sabato 26 agosto 2023

I Golgota


(...sentivo gli oboi da caccia...)














(...ieri era giorno di "riposo" - in senso atletico - e l'ho dedicato a una cosa che desideravo fare da tempo: visitare le estreme propaggini meridionali del mio collegio. Il comune più a Sud, come certamente saprete, è Schiavi di Abruzzo:


e per me che quando insegnavo ho risieduto nel comune più a Nord:


e da quando "sono in politica" ho la mia base nel secondo comune più a Nord:

anche se ora vi sto scrivendo da un comune del Sud:


(vediamo chi li indovina) rendere visita all'estremo opposto del collegio mi sembrava un atto doveroso ed era da tempo desiderato.


Lo vedete qui, in fondo, al centro dell'immagine, su uno sperone a 1127 metri sul livello del mare, vertiginosamente a picco sulla confluenza del Sente nel Trigno, in posizione dominante, con una prominenza di quasi mille metri, rispetto alla valle attraversata da questo viadotto, che non a caso è il ponte stradale più alto d'Italia, e per il quale stiamo cercando di #farequalcosa. Volevo anche dare un'occhiata a questo ponte, per rendermi conto della sua effettiva utilità, e direi che un'idea me la sono fatta: per girargli intorno devi fare chilometri e chilometri di provinciali non esattamente in ottime condizioni, per motivi oggettivi: la cosiddetta abolizione delle province, chiesta come sapete dalla cosiddetta Europa, e prima ancora la geologia, che non è una scienza esatta, nel senso in cui la intenderebbero i lattonzoli pieiccdì, ma come tutte le scienze non esatte regna sulle umane cose: dalla Maiella in giù è una specie di millefoglie di strati di calcare con interposti strati argillosi, che nel contrasto fra placca euroasiatica e placca africana si sono inclinati, qualche volta arrivando a emergere in verticale dal terreno circostante (sono le morge, come questa). Se l'argilla fra due strati di calcare in qualche modo si infiltra di acqua, se c'è pendenza, se c'è erosione, parte la frana, e si va giù.

Non mi è venuto mai così spontaneo rispettare i limiti di velocità!...

Come avrete intuito dall'ultima cartina, per arrivare giù al Sud ho dovuto attraversare un pezzo di Molise, di cui non sto ora a dirvi le bellezze (cercatevi ad esempio Pescopennataro), per poi rientrare in Abruzzo nel comune di Castiglione Messer Marino, in corrispondenza appunto delle sorgenti del Sente. Il paesaggio ovunque dominato dalle pale eoliche, su tutte le creste, quasi come nel subappennino dauno. Salito in cima a Castiglione Messer Marino, dove il castellone, che una volta forse c'era, magari al tempo del ducato di Benevento, oggi non c'è più, ho fatto lo scatto che vedete sopra, colpito dalla presenza di un Calvario fra tante cime calve e brulle. Solo dopo ho visto che nella foto si fronteggiavano due atti di fede: a sinistra, in primo piano, quella in Dio, oggi un po' démodé; a destra, sullo sfondo, quella nel "green", oggi in gran voga, che si traduce in un calvario per il paesaggio, con ritorni ridicoli per il territorio. Da questo stupro i sindaci non traggono nemmeno le risorse necessarie per tenere in ordine le strade comunali (ci sono anche quelle, e sono soggette alla stessa geologia), tanto più che le royalties devono essere reinvestite in transizione. Ecologica, ça va sans dire, anche se per questo territorio la transizione geologica, i cui tempi non sono stabiliti dalle reghiulescion di qualche Eichmann europeo, è la vera emergenza. Sempre, non solo quando qualche episodio acuto, come questo o questo, riportano la nostra attenzione su quanto non sappiamo e non riusciamo a prevedere della nostra Terra.

Lezione che sfugge a chi oggi pensa di sapere tutto.

Io, invece, tante cose non le so.

Ad esempio: mentre per crocifiggere Nostro Signore bastarono, così recita la tradizione, due pezzi di "sequestratori di carbonio" (fu quindi a modo suo una fine "sostenibile", per usare il gergo attuale), per tirar su il Golgota moderno, le orripilanti pale, per crocifiggere il paesaggio, quante materie prime occorrono? Quanta energia si assorbe per metter su un patibolo del genere? Quanta CO2 si emette? Tutti ci raccontano quante energia produce una pala, nessuno ci racconta con quanta energia si costruisce una pala. Eppure sarà misurabile! Sono sicuro che il bilancio sia largamente positivo, ma averne esatta contezza rassicurerebbe. Un po' come le auto elettriche: certo, non sono maleodoranti mentre le usi, non "emettono". Ma l'elettricità da dove arriva? Da Castiglione Messer Marino? E il litio, da dove arriva, e dove va?

Si potrebbe anche parlare degli aspetti economici: dei canoni per l'uso del suolo comunale, delle royalties e dei loro vincoli, ma la sintesi è quella che vi ho detto sopra.

Emergono su tutto due dati: la capacità indiscutibile degli altri di appropriarsi di una dimensione simbolica, archetipica, e di converso il rischio che le loro narrazioni fasulle ci spingano a gettare il bambino con l'acqua sporca, in un contesto in cui io però, sinceramente, vedo solo acqua inquinata dalla propaganda e da svariati livelli di opacità.

Qualcuno mi aiuta a vedere il bambino?

Io vedo solo la croce: Paesi dotati di vento e privi di paesaggio impongono a Paesi privi di vento e dotati di paesaggio di deturpare se stessi, non sia mai qualcuno capisse che la prima delle strategie di mitigazione è venire a vivere nelle terre alte. Ma io sono una brutta persona: aiutatemi voi a migliorare...)

27 commenti:

  1. In questo momento sono a Monaco di Baviera. Ogni 10 mt c'è una birreria ed ogni 5 mt c'è un fast food al 50% americano ed il resto similtraditionen wurstel krauti cetrioli (per loro sono come il prezzemolo e pane strano po' chimico un po' nerastro. Il cane nella metro non paga a meno che non sia un 'cane aggiuntivo' nel qual caso paga la tariffa dei minori di 15 anni. I ragazzini tedeschi sembrano assai strani... Hanno tutti scarpe bianche e capelli sporchi. I turisti assiepati in Marienplatz, dopo il carosello dell'orologio delle 11 AM applaudono già gonfi di birra anch'essi come qualsiasi tedesco che si rispetti.

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    1. Sarà... ma la Baviera a me non pare così tanto priva di paesaggio...

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    2. Potrei raccontare divertenti aneddoti di quando lavoravo a Monaco (anni 80 ) . Per tradizione, in generale , si finiva di lavorare alle 17, dalle 17 alle 21 ci si ubriaca in un bierstadel o locale simile , alle 21-22 si vomita per strada meglio se fra Marienplatz e la Bahnhoff , alle 22 tutti a nanna se di giorno di lavoro . Fra le 3 e le 5 del mattino un esercito di spazzini turchi provvedeva alla pulizia del vomito e degli annessi .
      Le scelte che la EU vuole imporre all'europa ed all'Italia penso siano figlie di questo concetto di modus vivendi : una specie di "felicità obbligatoria" .

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    3. Caro noMagnaMagna, ti ringrazio per l'osservazione. Partirei dal constatare che certamente le Alpi Bavaresi, ancorché bassine (tutte sotto la quota della Maiella) possono essere piacevoli se piace il genere (per chi ne avesse bisogno, qui c'è uno spiegone). Sinceramente, io pensavo che in Baviera non ci fossero proprio impianti eolici. Invece ce n'è ben il 4,4% del totale tedesco (sappiamo che 32,9% è in Niedersachsen e Schleswig-Holstein ed è costituito per di più da impianti offshore - che significa in mezzo al mare). Il punto però è che i bavaresi i loro cazzo di patiboli non li vanno a mettere sulle creste delle montagne, come noi sul martoriato Monte Castelfraiano! Li mettono in pianura, in paesaggi sicuramente ameni per un ciclista con l'artrosi, ma non particolarmente stimolanti per una persona che ami i dislivelli. Nonostante questo, molti non sono contenti nemmeno lì perché i loro paesaggi, anche se relativamente insignificanti, a loro piacciono.

      E così hai imparato la differenza fra un "a me non pare" e un contributo al Dibattito, cui dovresti accostarti con maggior rispetto, distinguendolo da un Bar dello Sport...

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  2. Il bambino è morto perché non è rimasto nessuno che vuole salvarlo (https://www.fleetmagazine.com/stop-diesel-euro-5-in-piemonte-regole-deroghe-e-move-in/) e poi qualcuno fa anche finta di piangere (https://www.lastampa.it/torino/2023/08/26/news/scatola_salva_euro_5-13012160/#google_vignette).
    Del contributo dato dagli aerei (guarda caso il mezzo di trasporto più gettonato dai VIP), però, guarda caso nessuno parla: http://europadeipopoli.org/2022/Rassegna/Sostenibile.html

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  3. Ritengo umilmente che la modifica dell'art.9 della Costituzione sia stato un errore che avrà conseguenze gravi: temo un futuro di interpretazioni costituzionalmente orientate, sulla base dell' "interesse delle future generazioni"

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    1. Concordo anch'io, infatti non credo di averla votata. Qualsiasi modifica fatta alla Costituzione mi repelle, con la limitata eccezione di quelle che potrebbero avere un senso restituendo responsabilità politica a chi esercita indirizzo politico.

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  4. Il litio non so, ma il cobalto da qui https://e360.yale.edu/features/siddharth-kara-cobalt-mining-labor-congo

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  5. Un'dea su costi e materie prime necessarie a mettere su "un patibolo del genere" può essere trovata al link sottostante
    https://www.nicolaporro.it/atlanticoquotidiano/quotidiano/aq-economia/emissioni-zero-un-altro-sogno-green-che-puo-avverarsi-solo-come-incubo/

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    1. Molto utile. Me lo verifico con calma. Grazie! Credo sia esattamente questa la chiave interpretativa da utilizzare per liberarci dal fascismo deflazionista green.

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  6. Direi, nell'ordine, Francavilla, San Giovanni Teatino e Pizzoferrato. La questione delle pale eoliche mi inquieta da quando comparvero le prime a Collarmele, alla fine degli anni '90. Quando ancora la follia green non era comparsa nell'orizzonte dei media, quei giganti sui crinali, visibilissimi dall'autostrada, deturparono da un giorno all'altro il paesaggio cui da sempre ero abituato. E vedendole quasi sempre immobili, solo qualcuna in lentissimo movimento, mi chiedevo già allora perché si fossero disturbati così i monti, per un risultato che sembrava risibile. Fu il primo impianto eolico dell'ENEL in Italia. Da allora si sono moltiplicate. Ci furono anche proteste, ma i soliti Don Chisciotte persero su tutta la linea.
    Dalle analisi, un po' datate, della Regione sembra che i miei dubbi fossero fondati. Quei primi impianti pesano molto paesaggisticamente e producono poco. Definiti obsoleti già dopo 10 anni, continuano però a essere bruttissimi come il primo giorno, testimoni di una transizione prematura e irragionevole.

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  7. Lo so che è dura, che i piddini sono ovunque, a volte ben mimetizzati, e che non perdono occasione per mettervi i bastoni tra le ruote, ma, per rievocare un noto slogan a noi ben conosciuto, urge più che mai un bel FATE PRESTO! Non ne possiamo più di subire dirigismi del c****.
    A Roma da qualsiasi parte ti volti c'è un'opera d'arte; nella vita di una persona comune da qualsiasi parte ti giri c'è un piddino che ti dice cosa e come fare. Anche basta però... Daje!

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    1. Ma come fai a rimuovere i "piddini ovunque", loro sono gli eredi diretti dei "fascisti ovunque". In sostanza "loro" siamo "noi" !
      Sparirebbero solo se ( DA FUORI, come sempre ) venisse rimosso il "vecchio regime " ...ma solo per diventare tutti e subito gli ascari di quello "nuovo".
      Purtroppo "Franza o spagna" non è una butade di 5 secoli fa ma l' essenza degli "italiani ovunque".
      Ed è li che ci sarebbe da "lavorare"; un "vaste programme" dove chi ci ha provato prima ha sempre fallito.

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  8. Da nord a sud: (i) Francavilla al Mare; (ii) San Giovanni Teatino; (iii) Pizzoferrato; (iv) Schiavi di Abruzzo.

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  9. Oltre le alte colline di sfondo, laggiù in fondo dietro le croci, che sono le stesse colline costellate di girandole al vento dietro le fascine, più in là del ponte dei record, cosa mai potrebbe esserci se non la terra dove son solo leoni? Cosa potrebbe esserci più giù dell'estremo a sud se non solo terre desertiche e desolate abitate da sparuti ircocervi bipedi ciechi d'un occhio? Bene, proprio oltre quelle colline d'orizzonte, riscendendo sull'altro crinale ci sono io, e confermo!, girandole inutili sopra colline d'orizzonte a perdita d'occhio, tutte rigorosamente inutili monumenti all'idiozia dominante, e … e bisogna anche stare attenti, perché di cinghiali ce n'è già in quantità, e dopo i cinghiali, come noto, arriva il lupo, che pare sia già stato avvistato in quel di Vasto, e s'appresta a risalire il Trigno, passando magari anche per Montenero, dove c'è un vecchio contadino eroe d'altri tempi, per risalire poi ancora più su, nelle terre dove il precedente eroe avvistato fu Annibale.

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  10. Senza considerare che molte, troppe di quelle pale eoliche sono di aziende energetiche straniere; in Sardegna oramai é in atto una vera e propria epidemia di questi mostri “stranieri”.
    Che dire se non che al danno si aggiunge la beffa: terre meravigliose rovinate dalla transizione cinese che remunerano (e che remunerazione!) i conti di aziende e Stati stranieri (vedi alla voce redditi primari).

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  11. Stesso problema con territorio sfregiato in provincia di Trapani, dove risulta che il 72% dell'energia prodotta nel 2022 sia stata prodotta da eolico.

    Se solo si facesse una riflessione seria nuovamente sul nucleare, forse questa transizione ecologica avrebbe ancora un senso.
    In tutto il mondo si stanno progettando e costruendo centinaia di reattori nucleari.

    Occupano poco spazio, non producono CO2, sono una fonte di energia molto densa, portano lavoro qualificato, producono pochissime scorie oggi gestibili e in futuro riprocessabili, durano 60-80-100 anni e abbassano il prezzo dell'elettricità in bolletta: praticamente solo vantaggi.

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  12. Costi economici e ambientali dello smaltimento.
    In Usa hanno trovato questa prima soluzione
    https://images.app.goo.gl/NFyBZNzLjwhf2oYK6
    Poi anche da Bruxelles se ne sono accorti
    https://it.euronews.com/my-europe/2021/06/25/il-riciclo-delle-turbine-eoliche-tallone-d-achille-delle-energie-rinnovabili
    Ed anche i greentini hanno le loro idee geniali
    https://www.greenme.it/ambiente/rifiuti-e-riciclaggio/non-e-vero-che-le-pale-delle-turbine-eoliche-finiscono-sempre-in-discarica-possiamo-riutilizzarle-anche-per-costruire-ponti/
    ma se 2(due) ponticelli e 1(una) pensilina sono simpatici( con un po' di costi comunque) quando diventeranno centinaia e migliaia aumentarà solo la sensazione di miseria e la depressione di massa

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  13. Mi permetto di segnalare che una nuova energia è possibile. Non inquinante, a costi irrisori, per sempre.
    Eleva l'infrarosso (notoriamente la più scadente tra le energie disponibili) a energia elettrica. Poi magari vi mettono una bomba sotto casa, ma tecnicamente se po' ffa'

    bdHg2hL02OXodB4gnyIlyHK3

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    1. scusatemi ma qualcosa deve essere andato storto nel copia incolla il link corretto è questo https://www.youtube.com/watch?v=ihri7Rbtgh4

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  14. Mi chiedo, se mai è esistito, quale sia stato il punto di rottura che ha innescato mediaticamente l' interesse esasperato per lo "sviluppo sostenibile", in un Occidente che ha abbandonato le ideologie nelle quali il concetto di sviluppo era affiancato a quello di emancipazione dell' essere umano.
    L' emancipazione dallo sfruttamento è diventata emancipazione dalla corruzione (con il corollario della perdita dell' autonomia e del primato della politica).
    La progressiva emancipazione dallo sfruttamento dell' uomo sull' uomo è ora mutata in sfruttamento dell' ambiente.
    Di "sviluppo sostenibile" si discuteva già negli anni '70, se non erro. Ma soltanto nell' ultimo periodo i media se ne occupano ossessivamente.
    Perché questa esigenza ideologica s' impone soltanto ora mi chiedo?
    È come se le élite cercassero, dopo il disimpegno politico, un attivismo più "nobile". Ma non so spiegarmi la scelta dei tempi. Forse devono giustificare l' impoverimento derivante dall' aver vinto il conflitto di classe nell' ultimo mezzo secolo ed evitare una presa di coscienza collettiva?
    O agiscono cause più contingenti?
    Come l' esigenza dell' apparato industriale tedesco di mercati profittevoli nel breve periodo, trascurando i processi di filiera e l' approvvigionamento delle materie prime?
    E questo obiettivo sarebbe la causa della non innocua "sostituzione" ideologica sopra descritta?

    Il concetto di sfruttamento ha cambiato oggetto. Quando il conflitto di classe ha raggiunto il suo apogeo, si rimuove dalla coscienza collettiva il concetto stesso, attribuendo alle élite un aurea di verginità e lungimiranza, trasferendo alla classe media e meno media un senso di colpa per il benessere che il lavoro ha procurato loro.
    La crocifissione della sfera del politico ha partorito la negazione del conflitto.
    L' unico conflitto ideologicamente accettabile è quello contro psicopatici dittatori alla Putin.
    Sono anni che in questo blog ci si mette in guardia da questo scenario inquietante.
    Ammetto che solo adesso ne sto prendendo effettiva consapevolezza.





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  15. "...non sia mai qualcuno capisse che la prima delle strategie di mitigazione è venire a vivere nelle terre alte. " (dal post).


    "Stiamo andando verso un modello di società che porta tutti gli individui ad andare a vivere a Roma o a Milano" (prof. C.Pozzi)

    Le grandi città, le megalopoli, sono il corrispettivo antropologico degli imperi e delle unioni forzate (per lavorare), e parimenti nella Storia fanno la medesima fine: crollano e si sciolgono.
    "Il mondo sta andando (ci torna sempre) verso una frammentazione delle sovranità" disse un tale in un vecchio Goofy.
    L'optimum naturale per le società umane, spiegano i mai come in questi tempi inascoltati (censurati) antropologi, ed archeologi, sono i piccoli centri posti a brevi distanze gli uni dagli altri, tra i quali ognuno si conosce, nei quali è necessario e spontaneo instaurare rapporti di mutuo sostegno, di utile controllo sociale reciproco e di efficace tutela dove, incenerite dal'antico buon senso è impossibile che strambe ideologie antiumane attecchiscano, dove nessuno è mai lasciato indietro, dove mai viene perso l'imprescindibile contatto con la natura.
    Ci vediamo in Alto Molise... dove nei borghi le informazioni corrono più veloci della fibra ottica e dopo un mese di viaggio anche i sassi sanno di me 😁

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  16. Un modello insediativo, ci rammenta ancora il prof. Pozzi, esistente in alcune aree della Germania, in cui a tanti minori centri abitati fa capo una città che non supera i 100mila abitanti.
    Va da sé che per realizzare (o meglio, ripristinare) tale modello insediativo vanno realizzate (o meglio, ripristinate) adeguate infrastrutture per consentire (ripristinare) la mobilità tra i centri abitativi minori, e tra essi e le poche città più grandi.

    In epoche remote (IX secolo a.C.) in Terra di Capitanata i popoli dauni edificavano centinaia di nuclei insediativi composti da villaggi trincerati (perfettamente visibili nei giovani campi di grano con GoogleEarth, per la gioia degli archeologi di tutto il mondo). Venivano eretti nelle vicinanze delle autostrade dell'epoca, i tanti fiumi navigabili (ora interrati) che collegavano tutti i centri minori alla città di ARPI, nell'entroterra, ed all'allora esistente grande laguna ove sorgeva la città dauna SEPIUS, principale centro commerciale affacciato sul mare, dedotta poi in epoca romana a SIPONTO, in periferia di Manfredonia.

    Durante il mio lungo soggiorno in Molise ho raccolto dai tanti amici innumerevoli testimonianze della fondamentale importanza che ha avuto l'antica ferrovia Isernia-Sulmona, relegata oggi a parco divertimenti turistico. Si racconta fosse una tratta frequentatissima dagli abitanti dei borghi dell'alto molise, generazioni di paesani che la utilizzarono per commerciare, lavorare, andare a studiare, raggiungere ospedali, uffici centrali. Il costo dei biglietti era irrisorio e corse giornaliere erano tantissime ed il percorso sempre in perfetta manutenzione.
    Non a caso i tedeschi in ritirata decisero di metterla fuori uso bombardandola.

    La ferrovia fu ovviamente presto ripristinata, ma nulla poté contro la furia devastatrice del "pubblicobbruttoprivatobbello", che la ridusse a "ramo secco" in favore del trasporto privato su gomma, inefficiente e lento. E, per la gioia degli adepti del claimatceing, inquinante per quelle meravigliose valli incontaminate.
    La odierna "transiberiana d'Italia" (nome dal consueto olezzo da subalterni culturali che tanto voltastomaco mi causa), data anch'essa in mano a privati (ma manutenuta con denari pubblici), è oggi solo una giostra per turisti. Finora per lo meno effettuava soste in alcuni borghi ove il turista poteva fermarsi a pranzare in una delle tante splendide taverne. Dalle ultime notizie pare che verrà aggiunta al treno una carrozza ristorante ove il pranzo sarà incluso nel costo del viaggio... poichè la pecunie deve rimanere a bordo. Con tanti cari saluti ai ristoratori di Carovilli.


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    (L'ITALIA IN SECONDA CLASSE - P.RUMIZ)

    https://ferroviadeiparchi.it/

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  17. https://www.ibs.it/fuori-controllo-antropologia-del-cambiamento-libro-thomas-hylland-eriksen/e/9788806234515?queryId=6ad3382d9e6914e40463997e87147b3a

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    Coniugando i metodi etnografici e comparativi dell'antropologia con materiali storici e sociologici Fuori controllo offre un'inedita prospettiva rispetto alle drammatiche urgenze della contemporaneità.

    Densa, veloce, surriscaldata; contraddistinta da ineguaglianze e iniquità. È l'età dell'Antropocene, il segno indelebile dell'umanità sul pianeta. È la globalizzazione - ma non come la conosciamo. Thomas Hylland Eriksen dà nuova linfa alla discussione intorno alla modernità globalizzata, adottando l'approccio antropologico nell'analisi di tre crisi interconnesse: ambientale, economica e identitaria. Se è vero che queste crisi sono globali per ampiezza, vengono però percepite e subite a livello locale, e sono moltissime le contraddizioni che sorgono tra le forze di standardizzazione dell'età dell'informazione del capitalismo globale e la natura socialmente stratificata delle vite individuali. Se il globale è di fatto ingovernabile, una possibile forma di opposizione consisterà per l'autore nell'individuare tattiche e interventi legati a congiunture e contesti locali: resistenze e strategie di sopravvivenza che possono invertire il corso di un mondo in crisi e prossimo alla catastrofe.

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