giovedì 19 dicembre 2013

Comunicazione di servizio (da un altro staff)...

Carissimi,

volevo segnalarvi che per un problema di manutenzione dei server di Unich alcune immagini dei post passati (che sono caricate su quel server perché le utilizzo anche per la didattica) non sono attualmente visibili.

Tranquilli, tutto si risolve. Al più tardi lunedì la situazione sarà ripristinata. In ogni caso abbiamo il backup di tutto il materiale.

Approfittatene per pensare ad altro. A proposito, ho notato con un certo divertimento che i marxisti della Mancia stigmatizzano il fatto che ogni tanto metto sul mio blog video musicali. Insomma: sentono la mancanza di un intellettuale a sinistra, ma questo intellettuale deve rispondere a certi requisiti ISO 9001 non meglio specificati, che loro hanno stabilito!

Allora, visto che sono dispettoso, e che preferisco essere intellettuale a modo mio anziché a modo degli altri (soprattutto quando sono dei falliti) vi propongo questa toccata di Frescobaldi, che vi concilierà il sonno:




Così, se non volete venire a Paderno d'Adda il 21, mi fate due favori, e non vi siete persi niente. Ora, perdonatemi, ma devo provare.

Ars longa, vita brevis...

 (e non è un avvertimento, ma anche sì).

56 commenti:

  1. " senti come rintrona la musica e gira la folla avvolta da un vortice di vita "
    Dostoievski, Le notti bianche.

    Va benissimo così professore! Lei è una persona straordinaria.
    Le invio con affetto i più cari auguri di Buon Natale.
    M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esagerata! Poi se i marxisti della Mancia vi danno delle groupie decerebrate ve la siete andata a cercare! Accordo.

      Elimina
  2. i sinistr(at)i della Mancia sono troppo rintronati da Manu Chao (o come ca..o se chiama) per capire cosa gli è successo.... e soprattutto per capire cosa hanno fatto. Gli auguro solo che per loro ci pensi la Storia e non la cronaca.

    RispondiElimina
  3. Ops, mi ero già prenotato per Paderno e perciò non le potrò fare il favore doppio. Mi limiterò al singolo della claque.
    Arrivederci a presto, in partibus Lampredottorum (sì, è proprio della zona...).

    RispondiElimina
  4. Si comportano da tignosi perché non sanno dove attaccarsi (soggetto: quelli che stigmatizzano).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non dica così signora, altrimenti mi tenta a risponderle dicendo DOVE gli stigmatizzatori dovrebbero attaccarsi ... il che non sarebbe molto in tema col Natale ...

      Elimina
    2. @Marco S.
      Veramente avevo pensato l'attaccarsi "al tram", come audacemente diceva qualche adulto all'epoca della mia infanzia e giovinezza, e come eufemisticamente formulai in silenzio per netiquette traslata fuori di
      qui ai tignosi; ma ho censurato, non volendo accostare ilricordo di un mezzo, prima a cavallo poi elettrico, "per tutti" ("omnibus"), a certa
      gente e a certa mentalità.
      Per spirito natalizio mi esercito a pensare che qualcuno possa ravvedersi.

      Invece, ai non tignosi vicini e lontani e anzitutto al Prof e famiglia rivolgo l'augurio di Buon Natale nella forma translitterata con cui sto vessando il mio malcapitato prossimo:

      Kala' Kristugenna. - neogreco con accento sulla u, che non riesco a
      produrre con lo smart (computer fuori uso).
      Sempre per non mollare su certi temi, consiglio il blog di Panagiotis Grigoriou, Greek crisis, in francese.

      Elimina
    3. In seguito alla cortese correzione di un conoscente, correggo la scritta translitterata:

      Kalà Kristoùgenna

      Elimina
  5. Complimenti per la performance, Professore, e grazie per farcela condividere.

    Splendido tocco e splendido strumento.
    Risalta proprio il contrappunto intriso di vocalità italiana di Frescobaldi, tradotto in colorito ed espressione di "strumento da tasto".

    Quando a dieci anni (conoscevo solo Rossini) ascoltai per la prima volta il "Capriccio sopra la battaglia", rimasi sconvolto dalla modernità del grande Girolamo: come sempre, il valore vero (anche in arte musicale) non si perde mai, ma si trasforma.

    Bisogna solo saperlo snidare.

    P.S. (Non sono solo un impenitente verdiano...).

    RispondiElimina
  6. però il maglione fa tanto di intellettuale de sinistra!

    RispondiElimina
  7. "La bellezza è superiore al genio in quanto non ha bisogno di spiegazioni."
    Oscar Wilde

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Va anche considerato che il genio le spiegazioni non è tenuto a darle...

      Elimina
    2. Lo stolto fa le domande, il saggio risponde con delle altre domande per farlo ragionare, il filosofo interviene ragionando sulla natura di quelle domande, il genio invece se ne sta in disparte ed elabora una sua tesi.... arriva Renzie e dice che il saggio é da rottamare, il filosofo non é produttivo ed il genio non fa il suo dovere e risponde che è lui la soluzione per lo stolto!

      Elimina
  8. Provare, riprovare e trovare quella voce (e non un'altra). Dalle rive dell'Arno, con Caccini e Rinuccini, una Signora del canto per tutti voi.

    (felice studio, Prof. Alberto. Alessandra da Firenze)

    RispondiElimina
  9. la chitarra e' di sinistra, il pianoforte di destra. Ma il clavicembalo? estrema destra?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è pianoforte all'apparenza, ma chitarra nella sostanza essendo a corde pizzicate, come chi lo suona.

      Elimina
    2. Lo strumento del compromesso storico :)

      Elimina
    3. Piano, con la chitarra di sinistra: e' di classicamente de sinistra la chitarra acustica su cui andare di plettro con 4, al massimo 5 accordi. Ma una National Steel Guitar suonata "pick and slide" la maggioranza dei figgicciotti tipici di un tempo manco sapeva cos'era. Sul rapporto tra sinistra italiana e rock (e intendo rock vero) potrebbe essere scritto un libro, ma sarebbe veramente troppo troppo triste. E quanto al pianoforte di destra, idem, Jerry Lee Lewis è rimasto un emerito sconosciuto, da queste parti, e forse chi ha sentito "Great balls of fire" in un film neanche si è accorto che di pianoforte si trattava....
      Quanto al clavicembalo probabilmente la risposta media sarebbe "clavicosa? Ah, la spinetta!"

      Elimina
  10. Scusate l'interruzione di questo momento idilliaco, ma dopo la lettura di questo articolo non sono riuscito a resistere al copia/incolla.
    http://www.blitzquotidiano.it/economia/uscita-euro-costa-2-000-miliardi-conti-correnti-mutui-1749234/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non si scusi, un intermezzo comico ci sta sempre bene.

      Elimina
    2. Domanda brutale: ma di fronte ad articoli come questo, palesemente intrisi di falsità (giusto sulla questione immobili ci sono tante di quelle sciocchezze che anche un bambino se ne accorgerebbe...), non è possibile una denuncia? Una roba tipo "procurato allarme sociale"? Ok che noi ci facciamo sopra due risate, ma quanta gente abbocca? La diffusione di notizie false a mezzo stampa è reato o meno? Perché su certi punti si potrebbe sostenere che si tratti di opinioni (es. a quanti punti percentuali ammonterebbe la eventuale svalutazione), ma su altri non c'è spazio per giustificare le colpevoli menzogne come "parere personale". Orson Welles e il suo celebre scherzo radiofonico in confronto sono acqua fresca...

      Elimina
    3. Buongiorno prof. e a tutti lettori, innanzitutto.
      Volendo rispondere a chi fa terr....smo mediatico, che uscendo dall'euro perderemmo un sacco di soldi, quanti soldi sta ora "guadagnando" visto il continuo apprezzamento dell'infausta moneta rispetto ad es. al dollaro, allo yen, o al franco svizzero, tanto per dire-
      Un po di simmetria dagli untori, ogni tanto non guasterebbe.
      Grazie prof. per quello che sta facendo. BUon natale

      Elimina
    4. Al di là delle bufale da vera e propria denuncia, una caratteristica comune di questi articoli alla Bin Laden è il dare per scontato che gli italiani siano rappresentati da 60 milioni di rentiers: azioni, mutui, conti correnti, assets.....
      Ma il LAVORO !!??!!??

      Elimina
  11. Complimenti per Frescobaldi.
    Il sonno si concilia meglio a quelli che ce l'anno già.

    RispondiElimina
  12. Il mio commento è andato perso o aveva qualcosa che non andava?

    RispondiElimina
  13. Bravissimo! Lasci perdere quei trogloditi e posti altri video la prego!

    RispondiElimina
  14. Scusate, ma pure io interrompo, solo per un poco, il vostro momento di spensieratezza. Chiedo a Voi grandi musicisti / ECONOMISTI un chiarimento e precisamente cosa è l'ultima trovata eurista
    di oggi, il meccanismo unico risolutivo. Già il nome è molto inquietante e evoca momenti storici poco edificanti.

    RispondiElimina
  15. Grazie prof per il doppio cadeau (Frescobaldi e Ippocrate), ricambio con un aforisma che forse ha qualcosa a che fare con la sua opera di divulgatore:

    «L’essenza del conservatorismo non è l’impedire il progresso in avanti e verso l’alto, ma l’impedire il movimento all’indietro e verso il basso, nella tenebra del caos e nel ritorno a uno stato primitivo»

    Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cosa conservare se non la propria umanità, quindi l'empatia, il rispetti di sé e degli altri; la sensibilità con la capacità di apprezzare la bellezza nelle forme e nelle idee; l'intelligenza che è il contrario della furbizia perchè vede le connessioni ed è, quindi, costruttiva. Essa é il porto e la casa dove riposare e ritemprarsi per le future sfide che sono sempre sfide a noi stessi ed è anche il vascello che ci conduce alla scoperta di nuove terre. La nostra umanità è il risultato di un lungo percorso fatto di guerre, di disprezzo per la vita e per il mondo e poi di voglia di pace, di armonia e, quindi, di superamento dei propri egoismi e delle proprie piccolezze. Eppure veniamo spinti a guardare con sufficienza a tutto questo. L'arroganza, la sopraffazione, l'arrivismo…egoismo e avidità ci vengono contrabbandati come necessari per la difesa dei nostri interessi e della nostra libertà. Veniamo spinti a rinunciare a noi stessi per diventare soldatini ubbidienti e poi carne da macello ed è la prima volta che questo avviene su scala globale. Al punto in cui siamo ci si difende conservando e non è regressione ma solo la protezione degli strumenti necessari alla nostra evoluzione. E' la propria anima che va conservata e protetta perchè senza di essa non vi è progresso.

      Elimina
  16. Grande Prof!...
    Glie le canta, e glie le Suona!

    RispondiElimina
  17. LA COAZIONE AUTODISTRUTTIVA DELL’EURO

    Un altro esponente di spicco dell’armata Brancaleone degli euroscettici …

    RispondiElimina
  18. E' una denuncia pacata nella forma ma violenta nei contenuti. Lucida e condivisibile.
    Ma quanto dobbiamo ancora attendere per vedere la fine di questa guerra?

    P.S.: Grazie al prof. per la performance, Grande: attendiamo oltre ai post altre chicche musicali.
    Siamo ingordi, lo so. ma lei ci vizia. E' colpa sua.
    Quanto al maglione non mi sembra da intellettuale di sinistra, ma bello pesante, da climi rigidi: ma è di cachemire?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un maglione irlandese Fisherman che ho comprato quando andavo a vela. Non è "tecnico" (e non è politico): è caldo.

      Elimina
  19. @Alfredo Caravita
    ma sa una cosa? io non sono convinto del tutto che diano tutte notizie false.. loro evidentemente per pararsi le chiappe estrapolano numeri per creare i loro castelli (di carta ovviamente).
    mi spiego.
    vedendo l'andamento dei valori immobiliari degli ultimi 30 anni è palese che con questo andazzo i prezzi scenderanno quanto meno ai valori del 1996 (penso che siano indice 200 con il picco a 300 nel 2007).
    essendo a 250 o giù di lì è evidente che un bel 20% di ulteriore perdita ci debba essere!
    oh, ringraziamo sempre il prof che ci ha spiegato che bisogna guardare alle dinamiche e non agli stoccafissi...

    ma cosa succederebbe se uscissimo domani?
    ovviamente le aspettative non sarebbero rosee!
    e, con la crescita dei tassi di interesse (perché crescerebbe l'inflazione) la percezione dei valori degli immobili diminuirebbe.. in poche parole, nel medio periodo diminuirebbero!

    ma è ovvio che le due situazioni sono differenti!
    nel primo caso avremmo una diminuzione dei valori via POVERTA' e quindi maggiori rischi bancari (insofferenze) mentre nel secondo caso un naturale riallineamento alla reale capacità reddituale degli italiani!
    che ritornerebbero a lavorare e grazie all'inflazione (maggiorata del 3% ovvero sul 4% nel medio termine) non avrebbero problemi
    a) a ripagare i vecchi mutui (e quelli con tassi variabili tenerebbero conto cmq dei più bassi tassi del Nord d'Europa.. tiè! questa volta sfrutteremmo noi questa cosa)
    b) grazie al lavoro più sicuro a contrarre nuovi mutui

    oltre al fatto che con tassi crescenti la gente sarebbe meno propensa a indebitarsi e maggiormente a risparmiare!
    le banche avrebbero più liquidità e l'economia ritornerebbe più sana.

    Penso che dello stesso tenore debba essere la previsione di Squinzi sul calo del PIL.
    ho sempre avuto il sospetto (dopo un intervento di Zingales di anni fa riferendosi all'Argentina) che loro considerino il PIL espresso in dollari (ma nel ns caso in marchi).
    ma come sempre ci aiuta il prof.. guardiamo al lato dinamico!
    I) se nn usciamo noi caleremmo ancora e quindi in rapporto alla Germania prima o poi perderemo quel 20% (toh, la metto così) fisiologico
    II) se usciamo se da 100 (con cambio) passiamo a 70 poi recupereremmo il 20% (crescita massiccia nei primi tre anni in cui sfrutteremmo svalutazione e l'enorme moltiplicatore fiscale che abbiamo).
    ovvero arriveremmo a 85...

    sono numeri tirati (non proprio a caso ma penso indicativi) per spiegare che le dinamiche porterebbero sempre allo stesso risultato ma visto su due aspetti diversi:
    a) adeguamento per POVERTA'
    b) adeguamento fisiologico prezzando l'economia per quello che realmente vale

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Copio e incollo da wikipedia.

      ***

      [...] Riguardo alla riforma monetaria di Nerone, l'aureo, secondo quanto afferma Plinio il Vecchio:

      « Postea placuit XXXX signari ex auri libris, paulatimque principes inminuere pondus, et novisissime Nero ad XXXXV. »
      (Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XXXIII,)

      fu deprezzato, passando nel tempo, poco a poco, da un peso teorico di 1/40 di libbra (epoca di Cesare) a 1/45 sotto Nerone, con una svalutazione dell'11%. Il denario che, sotto Cesare ed Augusto, aveva un peso teorico di circa 1/84 di libbra, ridotto da Tiberio ad 1/85, fu svalutato da Nerone fino ad 1/96 (pari ad una riduzione del peso della lega del 12,5%). Contemporaneamente, oltre alla riduzione del suo peso, vi era anche una riduzione del tuo titolo (% di argento presente nella lega), che passò dal 97-98% al 93,5% (per una riduzione complessiva del solo argento del 16,5% ca).

      In sostanza il sistema che si andava così creando sui metalli "nobili" (oro e argento), andava a vantaggio di quest'ultimo. Secondo il Mazzarino, Nerone voleva così favorire gli strati sociali medio-bassi (come equites e liberti), che insieme al popolo costituivano la sua principale fonte di consenso. [...]

      ***

      insomma, non è un'idea poi così innovativa...

      Elimina
  20. OT - Mi e' stato segnalato da alcuni amici (del tutto digiuni di economia) questo bel video, in cui si parla in termini espliciti di 'compressione della quota salari' (c'e' anche qualche sequenza 'cospirazionista' ma nel complesso non mi pare disturbi piu' di tanto).
    I miei amici ne sono rimasti molto colpiti perche' non avevano mai pensato in questi termini e si sono convinti all'istante della bonta' dell'argomento.
    L'argomento 'compressione quota salari', che qui e' stato molto ben presentato in termini tecnici dal Prof., e' secondo me quello piu' efficace da utilizzare nell'opera di divulgazione dei contenuti del blog (che sono sicuro ciascuno di noi porta avanti nel suo ambiente).
    IMHO e' l'argomento da premettere all'analisi degli squilibri commerciali e del 'ciclo di Frenkel'.
    http://www.youtube.com/watch?v=IOiUrF74F14

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che video! Tocca in breve le corde emozionali giuste. Mi chiedo che effetto avrebbe una campagna pubblicitaria su queste linee sulla TV nazionale.
      Quanti giorni avrebbe ancora il PUDE?

      Elimina
  21. Volentieri giro un articolo de Il Foglio un po' tecnico-giuridico, ma molto molto illuminante......
    ilfoglio.it/soloqui/20628 "L'Italia con l' Euro al piede" ...parole e musica del prof. Giuseppe Guarino

    RispondiElimina
  22. Ad ottobre scorso l'IMF ventilava il prelievo forzoso del 10% dei cc per salvare l'Eurozona.

    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-10-15/l-idea-balzana-fmi-abbattere-debito-ipotesi-prelievo-forzoso-conti-15-paesi-eurozona-132243.shtml

    Oggi ne riparla (visto che all'epoca non scoppio' nessuna rivoluzione e quindi secondo il copione ampiamente anticipato dal Prof.) una oscura controfigura (di quelle che si arruolano al cinema per le scene pericolose).

    Il suo nome non e' infatti Wolfgang Schäuble o Jens Weidmann, ma un piu' normale Pietro Modiano.

    Mai in vita mia avrei pensato di vedere un Italiano proporre (in pubblico) l'esproprio forzoso dei propri connazionali a favore di uno Stato estero (la Germania).

    IMHO questo e' un altro indizio della imminente fine dei giochi.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/20/lex-banchiere-modiano-con-prelievo-forzoso-al-10-gettito-di-113-miliardi/820965/

    RispondiElimina
  23. "Il lavoro si crea con politiche macroeconomiche di sostegno alla domanda aggregata, favorendo investimenti e consumi interni" . questo è quanto ha affermato Fassina. Che condivido.
    "Siamo sulla strada buona, quella che va dalla parte opposta rispetto a Fassina!" questo quanto dichiarato da un renziano. Che mi fa accapponare la pelle.

    La prego...mi giuri che giustizia sarà fatta e presto anche!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi dispiace ma renzi è stato creato per uno scopo,non è venuto a risolvere nessun problema anzi.....
      Non è colpa di nessuno se ci tocca vivere questi tempi, il nostro dovere è fare il possibile per spiegare quello che accade, quello che vogliono e il costo che questo conporta.
      Il virus che ci sta uccidendo è che siamo italiani ma sembriamo senza patria, come se ci fossimo sposati per ordine di qualcuno.
      La cosa andrebbe analizzata da gente esperta in psicologia, perche durante il percorso qualcosa si deve essere rotto, incrinato insomma ci deve essere stato un fattore che fa ritenere la nostra patria un posto dove chi viene ci può pisciare sul soggiorno e noi restiamo li a guardare....inerti.
      Dentro di noi sembra che questa non sia casa nostra, dove a decidere dobbiamo essere noi ma che chiunque passi per strada abbia più diritto di noi di scegliere.
      Non riusciamo nemmeno a tirare fuori le emozioni perche sopraffatte dalla paura, non riusciamo a ragionare a rendere la situazione razionale e capire che cosa sta accadendo.
      Non serve essere nazionalisti per amare casa sua e la propria famiglia.

      Elimina
    2. Sono almeno 2 anni che "coltivano" Renzi (presente ovunque nel mainstream); se Renzi esiste c'è un motivo, alla faccia di chi sosteneva (e mi viene/veniva da ridere) che non sarebbe mai arrivato dove è ora perché lui voleva "rottamare" il vecchio PD.
      Io ritengo che si voglia imporre un sistema "americano" con due partiti sostanzialmente sovrapponibili, questo mi pare che sia l'unico sistema che permetta di eliminare ogni barlume di democrazia (reale), pur mantenendone l'illusione. Non a caso probabilmente elimineranno sul serio il finanziamento pubblico ai partiti (cosa che mi ha sempre visto contrario), perché così potranno concretizzare un sistema oligopolistico perfetto, dove le lobbies alla luce del sole (eliminando quindi ogni valutazione di tipo etico e morale) controlleranno la politica - farlo dietro le quinte o con tangenti, o consulenze, o poltrone varie, non sortirebbe lo stesso effetto sulla popolazione, creando infatti il dubbio che ci possa essere qualcosa di negativo, corrotto, poco chiaro nel loro (lobbies) comportamento. La sostanza è che comunque grandi gruppi privati potranno determinare e guidare la politica, ma con l'avvallo e il benestare delle istituzioni e della società, che così le accetterà come normale prassi democratica (in pratica ci vendiamo tutti per due soldi).
      La narrativa sulla casta serve a confondere le idee e a pilotare le scelte (o l'illusione di scegliere) dei cittadini, in questo i media vecchi e nuovi si stanno rivelando molto efficaci e, anche se i processi in gioco non mi paiono nuovi, sono però da almeno una trentina d'anni più invasivi, con il balzo di "qualità" operato dai nuovi media - non tanto e non solo da internet, secondo me, ma dall'integrazione tra media e soggetti della comunicazione, l'illusione della bidirezionalità, del tempo reale e dell'abbattimento dei confini e dei limiti -. Esistono oggi due generazioni di "giovani" profondamente differenti: una è quella delle televisioni e della carta stampata, e aggiungerei anche internet (diciamo 25-40 anni); l'altra è quella della mobilità dei media, degli smartphone-tablet connessi 24h24 (soprattutto 15-25 anni); quest'ultima si sta rivelando quella più manipolabile, perché più esposta all'impatto emozionale delle informazioni (si agisce di impulso, emotivamente, a livello "ormonale" - che poi è la zona di "guerra" del marketing virale di oggi, ormai omnipresente ovunque - ahimè).
      Lo so, sempre i "giovani" si sono mossi in modi magari appariscenti, sconnessi, e spesso improduttivi, ma ora secondo me si stanno gettando le basi per un "salto" (verso il buio) generazionale.
      Occorre che la verità riprenda spazio nei media, altrimenti non solo ci giocheremo il futuro con il PUDE, ma creeremo una distopia perfetta.
      Anche per questo, a proposito dell'identità nazionale, penso che l'idea di un internazionalismo dei popoli, prima che siano concessi pari diritti, dignità e libertà a tutti i cittadini del mondo, sia altrettanto utopica, e pericolosa, di una moneta unica che riunisce economie profondamente differenti.
      Non si possono abbattere le identità nazionali per creare qualcosa che segue invece in modo evidente interessi nazionali di qualcuno da una parte, e interessi privati di pochi dall'altra: l'esito è scontato.

      Elimina
    3. @Ivan Boni
      Analisi acuta e condivisibile.
      Il paradosso è che l'"always connected" dei giovani "più giovani" li espone all'omologazione continuata del mainstream culturale (if any) e consumistico dominante, mentre per i giovani "meno giovani", la tentazione, per non "rimanere indietro", è di fare in fretta a omologarsi a loro volta, usando canali comunicativi meno continuati, ma ugualmente pervasivi. Nel primo caso, detto un po' brutalmente, i neuroni sono in fase di ebollizione, nel secondo sono già lessati, ma dobbiamo credere che siano ancora TUTTI VIVI, e in grado di recepire, esattamente tramite le flebo mediatiche a cui sono avvitati antropologicamente, I CONTENUTI DI UNA DIVULGAZIONE ALTA, che non faccia sconti alla verità per inseguire le semplificazioni fuorvianti.
      A questo punto, Fonzie e gli altri si accorgeranno che, all'happy hour del NewSenat's, qualche loro seguace che fino al giorno prima li applaudiva porrà loro due o tre domande molto cazzute e molto "de sinistra", che riceveranno risposte molto incazzate e molto "de destra".
      A quel punto la commedia è finita e si dovrà rifondare teatro e compagnia.
      Occorre prepararsi. Speriamo che l'ALTA DIVULGAZIONE faccia il suo effetto (ma questa è la buona causa di chi frequenta questo blog), prima che i giovani si accorgano di dover mangiare (o aver mangiato)
      tonno per tutta la vita....

      Elimina
    4. @Ivan Boni
      Condivido anche io l'analisi, anche se la propaganda in fondo c'è sempre stata. La differenza forse è nella forma: più simile a un titolo di giornale ad effetto, o a uno spot pubblicitario, nell'era degli smarphone; fondata su supercazzole più articolate nel mondo precedente, dominato dalla televisione e dalla carta stampata. Ma credi, di miti ne sono stati creati parecchi anche in passato. Semplicemente, si adegua la tecnica allo strumento e al destinatario.
      Il vero problema è l'ultimo che sollevi: l'aver convinto qualcuno che sia cosa buona e giusta rinnegare l'identità e l'interesse nazionale (che non vuol dire nazionalismo) e che "gli altri" siano comunque meglio di noi (be', se anche fosse vero - e in qualche caso lo è - io apprezzo la diversità e preferisco migliorare a modo mio che cercare di diventare quello che non sono). Ed è un problema perché nell'ideale mondo sovranazionale propinatoci c'è chi invece i suoi interessi nazionali li difende fin troppo bene.

      Elimina
  24. tafazzi 20 dicembre 2013 23:25

    ha messo il dito nella piaga

    "ci deve essere stato un fattore che fa ritenere la nostra patria un posto dove chi viene ci può pisciare sul soggiorno e noi restiamo li a guardare....inerti"

    una possibile risposta: 8 settembre 1943 ?

    RispondiElimina
  25. Segnalo che pure al buon Ambrose non è sfuggito come Napolitano sembri cadere dal pero a proposito dei Forconi.

    E' altresì interessante notare come qui siamo più avanti di Ambrose sull'analisi politica:
    "Just to be clear. I do not think Italy should leave the euro as a first resort. There are other steps that should be taken first, if only to build as moral and political case.
    Italy can change its diplomatic strategy, pushing for a debtors' cartel of Club Med states with French leadership to seize control of the ECB and the EMU policy machinery. They have the votes, and the full legal and treaty authority to force through a reflation strategy that would change everything, if they dare."
    Ci crede ancora alla storiella de un'altro € ...

    RispondiElimina
  26. Giorgio Cremaschi, “Camusso e Landini alla corte di Renzi”

    In un convegno organizzato dalla Fiom a Bologna Susanna Camusso ha affermato che lo sciopero generale non basta più. Siccome è difficile credere che con ciò la segretaria della Cgil volesse annunciare il passaggio a forme di lotta rivoluzionarie, è probabile che sia giusta la interpretazione che ne ha voluto dare la stampa: basta con lo sciopero generale.

    Ma quanti scioperi generali ha fatto la Cgil in questi ultimi anni? L’ultimo che tutti i lavoratori ricordano con rabbia è quello di tre ore per non fermare la riforma Fornero delle pensioni. Uno sciopero finto, fatto per circostanza e con la chiarissima intenzione di non procurare difficoltà al governo Monti appena insediato. Nessuno sentirà la mancanza di lotte come questa, fatte solo per far guadagnare spazietti nei telegiornali, lotte che i lavoratori hanno imparato a disertare. Gli ultimi scioperi di quattro ore di Cgil, Cisl e Uil, sparpagliati in giornate e territori diversi, sono stati semiclandestini. È fallito anche lo sciopero proclamato dalla Fiom in Emilia la scorsa settimana: poche centinaia di persone in piazza a Bologna.

    È colpa delle persone che non hanno più voglia di lottare? No, è colpa dei gruppi dirigenti sindacali, che proclamano lotte che servono solo a far vedere che si esiste e che hanno la sola funzione di creare frustrazione ed impotenza in chi le fa. Nella più grave crisi economica del dopoguerra la Cgil vivacchia tra un convegno e l’altro, senza pensare al conflitto vero, quello che i lavoratori son ancora disposti ad affrontare con grande coraggio, come hanno mostrato i tranvieri di Genova.

    Che questa Cgil sia ora spaventata e affascinata dalla nuova leadership del Pd è evidente e anche questo è un segno della sua profonda crisi. Accantonato e dimenticato il goffo tentativo della Spi di sostenere Cuperlo, ora tutto il gruppo dirigente della confederazione spera in una legittimazione da Renzi. Il più lesto è stato Maurizio Landini, che al convegno di Bologna si è ben guardato dal polemizzare con la segretaria della Cgil sugli scioperi, e invece ha parlato tanto del sindaco di Firenze. Che incontrerà nella sua città in un convegno tempestivamente organizzato dalla Fiom locale. …

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E bravo Cremaschi. Se solo due anni fa non fosse stato eurista... Perché quello che lui scopre oggi noi l'abbiamo capito anni fa guardando il grafico della quota salari. Quindi ora per salire a bordo ci vuole una sia pur minima autocritica, dopo di che benvenuto, anzi, benvenutissimo. Grillo non vuole i sindacati. Io non voglio che lavorino per la controparte. Son due cose diverse, no?

      Elimina
    2. Non vogliamo concedere loro il privilegio del dubbio?

      Cremaschi nel frattempo si è informato, Grillo si è disinformato...

      Elimina
    3. Il beneficio del dubbio si concede a tutti. Dopodiché attenzione, che le elezioni europee incombono, l'aria è cambiata e magari qualche vecchio arnese sta pensando di rifarsi una verginità...

      Elimina
    4. A proposito di Cremaschi.......
      blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/03/18/giorgio-cremaschi-il-fallimento-delleuro/
      E' un po' datato come articolo ma rende bene il punto di vista del soggetto in questione......."Prima la democrazia e lo stato sociale poi i mercati e la moneta"....peccato perche' fino a quel punto l'analisi sembrava perfetta......

      Elimina
  27. Crisi senza colpevoli, secondo la Fiom dell’innocuo Landini

    Addio Fiom, fine dell’equivoco: Maurizio Landini evita addirittura di denunciare i responsabili della crisi, guardandosi bene dal ventilare possibili soluzioni. Mentre Usa e Giappone reagiscono alla recessione nell’unico modo possibile, cioè battendo moneta sovrana per aumentare la spesa pubblica, l’Eurozona strangolata dalla moneta unica “privatizzata” dalla Bce riduce il bilancio statale alla canna del gas, falcidiando aziende e lavoratori.

    E il sindacato dei metalmeccanici Cgil che fa? Si limita agli slogan – diritto al lavoro, istruzione, salute, reddito, cittadinanza, giustizia sociale e democrazia – senza neppure dire perché tutti questi obiettivi oggi sono lontani, e per colpa di chi. «Con gli slogan non si otterranno posti di lavoro», avverte Anna Lami, che osserva come la strada maestra seguita dalla Fiom resta «quella delle gite nella capitale assolata, con le celebrity a fare discorsi edificanti dal palco».
    «La priorità è il lavoro, non l’Imu», arringa Landini. Per il leader sindacale, i primi provvedimenti presi da Palazzo Chigi «non ci fanno uscire dall’emergenza, non ci fanno guardare al futuro». Al contrario, «occorrono la riforma della cassa integrazione e il reddito di cittadinanza».

    Ottimi slogan, certo. «Ma per restituire centralità alle rivendicazioni – scrive la Lami su “Megachip” – la Fiom dovrebbe attuare una strategia in netta discontinuità rispetto a quanto fatto in questi anni».
    A maggior ragione oggi, «se l’interlocutore è l’esecutivo di larghe intese Napolitano-Letta-Berlusconi: è come chiedere al lupo cattivo di non mangiare cappuccetto rosso». Il peggior cruccio di Landini? Polemizzare col Pd perché non presente ufficialmente in piazza. «Come se il Pd fosse ancora da considerare un interlocutore affidabile per il mondo del lavoro», osserva l’analista di “Megachip”. «Come se prima delle “larghe intese” con Berlusconi», il partito di Bersani «non avesse appoggiato il governo “tecnico” di Mario Monti, sempre in combutta con il Pdl». …

    LA LE(IA)TTURA CONTINUA

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ingarzonimento dei sindacati è il peggior male delle società occidentali.
      Per poter obbligare le oligarchie dominanti a redistribuire la ricchezza non vi è altro modo se non quello di chiudergli i rubinetti.
      Non è immaginabile supporre che l'insieme delle elites dominanti si autoregolamenti in selfmade, non è realistico credervi.

      Quindi, se esiste un punto debole nella corazzata della potenza capitalistica questa è il sindacato e le associazioni artigiane, gli unici organismi che hanno la possibilità di coordinare la chiusura dei rubinetti.

      Non dico che sia una cosa semplice, anzi, vista la situazione attuale è un'impresa di difficile attuazione, ma non credo che vi sia altro modo di convincere chi è uso a darti scudisciate quotidiane ad allungarti la mano e lasciarti ciò che ti deve.
      Purtroppo i vertici dei sindacati hanno già in prospetto, cioè gli è già stato assicurato, un posto ai margini della grande tavola dell'abbondanza dove potranno raccattare gli avanzi delle laute libagioni oligarchiche e ascoltave vapiti i migliovi discovsi intellettuali sui massimi sistemi.

      Elimina
  28. OT - Dall'Ungheria giungono di tanto in tanto notizie frammentarie e contraddittorie in merito agli sviluppi politici locali (l'anno prossimo ci saranno le elezioni) ed alla loro ricetta economica per uscire dalla recessione.
    Il mese scorso ho visitato Budapest e sono rimasto colpito dal numero di cantieri in citta' e dalla quantita' di personale impiegato negli ottimi servizi pubblici di trasporto (la stessa impressione l'ho avuta per esempio anche a Praga) .
    L'Ungheria, che fa parte della EU, ha mantenuto la sua moneta (il fiorino, 1 EUR = 300 Fiorini circa), gode di un reddito medio mensile di circa 400 Euro/120000 Fiorini e sta uscendo dalla recessione - mi pare - molto meglio di tutti i Paesi dell'Europeriferia.
    Capo del governo e' Victor Orban, un vero 'macho' di 50 anni che si atteggia in pubblico come Castro, grande ammiratore della Thatcher e grande critico della EU.
    A ricordare la storia recente sui muri di Budapest ci sono ancora i segni delle pallottole della rivoluzione del 1956 e da quello che ho visto esposto al piu' grande mercatino delle pulci locale (a 30 Km da Budapest) devono essere vissuti nella miseria fino almeno alla caduta del muro (un tassista di 60 anni trilingue - russo, inglese, tedesco - mi spiegava che era molto diffuso il baratto).
    Da noi infatti ai mercatini si trova molto modernariato, li' ho visto solo infimo 'monnezzariato' (e pure ritratti su tela di Hitler e Mussolini che mi hanno fatto ricordare che l'Ungheria fu alleata dell'Asse).
    La mia impressione e' che l'Ungheria (forse sarebbe meglio dire il partito di Viktor Orban) si sia resa conto in tempo dei rischi delle 'modernizzazioni' (quelle descritte tanto bene nel romanzo di centro e periferia).
    Sta infatti ri-nazionalizzando a tappe forzate il sistema bancario (incentiva l'uso del contante ed ha posto una tassa sulle transazioni bancarie mirata - mi pare - a far scappare le Banche estere), ha ri-nazionalizzato le aziende energetiche e di telecomunicazioni, sta riducendo il prezzo di tutte i servizi delle 'utilities' (acqua, luce e gas) ed ha messo in costituzione il divieto di privatizzarle di nuovo (ci vorranno per farlo i due terzi del Parlamento, come per le modifiche costituzionali).
    Osservo infine che 'amoreggia' con tutti i suoi vicini (Russia e Turchia in primis) piuttosto che con la EU/Germania, probabilmente perche' in base a semplici considerazioni geo-politiche e' con quei partner che ritiene che potra' collaborare meglio e promuovere il commercio senza rischi di annessione....
    Insomma la tanto svillaneggiata Ungheria (da parte EC intendo) IMHO e' solo un Paese sovrano e che tale vuole rimanere.
    Con un vicino 'aggressivo' come la Germania/EC un capo come Viktor Orban e' anche probabilmente la scelta migliore per quel popolo in questo momento (c'e' forse qualcuno qui che preferisce il PUDE?).

    http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702303949504579264492544704938

    RispondiElimina
  29. GLI EUROSCETTICI UN GIORNO SARANNO EROI

    … Il risultato è stato una macchina per le esportazioni tedesca che funziona bene all'interno dell'unione monetaria. Ma la periferia è stata distrutta, incapace di esportare né all'interno né all'esterno della zona euro.

    L'austerità e le altre misure a cui le periferie sono state costrette per tentar di colmare il divario di competitività con la Germania, hanno invece devastato la capacità produttiva e provocato una disoccupazione di massa . "Questi paesi sono in un equilibrio di non-crescita", mi ha detto Lapavitsas. Mentre le élite europee consigliano pazienza, egli consiglia di agire: è il tempo di una "uscita progressista dall'euro.”

    Eppure questa è una dichiarazione scioccante nel contesto di una sinistra europea riluttante a criticare l'euro, anche se le denunce di "capitalismo" e "neo-liberismo" sono d'obbligo. Dietro la loro apparenza noiosa, le élite Europee sono in realtà più radicali - e spietate - di qualsiasi artista anarcoide o intellettuale bigotto.

    Non si fermeranno davanti a nulla per proteggere il progetto dell'Euro, anche se dovesse finire per distruggere il progetto europeo, provocando disordini di massa. Il fatto è che, nonostante la devastazione, alcuni gruppi stanno traendo enormi profitti dall'Euro nella sua forma attuale. In primo luogo e soprattutto, i produttori tedeschi, il cui successo deriva quasi interamente dalla moneta unica combinata insieme con i tagli salariali ai lavoratori, un punto discusso ampiamente da Lapavitsas.

    Anche alcune banche, e le élite europee unite e compatte, fedeli l'una all'altra, piuttosto che alle popolazioni dei rispettivi paesi, traggono dei grandi vantaggi. Anche gli specialisti dell'Euro, con le loro infinitesimali soluzioni tecniche, stanno godendo di una luce immeritata a causa della loro innaturale posizione sotto i riflettori. …

    RispondiElimina
  30. CLAUDIO BORGHI: LA STORIA FARA’ GIUSTIZIA

    "Il modo in cui i nostri governi ci hanno svenduto ad interessi economici esteri è vergognoso e la storia farà giustizia"

    Claudio Borghi Aquilini. Professore di Economia degli Intermediari Finanziari all'Università Sacro Cuore di Milano.

    - Professore nei media si utilizzano tre argomenti principali per descrivere l'impossibilità di un ritorno alla lira: il rischio d'inflazione ad i livelli di Weimar, l'incapacità di competere con i nuovi giganti commerciali come la Cina e le inevitabili ritorsioni da parte della Germania. Sono dei rischi realmente concreti?

    L'arsenale del terrorismo informativo è mirato ad impedire l'uscita dall'euro rendendola difficile proprio per il rischio di panico dei risparmiatori. In realtà l'inflazione credo che in tutto il mondo occidentale sia l'ultimo dei problemi e anzi, mi pare che in tanti stiano cercando disperatamente di crearla. Quanto al discorso delle dimensioni sarebbe sensato se si dovesse giocare a tiro alla fune, ma dobbiamo commerciare e lo si fa con i prodotti e con i prezzi. Nessun aiuto ci viene dai nostri partner europei, per i quali siamo a nostra volta concorrenti. La Germania poi non può ritorcere nulla perché esporta verso di noi più di quanto esportiamo noi verso di loro. …

    - Con i programmi di salvataggio, la troika ha fino ad oggi imposto macelleria sociale e svendita delle aziende pubbliche. Per l'Italia, Cottarelli, Saccomanni e Letta preferiscono utilizzare spending review e privatizzazioni, ma il senso non cambia poi molto. In un'economia depressa e ad un passo dalla deflazione, si può davvero pensare di ridurre il debito vendendo quote dei nostri "gioelli di stato"?

    Se l'Italia svende le proprie partecipazioni strategiche per ripagare una fetta minuscola del proprio debito mi domando cui prodest. Dato che gli investitori da rassicurare sono quelli futuri e che il ripagamento del debito si indirizza a quelli passati sorge un problema: non ho mai visto un creditore rassicurato dal fatto che il proprio debitore svenda i suoi gioielli per ripianare crediti altrui.

    - Storicamente le grandi battaglie per la democrazia hanno visto i popoli lottare per eliminare il controllo di budget ed imposte all'arbitrarietà di pochi, ponendolo sotto il controllo sovrano parlamentare. Nel silenzio generale, l'Unione Europea ha compiuto esattamente il procedimento inverso. L'Italia ha già versato al Mes, il Fondo salva Stati, 15 miliardi – 50 se si considerano tutte le alchimie finanziarie create dal 2010 - per un totale di 125 miliardi rinnovabile potenzialmente all'infinito e che servirà per salvare una seconda volta le banche dopo gli stress test in corso. In questo contesto, come giudica il fatto che il nostro paese debba poi elemosinare due miliardi di euro e la possibilità di sforare dal Patto di stabilità per intervenire nell'emergenza in Sardegna?

    Il modo in cui i nostri governi ci hanno svenduto ad interessi economici esteri è vergognoso e la storia farà giustizia. In quest'Europa tutti vengono pagati direttamente (con finanziamenti) o indirettamente (con il recupero dei crediti). Solo noi paghiamo e basta pur essendo in crisi. …

    - Cosa si aspetta dalle elezioni del Parlamento europeo del prossimo maggio?

    Mi aspetto una forte affermazione delle forze antieuriste, a cominciare dal Front National in Francia.


    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.