura istituzionale. Ed è evidente che quando non c'è di mezzo l'Euro può pateticamente poco (e quando c'è, disgustosamente troppo).”
      Meno ancora volevo intaccare la cornice storica che lei ha delineato in varie occasioni e poi ancora ieri nel suo post relativo al mio commento, quella per cui le scelte europeiste scellerate che si fecero e si continuano a fare a monte tendono a generare autoritarismi a valle. Se mai la volevo confermare, mettendo in evidenza che in base alle mie informazioni parziali ma di prima mano (si favam licet), è piuttosto evidente che la reazione verso l’Unione Europea del partito di maggioranza assoluta polacco non sia eroica, come pure farebbe piacere pensare (e come troverà in tanti commenti, non solo su questo blog), ma opportunistica, se non strumentale al costruire e consolidare un potere autoritario. Di nuovo: la colpa, in questo blog e altrove, lo si è detto tante volte di chi è; ma l’informazione era semplicemente questa, certamente accessoria ma non completamente inattinente, e poi ognuno ne faccia quel che vuole.
      Una breve nota sul commento con la famigerata “fiducia nell’umanità”. Infelice, lo dico subito. Credo sia chiaro adesso che non era animato da fuoco ideologico (non è rimasta nemmeno la cenere qui dentro) ma solo dall’irritazione di aver letto i due commenti prima di quello di Luca, il primo fra l’altro pure bonario, che a torto o a ragione ho giudicato grossolanamente fuori bersaglio, al punto da farmi pensare che il mio testo fosse stato letto solo sommariamente e/o strumentalmente. In questo senso il commento di Luca, seppure una sintesi non perfetta del mio pensiero, mi ha rinfrancato e… mi è scappata la frasetta acida verso chi lo aveva preceduto. Frasetta, fra l’altro, che si poteva prestare a ulteriori fraintendimenti (e infatti). È stata in ogni caso una cafonata da parte mia, come di chi trovandosi in casa d’altri cominci un alterco con terzi. Di questo sì, mi rammarico.

      La saluto,
      Giuseppe Visimberga

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    10. Caro Giuseppe,

      sono io a scusarmi con te per la mia risposta molto accesa. Diciamo che me ne sono rammaricato subito dopo averla postata, ma non sono solito nascondermi dietro a un dito, e fa parte del mio metodo, del quale spesso devo sopportare le conseguenze, provocare chi arriva. Qualche volta resta, qualche volta se ne va, e io sono abbastanza fiducioso nella Provvidenza (o fatalista) da credere che in entrambi i casi questa sia la cosa migliore.

      Vorrei precisare una cosa. Questo blog, come ogni blog, non è fatto solo di persone e interventi. Ha anche una sua proiezione esterna e un suo divenire storico. Nel corso di questo divenire, io, che ho semplicemente cercato di mettere in guardia il mio paese da un esito che pre-vedevo essere nefasto (e ci sono andato vicino), mi sono mille volte sentito rimproverare di essere un fascista da vari personaggi in cerca di editore. Purtroppo sono diventato molto reattivo su questo punto. Non tollero né chi va (o sembri andare) in questa direzione, né chi banalizza il mio lavoro, né chi insulta i miei lettori. Di colpi di avvertimento ne ho sparati tanti, lungo gli anni, quindi ora il selettore è a raffica, anche se (vedi alla voce: "divenire storico") dovrei rendermi conto che chi è arrivato qui potrebbe non averne mai sentito nessuno.

      Mettiamola così: ti ho dato un'occasione che pochi hanno avuto, quella di dimostrarmi che avevo torto.

      Buon proseguimento.

      Alberto

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  7. Adoro i Polacchi...non importa quante volte li hanno invasi, schiacciati, distrutti, e calpestati...loro risorgono e sfanculano tutti senza paura in nome della loro indipendenza e sovranita'.
    Toglietevi uno sfizio, andate al cimitero polacco in cima a Montecassino, oltre all'incredibile vista ( che si sono guadagnati col sangue...), vedrete che e' pieno di autobus dalla Polonia, con famiglie intere che trascinano giovani e bambini a trovare il prozio, il bisnonno e/o chi per esso, morto nell'assalto a Montecassino. Poi andate a vedere i cimiteri tedesco e del Commonwealth...vuoti.
    E' chiaro che gente cosi si ricorda bene di chi e' morto per la Polonia, persino in un pezzo di terra lontano e apparentemente non connesso con loro come Montecassino, e che non tollera burocrati col ditino alzato che diano lezioni di "democrazia" a uno Stato Sovrano.

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    1. Per capire lo spirito di un popolo a volte puo' bastare la visione di un film.
      A me e' piaciuto molto questo film del 2014, che IMHO ha influito molto sul risultato delle elezioni polacche del 2015 (si puo' vedere tutto il film su www.cb01.eu ).

      Il film mi ricorda la nostra 'felice' stagione del neorealismo, che ha accompagnato la nostra rinascita civile ed economica del dopoguerra.

      https://www.youtube.com/watch?v=2eMPlYYpT_I

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    2. Caro Maurizio, anche se a parte un paio di amici e amiche non ho nessun rapporto diretto con la Polonia, anch'io adoro i Polacchi, e conosco bene la storia della lunga Passione polacca.
      Ero un ragazzino quando mio padre mi ha portato a visitare i luoghi dove ha combattuto nelle forze armate tedesche durante la campagna di Polonia del 1939, ma ne ho ancora un ricordo vivissimo.
      In particolare mi ha colpito una località dalle parti di Krakóv, se non ricordo male, dove la cavalleria polacca si è lanciata in una carica disperata contro i Panzer che proteggevano l'avanzata della fanteria tedesca.
      Mio padre, mappa e bussola d'epoca alla mano, mi spiegava come era stata condotta la battaglia, ma io non lo stavo a sentire, perché pensavo a quei ragazzi a cavallo, lanciati ventre a terra contro un nemico tanto più forte di loro, e mi veniva da piangere.
      Da allora ho sempre amato quella gente stretta tra due vicini scomodi come Germania e Russia, abituata da secoli ad essere calpestata dall'uno, dall'altro o da entrambi, ma sempre capace di risorgere.
      Anche mio padre, che se li è trovati di fronte, ne parlava sempre con ammirazione e grande rispetto.

      Spero che il dominus di questo blog, cioè l'amico Alberto, dia ospitalità a questa noterella, anche se con l'economia non c'entra ein Rohr,
      ma credo di sì, dopotutto anche lui è un Ufficiale, quindi tout se tient, oder?

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    3. Caro Jorg, la visita a Montecassino che ho citato, comprendeva anche la visita, fatta da me e mia moglie, al cimitero di guerra tedesco di Montecassino, oltre a quello del Commonwealth e quello Polacco, come , appunto, ricordato. Per un vecchio paracadutista, la resistenza dei Fallschirmjager a Cassino ha il fascino del valore della presa del Pegasus Bridge in Normandia o di Arnehm per i Red Devils inglesi. Il cimitero tedesco e' giu', nella vallata, curatissimo, perfetto, come del resto gli altri due, per quella convenzione silenziosa per cui i cimiteri dei soldati sepolti in una nazione diversa dalla loro vengono curati dalla nazione ospite, ancorché' pagata e supervisionata dalla loro madrepatria, e di solito c'e' l'orgoglio di trattarli come figli propri. Ci siamo arrivati il primo pomeriggio, era un giorno di sole, ma il cimitero aveva molti alberi e quindi c'era ombra e fresco e raggi di sole. Come faccio sempre, mi sono messo a leggere i nomi e le date...e mi sono ritrovato ben presto gli occhi pieni di lacrime...perche' la differenza tra gli Inglesi e Neozelandesi e i Polacchi e i Tedeschi era principalmente una...che l'eta' media degli Alleati era 22/23 anni, quella dei tedeschi 17/18, con parecchi ragazzi di 16. Il Reich gia' raschiava il fondo del barile, gia' aveva distrutto intere generazioni di giovani tedeschi, specie nella fornace del fronte dell'Est. La cosa che mi intristi' fu proprio il contrasto tra il cimitero Polacco, pieno di gente disposta a ricordare, e quello Tedesco, bellissimo ma vuoto, come se in fondo quei soldati qualcuno li volesse dimenticare perché' combattevano per una causa imbarazzante. Questo l'ho trovato triste, perché' molti forse erano li perché' non avevano scelta, moltissimi solo per la Vaterland, e qualcuno, certo, perché' a scuola e nella Hitlerjugend gli avevano raccontato parecchie cose e a qualcuna aveva pure creduto...ma li c'era morto, e a malapena a 18 anni. Credimi, non ho nessuna comprensione, per mia formazione, per il Reich e il suo maggior epigono, e un nonno partigiano dei Gap di fabbrica e' il mio retaggio familiare, ma i soldati ragazzini dimenticati non dalla madrepatria forse, ma dai loro discendenti, a Cassino mi hanno stretto il cuore, forse come a te i lancieri polacchi lanciati contro i Panzer. Anche la prossima guerra, Dio non voglia, la scateneranno politicanti e banchieri centrali e oligarchi avidi di altro denaro oltre a quello che gia' hanno accumulato in quantità' che rasentano l'inutile...ma la pagheranno i soldati di 20 anni..e Dio non voglia anche meno. Almeno, non lasciamoli dimenticati...hanno delle lezioni da raccontarci. Cosi' ho scritto sul libro del cimitero di guerra Tedesco di MonteCassino.

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    4. Per capire meglio il popolo Polacco consiglierei "Testimone della Speranza" di George Weigel

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    5. La leggendaria tradizione degli Ussari Alati (https://it.wikipedia.org/wiki/Ussari_alati_di_Polonia).

      Nel marzo 1983 la notizia data alla televisione della Germania Ovest secondo cui la pattuglia polacca che conquistò il monastero di Montecassino aveva trucidato tre Fallschirmjäger feriti, provocò uno scandalo internazionale. Il tedesco Robert Frettlöhr, che era stato fatto prigioniero proprio in quel frangente dal polacco Kazimierz Gurbiel, contattò una associazione di reduci polacchi e rilasciò una dichiarazione giurata in cui negava ogni accusa. Successivamente entrò in contatto con lo stesso Gurbiel, iniziando un rapporto epistolare di amicizia; gli scrisse:
      “Mio caro Kazimierz: nel corso delle notti insonni, il mio pensiero torna spesso a Montecassino. […] Abbiamo preso parte alla più grande battaglia dell’ultima guerra, in cui molti giovani tedeschi e polacchi hanno perso la vita. E siamo sopravvissuti. Perché questa guerra insensata? Mi fa male il cuore quando penso a quei ragazzi uccisi lì, a Montecassino. In nome di quale causa? I generali, lontani dal campo di battaglia, impartivano ordini cui dovevamo obbedire, e morire. […] Possa non accadere mai più che tedeschi e polacchi si sparino a vicenda”.
      Gli rispose Gurbiel:
      “Caro Robert, ti ringrazio di cuore per la tua difesa dell’onore e della dignità dei soldati della mia pattuglia, ingiustificatamente accusati di aver commesso un omicidio multiplo. […] Per parte mia, pur essendo uscito mutilato dalla guerra [nota: aveva perduto una gamba], non provo odio per i tedeschi. Questo sentimento mi è estraneo perché è impossibile costruire il futuro sull’odio. Perciò ti propongo un’amicizia da soldati, le cui basi saranno più profonde delle fondamenta del monastero di Montecassino. Lo saranno, perché risiedono nel cuore umano”.
      (riportato in “Montecassino”, Matthew Parker, 2003)

      Questa è Europa. L’amicizia tra soldati di cui parlava Gurbiel non corrisponde minimamente alla vacuità dei burocrati di Bruxelles (i quali s’affretterebbero a strumentalizzarla) e al sentimentalismo d’accatto che muove gl’incauti sostenitori delle loro manovre, ed egli ne spiega anche il perché: non risiede nel cuore umano.

      p.s.: so che si tratta di distrazione; alla lista dei vecchi paracadutisti occorre aggiungere la 101a a Bastogne, l’82a a Nijmegen (l’assalto con le barche del maggiore Cook) e la Folgore a El Alamein.

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    6. Grazie per il ricordo della Folgore a El Alamein.

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    7. @Roberto Buffagni

      Il ricordo della Folgore è eticamente dovuto, come quello di tutti gli altri; anche tu sai che in certi ambiti i diversi colori non valgono più nulla. Hagakure ripete che il valore intrinseco d’un uomo si mostra dal suo comportamento innanzi alla morte e siccome la morte (anche le “piccole morti”, ovvero la fine dei cicli, i cambiamenti significativi etc…) accade per chiunque, chiunque ha la possibilità di verificare se stesso continuamente – essendo al contempo il più comprensivo e il più spietato giudice di sé -, per allenarsi a quello che i reduci della Easy, 101a Airborne, chiamavano “l’ultimo lancio” (e ciò offre ulteriori spunti per comprendere quanto valore umano intrinseco posseggano certi “cadreghinisti” della classe dirigente attuale).

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    8. Non l'avevo dimenticata certo la Folgore...implicitamente, definendomi un vecchio pacadutista. Ero del 5 Battaglione El Alamein...un'infinita' di anni fa. El Alamein ce l'avevamo nel nome, per non dimenticare. Credo che oggi l'abbiano ribattezzato 186esimo come uno dei Reggimenti della vecchia Divisione.

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    9. @ Citodacal e a Maurizio

      Certo che è, o meglio sarebbe, eticamente dovuto ricordare e rispettare chi si è battuto bene, che abbia perso o vinto, che condividiamo o no le ragioni per cui si è battuto. Purtroppo l'infezione piddina, quella che in nome dei diritti della persona astratta insulta e disprezza le persone reali, ha fatto sì che in Italia, i caduti della IIGM non abbiano un luogo che li ricorda, come invece hanno i caduti della IGM; e che i combattenti della RSI non siano ricordati neanche con un post it appiccicato sui cessi degli autogrill. Poi, certo, chi ha passato un po' di tempo sul piazzale El Alamein si ricorda dei suoi e anche della battaglia che gli dà il nome, ci mancherebbe. Ciao

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    10. I paracadutisti sono gente strana...il 3o battaglione del Reggimento Folgore della R.S.I., negli ultimi giorni di guerra era in Val d'Aosta. Il Maggiore Sala (figura leggendaria...) raggiunse un accordo coi partigiani aostani, che si impegnarono a non attaccare gli uomini del Folgore, in cambio del loro aiuto a respingere reparti francesi che tentavano di entrare in Italia e avanzare il confine negli ultimi giorni di guerra, sottraendo territorio agli italiani. Dopo la resa agli alleati (con l'onore delle armi, picchetto americano a salutare la bandiera italiana), i paracadutisti della RSI furono caricati su dei camion e avviati a Sud...la guerra aveva reso le strade quel che erano e ci misero un paio di giorni ad arrivare nei dintorni di Bologna, senza cibo e con poca acqua...quando incrociarono una colonna di camion di apparentemente fanti inglesi ma dall'aria un po' troppo "sgarrupata" per essere inglesi. Era il Gruppo di Combattimento Folgore, i para' del Gen. Morigi ( altra figura leggendaria..), quelli che combattevano con gli Alleati. Quando i para' "cobelligeranti" si accorsero che sui camion dell'altra colonna c'erano i para' della RSI li fermarono, li tirarono giu' dai camion...e li abbracciarono e riempirono di sigarette, cioccolata, liquori e ogni genere di conforto. La guerra era finita da due o tre giorni... ma per i paracadutisti di TUTTA la Folgore era gia' finito il rancore e le recriminazioni. Pochi giorni dopo...non 70 anni dopo. Alla fine, la Polizia Militare americana fatico' a ricaricarsi i para' della RSI sui camion e portarli al campo di prigionia designato. Io non sono mai stato di destra...e lo feci capire bene anche sotto le armi. Nessuno mi disse mai niente al battaglione, se non che eravamo, tutti, Paracadutisti Italiani. Non di destra o di sinistra...Italiani. E mi andava benissimo cosi. E' una forma mentis che mi ha accompagnato poi in tutta la vita, scoprendo che a parlare, magari a bere un bicchiere, punti di contatto se ne trovano. A destra c'e' parecchia gente con una coscienza sociale, e riposti gagliardetti o falci e martello e altri paraphernalia ideologici...qualcosa per migliorare la vita di tutti si potrebbe combinare.

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    11. @Maurizio
      Gran bella testimonianza e assai condivisibili considerazioni conclusive.
      Qualche anno fa ebbi modo di apprendere, per bocca di un mio zio, un aneddoto accaduto nella frazione collinare ove permane la casa che fu dei miei nonni (e che ora appartiene alla mia famiglia). Durante la guerra capitò che due giovani soldati tedeschi decisero di arrendersi e furono consegnati all'unità partigiana locale: erano sporchi, stanchi e affamati. Le truppe tedesche avevano più volte rastrellato la zona per cercare partigiani o civili da deportare e alcuni miei zii erano scampati appiattendosi sui tetti delle case; a mia nonna erano stati requisiti i materassi, ed era stata piazzata una MG proprio in un punto ove anni dopo nella mia infanzia - ironia della vita -, avrei giocato lietamente a soldatini. Coi due tedeschi ormai prigionieri i partigiani locali erano divisi sul da farsi; i più accalorati volevano passarli per le armi immediatamente, altri non se la sentivano proprio. Si misero di mezzo le donne della frazione, tra cui mia nonna; andarono dai più agitati e dissero loro: "S'ai masii, av cavum i oeucch cui furslen", che tradotto dal dialetto dell'Oltrepò pavese significa: "Se li ammazzate, vi caviamo gli occhi con le forbici". Vennero consegnati, in un modo o nell'altro, all'autorità civile o militare e credo la scamparono. Forse successivamente hanno potuto dare il loro contributo per un mondo meno barbaro.

      p.s.: lessi da un parà che negli anni 60-80 circa non era infrequente ritrovare giovani di Lotta Continua a svolgere il servizio militare nella Folgore. Risulta? Quand'ero marrone di karate, avevo nel corso un baldo giovanetto nera che aveva anch'egli servito nella Folgore, forse addirittura come ufficiale, e non nascondeva di essere marcatamente di destra. Ebbi comunque modo di riconoscere con piacere che, al di là di certe stravaganze e convinzioni personali, era una persona affidabile e corretta. E non è stato il solo.

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    12. @ Citodacal

      Risulta. Diversi ragazzi di sinistra si arruolavano nella Folgore, in quegli anni, per prepararsi all'eventuale rivoluzione (non tra gli gli ufficiali di complemento, che prima di essere accettati venivano passati al microscopio dai Carabinieri). Poi, evidente che la maggioranza dei componenti la Folgore erano e sono "de destra", con una percentuale non piccola di fascisti.
      "Evidente" perchè, purtroppo, nell'Italia del dopoguerra il nazionalismo, e persino il patriottismo - difficile che un soldato di vocazione non sia nazionalista e patriota - derisi e bollati come "fascisti" dall'antifascismo, si sono rifugiati nel ghetto politico fascista.

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    13. Risulta si, parecchi di noi non volevano lasciare a "loro" il monopolio di un addestramento militare serio, che "hai visto mai" poteva venir buono...tanto la naia si doveva fare, e allora meglio farla sul serio, almeno. Io poi avevo parecchi lanci da civile, avendo cominciato a lanciarmi a 18 anni, e sono stati solo contenti di prendersi qualcuno gia' ben più' che brevettato . Quel che dice Roberto, sulla cultura che dall'esterno letteralmente spingeva parecchi ragazzi, appunto, soltanto patrioti nelle braccia del neofascismo, e' totalmente vero. Ma all'interno della Brigata ( nella mia piccola realtà'...5o Battaglione El Alamein, 15a Compagnia "Diavoli Neri" ) esisteva anche una cultura che espresse il Colonnello Franco Angioni, comandante del Col Moschin e poi dell'ITALCON in Libano...che fascista non era per niente.

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    14. Va be', visto che ci siamo lanciati senza paracadute nei ricordi, ricordo che Franco Angioni, grande soldato e comandante memorabile per il quale ci si sarebbe buttati nel fuoco, era uno che a) era un patriota b) l'indipendenza e la dignità nazionale ce l'aveva nel sangue. Quando da ufficiale subalterno andò in USA a fare il corso dei Ranger, l'istruttore gli intimò di togliersi dalla mimetica le mostrine della Folgore e la bandiera italiana (lo facevano tutti, la divisa era fornita dai Ranger). Lui si rifiutò. Il reclamo seguì la via gerarchica. L'ufficiale in comando non lo costrinse per non doverlo espellere. Angioni continuò a portare i suoi e nostri colori, e arrivò primo in classifica (non era facile).

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    15. @Roberto Buffagni e Maurizio

      Molte grazie per le risposte articolate e interessanti e molte grazie a Bagnai per averle pubblicate nel consueto spirito socratico. Altrove avrebbero alimentato inutili e artificiose polemiche, qui invece cercano di comporre un tessuto sociale e culturale che, benché variegato, abbia di vista la ricostituzione di una identità comune a tutti (almeno, per l'appunto, nel minimo comune denominatore).

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    16. Prego. Mi unisco ai ringraziamenti al nostro padron di casa.

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    17. Grazie a voi, per aver ascoltato qualche reminiscenza di quando "we were soldiers once and young.." e sempre grazie al padrone di casa, che tollera gli off-topic bonariamente.
      @Roberto Adesso che lo so, ci si rivede qui ogni 23 Ottobre. Come Folgore dal Cielo...come Nembo di Tempesta.

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    18. @ maurizio
      speriamo di "precedere la vittoria" anche qui, Maurizio.

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  8. Per nascita, per educazione e per incrollabile convinzione non ho mai creduto alla cosiddetta "democrazia", perché per crederci bisogna credere all'uguaglianza, che è la cosa al mondo alla quale in assoluto credo meno.
    Buttare a mare questo feticcio è un prezzo più che accettabile se la contropartita è costruire uno stato forte militarmente, diplomaticamente e politicamente all'esterno,
    autorevole all'interno e spietato con chi sgarra.
    Uno stato capace cioè di tagliare i vincoli con i nemici europei e americani, di sbattere fuori manu militari la feccia che da mezzo mondo ha trovato il suo Bengodi in casa NOSTRA, e di far rigare dritti gli italiani con leggi draconiane applicate senza pietà.
    Delle cose che ho detto dubito, come ebbe a dire Guicciardini, credo ch'anco se vivessi mill'anni non ne vedrei realizzata alcuna, ma sognare a occhi aperti è rimasta forse l'unica cosa sulla quale non si pagano tasse, quindi laissez-moi faire.
    Quanto a chi paventa il sorgere di riedizioni dei fascismi storici, chiedo cosa c'è sul pianeta Terra qualcosa di più fascista dell'€Uromostro, creato ad arte dai governi sedicenti "democratici" dell'appendice occidentale del continente eurasiatico, e quale atto è più fascista del privare intere nazioni della più fondamentale delle libertà, la libertà dal bisogno, come da decenni sta facendo l'€Urocarcinoma ubicato a Brüssel, assieme alle metastasi nazionali ubicate in tutte le de facto ex capitali €Uropee?

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    1. Inchiodateli quei delinquenti! (cit.)

      https://www.youtube.com/watch?v=zRq0At8HAm8

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    2. @Jorg der Krampus

      Offro un tema di dibattito. La Democrazia è una forma di Governo che non predica l'uguaglianza in quel senso, ma il riconoscimento e la tutela delle minoranze, in una logica di equilibrio. Quindi presuppone la diversità e si esprime come tensione, ricerca di tale equilibrio. È evidente dunque che questa possa realizzarsi solo attraverso un alto sentimento collettivo che spinga costantemente, vigile verso la più perfetta realizzazione del modello ideale ( il quale, beninteso, difficilmente si potrà mai realizzare in pienezza). Se manca ciò rimane solo la vuota retorica, strumento potente in mano a chi se ne appropria. Certo fino ad ora l'uomo ha dimostrato di essere ben lontano anche solo dall'avvicinarsi a quel modello ideale, ma questo non significa che, primo, ciò non possa accadere in futuro, secondo che non si possa anche retrocedere rispetto alle conquiste ottenute in passato. Il retore approfitta di questi rammollimenti dell'interesse generale per muovere le sue pedine, accade periodicamente nelle Storia. E perdono sempre, anche se a prezzi altissimi per tutti (qui un altro elemento della loro idiozia).

      Comunque, Democrazia non è dire che siamo tutti uguali (che è argomento del retore per spingere a considerare tale ideale forzato, coercitivo e dunque inviso ai più), ma che tutti devono essere messi in condizioni eguali, per potersi realizzare ed esprimere nonostante le chiare differenze. Infatti, il nostro articolo 3 C.:

      " Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

      E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

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    3. "democrazia come la tutela della minoranza" - dei straricchi

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    4. De kampus
      Se non credi all'uguaglianza come mai sei contro l'euro?

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    5. @ Luca

      Scusate se mi intrometto e provo a rispondere io. Perchè "eguaglianza" può voler dire tante cose, molto giuste o molto sbagliate; e la primissima domanda da porsi per precisare il significato della parola "eguaglianza" è: eguaglianza di fronte a chi e a che cosa?
      Ora, l'euro è un esempio da manuale di eguaglianza sbagliata e dannosa: è una moneta eguale per paesi e popoli irriducibilmente diversi. Dare la stessa identica cosa e misura a chi è diverso non è giustizia: diceva il mio amico A. Ristotele, quello senza connessione internet, che giustizia è dare a ciascuno il suo.

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    6. In appoggio alle giudiziose considerazioni di Nicola Baroni, che condivido, vorrei aggiungere qualche osservazione.
      -Uno stato forte è un mezzo, non un fine. Quando si vuole trasformarlo in un fine implica un'amministrazione totalitaria della società che è arbitrio, non giustizia.
      -Non è giustizia perché come ricorda il sig. Ristotele per mano di Roberto Buffagni, è ingiusto trattare casi diversi in maniera eguale, e se la diversità (e il dissenso che si porta dietro) è un valore (in Europa, in Italia, fra gli individui, credo ne converrete) non può essere appiattita tramite "leggi draconiane applicate senza pietà". Occorre che il dissenso sia protetto, che la legge sia flessibile, che si possa cambiare, non solo, occorre che chi la applica lo faccia con pietà ed etica, per addolcirla (o inasprirla, eh!) a seconda dei casi. Mi rifaccio al giusto mezzo del sullodato Ristotele.
      -Non abbiamo nemici fra i popoli del mondo, al massimo fra i governi lacchè del grande capitale e in questo siamo abbastanza fortunati. Siccome abbiamo bisogno degli altri e gli altri di noi, sarebbe meglio non crearceli.
      -La "feccia" (ovvero i criminali) avrà anche trovato il Bengodi, gli onesti e i deboli stranieri hanno trovato la schiavitù. Non fare di tutta l'erba un...
      -Il retore depreca il fascismo europeo, ma può esserci di peggio? Sì. E quindi? Quindi direi che il Krampus passa una volta, ma insieme a San Nicola, e dopo l'epifania che tutte le feste porta via io personalmente gradirei uno Stato in grado di assicurare lo sviluppo delle libere individualità.

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    7. @ Francesco Z
      no, ero io che menavo gli altri,

      @ Luca
      ti ha risposto Roberto Buffagni

      @ Nicola Baroni
      altro che dibattito, c'è da aprirci un blog,

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    8. @ elu ei
      rispetto la sua opinione per il modo civile e a tratti divertente con il quale l'ha espressa,
      ma riaffermo e ribadisco la mia punto per punto,
      pur senza voler dare né alla sua, né alla mia il valore dell'"ipse dixit".
      Lei delinea il mondo che vorrebbe vedere realizzato, io fotografo quello che vedo ogni giorno.
      Né lei, né io vedremo mai niente che somigli nemmeno lontanamente al modello di mondo che abbiamo in mente, e forse è meglio così,
      lei non vivrebbe bene nella società che ho in mente io, e io non vivrei bene in quella che ha in mente lei,
      La sua Weltanschauung è troppo diversa dalla mia.
      Ein Prosit!

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  9. Mi dici il titolo del film ,? Cortesemente

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    1. Il titolo del film e' MIASTO 44 (Miasto dovrebbe essere il nome di un quartiere di Varsavia) oppure WARSAW 44.

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    2. "Miasto" significa città. Purtroppo, non sono riuscito ad imparare bene il polacco ma senza scendere nell'auto-razzismo abbiamo molto da imparare da loro. Quello che ammiro di più di loro è proprio l'amor di patria... Ho constatato da molto tempo che per l'italiano medio i polacchi sono solo "gente slava" che qualche decennio fa era specializzata nel lavaggio dei vetri delle macchine ai semafori...
      Quello che vorrei capire è che cosa sia successo a noi italiani dopo il '48. Tutto quello che riguarda il Paese, la Patria etc è stato derubricato come fascista. Sì ok, abbiamo perso la guerra ma non siamo stati gli unici a perderla. Sì, ho capito.... ci sono tante basi militari americane ma non siamo gli unici ad averle.
      In questo caso però un bel "facciamo come la Polonia" ci starebbe proprio bene... Chi ce lo impedisce? Purtroppo, la corresponsabilità delle élite è evidente. La democrazia non è mai arrivata...

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    3. @Massimo
      Com’è noto, l’imperatore Marco Aurelio si definiva “cittadino del mondo”. Dobbiamo considerare che, essendo lui un filosofo, la sua non fosse una semplice professione di cosmopolitismo qualunque. Spesso udiamo gente vantarsi d’essere uomini di mondo, ma essere cittadini del mondo è tutt’altra cosa: significa riconoscere qualcosa di autentico e genuino in ogni cultura umana, a prescindere dalla propria appartenenza, predilezione e condivisione (social di ‘stocazzo, coi loro “mi piace, non mi piace”). I cosiddetti “uomini di mondo” (quelli che hanno fatto il militare a Cuneo…) sono prototipi perfetti per una globalizzazione acefala e amorfa, la quale fa diventare ogni significativa differenza culturale e sociale lo sfondo cinematografico su cui proiettare, come il faccione del protagonista unico, gli elementi più superficiali resi artatamente invarianti (una sorta di seducente e confortante perpetuità artificiale). L’illusione è quella d’avere il Sole alto allo zenit, senza comprendere che in quella condizione la luce appiattisce le ombre e le figure, annichilendo i chiaroscuri e gli spessori. In questa circostanza, non è che tutto il mondo è casa tua perché sei tu a compiere lo sforzo necessario per comprendere: lo è diventato perché del tutto tappezzato con la stessa carta da parati che si è deciso definisse casa tua. Napoleone, a dispetto dell’arredamento, era indifferente a pernottare in un lussuoso palazzo cittadino o dentro a una tenda da campo, piantata in qualche landa isolata e circondata da un quadrato della sua Guardia (durante le ore antecedenti Austerlitz, dormì poco tempo addossato a una balla di paglia in un fienile).
      Ora, è evidente che in un guazzabuglio simile, tendente al mono-tono, il senso psicologico della patria, ancor prima di quello sociale, scemi nell’illusione che non esistano più confini (laddove invece tra un singolo individuo e l’altro permangono confini psicologici assai pesanti, che solo un grande lavoro introspettivo, o una induzione comportamentale coatta possono attenuare o disciogliere, procedendo tuttavia in direzioni chiaramente antitetiche); ma è anche evidente che la follia di questo assunto, al di là d’ogni retorica con cui si può ammantare la parola “patria”, pretenda d’eludere il fatto incontestabile che per conoscere davvero un altro individuo occorra conoscere almeno un poco se stessi (e realmente!), e che per rispettare la differente identità del prossimo occorra avere noi stessi una certa identità – irrimediabilmente differente dalla sua –, nutrendo un sano ed equilibrato rispetto, e non adulazione o autoesaltazione, anzitutto per la propria.

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    4. Io credo però che non occorra poi molto per riconoscere la comune umanità di chi ci sta di fronte bisognoso di tutto. Il papà di una mia amica, prigioniero dei tedeschi venne spedito a lavorare in una fattoria dove erano rimaste solo donne vecchi e bambini. Nel vedere quel ragazzo scheletrito, prima di ogni cosa lo rifocillarono, e gli permisero di lavorare solo quando riprese le forze.

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  10. sono venuto a conoscenza di un documento che spiega come sono fatti i Fondi Comuni di Investimento e quali rischi possono correre:

    Il rischio di mercato viene a ridursi nei fondi, se utilizzati correttamente in rapporto agli obiettivi di investimento ed al tempo di investimento.
    Con gli strumenti di cui dispone, il gestore è in grado di costruire un portafoglio diversificato in maniera efficiente, ottimizzando il rapporto rischio-rendimento, ed utilizzando asset class non alla portata del singolo risparmiatore (gli immobili, le valute, le materie prime, ecc).
    Con la diversificazione, anche il rischio di credito viene ridotto a percentuali prossime allo zero. Il fallimento di una delle aziende in cui il fondo ha investito avrebbe un effetto sul valore del fondo pressoché nullo. Il numero di titoli presenti nel portafoglio nella maggioranza dei casi varia da almeno 50 per i portafogli concentrati, fino a oltre 800 per quelli più diversificati.
    In questo modo dissesti quali quello delle quattro banche o come nei casi di Parmalat, Cirio, Argentina, ecc hanno avuto un impatto nullo sui fondi e sui loro sottoscrittori.
    Solo il fallimento simultaneo di tutte le società in cui ha investito il fondo determinerebbe l’azzeramento del patrimonio dello stesso. Evento quindi altamente improbabile, se non impossibile.

    e vabbe' fin qui niente di nuovo.

    ma:
    L'Italia e l'euro (cosa? ndr)

    Cosa dire relativamente ai fondi ed alla protezione che possono offrire nei casi di problemi all’Euro o all’Italia?
    Se l’Italia fosse uscita dall’euro durante la crisi del 2011/2012 il valore della quota (NAV) dei fondi avrebbe mantenuto la denominazione e la quotazione in EUR o nelle altre principali divise internazionali quali USD, GBP, ecc. senza penalizzare il patrimonio investito. All’atto del rimborso il cliente italiano avrebbe ricevuto l’importo di sua competenza:
    § Convertito nella nuova divisa nazionale
    § Oppure avrebbe potuto chiedere l’accredito su un nuovo conto in divisa diversa, ad es. USD o EUR
    Qualora fosse invece fallita l’Unione Monetaria Europea si sarebbero presentati essenzialmente due scenari:
    § Se solo alcune nazioni fossero uscite dall’Unione tornando a coniare le vecchie monete nazionali, l’euro avrebbe continuato ad essere scambiato. In questo scenario il fondo avrebbe continuato ad essere denominato e quotato in euro e gli investitori residenti in questi paesi avrebbero mantenuto l’investimento in un fondo espresso in euro.
    § Se invece tutte le nazioni aderenti avessero deciso di tornare alle vecchie valute, il fondo avrebbe cambiato la propria valuta di denominazione e quotazione. Nel caso in cui fosse stato adottato un sistema di cambi fissi con una moneta sintetica, come l’ECU in passato, si sarebbe potuto utilizzare questa. Al contrario, il fondo avrebbe potuto adottare come divisa di denominazione quella in cui era maggiormente esposto il portafoglio.

    scenario passato o futuro?

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    1. ciò che conta, comunque , credo che sia il sottostante , più che la valuta di riferimento, nel senso che se il fondo quotato in euro ha come portafoglio dei titoli di stato usa , se il fondo cessa di essere denominato in euro e adotta p.e. la lira , il valore dei titoli usa non è cambiato ma sarà espresso in lire : allora, se prima il valore di una frazione dei titoli in usd che rappresenta una singola quota del fondo è p.e. 10 euro , dopo , con la lira , sarà di x lire equivalenti sempre a 10 euro; in questo senso l'euro e anche la lira "sono solo delle monete" ... quindi se anche io faccio il cambio di partenza 1 euro= 1 lira e poi questo cambio nottetempo cambia e diventa 1,20 lire per euro il valore della quota del fondo mi passerà da 10 euro a 12 lire ossia sempre 10 euri

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  11. La"GRANDE BERTA" è solo un cannone. http://www.focus.it/cultura/storia/quali-caratteristiche-aveva-la-grande-berta

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  12. A Bruxelles poi si sono accorti che la Polonia non ha l'euro...
    https://scontent.xx.fbcdn.net/hphotos-xfp1/v/t35.0-12/12546264_711063679030810_480936252_o.jpg?oh=e92c0d5939f041a1ff9c32181a7c4dcb&oe=5699BCEA

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  13. la Commissione Europea starebbe alzando questo polverone, fino a minacciare la sospensione del diritto di voto della Polonia all'interno del Consiglio Europeo a norma dell'articolo 7 del trattato di Lisbona (curioso questo potere di una istituzione di poter decidere, sostanzialmente, la composizione di un'altra ad essa sovraordinata) perchè i polacchi hanno introdotto lo spoil system nella direzione della TV pubblica.

    No, dico, lo spoil system. Quale azione nazista da parte del governo eletto polacco. Ed hanno avuto il coraggio di farlo con un voto in parlamento, neanche per decreto. Come si permettono?

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  14. Non sono poi così male questi polacchi:
    "...smontaggio di alcune riforme e misure di austerity dei liberal sconfitti, a cominciare dalla pensione (l'età scenderà dai 67 attuali analoghi alla Germania a 65 anni) e all'istituzione di assegni familiari di 125 euro per ogni secondo figlio, insieme alla generale promessa di più politica sociale. L'aver dimenticato la parte povera del paese, disoccupati e giovani che partivano per trovar lavoro lontano, o lavoratori sottopagati, è ritenuto uno degli errori più gravi e politicamente suicidi dei liberal ..."

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    1. 125 euro e' altamente improbabile...non hanno l'euro.

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  15. "Ma finché i carri armati non sono entrati, puoi permetterti quello che Renzi non potrebbe permettersi nemmeno se volesse (e a marzo vorrà)". Scusate ma a Marzo che cosa succede?

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    1. La commissione europea boccerà la legge di stabilità 2016 e imporrà tempi certi per le privatizzazioni di tutto il comparto del credito popolare-cooperativo italiano.In soldoni, TROIKA alle porte.

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  16. oggi prodi sul sole dice che la moneta non è solo una roba economica...che gran concetto e che terminologia forbita

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  17. Attenzione però a non idealizzare troppo il popolo polacco. Anche loro, come noi, sono vittime della manipolazione dei mezzi di informazione di massa. Non hanno l'euro semplicemente perché le élite locali hanno deciso che era meglio per loro (le élite) non adottarlo, ma non pensatevi che ci sia una consapevolezza sul tema euro maggiore che da noi. ( La crisi dell'eurozona è stata spiegata come da noi: er debbito pubbblico, i PIGS hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità...).
    Poi se da noi c'è il frame della coruzzione, lì c'è il frame della russiacattivachecivuoleinvadere. (Non potete immaginare quanto sia diffusamente russofoba l'opinione pubblica polacca).

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    1. Parlo per esperienza personale e lo stesso tema sollevato da te credo che esista in tutti i Paesi che facevano parte del Patto di Varsavia
      Io ho lavorato in Ucraina, Bulgaria e Slovacchia e in tutti e tre i paesi (specialmente i primi due) il frame russiacattivachecivuoleinvadere è molto sentito anche fra i giovani soprattutto per quello che i sovietici hanno fatto durante il periodo della loro “alleanza” e che potrebbero ritornare a fare.

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  18. L'FT fa da coro ai latrati della UE.
    Leggere articoli di Philip Stevens e Duncan Robinson a riguardo.


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  19. Il mio commento non è in tema ,ma vorrei farti riflettere sui tuoi contenuti economici essendo d'accordo sul 98 per cento ma manca il 2 pe cento sul sistema monetario che ritengo molto più importante che l' economia quella viene dopo cioè di chi è la proprietà della moneta di chi è l'euro dei cittadini e dei popoli europei o invece della BCE ,banche centrali nazionali e anche se tornassero statali non cambierebbe niente rifletti.... da una persona qualunque
    cordiali saluti Ermanno Ricci

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    1. Sono l'ultimo a poter dare consigli, ma forse questo le è utile http://goofynomics.blogspot.it/2012/12/endogenous-money-for-dummies-part-2.html

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  20. Cameron che dice?

    Credo che dopo la clamorosa porta in faccia ricevuta durante il Consiglio Europeo di dicembre, e a un anno dal referendum sulla permanenza britannica nell'UE, certe battaglie sulle competenze nazionali, rispetto ai desiderata di Berlino, potrebbero intensificarsi e ricevere nobili patronage (se già non li hanno ricevuti). Sovranità monetaria e controllo democratico della Banca centrale sono ovviamente i prerequisiti principali per poterle muovere (vedi alla voce Ungheria).

    Che poi, se vogliamo, oggi non sorprende più tornare a pensare l'Europa in termini di schieramenti e pedine da contenimento: il più grande successo dell'euro (cit.).

    PS_Senza dimenticare che il presidente di SiP, Jarosław Kaczyński, nonché, pare, il vero deus ex machina del nuovo governo polacco, rimane fermamente convinto, in buona compagnia, che il fratello Lech sia stato assassinato dal suo allora parigrado russo, attuale Capo di Stato, Vladimir Putin. In vista del giorno della memoria... Nel contesto di guerra (molto poco fredda) che si vive sul confine orientale di una Unione a pezzi, c'è da sperare che la politica "sovrana" non prosegua con altri mezzi. Sperare...

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  21. Devo dire la verità: anche se sono diversamente europea, il riassunto della risposta polacca a Timmermans mi ha provocato intensi brividi di piacere.

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  22. US-sponsored Poland sovereignty: https://www.youtube.com/watch?v=uO1DBvOd2_A

    "And what this crisis has done, is to remember everyone who they share their faith with."

    George Friedman
    Stratfor CEO and founder

    (avevo già condiviso questo link tempo addietro con voi, ma qui forse è più sur pezzzo)

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  23. Possiamo chiamarla "La defenestrazione di Danzica?" Mi pare storicamente appropriato.

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  24. Non ho capito una cosa, quasi sicuramente perchè non ho studiato (abbastanza). Una volta appurato che il quarto potere ci schiaccia (grazie all'euro) sempre di più, e che una maggiore unione politica dei paesi europei non solo è impossibile ma non è neanche auspicabile (perchè siamo diversi etc. etc.), quali sono i futuri possibili? 0) che il quarto potere vince; 1) che la storia/economia segua il suo corso (sfuggendo di mano agli spennacchiotti del quarto potere), i nodi vengano al pettine, l'euro si sfaldi da solo; 2) che i popoli capiscano, eleggano governi illuminati che chiudano il capitolo euro e ritornino alla libertà valutaria che è cura di tutti i mali; 3) che i popoli non capiscano una minc..., eleggano governi fascisti che chiudano il capitolo euro e ritornino a farsi la guerra che è cura di tutti i mali; 4) tutte queste cose insieme; 5)... ???

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    1. Leggere prima "il tramonto dell'euro", poi di seguito, "l'Italia può' farcela". Come futuro più' che possibile sarebbe fattibile...ma un 1/3 insieme sembra piu' probabile.

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    2. Grazie per la risposta, i due libri li leggo sicuro. Non ho capito quale sarebbe il futuro "fattibile".

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    3. Quello de "l'Italia può' farcela".

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  25. Azione.... e reazione:

    http://www.zerohedge.com/news/2016-01-15/sp-enters-latest-european-scandal-downgrades-poland-bbb

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  26. Si può dire che quando non bastano le buone (le letterine) si comincia con le cattive?

    Polonia: S&P abbassa rating a BBB+ per "indebolimento delle istituzioni"

    (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 15 gen - Standard and
    Poor' s ha abbassato di un livello il rating della Polonia a
    BBB+, valutando che alcune leggi approvate dal nuovo governo
    conservatore hanno provocato "un indebolimento delle
    istituzioni chiave". Il giudizio sul Paese comprende anche un
    outlook negativo, ovvero l' agenzia potrebbe abbassare ancora
    il rating "nel corso dei prossimi 24 mesi", se le spese
    pubbliche e la politica monetaria peggioreranno.

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  27. E sai quanto se ne f....no di S&P i polacchi? Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca sono gente tostissima, allenata dai decenni del Patto di Varsavia. Mio padre era un ufficiale italiano catturato in Grecia dai tedeschi e deporto prima in Polonia e poi in Germania. I prigionieri trattati meglio erano quelli francesi, polacchi e russi erano considerati esseri inferiori e lasciati letteralmente morire di fame.....stavolta i tedeschi hanno stuzzicato la Nazione sbagliata. Giove acceca coloro che vuol perdere.

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    1. Sulla Slovacchia qualche dubbio ce l'avrei... se non ci pensa S&P ci pensa l'€uro.... Al contrario, i vicini di casa ed ex condomini dello dello stesso stato, si chiaman Cechi ma c'han visto bene....

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  28. @Maurizio

    La ringrazio per aver accennato a quella circostanza della Storia della Folgore in Val D'Aosta. Ne farò dovuto tesoro riproponendola a chi, quando mi reco in quella bellissima regione italiana, mi si parla o mi si scrive in Francese, senza che io abbia minimamente accennato a farlo. Tra l'altro da gente che normalmente, per quanto lo abbia studiato a "l'ehcola" non lo parla, e se lo fa, non lo parla bene, o non lo scrive bene. Tanto da, ahiloro, farsi ridere dietro da Francesi in visita.... come i miei amici, che mi indicano gli errori marchiani che sentono o leggono qua e là. Lo farò non tanto per rintuzzare alcunché, quanto per rispondere a qualche bimbominkia che mi dà del Fascista o del Nazzzzzzionalista (io rispondo sempre "A Noi!", tanto già che ci sono...) e che non ha molta conoscenza della storia di una regione molto particolare, come tutte le regioni che sono state di frontiera e spesso cuore di realtà geopolitiche passate molto floride (la "Kraemerthal" attraverso cui transitavano i carichi di vino siciliano che si sarebbe scolato in Olanda Erasmo da Rotterdam...), e si riducono a concepire l' "autonomia" della VdA in chiave anti italiana e pro francese. Ai quali concludo rispondendo: andate un po' in Francia e vediamo questa vostra "alterità" e vi mettono i cartelli in Talian e Patuà...andate, andate.... Poi mi dite. Per rientrare in questo tema del blog, ma senza approfondire, ricordo che le istanze nazionali, di Stato Nazione Popolo (e quindi se vogliamo nazionaliste), nella storia moderna sono un parto della Sinistra. Anzi, ma che dico, sono una realtà connatale alla Sinistra!

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    1. Il Maggiore Sala aveva il suo quartier generale a S. Vincent le ultime settimane di guerra. Era un ufficiale correttissimo, un uomo d'onore e soprattutto un Italiano. I partigiani aostani dimostrarono di potersi capire con un patriota...ed erano patrioti anche loro. Patrioti Italiani.

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