martedì 16 dicembre 2014

Ai seguaci (lettera pastorale sulle virtù teologali)

Dilettissimi fratelli e sorelle,

mi ha appena chiamato er Pennellone, cui va l'indubbio merito di aver contribuito a rendere scorrevole e coerente er libbro, per dirmi che siamo alla seconda ristampa, cioè alla terza tiratura.

Vi esorto quindi ad aver fede: la speranza di avere er libbro non sarà frustrata. Sulla carità facciamo un discorso a parte, tanto lo capirebbe solo Marco S. (come Sanfedista), che (incidentalmente) io e er Pennellone ringraziamo per aver segnalato qualche lieve imprecisione, rettificata nelle ristampe. Chi non fa non falla, d'altra parte. E, come dice Renzo a don Abbondio, posso aver fallato... ma ho sempre fatto un mazzo così alla concorrenza (cioè ai don Abbondio)!

L'umile servo nella vigna del web 2.0.

Guru (testis fidelis et verus).





(Peccator videbit et irascetur...)

(ah, a proposito, er Pennellone è uno di voi, e da tempo. Ormai siamo una specie di massoneria deviata, o più che altro deviante, altro che le Ur-Lodges...)

102 commenti:

  1. Non ho avuto bisogno di gooooooooglare, ma mi resta il dubbio se sia o non sia un merito...

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    1. Lo è, indubbiamente. Son cose che tornano sempre utili, come credo di avervi dimostrato...

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  2. Ma un seguace che ha già comprato il libro ma non lo ha ancora letto, può ancora considerarsi tale o deve fare qualcosa d'eclatante per redimersi? :-)

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  3. Buongiorno Prof.
    Ho appena finito di leggere il suo libro 2. E mi è piaciuto molto, tanto che ricomincio subito la seconda lettura.
    Ma ho un dubbio che mi rode dentro, anche dopo avere riguardato certe spiegazioni riportate sul libro 1: che accidenti è il debito estero ? Soprattutto quello dell’Italia verso la Germania.
    Allora, dopo avere letto e riletto il libro 1 ed aver appena finito il libro 2 ho capito che la Germania è creditrice di vari paesi europei, fra cui l’Italia. Per 2 motivi:

    1) l’Italia ha importato dalla Germania più di quanto ha esportato;

    2) Le banche e le finanziarie tedesche hanno finanziato l’acquisto, a dilazione appunto, di beni tedeschi da parte dell’Italia.

    Già il punto 1 non mi si vuole chiarire bene in mente: perché se le importazioni superano le esportazioni mi devo per forza indebitare con l’esportatore ? Dice lei: perché lui mi finanzia. Ma non potrei farmi finanziare dalle mie banche italiane ? Ci sto pensando da giorni, l’ho letto anche su “Modelli empirici” ma non mi si vuol chiarire in mente perché un paese che importa più di quanto esporta si deve per forza indebitare. Mi torna solo il fatto che escono più soldi di quanti ne entrano, ma non arrivo a capire perché si parla di debito.

    Riguardo al punto 2: questo lo capisco già di più, ma tale indebitamento è superiore, uguale o inferiore rispetto a quello del punto 1 ?

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    1. Forse vederla così te la renderà più facile:

      SE io acquisto dalla Germania, devo pagare in marchi;
      QUINDI
      devo vendere qualcosa ai tedeschi per incamerarli;
      OPPURE
      devo farmeli prestare dai tedeschi.

      La cosa è solo apparentemente complicata dal fatto che tra me (compratore italiano) e loro (venditori tedeschi), c'è un intermediario finanziario (la banca) che incamera le mie lire, e dà dei marchi ai tedeschi.
      Ma ella (la banca) non può né stampare lire, né stampare marchi, quindi da qualche parte deve trovare qualche tedesco che vuole comprare in Italia, e rifilargli lire in cambio di marchi.
      Se non è possibile, si farà prestare i marchi dalle banche tedesche, sperando che prima o poi i tedeschi si decidano a comprare in Italia (oppure che gli italiani emigrino in Germania per lavorare e debbano rimpatriare marchi da scambiare con lire per le loro famiglie).

      Per rispondere sinteticamente:
      Le banche italiane non possono prestare lire agli italiani per comprare in Germania, perché i venditori tedeschi vogliono marchi.
      Anche con gli euro, le banche (italiane) non possono prestare euro all'infinito agli italiani per comprare roba tedesca, perché pure gli euro finiscono [molto in fretta], e la stamperia ce l'ha Draghi, e tutte le banche (italiane) si troverebbero presto senza soldi. Quindi devono farseli riprestare a loro volta dalle banche tedesche.

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    2. Grazie davvero per la risposta. Che mi illumina un po' di più sul MECCANISMO che provoca il debito estero quando le importazioni superano le esportazioni verso un paese.
      Se si parla di lire e di marchi il ragionamento mi appare più chiaro, ma con gli euro sinceramente non comprendo bene perché le banche italiane non possano prestare soldi ai nostri connazionali che importano dalla Germania. Va bene, gli euro finiscono in fretta, ma non si è sempre detto che la banca CREA MONETA ogni qualvolta accredita denaro ad un suo cliente ?
      In ogni caso mi sono fatto prestare anche il testo del Gandolfo, così vediamo di portare un altro po' di luce dove c'è buio, nella mia mente.

      Sempre sul debito estero, mi è piaciuto molto questo passaggio del libro 2, a pagina 459:
      "Il sistema per cui se ti indebiti per comprare i miei beni sono bravo io, e se non riesci a restituire i soldi sei cattivo tu, evidentemente, non può funzionare".
      Lo trovo originale, sintetico e chiaro allo stesso tempo.

      Infine, mi sono piaciute molto anche le tabelle del debito privato, pubblico e totale, pubblicate a pagina 223 e 225: è la prima volta che vedo una disaggregazione del debito totale, suddiviso anche per periodi e per soggetti (famiglie, imprese, debito privato, pubblico e totale).

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    3. Lorenzo,
      provo a dirti quello che ho capito io (che non ho ancora comprato il libro) non so se è giusto.
      L'importatore forse non si deve necessariamente indebitare con l'esportatore, ma si indebita per forza con chi ha dei soldi da prestare.
      Siccome la Germania è lo stato più ricco è quello che ha prestato di più (e con il doppio beneficio di finanziare l'acquisto di beni tedeschi).

      Ma come fanno le banche italiane a finanziarti se non con i soldi di chi ha depositato e investito? E siccome la Germania è più ricca, ha molti più investitori degli altri paesi quindi larga parte dei soldi che le banche italiane prestano sono loro.

      Non abbiamo più una moneta e con le norme Eu vietano di stampare euro per finanziare il debito pubblico, quindi dove vanno a prenderli le banche italiane i soldi da prestare?

      Non vorrei essere troppo semplicistica, ma siamo noi a pagare il rischio di credito privato tedesco: il debito privato è stato "trasformato" (con opportune manovre) in debito pubblico per salvare investitori e banche (principalmente tedesche) che hanno scommesso e speculato sul ricatto (se falliscono mandano il mondo gambe all'aria, quindi sanno che gli stati le salveranno, quindi non si preoccupano di investire bene i loro soldi, ma solo nel modo più abbondantemente e facilmente remunerativo (moral hazard).

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    4. " Mi torna solo il fatto che escono più soldi di quanti ne entrano, ma non arrivo a capire perché si parla di debito"

      Il debito e' esattamente la differenza tra i soldi che escono e entrano. Per forza di cose.
      Pensaci bene.

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    5. Silvia
      quando la banca ti presta i soldi, crea moneta. Almeno, questo l'ho letto sui 2 libri del professore, o sul blog. Quindi, perché farsi prestare i soldi dalle banche estere ?
      Poi dici che "siamo noi a pagare il rischio di credito privato tedesco: il debito privato è stato "trasformato" (con opportune manovre) in debito pubblico per salvare investitori e banche (principalmente tedesche) che hanno scommesso e speculato sul ricatto (se falliscono mandano il mondo gambe all'aria, quindi sanno che gli stati le salveranno, quindi non si preoccupano di investire bene i loro soldi, ma solo nel modo più abbondantemente e facilmente remunerativo (moral hazard)".
      Questo l'ho capito e mi è chiaro.

      bargazzino
      va bene ciò che dici. Ma il Prof. ci dice sempre che la Germania ha prestato troppi soldi incautamente. Ha esagerato nel prestare soldi all'Italia. E fin qui il ragionamento mi torna.
      Ciò che mi perplime, però, è il fatto che tali prestiti, secondo quanto abbiamo detto sopra, sono relativi allo "scambio di valuta", chiamiamolo così, che occorre per importare beni tedeschi. Ecco, ho sentito a volte, come è ovvio, di una banca o di una finanziaria che rifiuta un finanziamento ad un cliente. Per l'acquisto di un bene.
      Ma non ho mai sentito dire che una banca rifiuta un'IMPORTAZIONE ad un cliente. Questo è il mio dubbio amletico.
      Da quello che dice il Prof. mi pare che le importazioni siano limitate dal finanziamento, cosa che mi torna molto insolita.

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    6. >Se si parla di lire e di marchi il ragionamento mi appare più chiaro, ma con gli euro sinceramente non comprendo bene perché le banche italiane non possano prestare soldi ai nostri connazionali che importano dalla Germania. Va bene, gli euro finiscono in fretta, ma non si è sempre detto che la banca CREA MONETA ogni qualvolta accredita denaro ad un suo cliente ?

      Non significa comunque che ne possano """creare""" all'infinito.
      Mi sto addentrando su un terreno scosceso, quindi spero che qualcuno più esperto di me venga a prendermi a randellate se dico cazzate.

      Prendi quello che sto per dirti come un modello mooolto astratto e mooolto semplificato.
      Le banche nelle loro "casseforti", tengono una moneta gerarchicamente superiore a quella che usiamo noi, che facciamo finta si chiami "biglietti di banca centrale". Questi biglietti possono essere emessi solo dalla banca centrale.
      Quando la tua banca privata ti apre un prestito, crea un conto in cui dice che possiedi tot soldi (per quel che importa potrebbe anche darti in mano dei fogli di carta di sua emissione, comunque non ti dà i sopracitati biglietti).
      Quando tu spendi i "fogli di carta della tua banca"/"numeri sul computer della tua banca", finirai per spenderne la maggior parte con venditori che hanno i propri conti corrente aperti in altre banche private.
      Queste "altre banche private" si vedranno arrivare un pagamento da parte della tua banca con una roba che per loro non ha valore, e quindi esigeranno poi dalla tua banca il corrispettivo in robba buona (i biglietti di banca centrale).
      La morale sta quindi nel fatto che, alla fine, tra uscite ed entrate, il gioco tra tutte le banche private dovrebbe essere a somma nulla. Se una banca presta male i suoi soldi, potrebbe non vederseli ritornare, e quindi avrebbe poi un buco nella valuta che per loro conta (i biglietti di banca centrale), perché sarebbe solo uscita e mai rientrata (e viceversa un'altra o più banche avranno un surplus).

      Lo stesso discorso vale tra il sistema bancario italiano e quello tedesco.
      Se gli italiani continuano a spendere in Germania, poi le banche tedesche vogliono battere cassa presso le nostre in termini di biglietti di banca centrale, e quelli finiscono. Quindi le loro banche saranno in costante eccesso di sti biglietti, mentre le nostre in costante deficit.

      Tutta sta pappardella per dirti che il discorso che ti ho fatto prima non perde validità a causa del fatto che la moneta è "endogena".

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    7. >Ciò che mi perplime, però, è il fatto che tali prestiti, secondo quanto abbiamo detto sopra, sono relativi allo "scambio di valuta", chiamiamolo così, che occorre per importare beni tedeschi. Ecco, ho sentito a volte, come è ovvio, di una banca o di una finanziaria che rifiuta un finanziamento ad un cliente. Per l'acquisto di un bene.
      >Ma non ho mai sentito dire che una banca rifiuta un'IMPORTAZIONE ad un cliente. Questo è il mio dubbio amletico.

      Mi scuso per il doppio post e per la terminologia decisamente non tecnica.

      Le banche quando decidono di farti un prestito, non valutano le riserve che possiedono, ma quanto è probabile che tu restituisca il capitale e gli interessi, anche perché a loro volta possono chiedere un prestito (spero a tasso più basso) di biglietti di banca centrale, se ritengono l'affare interessante.
      Inoltre il processo di conversione lira/marco credo sia trasparente persino per loro, perché dovrebbe occuparsene la loro banca centrale (nel caso delle banche italiane, la banca centrale d'Italia, che probabilmente prima del 2008/2011 godeva di una linea di credito infinita da parte delle altre banche europee). A scanso d'equivoci, quando nel primo post dicevo "le banche", intendevo "il sistema bancario".

      Il problema è quando sei in deficit continuo, e inizi a far debiti per ripagare i debiti che avevi contratto. Se i tuoi creditori se ne accorgono, smettono di prestarti soldi perché temono che il debito che vorrai contrarre per estinguere quello con loro, non ti verrà accordato, e loro dovranno subirsi il peso intero della tua bancarotta (e questo vale sia che tu sia una banca, un'azienda, o un semplice impiegato).

      Quindi prima o poi un sistema che funziona solo accumulando debiti, esplode (poi cosa esplode dipende dove si concentrano i debiti, se a livello di una banca, di un Paese, ecc.).

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    8. Questo botta e risposta è interessantissimo e altamente istruttivo e l'ho letto con estremo piacere, ma chiarisce e conferma che non tutti siamo economisti e soprattutto che non bastano due(pur chiarissimi ed esaustivi), libri di divulgazione né un blog di economia per diventare economisti.
      E questo vale per qualunque altro settore; ci vogliono anni di studio, non possiamo essere tuttologi!
      Era esattamente questo che cercavo di spiegare l'altra volta (lo ammetto, con "troppi" punti esclamativi).

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    9. Ma tu, scusa, sbordinese, volevo chiedertelo senza alcuno spirito polemico: tu prendi tutti i farmaci che ti prescrive il medico? Io assolutamente no, benché non sia laureata in medicina.
      Se quello, come sempre fa, mi prescrive un antitosse, un mucolitico, un antisettico per la gola, un decongestionante nasale, un fermento lattico, un integratore di vitamine, un antibiotico "per sicurezza, visto che vuole tornare a lavoro"... mi rifiuto di ingurgitare schifezze utili sostanzialmente a gonfiare i profitti delle case farmaceutiche: in questi casi io ritiro compunta la ricetta, mormoro devotamente "grazie dottore" e poi la butto nel primo contenitore della carta riciclata in cui mi imbatto... ed eccomi qua, a cinquant'anni esplodo di salute. Questo non vuol dire che non prenda di buon grado l'antibiotico quando il medico mi dice che ho una tonsillite con ogni probabilità batterica (e magari il fatto che abbia la febbre alta lo conferma): perché so anche io che rifiutare in blocco gli antibiotici non è sensato.
      Perché, pur non essendo un medico, ho la possibilità di accedere alla letteratura scientifica seria e sapere quanto sono inutili proprio tanti dei farmaci più pubblicizzati e venduti (e del resto per esempio Garattini queste cose le ha ampiamente spiegate a tutti in televisione e poi ci sono giornali - pochissimi - che le scrivono e le documentano): insomma, ho capito che nei tuoi confronti ho avuto torto marcio, e ancora me ne dolgo, però continuo a spezzare una lancia a favore del diritto/dovere di fare scelte informate, anche se non tutti possiamo sapere né capire tutto.

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    10. @Sbordinese
      Sì ok ma non capisco il punto.
      Se noi siamo qua non è perché vogliamo essere degli economisti (magari qualcuno sì, nel mio caso almeno no), ma perché i nostri intellettuali (o chi per loro) hanno smesso di fare il LORO lavoro (ammesso l'abbiano mai fatto), e abbiamo dovuto immergere NOI, in quanto diretti interessati, le mani nel liquame.

      Quando sono approdato qui cercavo di costruirmi un modello che:
      fosse coerente;
      spiegasse i fatti economici passati e presenti;
      includesse tra i casi descrivibili il mondo migliore che potevo immaginarmi, nei limiti delle possibilità umane attuali, e che rispondesse ai miei valori.
      E ho cercato di costruirlo per distinguere il vero dal falso nel dibattito, e selezionare in maniera ragionata un mio rappresentante (un giorno, forse), e sicuramente non per diventare un economista di grido.
      E come me penso tutti gli altri membri di questa massoneria deviata.

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    11. Non ho letto tutti i post del blog - è relativamente da poco tempo che lo frequento - e non so se l'argomento "creazione della moneta" sia stato affrontato completamente nel passato. Ho scoperto, all'inizio dell'anno corrente, l'articolo della BoE del quale ho copiato qui sotto l'idirizzo. Esso aiuta a schematizzare (disegnini per ingegneri) il come la moneta viene creata e il cosa avviene al livello delle banche commerciali e centrali, quanto a cespiti ed obbligazioni. Sicuramente il meccanismo ECB-banche centrali è più complesso di quello della BoE, ma trovo che sia di ausilio per capire quanto i commentatori qui sopra hanno già esposto, o cercato di spiegare. Nello stesso sito si trovano anche altri articoli di interesse, ad es.: quello che spiega i vari tipi di moneta. http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/2014/qb14q101.pdf

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    12. chiedo scusa, il link è questo:
      http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/2014/qb14q102.pdf

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    13. @daniel cottini
      Scusami, ma credo tu non sappia l'antefatto...
      Ovviamente se siamo qui (me compreso!) è perché cerchiamo di costruire un modello coerente, che spiega i fatti economici ecc.
      Se rileggi una mia risposta a un commento di Nat ad un post di qualche tempo fa sicuramente ti si chiarisce il punto. (che non riguarda te peraltro)
      @Nat
      Posto che non era mio interesse "avere ragione" nella nostra precedente "discussione" ma che stavo solo esprimendo una mia opinione (giusta o sbagliata che fosse), e posto che quando parlavo del sacrosanto (secondo me) diritto di tutti di non sapere niente, non stavo parlando di me, io ti consiglio CALDAMENTE di cambiare medico (visto che ti prescrive farmaci solo per farsi pagare la vacanza dall'informatore scientifico....)
      Sempre senza spirito polemico eh..... ;)

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    14. @Sbordinese
      Allora siamo perfettamente d'accordo ;)

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    15. Lorenzo.
      Mettiamo che tu voglia comprare una Golf.
      Costa 20mila euri ma tu ne hai solo 10mila. Che fai?
      Vai in una banca e chiedi i mancanti 10mila euri di finanziamento (cioè debito).
      Ebbene si. Se non trovi una banca che ti finanzia (cioè ti fa indebitare) i 10mila euri, le banche si stanno rifiutando non solo di finanziarti, ma di importare una Golf.
      Ti torna?

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    16. Premesso che il dubbio che mi rode NON vuole assolutamente mettere in discussione il rigore logico e scientifico degli elaborati del Prof., che anzi mi convincono in toto sempre di più, rispondo a
      bargazzino.

      Certo che mi torna ciò che dici. Ma nella realtà le banche finanziano sempre, o quasi, l'acquisto di un'autovettura. Poiché vogliono lucrare sugli interessi del finanziamento.
      E' invece più frequente un rifiuto da parte della banca nel caso di una richiesta di mutuo per l'acquisto della casa, poiché la cifra richiesta è ben superiore a quella che occorre per acquistare un'autovettura. C'è un rischio di insolvenza maggiore.

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    17. Lorenzo, la banca non ti dà una valigetta con i soldi di carta, ma non credo che basti un semplice cilck per creare dal nulla moneta. Penso piuttosto che sia un tramite tra investitore creditore e debitore.
      Penso che una banca centrale potrebbe creare moneta (liquidità), non stampando materialmente banconote ma ad esempio Draghi con i ltro che comunque non risolvono nulla.

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    18. Penso (ma non ne sono sicuro) di avere trovato la soluzione, sul manuale del Gandolfo a pag. 73.
      In cui, riferendosi alla situazione italiana del 2008, dice:
      “Un saldo negativo della bilancia globale determina, sui mercati valutari, un eccesso di offerta di valuta del nostro paese. Come sappiamo dal paragrafo 3.2, in presenza di un eccesso di domanda o di offerta di valuta nazionale, le autorità monetarie possono intervenire agendo sulle riserve ufficiali. Nello specifico, se si verifica un deficit della bilancia globale, le autorità possono assorbire l’eccesso di offerta di valuta nazionale cedendo, in cambio, valuta estera. Ne segue una riduzione delle riserve che va registrata a credito in quanto rappresenta un aumento dell’indebitamento del paese rispetto al resto del mondo”.

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  4. Nel libro che ho comprato mancano le pagine dalla 67 alla 94... è veramente seccante. Leggendo su internet sembra che anche ad altri sia capitato, un numero simile di pagine è assente, ma non le le stesse che mancano alla mia copia. Come è possibile? Chi devo contattare?

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    1. scusa, contatta il Saggiatore che, come regola, dovrebbe spedirti una copia gratis per sostituire la difettata.

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    2. @Ernesto Se hai tenuto lo scontrino o qualsiasi altra prova d'acquisto, è tenuto a cambiartela anche il libraio (il venditore è sempre responsabile per difetti di conformità).

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    3. La mia copia pare a posto, fin dove sono arrivata a leggere ma, nel caso, io la terrei e ne comprerei un'altra. La copia difettosa è una rarità. Il Bagnai rosa. (per filatelici)

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  5. La ringrazio per la sopravvalutaZZZione.

    Per i refusi, non c'è di che.

    Se mi posso permettere, visto che il suo editor è un seguacio e probabilmente legge i commenti: aggiungere un riferimento al numero di pagina in cui è pubblicato un grafico, quando nel testo si cita un grafico riportato molte pagine prima, o addirittura in capitoli precedenti, aiuterebbe il lettore… ovviamente non so se questo creerebbe problemi di impaginazione, ma queste sono rogne dell'editor…

    Un'altra cosa, anche più complicata della precedente, le note spesso sono spassose come e più del testo: non si potrebbe inserirle a piè di pagina, o alla fine di ogni capitolo?

    Venendo invece all'autore: ho finito il Libro.2 alcuni giorni fa e di cose da dirle e complimenti da farle ne avrei un mucchio, ma non voglio farla incazzare quindi evito.

    Solo un appunto: citare San Pio X e San Giacomo minore pur avendo a disposizione cinquant'anni di dottissime sbrodolate postconciliari è l'ennesima prova che lei è un provocatore nato :-))))

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    1. Ecco: il posizionamento delle note in fondo al libro e non a piè di pagina è una di quelle cose che mi fa incazzare come una belva ferita. Dice: ma così il lettore non viene distratto dalle note... ah perché dover andare in fondo al libro a cercare una nota non fa perdere tempo e non distrae il lettore, vero?

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    2. @CorrettoreDiBozzi16 dicembre 2014 14:26
      Tieni anche presente che fino al 16 novembre 2011 in pochi leggevano le note a pie di pagina. Da cui... ;-)

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    3. Anche se non mi inquieto come una belva ferita, ritengo anch'io che le note in fondo al libro siano diversamente facili da consultare.

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    4. Sto leggendo "Controstoria dell'Unità d'Italia" di Di Fiore e le note in fondo al libro mi fanno incazzare.

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    5. Anche a me non piacciono le note in fondo al libro, ma ho attaccato un post it alla pagina delle note ed ho risolto velocemente il problema.
      E' possibile che l'editorE abbia deciso così per velocizzare la pubblicazione ? :-)

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    6. Penso che sia più veloce da impaginare con le note raggruppate in fondo, ma poi devono trovare una palla per far credere che è un surplus per il lettore.

      Se il pennellone è uno di noi potrebbe presentarla al grafico che ha fatto la copertina che non la conosce di certo (o è un seguace di Boldrin o è dell'Illinois o un fognatore e l'ha fatto per dispetto).
      Il layout è molto carino, ma quelle ruote sono un orribile paradosso, un macrorefuso, quasi una presa per il culo.
      Non è che nelle ristampe si possono cambiare ruote? (l'editore sarà contento di come sta andando il libro)

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    7. Silvia 16 dicembre 2014 23:16

      ...quasi una presa per il culo…

      Adesso capisce perché il maestro aveva proposto una copertina alternativa? ;-)

      Presa per il culo per presa per il culo forse era meglio l'altra…








      Evvviaa per evitare le guardie rosa del KPO!!

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    8. Ma l'edizione elettronica non la legge nessuno? Clicchi sull hyperlink e vai alla nota. Riclicchi e torni indietro. Sottolinei con un dito, e puoi copiare il sottolineato in un doc.

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    9. Ma Silvia... "un orribile paradosso, un macrorefuso, quasi una presa per il culo"... Lo vedi che quel grafico è un genio? (Colgo l'occasione per dirti che ti leggo sempre volentieri).

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    10. Gli ebook stanno all'età adulta come i videogame all'infanzia. Non si può STUDIARE un libro che non sia di carta, e che non abbia le note a piè pagina dove? Ma a piè pagina, appunto. Solo che con i tempi che abbiamo avuto a disposizione non credo che questa scelta sarebbe stata praticabile. Io, se devo CITARE un paper, scarico il pdf. Se devo STUDIARLO lo stampo (e me ne fotto degli alberi: si chiama istinto di sopravvivenza). Il mio problema è che sono TROPPO chiaro. Chi mi legge CREDE di aver capito, e si rende conto di DOVER studiare quando il primo fesso piddino lo mette in difficoltà. Ma quella è la prova del 9... Se vi mette in difficoltà il piddino, carta, matita, e blocco di appunti. Buon lavoro! (ovviamente non vale per la nostra Mayala...)

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    11. Comunque: ci sono anche degli standard editoriali. Ad esempio, il Saggiatore segue di solito lo standard op. cit. per la bibliografia (e lì siamo venuti a un compromesso). Circa le note a piè pagina, sicuramente metterle a fine testo le rende più facili da impaginare, ma anche qui la scelta non è ad hominem, è una strategia provata sulla media del lettore piddino. Quindi pazienza, su questo non ho nemmeno provato a negoziare perché mi fido dei professionisti. Sicuramente a molti di voi daranno fastidio, ma non ne farei una malattia. Del resto la stessa prassi è seguita anche da quasi tutti i saggi scientifici e da alcune riviste scientifiche (mi riferisco all'editoria internazionale in ambito economico). L'estetica della pagina è senz'altro migliore.

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    12. Sì, le note in fondo al libro sono un po' fastidiose. Qualche osservazione è ripetuta un po' troppo, per noi che già la conosciamo. Possiamo muovere tutti gli appunti che vogliamo. Resta un fatto: questo libro è un GRAN libro.
      Superiore al primo. Dal quale non poteva prescindere, ma superiore. La sintesi e l'evoluzione del pensiero che vi si raggiunge è notevole. Le parti meno tecniche, sui percorsi storici e economici, sulla lotta capitale-lavoro, sulle disuguaglianze, sulla minaccia alla classe media, sui conflitti innescati ad arte fra lavoratori, sui rischi per la democrazia, sono profonde e semplici nello stesso tempo, un messaggio efficace e diretto. Un saggio che è un capolavoro di didattica, da tenere da conto per gli anni a venire e che comunque vadano le cose ricorderemo di aver letto. Non si può chiedere di più a un libro. Per me, il Bagnai saggista supera alla grande il pur efficace polemista. Se è affidabile e acuto nell'analisi, è affascinante e potente nella sintesi.
      Le note nel posto più fastidioso (il fondo), sono poca cosa rispetto al valore di questo lavoro, le sempre appropriate citazioni letterarie bastano da sole a compensarle.
      Non me ne frega nulla che gradisca o meno i complimenti, quanno ce vo', ce vo'. Bravo Prof.

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    13. Io, a mo' di segnalibro, all'inizio della parte relativa alle "note" ci ho messo il risvolto del terzo di copertina (ammesso si chiami così).
      Poi, per dire, a me fanno incazzare molto di più le note a piè di pagina riportate su più facciate, ché poi quando torni al testo principale è matematico che hai perso il segno.

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    14. se non avessi avuto, 45 anni fa, i commenti di L.Russo di passi della Divina Commedia sotto forma di note a pie' pagina, in un libro che solo io avevo, la prof. mi avrebbe scoperto durante il compito in classe perché avrei dovuto sfogliare troppo, avanti e indietro. E non avrei potuto scrivere quei bellissmi temi che ho scritto al liceo, aggiudicandomi addirittura voti maggiori di 6.
      Se voglio tripricare il tempo di comprensione di un testo scritto un po' articolato, basta che lo legga solo a video. Tuttavia i libri elettronici costano meno.

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    15. Abituato da mia moglie alla durezza del vivere (si incazzava perchè tenevo la luce accesa fino a tardi), mi sono convertito all'elettronica. Per me non fa più differenza, anzi. Poi, io intendo citarlo profusamente: mi son fatto un doc copiando le sottolineature (però, quelli che ho regalato sono cartacei)

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    16. Grazie Nat, sei molto simpatica, ma in che senso sarebbe un genio?
      Che l'euro sia un "refuso" non ci sono dubbi e proprio per questo l'Italia non può farcela finché se lo trova come moneta (o come ruote).
      Secondo me, al povero grafico hanno hanno rifilato un titolo e un genere (economia) e lui ha fatto un bel lavoro, graficamente parlando, ma non aveva idea del contenuto. Comunque queste ruote non le sopporto.

      Però non voglio neanche il sedere della Nappi, sarebbe un problema leggerlo in treno o in metropolitana (comunque io lo leggerò sul divano nelle vacanze di Natale).
      Se l'editore ci legge, non potrebbe commissionare un ritocco?

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    17. Per me "L'Italia può farcela" é il primo libro in formato elettronico. Devo dire che mi trovo bene, inoltre posso fare le ricerche super veloci. Del tipo... dove ha scritto "Keynesiano di merda"? Trovato in 2 secondi. Buona fortuna con la carta. Ecco quella frase mi é rimasta impressa... avrei una domanda: perché la sinistra italiana é passata dal marxismo dell'Illinois al turbo-libbbbberismo senza passare mai da Keynes (un po' come a Monopoli in castigo non si passa dal via), cosa che vedrei naturale ed anche auspicabile per un moderno partito de sinistra (pe' davero però)?

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    18. Purtroppo sono un vecchio feticista. Non posso fare a meno della carta. Ma almeno, nella mia perversione, non sono troppo dannoso per le foreste: tutte le volte che posso, e amando i classici capita spesso, compro vecchie edizioni su e-bay, quelle ben rilegate di una volta che duravano generazioni. E' uno dei piaceri della vita, sedersi a leggere sotto lo sguardo amico di tanti vecchi volumi dagli scaffali. Se avessi un po' più di memoria, sarei un uomo felice. Questo della capacità di ricordare cosa si è letto è uno dei miei più grandi punti d'invidia nei confronti del professore e di tanti di voi che dimostrano capacità irraggiungibili, per me, nell'arte della citazione. Comunque, il mio feticismo si spinge a tal punto che con le edizioni moderne in brossura, e l'Italia può farcela non ha fatto eccezione, prima di iniziare anche solo a sfogliarle le rivesto di carta adesiva trasparente per mantenerle inalterate nel tempo. Visto da fuori, devo ammettere che è un atteggiamento da beato, di chi tenta di padroneggiare la sostanza curando la forma. Ma tant'è.

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    19. @Enrico E l'odore dei libri? Cosa c'è di più buono al mondo? Per me la madeleine più pazzesca è l'odore di un enorme libro rilegato in rosso, che raccoglie una serie di tavole delle miniature di Palekh. Si tratta di un libro molto grande, con tante tavole libere allegate, difficile da maneggiare; io amavo molto quelle strane illustrazioni, ma avevo il permesso di sfogliarlo solo e soltanto insieme a mia madre. Ora ce l'ho io, e quando lo apro e sento il suo profumo, molto caratteristico e intenso, di colpo mi ritrovo nello studio di mio padre, su una poltrona verde, in braccio a mia madre...

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    20. @Silvia Ma Silvia, lo dici anche tu: l'idea è buona proprio per quello che ti ha fatto dire di quelle ruote - che sono euro: "un orribile paradosso, un macrorefuso, quasi una presa per il culo". Ti sembra poco?
      Proprio come dici: quegli euro sono lì, e sembra proprio che la macchinina con quegli euro incongrui al posto delle ruote non possa ripartire... al punto che danno fastidio... ma sto interpretando anche troppo, perché una buona immagine di copertina non deve essere didattica, ma allusiva. Dalla mia esperienza escluderei che un grafico di quel livello faccia una copertina senza capire il contenuto del libro... sai quanto se ne discute, delle copertine, anche per lavori molto meno curati?
      Sulla Nappi - purché ovviamente non su questa copertina ;-)... - non ho nulla da dire, anzi colgo l'occasione per precisare che contrariamente a quanto alcuni maschietti sembrano pensare non ho proprio nulla contro la pornografia, anzi. Mi dà fastidio solo se una donna che ha scelto un altro lavoro è scambiata per una pornostar, ma questo non c'entra (anche una pornostar che si improvvisa filosofa non mi fa impazzire, ma questo più che un problema di lei è di chi la pubblica).
      Ciao Silvia (conosci l'ode A Silvia di Parini? Benché sia oscurata da quella di Leopardi a me è sempre piaciuta molto).

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    21. @Nat
      Verissimo. E della lussuriosa carta india ne vogliamo parlare? Ho una Commedia alta meno di tre centimetri che mi fa lo stesso effetto, vedo mio padre sfogliarla ancora. Per non dire di quelle edizioni che mi capitano di tanto in tanto, con sessanta e più anni alle spalle e le pagine ancora da separare con il tagliacarte, mai lette da altri. Evito indecenti paragoni, pur sapendo che il piacere provato non è cultura ma, se privo di indecenza, comunque vizio. A difesa, lo schiavo del vizio non è mai schiavo tout court.

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    22. Carissima Nat,
      non ho ancora comprato il libro, ma dal titolo io penso al dopo-euro. Mi sembra (realisticamente) ottimistico, positivo, propositivo, che guarda avanti, quindi vedrei meglio qualcosa che faccia pensare alla ripresa piuttosto che qualcosa che la impedisce, che è rivolto indietro e che rigira il coltello nella piaga.
      L'Italia NON può ripartire con l'euro, come la macchinina NON può andare da nessuna parte con quelle euro-ruote. Il che è in antitesi con il titolo. È come scrivere "Come uscire dalla depressione e vivere sereni" e schiaffarci un cappio in copertina.

      Potremo discutere all'infinito se è una provocazione "artistica" voluta o se il grafico non ha capito un cazzo o non ha ricevuto un brief adeguato o non ha avuto tempo per studiarlo, cosa che capita spesso di questi tempi in cui bisogna lavorare in fretta (e spesso male) perché il tempo è diventato troppo costoso.
      E mi dispiace perché la macchinina rossa secondo me era una bella idea, una buona metafora e ha una immagine gradevole.

      Comunque, qualunque sia la risposta, provocazione o errore, per me è riuscita male.
      Molti ora ammettono che l'euro è causa di molti problemi, ma continuano a dire che uscirne sarebbe peggio, anzi è impossibile perché è irreversibile e "Bagnai la fa facile".
      Quello che lo distingue non è solo la qualità della critica, ma un'insieme di proposte costruttive e concrete per venirne fuori. È la volontà di andare oltre. L'euro mi ha rotto i coglioni e non lo voglio più vedere, men che meno sulla copertina del libro di Bagnai.

      Quindi rinnovo la mia domanda all'editore di darci una copertina all'altezza del professore, del titolo e del nostro paese che è una fuoriserie di unica bellezza popolato da tanta gente di buona volontà e di versatile e creativa intelligenza che saprà venirne fuori.
      Questo per me è il messaggio che la copertina non coglie.

      E se proprio provocatoria deve essere, che la provocazione sia sottile e raffinata.

      ps
      Non conoscevo l'ode a Silvia di Parini.
      Mi ha fatto molto piacere, bella, grazie!!!
      Ciao Nat!

      ps2
      Ma la domanda più importante è: professore, lei che ne penZa? A lei piacciono le euro-ruote?

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  6. Salve Professor Bagnai. Ho letto uno degli ultimi articoli di Sapir e ho notato che per la prima volta ha dato dei tempi. Tarda primavera poi, secondo lui, l'Italia sarebbe costretta all'uscita. Io vivo in zona calzaturiera nel sud delle marche e stiamo notando che il portafoglio ordini che si prospetta per il prossimo febbraio, prossima stagione, subirà una drastica riduzione, per non dire un crollo verticale, proveniente dal mercato russo. Ha tutta l'aria di una replica di quanto successo nel 1992 nella stessa zona. All'epoca perdemmo definitivamente il mercato tedesco, mai più ripreso. Peccato. Senza aggiungere poi i segnali locali dei negozianti. Un paesino vicino pare perderà ben otto negozi del centro una volta superato natale. Mi chiedo: ci arriveremo a tarda primavera come dice Sapir?

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    1. Posso confermare le sue osservazioni con quanto mi è stato riportato da una persona degna di fede a proposito del settore del mobile in Brianza: calo pauroso degli ordini dalla Russia per i primi mesi del 2015.

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    2. Mi pare poco credibile. Pur dovendo ammettere un mio precedente errore di valutazione, credo comunque che la strada sia piuttosto lunga. Non lustri. Ma decenni. E poi semplicemente l'Italia NON VUOLE uscire.

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  7. comprate due copie una per me e l'altra la regalerò a mio fratello!!

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  8. Bravo, prof. E bravo anche l'editor carino, anche se con l'aria vegana (è vegano? Non mi stupirebbe).
    Sono arrivata finalmente al ferramenta, nonostante alla fine abbia dato la precedenza a Lockhart (lei lo sapeva, che mi sarebbe piaciuta tantissimo anche la prima parte, eh prof? Letta la prima pagina è risultato impossibile staccarmene).
    Sa che cosa mi è piaciuto più di tutto, del libro di Lockhart? Non quella cosa dei numeri dispari la cui somma dà un quadrato... no, quella per me è probabilmente troppo per coglierne appieno la raffinatezza (però ha scatenato l'entusiasmo di Mein Ingenieur, dal che ho capito che la matematica è proprio un linguaggio, con una sua poesia)...
    Invece quello che a me, sempliciotta e matematicamente quasi analfabeta, è piaciuto di più è nella prima parte, sul triangolo inscritto nel rettangolo, quando L. mostra qualcosa di "semplice e bello", cioè come tracciando dal vertice una retta ortogonale alla base si vede di colpo che l'area del triangolo è la metà di quella del rettangolo (che poi io lo sapevo, perché qualche decina di anni fa l'ho studiato, che l'area del triangolo è base per altezza diviso due: però un conto è studiarlo, un conto è vederlo. Mi è sembrato di percepire i neuroni che allacciavano nuove sinapsi).
    Ad altiora, prof, per concludere: che altro potrei augurarle? Grazie a lei (e a Lockhart), comunque, non dirò mai più una cosa stupida come "odio la matematica" (quella che odiavo non era la matematica).

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  9. Ma come!
    Questa volta nessun concorso Re Fuso?

    (In effetti sto ancora aspettando il buono per il soggiorno nella spa con Meri...)

    Segnalo, se non è già stato fatto, che alla pagina 65 c'è da correggere il fatto che Perotti, il bravissimo economista, ci ha messo non già tre anni ma bensì TREDICI anni per giungere a definire l'"austerità espansiva" un mito!

    :-)

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  10. Segnalo che sono andato in libreria a farmelo cambiare perché mancavano una trentina di pagine e un'altra trentina erano stampate due volte. In libreria tutte le otto copie disponibili avevano lo stesso problema. Uff... sono fermo a pag. 320 e mi mordo le mani...

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  11. Oilalà, io sono solo a pag. 130 e ho trovato questo, probabilmente già segnalato da Marco S., ma non ho voglia di controllare.
    Pag. 106 : (lavoratori con meno soldi e meno certezze in tasca restringono sensibilmente ristretto le proprie spese).
    Il ristretto è da togliere.

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  12. OT :"Napolitano si schiera con Renzi: nessuno osi bloccare il lavoro del governo "
    «Le prove che il sistema Italia e la democrazia italiana devono sostenere sono ancora pesanti sul fronte dell’andamento dell’economia, del Pil e delle oscillazioni della disoccupazione, segni di inversione della tendenza nel 2015-2016 ci potranno essere se non si affievolisce la linea concordata da governo e Parlamento»

    caro presidente un cordiale arrivederci ..........

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    1. Oscillazioni della disoccupazione? Io vedo una curva monotona crescente, semmai oscilla il governo.

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    2. "Nessuno OSI bloccare"

      Toni decisamente dittatoriali.

      Parla come se fosse un Rè, sembra veramente che la democrazia in italia stia andando a rottoli.

      Allora secondo Napoletano l'italia è sulla strada giusta, applicare il modello tedesco è contemporaneamente abbassare la spesa pubblica è come se questo non bastasse abbassare anche il debito pubblico.
      In 3 parole: suicidi, miseria, povertà è che nessuno osi minimamente ad intromettersi.

      Ma questi lo fanno a posta o cosa ?
      Ma è possibile che dopo 3 anni di ricette sbagliate, si continui su questa strada come se niente fosse ?

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    3. Io non capisco cosa ci sia da stupirsi circa un politico che all'apice della sua maturità politica ( 50 anni ) intratteneva rapporti cordiali con il compagno Nicolae… attenzione, il presidente non viene dalla Resistenza, allora era giovin attore GUP, ma ha iniziato il suo cursus onorum e carriera nei giorni belli di Radio Praga… Poi si è avviluppato del miglior trasformismo migliorista ma il DNA quello è e rimane.

      PS questo fine settimana prenderò finalmente libro, in edizione digitale e cartacea.

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    4. *GUF, ovviamente, maledetto correttore automatico! :-D

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  13. Dilettissimo guru,

    umile servo nella vigna della rete

    pescatore di balenghi, mitomani e rompipalle

    raddrizzatore di canne fesse

    buon pastore di capre macroeconomiche

    guaritore di lebbrosi autorazzisti

    resuscitatore di MMorTi

    perculatore maximo di troll piddini

    vengo a lei portandole in dono non oro (ché non è orafo), non incenso (ché i complimenti la fanno incazzzare), non mirra (ché è ancora giovine, sibbene abusi di superalcoolici…) ma un picciolo scambio di SMS or ora avvenuto fra la mia miserabbile persona e una mia cliente (un pochinoinoino piddina, ma tanto brava e perbene):

    LEI

    Benigni su Rai1 alle 21 I DIECI COMANDAMENTI, buona serata

    IO

    4 milioni di cachet… i NOVE comandamenti, il SETTIMO lo salta! Buon Natale signora [+ faccine e icone varie]

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  14. Sono molto addolorato stasera, sulle TV pubbliche è andato in onda l' autorazzismo liberticida alimentato da:
    - Giorgio Napolitano;
    - Il rublo che si svaluta;
    - Napoletano dalla Gruber

    Una vomitevole valanga di idiozie sull' euro ed i suoi vantaggi; sono disgustato; ma la lettura del 3° capitolo del capolavoro di Bagnai mi ha tenuto compagnia e mi ha dato la forza per non cedere allo sconforto depressivo.

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    1. Dicevo il compagno Giorgio Napolitano come il compagno Gerhard Schröder; l' hanno capita a destra, quella vera, quella che c' è rimasta e anche nella Chiesa da San Pio X, l' ha capita persino Soros cioè la speculazione (diciamo che lui l' ha sempre capita e forse è stanco di giocare così facile sulla pelle dei lavoratori e del ceto medio, forse perchè si avvicina il gorno del Giudizio) ma loro, i compagni, i cosidetti amici dei lavoratori

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  15. In verità, in verità vi dico: beati voi, o seguaci, che avete trovato la fede con la lettura delle parole dei due libri. Qualcun'altro l'ha trovata rimanendo per 4 ore in una cella nel lontano est, dove finestre e lenzuola non sono concesse, poiché duro era il suo cuore e chiuse le sue orecchie. Pentitevi che l'ora è vicina.

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  16. "Nessuno ha fatto in quaranta anni per la coscienza di classe di questo paese quello che io ho fatto in due anni."

    Domenica a un pranzo ho puntato deciso sul sindaco di un comune di 40000 abitanti con cui ho una certa confidenza. Piddino ma di provenienza PCI. Dopo dieci minuti non reagiva più.
    Devo dire che mi ha fatto pena: non capisce come hanno fatto a ridursi così, non capisce cosa succede, non capisce come uscirne, è arrivato a dire che renzi forse sa cosa fare (e non è renziano). Sembra imbambolato e sembra avere paura.

    Forse sono stato cattivo, ma la mia nuova coscienza di classe vuole essere tenuta in allenamento ;-)

    (lorluc)

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    1. Renzi effettivamente sa cosa fare: le "riforme", che sappiamo bene cosa significhino.... E' stato messo lì per quello da Napolitano. Adesso che Fassina ha alzato i toni è infatti intervenuto subito nel dibattito andando di nuovo ben al di là delle sue prerogative costituzionali.

      Ma queste cose il sindaco le capisce? Capisce che i lavoratori andranno un giorno non lontano anche da lui a chiedere conto di quanto è stato fatto?

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    2. Si, ma "hic" rebus stantibus (nell'euro), "le riforme" sono effettivamente l'unica mossa che può fare. Altro non c'è, soldi per gli investimenti non ce ne sono, e comunque mai gli permetterebbero di fare investimenti pubblici, i simpatici omini di Strasborough, quindi non è che la sua ricetta sia sbagliata, è sbagliata la gabbia che si impone.

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    3. Teme un nuovo 1921. Con la Lega che schiaccia i buoni compagni ... No, non capisce che saranno i compagni a cercarlo. Dall'altro lato sa che non può andare avanti, perchè non ha più un soldo.

      Eppure un paio di mesi fa gli ho detto che - in quanto amico - sarei andato io ad appenderlo (cortesemente) per le palle; detto con ironia e in tono conviviale, ovviamente, ma il messaggio mi pareva assai chiaro ;-)

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  17. Ieri sono andato da Feltrinelli nel più grande centro commerciale di Torino ed il libro non c'era (o se c'era chissà dove lo hanno infilato perché non stava tra le novità e nemmeno nella letteratura economica), un vero scandalo. Per fortuna era solo un regalo perché la mia copia ce l'ho già a casa e mi mancano una cinquantina di pagine per finire.

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    1. Scusa, re delle lucertole (che nick carino), se mi permetto e forse lo hai fatto, ma in questi casi (non solo per i preziosi libri del prof, ma per qualsiasi libro io cerchi e non trovi, specie se scritto da un amico) io vado dal commesso, lo chiedo, se non ce l'ha faccio una faccia che esprime "e avete anche il coraggio di definirvi una libreria?", ne ordino una copia e chiedo quando arriva (poi magari non vado a prenderla, se non mi hanno estorto un anticipo, ma almeno li punisco e contribuisco a fargli riordinare il libro). Un'altra cosa che faccio è tirare fuori dagli scaffali i libri e metterli con la copertina in evidenza, così, con aria indifferente...
      Nella Versione di Barney c'è il padre di un giovane scrittore che va in libreria e compra due o tre libri da trecento dollari l'uno (sai, quei libroni artistici), poi va alla cassa e chiede il libro di suo figlio: se non c'è dice "Ah, vabbè, allora non prendo neanche questi..."

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    2. :-DDDDD (La versione di Barney una vera sorpresa per me!)
      La prima volta che ho comprato il libro in effetti ho chiesto alle informazioni e me lo hanno trovato (in un angolino tra le novità) la seconda avevo fretta e dovevo fare un regalo al banco delle info c'era una coda natalizia, sarà per la prossima volta. ;-)
      Per il nick ho solo scopiazzato un guru di qualche anno fa l'unico vero Re Lucertola :-)

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  18. Scusate se non è pertinente, ma è rilevante. Feltrinelli Roma piazza Repubblica libro in vetrina!!!!

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  19. ..... QED -n
    Spagna: deficit commerciale +65% a ottobre malgrado record export
    (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 17 dic - La Spagna ha
    registrato un deficit commerciale in aumento del 64,85% a
    ottobre a 2,24 miliardi, a dispetto del nuovo record segnato
    dall' export. Lo ha comunicato il ministero dello ' Economia.
    Le esportazioni si sono attestate a 22,347 miliardi in
    aumento del 4,1% su anno, il massimo dall' inizio delle serie
    storiche nel 1971; l' import ha segnato 24,587 miliardi in
    rialzo del 7,7% tendenziale.
    bab 17-12-14 10: 28: 09

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  20. Segnalazione di una grande peeeerla:

    "Data la costante svalutazione del rublo , usando la logica di Bagnai , la Russia si appresta a moltiplicare in maniera tendente all'infinito le proprie esportazioni.."

    fonte.

    #DAR!

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    1. Cosa gli rispondiamo?
      Che dopo la cura dell' euro, che come dice bagnai somiglia moltissimo al vecchio sistema sovietico (leggere per credere con tanto di esempi) ma senza carri armati, dico io, l' arma è proprio l' emblema sistemico, se arrivassimo in tempi lunghi alla rottura caotica dell' eurozona, allora passeremmo prima attraverso qualcosa di simile a quanto avvenuto in molti paesi del patto di Varsavia, con nessuna garanzia di mantenere gli attuali assetti nazionali e gli attuali confini e poi a turbolenze monetarie notevoli anche e soprattutto nella Capogruppo.
      Ergo ne prendano atto e ne traggano lezioni in Europa prima che le dighe cedano.

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  21. Rejoice greatly, O daughter of Zion, shout, O daughter of Jerusalem, behold, thy King cometh unto thee...dopo un mese dall'ordinazione, ho un Bagnai per Natale!

    (Alessandra da Firenze...ora posso dedicarmi, con letizia e ritrovato ardore, a fare il panettone)

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  22. La mossa della minoranza Pd, perlomeno quella che con Civati alle prossime elezioni in primavera provocherà la scissione, è risultata vincente nel decretare di fatto la fine politica di Renzi e quindi del Montismo, che l'elettorato aveva bocciato sonoramente prima di essere teleimbonito dal venditore di mountain bike con cambio shimano di Firenze.

    Per prima cosa, un eventuale partito di sinistra alternativo al pd eroderebbe parecchio consenso a quest'ultimo il quale è già in costante calo, avendo la facile arma programmatica degli investimenti e dell'allargamento della spesa pubblica attraverso la disapplicazione dei parametri ragionieristici europei, cosa che Renzi oggi dopo aver governato in continuità con i tagli al bilancio e l'aumento di tasse non può più credibilmente dichiarare di voler fare.

    Secondo, questo vuol dire che il Pd "Scelta Civica" di Renzi non può avere nessuna maggioranza di governo in quanto la stampella Alfano si è squagliata come neve al sole, di qui il blocco da parte di Forza Italia nell'approvazione della legge elettorale che avrebbe consentito anche ad un partito con consenso limitato di avere la maggioranza assoluta in parlamento, in quanto questo partito non sarebbe mai potuto essere il suo a causa del travaso continuo di elettori verso la Lega Nord.

    Terzo, tutte le false opposizioni vengono al pettine, poichè a parte il Pd "Scelta Civica" di Renzi tutte le altre forze, compreso il nuovo partito di sinistra Civatiano, sono alternative alla politica di svalutazione competitiva dei salari e dei servizi pubblici per garantire i crediti bancari privati del nord europa, quindi qualsiasi stampella ad un futuro governo eurostraniero porterebbe alla scomparsa politica dell'ausilio ortopedico, come accaduto appunto al Nuovo Centrodestra.
    Basta immaginare una maggioranza Pd "Scelta Civica" con Forza Italia per rendersene conto.

    Insomma, adesso la strada è politicamente in discesa anche in Italia.

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  23. Ma esiste nei lettori qualcuno che non sa cosa accadrà domani?
    Bagnai è un ottimo insegnante -educatore-divulgatoreLo ammiro per la sua moralità inattaccabile e anche per tutto il resto.
    Ma a voi vi chiedo:domani che cosa mangio,che cosa dò da mangiare ai miei figli e a mia moglie?
    Vi è mai passato per la mente che quì.sul blog,qualcuno sta pensando di farla finita?
    O usciamo dal fascismo (eurismo) oppure possiamo considerarci sconfitti.L'Italia può farcela nonostante NOI.
    E quì non posso che ringraziare Alberto che ritengo un amico.
    Mi scusi prof. ma non sopporto nesssun tipo di intellettualismo,nemmeno quì,nel suo blog,quando la realtà si avvicina ai vari campi come Treblinca.
    Sono incazzato,lo so,ma dopo due bellissime giornate,torno a far presente che in gioco c'è la vita di milioni di ragazzi.
    Vorrà dire che arrotolerò il mio PC senz'anima.(ma io piango davvero e senza vergogna).

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  24. N.B. quella in copertina NON è la Reichswagen

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  25. Scusate l'O.T. ma devo farlo veicolare...
    Nel silenzio dei media nostrani (FQ a parte), due giorni fa la Camera spagnola ha licenziato la Ley de Seguridad Ciudadana, una vera legge porcata che tende a limitare con elevatissime sanzioni (fino a 600.000 euorribili) una serie di manifestazioni di protesta contro le forze armate e le istituzioni, comprese le irrisioni.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/15/spagna-si-ley-mordaza-30mila-euro-multa-gira-documenti/1275502/
    Sembra un vero e proprio ritorno ad uno Stato di polizia come nel Cile di Pinochet

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    1. Non c'è bisogno di andare fino in Cile: gli spagnoli hanno già fatto l'esperienza della dittatura (come del resto i greci), dal 1939 al 1975, con Francisco Franco.

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    2. Ci arriveremo anche qui. Le parole di Giorgio Napolitano non annunciano qualcosa di simile?
      "l'opera portata avanti dal presidente Renzi e dal governo, un coraggioso sforzo per eliminare alcuni nodi e correggere mali antichi che hanno frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura della società italiana e del suo sistema politico". "Un'opera - ha sottolineato il presidente - difficile e non priva di incognite", ma senza "alternative per chi, come noi, crede nelle potenzialità di questo Paese, nel ruolo che deve rivestire in Europa, negli ideali che vuole portare e nella missione di pace nel mondo".
      E ancora:
      "La stessa Commissione guidata dal presidente Juncker, "è innegabile che abbia un profilo più nettamente sovranazionale e si ponga obiettivi ambiziosi per rispondere alle sfide comuni in una chiave certamente più 'politica' di quelle che l'hanno preceduta".
      Ed infine:
      "La nostra comune battaglia - ha esortato Napolitano - sarà far riscoprire ai nostri giovani le ragioni più che mai attuali dello stare insieme e di far apprezzare ai cittadini gli enormi benefici che l'integrazione europea ci ha portato".
      Cosa c' è di tanto pericoloso nel nostro futuro da indurre quest' uomo a parlare di cose tanto evidentemente contrarie alla realtà che è sotto i nostri sensi, alle evidenze esposte tanto lucidamente da Bagnai e dare ammonimenti tanto evidentemente contrari al libero gioco democratico, anche tenedo conto che siamo davanti ad un primo ministro senza giustificazione politica di tipo elettivo?

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  26. Parzialmente OT (ma neanche tanto visto che è un argomento del libro).
    Il Centro Studi Confindustria ha stimato l'effetto della corrrrrrrrruzione (giuro l'ha letto così, probabilmente è la pronuncia milanese) sulla mancata crescita del PIL: 300 miliardi di euro in 20 anni. Sarei curioso di vedere lo studio.

    PS: esiste un posto dove segnalare refusi del libro?

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  27. Caro professore, oggi all'ultima lezione di macroeconomia, la mia professoressa ha iniziato a farneticare, ha iniziato a dire che sono pazzi coloro che propongono l'uscita dell'italia dall'euro, che i tassi di interesse schizzerebbero alle stelle, che il debito pubblico è esploso a causa della spesa pubblica, insomma una serie di cose da far venire l'orticaria. Quando sento queste cose, specie in una università, mi viene da dire : Grazie Bagnai, grazie per il suo lavoro prezioso di divulgazione, ma le bugie che raccontano, prima o poi dovranno finire no ?

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    1. Finirà solamente quando l'euro sarà morto. Dice il loro motto: "boia chi molla".

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  28. Segnalazione: su Micromega, articolo di Cesaratto sulla fine dell'euro.

    http://www.ilnord.it/c-3891_IL_TEMPIO_INTELLETTUALE_DELLA_SINISTRA_ITALIANA__MICROMEGA__DECRETA_LA_FINE_DELLEURO_E_INDICA_COME_SALVARE_LITALIA

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    1. Simpatico Cesaratto che sembra aver appena letto una piccola parte de "L' Italia può farcela" ma deve ancora studiarlo bene, e si vede da come parla della genesi del problema:
      La strategia neo-mercantilista prevede di realizzare questi profitti attraverso adeguate esportazioni nette. Esportazioni nette?
      Altra simpatica notazione quella su Fassina:
      "Le posizioni che Stefano Fassina ha espresso nelle passate settimane su (a) l’insostenibilità dell’euro a fronte del venir meno delle speranze di un cambiamento delle politiche europee, e (b) il fallimento di una dimensione democratica europea sovranazionale e la necessità di ripristinare una sovranità democratica nazionale, segnano una novità assoluta nel panorama della sinistra italiana. Sinora per ritrovare posizioni simili, la cui elaborazione in questi anni è ascrivibile a una manciata di economisti di sinistra, si doveva andare a cercare nei meandri delle sinistre più estreme, oppure a destra."
      Ma Bagnai, ma anche Borghi e Rinaldi sono di destra o di estrema sinistra? Boh!

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    2. Il mio libro è quello che ha fatto capire il problema, e questo purtroppo non va giù nemmeno al solitamente corretto Sergio. Pace.

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    3. I ciechi vedranno, i muti parleranno, i sordi udranno; ma prima cosa facevano?

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    4. Cesaratto riconosce che l'elaborazione di posizioni simili a quelle di Fassina è "riconducibile a una manciata di economisti di sinistra". Non ho dubbi sul fatto che ha in mente soprattutto Bagnai. Quando parla di meandri si riferisce verosimilmente al milieu politico. Che cosa pensi in cuor suo del ruolo di Bagnai nel denunciare il problema non sono in grado di giudicare, quello che posso attestare è che l'ho sentito con le mie orecchie prendere apertamente le difese di Bagnai davanti ad interlocutori (piddini) di sicura fede eurista.

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    5. Io non avrei usato il termine "una manciata" ma ad esempio "un piccolo gruppo" di economisti keynesiani, mi sarebbe sembrato più corretto e centrato. La posizione di Cesaratto era, a novembre 2013, per un doppio euro e questo secondo me non è né praticabile né auspicabile, perchè significherebbe creare una nuova categoria di problemi. Dice ad es:
      "Lo scioglimento potrebbe avvenire con l’uscita della Germania, o con la creazione di un euro-sud (con la Francia) e di un euro-nord, o col ritorno a valute nazionali. Un processo consensuale tranquillizzerebbe anche i mercati dopo una loro temporanea chiusura. Ad una rivalutazione del nuovo marco tedesco o dell’ euro-nord dovrebbe seguire un nuovo accordo di cambio che assicuri stabilità, ma senza ripetere gli errori del vecchio sistema monetaria europeo in cui l’egemonia tedesca creò solo problemi (de te fabula narratur). Ragionevole, no?"
      Ma nell' articolo su micromega, noto diverse posizioni più legate a visioni politiche che a scenari rigorosamente tecnici e diverse imprecisioni, che anche tenendo conto che trattasi di un breve focus su Fassina, non sono completamente giustificate. Noto anche che le cause indicate come responsabili del fallimento, sono sostanzialmente a valle delle cause basilari, ad es. quando parla appunto di esportazioni nette o di austerty. Io ritengo che queste siano conseguenze, e se non si focalizzano bene le responsabilità iniziali che hanno portato a ciò, non si fa un buon lavoro.
      Poi, indubbiamente Cesaratto è chiaramente, oggi (non so ieri), per la fine dell' euro e non discuto che abbia difeso Bagnai, cosa che facciamo in tanti e questi sono indubbiamente fatti positivi, ma cosa ci voleva per citare anche le intuizioni di Bagnai anche se succintamente? Mica scopriamo l' acqua calda dicendo che solo qui si leggono e si ammirano certe cose che ti aprono la mente!

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    6. Qui il contenuto dell'articolo conta 0,2%, il luogo di pubblicazione 99,8%.
      Certo che uno 0,05 di cortesia e di correttezza (citazione della principale fonte, cioè Alberto Bagnai) ci stava: ma anche quelle, come il coraggio, uno se non le ha non se le può dare.

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  29. "Non rubare è un comandamento per noi italiani ...”.
    Addirittura dal pulpito della TV di Stato, un intero popolo viene marchiato come ladro dall’ennesimo comico dal cachet miliardario, senza suscitare alcuna legittima reazione.
    Il messaggio è chiaro: siete tutti ladri, anche le vittime sono colpevoli, quindi state bbboni, non reagite perché i prossimi “pizzicati” potreste essere voi e soprattutto non disturbate il manovratore (con parole più alte, più auliche: “non si attenti in qualsiasi modo alla continuità di questo nuovo corso”) che è tanto impegnato nelle “rifome” (*).
    Allora ce lo meritiamo, l’euro …

    (*) parola magica priva di senso (Bagnai, IPF pag. 61).

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    1. E' una vera banalizzazione, in chiave civica e perfetto stile populista, dei comandamenti, i quali rimangono precetti non ascrivibili alla semplice sfera morale (e nemmeno limitabili al cristianesimo), pena il serio rischio di diventare oggetto di speculazione moralistica - come spesso accade e come Benigni ha confermato: nulla da spartire con la mistica cristallina di Giovanni della Croce, Ruysbroeck, Silesio, o Eckhart - giusto per addurre pochi luminosi esempi - e per la quale sono propedeutici. Tra poco scomoderanno pure la Croce, la Corona di Spine ed il Calvario...

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    2. Probabilmente un buon indicatore della gravita' della crisi e' quando i comici che passa la tv non fanno ridere...

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  30. Come il cane torna al suo vomito,
    così lo stolto ripete le sue stoltezze.

    Prov. 26.11

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  31. caro Prof.
    Sto leggendo il libro, che trovo straordinario e che ho già acquistato in più copie per farne dono natalizio utile ad aprire gli occhi ad amici e parenti cui voglio bene e che stimo. Le segnalo quella che credo sia una piccola imprecisione. Fra la aziende passate in mani straniere Lei cita Artsana che a me tuttavia risulta ancora nelle mani della famiglia del fondatore. Posso non essere aggiornatissimo (il gruppo italiano per cui lavoro è fornitore di Artsana) e mi prometto di aggiornarmi al più presto ma Le farò sapere.

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