(scusate, ogni tanto sento il bisogno di farmi un regalo...)
Da Giuseppe Liturri ricevo e volentieri pubblico:
Questo post è una pietra miliare. Nel senso stretto del
termine. Quelle che incontri lungo la strada e ti indicano quanta strada hai
fatto e quanta ne resta da fare. Mi fa tornare indietro con il pensiero alla
fine del 2012 quando trovai su twitter un certo Alberto Bagnai che diceva di
aver appena pubblicato un libro sull'euro e parlava dei difetti e dei danni di
questo mostro giuridico ed economico. Avevo pur sempre scritto sulla Gazzetta
del Mezzogiorno del 17 luglio 2012 "non ci resta che tornare alle monete
nazionali", un pezzo di 3000 battute pubblicato in bella evidenza che mi
aveva già fatto litigare con alcuni membri delle elites. Temendo di non
trovarlo a Bari (egli stesso segnalava problemi nella distribuzione), lo
comprai a Roma (non ci ero andato apposta! Ero là per lavoro). Dopo aver letto
le prime pagine, per non farmi mancare nulla, lo ricomprai in formato e-pub per
tenerlo sempre "a tiro" su PC di studio ed Ipad. Lo lessi avidamente.
Alcuni passaggi anche più e più volte a distanza di mesi. Poi trovai anche il
modo di litigare su twitter con il suo autore, andandomela a cercare (a
proposito sono ancora bloccato!). Ero in effetti convinto che fosse stata data
troppa enfasi al cambio come leva per la competitività, e cercavo di
sottolineare anche l'importanza di fattori come innovazione, ricerca... insomma
tutto quanto mi avevano insegnato all'Università, ed avevo poi messo in pratica
in quasi 20 anni di attività professionale e di manager d'impresa. Purtroppo
per me e per tutti gli imprenditori italiani, tutto lo strumentario classico
delle strategie competitive d'impresa, nulla poteva contro il macigno
macroeconomico che era stato piazzato sulla nostra strada già a partire dal '96
e, solo formalmente, dal gennaio 1999. Me ne accorsi ben presto, girando per le
aziende e osservando gioielli della tecnologia costretti a correre sulla
sabbia, quando avrebbero potuto mostrare tassi di crescita a doppia cifra o,
cosa più grave e drammatica, osservando piccoli imprenditori che, in effetti,
non erano proprio "Steve Jobs", chiudere in tre mesi e mandare a casa
decine di persone. Come San Tommaso, ebbi bisogno di toccare per credere al
disastro ed averne chiare le cause. Ma non mi bastava. Continuavo a divorare
pubblicazioni sull'argomento, leggendo di tutto e poi scartando
progressivamente discorsi degni da "bar dello sport". L'estate 2013
ha segnato il completamento. Passaggio rapido in libreria ed acquisto di: 1)
Seminerio, La cura letale. 2) Krugman, Fuori da questa crisi adesso. 3) Bisin,
Favole e numeri. 4) Thilo Sarrazin, L'Europa non ha bisogno dell'euro. Facevo
particolare "affidamento" su Bisin. Già il titolo prometteva bene.
Letto in pochissimo tempo e portatore di una delusione totale. Dopo diversi
mesi, continuo ancora a chiedermi cosa volesse dire. Pochissimi cenni al tema
centrale (euro disfunzionale) agli squilibri connessi ed al modo credibile e
sostenibile di riequilibrarli. Il vuoto pneumatico. La sorpresa più grande ed i
ragionamenti meglio argomentati, serrati, rigorosi sono stati quelli del libro
del tedesco. Si, avete capito bene. E' stato sorprendente leggere, da una
visuale completamente diversa, (ex membro del board della Bundesbank) che
questo euro non può stare in piedi e crea solo squilibri che si ritorceranno
anche a danno dei tedeschi stessi. Fantastico. Sembrava la quadratura del
cerchio. Contributi molto interessanti sono anche venuti da Seminerio e da
Krugman (beh, era il minimo!). Ma alla fine, dovevo ammettere che la lucidità
ed il rigore scientifico con cui Alberto Bagnai aveva "unito i
puntini" già a fine 2011 ed a fine 2012 con il libro, erano un passaggio
imprescindibile ed un lavoro eccezionale. Leggere, studiare, comprendere,
riprendere qualche manuale di Macro (il Dornbusch-Fisher!), tutto questo costa
fatica e rinunce, ma un tema che riguarda il futuro nostro e, soprattutto, dei
nostri figli richiedeva tutto questo per poterlo comprendere e parlarne con
cognizione di causa. Queste letture mi hanno anche fatto comprendere Bagnai
quando si "indispone" in presenza di "esperti" che parlano
davvero per sentito dire, da orecchianti, su questi temi. Sono solidale con
lui: uno passa le nottate a studiare e poi deve sentirsi dire "laqualunque"
dal primo ingegnere che ha letto Repubblica! Eh no!
E siamo a dicembre 2013. Le posizioni si stanno definendo,
il governo Alfetta continua a mettere il cacciavite nel posto sbagliato (...),
i salti della quaglia non mancano, i tedeschi hanno detto chiaro e tondo (vedi
il programma di Grosse Koalition e l'ultima intervista di Weidmann alla Bild)
che non arretrano di un millimetro. Rivogliono indietro tutti i loro crediti e
che i debitori sputino sangue per rimborsarli. Esattamente il punto di non
ritorno su cui collasserà tutto. Mi fa solo molto male vedere lo sguardo perso
nel vuoto dei lavoratori che incontro ogni giorno nelle aziende. Mi guardano
speranzosi che si riesca a fare qualcosa per salvarli dal loro destino ormai
segnato. Ecco, quegli sguardi non riesco a dimenticarli. Ed è forse per questo
che l'impegno a studiare ed a spiegare alla gente sarà il filo conduttore dei
prossimi mesi. Studierò, parlerò, spiegherò (con maggior spazio di quello avuto
su RAI2 durante Virus del 6/12) sperando che a maggio, con l'esercizio
dell'unico diritto che ci è rimasto, riusciremo a portare a Strasburgo e
Bruxelles uomini e donne, di qualsiasi appartenenza partitica, che pongano
fine, speriamo nel modo più indolore possibile, a questa esperienza
fallimentare dell'euro.
In bocca al lupo e Buon Anno a tutti!
Caro Giuseppe,
io non ho un buon carattere. Non mi pagano abbastanza per averlo. E, forse, i pochi soldi che mi danno, non me li merito nemmeno, perché spesso mi manca una delle due qualità fondamentali di un buon insegnante: la capacità di mettermi al posto del mio interlocutore, di adottare la sua prospettiva. Compenso con un eccesso dell'altra qualità fondamentale: la capacità di seduzione (in senso, beninteso, etimologico: se ducere, portare al proprio discorso).
Ora tu hai capito una cosa fondamentale e l'hai ammessa con grande onestà: per chi, provenendo da un percorso di studio e di ricerca assolutamente standard, ha ben presente la semplice natura macroeconomica del problema, così terribilmente evidente, così crudelmente banale, in effetti è facile indisporsi quando, come dire, alla visione dell'albero viene contrapposta quella delle foglie.
In effetti, ritengo di godere di due attenuanti.
La prima è che l'ottica "micro" e "supply side" è stata la base ideologica di tanti mantra privi di senso con i quali i nostri politici traditori e corrotti si son sciacquati la bocca per anni: "innovazione", "ricerca", "produttività"... Come se tutti gli imprenditori che conosci, o che conosco, fossero dei cialtroni, e come se non esistessero precise evidenze macro dei legami fra il cambio e queste variabili! Non possiamo e non dobbiamo essere tutti Steve Jobs, così come non è richiesto a ogni musicista di essere Bach, a ogni economista di essere Smith, a ogni insegnante di essere Socrate, e, visto che stiamo parlando di esportazioni, a ogni amante di essere Rocco Siffredi (un prodotto che il resto del mondo ci invidia)! Quale liberismo è quello che impone ai propri sudditi (perché tali diventano) di essere geni superdotati o perire? E quale classe politica è quella che, dopo aver usato uno strumento di breve periodo (il cambio) per fare politiche strutturali (la politica industriale, quella dei redditi, pilotate dal cambio forte e dal vincolo esterno), in presenza di una crisi congiunturale vuole usare strumenti di lungo periodo (l'innovazione in ricerca, le riforme strutturali) per contrastare shock di breve periodo? Ovviamente non c'è logica, e l'assenza di logica si veste di mantra. Sono stato molto aggressivo con te perché mi sembravi un portatore di questi mantra, ma sbagliavo.
La seconda attenuante è che, nel difendere il punto di vista secondo me piuttosto ovvio, cioè che in una crisi economica determinata dall'adozione di un sistema monetario assurdo forse bisognerebbe prima ascoltare chi ha fatto ricerca in economia monetaria internazionale, e poi, a seguire, gli altri esperti (cominciando dagli altri economisti, ma dando forse la precedenza agli storici!), io non credo di aver mai negato la rilevanza sia teorica che politica dell'approccio microeconomico. Questo è l'unico blog di un economista nel quale agli imprenditori sia stato aperto il microfono, nel quale abbiano capito che potevano esprimersi e sia stato loro permesso di farlo (rettificherò volentieri linkando in calce altri esempi, perché a me interessa il dialogo). Mi è invece sembrato di riscontrare troppo spesso, negli interlocutori, un atteggiamento di radicale negazione dell'utilità della prospettiva macroeconomica, sostituita da luogocomunismi o mantra del tipo "facciamo poca ricerca", "fuori c'è la Cina", "siamo corrotti", e benaltrismi vari assortiti. Ed è anche per averti identificato con questo tipo di atteggiamento che sono stato molto aggressivo, ma è anche qui evidente che mi sbagliavo.
D'altra parte, quand'anche io avessi avuto ragione, cioè quand'anche tu fossi stato portatore di mantra, benaltrismi e luogocomunismi, saresti sempre stato più scusabile di quelle persone che, in nome di una ipotetica purezza marZiana, da un anno a questa parte gettano fango a palate (senza peraltro riuscire a lambire la punta del suo augusto alluce) su una persona che ha esordito chiarendo sul Manifesto che l'euro è uno strumento di lotta di classe, e mettendo gli squilibri finanziari nella loro prospettiva, quali esito di un conflitto distributivo nel quale il capitale ha preso il sopravvento perché il pendolo della politica si è spostato verso una eccessiva liberalizzazione finanziaria (per motivi che, per umiltà, lascio ai politologi - poi se qualcuno mi dice cosa siano e se li hanno trovati, questi motivi, mi fa un sincero favore). L'operazione culturale che ho condotto, quella di smontare l'economia dei "padroni" con le categorie dei "padroni", loro non sarebbero mai stati capaci di compierla, ed ha avuto successo perché è stata particolarmente distruttiva per i "padroni" (intendendo con questi la grande finanza internazionale e i suoi difensori, in Italia soprattutto di sinistra partitica), e particolarmente comprensibile per i sottoposti. Il discorso che a te piace (e ti ringrazio) mostra che i problemi nascono, come ho spiegato a Pescara, dall'ipocrisia del capitalismo, il quale dice di voler funzionare in un modo, ma poi, ovviamente, funziona in un altro. La riduzione del discorso economico a scienza naturale, l'abolizione della componente politica e storica della scienza economica, sono parte di questa ipocrisia e sono una parte che non mi appartiene. Per articolare un discorso critico comprensibile il linguaggio liturgico dei marZiani si è dimostrato inefficace. Il mio efficace. Dispiace, lo so, ma non posso farci nulla. A me piacerebbe essere più accomodante, va da sé, ma non mi si può chiedere di esserlo con cialtroni che mi insultano per motivi di tattica politica. Io, nel post che ti piace tanto, ho usato il grafico di un autore marxista: mi pare una sufficiente dimostrazione del fatto che so di avere da imparare da tutti e che accetto qualsiasi discorso serio e in buona fede (così come rifiuto il livore di chi si sente politicamente spiazzato da uno che, peraltro, ambizioni politiche non ne ha, come il sottoscritto)! Tornando al grafico, la prospettiva di Wolff è molto interessante. Se però poi leggi il suo articolo, be', trovi questa roba qui. E allora, mi spiace, ma vado avanti per la mia strada, senza negare l'utilità dei punti di vista altrui, e fregandomene del fatto che gli altri neghino l'utilità del mio.
Quindi, come dire: se anche nel tuo approccio ci fosse stata malizia, in giro per il mondo c'è di ben peggio!
Approfitto quindi del fatto che c'è il sole, e che sta per finire un anno, per chiederti scusa e per sbloccarti su Twitter.
Andiamo avanti.
Che dire post ineccepibile... Solo una domanda mi assilla: perché i marZiani non leggono Fusaro ed uniscono i puntini? Non che leggendo Lei le cose non sia già abbastanza chiare, anzi... ma visto che la mettono su una presunta "purezza di pensiero" chi meglio di uno dei massimi filosofi marxisti contemporanei per illuminarli?
RispondiEliminaLe auguro un buon 014 e ci auguro che sia l'ultimo anno dell'euro...
Marco Mandirola
PS. Mi faccia sapere se il vino è stato di suo gusto.
Posso bermelo con Giacché? Che dici? Per i parenti piddini mi sembrava sprecato...
EliminaAh, scusa, nel meruto: basta una semplice occhiata alla cronologia delle varie critiche per capire che sono state attivate dalla paura che io "scendessi in campo". Gli attacchi sono scattati quando ho detto che avrei presentato un Manifesto, ma prima che presentassi il Manifesto di Solidarietà Europea. Come faccia ad aver paura di essere spiazzato chi rappresenta lo zero virgola rimane un mistero! Con questi attacchi non si sono certo condannati all'irrilevanza, ma alla vergogna sì!
EliminaProf. il vino se lo goda con chi vuole anzi se lo condivide con Giacchè non può che farmi piacere... Per il resto le mie domande trovano risposta da sole, però rimane il cruccio... Finiranno peggio di come son messi ora...
RispondiEliminaCaro Alberto Bagnai, sono assolutamente d'accordo con Giuseppe Liturri; la sua opera di chiarimento sulla natura dell'euro è fondamentale. Io, che sono uno studioso di filosofia antica, segnatamente di neoplatonismo greco, ho cominciato a capire qualcosa della crisi che ci attanaglia attraverso di Lei. Per questo la ringrazio veramente.
RispondiEliminaMarco Ninci
Grazie prof, con questo post - sia la lettera di Giuseppe che la sua risposta - mi avete chiarito PERCHE' non riesco a staccarmi da questo sito, dopo averlo scoperto alcuni mesi fa ! Anch'io, nel mio (molto) piccolo, ho una formazione micro/aziendalistica e anch'io come Giuseppe prima di "trovarla" non avevo la minima idea delle ragioni macroeconomiche che SPIEGANO L'ORIGINE, LO SVILUPPO, L'ESITO E LE PROSPETTIVE della crisi che viviamo. Lei mi ha aperto gli occhi spiegandomi tutto questo e molto di più donandomi gli strumenti scientifici per approfondire lo studio in prima persona, e tutto questo A GRATIS.
RispondiEliminaAuguri Alberto Bagnai grazie a lei sono uscito dal mantra.
RispondiElimina"E quale classe politica è quella che, dopo aver usato uno strumento di breve periodo (il cambio) per fare politiche strutturali (la politica industriale, quella dei redditi, pilotate dal cambio forte e dal vincolo esterno), in presenza di una crisi congiunturale vuole usare strumenti di lungo periodo (l'innovazione in ricerca, le riforme strutturali) per contrastare shock di breve periodo?"
RispondiEliminaE' un punto su cui ho discusso tutto l'anno scorso con quelli fatti a mo' di semaforo del declino, proprio sostenendo che fosse una soluzione di lungo periodo. Non ho la stessa preparazione dei semaforici, ma ho sopperito col ragionamento perseguendo quello che è divenuto oggi il mio unico mantra: "la risposta è dentro di te, Luke".
Grazie Prof.
Da una prospettiva esclusivamente "micro", è ovvio che l'euro "è soltanto una moneta", come altrettanto ovviamente quella punta che emerge a prua dalle nebbie del mare di Terranova "è solo un trascurabile mucchietto di neve o ghiaccio".
RispondiEliminaBuon anno al prof. Bagnai e a tutti i lettori del blog.
Bando alle ciance e parliamo seriamente. Ma voi avete capito chi è Alberto Bagnai? Io ancora no, infatti chiedo un aiuto a chi è più perspicace di me.
RispondiEliminaIo infatti non ho capito se è:
• un economista che alle volte può gareggiare addirittura con Krugman per chiarezza e competenza scientifica,
• un romanziere capace di ricreare storie, mondi e personaggi e dotarli di una loro neolingua,
• un musicista che adopera con dimestichezza clavicembalo, flauto di traverso (e non so cos’altro),
• un pifferaio magico che riesce a governare uno sciame di ortotteri e a trasformarli senza troppa fatica in esseri dotati di uno straccio di logica e in forme viventi diverse dalla muffa,
• un professore che opera secondo il metodo socratico e maieutico, cercando di estrarre da te il meglio (e anche qualche incazzatura),
• un profeta che riesce a prevedere il futuro solo osservando la realtà attraverso i suoi grafici,
• un pallottoliere vivente che ti snocciola in quattro e quattro otto formule complicatissime che ti fanno venire il mal di testa solo a guardarle,
• un rettiliano dal sangue freddo che lavora 24 ore su 24 senza mai stancarsi,
• uno che sta su internet giorno e notte senza che gli venga l’epicondilite o meglio il gomito del tennista (a me è venuta),
• un brillante conferenziere dotato di capacità istrioniche, che cannibalizza la mente degli astanti,
• un linguista che adotta lingue e linguaggi aulici, gergali, scurrili, colti, balsamici, fragranti, aromatici, olezzanti, ampollosi, solenni, volgari … a seconda dell’umore del momento,
• oppure un dottor Jekyll che di notte (qualche volta anche di pomeriggio) si trasforma in Mr. Hyde?
Io non l’ho capito e mai lo capirò, spiegatemelo voi, ve ne prego, o dovrò essere tormentata ancora per un bel pezzo da questo dubbio atroce !!
COMUNQUE BUON ANNO A LUI E A TUTTI VOI
Sono pagato da Nomura per fuorviare i poveri proletari, i miei testi li scrive un giovane precario sottopagato, e con i miliardi che ho guadagnato mando in deficit la bdp acquistando champagne e foie gras.
EliminaPerò poi se fai così i rosiconi dicono che ho le groupies...
Gran bel post per chiudere l'anno. Approfitto per augurare al Prof. Bagnai un buon nuovo anno ed ancora grazie per questo blog; a riascoltarla al goofy3.
RispondiEliminaL'anno non è finito. Il post di fine anno alle 20:30.
Eliminaprof mi fa' morire con il suo umorismo anzi no mi ha ridato gioia di vivere, lei e gli altri due cavalieri senza macchia ne onta. Le auguro un buon anno e un prospero ritorno alla nostra carta straccia.
RispondiEliminaot.ma lei lo ha mai letto un fumetto su Topolino di tanti anni fa' intitolato "Zio Paperone e il serpente monetario".Era degli anni 80 credo ed e' da allora che non mi do' pace.
RispondiEliminaCaro professore, che sia pagato poco è vero, che qualche volta non si metta i guanti a dire a qualcuno di noi: vai, vai , ...... e stai fuori per un po'......... anche questo è vero, ma un bravo studente sa distinguere un bravo professore e asseconda le bizze e le stravaganze di qualche momento, e lo ama comunque.
RispondiEliminaTanti auguri, auguri a tutti e che l'anno che viene sia migliore di quelli passati.
L'ultimo post alle otto e mezzo? Non lo guarderò, stasera ci sarà festa canti e balli , e musica.
Love
M.
Caro Professore, da quando la seguo e mi ha sgridato sul blog di "studiare", ho studiato (per quanto nelle mie capacità in questa materia) e ne sono felice.
RispondiEliminaNoto con piacere che la verità pian piano sta venendo a galla, nonostante i vari letti e lettini....
Buon 2014!
Per me la scoperta di Goofynomics e della sua opera di divulgazione ha rappresentato l'esperienza di una esaltante sensazione di libertà. Capire che le cose potevano cambiare, che quello che stavo vivendo sulla pelle non era un inevitabile sviluppo della "modernità", una condanna senza appello, ma una conseguenza di precise e disgraziate scelte politiche ed economiche, è stato letteralmente come rinascere. Grazie per avere avuto il coraggio di raccogliere la bandiera sul Pratzen: e per tutti i miserrimi personaggi di corte che sanno e che per opportunismo e calcolo non parlano e tentano, senza riuscirvi poveracci, di gettarle fango addosso, restano le parole di Tolstoj: "Per il lacchè non può esistere un grand'uomo, poiché il lacchè ha un concetto tutto suo della grandezza." Infinite grazie e auguri per l'anno nuovo a lei e alla sua famiglia.
RispondiEliminail regalo lo ha fatto a noi, dimostrando che, quando vuole, è in grado di mettere da parte il suo ingombrante IO (ingombrante sul serio, quelle due lettere scritte a caratteri cubitali mi impediscono di leggere il testo quando mi arrivano le notifiche via mail)
RispondiEliminaIn effetti il suo blog ha ospitato molti e interessanti commenti che leggo sempre con piacere.
A proposito delle groupies, mi ricordo che la prima volta che ha usato questo aggettivo nel blog aveva suscitato il risentimento di una lettrice (momento molto spassoso per me) ma io penso che abba attirato anche la feroce invidia di altri suoi colleghi, quasi quasi penserei che le critiche a lei rivolte siano il frutto del loro scarso successo con le donne
scherzi a parte auguro a lei a a tutti i lettori buon anno
Gentile Prof. Bagnai
RispondiEliminai miei più sinceri ringraziamenti per il suo titanico lavoro che ha tanti meriti divulgativi e che la pone, dal mio irrilevante e personale punto di vista, come un esempio ormai raro in Italia d'intellettuale libero.
Off-topic - ma non più di tanto - Le volevo chiedere cosa ne pensa su un piano strettamente economico del caso Turchia, anche se il tema che Le pongo riguarda ad oggi diversi paesi cosiddetti "emergenti". L'evoluzione dell'economia turca nel recente periodo ha visto un peggioramento della bilancia dei pagamenti, una forte svalutazione del cambio, inflazione in crescita e sul piano dei mercati finanziari una fuoriuscita di capitali che mi sembra trovi analogie con quanto accaduto negli 'stati periferici' europei, due anni fa alla vigilia della forte speculazione sui titoli del debiti pubblico.
Ora mi sembra che alla luce del dibattito svolto nel suo blog, la Turchia possa rappresentare - seppur su scala decisamente ridotta e con tutti i relativi distinguo - un campo di prova per misurare empiricamente l'effetto della leva del cambio per ricomporre squilibri finanziari ed economici? o proprio quell'esperienza 'in progress' rafforzerà il dogma della necessità della valuta forte per 'sopravvivere' in un contesto in cui le sorti dell'economie sono fortemente condizionate dalla riallocazione di capitali della finanza internazionale?
Ringraziandola nuovamente Le auguro tutto il bene del mondo per Lei e i suoi affetti.
Davide
"Jauchzet, frohlocket!".
RispondiEliminaAuguri Prof. Alberto e a tutti noi, grandi e piccini. (Alessandra da Firenze)
Tantissimi auguri, Professore. Speriamo che il 2014 porti la riscossa del nostro martoriato paese; viva gli italiani liberi!
RispondiEliminaTantissimi auguri di buon 2014 a tutti i goofynomisti. Che il nuovo anno porti all'euro e agli euroti quello che si meritano.
RispondiEliminaAmen.
tanti auguri di un buono e sereno 2014 a tutti i lettori del blog e a lei Professore; per quel poco che può valere, sappia che ha la mia più profonda e sincera ammirazione.
RispondiEliminaHo finito di leggere da poco il suo libro (me lo sono regalato per Natale), avevo già letto tanto qui sul blog, quindi non c'erano cose completamente nuove, ma adesso ho una visione più organica e coerente. Per la prima volta guardo con più speranza al futuro. L'era neoliberista volge al tramonto. La fine dell'euro sarà certamente una disfatta e una tragedia fuori da ogni portata, ma per tutti coloro che per decenni hanno sostenuto questo sistema del quale si sono nutriti. Per noi sarà la fine di un incubo. Grazie e Auguri di buon anno!
RispondiEliminaGli italiani passavano per i più europeisti di tutti e fra questi mi ci metto anch'io e quindi non scagliero' nessuna pietra, pero' poichè tutto quello che ne è seguito dall'adozione dell'euro è stato un fiasco, adesso sarebbe ora che si smetta di discutere e di passare ai fatti e cioè a delle misure immediate e concrete per tamponare lo sfacelo che ne è seguito per il nostro paese, dove io non abito, né prendo un solo euro, anzi il contrario...!
RispondiEliminaVoi che fate questa opera di divulgazione di economia, anche se l'aveste fatta prevedendo nei minimi particolari tutto quello che sarebbe successo, non avrebbe influenzato che una piccolissima percentuale di persone, ammettendo che ci avessero chiesto il nostro voto per l'adozione ! Dunque, poichè questo euro ha rovinato l'economia italiana e non solo, il distacco è da fare subito !
Una cosa mia pero' la voglio dire ed è questa: tante altre sono le misure da prendere insieme a quella del recupero della sovranità monetaria, e la prima è di chiedersi da chi la faremo gestire: da un altro Andreatta o Ciampi che sia ?
Post che induce riflessioni interessantissime fra il livello "microeconomico " e il livello "macroeconomico".
RispondiEliminaLa domanda che sorge spontanea è: la Politica, a livello nazionale e internazionale, quale prospettiva dovrebbe adottare per governare gli eventi ?
Se la Politica pretende di risolvere problemi "macro" con soluzioni "micro", a mio parere, sta ingannando il Paese, ignora colpevolmente le corrette azioni da intraprendere, e svuota se stessa di ogni contenuto, dignità e legittimazione.
E quindi, anche se si azzera gli stipendi, si dimezza le poltrone, si autoflagella quotidianamente, e dice di voler restare al suo posto per il tempo "strettamente necessario", sta tradendo il suo mandato popolare e sta lesionando continuativamente la democrazia reale, consegnandoci a decisori estranei e sconosciuti alla volontà degli Italiani.
A chi sta ostentatamente facendo il sacrificio di Origene pietendo credibilità ogni giorno (laddove basterebbero due neuroni di rame a testa, opportunamente collegati, e un piccola "batteria di teste"), occorre che Lei ripeta il grido che risuonò proprio due anni fa, in un contesto metaforicamente analogo:
TORNATE A BORDO, CAZZO!
Piccola postilla.
Elimina(1) Un refusetto: "un piccola" ----> "una piccola".
(2) Chi ha visto Speciale Superquark ieri sera su Rai 1, intitolato "Il cervello contro la macchina" (trattante l'impatto negativo sui posti di lavoro dell'automazione spinta, tema in sé d'attualità), si sarà reso conto che anche Piero Angela sposa in pieno la tesi che le prassi antropologiche locali e microeconomiche e i dieci comandamenti siano la panacea ad ogni male sistemico dell'economia nel nostro Paese.
Quindi, lotta alla "criccacastacoruzzione" (sennò gli investitori non arrivano), "pubblicaamministrazzionebbrutta" (e giù i faldoni cartacei dagli scaffali), abbasso le piccole e medie imprese (non fanno ricerca), oltre ai classici mantra "più scuola e più innovazione". Ma soprattutto: "la Politica non crea ricchezza", come dire "è inutile che vi lambicchiate il cervello su chi votare, la colpa (die Schuld) è tutta e solo vostra".
Era meglio se faceva rivedere ancora una volta le tartarughe delle Galapagos...
Auguri ed oroscopo......
RispondiEliminaSe, come in questa audizione, esalterà il suo lato "elegante" e non si farà trascinare sui piani inclinati e ben oleati della trivialità telematica, il 2014 sarà un anno favorevole alle sue tesi, che non fanno più ribrezzo a molti "europeisti moderati" ( diversi dai moderati europeisti).
Un vero apprezzamento
L'occasione mi è gradita per ribadire un semplice concetto: se avessi avuto bisogno dei vostri consigli, voi non mi conoscereste; d'altra parte, se voi sapeste tradurli in pratica, io non sarei solo a combattere.
EliminaSono i due lati di una bella medaglia commemorativa dove su un lato c'è, purtroppo, la mia faccia, e sull'altro una semplice iscrizione: "Collocatevi, cazzo!"
Io cambio registo espressivo perché so sempre dove sono e a chi sto parlando. Se voi lo sapeste almeno quando parlate con me avrei un minimo di fiducia in più nel futuro. Ci sarà pure un cazzo di motivo se questo è il blog di economia più letto e se con la sola forza della parola son riuscito ad arrivare dove sono arrivato, no? Lei potrebbe darmi consigli solo se mi dimostrasse che cominciando nel 2010 avrebbe potuto fare lo stesso percorso sussurrando e attenendosi al galateo buonists piddino. Veda un po' se Minosse la fa questo controfattuale!
Scusi, sa, lei non c'entra niente, ma fra i vari motivi per i quali sono qui è che ogni tanto ne colpisco uno per non educarne 99.
Chiaro, Marco Basilisco? Che è successo ieri? Ecco...