martedì 9 dicembre 2014

Grecia: un esempio vale più di mille parole.

Il 08/12/2014 21:32, Federico ha scritto:
Ciao Alberto,

permettimi di darti del tu. Sto leggendo la versione completa del paper, l'ho scaricata dal sito di asimmetrie. Sono arrivato a pagina 8 del paper. Mi sto segnando i miei commenti e le miei opinioni.
Pero volevo sapere fino a quando hai intenzione di aspettare prima di ritocarre il paper alla luce dei commenti dei lettori?
Se mi dai tutta la settimana credo che potro' mandarti un pdf con le annotazioni.

Gia' che ci sono ti scrivo altre due righe per raccontarti qualcosa. Ti ricordi l'intervista che facesti circa 2 o 3 anni fa ad una televisione regionale greca? L'avevi fatta per skype con una giornalista Greca  chiamata Kally".
Era ('e ancora) una mia conoscenza,  mi aveva chiesto il nome di qualche professore italiano da intervistare, e io le avevo mandato la tua email. Se hai visto l'intervista quando tu raccontavi la drammatica situazione greca le facce degli ospiti in studio erano di complete stupor,  perche' degli economisti intervistati eri l'unico a dirgli come di li a poco la loro situazione sarebbe peggiorata. Nessuno ti credeva. Ma anche la mia amica giornalista con cui avevo parlato un ora o due in skype credeva io fossi mezzo pazzo. Io in fondo le raccontavo quello che leggevo sul tuo blog, niente farina del mio sacco. Un poco lei ridacchiava, perche gli sembravo troppo apocalittico. Tempo fa l'ho risentita, disoccupata e adesso con una figlia. La cosa mi e' molto dispiaciuta ovviamente. Pero quello che piu' mi ha stupito 'e che per tutto quello che e' successo in Grecia lei non aveva ancora una spiegazione. Ovvero non capiva che diavolo stesse succedendo al suo paese perche' la situazione andasse di male in peggio. In nessun momento ho ricordato la chiaccherata che ci facemmo perche' sarebbe stato come infierire.
Pero dal suo discorso in nessun momento vedevo la cognizione delle ragioni della crisi in grecia, ovvero l'euro. Mi ha stupito perche' sto parlando di una persona che reputo abbastanza intelligente, colta e preparata. L' altra cosa che mi ha colpito 'e il fatto che dicesse che ormai iniziasse ad avere paura del futuro,  diceva di essere spaventata per quello che ancora poteva succedere. Ecco, in Grecia sono in schock Economy completa, la gente sembra cosi spaventata che manco ha la forza di pensare.
Solo te lo volevo raccontare e fartelo sapere.

Un saluto

Federico

Certo che me la ricordo l'intervista. Era nel 2012, prima della mia prima apparizione televisiva in Italia. E già che ci siamo, vi passo anche la mia risposta:

From: Alberto Bagnai [alberto.bagnai@fastwebnet.it]
Sent: Monday, December 08, 2014 9:02 PM
To: Federico 
Subject: Re: Il modello di a/simmetrie è online

Hai fatto male, avresti dovuto ricordarglielo, non per lei, ma per sua
figlia. Le persone colte sono le nostre nemiche. 

La tua lettera è molto interessante. Posso pubblicarla (anonima)?

A.

Questo scambio si lega a due threads nei commenti ai post precedenti: la simpatica baruffa fra Nat (va scusata, è tanto una brava seguacia) e sbordinese, e il commento di Luca Cellai sul fatto che "non ci sarebbe la rivoluzione".

Certo che no!

Le rivoluzioni non ci sono se qualcuno capisce, ma se qualcuno paga.

(cosa che in Illinois non capirebbero mai, nemmeno se venissero pagati per capire, anziché per non far capire...)

D'altra parte, come la lettera di Federico chiarisce, capire è difficile, difficilissimo, soprattutto per i piddini, i quali, lo ricordo per chi si fosse connesso adesso al blog, non sono gli iscritti al PD (vi prego di consultare i glossario). Per essere "piddino" è indispensabile essere "colto", in quel senso esornativo e fattizio che si usa dare oggi al termine. "Colto" in quanto consumatore di cultura, non in quanto produttore o utilizzatore di cultura. La  "cultura" del piddino come repertorio di nozioni odiate e appiccicate lì per dovere (Prost, pardon, Proust è proprio necessario? Be', vabbè, se devo esse còrto me tocca de leggelo, famo sta fatica...). Questo tipo di cultura non serve a capire. Serve a riconoscersi, a darsi un'appartenenza. Serve a illudersi di essere dalla parte della ragione.

Quello che vi ha tenuto qui non è il fatto che io avessi letto Proust (o suonato Bach) ma il fatto che li avessi vissuti, che li avessi utilizzati per leggere il mondo in ogni singolo istante della mia vita (perché a questo servono, non ad altro), e che me ne servissi per spiegarvi qualcosa che in fondo non interessa né a me né a voi, ma la cui comprensione ci è stata resa necessaria dalla violenza dei fatti.

E qui, mi dispiace, sono d'accordo con sbordinese e depreco il raro, ma purtroppo decisivo, accesso di beatitudine di Nat. Me ne dolgo, ma in questo caso ha ragione il maschietto. Noi avremmo il diritto di sbattercene dell'economia, come della medicina, o della botanica. In una democrazia normalmente costituita dovrebbero essere i politici a doverla capire, l'economia, per indirizzare il paese secondo il mandato politico ricevuto dagli elettori. Non starebbe agli elettori farsi carico di conoscere tutto lo scibile, la Repubblica dei filosofi non esiste perché non può esistere, la funzione alta della politica dovrebbe proprio essere questa, questo tipo di mediazione culturale. Notate che vi sto facendo un discorso esattamente opposto a quelli che dicono "sentiamotutteleopinionipoidecidiamoconlanostratestadacasaconunabellavotazioneonline". Ve ne eravate accorti?

Sì, naturalmente, si può ragionare su quanto possa o debba essere ampio il concetto di cultura "generale". Ma quanto di noi sanno veramente perché i loro piedi aderiscono al suolo? Io no. Poi c'è una vasta fascia di piddini che crede di saperlo. Poi si arriva agli alti livelli, e lì si confessa di non saperlo. Però camminiamo e chi vuole vivere non si butta dalla finestra, perché anche se la gravità rimane oscura a chi non sa e a chi sa sul serio (e chiarissima a chi sa di sapere), rimane il fatto che la decisione di uscire da una finestra è una decisione politica che possiamo prendere senza particolari mediazioni culturali, perché il quadro di riferimento è abbastanza chiaro. Nessun piddino infatti lo farebbe mai, salvo che Berlusconi prima, o Alemanno oggi, dicessero che la forza di gravità esiste. In quel caso, per il piddino non esiterebbe, e spiccherebbe garrulo il volo verso il selciato. C'è qualcuno che pensa che ognuno dovrebbe avere una laurea in medicina? O che si dovrebbe decidere con la propria testa come curarsi?

Ma queste sono patologie.

Patologie diffuse, però.

Quindi stupirsi che le persone "colte" non capiscono è veramente da beata, direi quasi da santa! Nat santa subito!

Ma come? Razzoli per la borghesia cattocomunistabuonistalternativameneghina e non mi hai ancora capito a cosa serve la cultura? Ai piddini serve esattamente allo stesso scopo al quale ai cani serve annusarsi i genitali. Non te n'eri mai accorta? Eh, allora Proust lo devi rileggere, perché la prima cosa che spiega è proprio questa (be', onestamente non è nelle prime 400 pagine, però c'è!).

E allora, cara Nat, non te la prendere con le persone "colte" se non capiscono. Per me è "colto" chi sa quando si pota la vite, ed è colto chi sa come si accorda un clavicembalo, ed è colto chi sa scrivere una pagine che attragga il lettore. Non è colto chi sa quale annata di un vino è buona perché l'ha letto su Repubblica, chi sa quale CD comprare perché l'ha letto su Repubblica, chi sa quale libro comprare perché l'ha letto su Repubblica, anche se a monte c'è una qualche laurea, e magari a latere una qualche competenza vagamente "culturale".

Se deflazioni per Repubblica i colti che conosci tu (come quelli che conosco io) ti resterà un mucchietto di escrementi. E gli escrementi, utilissimi come fonti di azoto, non lo sono però come strumento di comprensione della realtà (fatto salvo il caso del sangue occulto, ma nnon divaghiamo).

E la sintesi qual è?

Che in fondo a me la povera Kally stava anche simpatica, ma non riesco, perché non ci riesco, ed è un mio limite che vorrei superare, ad avere pietà di chi così profondamente non ha capito un cazzo. Sotto sotto, l'idea un po' "diveramente snella" che se capisci così poco quello che succede te lo meriti spunta. Ma se lo pensassi sarei in contraddizione con la mia difesa del diritto di non capire, del diritto di non essere per forza uno scienziato. La contraddizione però si risolve quando vedi che gli umili hanno capito, e i "colti" secondo la definizione di Nat, cioè le simpatiche cornacchie che si rivestono di letture maldigerite, non capiranno mai.

Sono questi colti i nostri veri nemici. Questa è la prima cosa che mi disse Brigitte Granville quando la incontrai a Parigi, dopo nemmeno due minuti che parlavamo, e mi colpì molto che una persona che avevo incontrato per caso e da poco arrivasse così dritta al punto al quale anche noi eravamo arrivati costruendo in questo blog la fenomenologia del piddino quotidiano, della persona "colta" europeista.

Ho rinunciato a rivolgermi a loro. Saranno i loro capi a dirgli che noi abbiamo ragione. Per adesso, godiamoci lo spettacolo delle loro facce sbigottite quando dopo decenni di reductio ad Berlusconem Renzi ha fatto per prima cosa il patto del Nazareno. Loro vogliono la Grecia per noi. Noi sappiamo cosa volere per loro. Tanto basta. L'editor del libro, porello, mi continuava a dire "Ma così il lettore non lo convinci". E alla fine gliel'ho dovuto dire: "Posto che di questo libro se ne venderanno sufficienti copie comunque, sappi che a me di convincere il lettore non me ne fotte niente...".

Sì, di chi pensa di aver capito tutto non me ne fotte niente, so che il suo sangue scorrerà, come sta accadendo in Grecia, e non riesco a provare compassione. Vorrei trovare il modo di tutelare chi pensa di non doversi interessare delle cose che non gli interessano (a cominciare da me), ma anche questo pare essere un compito al di là della mia portata.

Domani rileggo quello che ho scritto, così vedo se lo capisco.

E voi l'avete capito?

80 commenti:

  1. che je devo di'.. la parte sulla "curtura" derivata dalla lettura di Repubblica è esattamente ciò che penso della maggior parte delle persone "colte" che incontro. Se mi mettessi a leggere Espresso, Repubblica, ad ascoltare Radio24, a guardare in televisione Ballarò, Announo, Mentana, Benigni.. so per certo che diventerei come loro: un nozionismo traballante intriso di superiorità aprioristica e spocchia inenarrabile [supercazzola mode off]

    RispondiElimina
  2. … qualcosa - nella mia beatitudine - ho capito, ho capito che ha parlato di politica come forma più alta di Carità* (Paolo VI) e di gravità, che è una "immagine" della Carità*…

    … ho capito anche che mi piacerebbe rubarle due ore del suo tempo per passarle a tavola a parlare di questo (e altro)…




















    * per i piddini all'ascolto per i quali la teologia non è una scienza: Carità NON significa elemosina, google docet...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ad ogni modo, per dimostrarle che qui nel quore della Padania non si passano le giornate a pettinare le bambole, mi porto avanti col lavoro e le auguro una felice VIGILIA di compleanno! L'inizio del 53° incombe e le parche continuano a filare… purché Atropo continui a farsi li cazzi sua!!!

      Elimina
  3. Credo proprio di si ed onestamente, sebbene non ne avessi il diritto, provo lo stesso "cinismo" nei confronti di persone come quella della giornalista greca (inutile dire che mi dispiace seriamente di chi è realmente innocente, la figlia).
    Insomma, diciamocela tutta: di tutti quelli che vengono reclutati per una guerra, forse, una minuscola parte vorrebbe sfogare la sua furia omicida ma la maggior parte no. Eppure questi, per un vincolo esterno non desiderato, sono costretti a imparare a difendersi ed anche ad uccidere.
    Ora se l'uomo può essere spinto sino a tanto, ingiustamente, non capisco come non riescano a fare un altro sforzo che per quanto umile comunque dovrebbe essere nulla a confronto: azzerare tutto e cercare di capire rimettendo in discussione tutto ed agire, dopo aver capito, di conseguenza.
    Probabilmente non sarà un paragone azzeccato ma le brutture e le violenze di una guerra, immagino (o provo a farlo), siano di molto più grandi rispetto a quelle che implicherebbe un bel lavaggio di umiltà e sforzo intellettuale per capire, alla fine dei conti (e anche banalmente), come salvare se stessi o comunque le persone amate.

    RispondiElimina
  4. P.s.: nel caso, un risotto con l'ossobuco lo offriamo anche al prof. Roubini… ;-)))

    RispondiElimina
  5. Credo proprio di si ed onestamente, sebbene non ne avessi il diritto, provo lo stesso "cinismo" nei confronti di persone come quella della giornalista greca (inutile dire che mi dispiace seriamente di chi è realmente innocente, la figlia).
    Insomma, diciamocela tutta: di tutti quelli che vengono reclutati per una guerra, forse, una minuscola parte vorrebbe sfogare la sua furia omicida ma la maggior parte no. Eppure questi, per un vincolo esterno non desiderato, sono costretti a imparare a difendersi ed anche ad uccidere.
    Ora se l'uomo può essere spinto sino a tanto, ingiustamente, non capisco come non riescano a fare un altro sforzo che per quanto umile comunque dovrebbe essere nulla a confronto: azzerare tutto e cercare di capire rimettendo in discussione tutto ed agire, dopo aver capito, di conseguenza.
    Probabilmente non sarà un paragone azzeccato ma le brutture e le violenze di una guerra, immagino (o provo a farlo), siano di molto più grandi rispetto a quelle che implicherebbe un bel lavaggio di umiltà e sforzo intellettuale per capire, alla fine dei conti (e anche banalmente), come salvare se stessi o comunque le persone amate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiedo scusa per i due post uguali ma dal cellulare è un'impresa postare: non mi uscivano le i caratteri del controllo e pensavo non avesse postato.

      Elimina
  6. Io ho capito che dovevo rileggermi con MOLTA ATTENZIONE il paragrafo "Il vincolismo" (pp. 123-130 del Libro2). L'ho fatto. E ora ho molta, moltissima paura

    RispondiElimina
  7. Aggiungo che ci si può sbattere anche della matematica ... (dovrò elaborare diversi lutti a causa di questo ... *sigh*)

    In riferimento al fatto che dovrebbero essere i politici quelli che devono conoscere la macchina amministrativa, mi viene in mente una domanda retorica: non sarebbe bello avere un gigantesco quiz per tutti i candidati politici, per stabilire se sanno quel che serve? (si capisce perché è retorica, no?)

    RispondiElimina
  8. È così, ahimé: mai incontrata tanta superficialità, approssimazione, ignoranza e mancanza di curiosità come tra coloro che si sentono intelligenti e colti, soprattutto fra i professori universitari. Quando dici loro che vogliono farci fare più o meno la fine della Grecia, ti guardano con un sorriso di compatimento. Credono che la Grecia si sia inabissata perché, bugiarda, ha truccato i conti. Del resto così mi disse la figlia di un protagonista dell'€. E quando un diversamente economista lo scrive su un giornale, tirano un sospiro di sollievo, perché ritrovano le proprie idee stampate su un foglio che dà loro autorevolezza. Non sanno come vivono in Grecia. Non sanno come è piombato nella miseria un povero paese come il Portogallo, colpevole solo di aver avuto una classe dirigente criminale che lo ha precipitato in una trappola mortale. In realtà pensano, tutti costoro, di rimanere fuori: fuori dai licenziamenti, fuori dai tagli drammatici, fuori dall'impoverimento. Quando saranno travolti, non capiranno, come la giornalista greca. Non capiscono, perché le loro anime sono state anestetizzate e i loro cervelli sterilizzati. Ormai è vietato cercare di capire le cose più elementari. Ma vi pare normale leggere tre anni dopo ciò che a proposito di Dominique Strauss-Kahn si capiva due minuti dopo? (http://vocidallestero.it/2014/11/29/trotsky-al-fmi/). Ma che fine ha fatto l'intelligenza e la capacità di concatenare i fatti tra di loro? Ah, dimenticavo: naturalmente è tutto vero, anzi era stato sempre tutto vero, DSK era uno sforzatore di femmine non troppo garbato. Chi doveva sapere, lo sapeva da sempre (immortale ciò che gli disse Sarkozy prima di prendere servizio al FMI: mi raccomando tieni l'uccello a posto), ma se ne sono accorti solo quando questo birichino ha cominciato a parlare di redistribuzione di reddito e altre amenità del genere poco gradite a orecchie integerrime. Il violentatore, poi, non avrebbe voluto massacrare la Grecia. Le aveva proprio tutte questo individuo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una persona che arriva ad essere il leader del FMI certamente non e' uno sprovveduto, ergo sembra ragionevole pensare che esprimesse posizioni condivise da qualche corrente interna al FMI stesso. Quest'ala, chiamiamola degli egoisti a medio termine, si sara' disciolta, spaventata dalla brutale reazione degli egoisti a breve termine?

      Elimina
    2. "Colpevole solo di aver avuto una classe dirigente criminale", e di cos' altro potrebbe essere mai colpevole un popolo in una democrazia occidentale?

      Elimina
    3. E guarda caso al suo posto c' è andata colei che io definirei con rispetto per la categoria, una marchettara!

      "Cher Nicolas, très brièvement et respectueusement

      1) Je suis à tes côtés pour te servir et servir tes projets pour la France.

      2) J'ai fait de mon mieux et j'ai pu échouer périodiquement. Je t'en demande pardon.

      3) Je n'ai pas d'ambitions politiques personnelles et je n'ai pas le désir de devenir une ambitieuse servile comme nombre de ceux qui t'entourent dont la loyauté est parfois récente et parfois peu durable.

      4) Utilise-moi pendant le temps qui te convient et convient à ton action et à ton casting.

      5) Si tu m'utilises, j'ai besoin de toi comme guide et comme soutien: sans guide, je risque d'être inefficace, sans soutien je risque d'être peu crédible. Avec mon immense admiration. Christine L. "


      Elimina
  9. E Kally non è solo colta, è anche UNA GIORNALISTA!
    Siamo stati condotti qui come pecore grazie a un immane lavoro di tanti giornalisti, piccoli e grandi, famosi e anonimi, tutti zelanti e operosi (almeno quanto basta altrimenti li licenziavano, posso capirlo).
    Ma la povera Kally, evidentemente, non capisce niente. Ha qualche ricordo?
    In cosa consisteva il suo lavoro? Qualcuno leggeva o ascoltava quanto lei contribuiva a produrre? Cos'era una notizia? Un'informazione? Dei dati? Delle fonti?
    Rammenta l'edificio, qualche nome dei colleghi? Lavorava in totale trance? Sonnambulismo? Autoipnosi dalle 9 alle 17?
    Ci sono molte storie di fantascienza che parlano di questo tema; è la prima volta che lo vedo capitare.

    RispondiElimina
  10. Scritto questo, dismetto i panni di "seguace" ed passo alla modalità "groopie".
    Mio padre lavorava al gruppo E-R, abbiamo sempre letto quella per trent'anni.
    Abbonamento dismesso per le mie incazzature.
    Ora comprano Il Messagggero.

    One step forward, two steps back.

    RispondiElimina
  11. E mi scusi la ripetizione, ma la Brigitte Granville è una donna di un magnetico da lasciare sconcertati. Non sono riuscito a vederla dal vivo, ma anche dal monitor avrei voluto sposarmela.
    [groopie mode /off]

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai incuriosito ed ho voluto vedere che faccia avesse. Sembra troppo umana per essere un economista! Almeno quelli a cui mi abituava porta a porta 😄.

      Elimina
    2. Effettivamente umana! Una donna estremamente gentile e loquace, critica sulla Francia che trova conservatrice e ingessata e innamorata dell'Italia, per le ragioni opposte mi è parso, con piacere e stupore, di capire.
      Non te la immagini a prima vista così sorridente e modesta capace di affrontare oligarchi russi e sciacalli fmi e ue..

      Elimina
  12. Se c'è' un insegnamento che tutta questa vicenda mi ha trasmesso e' proprio quello di aver smascherato i colti. Devo dire che avendo vissuto per molti anni a Piddinia, ne ho conosciuti molti. All'epoca tutto questo non mi era chiaro, era come un ronzio nell'orecchio, un rumore di fondo, anche se a volte ti mettevano molto in chiaro che la tessera per l'appartenenza al club dei "colti" richiede determinati requisiti, che ovviamente non possedevo. Quello che penso di possedere e' la capacita' di non ignorare il ronzio di cui sopra.
    Esempio: ho citato sulla mia pagina FB :
    - Bagnai: "La filosofia politica che ci ha condotto sull’orlo del baratro è questa: l’idea fallimentare e fascista che gli italiani non siano in grado di governarsi da soli, che abbiano bisogno di legarsi a popoli «virtuosi»."
    Risponde dirigente del Comune di Piddinia mio conoscente (che per la cronaca prende 100K euro all'anno: gli stipendi sono pubblicati sul sito del Comune):
    - "e invece?"
    Ovviamente pensano di avere l'esclusiva della lotta al fascismo.

    RispondiElimina
  13. Un'altra spiegazione me l'ero data tempo fa quando mi scontravo con amiche ex professoresse in pensione, che forse mi sembra completi il quadro e che qui esprimo se posso: "è molto duro rimettere in discussione un "credo" che si è votato per anni.. è quasi come rimettere in discussione la propria vita!"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "tutto quello che pensavo, si e' rivelato, alla prova dei fatti, errato". Succede. Ai giocatori molto spesso, mentre i piu' astuti hanno collocato la rivelazione solo post mortem...

      Elimina
  14. Si ho capito.Anche perchè ho tanto,ma veramente tanto tempo a disposizione ( e non lo vorrei.Me ne tornerei volentieri fra le vigne ma non posso).
    E mai avrei pensato di dovermi interessare alla sua materia.
    E' successo perchè Lei ha delle ottime doti di divulgatore.E nel mio piccolo cerco a mia volta di seminare.
    Mi fa venire in mente un giovane avvocato de sinistra ma che è tanto schifato che manco vota più (almeno così dice).Anzi,dopo una bella e inutile discussione sull'euro e la Costituzione se ne uscì dicendo che si sarebbe seduto al bar a guardare noi pecoroni andare al seggio.
    Leggo anche gli ottimi post di 48 ma,seppur comprensibili e condivisibili,non glie la fo'.
    Integrano,ma la giurisprudenza m'acchiappa meno della macroeconomia.E Barra Caracciolo lo vedrei bene al Governo.
    Una cultura generale ci vuole ma solo in funzione dei propri interessi se no diventa una zeppa ai piedi.
    Penso che se lei avesse usato un altro metodo sarei ancora lì a chiedermi come me stanno a cojonà.E da quì è partita la mia voglia di capire che è passata per tanti siti più o meno fumosi (e fumati).
    In fondo ritengo il suo blog un sito di informazione che ha aperto una breccia nella mistificazione e che si è consolidata nel tempo.
    E le dò tanto più ragione,riferendomi al post,perchè in ogni caso devo sempre stare a ripasso tanto che mi sono accusato di mnemofobia.
    In Grecia esiterà sicuramente il vulnus della disinformazione e la giornalista in questione probabilmente ne avrà fatto parte.
    Sotto sotto c'è qualcosa di patologico,lo scrive anche Lei nel libro che sto leggendo (e così posso farle i complimenti anche se sono alla fine del prologo) ,o altri interessi.
    L'appartenenza,essere (essere?) l'elite culturale appaga l'ego,il narcisismo.
    Quando mi portano un PC da riparare e poi mi fanno i complimenti,manco fossi un genio dell'informatica,mi tocca sempre ribattere che la vertità è che ho solo qualche nozione e niente più.A me basta che paghino.
    Ma quando si insegna la modestia? Perchè al piddino di Repubblica manca.E non da quando c'è l'euro ma da molto molto prima.Sembra la loro antropologia.
    Poi,oggettivamente,ognuno ha anche il diritto di non comprendere.E se sappiamo che è una debolezza lo si aiuta come cristianamente ci è stato insegnato (e lo dico da non credente!).

    RispondiElimina
  15. ero uno di loro, proprio come descritto, "colto" leggendo repubblica. Una dipendenza nata a 18 anni e perpetrata tutti i giorni fino all'autunno 2011 quando Merkel e compagnia definirono "scandalosa" la proposta di Papandreu di subordinare a referendum l'applicazione di quanto richiesto dalla trojka. Mi sembro una cosa enorme ma la ritrovai minimizzato su repubblica il giorno dopo. Era una cosa troppo grande per passarci sopra e cominciai a girare la rete per vedere se ero il solo a scandalizzarsi. Non le ero, ma questo blog, così ricco di fonti autorevoli ottimamente riportate e spiegate da Lei, mi aprì gli occhi definitivamente e smisi con quella insana dipendenza. Non ho più comprato repubblica e quando, casualmente, mi ricapita tra le mani, la trovo ormai insopportabile.
    Vivevo meglio prima ma preferisco essere consapevole.
    Grazie Professore.

    RispondiElimina
  16. Poi, in fondo, tutto si riduce alla comodità di essere dalla parte di chi vince.
    Tempo fa dicesti che De André oggi sarebbe anche lui piddino; non lo credo: andava in direzione ostinata e contraria, immagino senza capire un'acca di economia, solo perché in possesso, come penso molti qui, di una bussola "umana".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Considera che il grande Guccini è piddino doc !!...

      Elimina
    2. Vuol dire che continuerò a goderne come artista e a ignorarlo come uomo.

      Elimina
  17. "Prof. Bagnai, i vecchi contadini dicevan"Maedetto el saere!" Tradotto in Italiano :"Maledetto il sapere". Io non sono d'accordo ma non li biasimo, forse una volta se lo potevano permettere.

    RispondiElimina
  18. Madonna mia quante risate a leggere di piddini, cultura e di cani che si annusano i genitali... metafora geniale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti a quanto pare certa gente la cultura la usa sia per annusarsi, ma a quanto pare anche per pulirsi il c...

      Elimina
    2. L'ego al servizio del nulla. Ogni mio pensiero a trasmissioni come #chetempochefa è puramente voluto.

      Elimina
  19. "Le rivoluzioni non ci sono se qualcuno capisce, ma se qualcuno paga."

    Non solo. Secondo M. Shrimpton si possono ottenere gli stessi effetti infiltrando al vertice dell'apparato statale "agenti doppi". A suo dire l'intelligence tedesca non si sciolse alla fine della II GM ma entro' in clandestinita' e ha continuato ad operare fino ai nostri giorni.

    “Mitterrand has been called a "Vichysto-résistant" (an expression used by the historian Jean-Pierre Azéma to describe people who supported Marshal Philippe Pétain, the head of the Vichy Regime, before 1943, but subsequently rejected the Vichy Regime).”
    “François Mitterrand's actions during World War II were the cause of much controversy in France in the 1980s and 1990s.”
    “Mitterrand was at the end of his national service when the war broke out. He fought as an infantry sergeant and was injured and captured by the Germans on 14 June 1940. He was held prisoner at Stalag IXA near Ziegenhain (today part of Schwalmstadt, a town near Kassel in Hesse).
    Mitterrand became involved in the social organisation for the POWs in the camp.
    He claims this, and the influence of the people he met there, began to change his political ideas, moving them towards the left. He had two failed escape attempts in March and then November 1941 before he finally escaped on 16 December 1941, returning to France on foot. In December 1941 he arrived home in the unoccupied zone controlled by the French. With help from a friend of his mother he got a job as a mid-level functionary of the Vichy government, looking after the interests of POWs. This was very unusual for an escaped prisoner, and he later claimed to have served as a spy for the Free French Forces.”

    “After two years in office, Mitterrand made a substantial u-turn in economic policies, with the March 1983 adoption of the so-called "tournant de la rigueur" (austerity turn). Priority was given to the struggle against inflation in order to remain competitive in the European Monetary System. Although there were two periods of mild economic reflation (first from 1984 to 1986 and again from 1988 to 1990), monetary and fiscal restraint was the essential policy orientation of Mitterrand's presidency from 1983 onwards.”

    http://en.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois_Mitterrand#Second_World_War

    “His major achievements came internationally, especially in the European Economic Community. He initially opposed further membership fearing the Community was not ready and it would water it down to a free trade area. He supported the enlargement of the Community to include Spain and Portugal (which both joined in January 1986). In February 1986 he helped the Single European Act come into effect. He worked well with Helmut Kohl and improved Franco-German relations significantly. Together they fathered the Maastricht Treaty, which was signed on 7 February 1992. It was ratified by referendum, approved by just over 51% of the voters. British Prime Minister Margaret Thatcher was against a German reunification and also against the then discussed Maastricht Treaty. When Helmut Kohl, then German Chancellor, asked Mitterrand to agree to reunification (France was one of the four Allies who had to agree to the Two Plus Four-treaty), Mitterrand told Kohl he accepted it only in the event Germany would abandon the Deutsche Mark and adopt the Euro. Kohl accepted this package deal (even without talking to Karl Otto Pöhl, then President of the Bundesbank).”

    RispondiElimina
  20. Questo articolo mi ricorda molto questo detto zen:

    Prima di raggiungere l’illuminazione,
    le montagne sono montagne, i fiumi sono fiumi.
    Al momento dell’illuminazione,
    le montagne non sono più montagne, i fiumi non sono più fiumi.
    Ma dopo aver raggiunto l’illuminazione,
    le montagne sono montagne, i fiumi sono fiumi.

    RispondiElimina
  21. mai post è stato più carrino da leggere. prof chiedo scusa se glielo chiedo qui, ma essendo un profano di prust, cioè prost.......Proust, mi consiglia il suo libro preferito dell'autore. Il suo non ho resistito a natale per comprarlo. Grazie

    RispondiElimina
  22. Caro Alberto , non importa se si capisca quello che scrivi ma quello che intendi comunicare, e' c'e' talmente tanta roba importante e fondamentale che tutti noi te ne rendiamo lode... grazie per tutto!!

    RispondiElimina
  23. Si può avere arte e scienza soltanto di due cose: di ciò che è proairetico e di ciò che è aproairetico.
    Proairetiche sono unicamente la proairesi e le opere della proairesi: desideri e avversioni, impulsi e repulsioni, assensi e dissensi, giudizi, progetti, concezioni. Insomma quell’unico gruppo di cose che è in esclusivo potere dell’uomo e che può diventare virtù, libertà, felicità. L’arte e la scienza di questo gruppo di cose si chiama scienza della felicità o Cultura. Sui poveri stracci che la Cultura sventola sta scritta la inviolabilità della natura delle cose, ossia l’ordine cosmico legato al governo del logos e l’ordine interiore, legato al governo della diairesi, che regna nella proairesi dell’uomo.
    Ciò che è aproairetico si frammenta invece in miriadi di competenze diverse, giacché miriadi sono gli oggetti e i gruppi di oggetti esterni e aproairetici dei quali l’uomo può avere arte e scienza. L’arte e la scienza di tutto ciò che è aproairetico si chiama Pseudocultura. Essa ha come unico scopo il dominio dell’uomo su tutto ciò che è esterno e aproairetico (altri uomini compresi), obiettivo che essa persegue celandosi in vario modo dietro i veli di Maia rappresentati da ‘politica’, da ‘religione’, da ‘economia’, da ‘scienza’ e così via. Ma un simile scopo, come qualunque altro scopo, è e non può che essere proairetico, e dunque la Pseudocultura si adagia e coincide necessariamente, per inviolabile natura delle cose, con quell’atteggiamento della proairesi che va sotto il nome di controdiairesi. Sulle bandiere della Pseudocultura si proclama non essere in esclusivo potere dell’uomo ciò che invece è in suo esclusivo potere (ossia la virtù, la libertà, la felicità) ed essere in esclusivo potere dell’uomo ciò che invece non è in suo esclusivo potere (ossia tutto ciò che è esterno e aproairetico).
    Coloro che in questo frammento Marco Aurelio chiama animi imperiti e incolti -e s’intende che sono turbe immense- sono imperiti e incolti di diairesi ma sono peritissimi e coltissimi di controdiairesi. E siccome la forza delle persone sta nella saldezza dei loro giudizi, davanti alla Pseudocultura di gente con una controdiairesi d'acciaio non c’è scampo per la presunta Cultura di filosofi con una diairesi di cera.

    RispondiElimina
  24. Lo j’accuse contro coloro che si credono colti mi ha ricordato “Lettera a una professoressa”, libro del 1967 scritto da alcuni ragazzi della scuola di Barbiana, sotto la supervisione di Don Lorenzo Milani.

    Tutta la vostra cultura è costruita così. Come se il mondo foste voi.

    Che siete colti ve lo dite da voi. Avete letto tutti gli stessi libri. Non c'è nessuno che vi chieda qualcosa di diverso.

    Vanno a scuola solo per mietere diplomi.

    La cultura v'è toccata farvela sui libri. E i libri sono scritti dalla parte padronale. L'unica che sa scrivere. Ma potevate leggere tra le righe. Possibile che siate ancora in buona fede?

    Arrivai persino a pensare che aveste ragione voi. Che la cultura vera fosse la vostra.

    Siate umili almeno. La vostra cultura ha lacune grandi come la nostra.

    Ho riaperto gli occhi su di voi e sulla vostra cultura. Per prima cosa ho scoperto l'ingiuria giusta per definirvi: siete dei superficiali. Siete una società di mutuo incensamento che si regge perché siete pochi.

    Quando i laureati criticano la scuola e la dicono malata si dimenticano d'esserne i prodotti. Hanno poppato l'infezione fino a 25 anni. Non sono più capaci di pensare che possa valer qualcosa chi non ha fatto i loro studi.

    Una sola compagna mi parve un po' elevata. Studiava per amore dello studio. Leggeva dei bei libri. Si chiudeva in camera ad ascoltare Bach.

    Una passione per lo studio nata da sé è così forte da non lasciarsi abbattere dagli insuccessi.

    RispondiElimina
  25. Forse il concetto di cultura che ci è stato inculcato negli anni passati è tramontato, quante volte ci hanno detto che bisognava leggere i giornali , i libri , andare ai musei, ma nessuno ci ha mai insegnato a farci un'idea del mondo in particolare riferita alle disuguaglianze ad alla loro origine, c'è sempre stato un velo che ci ha impedito di andare a fondo , una spiegazione incompleta, oppure una causa ritenuta fisiologica ; appunto per questo penso che i bambini ed i giovani debbano seguire un nuovo modello culturale che sia in grado di fargli comprendere la realtà con spirito critico , con la capacità di vedere cosa si nasconde dietro ad ogni fenomeno sociale ; forse lo studio della filosofia , i grandi interrogativi che essa pone e le domande eterne sull'esistenza possono aiutare le future generazioni in questo percorso di formazione di una capacità critica con cui valutare la realtà complessa odierna per non cadere nella cultura omologata dei media

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Succede gia', l'educazione delle vere classi dirigenti deve essere cosi'.

      Elimina
  26. Non riesco a non prendermela con i miei amici che hanno gli strumenti per leggere questo blog o i suoi libri, ma si rifiutano di capire, perché rimettersi in discussione è dura e trovarsi dalla parte di Salvini inelegante. Ed è anche una cosa che mi fa stare abbastanza male, non creda. Non li capisco, ecco, questo sì, non capisco. Non capisco più niente, a quanto pare, neanche Proust (ma Proust, non l'ho mai letto in termini di "lo capisco/non lo capisco", semmai è Proust che mi ha aiutata a capire altre cose).
    E quindi, prof? Ora che mi danno torto non solo i miei amici ("Torna in te, Nat", mi ha detto la mia migliore amica, una volta), ma anche i lettori del mio blog di riferimento e perfino il mio guru?
    Mi resta veramente soltanto Buxtehude (che sicuramente non capisco neanche lui, ma mi piace, mi fa venire la pelle d'oca e questo basta).
    Buona giornata e buona musica, soprattutto, prof.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nat, Proust non ti ha aiutato a capire chi sono i colti. E qui molti lo hanno capito senza avere a disposizione uno strumento così potente. I colti che conosci tu, come quelli che conosco io, umanamente (e culturalmente) sono merda. Io non ti sto dando "torto". Visto che qui fate tante questioni di lana caprina su termini come "sinistra" o "corruzione", ecco, allora facciamo così: i tuoi "amici che hanno gli strumenti" dal mio personalissimo punto di vista non sono colti perché manca loro l'umanità. Quindi quello che ti stupisce, e ti fa star male (e ti sono vicino nel tuo dolore) a me non stupisce né addolora, perché è nella logica delle cose che una merda sia una merda. Il problema che si pone è se schiacciarla o meno, come saprai. Normalmente quando lo si fa non è con intenzione. Credo che anche qui nessuno sia intenzionato a schiacciare alcuna di queste merde. Si può anche semplicemente aspettare che le lavi la pioggia, senza farsi il sangue amaro. Non so da quanto segui questo blog, ma avrai sicuramente modo di vedere qualche acquazzone, no?

      Quindi rasserenati e non prendertela con chi ha solo espresso il desiderio di riconquistare la più profonda delle libertà. Il desiderio di sbordinese di disinteressarsi dell'economia, ti dice il tuo guru (puoi continuare a leggere genuflessa, se credi), è il desiderio di ogni artista e di ogni uomo libero: poter essere se stesso, avendo il coraggio di esserlo senza aspettare che l'editoriale di Scalfari venga a fare la certificazione ISO-9001 della tua scelta. Non vi siete capiti e mi dispiace. Ora fate pace e andiamo avanti. Non perdere tempo con le merde (questo però è solo un consiglio), ma non dimenticare. Può andare bene, o male, ma in ogni caso nei loro occhi leggerai il terrore. Magra consolazione (soprattutto se andrà male). Ma si sa che Natura è matrigna...

      Elimina
    2. Non vogliamo male ai colti repubblichini, un consiglio lo diamo volentieri, così magari evitano di fare una brutta fine.

      Elimina
    3. Alberto Bagnai 9 dicembre 2014 21:19

      Lo vede maestro che quando dico che lei ha il physique du rôle del cardinale di santa Romana Chiesa non dico una stupidata, benché sia beato e, per alcuni aspetti, proud of it…

      Le bacio l'anello e mi ritiro.

      Elimina
    4. @Prof Prof, grazie, prima di tutto. Non è così male avere un guru (chissà com'era se mi sceglievo Becchetti, sicuramente meno spigole).
      Il fatto è che una volta che hai capito, e che hai capito che cosa c'è in ballo, ti viene una specie di urgenza, di rabbiosa urgenza, quasi. Di fronte a chi si rifiuta di capire, ma anche di provare a capire: di leggere, insomma. Mi viene voglia di scrollarli, quasi fisicamente.
      Lei quello che ha detto sbordinese evidentemente lo ha capito meglio di me e messa come la mette lei, come si può non essere d'accordo?
      Però non riesco neanche a non pensare che sia necessario informarsi, e occuparsi di economia, anche, quando occuparsene è importante: come potrei non pensarlo, con tutto il tempo che ho passato a leggerla? Fino a che non ho letto lei, che cosa vuole che pensassi di veramente diverso da Scalfarotto? Se mi parlavano di uscire dall'euro, rispondevo automaticamente "inflazione". Avevo solo delle vaghe percezioni che qualcosa non tornasse, tipo il famoso nesso che mi sconcertava tra debito pubblico e articolo 18. In quelle condizioni, avrei comunque dato un voto a casaccio, immagino dalle parti di Sel, sarei finita come tutti i miei amici su Tsipras.
      È vero che qui sono stata trattenuta da Gadda e Tolstoj, e soprattutto, proprio come lei dice qui sopra, da come lei li usa (scriverei "usa" in corsivo, se ne fossi capace), però intanto mi sono addentrata anche nel magico mondo dei saldi settoriali. Quando poi è arrivato Pablo Bruna, e poi Frescobaldi e poi Scarlatti e poi quando (da sola, a partire da un suo tuit enigmatico, ne sono molto fiera) ho scoperto l'esistenza di Buxtehude... Insomma, per me, sinceramente, è stato tutt'altro che un sacrificio: leggere mi piace, lei scrive, be', molto bene, e oltretutto l'economia mi è sempre interessata. E poi capire è pur sempre meglio che non capire, secondo me, anche se quello che capisci non è consolante.
      Ma insomma, prof, anche Platone lo dice che quelli che sono usciti dalla caverna tornano dentro a chiamare gli altri: e in effetti conferma che quelli dentro non vogliono uscire, segno forse che è un passaggio che devi proprio maturare da solo.
      Ok, prof: ora devo solo aspettare venti minuti, perché gli auguri non si devono fare in anticipo. Ok, ci siamo: buon compleanno, prof!

      Elimina
    5. Quesito: "schiacciare o non schiacciare le merde?"
      Soluzione: Se le schiacci involontariamente ti porta fortuna, se le schiacci apposta ti sporchi le scarpe e basta.

      Elimina
    6. Non so. Forse e' appunto l'aspetto proairetico (ho in mente il bambino americano che gioca con il machine gun trovato nel ripostiglio), o detto per il bambino, la passione. Senza passione, zero assoluto.

      Elimina
  27. "La rason a è dai stupits"
    (La ragione è degli stupidi - proverbio friulano)

    RispondiElimina
  28. C'è la lettura dei libri e dei giornali e c'è la lettura della realtà. La prima senza la seconda non è una forma monca di conoscenza, ma è la peggiore forma di ignoranza perché non è emendabile. La seconda senza la prima è meno fuorviante ma manca di prospettiva, anche se è di sicuro più sana.
    Il romanzo nazionale italiano è "I promessi sposi", in questo libro, solo apparentemente noto, c'è la figura di don Ferrante, piddino del 600, il quale sostenendo che la peste, non essendo aristotelicamente né sostanza né accidente, non esisteva morì appunto di peste.
    Non mi sembra che la cosiddetta classe colta italiana si sia molto evoluta nel tempo.

    RispondiElimina
  29. @Enrica
    Fa il paio con "beata ignoranza", e quella più prosaica "più studi, più ti accorgi di non sapere un cazzo".
    @Profe
    Il commento di sbordinese aveva compito anche me: chi ci obbliga a studiare economia? Cosa votiamo a fare (e paghiamo profumatamente) gli "amministratori"? Il paragone è corretto: non sono un dottore o un chirurgo, apposta mi affido a loro quando ho un problema di salute. D'altronde ha ragione anche Nat quando viceversa asserisce che nessuno ci obbliga a rimanere ignoranti. In effetti siamo nella situazione in cui essendo andati da un dottore, la "cura" non ci ha propriamente soddisfatto (ovvero fatto trarre benefici): in questo caso possiamo cambiare dottore, o al limite interessarci e "studiare" per vedere se il suddetto dottore è stato "diligente" e ha operato correttamente. Ma quando va male l'economia, cosa possiamo fare? Non possiamo cambiare governo. Oppure quando si va a votare, la scelta (economica) non c'è, sono tutti pro-euro e quindi non abbiamo scelta (sfortunatamente chi non è pro-euro conta quasi nulla o comunque non governa). Allora tocca sforzarsi di capire se "ce stanno a perculà" (come dice un mio amico de Roma) e quindi ci tocca anche studiare economia. Comunque il "frame" è fondamentale. Ancora stamattina vedevo in TV una giovane PDina che difendeva a spada tratta la giunta capitolina con una spocchia e una prosopopea che è la dimostrazione di un certo modo di pensare: niente, hanno ragione loro, neanche il beneficio del dubbio. Sono queste le cose che danno veramente fastidio e che allontanano chi vorrebbe fare politica, ma trova di fatto i paraocchi a cui devi adeguarti. Capisco bene quindi chi ha paura che la verità venga a galla: il fumo mistificatorio deve essere ben spesso e possibilmente asfissiante.
    Tornando a Nat lei ha ragione, però il mio tempo libero vorrei spenderlo in altro modo. Infatti dato che nessuno me lo renderà, vorrei tanto che al momento giusto il responsabile della perdita di tanto tempo libero ne renderà ben conto.
    Ora, pare tutta una faccenda di tempo libero, in reltà qui c'è gente che per questa situazione ha perso non solo il lavoro ma ha perso il sonno, la tranquillità, la famiglia e nei casi peggiori la sanità mentale o la vita.
    Che la maggior parte delle persone poi il paraocchi ce l'abbia "di serie" per me oramai è un dato acclarato. Come diceva qualcuno sarà la pigrizia, sarà il non volersi mettere in discussione, sarà il difendere l'orticello (miope peracottaro), fatto sta che la gente non riesce a fare 2+2. Oddio non sempre è proprio 2+2, ma volete mettere il gusto di capirle certe cose?

    RispondiElimina
  30. C’è un paradosso nella cultura di sinistra stile “Repubblica”: da una parte è alfiera del relativismo culturale ed etico, dall’altra è intransigente dogmatica in politica ed economia.
    Come al solito la verità sta nel mezzo, il che significa banalmente che erra in entrambi gli atteggiamenti.
    Neppure la gravità, una tra le esperienze del reale più pregnanti e maggiormente condizionanti la vita di tutti i giorni, è chiara agli esperti. Chi pretendesse di averla capita dovrebbe spiegarla a fior di fisici, con tanto di Nobel in tasca.
    Come è spiegato anche nel Vangelo, per capire bisogna rivestirsi di umiltà, accantonando temporaneamente le certezze di una vita per essere aperti alla novità, per conoscerla nel profondo. Solo in un secondo momento il bagaglio pregresso verrà ripreso e confrontato. Ma ancor prima, per capire, bisogna desiderare conoscere ed essere disposti a rimettersi in discussione. Due atteggiamenti che dalla mia esperienza personale sono estranei sia al lettore di Repubblica che all’elettore medio del PD.

    RispondiElimina
  31. Peraltro, la legge di gravità… vogliamo parlarne?
    Secondo me Newton e i suoi seguaci la fanno facile.
    Come si può pensare di ridurre la complessità del reale, fatta di tanti e misteriosi accadimenti così diversi gli uni dagli altri - la mela che cade, i piedi dei piddini che restano incollati a terra anche se si trovano a testa in giù dall'altra parte del mondo, tipo in Zimbabwe, la luna che non si sfracella sulle nostre teste ma resta sospesa, la testa dei neo-classici che resta incollata al corpo anche se vivono in un mondo di fantasia, e le maree… le maree… - come si può pensare di ridurre tutto ciò a un'unica causa, come si può avere la presunzione di spiegare tutti i moti di tutti i corpi in base a un'unica formuletta?
    Lo trovo molto, molto semplicistico.
    Una realtà complessa richiede una spiegazione complessa. Nella storia del pensiero, per fortuna, abbiamo un esempio che ci può indicare la strada: la Fisica di Aristotele. Potremmo riesumare la sua la teoria dei 4 luoghi naturali verso cui tendono i quattro elementi della natura (acqua, terra, aria, fuoco). E poi potremmo rileggere Tolomeo e il suo Almagesto per trovare una spiegazione dei moti celesti più consona alla complessità dei fenomeni sopralunari.
    Abbasso il semplicismo della scienza, delle sue spiegazioni e delle sue leggi! Viva gli epicicli!

    RispondiElimina
  32. Ciao Alberto, ti do del tu perché mi sembra di dovertelo, almeno qui.
    Volevo dirti: grazie.
    Non ne posso più di studiare e informarmi su cose che non mi riguarderebbero solo per contrastare questi "colti", che utilizzano la loro "cultura" per pugnalarmi alle spalle.
    Lo faccio, con fatica e con dei limiti, ma ho anche una vita cui provvedere e delle responsabilità verso delle persone.
    Non mi arrendo, ho compreso tanto grazie a te e a tutti gli input che mi hai procurato in questi 2 anni e per questo ti ringrazio.
    Ma ti ringrazio ancora di più e di cuore perché sento che mi hai capito, se ti ho capito.

    Paolo

    RispondiElimina
  33. beheh .. al primo posto, al pulpito, c'è il sacerdote della religione new age, il telepiddino al podere con i santi massima moralia

    http://www.libreriauniversitaria.it/libri/classifica-piu-venduti.htm

    anche l'euro avrà cura di te.. cara Grecia

    2."L'Italia può farcela" ma 3."Urlare non serve a Nulla"

    bisogna solo rispettare un decalogo di buoni costumi, la sobrietà lacrime e sangue, altrimenti verrà lo spread e terremoto e traggedia 4."Morte in mare aperto" e 5."I tre giorni di Pompei"

    ho sentito in tv che la 6."Ladra di Libri" è sicuramente greca, e ora deve pagare.. ha truccato tutti i conti, assieme a tutti i supervisori, e ora deve pagare. La dea non guarda in faccia a nessuno, è bendata. Questa è 7."La regola dell'equilibrio" monetario e morale del PD cileno (che qualcuno chiama ostinatamente 'sinistra')

    E così 8."La guerra dei nostri nonni" è archiviata.

    spot RAI: "Senza l'Euro... ci sarebbe la Pace? Di Europa si deve parlare"

    E si, come no: parlare partendo da una tesi precostituita, cioè non parlare ma ascoltare e obbedire. Si DEVE! Only for gente di una certa cultura, "democratica", aperta e collegiale. Anche Mussolini era un socialista no?

    Di chi è la colpa? La risposta per loro sarà sempre la seguente: "è Espressamente colpa della brutta cultura italiana" Passando dal Gabibbo al Job Act.

    Un buon uazzanagana a tutti! Ma soprattutto a Babbo Natale: siamo patrioti non vermi (ma siamo anche sufficientemente intelligenti da non proporre la secessione col casco di carnevale quando la Germagna si riuniva nel ritrovato nazionalismo)

    consoliamoci con 9. "Giorgione. Orto e Cucina".. venti euri, ma almeno se magna..

    PS
    l'Euro di cioccolato, quello l'ho tenuto, per ricordarmi di aver fatto una buona azione, una donazione volontaria e consapevole alla ricerca. Alla ricerca del tempo perduto.

    RispondiElimina
  34. La cultura del piddino è quella di don Ferrante... e come don Ferrante, anche il piddino avrà una fine da eroe di Metastasio.

    RispondiElimina
  35. Baudelaire, ammonimento ai piddini: " On est jamais excusable d'être méchant, mais il y a quelque mérite à savoir qu'on l'est ; et le plus irréprochable des vices est de faire le mal par bêtise. "

    RispondiElimina
  36. Prof,
    avremmo il diritto di non capire niente di economia...
    Purtroppo sono convinto che la democrazia sia sempre stata, sia e sarà sempre sotto attacco. Il motivo è semplice: la democrazia persa da qualcuno è il potere trovato da qualcun altro.

    Quindi se da un lato abbiamo il diritto di non essere onniscienti, dall'altro abbiamo il dovere di non abbassare la guardia, mai.
    Da ignorante in economia, sa cosa mi ha fatto sentire puzza di bruciato sin da subito sull'Euro ? Il fatto che quando è nato, non se ne potesse parlare male. Chi parlava male dell'Euro era antistorico, razzista, bigotto etc.

    La stessa cosa valeva per l'UE e per tante altre cose.

    Voglio portare un altro inquietante esempio:
    in Francia hanno fatto una legge per cui non si può negare la strage degli armeni avvenuta nel 1915.
    Non credo che molti francesi si sognino di violare tale legge, visto che l'argomento non è poi così di interesse. Allora perchè una legge del genere ?
    La risposta è nel metodo Juncker: si fa una legge (antidemocratica), se nessuno protesta ci si spinge un po' più in là, passo dopo passo fin quando la democrazia non sarà solo un ricordo.
    Io credo che i francesi, pur non avendo studiato storia, non siano esentati da un moto di protesta verso una legge del genere. Eppure non si muove foglia.

    E' chiaro che il problema democratico diverrà palese molto presto: Renzi ha fatto il Jobs Act. Come potranno impedire che alle prossime elezioni vinca qualcuno che vuole ripristinare l'articolo 18 ?

    RispondiElimina
  37. Rimango dell'opinione che la cultura, quella vera, sia utile, ma in questo caso basterebbe solo avere la capacità di mettere in fila 2 fatti e guardarli senza i paraocchi. Per vedere le crepe nel quadro complessivo non ci andava lo sguardo di nembo kid.

    RispondiElimina
  38. Prof. A.B. Lei à (oppure 'ha) una creatività fuori dal comune. la sentenza: < "Colto" in quanto consumatore di cultura, non in quanto produttore o utilizzatore di cultura.> è di una raffinatezza altissima. Complimenti!.
    Ps.
    Porga, per cortesia, i miei ossequi alla grande Brigitte Granville.

    RispondiElimina
  39. I politici non sono strapagati in assoluto, sono strapagati per quello che rendono. Se ci fossero delle teste pensanti di livello superiore a quello attuale, si potrebbe anche pensare di pagarli di più. Magari avessimo persone di alto lignaggio, moralmente degne di rappresentare il popolo italiano, in particolare le classi deboli. Invece non riusciamo più a esprimere persone di questo tipo, anche perchè chiunque sia dotato di un minimo di intelletto in più rispetto alla media si rende facilmente conto che oggi é impossibile governare davvero l'Italia e quindi è restio a mettersi in gioco. Chi era quello che nel 2013 diceva che l'Italia ha il pilota automatico?

    RispondiElimina
  40. Ecco, quello che pensavo da 1 anno a questa parte dei piddini "mediamente" laureati, che pensano di sapere, e alla fine sono più chiusi e ignoranti, perché così li ha resi l'ideologia che hanno abbracciato a occhi chiusi. Loro sono il bene. Punto. Questo modo di "non" pensare li rende i nuovi fascisti/totalitaristi...
    Io ci ho provato a divulgare nel mio piccolissimo, ma alla fine mi sono rotto. Sono dell'idea che se non scorrerà il sangue a fiumi (e forse i vari Draghi, Schauble, etc non sono così fessi/avidi da arrivare a quel punto), non capiranno mai.

    RispondiElimina
  41. È qui si torna al paternalismo.
    Io, che sono di animo diffidente di natura, ho sempre avuto difficoltà a d avvicinarmi agli "acculturati". Per carità, sono sempre stato curioso e ho provato ad avviciarmi alla loro cultura, che purtroppo mi è sempre rimasta aliena. Non capivo...

    Ho iniziato a godere della cultura , secondo le mie inclinazioni , solo poi in perfetta solitudine, senza mille intermediari che poi mi sono sempre più sembrati quelli che ora definiamo "piddini".

    Ed ora grazie al mio momentaneo esilio e... alla carenza di mezzi (niente tv, radio, niente circolino e poche taverne) sono riuscito a fare completamente pace con la cultura (e non solo) semplicemente per merito di un po' di silenzio e solitudine.

    In Italia nemmeno leggevo. Se aprivo un libro e dicevo il titolo ecco partire strampalate discussioni che mi facevano sentire immediatamente stupido.

    Ora sto leggendo molto, e senza vanto ma solo con grandissimo piacere. Tra l'altro ho scoperto di aver "girato" attorno proprio a Proust, di cui ancora non so nulla, e me ne sono incuriosito: ho pensato "mi potrebbe piacere!" Non è fantastico? Non mi impongono di leggerlo perché lo legge qualcuno, o l'ho letto su Repubblica, ma perché potrebbe piacermi!

    Prima avevo la mente così avvelenata accidenti, mi sembrava che la cultura fosse qualcosa di non destinato nemmeno a me.

    RispondiElimina
  42. ...scegli, Italiano:

    * LA REPUBBLICA: fine della storia. Domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai.

    * GOOFYNOMICS: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più!

    cit. da MATRIX. Uno dei miei film preferiti, senza dubbio.

    RispondiElimina
  43. Chi ancora non ha capito e viaggia verso il burrone sul fondo del quale si schianterà ha solo se stesso da biasimare. Se "democrazia" significa veramente "governo del popolo", come l'etimologia greca suggerirebbe, il popolo ha anche il dovere di informarsi al fine di effettuare scelte politiche consapevoli quando si reca all'urna ed esprime la sua sovranità. Non ci sono scuse, sopratutto oggi che grazie ad internet è possibile farsi una idea un minimo esatta della realtà anche se non si è specialisti delle varie materie (che poi anche a livello scientifico, l'iper-specialismo è più un limite che un vantaggio, ma questo è un altro tema). Non ci sono "salvatori della patria" o "unti del Signore" che ci salveranno, dobbiamo salvarci da soli e la conoscenza e la consapevolezza sono l'unico mezzo.

    RispondiElimina
  44. "Numerose le studentesse sotto i portici. Si vede che siamo in un centro di cultura. Guardano a volte con l'ingenuità di Ofelia, tre a tre, parlando a fior di labbra. Formano sotto i portici il corteo pallido e interessante delle grazie moderne, le mie colleghe, che vanno a lezione! Non hanno l'ardito sorriso d'Annunziano palpitante nella gola come le letterate, ma più raro un sorriso e più severo, intento e masticato, di prognosi riservata, le scienziate."

    Campana, La giornata di un nevrastenico (Bologna), tratto da Die Tragödie des letzten Germanen in Italien

    Il più illuminato tra gli autorazzisti del nostro secolo comprendeva perfettamente, dalla prospettiva del suo borgo appenninico, il nesso tra cultura e conformismo. Ai più arguti tra noi è invece servita una distruzione di ricchezza di proporzioni belliche per ripudiare il proprio senso di inferiorità, quando sarebbe stato sufficiente, non dico vedere cosa si pubblica nelle case editrici letterarie e da quale prospettiva ideologica lo si fa – fatica comunque sprecata –, ma anche solo ricordarsi del fenotipo dominante nei nostri beneamati licei classici (noti covi di future scienziate e palpitanti d'annunziane). Per chi poi avesse avuto l'ardire di frequentare l'università in questi ultimi dieci anni, e ha visto quel che ha visto (non parlo di "baroni" e amenità simili), le scuse, in tutta amicizia, sono ancora meno.

    Sarebbe comico e paradossale (per non dire tragico) se l'anti-autorazzismo divenisse, per autopunizione, il nuovo motore del conformismo intellettuale.

    RispondiElimina
  45. “A un segno di Lousteau, il portinaio dell'orchestra prese una piccola chiave e aprì una porta nascosta in un grosso muro. Luciano seguì il suo amico e passò improvvisamente dal corridoio illuminato in un antro nero che in quasi tutti i teatri serve di passaggio fra la sala e il palcoscenico. Poi, dopo aver salito qualche gradino umido, il poeta di provincia si trovò fra le quinte, dove lo attendeva lo spettacolo più insolito. La strettezza delle armature, l'altezza del teatro, le scale a chiocciola, le scene così brutte a vederle da vicino, gli attori imbellettati, i loro costumi bizzarri e fatti di stoffe grossolane, i servi di scena con i camiciotti unti, le corde che penzolavano, il regista che andava avanti e indietro con il cappello in testa, le comparse sedute, i fondali sospesi, i pompieri, questo insieme di cose buffe, tristi, brutte, spaventose, splendenti, rassomigliava così poco a quello che Luciano aveva visto dalla platea, che il suo sbalordimento fu senza limiti.”

    RispondiElimina
  46. io ho smesso subito di provare a spiegare.
    vuoi perché non è scritto da nessuna parte che uno "costringa" gli altri a pensarla diversamente.
    vuoi perché le energie sono limitate e perdere tempo con i moralisti non mi è mai andata a genio e non mi andrà mai.

    la morale.. quella brutta bestia che serve a costruire spartiacque tra le persone.

    RispondiElimina
  47. grande citazione jcp...certamente la prospettiva lirico onirica di campana seduce i professori quasi più delle liceali ...comunque non cè nulla da fare cultura o non cultura le pezze nel culo sono dolorose e si dice che i figli si disperino più della perdita del patrimonio che di quella del padre

    RispondiElimina
  48. Leggendo il suo post mi è venuto in mente che questo concetto ( Noi avremmo il diritto di sbattercene dell'economia, come della medicina, o della botanica ) lo avevo già sentito....mumble, mumble...si chiama fiducia e Anthony Giddens ( si, il guru terzaviista del neoliberista Tony Blair) gli ha dedicato un capitolo in "Le conseguenze della modernità".
    Non ci fidiamo più...

    RispondiElimina
  49. "Colto" in quanto consumatore di cultura, non in quanto produttore o utilizzatore di cultura

    Perfetta definizione politica dell'Italia da tribuna sociale. La migliore sintesi politica che abbia mai letto, perché questo a mio avviso è quel che un vero statista dovrebbe rivolgere alle sconclusionate compagini che dai salotti scrivono leggi e occupano le opinioni da diffondere come fossero casa loro
    Grazie

    RispondiElimina
  50. Reduce da una cena col solito piddino francese (collega, 'colto' e con buon stipendio) che mi decanta quanto la Francia stia messa male anche perché politicamente 'non c'è scelta' tra Hollande e Sarkò (PUDE anyone?), ma che nel 2017 voterà uno dei suddetti nani in quanto con la Le Pen 'sarebbe un disastro economico, fuori dall'euro, e poi è razzista' (razzzzzzzzzzzista probabilmente, ma mi sfugge il dialetto di Orsay).

    Bene, questo è l'esempio principe di come con la cul-tura ci si può strozzare; nel suo personale caso, per ora, strozza gli altri (e non altri a caso: direi che a maggioranza appartengono ad etnie sud-europee, non so se questo fa di lui un razzista, non oso avventurarmi nella discussione).

    Ma davvero ci tocca aspettare questi?

    Spero che la Le Pen spazzi via prima loro di ogni altra cosa.

    RispondiElimina
  51. OT.
    Auguri!!! (punti esclamativi senza offesa)

    ...e un appunto da Seguacia (koinè di seguaci, non il femminile di "seguace"): io mi ricordavo
    "un crotalo o un pavone" ( "crotalo" era anche più significativo di "armadillo", nella fattispecie).

    RispondiElimina
  52. Bell'articolo Albè.

    Lo vedrei come epilogo di un film di Sergio Leone, quando tutti i cattivi muoiono.

    RispondiElimina
  53. Questo discorso ha una pecca: non tiene conto dell'età della ragazza, di tutte le frignacce che le hanno insegnato quando andava a scuola, del fatto che probabilmente non ha nemmeno esperienza diretta della dracma e del fatto che durante le bolle, specie ai giovani, sembra che tutto vada benissimo (del resto le bolle sono così, devono mimetizzarsi, perchè se un numero critico di persone si accorge che esistono scoppiano...).
    Quindi questo post rivolto ad una ragazza madre è troppo duro (x me).

    RispondiElimina
  54. C'è da dire che cultura ed intelligenza vengono spesso associate come se fossero sinonimi. In realtà una persona colta può rivelarsi stupida ed incapace di deduzioni logiche basilari. Per sfortuna dei piddini l'intelligenza non si studia.

    RispondiElimina
  55. A proposito di comprensione chiedo aiuto al Prof. o agli amici del blog per sopperire a quella che sicuramente è una mia mancanza; chiedo in anticipo a tutti di avere pietà per come mi esprimerò ma ho una sincera voglia di capire. Nel Capitolo 3 del Secondo Sacro Testo si illustra attraverso alcune tabelle l'esplosione degli stock del debito complessivo e la staffetta tra debito pubblico e privato nei vari Paesi Big dell'economia mondiale. Si scrive che la causa di tale esplosione è da attribuire alla progressiva riduzione della fetta di torta di ricchezza distribuita ai salari; con un unica eccezione: la Germania. Ecco, mi sfugge il motivo per il quale i lavoratori tedeschi, vedendosi ridotta la quota salari, non si siano indebitati come i capitato ai colleghi delle altre nazioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un'ottima domanda. Credo che ci siano due motivi, uno di ordine economico (partivano da livelli di salari comunque più alti, e meritatamente, data la loro maggiore produttività), uno di ordine culturale (la frugalità nordica, opportunamente pompata dall'ideologia decrescista), e uno di ordine politico (l'esistenza di un welfare state piuttosto presente, che si è riflesso in un aumento del debito pubblico in controtendenza con la diminuzione negli altri paesi). Ma il tema richiede approfondimento. Grazie!

      Elimina
    2. Aneddoto! Il mobiliere che ha progettato la nostra bellissima cucina (che sto ancora pagando), forse per consolarci del notevolissimo esborso, ha sottolineato che la cura e l'amore del bello nelle case italiane e' unica. Nel nord Europa, anche la loro classe media - mediamente ben piu' benestante della nostra, arreda con ikee e altre frugalita' senz'anima. Io invece guardo e tocco il granito rosa. Controriforma vs. Riforma?

      Elimina
  56. Io sono diversamente colto, nel senso che me ne sbatto altamente di ciò che non desta il mio interesse, purtroppo come qualcuno ha detto anche se l'economia non ti interessa sarà l'economia ad interessarsi di te...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa quanto siamo strani: per me il primo segno di cultura vissuta è la rivendicata (non ostentata) capacità di sbattersene delle cose che non ci interessano (eludendo il riverito parere degli elzeviristi repubblichini).

      Elimina
  57. Saremo strani ma sempre meglio dei masochisti piddini che si auto-infliggono letture, film, opere teatrali ecc. di cui in realtà non gli frega nulla solo perché fa tanto radical chic...

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.