martedì 15 agosto 2023

QED 104: "Quando c'era lei i treni non arrivavano in orario!"

(...nel giorno dell'Assunzione, commentiamo la discesa agli inferi di una Angela caduta...)

Il successo del blog che non c'è (questo) può essere ricondotto a varie cause: i temi affrontati, la qualità della scrittura, l'approccio adottato, e via dicendo. Credo che molti di voi siano rimasti convinti e coinvolti, in particolare, dalla capacità del blog che non c'è di aiutarvi a prevedere lo sviluppo prossimo e meno prossimo degli eventi in base a un rigoroso ragionamento economico condensato in formule elementari, formule caratterizzate da quella semplicità, da quella economicità in cui risiede la cifra estetica della vera scienza. Prima fra tutte, l'identità dei saldi settoriali, qui spiegata e applicata plurime volte (uno dei ripassi e delle applicazioni più interessanti è qui e riguarda la Francia) ma della quale certamente non può nuocere ripercorrere brevemente il senso, anche per radicare nel (buon)senso economico certe affermazioni e certe categorie che nel dibattito minor vengono sistematicamente travisate.

Il punto di partenza è molto semplice, così semplice e ovvio che regolarmente lo si ignora (il triste destino delle umili verità): in un'economia di mercato si produce per vendere e quindi per guadagnare, il che significa, in buona sostanza, che il valore del prodotto di un sistema economico equivale alla spesa complessiva effettuata per acquistare i beni prodotti, e alle remunerazioni (salari e profitti) complessive di chi li ha prodotti.

Insomma: quando parliamo di Pil (prodotto interno lordo) stiamo parlando non solo del valore della produzione (sottolineo che non si possono sommare mele e clarinetti, ma si può sommare il loro valore, che si ottiene applicando alle quantità fisiche - un chilo di mele, un clarinetto... - il prezzo di mercato), ma anche, necessariamente, della spesa effettuata per acquistare questa produzione, e quindi, necessariamente, dei redditi percepiti da chi ha prodotto i beni. Insomma: in economia la domanda contabilmente deve uguagliare l'offerta (immaginatela come una specie di legge di Lavoisier dell'economia), e quindi il prodotto contabilmente uguaglia la spesa, e siccome i soldi spesi dagli acquirenti privati e pubblici non finiscono in un vulcano, come nell'immaginazione di certi libberisti alle vongole, ma nelle tasche dei venditori e quindi dei produttori, la spesa necessariamente uguaglia il reddito. Ne consegue che ci sono tre modi per calcolare il Pil, e tutti e tre portano allo stesso risultato: come somma dei valori aggiunti dei singoli settori (lato produzione), come somma delle spese effettuate, distinte per categoria di acquirente (lato spesa o domanda che dir si voglia), e come somma delle retribuzioni percepite (lato reddito). Abbiamo illustrato questa equivalenza in dettaglio quando l'abbiamo utilizzata per spiegare il miracolo lettone (un miracolo con la "m" di massacro sociale, come tutti i miracoli "europei").

Se avete capito questo (e molti, direi praticamente tutti fuori di qui, non lo hanno capito), non avete bisogno di molto altro. Il resto sono simboli che ci permettono di elaborare algebricamente questa tautologia (il prodotto venduto è prodotto comprato) conferendole un minimo di valore ermeneutico, assistendoci cioè nell'interpretazione delle traiettorie macroeconomiche.

Si parte dall'idea che il prodotto-reddito-spesa è la "variabile dipendente" del sistema macroeconomico, e quindi le si attribuisce il simbolo matematico della variabile dipendente, Y. Questo Y, che è il Pil, può essere espresso come somma della spesa delle famiglie per Consumi, delle imprese per Investimenti, del Governo per l'erogazione (e quindi lato utente il consumo) di servizi pubblici, del settore estero per il nostro eXport, che è acquisto di nostri beni da parte di residenti esteri. Ovviamente dovremo sottrarre dalla nostra produzione-reddito-spesa la spesa in beni iMportati, perché si tratta di acquisto da parte nostra di beni che sono stati prodotti, e quindi hanno generato reddito, altrove.

Discende da qui l'identità risorse-impieghi:

Y = C + I + G + X - M

un banale dato contabile che solo un cretino potrebbe contestare (scaturisce direttamente dalle definizioni della grandezze macroeconomiche), ma di cui solo persone istruite riescono a cogliere tutte le implicazioni.

La principale deriva dalla definizione di risparmio, che altro non è che la differenza fra quanto le famiglie guadagnano (Y) e quanto consumano (C+G):

S = Y - C - G

con la "s" di saving (risparmio in inglese).

Ricordandoci quella magia algebrica che va sotto il nome di regola del trasporto, possiamo riscrivere l'identità del Pil così:

Y - C - G - I = X - M

e sostituendo la definizione di risparmio arriviamo dove ci serviva di arrivare oggi:

S - I = X - M

L'eccedenza (deficienza) del risparmio nazionale sugli investimenti nazionali deve essere identica all'eccedenza (deficienza) delle esportazioni sulle importazioni.

Questa semplice verità contabile ci assiste nell'interpretare alcuni fatti macroeconomici rilevanti. Ad esempio, come abbiamo più e più volte ricordato, se un Paese è in surplus estero, cioè esporta più di quanto importi, necessariamente si verificherà almeno una delle seguenti tre cose:

  1. o le sue famiglie consumano relativamente poco (quindi C è relativamente basso e S relativamente alto);
  2. o lo Stato fornisce una quantità relativamente ridotta di servizi pubblici (quindi G è relativamente basso e S relativamente alto)
  3. o le sue imprese (e il suo settore pubblico) investono poco (quindi I è relativamente basso).

Insomma: se X è maggiore di M, S deve essere maggiore di I, e questo risultato lo si ottiene o facendo crescere S o facendo scendere I. Non c'è nulla di magico! Semplicemente, se quel Paese i beni che produce li consumasse lui (e quindi avesse un C e un I alto), non ne avrebbe da esportare. Il mercantilismo (orientamento di politica economica che consiste nel darsi l'obiettivo di massimizzare le esportazioni) è necessariamente repressione relativa della spesa interna (di famiglie o di imprese, pubblica o privata). Dico relativa perché finché dura, cioè finché l'estero compra, può benissimo darsi che nel Paese mercantilista i consumi relativamente bassi (rispetto al reddito nazionale) delle famiglie siano relativamente alti rispetto ai consumi di altri Paesi (ma questo non necessariamente allieta le vittime di simili politiche).

Una delle cose che è stato più difficile far capire ai cialtroni autorazzisti nostri gentili interlocutori è stata che il relativo successo della Germania in termini di conti con l'estero, cioè il suo surplus estero strutturale, dipendeva da una sostanziale repressione degli investimenti. L'idea che la Germania fosse in surplus perché avendo fatto importanti investimenti aveva acquisito una superiore produttività che le consentiva di vendere prodotti a prezzi inferiori era fallace. La fallacia anche qui era nel manico, cioè nel concepire la produttività come un fenomeno di offerta (secondo l'idea ingegneristico-neoclassica del processo produttivo) anziché di domanda (secondo l'idea economico-smithiana-keynesiana del processo produttivo). Non mi dilungo su queste distinzioni, di cui ho parlato ad esempio qui. Sul perché il ragionamento non fili si può discutere, e non è detto che sia una perdita di tempo: qui mi limito ad ribadire che il ragionamento platealmente non fila in quanto la Germania non è stata il campione europeo di investimenti. 

Avevamo evidenziato questa semplice verità dieci anni or sono, in questo post, da cui è tratta questa immagine:


che mostrava come nel periodo di gestazione della grande crisi del 2008-2011, prima dell'arrivo dell'austerità "che fa crescere", la Germania fosse stata il fanalino di coda degli investimenti europei. 

Come sempre, quelli bravi c'erano arrivati un pochino dopo. Ci vollero cinque anni perché Bruegel mettesse in relazione il surplus estero tedesco con la debolezza degli investimenti tedeschi:


ma naturalmente nemmeno questo servì a estirpare la malapianta dell'autorazzismo piddino: i poveri piddini tuttora vivono nell'illusione di essere splendide eccezioni in un failed State popolato da Untermenschen (voi), un Paese per colpa vostra (certo non loro!) incapace di uguagliare i traguardi di disciplina (e quindi di oculatezza e di produttività) delle Panzer-Divisionen tedesche.

Traguardi che ieri, con una tempistica un po' sfortunata (per la Fondazione per la sussidiarietà), venivano così eloquentemente illustrati dal Times:


Eh già! Sarà anche vero quello che ci diranno in autunno i sussidiaristi (che in tempi non sospetti hanno dato attenzione al blog che non c'era, motivo per valutare con attenzione i loro argomenti):


(e sarà anche interessante vedere su quali dati basano le loro analisi e quanto siano disposti a risalire la catena delle cause), ma il fatto è che in conseguenza del grafico che vi ho fatto vedere nel 2013 la situazione nel 2023 è questa:


Gli Svizzeri sono costretti a rifiutare l'accesso alla loro rete ferroviaria ai treni tedeschi perché questi sono in sistematico ritardo e quindi sconvolgono il traffico (e la puntualità) delle Ferrovie Federali Svizzere: un risultato pessimo, quello delle ferrovie tedesche, peggiore di quello delle FS (rectius: di Trenitalia), che invece riesce ad accedere alla rete svizzera con relativa puntualità e senza sconvolgerne il traffico (apprezzerete anche la definizione britannica di piddini: foreigners seduced by stereotypes of German superiority).

Secondo il Times il problema nel 2023 è ovviamente (lo ribadisco) quello che vi evidenziavo nel 2013 e che non poteva non manifestarsi a tempo debito (le logiche della scienza economica sono ferree):


Ci siamo soffermati a lungo su quanto fossero fuori luogo i peana levati dai nostri ascari all'indirizzo di una persona che ha trasformato l'Eurozona nel buco nero della domanda mondiale (la signora Merkel). Dalla sua scomparsa alla sua demonizzazione (cioè al ristabilimento di un minimo di verità storica) sono passati pochi mesi: della Merkel, come di Monti, oggi nessuno, tranne qualche autentico deficiente, rivendica di aver tessuto le lodi, perché oggi si manifesta come incontrovertibile quanto vi dissi illo tempore (nel 2011) sul Manifesto: la Germania stava segando il ramo su cui era seduta. Certo, questa semplice verità (X-M = S-I) aveva un corollario: tutti noi eravamo, e siamo, seduti su rami più bassi (e infatti ora la recessione tedesca ci sta frenando, esattamente come il ritardo dei treni tedeschi sta rallentando i treni svizzeri).

Va da sé che una rete infrastrutturale non si mette (o rimette) su in un giorno, né in un giorno o in un anno si smantella. Per questo i brillanti risultati del mercantilismo tedesco (cioè dello spingere X-M tagliando I) si vedono oggi. Ma non è che non ci fossero stati segnali eloquenti già ai tempi: ricordate ad esempio la storia dell'aeroporto di Berlino?

Nove anni di ritardi e corruzione, che però, essendo alemanna, supponiamo sia stata corruzione benigna, come certe pericarditi.

Mi sembra tuttavia che il ritardo sistematico dei treni tedeschi, considerati ormai meno affidabili di quelli italiani dagli svizzeri, sia il miglior QED del post che scrivemmo dieci anni or sono.

Resta, prima di lasciarci, da espletare un ultimo doveroso compito, in questo che, pur non esistendo, è l'unico organo di informazione del nostro desolato e amato Paese: aggiornare i dati. La Germania è ancora il fanalino di coda degli investimenti in Europa? Ovviamente no, e il motivo dovreste intuirlo. Per illustrarvelo vi riproduco con i dati odierni (tratti da qui) il grafico di dieci anni fa, con le medie 1999-2007, e il suo aggiornamento, con le medie 2008-2022:



Com'è ovvio, la stagione dell'austerità ha compresso gli investimenti dei PIGS, che quindi sono scesi in graduatoria, facendo risalire la Germania. Osserverete però che gli investimenti tedeschi non sono aumentati, in rapporto al suo Pil, e si presume quindi che siano sempre relativamente insufficienti: sono invece diminuiti quelli dei PIGS, che certamente sono diventati insufficienti. Qui in Italia la copertura politica a questa operazione l'ha data il PD, che ora, nel suo consueto stile, incolpa "le destre"...

Due brevi considerazioni.

La prima è che il titolo del Times è tutto sommato compatibile con le analisi della Fondazione per la sussidiarietà. Certo: se ci limitiamo agli ultimi dieci anni, largamente coincidenti con quelli dell'austerità, è chiaro che rileveremo in Italia un livello di investimenti relativamente compresso. Sarà interessante vedere se il rapporto della Fps attribuisce questo dato a congiunzioni astrali o a scelte politiche che hanno un nome e un cognome: PD. La seconda è che la leadership europea, a trazione tedesca, ha scientemente tentato di ridurre l'Italia come la Germania. Del resto, le identità valgono per tutti, anche per noi, ed è quindi ovvio che l'esplosione del nostro surplus estero, di cui parlavamo qui, evidenziandone le catastrofiche conseguenze geopolitiche, anche da noi si sia tradotta in un taglio degli investimenti (non essendo certamente dovuta a un incremento dei risparmi, data la stagnazione dei redditi!), col conseguente degrado della qualità delle infrastrutture. Se questo degrado arriverà al livello di quello tedesco lo sapremo fra qualche anno, ma tenderei a credere di no. Non mi aspetto fra cinque o sei anni titoli del Times sui ritardi italiani che bloccano i treni svizzeri, ma come tutte le affermazioni del blog che non c'è anche questa è un'affermazione scientifica, cioè falsificabile.

Basta avere pazienza, e io ne ho tanta.

Suggerisco anche a voi di dotarvene.

Sarà mia cura cercare di dimostrarvi che ne vale la pena, ma in ogni caso... TINA! Nel prossimo post vi aiuterò a fare di necessità virtù...

55 commenti:

  1. Io lo intitolerei "Un italiano in America" 😉 https://youtube.com/shorts/cKNRT_5-B4Y?feature=share

    RispondiElimina
  2. Dei due ultimi istogrammi è la situazione italiana che preoccupa. Da più del 20% a meno del 20% di investimenti / pil. E si vede.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi sembra che questa sia una novità, giusto? Almeno, non dovrebbe esserlo qui, dove l'abbiamo prevista e poi vista.

      Elimina
    2. Tenendo presente però che ci sarebbero due strumenti che non vengono più messi in discussione da tempo purtroppo. Il tasso di cambio e di conseguenza avere una banca centrale a casa nostra...( molto criptato ma il suo primo libro 📖 si intitolava con quegli strumenti di correzione)

      Elimina
  3. Credo che Matteo Salvini ha ascoltato attentamente e studiato ii suoi suggerimenti. Ovvero è solo un esempio locale. Se con investimenti che ammodernano i trasporti italiani? Diciamo che gli italiani che dovrebbero andare con Sicilia, se ne fregano della possibilità che chiuda l'aeroporto di Catania perché Etna fa il vulcano. Oppure se qualcuno ricatta l'Italia perché crede di essere un monopolista su certe tratte aeree. Grazie comunque di essere tornato prof in questo blog che non esiste e che seguendo le spunte blu, sono andato a post che avevo perso.
    L Battista Dotti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. «Errare humanum est, perseverare autem diabolicum»

      Errata: "Credo che [...] ha ascoltato"
      Corrige: "Credo che [...] abbia ascoltato"
      Perché l'italiano è pur sempre una bellissima lingua da saper parlare,
      indi quando si sbaglia è meglio correggersi che perseverare.
      E chiedo venia per la petulanza.

      Elimina
  4. Di pazienza ne portiamo tanta da troppi anni: ormai ho ragnatele dappertutto. E all'acronimo T.I.N.A. preferisco quello U.R.S.U.L.A. (confido nelle Europee 2024): U (You) R (are) S (SKizophrenic) U (Union's) L (Last) A (Administrator).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo già a 104 QED?
      Proposta: dopo il #dizionario e il #glossario, perché non elaborare un DSM di #Goofynomics?

      Elimina
  5. Potranno sempre giocarsi la carta del "loro non hanno fatto investimenti perché non ne avevano bisogno" oppure "ne hanno fatti pochi, ma efficaci".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, appunto: il senso di questo post (che a quanto vedo resta criptico: forse dovrò fare un maggiore sforzo didattico, vedo che sta diventando drammaticamente necessario) è proprio che mentre nel 2013, quando eravamo i soli a descrivere questa situazione, il piddino che eventualmente avesse voluto prendere visione dei dati e fosse stato in grado di capirli si sarebbe potuto rifugiare in quel tipo di argomenti, oggi semplicemente non può più farlo perché il degrado delle infrastrutture tedesche è arrivato fino al punto che quegli adorabili razzisti degli svizzeri le reputano peggiori di quelle italiane. E per chi conosce tedeschi e svizzeri questo è un dato significativo...

      Elimina
  6. Cui bono? Perché adottare un modello di sviluppo così rischioso,ed in ultima analisi autolesionista?
    Tutto sommato segarsi il ramo vuol dire segarsi le palle!
    L’avidità del big business tedesco sicuramente ha concorso. I tedeschi però sono analitici, e mi pare improbabile una tale miopia collettiva da parte loro.
    Il timore di trovarsi “soli e senza soldi” è la spiegazione di prassi: troppo infantile per essere realmente determinante a mio modesto avviso.
    Vi possono essere più forti motivazioni geopolitiche?
    Osservo che anziché sviluppare l’enorme mercato potenziale euro asiatico (il heartland temuto da Mackinder, ed alla base del drag nach osten di Haushofer dopo Versailles) la Germania con la sua magica deflazione eurista si è legata agli USA in qualità di fornitrice di capitali. Capitali costituti dal suo abnorme euro-surplus.
    Forse l’idea era di investire quei denari ad est. La colonizzazione economica degli ex satelliti sovietici e la costruzione del North Stream sarebbero prova di tale progetto. Ma pur seguendo tale logica si deve constatare che una domanda di ritorno in misura tale da giustificare l’operazione non c’è stata, anche perché gli investimenti ad est non sono stati minimamente sufficienti e l’est stesso è stato usato non tanto come cliente e ponte verso la Russia quanto come hub low cost per l’export tedesco in occidente ed in Cina.
    In ultima analisi, la colta Germania si è trasformata da sola in uno SSS - Stupid Surplus State - senza averne realmente bisogno. Ciò a differenza della Cina la quale ha trovato nella domanda estera (cioè nella lotta di classe in occidente) una qualche possibilità di riscattarsi e ringiovanirsi.
    La distruzione militare dei DUE North Stream, ma ancor più il silenzio del governo e delle parti sociali, insomma della leadership tedesca, a fronte a tale immane atto di aggressione da parte dello Spirito Santo (#hastatoputin-e-io-ci-credo), forniscono un elemento indiziario contingente ma pesantissimo.
    L’eterogensei dei fini va sempre tenuta in considerazione, ma è possibile che la cambiale politica spiccata a fronte dei denari del piano Marshall non recasse data di scadenza.
    E che forse, a causa della follia neocon-dem in Malorussia, quella scadenza sia stata finalmente ed incautamente apposta dallo stesso traente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu sottovaluti sempre il ruolo della stupidità. Premesso che so che sei immune da grillanza, e che quindi sei fuori dal paradosso che mi accingo a descrivere, faccio notare agli altri che una delle contraddizioni della grillanza è esattamente questa: descrivere la classe politica come una accozzaglia di beceri profittatori trogloditi, intenti a magnasse tutto, e poi però crederla capace di ordire cervellotici complotti!

      Ripeto: questo non riguarda te, ma la grillanza. Resta però un dato: nel day-by-day della politica le cose spesso accadono per rispondere a esigenze contingenti. La signora Merkel non era una statista. Era una che ha risposto volta per volta a esigenze contingenti. Il suo lungo periodo è una somma di brevi periodi, una specie di moto browniano che potrebbe non aver portato dove ipoteticamente possiamo immaginare che qualcuno avrebbe voluto che si arrivasse semplicemente perché la traiettoria generata dalle risposte a queste esigenze contingenti era imprevedibile.

      Se ci pensi, è lo stesso identico percorso di un altro fallimento, quello europeo: l'Europa si farà nelle crisi (cioè reagendo a shock stocastici imprevedibili e incorrelati) e sarà la somma delle soluzioni portate a queste crisi (sarà cioè un random walk, concetto su cui ci siamo a lungo intrattenuti).

      Premesso sempre che trovo stimolanti le tue analisi, ti assicuro che vista da dentro la politica somiglia un po' di più a una random walk...

      Elimina

    2. Certamente l'attacco terroristico al NS 1-2 ha fornito alcune risposte alle molte domande.
      La stupidità è un fattore, come lo è l'avidità.
      Ma qui c'è del metodo!
      Altro che complotti, qua sembra più uno che fa il bullo con disabili.

      Elimina
    3. dai tempi dello sme, la germania ha sempre giocato due partite, una in trasferta per continuare ad essere una potenza economica mondiale, facendo il doppio gioco con russia, cina e usa, l'altra in casa flirtando con i paesi utili a mantenere il suo status di primus inter pares, e soffocando quei paesi ritenuti un ostacolo alla sua leadership. Non vedo nessuna random walk, tanto che, dal 2011 in poi, l'italia è stata costretta a seguire ed eseguire il piano tedesco ben orchestrato.

      Elimina
    4. anonimo caro, io te lo dico per il tuo bene: ti devi avvicinare con più umiltà a cose che per te sono nuove e difficili. La Germania si scrive con la maiuscola e non esiste, almeno non nella versione "teatro dei pupi" dell'allucinata storiografia simbolica dalla quale trai nutrimento. Il doppio gioco con gli Usa sarebbero il Northstream 1 e 2, ad esempio?

      Elimina
    5. ecco bravo, che sai tu del NS2 saltato in aria che a noi poracci della tastiera non è dato sapere? ti prego di ritenere la mia una domanda meramente curiosa sul tuo pensiero a tal proposito

      Elimina
  7. "Quella spesa effettuata per acquistare questa produzione" chiedo scusa forse da buon somaro mi sarò perso la narrativa ma intendeva dire la spesa di produzione per produrre un determinato bene o servizio ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Daniele, con grande affetto: si produce per vendere, giusto? E come fai a vendere se nessuno acquista? E per acquistare credo che si spenda, giusto? Quindi se vuoi acquistare un prodotto devi spendere, giusto?

      No sai, perché qui siete tutti a darmi lezioncine di politica e di economia. Poi si scopre che alla fine non siete molto meglio di quelli del -248%. E allora, anche qui: Humilitas.

      Elimina
    2. Alla prima domanda , si però bisogna valutare anche se il prodotto che si va a vendere è sostenibile dal costo per essere prodotto questo non e' da trascurare.
      Alla seconda domanda legge della domanda offerta abbassi il prezzo fino a quanto ti è possibile sennò risulta più una spesa che un guadagno.
      Alla terza ni perché prodotti simili quindi guardando la concorrenza porta il consumatore a comprare il prodotto alla cifra più bassa possibile per assurdo anche in regalo se possibile (se ho qualcosa a casa che ho comprato nuovo prima di buttare il vecchio , chiedo sempre nel mondo della durezza del vivere se apprezzano un regalo 🎁 )
      Quarto comd ripeto sempre non scrivo mai per attacchi personali o per dare a lezioni poi a un professore di economia e ricercatore universitario direi proprio di no , la mia era solo una domanda ( chiedere è lecito rispondere è cortesia 🙂)

      Elimina
    3. Oppure si potrebbe prendere uno spunto da questo articolo che magari si presenta troppo ottimista e farne un'alisi visto che è in coerenza con i quesiti che ha posto https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2023/04/05/debito-banche-usa/

      Elimina
    4. Perché rispetto alla sua quarta e ultima domanda è vero che si può acquistare un prodotto e bisogna spendere però è anche vero che ci sono vari modi per acquistare per esempio tramite rateizzazione. Però in caso il consumatore non riesca più con le rate o mutuo per vari motivi ?mentre ha comprato esempio una casa? Si crea debito privato e il gioco ricomincia come era stato qualche anno fa..

      Elimina
    5. En passant, visto che su TW ho dovuto discutere nel merito con un certo Han Skelsen (redivivo su Twitter?): credo che il paradosso più eclatante per un liberista/mercantilista sia riuscire a chiamare sconto un numero maggiore di 1 (100%). La mano invisibile potrebbe fare il suo inesorabile corso selettivo nel caso si dedicassero ad un qualunque tipo d'attività commerciale. :-)

      Elimina
  8. sarebbe interessante confrontare nello stesso periodo in analisi la spesa per investimenti pubblica e privata tra germania e italia, con il ruolo non banale delle banche private a sostegno della produzione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa, come al solito, è l'osservazione estemporanea di un dilettante digiuno di netiquette e che quindi si affaccia a una community senza lurkare né studiare abbastanza, MA è utile, perché mi permette di ricordare che uno dei motivi del "successo" tedesco è che in Germania una percentuale significativa di banche è pubblica (e fuori dalla vigilanza della Bce). Successo l'ho messo fra virgolette: bisognerebbe parlare di "tenuta", perché nonostante un cambio sottovalutato, una gigantesca operazione di dumping salariale, e un sistema bancario che opera fuori da logiche di mercato, loro sono in recessione da un semestre...

      Elimina
    2. non ho altre domande vostro onore

      Elimina
    3. Altra frase fatta da social. Ma dove cazzo ti credi di essere? In un telefilm di Perry Mason? Sei solo un ignorante, non un abile avvocato che sta controinterrogando un teste reticente. Fai bene a conservare il tuo anonimato perché ti protegge dalla peggiore sciagura nella società dell'immagine: il ridicolo!

      Elimina
    4. forse hai ragione, potrei firmarmi l'abbruzzese votante, rigorosamente con due b. E' già qualcosa non trovi?

      Elimina
  9. In un post precedente, 810 mesi di inflazzione, si è accesa una discussione (anche) sul "rigore filologico" con il quale è necessario interpretare fonti dirette di un epoca.
    Stavo leggendo Fine del laissez-faire, Keynes, che Bagnai mette nello stesso calderone di Adam Smith, quando afferma che il valore della produzione eguaglia contabilmente la domanda, e che quindi la produttività dipende dalla domanda, perché i caffè che produci li devi vendere.
    Vediamo in quale calderone invece Keynes pone Smith e altri...
    "Non abbiamo letto questi autori; e considereremo fuori di luogo i loro argomenti se venissero nelle nostri mani. Ciò non di meno ritengo che noi non penseremmo come pensiamo se Hobbes, Locke, Hume, Rousseau, Paley, Adam Smith, Bentham e la Martineau non avessero pensato e scritto come fecero".

    Ma aggiunge:"Ho detto che furono gli economisti a fornire il PRETESTO SCIENTIFICO col quale l' uomo pratico poté risolvere la contraddizione fra egoismo e socialismo che emergeva dal filosofare del secolo XVIII e dalla DECADENZA DELLA RELIGIONE RIVELATA. Ma appena detto ciò per AMOR DI BREVITÀ, mi AFFRETTO a limitarlo. Questo è quanto si suppone che gli economisti abbiano detto; ma in realtà non si trova affatto una tale dottrina negli scritti dei maggiori autori.
    Questo è quanto dissero i diffusori e volgarizzatori".

    Il saggio continua, ma per amor di brevità, tengo a dire che ogni autore vada studiato prima di citarlo.

    (Cos' è Prof, la storia è storia di lotta di classe e di psicosi croniche)?
    Bene, chi è l' arbitro?

    La mia proposta, sono gli Stati generali della cultura umanistica, ne soffriamo la carenza.

    Se leggi solo il primo paragrafo, Keynes pare grssolano in storia del pensiero. Ma se si inizia a leggere il secondo: AMOR DI BEVITÀ, MI AFFRETTO a limitarlo.







    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti suggerisco di interpretare con il dovuto rigore filologico la frase: ofelè fa el to mesté (spero che gli accenti siano corretti).

      Poi ci dirai le tue considerazioni. Se una sterminata pletora di coglioni continua a interpretare con le categorie della politica fiscale (rectius: di bilancio) un passo in cui Keynes parla di politica monetaria (in particolare, di offerta di moneta) direi che le categorie da applicare non sono quelle della filologia, ma quella a te tanto care della psichiatria (o, se vogliamo, della sociologia). Se poi questo "equivoco" (che sostanzialmente deriva dal non aver letto il testo originale, cioè dal comportarsi come un pisciapenne qualsiasi) è funzionale a una narrazione contraria ai miei interessi di classe, io faccio come il compianto Faletti: cauterizzo con eleganza, e mi spiace per chi ci capita.

      Elimina
  10. #Bagnai ha accennato in un commento "POLITICHE CULTURALI subalterne alle sinistra", pare un' affermazione energica per un politico.

    Keynes sempre nel secondo paragrafo aggiunge:"In breve, il dogma (laissez-faire) si era impadronito del sistema educativo".

    Siamo nel 1926.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Erik caro e stimato: non è che perché uno non sa l'analisi matematica che ipso jure sa la filosofia. Diciamo che il percorso è un po' più complesso. Ti esorto alla continenza, la prima delle virtù nel tempio dell'appostismo.

      Elimina
    2. Mi interessano le parole che usano le persone che stimo e che comprendo, o che mi sforzo di comprendere.

      Elimina
  11. Interessante scoprire ciò che è accaduto (dati WB)al Current account balance (% of GDP) negli ultimi 2 anni,

    ma soprattutto al
    Current account balance (BoP, current US$) (WB) .

    Faccio presente che il surplus totale mondiale, ovviamente uguale al totale deficit, ammonta a circa 1800 miliardi di $ (lira più lira meno).

    I conti di cosa è successo in termini di surplus euroarea verso i paesi in deficit negli ultimi anni, e anche per i paesi BRICS, per chi è curioso, è agevole farli, come pure stabilire le cause di certi crolli.

    Il ns ospite c'ha preso ancora quando aveva profetizzato il famoso "segare il ramo su cui sedeva" e comunque è sempre più attuale l'insipienza di chi ci ha trascinato in questa avventura drammatica e che va in giro a dire con la sua faccia di bronzo, che la Germania è il paese che ha meno interesse al fallimento dell'euro perchè è quello che non ha mai fatto surplus prima dell'euro (alla ragazza greca che gli poneva la domanda in un famoso video da me postato più volte) e che ASEAN non deve fare la moneta unica prima dell'armonizzazione delle economie (famoso video da me postato varie volte in una intervista di Nattha Komolvadhin di ASEAN News e conduttrice presso il Thai Public Broadcasting Service (ThaiPBS).

    Che debbo dire ancora?
    La genesi dell'eurozona (ovvero della marcozona) e delle sue più importanti istituzioni economiche e non, è stata partorita sulla base del modello tedesco (inclusa la Grundgesetz für die Bundesrepublik Deutschlandcon) con l'aiuto fondamentale degli ascari italiani e francesi in primis ed ora si sta rivelando esiziale anche per i crucchi.
    Come finirà?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa eh, solo un dettaglio, perché vedo che purtroppo devo tirare su l'asticella (mi scuserete voi che siete qui da un po' di tempo): visto che frequenti siti impegnativi, dovresti sapere che non è vero che il "surplus mondiale" sia uguale al "deficit mondiale", e a dire il vero lo stesso concetto di "surplus mondiale" in teoria non avrebbe nemmeno senso, se non fosse che in pratica la somma delle poste attive di tutte le bilance dei pagamenti NON coincide con la somma delle poste passive, e quindi in effetti il saldo consolidato mondiale non è nullo (cioè, per dirla con le tue parole, il "surplus mondiale" non uguaglia il "deficit mondiale".

      Breve discorso sul metodo: perdonatemi tanto, ma sarò costretto ad asfaltarvi di quando in quando, solo per far capire ai cretini che si affacciano qui pensando di essere nel blogghe der senatore da 'a Lega che hanno sbagliato posto: questo in effetti è il blog di uno che elargisce azoto (in elegante combinazione con carbonio, idrogeno e ossigeno, una roba tipo CH4N2O) in testa a loro e ai loro "professori", e fra tante altre cose fa, meglio che può (e quindi meglio di tanti altri), il parlamentare. Qui si fa scienza, e la scienza parte dal linguaggio.

      Poi lo sai che per te ho un affetto particolare e quindi mi spiace correggerti...

      Elimina
    2. Domanda interessante: "Come finirà?"
      Di seguito alcune riflessioni.

      Nel libro di Acocella (https://www.carocci.it/prodotto/lunione-economica-e-monetaria-europea), di cui suggerisco la lettura, si delineano, a pagina 256, 4 possibilità:
      1) Smembramento dell'UEM;
      2) Variazioni istituzionali che tengano conto delle diverse velocità dei vari paesi;
      3) Uscita dei paesi meno (o più) competitivi;
      4) Adozione di riforme strutturali delle istituzioni e delle politiche UEM.

      Queste soluzioni, scaturiscono, però, solo da decisioni interne all'Unione. Vi è anche la possibilità che le ragioni di un suo possibile scioglimento (o non scioglimento) vengano dall'esterno?

      Stando a quanto riportato a pagina 38 del ATA report 2023 (https://www.dni.gov/files/ODNI/documents/assessments/ATA-2023-Unclassified-Report.pdf), gli USA non vedono di buon occhio i movimenti/partiti populistici europei. Questo perché meno inclini ad una più forte integrazione europea ed al libero commercio.
      Nel ATA report 2019 (https://www.dni.gov/files/ODNI/documents/2019-ATA-SFR---SSCI.pdf) gli USA non erano felici della Brexit, in quanto sarebbe venuta a mancare una voce forte in UE contro Russia e Cina.
      Più in generale gli USA hanno bisogno di una UE unita e allineata ad essi. Sembra, quindi, che le pressioni per mantenere coesa l'UE arrivino dagli USA.

      Visto il notevole potere d'indirizzo politico USA, avutosi anche nella gestione UE della guerra contro la Russia, c'è da credere che le posizioni politiche più estreme non possano avere la meglio agli alti livelli UE. E qui farei notare l'allineamento al mainstream dell'attuale governo italiano (almeno) nelle seguenti tematiche: immigrazione, guerra contro la Russia. Il capitolo economico in sede UE è ancora in discussione, quindi vedremo.

      Grazie,
      Fabio

      Elimina
    3. Caro Alberto ma scherzi, ti ringrazio e l'affetto è assolutamente reciproco.
      Ho pensato superficialmente che ci fosse equilibrio tra le quantità (e nemmeno mi sono premurato di verificare perchè mi sembrava un concetto ovvio); ragionamento dettato dalla mia mentalità basata sul conto della serva di tipo fisico come dice l'articolo inizialmente (maledetto terzo principio della dinamica); teoricamente sembrerebbe un concetto corretto.
      Ma leggendo rapidamente tutto l'articolo ho più o meno capito quali motivi creino la discrepanza tra le due quantità.

      Mi sono premurato di sommare le quantità positive relative al 2022 per capire a che livello di discrepanza siamo a ora e il risultato è che i surplus ammontano a circa 150 mld di $ in più rispetto ai deficit che come detto sono pari a 1800 mld.
      Guardando la tabella allegata al lavoro di Shuja Nawaz sembrerebbe che i deficit superano invece regolarmente i surplus tra 1960 e 1966 (la prima colonna riporta l'anno 1979 anche esso con un dato negativo).
      Il motivo di questa anomalia fra 2022 e i dati in tabella mi risultano oscuri.

      Un abbraccio.

      Elimina
  12. Se ben ricordo dai miei studi di macro , esiste un quarto metodo (ancorchè formale) di misurare il PIL : massa monetaria per velocità di circolazione .
    Per cui
    Y = C + I + G + X - M
    diviene:
    M * V = Y = C + I + G + X - M
    Da qui: http://www.daimon.org/hum/barzellette/barzellette_jokes_economia_economisti.htm

    Un turista tedesco si ferma in un albergo greco e chiede se hanno camere libere. Alla risposta affermativa dell'albergatore, lascia 100 euro alla reception e chiede la chiave per vedere se la camera è di suo gradimento. Appena sale, l'albergatore corre a portare i 100 euro al fruttivendolo che riforniva il ristorante dell'albergo. Questi, di corsa, li porta al trasportatore, il quale, a sua volta, li porta al contadino da cui si riforniva per conto dell'albergo. Il contadino li porta ad una ragazza con la quale scopava dietro la promessa di darle i soldi appena li aveva. La ragazza corre all'albergo in cui portava i clienti, promettendo di pagare la camera appena avesse avuto i soldi. Appena i 100 euro sono di nuovo sul banco della reception, scende il turista tedesco, che si riprende i 100 euro, dicendo: "Zimmer non essere di mio kradimento !".

    Ai fini del ragionamento macro-economico si notino i seguenti fatti:
    la decisione di come e quando usare la disponibilita' di denaro e' determinata degli usi e costumi , in ultima analisi dall'etica delle persone che hanno quel denaro ;
    se la velocita' di circolazione fosse stata piu' lenta avremmo avuto un problema internazionale
    se la velocita' fosse stata maggiore lo stesso
    se fosse stata esattamente doppia e' come se di un intero “giro” non vi fosse traccia
    si noti la permeabilita' nella velocita' di circolazione della moneta fra economia legale (Hotel, Macellaio) e quella “non regolamentata” (prostituta) .

    Sarebbe possibile lavorare sul lato della velocità di circolazione per far aumentare il PIL senza toccare M1, M2, M3 ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' una sciocca spiegazione monetaristica dell'inflazione. M * V = P * Q. Dove P è il livello generale dei prezzi e Q la quantità di beni e servizi scambiabili sul mercato. Sostiene che il livello dei prezzi sale se la velocità di circolazione e/o la quantità di moneta aumentano, dimenticando di dire che Q deve rstare fisso nel tempo.

      Elimina
    2. Volendo essere precisi, per i monetaristi è la velocità monetaria V che dovrebbe essere fissa. Questo permetterebbe di controllare i prezzi agendo sulla base monetaria.

      Tuttavia, se si osservano i seguenti grafici:
      1) https://fred.stlouisfed.org/series/M2V
      2) https://fred.stlouisfed.org/series/FEDFUNDS#0
      si può notare che la variazione della velocità M2V segue la variazione dei tassi FED. Essa ha quindi un andamento legato al ciclo economico e non è fissa.

      Grazie,
      Fabio

      Elimina
    3. Esatto: "Legato al ciclo economico". Il che significa che può essere soggetta a variazioni per motivi esogeni . Non ho scritto sopra che V e/o Q siano fissi , infatti ho posto la domanda se fosse possibile variare V senza variare i prezzi o la massa monetaria . Cosa che nella barzelletta risulterebbe possibile . Sia Y = C + I + G + X - M che M * V = P * Q non sono vere come eguaglianze contabili ma solo come "valori tendenziali" . Vanno lette come "la sommatoria da 0 a infinito dei valori di periodo di...ecc ecc " . Se si trovassero dei sistemi per aumentare V in modo che solo essa cambi avremmo un incremento di PIL "gratis" . La tecnologia odierna consente una tale ipotesi valutando che V non dipenda direttamente dai tassi ma che i tassi e V dipendono da una variabile che non è esplicitata nei modelli e che possiamo definire "entusiasmo economico" .

      Elimina
  13. Il Prof riconcilia con la logica, con la lingua italiana e con l'aritmetica.
    Mi sorprende, invece, che molti non riescano a spiegarsi un'eventuale miopia dei tedeschi o di una loro insufficiente efficacia nel perseguire determinati obiettivi. La storia, anche recente, qualche esempio lo ha fornito.
    Buone feste al Prof.
    Giuseppe

    RispondiElimina
  14. Questo QUED arriva in un momento particolarmente interessante. Da una parte dimostra, come al solito, che i tempi della storia non ingranano con quelli della nostra esperienza quotidiana; una previsione che ci mette dieci anni a realizzarsi non serve per scommetterci sopra e dunque lascia insoddisfatti. Se almeno lei ci avesse detto "mettetevi tranquilli e aspettate ferragosto 2023", chissà, forse avremmo aspettato con più pazienza, ma questi in particolare sono tempi in cui solo le profezie apocalittiche hanno corso legale ed una previsione corretta non è né richiesta né gradita, salvo che dagli inesistenti presenti.
    Ma ciò che m'interessa ora è che il dogma della inarrivabile superiorità teutonica - tecnologica, organizzativa, sociale, morale, ecc. - è appunto un dogma e come tale non può essere falsificato. Dunque se la Svizzera sancisce con i fatti l'inaffidabilità delle ferrovie tedesche, questo è impossibile (non è avvenuto), o è falso (è stato male interpretato), o almeno inammissibile e andrà affondato nel silenzio. Quale sarà la strategia dei media?
    Probabilmente una macedonia delle tre, ma in ogni caso posso solo aspettare e gustarmela. TINA, appunto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusami, ma questo è un commento livello "bocconiano frustrato", il livello di quei poracci che vanno dicendo "Bagnai ha previsto il tramonto dell'euro e ha sbagliato!". Io non lo ho previsto: io lo ho descritto! La disastrosa svalutazione della monetona fortona, con le conseguenze geopolitiche descritte qui, l'impoverimento di una zona che si è data il taglio dei redditi come unica risposta ammissibile a uno shock esterno, e che a suo tempo avevo descritto come il buco nero della domanda mondiale, con le conseguenze descritte qui, sono il tramonto dell'euro. Il degrado delle infrastrutture tedesche è solo un pezzo di questa roba e sono anni che ne parliamo. Non è accaduto oggi (peraltro, un suggerimento: un treno ha bloccato, deragliando, il tunnel del Gottardo. Teneteci un occhio...), non ha una data, non capisco in che cosa l'assistere a un processo che peraltro abbiamo descritto decine di volte avrebbe potuto aiutarti a "aspettare [cosa?] con più pazienza"!

      Se ragionate così, perdonami, ma date ragione ar videomaker, quello che vi chiama "setta avventista"!

      Le cose, peraltro, stanno esattamente al contrario di come le metti tu: se ho dedicato un QED a questa banalità (per noi) è esattamente perché il fatto che se ne occupi il Times, cioè uno degli organi che stanno in cima alla gerarchia delle fonti che ci descrisse Foa, indica che il dogma ha fatto il suo tempo. E in effetti ultimamente anche i nostri media lasciano trapelare problemi come quello delle traversine difettose, quello dei viadotti marcescenti (che non riguarda solo noi), e lo stesso problema dei ritardi ferroviari non era una assoluta novità, come vedi (se ne parla da almeno cinque anni).

      Quando cose che tutti sanno (voi un po' prima degli altri) diventano uno shampoo di queste dimensioni fatto dal Times, però, credo che valga la pena di sottolinearlo.

      Sinceramente, non capisco il tuo commento.

      Elimina
    2. Solo vecchiaia e stanchezza. E sarcasmo e, "après ce que j'ai vu, avec ce que je sais" (cit.) può essere comprensibile.
      Se sei avanti di sei mesi sei un figo, se lo sei di sei anni sei un matto, figuriamoci se anticipi i fatti di più di dieci. E no, non credo alle profezie e mi guardo bene dal pretenderle, per giunta con la data di scadenza come Nostradamus. Facevo appunto del sarcasmo.
      Si capisce che sono rimasto deluso tutte le volte che un momento di crisi è stato risolto dal sistema euro con un qualche rattoppo e tutto è andato avanti, ma questo ha dimostrato quanto fosse fitta e tenace la rete che teneva assieme la costruzione europea e quanto si estendesse oltreoceano (ricordo Obama che confortava paternamente la Merkel all'epoca della crisi greca).
      Davanti a questo dovrei risentirmi come un marmocchio perché la Lega non è riuscita a rovesciare un tavolo assicurato con tali e tante funi?
      Ma oggi, dopo la crisi covid, sono sgomento davanti alla ostentata sicurezza dei media nel presentare la loro narrazione come la sola ammissibile e autorizzata. Da una parte resto convinto che esista una "realtà" che procede per conto proprio in barba alle narrazioni, dall'altra ho visto credere fervidamente all'incredibile, accettare l'impensabile e tirare avanti. Quanto può spingersi la narrazione? Cosa deve accadere perché la realtà si faccia strada?
      Attenzione ai desideri, potrebbero verificarsi le condizioni che li realizzano.

      Elimina
  15. Ho visto un accenno al sistema bancario tedesco in una delle risposte. Mi permetto di andare un po' fuori tema. Credo che il vantaggio competitivo goduto dalla Germania con il suo sistema di spakassen e landesbank fuori da certe rigidità EBA nonché il lassismo dei controlli sul comparto derivati su DB e altre realtà una delle chiavi di lettura della scarsa necessità di preoccuparsi della reale capacità di innovazione del tessuto produttivo. In Italia, nello stesso contesto, si classificavano UTP aziende più sane.

    RispondiElimina
  16. se non ricordo male, gira un grafico da cui si evince che statisticamente chi ha usufruito maggiormente dei fondi europei dal 93 in poi sono le grandi e medie aziende tedesche, mentre evidentemente le piccole potevano attingere dalle landesbanken senza particolari vincoli o controlli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Uno dei tanti motivi per cui faresti meglio ad andare da un'altra parte è che "se non ricordo male gira un grafico" qui non è ammesso, perché non ci serve. Se io, con tutto quello che ho da fare (incluso ricordarmi che Landesbanken si scrive con la maiuscola) vi fornisco sempre le fonti, il minimo che posso pretendere è reciprocità. Ho imparato molto da quelli di voi che hanno citato fonti - l'ultimo è stato Enrico con la sua analisi scientifica della grillanza, sinceramente non ho molto tempo da dedicare a chi pensa di essere al bar. Fra un po' smetterò di risponderti, se continuerai così. Esiste comunque un serissimo problema di qualità del credito in Germania e lo si sa benissimo. Anche eminenti fonti di Bankit non hanno difficoltà ad ammetterlo in privato (e capisco che il loro ruolo gli precluda di dichiararlo in pubblico, anche se non capisco il perché dell'atteggiamento vessatorio che poi tengono verso il nostro sistema, ma sapranno loro perché...).

      Elimina
    2. non avendo avuto risposta alcuna alle mie attese di discente, torno al bar senza ambagi ed infingimenti ulteriori.

      Elimina
    3. L'ortografia è un potente strumento di HR, e tu lo confermi. Il tuo miscuglio di ortografia povera e lessico "ricco" è veramente indigesto. Non sono la tua segretaria, amico mio: se ti interessa un grafico te lo cerchi usando Google. E ora, perdonami, ma hai decisamente stancato.

      Elimina
    4. Limiti caratteriali, e non solo. Spiace. Davvero.

      Elimina
    5. Spiace moltissimo anche a me! Se con tutti i miei limiti sono riuscito a entrare in Parlamento, e soprattutto a far usare correttamente la punteggiatura a un ignorante come te, pensa che cosa avrei potuto fare se il mio carattere (e non solo) fosse stato migliore, diciamo come il tuo!

      Senti, te lo dico con affetto: ma perché non vai a riporti, come dicono incisivamente a Roma?

      Elimina
  17. Errata: "qui mi limito ad ribadire"
    Corrige: "qui mi limito a ribadire"
    Non c'è bisogno che pubblichi il commento, visto che normalmente
    io faccio il revisore di bozze di ciò che scrivo.

    RispondiElimina
  18. Se si considera la variabile WEO NID_NGDP e l'anno di discrimine il 2008, si vede che anche Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno ridotto la quota di investimenti sul PIL prima e dopo la crisi.
    CAN FRA DEU ITA JPN GBR USA
    1999-2008 21.68 22.44 21.54 21.31 26.53 17.92 22.59
    2009-2022 23.67 23.27 21.09 18.70 24.74 17.18 20.38

    Per il Regno Unito può essere l'UE matrigna. Vediamo.

    CAN FRA DEU ITA JPN GBR USA
    1999-2016 22.64 22.43 20.91 20.14 25.45 17.23 21.39
    2009-2016 23.33 24.12 22.17 18.93 25.57 18.10 21.09

    Welch Two Sample t-test

    data: pre-Brexit and post-Brexit
    t = -2.4833, df = 18.623, p-value = 0.02273
    alternative hypothesis: true difference in means is not equal to 0
    95 percent confidence interval:
    -1.5972715 -0.1351151
    sample estimates:
    mean of x mean of y
    17.23524 18.10143

    Quindi, sì l'UE tarpava le ali di Albione, perfida o meno.
    Ora, però, a meno di ipotizzare che la Merkel abbia imposto l'austerità a Stati Uniti e Giappone, è evidente che la sega ce l'ha in mano qualcuno che non è la Germagna.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.